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 Resoconto Sommario

 GIORNATA DI SABATO 23 SETTEMBRE 2000


 INDICE



 Ruolo dei Parlamenti - europeo e nazionali - nel processo di riforma dell'Unione  europea e nella formazione di una Carta dei diritti fondamentali dell'Unione  europea


 (Seguito della discussione)

FISCHER Heinz, Presidente Nationalrat (Austria)
KAKLAMANIS Apostolos, Presidente Voulì ton Ellìnon (Grecia)
MANCINO Nicola, Presidente Senato della Repubblica (Italia)
Lord TORDOFF Geoffrey Johnson, Presidente Commissione speciale per l'Unione europea House of Lords (Regno Unito)

 Conclusioni del gruppo di lavoro sulla qualità della legislazione

DAHL Birgitta, Presidente Riksdag (Svezia)
DE DECKER Armand, Presidente Sénat (Belgio)
HANSEN Ivar, Presidente Folketinget (Danimarca)
MANCINO Nicola, Presidente Senato della Repubblica (Italia)
PALACIO VALLELERSUNDI Ana, Presidente Commissione giuridica Parlamento europeo
Lord TORDOFF Geoffrey Johnson, Presidente Commissione speciale per l'Unione europea House of Lords (Regno Unito)
UOSUKAINEN Riitta, Presidente Eduskunta (Finlandia)
VAN DER HOEVEN Maria, Vicepresidente Tweede Kamer (Paesi Bassi)
VIOLANTE Luciano, Presidente Camera dei deputati (Italia)


 (I lavori cominciano alle 15,25)

 PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DEL SENATO ITALIANO, NICOLA  MANCINO


 Seguito della discussione sul ruolo dei Parlamenti - europeo e nazionali - nel  processo di riforma dell'Unione europea e nella formazione di una Carta dei diritti  fondamentali dell'Unione europea.

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), riprende l'esame del primo punto all'ordine del giorno dei lavori della Conferenza, ricordando che nella riunione di ieri, dopo la relazione introduttiva, è iniziato il dibattito.

LORD GEOFFREY JOHNSON TORDOFF, Presidente Commissione speciale per l'Unione europea House of Lords (Regno Unito), nel rivolgere un ringraziamento per l'ospitalità ai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati italiani, richiama il vivace dibattito sviluppatosi sulla Carta dei diritti dell'uomo e sul ruolo dei Parlamenti, ricollegandosi in particolare agli interventi del Presidente della delegazione per l'Unione europea del Senato francese e del Presidente dell' Eerste Kamer dei Paesi Bassi, in merito al grado di rappresentatività della Convenzione. I membri che ne fanno parte sono stati designati senza consultare il Parlamento, almeno per quanto riguarda il Regno Unito; si chiede se ciò sia avvenuto anche in altri Parlamenti europei, se vi sia stata una votazione oppure se la scelta sia stata concordata tra i partiti. Ritiene che i rappresentanti presso la Convenzione non abbiano conosciuto le posizioni dei rispettivi Parlamenti.
La tutela del cittadino nei confronti delle istituzioni dell'Unione europea (per esempio Europol) potrebbe essere rafforzata dalla Carta dei diritti fondamentali: al riguardo si dovrebbe acquisire l'orientamento dei Parlamenti e non limitarsi alle posizioni espresse dai Governi. L'adesione dell'Unione europea alla CEDU deve inoltre essere verificata; occorre infatti la volontà politica di sottoporre le istituzioni al controllo della Corte di Strasburgo. Ricorda, in tal senso, che la Commissione ha esortato i Governi a porre all'ordine del giorno della Conferenza intergovernativa l'adesione dell'Unione europea alla CEDU.
Sebbene ritenga che i rappresentanti designati presso la Convenzione hanno svolto un buon lavoro, sottolinea i problemi connessi al grado di democraticità dell'organo; in via prioritaria, infatti, debbono essere rappresentati i Parlamenti, non i Governi. Se lo strumento della Convenzione dovesse assurgere a modello, si dovrebbe riflettere maggiormente sulla sua composizione, consultando prima, non a posteriori, i Parlamenti.

