Commissioni Riunite III e IV - Resoconto di giovedì 13 luglio 2006


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Giovedì 13 luglio 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.35 alle 9.45.

SEDE REFERENTE

Giovedì 13 luglio 2006. - Presidenza del presidente della IV Commissione, Roberta PINOTTI. - Intervengono il Viceministro degli affari esteri, Ugo Intini, e il sottosegretario di Stato per la difesa, Marco Verzaschi.

La seduta comincia alle 14.10.

Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali.
C. 1288 Governo.
(Seguito dell'esame e conclusione).

Le Commissioni proseguono l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 12 luglio 2006.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, avverte che è pervenuto il parere favorevole della I Commissione, il parere favorevole con condizioni della V Commissione, il nulla osta da parte dell'VIII Commissione, nonché il parere favorevole della XIV Commissione.

Gerardo BIANCO (Ulivo) chiede chiarimenti alla Presidenza sul prosieguo dei lavori delle Commissioni con particolare riferimento alla fase di esame delle proposte emendative.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, fa presente che, dopo le repliche dei relatori e del rappresentanti del Governo, avranno luogo dapprima gli interventi sul complesso degli emendamenti e degli articoli aggiuntivi presentati per poi procedere alla votazione sulle singole proposte emendative.

Marco ZACCHERA (AN), intervenendo sull'organizzazione dei lavori delle Commissioni, fa presente che, poiché l'Assemblea è convocata alle ore 14.15, chiede alla


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Presidenza di verificare se nel frattempo la seduta dell'Assemblea è stata sospesa.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, avverte che la seduta dell'Assemblea, attualmente sospesa, riprenderà alle ore 16 e che pertanto le Commissioni potranno proseguire il proprio lavoro almeno fino a quell'ora.

Ramon MANTOVANI (RC-SE) ritiene che la seduta in corso avrebbe dovuto svolgersi in una aula più capiente in considerazione dell'elevato numero di deputati presenti.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, fa presente che non è stato possibile individuare una sede alternativa a quella dell'aula della IV Commissione.

Il sottosegretario di Stato per la difesa, Marco VERZASCHI, in ordine al parere reso in data odierna dalla V Commissione sul provvedimento in esame, comunica che l'errore rilevato dalla stessa Commissione nella scheda tecnica n. 49, relativa alla missione di cui all'articolo 2, comma 4, del disegno di legge, non riguarda in realtà l'importo totale della scheda, pari a euro 825.370, bensì l'erroneo inserimento dell'indicazione di oneri una tantum, pari a euro 100.000, così come precisato dallo Stato Maggiore della Difesa, Ufficio generale pianificazione, Programmazione e bilancio. Nel confermare, pertanto l'importo di euro 825.370 per la scheda n. 49 e, conseguentemente, l'importo di euro 25.569.180 per l'autorizzazione di spesa di cui all'articolo 2, comma 4, del disegno di legge, consegna alle Commissioni la scheda n. 49 corretta affinché sia confermata l'attuale formulazione della predetta autorizzazione di spesa, nonché la clausola di copertura finanziaria di cui all'articolo 3, comma 1, del provvedimento.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, tenuto conto delle precisazioni del sottosegretario Verzaschi, ritiene necessario richiedere alla V Commissione il riesame del proprio parere.

Le Commissioni concordano.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, intervenendo in sede di replica, rileva che l'avvio della legislatura vede le Commissioni impegnate da un provvedimento di grande rilievo, quale quello del rifinanziamento delle missioni internazionali. Si tratta di un impegno serio segnato anche da momenti complicati, che hanno costretto a organizzare i lavori con tempi e modalità che hanno risentito di questa complessità. Proprio per questo occorre dare atto della buona volontà di tutti i componenti delle Commissioni, che ha consentito di superare le difficoltà procedurali e organizzative. Ritiene che siano stati comunque garantiti tempi adeguati per la discussione, come dimostra il fatto che sono state svolte, nei limiti del possibile, tutte le audizioni richieste ed è stato realizzato in video conferenza un collegamento con i comandi militari a Kabul e ad Herat. Coglie l'occasione per inviare a nome di tutti i parlamentari delle Commissioni un saluto affettuoso e riconoscente ai militari impegnati nelle missioni all'estero, per la generosità e la professionalità con cui svolgono il loro dovere. Durante la discussione sono apparse chiare le linee guida di politica estera seguite dal Governo italiano. I rappresentanti del Governo hanno ampiamente illustrato tali linee e sono sotto gli occhi di tutti sia gli elementi di continuità sia quelli di discontinuità con il recente passato. L'Italia sceglie di muoversi nell'ambito degli organismi multilaterali di cui fa parte, facendosi carico delle responsabilità derivanti da un mondo ormai globalizzato, al contempo rifiutando però impegni di tipo unilaterale, nel pieno rispetto del dettato costituzionale.
In coerenza con questi principi è stata decisa la fine della missione militare in Iraq. Il rientro del nostro contingente avviene in un quadro accettato dal Governo iracheno e dai nostri alleati e, sul piano operativo, si realizzerà con ordine, avendo attenzione alla massima sicurezza


