VIII Commissione - Resoconto di mercoledì 27 giugno 2007


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ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 27 giugno 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per le infrastrutture, Luigi Meduri.

La seduta comincia alle 9.05.

Sull'ordine dei lavori.

Gianpiero BOCCI (Ulivo) osserva che in queste ore sono consultabili, in via informale, diverse versioni del cosiddetto «Allegato infrastrutture» al DPEF, sebbene esso non risulti ancora essere stato approvato dal CIPE e, dunque, trasmesso al Parlamento. Giudica particolarmente grave tale circostanza, anche in ragione del fatto che il Ministro delle infrastrutture non ha - ad oggi - inviato alcun documento alla Commissione, né ha avuto modo di riferire alla stessa Commissione sulle misure relative all'elenco delle opere di interesse strategico.

Raffaella MARIANI (Ulivo) concorda pienamente con le considerazioni svolte dal deputato Bocci, ricordando di avere sottolineato più volte, nelle scorse settimane, l'esigenza di un preventivo scambio di opinioni con il Ministro delle infrastrutture in vista dell'emanazione del cosiddetto «Allegato infrastrutture» al DPEF. Fa presente, inoltre, che da numerosissimi


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amministratori locali giungono ripetuti solleciti ad avere informazioni, anche perché da circa due mesi si registrano - sugli organi di informazione - continue e spesso contraddittorie dichiarazioni del Ministro delle infrastrutture in relazione al contenuto del documento in questione.

Ermete REALACCI, presidente, dichiara di avere più volte sollecitato il Ministro delle infrastrutture ad un confronto sulle priorità infrastrutturali in vista dell'esame parlamentare del DPEF; tale confronto, tuttavia, non c'è stato, anche perché il Ministro non ha ancora ritenuto di accogliere l'invito a discutere di tali argomenti con la Commissione. Inoltre, pur prendendo atto che, formalmente, tale documento deve essere portato all'attenzione delle Commissioni parlamentari competenti solo dopo la sua approvazione da parte del CIPE e del Consiglio dei ministri, ritiene che sarebbe stato, non solo opportuno, ma anche necessario un dialogo ed un confronto fra Governo e Commissione - piuttosto che sulle singole opere o sulle istanze particolari o particolaristiche - sulla definizione di criteri e modalità efficaci e di qualità, nonché sulla adeguatezza dell'Allegato, ad esempio, a raccogliere la domanda politica di dotazioni infrastrutturali coerenti le politiche di contrasto dei cambiamenti climatici o con gli impegni derivanti dal Protocollo di Kyoto. In ogni caso, assicura che, anche in ragione di questo mancato confronto preventivo, si adopererà affinché la Commissione possa esaminare e valutare il documento in questione nel pieno esercizio delle proprie prerogative e del proprio ruolo, senza dare per scontato un consenso preventivo su un testo che non è stato per nulla concordato in sede parlamentare.

Il sottosegretario Luigi MEDURI afferma che si farà senz'altro carico di rappresentare al Ministro delle infrastrutture le questioni testé sollevate dalla Commissione.

Schema di decreto legislativo concernente modifiche al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163, recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture.
Atto n. 104.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Tino IANNUZZI (Ulivo), relatore, ricorda preliminarmente che lo schema di decreto legislativo in esame è stato predisposto dal Governo in attuazione della norma di delega contenuta nell'articolo 25, comma 3, della legge 18 aprile 2005, n. 62, che consente di emanare disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163 (recante il codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture) entro due anni dalla sua data di entrata in vigore. Si tratta di un provvedimento che prosegue l'attività di revisione del codice avviata dall'attuale Governo con la sospensione di alcuni istituti (decreto-legge n. 173 del 2006 convertito con modificazioni nella legge n. 228 del 2006) e con l'emanazione del primo decreto legislativo correttivo (decreto legislativo n. 6 del 2007), facendo tesoro dei risultati del confronto attivato durante questa fase con le categorie e con i rappresentanti istituzionali di settore, confronto che - come è sottolineato nella relazione illustrativa - era stato sviluppato proprio per mettere a punto specifiche e puntuali misure correttive e non già per introdurre «non meglio determinati esiti di mera disapplicazione» della disciplina dettata dal codice. Ricorda che sullo schema di decreto legislativo la Conferenza unificata ed il Consiglio di Stato hanno espresso i rispettivi parerei nella riunione del 15 marzo 2007 e nella adunanza generale del 6 giugno 2007. A proposito del parere del Consiglio di Stato, nel segnalare che l'atto contiene un interessante approfondimento della questione relativa ai limiti della legislazione delegata