HEINZ FISCHER, Presidente Nationalrat (Austria), nell'associarsi ai ringraziamenti nei confronti dei Presidenti di Camera e Senato italiani per l'ospitalità offerta, ricorda che in passato si è discusso della funzione dei Parlamenti nazionali nel quadro del processo di integrazione, in un'ottica istituzionale, al fine di individuare iniziative volte a potenziare il loro ruolo. Osserva che dalla popolazione europea emergono preoccupazioni e perplessità in ordine al processo d'integrazione, anche in riferimento alle sue finalità: il tentativo di definire l'assetto dell'Unione europea potrebbe forse ridurre la flessibilità indispensabile per rispondere a queste preoccupazioni. Vi è inoltre il rischio di possibili derive plebiscitarie: un referendum, per esempio, sul processo di ampliamento dell'Unione in tutti gli Stati membri significherebbe attribuire a ciascun Paese la possibilità di esprimersi anche sul futuro degli altri.
Giudica valida l'ipotesi della Carta dei diritti e ritiene che nella Convenzione si sia lavorato bene; in tale organo si è infatti registrata un'ampia partecipazione dei rappresentanti, se si considera che ve ne erano due per ciascun Parlamento, oltre alle delegazioni del Parlamento europeo e dei Governi. E' importante aver elaborato l'ultima stesura del testo, ma non appare chiaro il percorso futuro, essendosi constatata una pluralità di opinioni in merito al grado di cogenza ed al significato della Carta e sulle soluzioni per renderla efficace. Sarebbe un errore dividersi su tali questioni: potrebbe risultare opportuno procedere con gradualità prima di pervenire alla definizione di un testo che possa divenire pienamente vincolante. In tal modo la Carta rimarrebbe all'ordine del giorno e si potrebbero verificare i successivi adempimenti.
Si dichiara scettico circa l'ipotesi di ricorrere ad un referendum sull'ampliamento dell'Unione, e più propenso ad un referendum sull'integrazione della Carta nell'ordinamento giuridico europeo.
Osserva, in conclusione, che, ove si ritenga reale il rischio che i cittadini possano essere di fatto esclusi dalle decisioni, il ruolo dei Parlamenti nazionali non può essere compresso o ridotto fino a che non si individuino correttivi democratici. Se è vero che non si può forse prescindere dall'istituto del referendum , non si deve tuttavia utilizzarlo impropriamente: auspica che al riguardo sia promossa una più compiuta riflessione.

APOSTOLOS KAKLAMANIS, Presidente Voulì ton Ellìnon (Grecia), rilevato che la brillante relazione pronunziata ieri dal Presidente Mancino ha chiarito le sfide che attendono l'Unione europea, rese ancora più importanti dalla possibilità che in futuro sia quasi raddoppiato il numero degli Stati membri, ritiene che il previsto ampliamento non dovrà alterare gli obiettivi, la fisionomia istituzionale e la prospettiva federale dell'Unione europea; altrimenti, si potrebbe rischiare di favorire pericolose tendenze egemoniche e di allontanare i cittadini europei dal comune percorso.
I mutamenti istituzionali devono pertanto aver luogo in un contesto di parità tra gli Stati, nel giusto equilibrio tra gli organi dell'Unione e nella ponderazione dei voti, con criteri democratici e trasparenti. Occorre rispettare gli equilibri e mantenere il principio dell'unanimità nelle questioni di natura costituzionale, in particolare nella cooperazione rafforzata, anche al fine di evitare inutili rischi di contrapposizione. Ma vi sono altre politiche comuni che incidono sul potere degli Stati, per esempio quelle relative all'euro, alla sicurezza ed alla difesa.
Nel ricordare che il Consiglio europeo tenutosi ad Helsinki ha posto severe condizioni per l'adesione all'Unione europea della Turchia e di Cipro, ritiene sia stata così dimostrata la capacità di attenersi a principî fondamentali. La questione cipriota e gli altri presupposti stabiliti per l'ingresso della Turchia debbono essere considerati nell'ambito dell'accordo di partnership tra Unione europea e Turchia, le cui trattative stanno per prendere l'avvio. In relazione alla vicenda del Kosovo l'Unione europea ha invece tenuto un diverso atteggiamento: non ha saputo resistere a pressioni esterne, extraeuropee. Invita quindi a non commettere errori che possano essere forieri di conseguenze tali da produrre un danno non solo per le popolazioni, ma anche per il prestigio dell'Unione.
Con riferimento alla Carta dei diritti, dichiara che il Parlamento greco ne è un fervido sostenitore; sottolinea altresì l'esigenza che il testo includa, oltre ai diritti civili e personali, anche quelli economici e sociali ed abbia un carattere vincolante.
Auspica infine che i Parlamenti sappiano colmare la lacuna oggi rappresentata dal deficit di protezione del cittadino europeo nei confronti delle istituzioni.