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di tutti, secondo modalità decise dai nostri comandi militari, della cui professionalità e capacità abbiamo avuto già ampie prove.
In coerenza con questi principi e condividendo le preoccupazioni che molti parlamentari hanno espresso su una situazione di permanente difficoltà in Afghanistan, ritiene che nelle sedi internazionali e negli organismi multilaterali, di cui l'Italia fa parte, debba essere avviata una seria e puntuale riflessione su come continuare ad aiutare quel Paese a consolidare l'esperienza democratica appena avviata. C'è bisogno di una forte iniziativa politico-diplomatica per affrontare una situazione resa drammatica dal rafforzamento della sfera di influenza dei signori della guerra e dei talebani, da infiltrazioni terroristiche nelle zone tribali del Sudest e dalla pesante ipoteca con cui la coltivazione e il commercio dell'oppio ricatta i destini dell'Afghanistan. La presenza militare non è apparsa per ora in grado di risolvere nessuna di queste questioni.
Ribadisce, infine, la necessità di superare l'applicazione di norme del codice penale militare di guerra, in vigore in Iraq e Afghanistan, e rivolge quindi una precisa sollecitazione al Governo affinché predisponga un provvedimento che, facendo propri i principi e gli istituti del diritto umanitario e i profili di responsabilità dei militari impiegati in missioni armate, senza ricorrere al codice penale militare di guerra, garantisca tutti i soggetti - i militari, i civili e le popolazioni locali - che si trovano in situazioni così particolari.

Umberto RANIERI, presidente della III Commissione e relatore per la III Commissione si associa alle considerazioni formulate in sede di replica dalla presidente Pinotti, relatore per la IV Commissione.

Il Viceministro Ugo INTINI, intervenendo in sede di replica, nel sottolineare l'importanza del dibattito svoltosi presso le Commissioni, si scusa per non avere potuto prendere parte alla seduta del 10 luglio scorso a causa un concomitante impegno internazionale. Ritiene che il confronto parlamentare abbia fatto emergere spunti utili ad una futura riflessione sulla questione della partecipazione italiana alle missioni internazionali. In questa fase i Governi e le forze politiche devono adattarsi ad una prospettiva di lunga durata della lotta al terrorismo internazionale. Per l'Italia il problema cruciale è costituito dall'Iraq, questione su cui la maggioranza di governo è assolutamente unita. Per quanto riguarda l'Afghanistan, la maggioranza ha saputo raggiungere un punto di equilibrio, che emergerà ulteriormente con la presentazione di una mozione da parte di tutta la maggioranza sulla materia oggetto del disegno di legge. Per quanto concerne le proposte emendative presentate, il Governo considera con grande serietà il nodo dell'applicazione del codice penale militare di guerra, su cui il rappresentante del Ministero della difesa potrà fornire alle Commissioni elementi più approfonditi. Ritiene, in generale, che il merito del provvedimento potrà essere ulteriormente approfondito nel prosieguo dell'esame presso l'Assemblea.

