I Commissione - Resoconto di mercoledì 12 luglio 2006


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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Mercoledì 12 luglio 2006. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 8.30.

Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali.
C. 1288 Governo.
(Parere alle Commissioni III e IV).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Karl ZELLER (Misto-Min.ling), relatore, illustra il contenuto del provvedimento in titolo, finalizzato ad assicurare la prosecuzione della partecipazione italiana alle missioni internazionali di pace e d'aiuto umanitario (articolo 1), a disporre il rientro del contingente militare italiano dall'Iraq (articolo 2, commi 1 e 2), nonché ad assicurare la prosecuzione dei programmi di cooperazione delle Forze di polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica (articolo 2, commi da 3 a 22). In particolare, l'articolo 2, comma 3, proroga al 31 dicembre 2006 il termine per la partecipazione di personale militare italiano alla missione internazionale International Security Assistance Force (ISAF) in Afghanistan. L'articolo 2, commi da 23 a 25, reca disposizioni in materia di trattamento economico ed assicurativo del personale impegnato nelle missioni internazionali disciplinate dal provvedimento in oggetto. I commi da 26 a 29 del medesimo articolo 2 contengono norme in materia penale, con particolare riferimento all'applicazione dei codici penali militari di guerra e di pace. Il comma 30 dell'articolo 2 definisce il limite complessivo di spesa entro il quale il Ministero della difesa, in relazione alle operazioni internazionali di


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cui al presente provvedimento, può ricorrere ad acquisti in economia, anche in deroga alle disposizioni di contabilità di Stato. Il comma 35 precisa il quadro giuridico da applicare al personale impegnato nelle missioni in questione, attraverso una serie di rinvii normativi. Il comma 36 autorizza per il 2006 la spesa di - 300.000 per la realizzazione di uno studio epidemiologico di tipo prospettico seriale, volto all'accertamento dei livelli di uranio e di altri elementi potenzialmente tossici presenti nei campioni biologici dei militari impiegati nelle operazioni internazionali, al fine di individuare eventuali situazioni espositive idonee a costituire fattore di rischio per la salute. Tale studio è stato disposto dall'articolo 13-ter del decreto-legge n. 9 del 2004, convertito dalla legge n. 68 del 2004. L'articolo 3 reca la norma di copertura finanziaria, attingendo al Fondo stanziato per il 2006 dal comma 97 dell'articolo 1 della legge n. 266 del 2005 (legge finanziaria 2006). L'articolo 4 prevede la salvaguardia degli atti adottati e delle attività svolte dal 1o luglio 2006 alla data di entrata in vigore della legge. Non rilevando profili problematici sotto il profilo della compatibilità alle norme costituzionali propone di esprimere parere favorevole. Per quanto concerne gli aspetti di competenza della I Commissione, osserva che il disegno di legge in esame appare essenzialmente riconducibile, analogamente ai numerosi decreti legge sopra citati, in tema di missioni internazionali, alle materie «politica estera e rapporti internazionali dello Stato», «difesa e Forze armate», «sistema tributario e contabile dello Stato» che l'articolo 117 secondo comma, lettere a), d) ed e) della Costituzione riserva alla potestà legislativa esclusiva dello Stato. Per alcuni aspetti, essenzialmente riconducibili all'articolo 2, commi da 26 a 29, rileva altresì la materia «giurisdizione e norme processuali; ordinamento civile e penale», che l'articolo 117, secondo comma, lettera l) della Costituzione attribuisce sempre alla potestà legislativa esclusiva dello Stato. Con riguardo all'articolo 2, comma 36, che dispone ulteriori finanziamenti per la realizzazione di uno studio epidemiologico, già previsto da precedenti disposizioni, volto all'accertamento dei livelli di uranio e di altri elementi potenzialmente tossici presenti nei campioni biologici dei militari impiegati nelle operazioni internazionali, al fine di individuare eventuali situazioni espositive idonee a costituire fattore di rischio per la salute, rileva infine la materia «tutela della salute», affidata alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni dal terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione.

