VII Commissione - Resoconto di mercoledì 18 aprile 2007


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 18 aprile 2007. - Presidenza del vicepresidente Emerenzio BARBIERI.

La seduta comincia alle 9.

Ratifica Accordo Italia-Cina per la cooperazione scientifica e tecnologica.
C. 2266, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Roberto POLETTI (Verdi), relatore, ricorda che l'Accordo in esame, sottoscritto dall'Italia e dalla Cina il 9 giugno 1998 a Pechino, riguarda la cooperazione bilaterale nei settori della cultura, della scienza e della tecnologia e sostituisce il precedente Accordo in materia, firmato a Roma il 6 ottobre 1978. Precisa che l'Accordo era già stato presentato al Parlamento per la ratifica nella XIII e nella XIV legislatura, ma l'esame in entrambi i casi non è stato concluso; prima di essere nuovamente ripresentato alle Camere nella legislatura in corso, è stato riesaminato anche per verificare l'opportunità di concludere la procedura di ratifica alla luce della situazione internazionale nei confronti della Cina.


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Aggiunge che l'Accordo, che reca disposizioni simili a quelle contenute in analoghe intese concluse con altri Stati in materia culturale, rientra nelle attività internazionali finalizzate a migliorare la conoscenza reciproca e a rafforzare i legami di amicizia tra i Paesi, in una concezione della collaborazione culturale come strumento di politica estera.
Sottolinea, quindi, che l'Accordo si compone di un breve preambolo, di 10 articoli e di un Allegato, parte integrante dell'Accordo. In particolare, l'articolo I impegna le Parti a favorire la cooperazione nei settori della cultura, della scienza e della tecnologia, in conformità con le rispettive legislazioni nazionali. L'articolo II stabilisce che tale cooperazione avverrà specialmente in alcune aree, fra le quali: agricoltura, pesca, allevamento del bestiame e alimentazione; meteorologia; scienze di base; tecnologie dell'informazione; energia e ambiente; astronomia; sanità e biotecnologie; ingegneria e telecomunicazioni. L'articolo III elenca le forme di cooperazione scientifica e tecnologica, che si attueranno, tra l'altro, attraverso lo scambio di esperti, di informazioni e di conoscenze, lo sviluppo di progetti di ricerca, lo stabilimento di centri e laboratori, l'organizzazione di seminari e di corsi di formazione. Evidenzia quindi che l'articolo IV rinvia, per le questioni attinenti alle spese derivanti dall'attuazione dell'Accordo, ai programmi di cooperazione successivamente concordati tra le Parti. Le Parti sono inoltre impegnate a promuovere forme di collaborazione fra Ministeri, governi locali, istituzioni scientifiche e imprese dei due Paesi.
Rileva ancora che l'articolo V prevede che le Parti partecipino congiuntamente ai programmi dell'Unione europea o di altre organizzazioni multilaterali. L'articolo in esame stabilisce pertanto un collegamento tra attività di cooperazione bilaterale e programmi dell'Unione europea e di altri organismi multilaterali, costituendo tra i tre livelli della cooperazione - bilaterale, regionale europea e multilaterale - un nesso di complementarità teso a valorizzare la partecipazione delle istituzioni delle due Parti ad ambiti più vasti di collaborazione. Ricorda quindi che è istituita, dall'articolo VI, una Commissione mista per la scienza e la tecnologia, che si riunirà almeno ogni due anni per la valutazione dello stato e delle prospettive della collaborazione, l'individuazione delle priorità e la definizione del programma esecutivo. La Commissione potrà eventualmente essere affiancata da Sottocommissioni, con il compito di monitorare le attività di settori specifici. Il successivo articolo VII prevede invece che ogni Parte favorisca la circolazione di personale e apparecchiature, provenienti dall'altra Parte, necessari per la realizzazione dei progetti e dei programmi previsti dall'Accordo. Precisa che in tale ambito si prevede in particolare che ciascuna Parte faciliti l'introduzione, in esenzione da imposte, di materiali e apparecchiature necessarie per la realizzazione delle attività congiunte; le disposizioni a tutela della proprietà intellettuale sono invece contenute nell'Allegato I, cui l'articolo VIII fa rinvio.
Ricorda ancora che, in base all'Allegato I, le Parti si impegnano affinché venga assicurata una adeguata protezione della proprietà intellettuale, creata o trasferita nell'ambito dell'Accordo, anche attraverso la notifica tempestiva di ogni evento riguardante tale materia. L'Allegato definisce poi il campo di applicazione delle disposizioni in esso contenute, le modalità di ripartizione dei diritti e dei proventi tra le Parti e la tutela delle informazioni confidenziali di lavoro. Sottolinea quindi che l'articolo IX stabilisce la cessazione della validità dell'Accordo del 1978 a partire dalla data di entrata in vigore del presente Accordo, mentre l'articolo X reca, infine, le clausole di rito relative alla ratifica, all'entrata in vigore, alla durata dell'Accordo, cinque anni automaticamente rinnovabili, salvo denuncia scritta inoltrata per le vie diplomatiche, che non avrà effetto sull'esecuzione dei programmi in corso.
Evidenzia, quindi, che il disegno di legge di ratifica dell'Accordo indicato si compone di quattro articoli. I primi due