Il sottosegretario per la difesa Marco VERZASCHI, intervenendo in sede di replica, rileva che il dibattito presso le Commissioni, pur segnato da posizioni differenti, ha fatto emergere una sostanziale coincidenza di vedute tra maggioranza e opposizione sulla necessità che l'Italia svolga un ruolo internazionale pregnante soprattutto nelle aree di crisi. Rileva che la presenza dei militari e delle organizzazioni non governative dell'Italia debba essere ridefinita in una funzione più positiva. Al riguardo, è sicuramente da mettere in risalto la decisione, contenuta nel disegno di legge, sul ritiro del contingente militare italiano dall'Iraq. È inoltre doveroso segnalare il pregevole contributo che i militari italiani hanno assicurato in tutte le aree in cui essi operano.
Come segnalato dal Viceministro Intini, ritiene che si possa valutare seriamente il superamento del riferimento al codice penale militare di guerra al fine sancire, come principio di fondo, che le missioni dei militari italiani possono essere soltanto di pace. Devono essere altresì valorizzati


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tutti quei contributi che segnalano l'impegno per la tutela delle popolazioni civili. Nel sottolineare il ripensamento in ordine alla missione Enduring Freedom, rappresenta la piena disponibilità del Governo ad un monitoraggio parlamentare sulle missioni militari che consenta al Parlamento di mantenersi aggiornato sugli impegni in atto e sulle iniziative da assumere.
Rileva che anche in futuro potrebbe essere svolto uno sforzo di tipo giuridico mirato alla definizione di un ulteriore provvedimento che inquadri in modo più generalizzato la materia delle missioni militari all'estero e che risponda in modo puntuale alle diverse esigenze che sono state prospettate.
Osserva altresì che la maggioranza e l'opposizione hanno manifestato piena condivisione sulla necessità di valorizzare il ruolo delle Nazioni Unite, così come dichiarato dallo stesso Segretario generale dell'Organizzazione, Kofi Annan, in occasione dell'incontro informale che si è tenuto ieri presso le Commissioni esteri di Camera e Senato. Tale posizione dovrebbe, a suo avviso, integrare i contenuti della mozione che sarà presentata in Assemblea, che potrebbe valorizzare la convergenza tra maggioranza e opposizione sulla opportunità di rafforzare la politica estera dell'Italia.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, avverte che stati presentati emendamenti e articoli aggiuntivi al disegno di legge (vedi allegato). Prima di esprimere il prescritto parere avverte che non è ammissibile l'emendamento Cossiga 2.6 in quanto non è riferibile al calendario comune. Invita infine a comunicare il ritiro eventuale di ulteriori emendamenti in sede di discussione sul complesso degli emendamenti.

Gerardo BIANCO (Ulivo) propone che i gruppi procedano alla segnalazione degli emendamenti, sui quali intendono proseguire il confronto presso le Commissioni, al fine di rinviare ulteriori approfondimenti alla successiva fase di esame presso l'Assemblea. Tale proposta consentirebbe l'accelerazione dei tempi di esame del disegno di legge da parte delle Commissioni ed un maggiore spazio per il dibattito sulle questioni considerate essenziali, atteso che non si rilevano atteggiamenti di tipo ostruzionistico da parte della opposizione.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, in relazione alla proposta avanzata dal deputato Bianco, fa presente che i deputati che interverranno sul complesso degli emendamenti potranno eventualmente fornire segnalazioni su emendamenti ritenuti di particolare significato politico.

Ramon MANTOVANI (RC-SE), intervenendo sul complesso degli emendamenti, esprime apprezzamento per le confortanti dichiarazioni dei rappresentanti del Governo con particolare riferimento agli emendamenti relativi al codice penale militare di guerra, oggetto di un intenso impegno dell'opposizione nel corso della passata legislatura, e fa presente che la linea di condotta della maggioranza sugli emendamenti è ispirata alle intese raggiunte e tiene conto della prospettiva di approfondimento costituita dalla mozione che sarà presentata in Aula.
Questo strumento, il cui testo è in corso di definizione, si proporrà di inquadrare tutte le missioni militari in atto, di dettare una linea di condotta per il futuro e di impostare l'esame del disegno di legge.
Dal punto di vista procedurale sottopone all'attenzione dei commissari il fatto che, in caso di approvazione di emendamenti, è necessario inviare nuovamente il provvedimento ai pareri delle Commissioni competenti. Quindi, occorre che le proposte di modifica siano messe a punto nel corso del successivo esame in Assemblea, dove ripresentare gli emendamenti. Per tali ragioni il suo gruppo non ha ritenuto opportuno presentare proposte emendative in Commissione. Esorta quindi i gruppi di maggioranza al ritiro degli emendamenti presentati, in vista di una loro riconsiderazione da parte dell'Assemblea. In caso contrario preannuncia il voto


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favorevole del suo gruppo nei confronti delle sole proposte emendative della maggioranza.