Gabriele BOSCETTO (FI), rivolto al relatore, chiede chiarimenti in ordine alla presenza nel testo di una disposizione ascrivibile alla materia «tutela della salute», affidata alla competenza legislativa concorrente tra Stato e regioni.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling), relatore, osserva che la disposizione in questione, di cui all'articolo 2, comma 36 del provvedimento, costituisce una disposizione coerente con quanto disposto dal dettato costituzionale in tema di legislazione concorrente.

Giacomo STUCCHI (LNP) dichiara il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.
Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere favorevole del relatore (vedi allegato 1).

La seduta termina alle 8.35.

COMITATO DEI NOVE

Mercoledì 12 luglio 2006.

Decreto-legge 181/2006: Riordino delle attribuzioni dei Ministeri.
C. 1287 Governo, approvato dal Senato.

Il Comitato si è riunito dalle 8.45 alle 9.


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COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Mercoledì 12 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 14.05.

Sui lavori della Commissione in materia di riforme costituzionali.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che nelle giornate del 4 e dell'11 luglio 2006, l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è riunito al fine di avviare un confronto tra i gruppi parlamentari sui lavori della Commissione in materia di riforme costituzionali all'indomani del referendum del 24 e 25 giugno. Il confronto in sede di ufficio di presidenza, avviato sulla base di un documento introduttivo da lui appositamente predisposto (vedi allegato 2) è stato particolarmente serio e approfondito e intende pertanto rendere alla Commissione comunicazioni sull'andamento e gli esiti della discussione svoltasi in tale sede. Ciò darà modo alla stessa Commissione di giungere all'audizione del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, già programmata per la giornata di martedì 18 luglio 2006, avendo chiarito le principali questioni su cui occorrerà acquisire la posizione del Governo. Riassume, pertanto, i punti principali emersi nel corso della discussione. Si è innanzitutto convenuto sull'opportunità di avviare i lavori parlamentari dalle questioni sulle quali la riflessione ha già raggiunto un sufficiente grado di maturazione: si tratta, in particolare, della revisione del Titolo V della seconda parte della Costituzione, anche sulla base dell'esperienza maturata nei primi anni di applicazione; dell'attuazione del federalismo fiscale di cui all'articolo 119 della Costituzione e dell'eventuale attuazione dell'articolo 11 della legge costituzionale n. 3 del 2001. Alcuni colleghi hanno poi opportunamente segnalato come i temi citati siano strettamente collegati a quello del ruolo del Senato. Al riguardo, dopo aver segnalato il rischio che un eccessivo ampliamento dei temi da affrontare possa complicare il quadro complessivo dell'intervento, mettendone a rischio la fattibilità, sottolinea le diverse funzioni sovrane che distinguono lo Stato centrale dallo Stato federale. Nello Stato federale, infatti, coesistono le distinte funzioni sovrane di indirizzo politico e di formazione delle leggi, tipiche dello Stato centrale, con quelle di raccordo tra Stato, Regioni e sistema delle Autonomie. Si tratterebbe quindi di valutare se non sia il caso di affidare a ciascuna delle due Camere una distinta funzione, fermo restando che anche la Camera titolare della funzione di raccordo tra Stato, Regioni e Autonomie potrebbe avere comunque il potere di richiamare una legge all'esame dell'altra Camera, senza tuttavia esprimere un voto definitivo. Una simile impostazione avrebbe tra l'altro il pregio di mettere capo ad una organizzazione del procedimento legislativo più semplice e lineare.
Passando a trattare del possibile sviluppo dei lavori della Commissione sul tema delle riforme costituzionali, ferma restando l'esigenza di acquisire in materia gli indirizzi del Governo, fa presente che in sede di ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, si è valutata sull'opportunità di procedere nel mese di settembre a un'indagine conoscitiva, al fine di acquisire le posizioni di rappresentanti delle Autonomie, delle categorie economiche e sociali e della comunità scientifica. Mutuando procedure di hearing proprie di altri parlamenti, quali ad esempio quello tedesco e austriaco, si potrebbe dedicare un'intera giornata a una audizione contestuale dei soggetti indicati, eventualmente integrata da altre audizioni da svolgere in altre parti del Paese, al fine di cogliere le diverse sensibilità presenti sul territorio nazionale. Ferma restando l'intenzione manifestata da alcune forze politiche, come ad esempio la Lega Nord Padania, di presentare specifiche proposte di legge, ritiene che il percorso appena illustrato costituisca una possibile via di sviluppo del lavoro intrapreso.


