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 Conclusioni del Presidente del Senato, sen. Nicola  Mancino

Onorevoli Colleghi,
come è stato sottolineato da molti interventi, non è questa la sede per definire delle prese di posizione sui temi all'ordine del giorno del nostro dibattito.
Sono tuttavia emersi degli importanti orientamenti che, nei loro tratti essenziali, mi pare utile riassumere.
Se permangono dei punti di vista differenti sul valore giuridico da attribuire alla Carta, sull'estensione dell'agenda della Conferenza intergovernativa a temi diversi dai left overs e sulla possibilità di riorganizzare i trattati in una sorta di testo costituzionale, non possiamo tuttavia sottovalutare l'utilità dei nostri lavori ai fini di focalizzare taluni significativi punti di convergenza.
In primo luogo appare generalmente condivisa l'esigenza di un coinvolgimento quanto più efficace dei Parlamenti nei processi decisionali dell'Unione al fine di assicurare la rappresentatività e la legittimità democratica, oltre che l'efficacia, del suo quadro istituzionale in rapporto ai cittadini. Tale coinvolgimento si esplica innanzi tutto esercitando i poteri previsti nei rispettivi ordinamenti, mi riferisco, ad esempio, alla ratifica degli accordi istituzionali ed internazionali ma anche alle misure assunte in codecisione fra Consiglio e Parlamento europeo. L'esperienza ci indica però i limiti dell'intervento dei Parlamenti nazionali in sede di ratifica ed attuazione delle disposizioni dell'Unione europea. Si tratta spesso di una mera presa d'atto di decisioni assunte da altre istanze (recepimento di direttive self executing o applicazione di sentenze) ovvero dell'esercizio estremo del potere di bloccare nel suo complesso un processo comunitario.
Ma come molti hanno posto in evidenza, la partecipazione dei Parlamenti si realizza anche - in termini più indiretti ma forse più efficaci - con l'azione di indirizzo esercitata sui rispettivi Esecutivi nella cosiddetta fase ascendente e mediante la capacità di influire attraverso quella rete di rapporti interparlamentari che abbiamo descritto. E' bene allora tenere presente che, in questa fase, non solo l'intervento diviene più concretamente incisivo sulla materiale formulazione delle norme dell'Unione, ma, dal raccordo e dal confronto con gli altri Parlamenti, sorge anche la capacità di ciascuna Assemblea parlamentare di percepire e valutare tali norme nella prospettiva dell'interesse comune e non più solamente alla luce degli interessi e, talora, degli egoismi nazionali.
In secondo luogo quasi nessuno ha mancato di riconoscere che appare condivisa la prospettiva di costruire una Europa fondata sui valori, anche se, da alcuni, si è sottolineata l'utilità di tempi accelerati e di un'integrazione più rapida e, da altri, si è posta in evidenza la necessità di un percorso più prudente al fine di non compromettere il processo nel suo insieme. Ciò che comunque risalta è che la nostra opinione pubblica non sembra disposta a seguire un processo basato esclusivamente sulla comunanza di interessi economici e commerciali, per quanto questi costituiscano un fattore di aggregazione estremamente incisivo.
In terzo luogo, fra le proposte concrete, molti intervenuti hanno rilevato l'utilità del modello offerto dalla Convention - sia pure con i necessari adeguamenti, in modo graduale e rispettando il ruolo proprio dei Governi - per un coinvolgimento istituzionale dei Parlamenti nella definizione delle scelte fondamentali dell'Unione.
Questo dibattito ha inoltre confermato l'utilità e l'importanza di uno scambio di opinioni fra i Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea sulle prese di posizione assunte dalle rispettive Assemblee in merito ai temi istituzionali non solamente ai fini di un arricchimento delle informazioni disponibili ma, soprattutto, per un necessario chiarimento su quei punti di possibile convergenza che possano emergere sulle prospettive di ampio respiro.
Nel ringraziarvi, pertanto, per la fattiva, appassionata e documentata partecipazione a tale dibattito, penso di poter esprimere, a nome di tutti, la convinzione che queste due prime giornate di incontro e confronto abbiano dato un sottile ma incisivo apporto al percorso che, a partire dalla conclusione dei lavori della Convenzione incaricata della redazione della Carta dei diritti fondamentali fino ai Vertici di Biarritz e Nizza - ma anche oltre, giacché, realisticamente, appare difficile sciogliere a Nizza tutti i nodi istituzionali - condurrà a configurare il futuro assetto dell'Unione europea.