Giuseppe COSSIGA (FI) illustra i propri emendamenti riservandosi di ripresentarli nel prosieguo dell'esame presso l'Assemblea. In particolare fa presente che i suoi emendamenti 1.15 e 1.16 rappresentano la reazione alla discutibile scelta procedurale del Governo di presentare un decreto-legge concorrente al disegno di legge in esame, che ha di fatto sacrificato i tempi di discussione. Tali emendamenti segnalano altresì l'esigenza di maggiore chiarezza nella formulazione del testo legislativo.
Gli ulteriori emendamenti presentati intendono chiarire taluni punti sulla missione in Iraq, alla luce delle evidenti differenze che separano la maggioranza e l'opposizione in ordine al merito e alla natura di questo intervento militare. Ritiene che tale intervento si sia svolto in armonia con il dettato costituzionale, come confermato dalla controfirma del Presidente della Repubblica ai provvedimenti ad esso relativi. È fuori discussione che l'Italia non ha in alcun modo preso parte alla guerra in Iraq. Il precedente Governo aveva già avviato la fase conclusiva della missione ed impostato un graduale passaggio verso un impegno prevalentemente civile. In assenza di un contingente militare italiano in Afghanistan ogni intervento di tipo civile non può che essere assoggettato alla tutela da parte delle forze della coalizione internazionale, considerata la condizione di insicurezza che permane nel Paese.
Per tali ragioni rimarca la continuità dell'azione dell'attuale Governo rispetto al passato rilevando l'anomala indicazione dell'autunno 2006 come riferimento temporale per il ritiro dall'Iraq.
Per quanto riguarda l'Afghanistan, se è chiara la differenza tra le due missioni è altrettanto evidente l'evoluzione che ha subito la missione ISAF. Gli emendamenti presentati pongono in evidenza un punto cruciale, e cioè che ogni impegno di truppe militari, anche se sotto l'egida delle Nazioni Unite o della NATO, comporta implicitamente il rischio di coinvolgimento in combattimenti, con evidente pericolo di morte per i soldati. Sarebbe pertanto più opportuno che il Governo assumesse una responsabilità al riguardo e dichiarasse apertamente che l'invio di truppe non può escludere azioni di combattimento.
In conclusione, in considerazione degli approfondimenti che potranno essere svolti presso l'Assemblea, ritira di tutti gli emendamenti presentati.

Leoluca ORLANDO (IdV) ritira i propri emendamenti, che si riserva di ripresentare in Assemblea, ed esprime apprezzamento per la posizione del Governo in ordine alla questione del codice penale militare di guerra.

Salvatore CANNAVÒ (RC-SE) precisa che gli emendamenti sono stati da lui presentati a titolo personale e riferisce di avere sottoposto alla valutazione del suo gruppo il mantenimento delle funzioni di presidente del gruppo di Rifondazione comunista presso la IV Commissione. Nell'illustrare i suoi emendamenti 2.19 e 2.20, fa presente che con essi intende individuare la possibilità di una exit strategy dalle missioni in Iraq e in Afghanistan, assicurando una disponibilità al confronto con le forze politiche. L'approvazione di tali emendamenti non precluderebbe il rifinanziamento delle missioni e segnerebbe il raggiungimento di un compromesso di tipo politico. Tale obiettivo deve, a suo avviso, essere raggiunto nel corso dell'esame del disegno di legge non potendo essere considerata sufficiente l'approvazione di una mozione. Per quanto riguarda la missione Enduring Freedom, rileva che è risaputa la sua contrarietà su tale tipo di intervento che, peraltro, potrebbe produrre effetti positivi in altro genere di iniziative della comunità internazionale, come ad esempio nell'azione di contrasto da parte delle Nazioni Unite al fenomeno della pirateria internazionale.
Rileva che ulteriori sue proposte emendative riguardano la questione del codice penale militare di guerra, su cui registra


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come elemento positivo il consenso espresso dai rappresentanti del Governo, che consentirebbe alla maggioranza di apportare tale modifica. Un ultimo emendamento riguarda la possibilità che i militari si ritirino dalla missione nei casi di contrasto con le regole di ingaggio.
A suo avviso il quadro complessivo non appare chiaro considerato che non è ancora definito il testo della mozione che la maggioranza intende presentare in Assemblea e che non è chiaro come tale testo dovrebbe interagire con le disposizioni del disegno di legge. Quest'ultimo a suo avviso non rimarca una discontinuità rispetto al passato.
Infine, nel confermare gli emendamenti 2.19 e 2.20 per ragioni di coerenza con le proprie posizioni, ritira invece i propri emendamenti 2.24, 2.26 e 2.27.