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), non essendovi altri iscritti a parlare, dichiara chiusa la discussione sul primo punto all'ordine del giorno della Conferenza.
Pur consapevole che permangono punti di vista differenti sul valore giuridico da attribuire alla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea, sull'estensione dell'agenda della Conferenza intergovernativa a temi diversi dai left overs e sulla possibilità di riorganizzare i trattati in una sorta di testo costituzionale, ritiene generalmente condivisa l'esigenza di un coinvolgimento più efficace dei Parlamenti nei processi decisionali dell'Unione, da ottenere anzitutto esercitando i poteri previsti nei rispettivi ordinamenti: si pensi, ad esempio, alla ratifica degli accordi istituzionali ed internazionali ed alle misure assunte in codecisione fra Consiglio e Parlamento europeo.
Sebbene l'esperienza mostri i limiti dell'intervento dei Parlamenti nazionali in sede di ratifica ed attuazione delle disposizioni dell'Unione, la loro partecipazione può realizzarsi anche con l'azione di indirizzo esercitata sui rispettivi Esecutivi nella cosiddetta fase ascendente e mediante la capacità di influire attraverso la rete di rapporti interparlamentari. In questa fase, non solo l'intervento diviene più incisivo sulla materiale formulazione delle norme dell'Unione, ma, dal raccordo e dal confronto con gli altri Parlamenti emerge anche la capacità di ciascuna Assemblea parlamentare di valutare tali norme in funzione dell'interesse comune, non degli egoismi nazionali.
Peraltro, appare condivisa la prospettiva di costruire un'Europa fondata sui valori, sebbene da alcuni interventi sia emersa l'utilità di tempi e di un'integrazione più rapidi, nonché la necessità di un percorso più prudente. La nostra opinione pubblica non sembra comunque disposta a seguire un processo basato esclusivamente sulla comunanza di interessi economici e commerciali.
Il modello offerto dalla Convention - sia pure con i necessari adeguamenti, in modo graduale e rispettando il ruolo proprio dei Governi - appare utile a favorire il coinvolgimento istituzionale dei Parlamenti nella definizione delle scelte fondamentali dell'Unione; è altresì emersa l'utilità di uno scambio di opinioni fra i Presidenti dei Parlamenti dell'Unione europea sulle prese di posizione assunte dalle rispettive Assemblee in merito ai temi istituzionali.
Ringrazia, conclusivamente, per l'appassionata e documentata partecipazione al dibattito, che ben si inscrive nell'alveo del percorso che condurrà a configurare il futuro assetto dell'Unione europea.

 Conclusioni del gruppo di lavoro sulla qualità della legislazione

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), dà la parola alla Presidente dell'Eduskunta finlandese, perché svolga la sua relazione.