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recano, rispettivamente, l'autorizzazione alla ratifica e l'ordine di esecuzione dell'Accordo culturale, scientifico e tecnologico tra Italia e Cina del 9 giugno 1998. L'articolo 3 quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'Accordo, in 403.955 euro per il 2007, 395.675 euro per il 2008 e 403.955 euro annui a decorrere dal 2009. La copertura di tali oneri è reperita nello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero degli affari esteri.
Precisa, quindi, che la relazione tecnica allegata al disegno di legge di ratifica presentato al Senato fornisce una dettagliata previsione delle spese derivanti da ciascun articolo dell'Accordo, riconducibili allo scambio di esperti e docenti, allo svolgimento di corsi di formazione e di conferenze, alla realizzazione di progetti congiunti tra Università e alla partecipazione di funzionari alle riunioni della Commissione mista. La relazione precisa altresì che l'onere annuo a carico del bilancio dello Stato è da iscrivere, per la quota di 77.760 euro, nello stato di previsione del Ministero dell'università e della ricerca, e per la restante quota in quello del Ministero degli Affari esteri. L'articolo 4 dispone infine l'entrata in vigore della legge al giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
Ricorda ancora che ai sensi dell'analisi tecnico-normativa (ATN) allegata alla relazione le disposizioni dell'Accordo non presentano profili di incompatibilità con l'ordinamento comunitario e anzi stabiliscono un collegamento tra attività di cooperazione bilaterale e programmi dell'Unione europea, costituendo un opportuno nesso di complementarità teso a valorizzare e predisporre la partecipazione delle istituzioni delle due Parti ad ambiti sempre più vasti di collaborazione. Quanto all'impatto regolamentare ed amministrativo, l'esecuzione dell'Accordo non richiederebbe inoltre l'adozione di regolamenti e atti amministrativi, non presentando specificità che possano incidere sul quadro normativo vigente. La costituzione e la regolare convocazione di una Commissione mista preposta alla sua attuazione consente peraltro di applicare soddisfacentemente l'Accordo e di sorvegliarne gli sviluppi anche dal punto finanziario e normativo. La necessità dell'autorizzazione parlamentare alla ratifica ai sensi dell'articolo 80 della Costituzione è correlata dalla ATN alla previsione degli oneri finanziari aggiuntivi per l'attuazione dell'Accordo, di cui all'articolo 3, comma 1 del disegno di legge. Evidenzia, invece, come ai sensi dell'analisi dell'impatto della regolamentazione (AIR), l'Accordo consenta di disporre di uno strumento giuridico funzionale ad un sostanziale miglioramento di qualità della cooperazione bilaterale, indirizzata verso le applicazioni della ricerca scientifica al processo di sviluppo tecnologico ed industriale in atto in Cina. Il recepimento dell'Accordo consente, in particolare, di pervenire ad intese dirette con strutture locali, nonché di far partecipare Paesi terzi ed Organizzazioni internazionali a progetti di grande spessore, suscettibili di attirare il finanziamento multilaterale. L'attuazione dell'Accordo, di competenza del Ministero degli affari esteri, avverrà attraverso gli strumenti tipici della collaborazione internazionale in tale settore e, segnatamente, attraverso le riunioni della Commissione mista, precedute e seguite da scambi di informazioni con le amministrazioni e gli organismi competenti.
Propone, quindi, di esprimere parere favorevole sul provvedimento in esame.