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Marco BOATO (Verdi), dopo aver ringraziato il presidente per l'iniziativa assunta in tema di riforme costituzionali, sottolinea la necessità di raccordare al riguardo l'azione della Commissione con quella del Governo, paventando il rischio che si possa procedere su piani paralleli. Ritiene comunque che l'iniziativa debba essere mantenuta nell'alveo parlamentare, anche al fine di ricercare in materie le più ampie convergenza possibili tra le forze politiche dei diversi schieramenti. Dichiara inoltre di condividere l'impostazione del presidente sulle modalità di esame delle ipotesi di riforma, ed in particolare la proposta di procedere ad una indagine conoscitiva che si articoli attraverso incontri sui temi di interesse delle Autonomie.
Reputa inoltre opportuno che venga dato un particolare rilievo al contributo che può fornire la dottrina costituzionalistica, mediante lo svolgimento di audizioni mirate sui singoli temi in discussione, anche in considerazione del fatto che le numerose audizioni di costituzionalisti svolte nella precedente legislatura vertevano inevitabilmente sul progetto di riforma dell'allora maggioranza.

Giampiero D'ALIA (UDC) dichiara di condividere l'impostazione proposta dal presidente circa le modalità di svolgimento dei lavori della Commissione in materia di riforma costituzionale, suggerendo tuttavia di integrare l'attività conoscitiva mediante il coinvolgimento dei Presidenti delle Regioni a statuto speciale, in considerazione delle peculiarità di tali Regioni, che non possono essere ignorate nella prospettiva di una riforma del Titolo V della seconda parte della Costituzione. Al riguardo fa presente come in diverse regioni ad autonomia speciali sia avvertita l'esigenza di modifiche statutarie.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) dichiara di condividere l'impostazione dei lavori delineata dal presidente, sottolineando in particolare l'esigenza di coinvolgere anche le rappresentanze nazionali delle Autonomie, quali ad esempio l'Associazione nazionale comuni d'Italia e l'Unione delle province italiane, che possono fornire un concreto contributo al fine di predisporre riforme costituzionali dotate di reale efficacia. Condivide inoltre l'opportunità di procedere all'audizione di esperti di diritto costituzionale nonché di raccordare l'azione della Commissione con quella del Governo, soprattutto in materia di federalismo fiscale, ritenendo che dalla soluzione dei problemi di natura finanziaria inerenti al rapporto tra lo Stato, le Regioni e le Autonomie, dipenda anche la possibilità di affrontare in maniera efficace il tema del riparto delle competenze legislative.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) dichiara di condividere sia l'impostazione complessiva fornita dal presidente sia le opinioni espresse dal deputato D'Alia. Ritiene inoltre che sia opportuno prevedere un incontro con rappresentanti del Parlamento tedesco, che ha da poco concluso la discussione sulla riforma dell'assetto federale dello Stato.

Maurizio TURCO (RosanelPugno), dopo aver premesso di condividere l'impostazione proposta dal presidente, ritiene necessario che la Commissione prenda in esame anche il sistema elettorale, tema che ritiene collegato alle questioni di ordine costituzionale. Sottolinea poi l'opportunità di studiare il sistema delle autonomie locali di altri Paesi, in particolare quello spagnolo, al fine di impostare una riforma che possa rivelarsi efficace.