Francesco BOSI (UDC), sottolinea, anche a nome del suo gruppo, di aver fin dall'inizio espresso il proprio consenso al provvedimento in esame in considerazione del grande valore che le missioni militari italiane hanno nel segnalare l'impegno del Paese nelle relazioni internazionali e nell'aiuto ai Paesi in difficoltà. La posizione del suo gruppo è favorevole ad un ulteriore ampliamento della presenza militare italiana all'estero in tutte quelle zone in cui la sicurezza è messa in pericolo. Il suo emendamento 2.16 è volto a graduare il ritiro dall'Iraq in base alle esigenze del popolo afgano: lo ritira al fine di accelerare l'iter di esame del provvedimento. Nel rimarcare le mistificazioni che hanno segnato il confronto politico sul disegno di legge, con particolare riferimento all'idea errata di un coinvolgimento dell'Italia in una guerra e alle diverse risoluzioni delle Nazioni Unite che hanno invocato un intervento militare internazionale in Iraq, ricorda che il Governo del centrodestra aveva già deliberato il ritiro delle forze armate da tale Paese.
Per quanto riguarda la questione del codice penale militare di guerra, ritiene che sussiste un pregiudizio irrazionale che potrebbe determinare condizioni di rischio per il contingente militare. La maggioranza rischia di pervenire ad un'intesa su tale punto senza considerare le conseguenze negative per la sicurezza dei militari.
Osserva che le missioni militari dell'Italia hanno dato un immagine positiva del Paese e hanno evidenziato l'ottimo rapporto dei nostri soldati con le popolazioni locali.

Iacopo VENIER (Com.It) ricorda di avere già segnalato il dissenso profondo del suo gruppo sul rifinanziamento della missione militare Enduring Freedom in Afghanistan. Gli emendamenti presentati sono volti a stimolare tale riflessione in un'ottica di exit strategy. Poiché la discussione all'interno della maggioranza resta aperta, dichiara di voler mantenere gli emendamenti presentati al fine di sottolineare l'orientamento del suo gruppo su tale missione.
Per quanto riguarda la missione ISAF ricorda che la richiesta avanzata dal suo gruppo va nella direzione di una riduzione dell'impegno italiano. Ritiene importante la disponibilità espressa dal Governo sul nodo dell'applicazione del codice penale militare di guerra. In linea con quanto dichiarato dai deputati dei gruppi di maggioranza sulla disponibilità a ripresentare gli emendamenti presso l'Assemblea, a nome del proprio gruppo, ritira gli emendamenti 2.23 e 2.25 al fine di consentire alla maggioranza o all'intero Parlamento di esprimere un orientamento condiviso.

Pierfrancesco Emilio Romano GAMBA (AN) auspica l'approvazione degli emendamenti presentati, che potranno essere presentati eventualmente presso l'Assemblea qualora respinti dalle Commissioni. Nell'illustrare gli emendamenti rileva che essi esprimono la linea del gruppo di Alleanza Nazionale su tema delle missioni internazionali, che potrà essere ulteriormente illustrata in occasione del dibattito sulla mozione che il gruppo ha già presentato presso l'Assemblea. Nel ricordare che tale linea considera auspicabile l'ampliamento del contingente italiano così come richiesto dalle Nazioni Unite e dalla


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NATO, esprime un orientamento complessivamente favorevole sul disegno di legge che riproduce i provvedimenti che in passato hanno disposto con cadenza semestrale il finanziamento delle missioni militari italiane all'estero.
Peraltro gli emendamenti presentati, relativi alla missione in Iraq sono volti a fissare il ritiro dei militari italiani al 31 dicembre 2006. Auspica l'approvazione del suo emendamento 2.29, che è volto ad incrementare l'impegno finanziario a favore della missione Antica Babilonia.
Infine ritiene che il dibattito che si svolgerà nelle successive fasi di esame presso l'Assemblea sulle mozioni che saranno presentate costituirà l'occasione di ribadire il favore del suo gruppo nei confronti del mantenimento delle missioni militati italiane all'estero.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, avverte che è pervenuto il nuovo parere della V Commissione che, nel revocare il parere espresso nella seduta di ieri 12 luglio, è favorevole con una sola condizione, peraltro già recepita dai relatori con l'emendamento 1.17.