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e dello strumento del decreto correttivo, non può, peraltro, esimersi dal ricordare che, sul finire della passata legislatura, lo stesso Consiglio di Stato, con una lettura da molti ritenuta «assai estensiva» delle norme contenute nella legge di delega, diede sostanzialmente il via libera al testo predisposto dal Governo allora in carica e, lasciati cadere tutti i dubbi espressi sulla conformità di quel testo alla delega parlamentare e alle direttive comunitarie, all'emanazione del codice degli appalti.
Tornando allo schema di decreto legislativo in esame, rileva che esso contiene una pluralità di norme - in particolare in materia di procedura negoziata con e senza bando, di dialogo competitivo, di accordo quadro, di concorsi di idee, di rafforzamento della tutela del lavoro e della vigilanza in materia di contratti pubblici -, tutte coerentemente finalizzate: 1) a garantire una maggiore aderenza dell'ordinamento interno al dettato comunitario e, comunque, all'apertura dei mercati e alla promozione di una effettiva e corretta concorrenza fra gli operatori di mercato; 2) ad accrescere la trasparenza e la verificabilità delle procedure e dei comportamenti sia degli operatori economici che delle stazioni appaltanti e degli altri soggetti operanti nel settore; 3) a snellire le procedure amministrative, soprattutto se non funzionali al perseguimento delle esigenze di trasparenza e apertura del mercato.
Nel ricordare che il provvedimento in esame si compone di cinque articoli, fa presente che l'articolo 1, interviene prevalentemente sugli istituti giuridici la cui applicazione era stata sospesa prima con l'articolo 1-octies del decreto-legge n. 173 del 2006, quindi con il primo decreto legislativo correttivo (n. 6 del 2007), disponendo anche un'ulteriore sospensione dell'applicazione delle norme relative al dialogo competitivo e all'appalto integrato fino all'entrata in vigore del regolamento di attuazione previsto dall'articolo 5 del Codice (n. 8). In merito a tali disposizioni sospensive, peraltro, prima di passare alle questioni sostanziali, ritiene che sia opportuno sin d'ora far presente che occorre al più presto individuare una soluzione legislativa alla disciplina dell'istituto dell'appalto integrato, che potrebbe rappresentare un elemento di forte chiarezza per le stazioni appaltanti, per il mondo delle imprese e della progettazione e gli operatori del settore. Su questo tema giudica importante che la Commissione affronti la questione e si sforzi di individuare possibili punti di apertura e dialogo. In particolare, ritiene che vada verificata e favorita - anche tenendo conto delle disposizioni specifiche sul punto nel Regolamento di attuazione in itinere - la possibilità di modificare l'articolo 53 del codice, contemperando le esigenze delle imprese e quelle del mondo delle professioni operanti nel campo tecnico con soluzioni innovative ed equilibrate per la più efficace tutela dell'interesse delle comunità alla migliore e più adeguata progettazione - che ha un ruolo centrale e fondamentale - ed alla successiva realizzazione delle opere pubbliche. A suo giudizio, si tratta - in questo ambito - di valutare con molta attenzione la questione, che ha stimolato ampie riflessioni tra mondo della progettazione e mondo della costruzione, della possibilità di porre il solo progetto preliminare a base della gara dell'appalto integrato.
Rileva, inoltre, che per quanto riguarda gli interventi sostanziali sugli altri istituti in precedenza sospesi, l'articolo 1 limita l'ambito di applicazione della procedura negoziata con e senza pubblicazione di un bando di gara (nn. 1 e 2); ai fini del ricorso al dialogo competitivo nel caso di affidamenti di lavori, richiede il parere obbligatorio del Consiglio superiore dei lavori pubblici (e, nel caso di beni culturali, del Consiglio superiore dei beni culturali) (n. 3); circoscrive l'ambito di applicazione dell'istituto dell'accordo quadro, unicamente ai lavori di manutenzione (n. 4). L'articolo 1 reca anche ulteriori norme sostanziali, incidenti su altri istituti, quali i concorsi di progettazione e idee sotto soglia comunitaria (ai quali estende la disciplina prevista per l'affidamento di incarichi di progettazione di importo inferiore ai 100.000 euro, prevista dall'articolo 91,