Donato BRUNO (FI) desidera innanzitutto ringraziare il presidente per l'iniziativa che ha ritenuto di assumere ed esprime particolare apprezzamento per l'ipotesi di indagine conoscitiva da svolgersi nel mese di settembre. Esprime, tuttavia, delle perplessità sul contributo che può essere offerto dai costituzionalisti qualora non sia bene precisato su quali questioni specifiche si intenda eventualmente acquisirne il parere.
Ritiene invece necessario acquisire l'orientamento della maggioranza e del


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Governo, il cui intervento, tuttavia, dovrebbe essere contenuto entro limiti contenuti, nel rispetto delle prerogative che spettano al Parlamento sui temi tema delle riforme costituzionali.
Con riferimento all'esito del recente referendum, ritiene che si sia persa una grande occasione di riformare la Costituzione e che comunque il risultato vada interpretato soprattutto come espressione della volontà dei cittadini di opporsi a riforme approvate da una sola parte politica. Pertanto, si tratta oggi di compiere uno sforzo per chiarire, senza reticenze, se vi siano le condizioni di un'ampia convergenza, almeno nella scelta dei temi da affrontare.
Quanto alla eventualità di nuove modifiche della legge elettorale, valuta che non si tratti di un tema prioritario e segnala come un intervento in questa materia non possa non avere ripercussioni anche sulla revisione della parte seconda della Costituzione. Considera invece che gli argomenti principali su cui confrontarsi siano rappresentati dalla revisione dell'articolo 117 della Costituzione e dalla attuazione dell'articolo 119. A tale riguardo, dichiara sin d'ora la contrarietà di Forza Italia ad un intervento che miri ad accentrare nuovamente in capo allo Stato competenze e funzioni, sebbene sia indubbiamente necessario ascrivere alcune materie alla competenza esclusiva dello Stato.
Desidera comprendere inoltre se la riforma dell'articolo 117 approvata dalla maggioranza nella scorsa legislatura possa trovare ampia adesione, sia pure con alcune modifiche, in seno alla Commissione. Ritiene inoltre che, ove si riuscisse a trovare un punto di intesa sulla riforma dell'articolo 117 e sull'attuazione dell'articolo 119, ciò spianerebbe la strada anche all'esame di temi più ampi, quali l'istituzione del Senato federale e il superamento del cosiddetto bicameralismo perfetto. Riandando poi ai contenuti della recente campagna referendaria, ricorda come, nel corso della stessa, la Casa delle Libertà abbia più volte dichiarato la disponibilità a rivedere alcuni aspetti della riforma in caso di esito positivo della consultazione.
Occorre poi a suo avviso tenere conto di quanto è avvenuto successivamente alle elezioni politiche del 9 e 10 aprile, e precisamente della circostanza che le più alte cariche dello Stato siano oggi ricoperte da esponenti di una stessa parte politica: ciò infatti rende oggi più rilevante che in passato il problema della costruzione di un adeguato sistema di pesi e contrappesi, anche per il venir meno di quelle regole non scritte che in anni meno recenti consentivano che esponenti dell'opposizione fossero chiamati a ricoprire alti incarichi istituzionali, come avvenne, ad esempio con l'elezione alla Presidenza della Camera di esponenti del partito comunista. L'attuale sistema bipolare, che sotto questo profilo è probabilmente ancora poco maturo, richiede inevitabilmente un intervento su questi temi.
Non intende soffermarsi sul tema dei poteri del Presidente del Consiglio, e sulla proponibilità di modelli di «premierato» e «cancellierato», anche se fa notare come già oggi la concentrazione di poteri in capo al Presidente del Consiglio sia tale da consentire quasi di parlare di una «dittatura del premier», come testimonia anche il frequente ricorso alla decretazione di urgenza, con la quale per giunta si conferiscono deleghe allo stesso Governo.
Desidera comunque dichiarare la piena disponibilità sua e del suo gruppo al confronto sulle riforme costituzionali e anche sulla legge elettorale, ribadendo tuttavia la ferma contrarietà di Forza Italia verso sistemi elettorali a doppio turno.
Concludendo, si dichiara fiducioso che un disegno di riforma coraggioso e ambizioso, approvato con il concorso sia della maggioranza sia dell'opposizione, possa essere compreso e apprezzato dai cittadini italiani. Perché il confronto parlamentare possa essere proficuo occorre tuttavia una grande trasparenza da parte di tutte le forze politiche nel rappresentare le proprie posizioni in materia e la disponibilità a partecipare al confronto sulle singole questioni.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede di