Patrizia PAOLETTI TANGHERONI (FI) dichiara che gli emendamenti presentati dal suo gruppo intendono chiarire le finalità delle missioni militari italiane, fornire adeguate specifiche in ordine a talune iniziative di cooperazione umanitaria, come quelle relative alla vaccinazione di bambini, e affidare a talune agenzie delle Nazioni Unite il monitoraggio costante sugli effetti delle nostre missioni militari. Nel ribadire la necessità che sia favorita la valorizzazione delle professionalità esistenti a livello locale nell'ambito delle missioni delle Nazioni Unite in considerazione del fatto che gli aiuti umanitari rappresentano una risorsa economica fondamentale nei Paesi colpiti da conflitti, per accelerare l'iter, ritira tutti gli emendamenti, che si riserva di ripresentare nel prosieguo dell'esame presso l'Assemblea.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, in relazione a quanto richiamato dal deputato Paoletti Tangheroni sulle vaccinazioni per i bambini iracheni, ritiene che tali interventi potrebbero già essere compresi nell'ambito del programma sanitario già in corso di attuazione. La questione merita comunque un approfondimento ai fini dell'esame del provvedimento in Assemblea.

Sandra CIOFFI (Pop-Udeur) annuncia la predisposizione da parte del suo gruppo di una mozione volta a segnalare la discontinuità tra l'azione del Governo attuale rispetto al passato nella materia oggetto del disegno di legge. In generale ribadisce l'importanza del lavoro prestato dai militari e dai civili italiani nella ricostruzione dell'Afghanistan, sia per quanto riguarda il processo di democratizzazione sia per la ricostruzione delle infrastrutture civili. Tale lavoro è di grande importanza per tutte le missioni in corso. Nel ribadire la piena condivisione della linea adottata dal Governo, ritiene che la mozione presentata in Assemblea segnalerà l'unità della maggioranza sulla questione.
Per quanto riguarda gli emendamenti presentati auspica che essi siano approvati in quanto di natura tecnica o comunque volti alla valorizzazione delle professionalità esistenti.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, formula, anche a nome del relatore per la III Commissione, un invito al ritiro, esprimendo altrimenti parere contrario, sui seguenti emendamenti: Gamba 1.18, Cioffi 1.5, 1.6, 1.8, 1.9, 1.7, 1.10, 1.12, 1.13. Esprime inoltre parere contrario sui seguenti emendamenti: Gasparri 2.1, 2.2 e 2.3, Gamba 2.29, 2.28 e 2.30, Cannavò 2.19 e 2.20, Venier 2.8, Galante 2.18, 2.11, 2.21 e 2.22.

Il Viceministro Ugo INTINI, nell'esprimere parere favorevole sull'emendamento 1.17 dei relatori, formula parere conforme a quello dei relatori su tutte le altre proposte emendative.

Sergio MATTARELLA (Ulivo) precisa che i deputati della maggioranza che


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hanno mantenuto propri emendamenti lo hanno fatto a titolo personale.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento Gamba 1.18.

Giuseppe COSSIGA (FI), intervenendo sull'emendamento Cioffi 1.5, osserva che esso è stato presentato dal gruppo dell'Udeur, che fa parte della maggioranza. In relazione a quanto sottolineato dal deputato Mattarella, fa presente che non è possibile presentare emendamenti da parte di tutta la maggioranza in modo indistinto, bensì soltanto da parte di singoli deputati e gruppi che di essa fanno parte.

Marco ZACCHERA (AN), in relazione alle osservazioni dei deputati Mattarella e Cossiga, rileva che qualora gli emendamenti dei gruppi della maggioranza parlamentare siano respinti, tale circostanza evidenzia un conflitto all'interno della stessa maggioranza. Alla luce dell'attuale contesto politico non è un fatto di secondaria importanza.