RIITTA UOSUKAINEN, Presidente Eduskunta (Finlandia), ricordato che la decisione di creare un gruppo di lavoro con il compito di esaminare i problemi connessi alla crescita quantitativa della legislazione è stata assunta nel corso della Conferenza dei Presidenti dell'Unione svoltasi ad Helsinki nel 1997 su iniziativa del Presidente Violante, al quale esprime riconoscenza a nome di tutti i membri della Conferenza, illustra i contenuti del Memorandum.
Il paragrafo a) indica in dettaglio il tipo di informazione che i Governi dovrebbero fornire ai Parlamenti affinché questi possano assicurare trasparenza e responsabilità. Un'adeguata preparazione, un lavoro approfondito di raffronto ed un'opportuna informazione dell'opinione pubblica sono elementi essenziali di un buon lavoro legislativo. I Parlamenti sono artefici della legislazione: debbono pertanto farsi carico dell'eventuale insoddisfazione della qualità delle norme da loro stessi prodotte.
Al fine di migliorare il processo decisionale in seno ai Parlamenti, questi dovrebbero disporre dei mezzi opportuni per concentrarsi sulle lacune del processo legislativo.
Al paragrafo b) si esprime una convergenza di vedute tra i Parlamenti che hanno partecipato ai lavori per la predisposizione del Memorandum. Si registra altresì unanimità in ordine alle modalità di ampliamento del ruolo dei deputati nazionali: si citano in primo luogo servizi di informazione e ricerca, un'adeguata divisione del lavoro all'interno dei Parlamenti, nonché procedure di miglioramento della visibilità dei processi parlamentari.
Uno dei compiti che si è prefissa la Conferenza dei Presidenti è quello di promuovere il ruolo dei Parlamenti nazionali sostenendo il lavoro di ricerca associato a tale ruolo.
Il paragrafo c) concerne le iniziative che l'Unione europea potrebbe intraprendere per conseguire miglioramenti, la realizzazione del protocollo allegato al Trattato, nonché la semplificazione della legislazione comunitaria. Vi è peraltro consenso sul fatto che il Memorandum possa esprimersi solo per grandi linee ed è comune il parere che il protocollo allegato al Trattato di Amsterdam e relativo ai Parlamenti nazionali debba trovare finalmente attuazione. Il Protocollo, d'altra parte, non può diminuire la responsabilità dei Governi nazionali nei confronti dei rispettivi Parlamenti.
Nel paragrafo d) si fa menzione della necessità che i Parlamenti si avvalgano in modo migliore delle attività dei centri di ricerca; l'aspetto problematico è rappresentato dal distacco del lavoro di ricerca parlamentare dall'obiettivo primario e dalla necessità di individuare un metodo per la raccolta delle informazioni acquisite.
Il Memorandum contiene inoltre la proposta di rilancio del CERDP, che potrebbe rappresentare una struttura di raccordo, anche in vista della futura rivoluzione informatica, affrontando inoltre il ruolo dell'Unione interparlamentare.
Il paragrafo e) tratta gli aspetti pratici della cooperazione parlamentare. Le proposte contenute nel Memorandum, che si riferiscono alle tecniche di comunicazione elettronica, sono ben circoscritte e tecnicamente realizzabili. Nella parte finale del Memorandum emerge, infine, che i Parlamenti sono favorevoli ad una collaborazione di adeguato livello.
Si unisce agli elogi per il lavoro svolto dall'OCSE e dall'Istituto universitario europeo di Firenze, senza che ciò significhi un impegno rispetto ai successivi organizzatori delle Conferenze dei Presidenti.
Chiede infine che il Memorandum sia incluso nella relazione di questa Conferenza.

IVAR HANSEN, Presidente Folketinget (Danimarca), espresso apprezzamento per la splendida ospitalità offerta, ringrazia in particolare il Presidente Violante per l'impegno assunto quale guida e promotore del progetto che si sta realizzando, oltre a tutti coloro che hanno offerto un contribuito.
Ricorda che in Danimarca sono state adottate - non sempre senza difficoltà - interessanti iniziative in materia di qualità della legislazione, alcune delle quali sono state citate nel rapporto dell'OCSE allegato al Memorandum; si è comunque registrata una costruttiva collaborazione che ha già prodotto i primi risultati. E' apprezzabile anche il lavoro già svolto dai singoli Paesi per migliorare la qualità della loro legislazione, nonché il modo in cui sono state recepite le direttive e gli altri atti comunitari.
Per quanto concerne la cooperazione futura, sarebbe auspicabile che tutti i Paesi individuassero un metodo volto a consentire l'acquisizione di informazioni reciproche; sarebbe altresì utile che ciascuno Stato potesse avvalersi delle conoscenze dei Parlamenti stranieri che affrontano problemi analoghi. In quest'ottica, assumono particolare rilievo il contatto personale diretto e la collaborazione, rispetto alla mera trasmissione di dati, come dimostrano le forme di cooperazione in atto tra Paesi del nord Europa, che potrebbero essere estese a livello europeo.
Pur apprezzando l'eccezionale contributo offerto dall'OCSE e dall'Istituto universitario europeo all'attività del gruppo di lavoro sulla qualità della legislazione, non ritiene necessario prevedere l'apporto di altri organismi, per evitare un eccesso di burocratizzazione. Ribadisce quindi il valore della collaborazione tra i Presidenti dei Parlamenti e l'importanza di un dialogo personale diretto.
L'attività in corso è molto importante per i Presidenti dei Parlamenti europei, perché migliorare la qualità della legislazione non significa solo ridurre la proliferazione delle leggi ed accelerare i tempi del processo legislativo, bensì rendere il linguaggio delle norme comprensibile anche ai cittadini, consentendo un'autentica collaborazione tra Parlamenti, Governi ed opinione pubblica, affinché i risultati delle leggi siano accettati dai cittadini. Ne deriva anche un maggiore coinvolgimento - che deve essere quanto mai tempestivo - dei Parlamenti nazionali nell'attività legislativa internazionale.
Auspica infine che gli attuali Parlamenti nazionali siano ricordati in futuro per aver offerto un fattivo contributo al miglioramento della qualità legislativa, anche per dare maggiore forza alla democrazia e al parlamentarismo.