Antonio RAZZI (IdV) preannuncia, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), intervenendo in sostituzione del deputato Li Causi, preannuncia, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.


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La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

La seduta termina alle 9.15.

COMITATO RISTRETTO

Mercoledì 18 aprile 2007.

Norme a tutela dei diritti costituzionali dei professori incaricati esterni.
C. 1743 Adenti.

Il Comitato ristretto si è riunito dalle 9.15 alle 9.45.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 18 aprile 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Interviene il sottosegretario di Stato per la pubblica istruzione Gaetano Pascarella.

La seduta comincia alle 14.15.

Schema di riparto dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero della pubblica istruzione, relativo a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, per l'anno 2007.
Atto n. 78.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione - Parere favorevole con condizione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 17 aprile 2007.

Andrea COLASIO (Ulivo), relatore, illustra una nuova formulazione della proposta di parere favorevole, già presentata nella seduta di ieri (vedi allegato 1).

Emerenzio BARBIERI (UDC) manifesta una certa insoddisfazione per la relazione del collega Colasio, evidenziando che il taglio del 75 per cento alle risorse destinate all'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica è da ritenersi eccessivo. Ritiene, altresì, che l'Unione per la lotta all'analfabetismo meriterebbe un contributo più congruo, non comprendendo, infine, le motivazioni a fondamento della riduzione del 9,4 per cento delle risorse assegnate a tutta una serie di enti.

Titti DE SIMONE (RC-SE) concorda con le perplessità avanzate dal collega Barbieri relativamente alla incongruità delle risorse stanziate a favore di alcuni enti, tra cui in particolare quelle assegnate all'Unione per la lotta analfabetismo. Ritiene opportuno a questo proposito che il Ministero della pubblica istruzione chiarisca in particolare le motivazioni alla base dello stanziamento a favore dell'Unione per la lotta all'analfabetismo. Evidenzia, infatti, che dalla nota fornita dal Ministero non risulta possibile evincere tali dati, che sarebbero tuttavia necessari per poter effettuare una valutazione più puntuale.
Segnala quindi, per quanto riguarda i finanziamenti ad associazioni nazionali per singoli settori, che bisognerebbe essere in possesso di dati più specifici che consentano di capire a quali di essi siano assegnate le risorse e in che misura. Ritiene, infine, che le spese per gli enti di formazione dovrebbero essere maggiormente razionalizzate.

Wladimiro GUADAGNO detto Vladimir Luxuria (RC-SE) osserva che l'incremento del 27 per cento circa di risorse all'Unione per la lotta all'analfabetismo può essere considerato utile solo se ne è specificata anche la destinazione, visto che non vi è una vera e propria emergenza in Italia, se non per quanto concerne la necessità di diffondere la lingua italiana tra gli immigrati. Concorda inoltre con l'esigenza di una maggiore trasparenza nella rendicontazione delle risorse stanziate, da parte degli enti, evidenziata anche dalla collega De Simone. Rileva, infine, l'opportunità


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che il Ministero fornisca maggiori dettagli circa l'elenco degli enti beneficiari dei contributi.

Paola FRASSINETTI (AN) concorda con la collega De Simone sulla scarsa chiarezza della relazione del Governo, in relazione alle assegnazioni di risorse agli enti. Rileva che esiste una preoccupante diminuzione di risorse per determinati settori, quali la musica e l'arte, che rischia di aggravare ancora di più la crisi in cui essi versano. Non condivide, infine, il taglio operato nei confronti del Museo della scienza e della tecnologia di Milano.