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sapere, alla luce della rilevanza delle questioni sollevate dal presidente Bruno, come sarà articolato il seguito del dibattito in corso.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che lo scopo della odierna seduta è quello di agevolare un proficuo scambio di opinioni tra le diverse forze politiche per consentire la maturazione delle varie posizioni in vista della audizione del Ministro per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, che avrà luogo il prossimo martedì 18 luglio e della conseguente programmazione dei lavori della Commissione in materia di riforme costituzionali. Rileva poi che i temi fin qui sollevati meritino adeguata riflessione, come in particolare quello evidenziato dal presidente Bruno in ordine ai contrappesi nella democrazia maggioritaria.

Pierangelo FERRARI (Ulivo) osserva che il presidente Bruno ha sollevato questioni di significativa importanza, sulle quali è opportuno sviluppare un'adeguata riflessione. Dopo aver ricordato come l'elezione di esponenti del PCI alla Presidenza della Camera sia intervenuta a distanza di 30 anni dalla nascita della Repubblica, si sofferma sull'anomalia presente nell'attuale quadro politico nazionale, rappresentata a suo avviso dalla posizione del leader dell'opposizione, il quale, non riconoscendo l'esito delle recenti elezioni politiche, impedisce l'instaurazione di un proficuo dibattito tra le parti politiche. Per quanto concerne il metodo da seguire ai fini dell'esame delle proposte di riforma costituzionale, si dichiara contrario ad istituire un'apposita commissione bicamerale, ritenendo che il confronto politico debba seguire le procedure ordinarie, e che il Governo debba rendere note quanto prima le sue posizioni in materia di riforme. Ricorda quindi che il programma elettorale dell'Unione prevede la riforma dell'articolo 138 della Costituzione nel senso di aggravare la maggioranza ivi prevista, affinché le riforme costituzionali siano varate con un consenso generalizzato e diffuso. In ordine all'opportunità di coinvolgere soggetti esterni nella fase di studio delle riforme, evidenza l'importanza di prevedere forme di consultazione con i Consigli e le Giunte regionali, che ritiene essere fondamentali soggetti di confronto su tali tematiche.

Giorgio CONTE (AN), pur condividendo l'iniziativa assunta dal presidente, sottolinea come l'attuale clima di contrapposizione politica non faciliti un positivo esito del dibattito. Esprime le proprie perplessità sullo svolgimento di un'indagine conoscitiva, che offrirebbe pochi spunti di riflessione innovativi, mentre si dichiara favorevole all'istituzione di un'assemblea costituente, che ritiene essere il mezzo più efficace per elaborare un testo condiviso. Il fallimento dei precedenti tentativi di riforma nella storia repubblicana, che pure maturarono in un clima politicamente più sereno dell'attuale, lo induce a dichiarare il proprio pessimismo sull'esito del nuovo processo riformatore. Evidenzia al riguardo che le accese polemiche che l'attuale maggioranza aveva rivolto al Governo nella passata legislatura hanno comunque lasciato un segno profondo, che oggi rappresenta un elemento pregiudizievole per un positivo esito dell'attuale percorso di riforma.