MARIA VAN DER HOEVEN, Vicepresidente Tweede Kamer (Paesi Bassi), nel congratularsi con i Presidenti della Camera e del Senato italiani per l'eccellente ospitalità offerta, esprime apprezzamento per la relazione svolta dal Presidente dell'Eduskunta, e rileva, in particolare, di essere rimasta colpita dall'affermazione secondo la quale i Parlamenti sono i primi responsabili della qualità della legislazione. In Olanda l'attività legislativa del Parlamento assume grande rilievo rispetto ad altri compiti; vi sono argomenti, dunque, che non possono essere trascurati in materia di qualità della legislazione, come la logica e la coerenza della legislazione, nonché gli effetti che essa produce sui cittadini: nei Paesi Bassi è stato istituito un organismo preposto ad accertare tali effetti.
Per quanto riguarda gli effetti indiretti, in particolare della legislazione europea, ci si dovrà accordare per prevedere tempi il più possibile ravvicinati, anche per garantire ai cittadini la certezza del diritto; peraltro il principio della trasparenza deve valere anche per le procedure giurisdizionali a livello internazionale.
Giudicata, infine, importante la partecipazione dei cittadini alle iniziative legislative, ricorda che la scorsa settimana nei Paesi Bassi si è deciso di pubblicare su Internet tutti gli atti parlamentari, nonché i resoconti delle sedute, al fine di garantire agli stessi cittadini l'informazione parlamentare.

ARMAND DE DECKER, Presidente Sénat (Belgio), nel ringraziare i Presidenti della Camera e del Senato italiani per la splendida ospitalità, si congratula con la Presidente Uosukainen per l'ottima relazione svolta sulla proposta di Memorandum, contraddistinta da un'analisi a volte critica, ma comunque costruttiva.
Ricorda, inoltre, che nel recente Forum dei Senati del mondo organizzato dal Presidente del Senato francese sono state affrontate le tematiche sottese alla scelta del sistema bicamerale, peraltro non esente da critiche. Tuttavia la rinnovata vitalità del bicameralismo fonda le sue radici nel fatto che tale sistema sembra garantire maggiore efficacia in termini di qualità del prodotto legislativo. La stessa recente esperienza che ha trasformato il Belgio in uno Stato federale ha determinato una ridefinizione del ruolo del Parlamento. In particolare, il Senato, chiamato a vigilare sulla qualità della legislazione, interviene a valle e a monte del processo legislativo, ossia nel corso della fase istruttoria e nella verifica degli effetti della legislazione. Nell'ambito del proprio ruolo di Camera di riflessione, il Senato belga ha assunto quindi compiti specifici in ordine alla qualità della legislazione.
Rilevato che il legislatore tende a disporre sempre meno di poteri discrezionali, ricorda che proprio in Belgio si è manifestata concretamente questa sorta di desacralizzazione della legislazione con l'istituzione di una Corte arbitrale che ha il potere di annullare le leggi. L'attività legislativa deve quindi sottostare a standard minimi di razionalità metodologica: il legislatore deve definire gli obiettivi dell'intervento legislativo e le modalità di analisi dell'impatto della legislazione, cercando di coordinare tutte le informazioni sugli effetti che la legge produce direttamente o indirettamente. Spesso, però, le numerose e preziose fonti di informazione a disposizione del legislatore non vengono utilizzate a sufficienza, perché prive di organicità.
Ricorda infine, che il Senato belga ha deciso di dare carattere strutturale e permanente alla sua funzione di valutazione delle leggi, anche attraverso l'istituzione di un apposito servizio. Si tratta di iniziative che consentono di semplificare l'attività legislativa: tutto ciò rappresenta una sfida non soltanto per la legislazione, ma anche per la democrazia.