Ramon MANTOVANI (RC-SE), pur comprendendo l'osservazione del deputato Zacchera, ritiene che è piuttosto l'opposizione ad essere divisa, considerato che soltanto alcuni gruppi della stessa opposizione hanno presentato emendamenti al disegno di legge. Peraltro fa presente che il suo gruppo avrebbe preso in considerazione la possibilità di esprimere voto favorevole a taluni emendamenti dell'opposizione che sono stati ritirati. Preannuncia invece l'astensione del suo gruppo sugli emendamenti presentati dai gruppi di maggioranza, considerato che l'Assemblea appare la sede più idonea al confronto e che l'approvazione di emendamenti da parte delle Commissioni impone una dilatazione dei tempi di esame, attesa la necessità di inviare il nuovo testo ai pareri delle Commissioni competenti.

Sandra CIOFFI (Pop-Udeur) ribadisce che le proposte emendative presentate in nessun modo possono essere considerate come la prova di un dissenso all'interno della maggioranza.

Le Commissioni respingono quindi l'emendamento Cioffi 1.5.

Patrizia PAOLETTI TANGHERONI (FI) preannuncia il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento Cioffi 1.6 in quanto volto a privilegiare l'impiego di professionalità straniere in luogo di quelle disponibili nei Paesi in cui si svolgono le missioni.

Le Commissioni respingono, con distinte votazioni, gli emendamenti Cioffi 1.6, 1.8, 1.9, 1.7, 1.10, 1.12 e 1.13; approvano l'emendamento dei relatori 1.17 e respingono gli emendamenti Gasparri 2.1, Gamba 2.29 e 2.28, Gasparri 2.2 e 2.3, Cannavò 2.19, Venier 2.8, Galante 2.18, Cannavò 2.20, Galante 2.11, 2.21 e 2.22 e Gamba 2.30.

Roberta PINOTTI, presidente e relatore per la IV Commissione, prima di porre in votazione il conferimento del mandato ai relatori a riferire favorevolmente all'Assemblea, richiama l'attenzione sulla necessità di apportare alcune rettifiche all'articolo 2 del disegno di legge. In particolare, al comma 8, occorre sostituire la parola « Planing» con la seguente: «Planning»; al comma 23, lettere b), e), f), dopo le parole: «Emirati Arabi», occorre inserire la seguente: «Uniti»; al comma 31, ultimo periodo, occorre sostituire le parole: «decreto ministeriale» con le seguenti: «decreto del Ministro della difesa».

Le Commissioni approvano le rettifiche proposte dal Presidente.

Roberta PINOTTI presidente e relatore per la IV Commissione avverte che sono nel frattempo pervenuti anche i pareri favorevoli delle Commissioni II, XI e XII.

Salvatore CANNAVÒ (RC-SE), intervenendo in dichiarazione di voto, osserva che il dibattito sul disegno di legge è stato importante per il chiarimento delle posizioni.


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Con il disegno di legge si promuove il ritiro dall'Iraq ma si mantengono i 1938 soldati che sono presenti nelle scenario di guerra afghano. Pur avendo a cuore la necessità di mantenere coesa la maggioranza parlamentare, sottolinea di non potersi assumere una simile responsabilità. Preannuncia pertanto il proprio voto contrario al conferimento del mandato ai relatori per riferire favorevolmente presso l'Assemblea.

Iacopo VENIER (Com.It), intervenendo in dichiarazione di voto, osserva che il confronto sulla mozione che la maggioranza presenterà presso l'Assemblea sul tema oggetto del disegno di legge consentirà di tenere nel giusto conto le sollecitazioni contenute negli emendamenti presentati. La discussione non può pertanto considerarsi conclusa; di conseguenza preannuncia l'astensione del suo gruppo sul voto per il conferimento del mandato ai relatori a riferire favorevolmente presso l'Assemblea.

Le Commissioni deliberano quindi di conferire ai relatori il mandato di riferire favorevolmente all'Assemblea sul disegno di legge. Le Commissioni deliberano altresì di richiedere che i relatori siano autorizzati a riferire oralmente.

Roberta PINOTTI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei Nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 15.30.