Valentina APREA (FI) dà innanzitutto il benvenuto al rappresentante del Governo. Sottolinea quindi come appaia inopportuna la previsione del superamento dell'attuale struttura dell'INDIRE e dell'IRRE, ricordando che nel corso della XIII legislatura l'allora opposizione di centrodestra ne chiese la riorganizzazione al Governo Prodi che invece la rifiutò; oggi invece l'attuale maggioranza propone una norma analoga a quella proposta dodici anni fa dalla coalizione cui appartiene. Rileva peraltro che la situazione attuale è profondamente cambiata, ricordando che molti degli enti regionali si sono dati una missione importante, con studi e ricerche a supporto dell'esercizio della propria autonomia scolastica. Con la legge finanziaria 2007 si è deciso invece di superare l'attuale assetto con la creazione dell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, agenzia che peraltro non sembra idonea a gestire il complesso di attività esistente. Evidenzia, infatti, che stanno emergendo nel Paese numerose criticità sulla realizzazione di tale nuova disciplina, visto anche che non c'è stata, finora, alcuna forma di gestione del passaggio di personale, strutture e risorse dall'uno all'altro sistema. Ciò sta generando infatti problemi nella gestione del personale degli enti regionali, nonché problemi logistici che restano irrisolti. Sottolinea, inoltre, che non si comprende con chiarezza quale funzione sia assegnata al Nucleo istituito presso le direzioni regionali, rilevando al contempo che le risorse destinate all'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica risultano assolutamente insufficienti ai compiti ad essa assegnati. Invita, quindi, il rappresentante del Governo a chiarire come potranno essere risolte le criticità evidenziate.

Fulvio TESSITORE (Ulivo) osserva, con riguardo agli enti scientifici speciali, che non appare chiaro se le risorse assegnate agli enti dal Ministero della pubblica istruzione e dal Ministero dell'università e della ricerca, in conseguenza della riforma che ha separato i due dicasteri, siano destinate a soggetti diversi, sulla base del principio che ciò che non è finanziato dall'uno, è finanziato dall'altro. Sarebbe necessario infatti conoscere le linee metodologiche che presiedono a tale ripartizione, eventualmente anche considerando che, a seconda delle competenze, un ente possa percepire risorse dall'uno e dall'altro dicastero. Rileva, inoltre, che alcune riduzioni di stanziamenti non appaiono giustificati. L'Istituto per ciechi Regina Margherita di Monza, per esempio, è già in grave difficoltà, quindi il taglio ulteriore del 9,4 per cento oltre a non essere auspicabile, non è certo giustificato. Nutre, invece, alcune perplessità sull'incremento delle risorse destinate all'Unione per la lotta all'analfabetismo, pur avendo acquisito la documentazione trasmessa da quell'ente a tutti i deputati per sostenere lo stanziamento di ulteriori risorse, pubblicazione che lo induce piuttosto a chiedere una riduzione delle stesse.

Alba SASSO (Ulivo) condivide la relazione del collega Colasio, specie laddove sostiene che, nel momento in cui vi sono richieste di contributi da parte degli enti, non è sufficiente la presentazione del bilancio consuntivo ma sembra piuttosto opportuna quella di un piano da cui si desumano le motivazioni che ne sono a fondamento. Vi è anche, in questo caso, una mancanza di trasparenza nella indicazioni dei dati che andrebbe senz'altro


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corretta per il futuro. In proposito, si chiede per esempio perché i fondi siano stati ridotti solo al Museo della scienza e della tecnologia di Milano e non anche ad altri enti. Ritiene, invece, che l'UNLA ricopra una funzione importante nel trattare il problema dell'analfabetismo, che tocca ancora oggi punte del 46 per cento circa della popolazione nazionale. Con riguardo all'INDIRE e all'IRRE e alla loro confluenza nell'Agenzia nazionale per lo sviluppo dell'autonomia scolastica, evidenzia che nella legge finanziaria 2007 tale problema era stato affrontato solo dal punto di vista economico-finanziario; non ritiene corretto peraltro affermare che tali enti non siano più utili. Sarebbe di certo preferibile che, con l'attribuzione del contributo all'Agenzia, il Governo comunicasse al Parlamento anche le linee di sviluppo ad essa assegnate. Rileva, infine, una mancanza di trasparenza nel riparto dei contributi relativi agli altri enti, come riferito dallo stesso relatore.

Il sottosegretario Gaetano PASCARELLA concorda con l'esigenza di una necessaria inversione di tendenza nella predisposizione degli atti trasmessi all'esame delle Commissioni parlamentari competenti, ai fini dell'espressione del parere. Concorda in particolare con le osservazioni avanzate circa l'opportunità di una rendicontazione più analitica, preannunciando che sarà sua cura rappresentare tale esigenza direttamente agli uffici del Ministero. Osserva, infine, circa il finanziamento destinato al Museo della scienza di Milano, che le risorse stanziate nel 2007 sono state le stesse previste nel 2005 dall'allora Ministro Moratti.