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), rileva che il Presidente De Decker ha introdotto un argomento parallelo a quello della qualità della legislazione, relativo al ruolo della seconda Camera.

ANA PALACIO VALLELERSUNDI, Presidente Commissione giuridica Parlamento europeo, sottolinea come il problema della qualità della legislazione rappresenti una costante preoccupazione per il Parlamento europeo, sia in ragione delle nuove competenze legislative acquisite, sia per le difficoltà che si incontrano nel legiferare in undici lingue, con quindici ordinamenti che fanno riferimento ad almeno tre grandi tradizioni giuridiche: pertanto la preoccupazione per la qualità delle norme assume una dimensione più accentuata nel Parlamento europeo.
Il gruppo di lavoro sulla qualità della legislazione ha avvertito l'esigenza di creare un maggior legame con i cittadini, esigenza particolarmente sentita dal Parlamento europeo, che risulta più distante dai cittadini sia per la sua storia sia per la sua ubicazione in cima ad una "piramide" di istituzioni.
A nome del Parlamento europeo, ritiene perfettamente accoglibile le conclusioni del Memorandum. Per quanto attiene alla qualità delle norme, vi è un'apparenza tecnica che cela una valenza politica fondamentale: si tratta della dimensione del legame con i cittadini, che chiedono un maggiore accesso a testi normativi, che siano comprensibili e contengano certezze giuridiche.
In riferimento all'opera dei singoli parlamentari, può sottoscrivere appieno il paragrafo b) del Memorandum, sottolineando la fondamentale importanza dello scambio di informazioni che deve essere selettivo perché, se eccessivo, si tramuterebbe in totale mancanza di informazione. E' importante operare insieme alle istituzioni di riflessione quali l'OCSE, l'Istituto universitario di Firenze ed altri, ed usare correttamente le tecnologie moderne che devono consentire di legiferare più efficacemente con maggior rigore. Occorre infatti rendere accessibili ai cittadini i lavori preparatori, come il Parlamento europeo sta già facendo attraverso una pagina Web.
Avverte di aver presentato, a nome del Parlamento europeo, una proposta di modifica riferita ai concetti base del punto c) del progetto di Memorandum, nella quale si prende atto di una realtà: questa Conferenza ha già raggiunto l'importante risultato rappresentato dall'accordo interistituzionale tra il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione sulla qualità delle norme. Tale proposta di modifica prevede, tra l'altro, l'inclusione nel testo di un riferimento all'articolo 55 del Regolamento del Parlamento europeo ed all'attività di codificazione delle norme comunitarie in cui si sono impegnate le istituzioni europee.

BIRGITTA DAHL, Presidente Riksdag (Svezia), esprime apprezzamento per il lavoro svolto, che ha portato a migliorare la qualità della legislazione, il che significa che tutti i Parlamenti nazionali sono desiderosi di scambiarsi esperienze in materia.
I Parlamenti nazionali, che svolgono un ruolo importante nel contesto europeo, in particolare per il loro legame con i cittadini, possono partecipare al miglioramento della qualità della legislazione nazionale ed europea, realizzando in tal modo l'obiettivo comune di creare una legislazione moderna, comprensibile ai cittadini. Manifesta quindi apprezzamento per l'iniziativa assunta dal Parlamento italiano e dal Presidente Violante, del quale sottolinea l'impegno personale e la competenza; si congratula inoltre con il Presidente Uosukainen per la relazione svolta.
Rilevato che i Parlamenti nazionali devono essere coinvolti in una fase "precoce" del procedimento legislativo comunitario, reputa importante il reciproco scambio di esperienze; a tal fine occorre sostenere l'attività del Centro europeo di ricerca e documentazione parlamentare.
Ricorda infine la Conferenza sulla legislazione europea che sarà organizzata dal Riksdag svedese in collaborazione con il Ministero della giustizia e si terrà il 10 e l'11 giugno del prossimo anno a Stoccolma, durante il turno di Presidenza svedese: si prevede la presenza di circa mille partecipanti, tra i quali il Presidente del Parlamento europeo Fontaine; auspica che sia presente anche il Presidente Violante, che potrà parlare del ruolo dei Parlamenti nazionali.