Antonio LA FORGIA (Ulivo) ringrazia il presidente per l'iniziativa intrapresa, della quale sottolinea l'importanza. Pur ritenendo opportuna una pausa di riflessione nel processo riformatore dopo l'esito negativo del referendum, evidenzia come proprio il percorso delineato dal presidente possa costituire un modo rigoroso e attivo di svolgere tale riflessione. Si dichiara quindi favorevole ad affrontare le principali questioni, dal superamento del bicameralismo perfetto, con trasformazione del Senato in camera di coordinamento e soluzione degli inevitabili conflitti tra Stato e regioni, alla revisione della distribuzione delle competenze legislative tra Stato e Regioni. Condivide l'opinione espressa dal presidente Bruno circa l'opportunità di predisporre riforme il più possibile condivise dalle diverse forze politiche,


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che potrebbero così essere comprese ed apprezzate dal corpo elettorale, il quale ha dimostrato di non condividere le riforme approvate da una sola parte politica. Nel ricordare, peraltro, come nel 2001 il referendum confermativo sulla riforma varata dal centrosinistra abbia avuto esito positivo, dichiara che la contrarierà del corpo elettorale alla riforma varata nella XIV legislatura discende a suo avviso piuttosto dalla sua eccessiva ampiezza e pervasività, che hanno rischiato di trasformare la consultazione referendaria in un plebiscito, rifiutato dalla maggioranza dei cittadini. Evidenzia pertanto la necessità di dare luogo ad interventi mirati e puntuali. Sottolinea infine come l'ipotesi di modifica dell'articolo 138 della Costituzione, contenuta nel programma elettorale dell'Unione, costituisca già di per se una sorta di ravvedimento operoso da parte di chi la ha proposta e un'occasione di positiva convergenza per l'attuale opposizione.

Michaela BIANCOFIORE (FI) dichiara di condividere le valutazioni espresse dal presidente, nel corso delle riunioni dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppi, in materia di riforme costituzionali, sulle ragioni del fallimento dei precedenti tentativi di riforma, individuate in particolare nel tentativo di connettere alle stesse la soluzioni di contingenti problemi di coesione politica delle forze appartenenti ai diversi schieramenti. Non condivide invece l'interpretazione del presidente in ordine agli esiti del recente referendum costituzionale, dovuto soprattutto, a suo avviso, alla mancanza di un adeguato coinvolgimento dei cittadini e alla maggiore capacità delle forze politiche del centrosinistra di indurre i cittadini a recarsi alle urne. Si dichiara d'accordo sull'opportunità, evidenziata dal presidente Bruno, di predisporre riforme della Costituzione che godano dell'appoggio delle varie forze politiche. Ritiene necessario, al riguardo, predisporre idonei interventi per informare i cittadini su quanto si verifica all'interno dei luoghi decisionali, al fine di comprendere se il corpo elettorale, come pure ritiene, abbia un reale interesse all'approvazione di riforme costituzionali. In ordine alle problematiche delle Regioni a statuto speciale, condivide l'opportunità di dare corso ad apposite audizioni per affrontare e risolvere i principali problemi collegati all'autonomia speciale, con particolare riferimento alle modalità di revisione dei relativi statuti. In particolare, suggerisce che la scelta dei soggetti con cui interloquire tenga conto della peculiarità della provincia autonoma di Bolzano e dell'esigenza che siano coinvolte anche le componenti linguistiche italiana e ladina, laddove l'audizione del solo Presidente della provincia limiterebbe il campo dell'indagine alle posizioni di un solo partito e di una sola componente linguistica.

Luciano VIOLANTE, presidente, essendo imminente la ripresa della seduta dell'Assemblea, avverte che il seguito della discussione sui lavori della Commissione in materia di riforme costituzionali proseguirà nella seduta di domani alle ore 15.

La seduta termina alle 15.10.