Pietro FOLENA, presidente, intende rilevare sul piano formale, senza entrare nel merito delle proposte, che le Commissioni parlamentari devono essere messe in condizione dall'Esecutivo di esprimere un parere adeguato, sulla base di una documentazione completa ed esaustiva. Sottolinea che rispetto al passato è senz'altro un passo avanti che le fotocopie trasmesse dal Governo siano leggibili, ma non basta di certo al formarsi di una valutazione completa della Commissione.

Andrea COLASIO (Ulivo), relatore, alla luce delle considerazioni espresse da alcuni colleghi, illustra una nuova proposta di parere favorevole con condizione (vedi allegato 2), di cui raccomanda l'approvazione. Rileva, in particolare, che egli stesso non è stato messo in condizione di svolgere adeguatamente gli approfondimenti necessari sulla situazione dei singoli enti, evidenziando, quindi, la necessità che vi sia per il futuro una maggiore congruenza tra le risorse stanziate e gli obiettivi raggiunti dai singoli enti.

Emerenzio BARBIERI (UDC) osserva che la proposta di parere favorevole con condizione, formulata dal relatore, non appare coerente con le sue premesse; la proposta sarebbe dovuta essere infatti di parere contrario e non di parere favorevole con condizione. Esprime forti perplessità, inoltre, per quanto espresso dal rappresentante del Governo, che non ha fornito chiarimenti diretti alle considerazioni critiche espresse da più parti, rinviando la decisione agli uffici del Ministero.
Preannuncia quindi, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto contrario sulla proposta di parere come riformulata.

Valentina APREA (FI) preannuncia, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto contrario sulla proposta di parere come riformulata dal relatore, pur apprezzandone le modifiche apportate nella riformulazione.

Titti DE SIMONE (RC-SE) preannuncia, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere come riformulato dal


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relatore, pur rilevando che la semplice trasmissione di documenti al Parlamento, non suffragati dai dati necessari, non ha rilevanza ai fini della formazione di unadecisione completa. Precisa a questo proposito che è l'ultima volta che la Commissione asseconderà la metodologia usata finora dal Governo, richiamando l'Esecutivo per il futuro ad una indicazione completa delle valutazioni relative al riparto delle risorse agli enti.

Paola FRASSINETTI (AN) preannuncia, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto contrario sulla proposta di parere come riformulata dal relatore, evidenziando che non ci sono interventi significativi rispetto alla proposta originaria.

Fulvio TESSITORE (Ulivo) ritiene significativo che il relatore abbia recepito alcune delle valutazioni critiche emerse nel corso dell'esame in Commissione del provvedimento di riparto presentato dal Ministero della pubblica istruzione. Ritiene peraltro necessario che il rappresentante del Governo trasferisca ai suoi uffici la linea politica volta ad una maggiore trasparenza nella indicazione dei dati in esame, come espressamente richiesto da tutti i rappresentanti dei gruppi. Non gli risulta peraltro che la precedente maggioranza abbia mai recepito le considerazioni critiche manifestate su tali aspetti, così come invece il sottosegretario Pascarella si è impegnato a fare nella seduta odierna.
Preannuncia quindi, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, il voto favorevole sulla proposta di parere del relatore, come riformulata.

La Commissione approva, quindi, la proposta di parere favorevole con condizione, come riformulata dal relatore (vedi allegato 2).

La seduta termina alle 15.20.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 18 aprile 2007. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Interviene il viceministro della pubblica istruzione Mariangela Bastico.

La seduta comincia alle 15.20.

Norme generali sul sistema educativo di istruzione statale nella scuola di base e nella scuola superiore. Definizione dei livelli essenziali delle prestazioni in materia di nidi d'infanzia.
C. 1278 Garagnani, C. 1299 Diliberto e C. 1600 di iniziativa popolare.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 aprile 2007.