LORD GEOFFREY JOHNSON TORDOFF, Presidente Commissione speciale per l'Unione europea House of Lords (Regno Unito), pur condividendo le affermazioni della Presidente Uosukainen, ritiene si debba procedere con due cautele. In primo luogo, si è in presenza di un processo che assorbe molte risorse, come dimostra l'esperienza britannica: nonostante la Commissione della House of Lords competente in materia di Unione europea sia formata da 70 membri, con 6 Comitati ristretti, ciascuna con un proprio segretariato, l'esame che si effettua non riesce ad andare oltre la superficie della legislazione europea.
Per quanto attiene alla questione del diritto derivato, da cui traggono origine molti dei problemi che investono i cittadini, il problema non deriva tanto dalle norme primarie, quanto piuttosto da quelle di attuazione a livello nazionale, perché si coglie tale occasione per introdurre nuove norme. E' pertanto impossibile chiedere ai parlamentari di farsi carico di tale comparto e, per quanto si svolga un'attività meritoria, in realtà non si riesce sempre a rendere le norme comprensibili per i cittadini.

LUCIANO VIOLANTE, Presidente Camera dei deputati (Italia), rivolge un ringraziamento a tutti i colleghi che per tre anni hanno operato nel gruppo di lavoro e all'OCSE, che per la prima volta ha lavorato con i Parlamenti, il che rappresenta un cambiamento importante nella strategia di lavoro, che ritiene possa valere anche per il futuro. Ringrazia altresì l'Istituto universitario europeo di Firenze e la Presidente Uosukainen per la sua relazione.
Esprime apprezzamento per il lavoro svolto, importante per il contenuto del Memorandum, e per il metodo seguito: si è infatti constatato che attraverso gruppi informali si possono scambiare informazioni, coinvolgendo soggetti esterni, e costruendo un insieme di proposte, che non si configurano come documenti vincolanti e direttamente operativi ma come "depositi culturali".
In particolare è emersa la complessità della regolamentazione che è frutto della complessità sociale; non si può pensare con nostalgia alla legge ottocentesca, modello non più adeguato alla realtà attuale. Vi è un limite allo sforzo di semplificazione posto dalla complessità della realtà di oggi.
La qualità della legislazione è un buon risultato, ma occorre anche una qualità dell'ordinamento nel suo complesso; ottime leggi con pessimi giudici ed una pessima pubblica amministrazione vanificherebbero il lavoro dei Parlamenti.
Per quanto attiene alla proposta avanzata dal Parlamento europeo, pur rimettendosi alle decisioni della Presidente Uosukainen, osserva che il Memorandum non assume carattere vincolante: si può allegare il testo della proposta e ciascuno potrà farne l'uso che ritiene. Non si modifica un testo, ma si aggiunge una proposta.
Per quanto riguarda la Camera dei deputati, in qualità di Presidente, ritiene utile riunire in un dossier unico i lavori complessivi della Conferenza, includendovi quelli del gruppo di lavoro, dell'OCSE e dell'Istituto universitario europeo, per metterli a disposizione di chi abbia interesse a consultarli.
Si può avviare in modo informale tra i Presidenti dei Parlamenti che lo desiderino una forma di cooperazione rafforzata; preannuncia l'intenzione di proporre ai Parlamenti interessati di mettere allo studio le modalità per destinare una specifica sezione dei rispettivi siti Web allo scambio in forma sintetica delle informazioni sulla rispettiva attività.
Suggerisce inoltre di mettere in contatto gli organi competenti, nell'ambito dei Parlamenti, sulla qualità della legislazione per l'eventuale definizione di forme rafforzate di cooperazione: per esempio, nell'ambito del COSAC si potrebbe cominciare a discutere relativamente alla legislazione europea. Ritiene si debba fare del CERDP, cui la Presidente Uosukainen ha fatto riferimento, uno strumento di più diretta funzionalità al servizio degli organi dei diversi Parlamenti.
Osserva infine che il Memorandum può essere considerato il punto terminale del lavoro svolto, di cui ciascuno farà l'uso che ritiene più opportuno: i Parlamenti interessati a procedere informalmente attraverso forme di cooperazione rafforzata possono raggiungere intese in materia di reciproca informazione, per agevolare sia la loro attività sia - per quanto è possibile - la vita dei cittadini.

RIITTA UOSUKAINEN, Presidente Eduskunta (Finlandia), esprime gratitudine ai Presidenti Mancino e Violante per l'ottima organizzazione della Conferenza.
Osserva che il testo in corso di esame ha carattere definitivo, anche se il lavoro proseguirà a Stoccolma. Non ritiene opportuno emendarlo con la proposta testé avanzata, che pure può essere considerata valida. Per il momento ci si deve attenere a quelle attività che, sulla base del documento presentato, consentiranno di tradurre in pratica gli obiettivi del Memorandum. Il testo in esame offre una cornice per lo sviluppo della qualità della legislazione a livello nazionale. Ogni Parlamento è impegnato in questo senso, anche se con modalità diverse. Nel Parlamento finlandese, per esempio, opera una Commissione di studio degli scenari futuri e su ogni progetto di legge si compie una valutazione complessiva, che coinvolge vari organi.
La consapevolezza che un mondo complesso non può essere regolamentato da leggi semplici deve indurre tutti i Parlamenti nazionali a continuare a mantenere alta l'attenzione sui problemi della qualità della legislazione: in questo senso i Parlamenti devono collaborare direttamente, "mettendosi in rete". Auspica altresì che possa proseguire in maniera valida la collaborazione anche con il Parlamento europeo.

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), ritiene che le riflessioni della Presidente Uosukainen possano valere come conclusioni del dibattito e che, in mancanza di ulteriori interventi, i lavori della Conferenza potrebbero essere aggiornati a domani mattina.

BIRGITTA DAHL, Presidente Riksdag (Svezia), giudica ottime le conclusioni cui è pervenuto il gruppo di lavoro: esse costituiscono una base di buone abitudini da consolidare per il lavoro futuro. Non è opportuno introdurre formalizzazioni procedurali, come una vera e propria votazione su un documento che, tra l'altro, è stato presentato durante la riunione e non è stato neanche tradotto. Eventuali, nuove proposte dovrebbero essere predisposte prima delle riunioni, per garantire la massima democraticità.

ANA PALACIO VALLELERSUNDI, Presidente Commissione giuridica del Parlamento europeo, precisa che il Parlamento europeo ha presentato un documento come riflessione per un lavoro ancora in corso. Esso contiene dati interessanti, relativi ai risultati positivi circa la qualità delle norme, e si collega all'attività del gruppo di lavoro. Deve essere chiaro che il Parlamento europeo non ha mai prospettato l'esigenza di una formale integrazione del Memorandum e che il testo predisposto costituisce un contributo ulteriore, nonché un segnale dell'impegno del Parlamento europeo a proseguire il lavoro in materia.

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), osserva che non vi è contraddizione tra l'intervento della Presidente Uosukainen e quello della collega Dahl; il documento predisposto dal Parlamento europeo, finalizzato a favorire la riflessione, potrebbe infatti essere valutato unitamente al Memorandum.

LUCIANO VIOLANTE, Presidente Camera dei deputati (Italia), assicura che sia il Memorandum, sia il documento del Parlamento europeo faranno parte della documentazione che verrà inviata a tutti i membri della Conferenza.

NICOLA MANCINO, Presidente Senato della Repubblica (Italia), dichiara conclusi i lavori della giornata odierna.

 I lavori terminano alle 17,25.