Fabio GARAGNANI (FI) sottolinea che la proposta di legge di cui è primo firmatario si propone di rendere omogeneo il quadro normativo in materia di diritto allo studio e libertà di scelta del percorso educativo, in considerazione del fatto che le norme vigenti in Italia, nel campo del diritto allo studio e della scuola in genere, non garantiscono ancora un effettivo pluralismo educativo. Sottolinea inoltre che le leggi approvate da alcune regioni costituiscono un notevole passo avanti nel riconoscimento del ruolo oggettivo di «servizio pubblico» svolto da strutture educative private, mentre la normativa adottata recentemente in altre rimane ancorata a una concezione pubblicistica e totalizzante della scuola, muovendosi nel solco di una logica ormai superata che non si può o non si vuole abbandonare. Ritiene quindi che, pur nel riconoscimento della piena autonomia delle regioni di regolamentare questo importante settore, l'attuale situazione vede la convivenza di sistemi scolastici aperti al privato sociale o caratterizzati da un arroccamento sul ruolo del pubblico, determinando così situazioni di notevole disparità fra i cittadini di uno


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stesso Stato. Occorre, pertanto, favorirel'attuazione del dettato costituzionale dell'articolo 33, quarto comma, che recita, in base al quale si prevede l'equipollenza di trattamento scolastico, su tutti gli aspetti della vita scolastica, compresi quelli economici. Aggiunge quindi che il ruolo delle regioni in merito ai contributi per la scuola non statale, sono d'altronde confermate dal nuovo testo dell'articolo 117 della Costituzione e dalle pronunce della Corte costituzionale in materia. Sottolinea cioè che il ruolo dello Stato-gestore si va trasformando sempre più nel ruolo dello Stato-regolatore in riferimento a tali competenze. Il ruolo dello Stato egemone tende ad essere occupato, nell'ambito politico, da una articolazione democratica delle istituzioni con riconoscimento a pieno titolo di soggetti diversi, caratterizzati nell'ambito dell'organizzazione economica, dalla logica della economia di mercato, e, nell'ambito della società civile, dall'ideale di una società «aperta», sempre più permeabile al riconoscimento e alla valorizzazione dei concetti di multiculturalità. A sua volta il concetto di «pubblico», sinonimo in passato di «statale», è stato inteso in senso sempre più allargato, di esercizio di funzioni rispetto a finalità comuni, sollecitando in ogni campo il pluralismo dei servizi e il decentramento dei poteri. Si supera quindi la vecchia contrapposizione ideologica fra scuola dello Stato laica e scuola privata cattolica, giungendo alla definizione anche della dialettica più complessa fra ruolo della scuola gestita dallo Stato e ruolo di una scuola paritaria riconosciuta, insieme alla scuola statale, quale «secondo pilastro» del sistema nazionale di istruzione nella erogazione di un servizio educativo e formativo valido per l'intera società, e perciò anch'esso pubblico. In quest'ottica diventa dunque necessario che gestori statali e non statali assolvano alla medesima funzione pubblica in un sistema fondato su una convergenza culturale e sociale circa gli obiettivi formativi e governato da norme comuni.
Ribadisce quindi che la proposta di legge di cui è primo firmatario valorizza al massimo il ruolo delle regioni chiamate a definire le modalità di attuazione di una effettiva libertà di scelta delle famiglie tra scuole pubbliche e private, e nel contempo garantisce alle famiglie la tutela di un diritto imprescindibile sancito dalla Carta costituzionale per tutti i cittadini. Precisa che la proposta di legge non si muove nell'ottica di penalizzare o restringere le competenze regionali, che devono essere salvaguardate a tutti gli effetti e valorizzate purché non ledano diritti fondamentali del cittadino, quale quello della libertà di educazione che è riconosciuto dalla normativa statale e regionale. Sottolinea infatti che uno Stato federale, non può non porre, in questo come in altri settori, parametri e standard minimi di assistenza validi in ogni parte del suo territorio, come esplicitato nel nuovo testo dell'articolo 117 della Carta costituzionale, che alla lettera m) del secondo comma, nell'ambito della legislazione esclusiva dello Stato, vi include fra l'altro la determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale. Proprio l'applicazione del principio di sussidiarietà riconosciuto da molti statuti regionali e da tutte le leggi fondamentali delle regioni richiede quindi l'introduzione delle disposizioni previste dalla proposta di legge da lui presentata. Aggiunge che ci sono varie regioni che hanno previsto leggi diverse per il diritto allo studio, che la sua proposta cerca di omogeneizzare, superando le eventuali criticità per gli studenti, in modo che tutti abbiano analoghe opportunità. Non si intende certo invadere la competenza delle singole regioni, ma si prevede un livello di prestazioni uniforme ed essenziale. Ricorda che si tratta di temi che nella passata legislatura erano condivisi anche dalla Margherita e che non comprende perché oggi non lo siano più.

Pietro FOLENA, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.