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comma 2) (n. 5); gli appalti di servizi e forniture sotto soglia (per i quali prevede l'obbligo di pubblicazione dell'avviso con i risultati della procedura di affidamento sui siti informatici di cui all'articolo 66, comma 7) (n. 6); le concessioni di lavori pubblici, per le quali prevede la possibilità che nel piano economico-finanziario dell'opera venga stabilito un prezzo di restituzione della stessa al concedente, relativamente alla quota non ammortizzata nel periodo di gestione (n. 7). L'articolo 2 reca disposizioni di mero coordinamento formale ed interventi di carattere sostanziale che, secondo quanto enunciato nella relazione, sono volti «ad assicurare condizioni di maggiore trasparenza e limpida concorrenzialità». Tra questi ultimi, segnala: l'estensione agli affidamenti di servizi e forniture della previsione del rimborso delle spese sostenute per l'esecuzione del contratto, qualora questo sia stato avviato in via d'urgenza (n. 3); alcune modifiche alla disciplina dei consorzi stabili ed in particolare, la precisazione dell'applicazione ai medesimi della disposizione dettata per i raggruppamenti temporanei, secondo cui essi sono tenuti ad indicare, in sede di offerta, per quali consorziati il consorzio concorre, consorziati ai quali è fatto divieto di partecipare alla medesima gara (n. 6); alcuni interventi in materia di raggruppamenti temporanei, tra cui l'estensione ai casi previsti dalla normativa antimafia della disciplina della prosecuzione dei rapporti contrattuali con la stazione appaltante dettata per le ipotesi di fallimento del mandatario o del mandante o, ove si tratti di imprenditore individuale, di morte, interdizione, inabilitazione o fallimento del medesimo (n. 7); con riferimento alle procedure ristrette, l'estensione anche ai contratti per l'affidamento di servizi e forniture della previsione secondo cui sono invitati tutti i soggetti che ne abbiano fatto richiesta e che siano in possesso dei requisiti di qualificazione previsti dal bando (n. 9); la generalizzazione del principio secondo cui il mancato utilizzo di moduli predisposti dalle stazioni appaltanti per la presentazione delle offerte non costituisce causa di esclusione (n. 10); la possibilità che la commissione giudicatrice, nel caso di utilizzo del criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, sia presieduta, quando vi siano carenze di organico, da un funzionario della stazione appaltante incaricato di funzioni apicali, piuttosto che dal dirigente (n. 11); la generalizzazione dell'obbligo per il responsabile del procedimento di verificare la conformità del progetto esecutivo o definitivo rispettivamente, al progetto definitivo o preliminare (n. 13); la limitazione ai soli lavori della definizione di subappalto recata dall'articolo 118, comma 11 (n. 15); l'estensione anche alle concessioni sotto soglia della disciplina dettata per le concessioni di lavori pubblici e per gli appalti di lavori affidati dai concessionari di lavori pubblici (nn. 16-18); il possibile ricorso alla procedura negoziata nei casi di cd. ripetizione di lavori analoghi in materia di beni culturali analoghi (n. 25). La medesima disposizione contempla interventi di portata sostanziale in materia di realizzazione delle infrastrutture strategiche, finalizzati, da un lato, a promuovere un più ampio ed efficace ricorso al meccanismo della finanza di progetto e, dall'altro, a consentire il monitoraggio finanziario delle opere strategiche. Con riferimento al primo profilo, in primo luogo si prevedono la predisposizione da parte dei soggetti aggiudicatori di studi di fattibilità delle infrastrutture strategiche da realizzare e l'acquisizione su tali studi delle valutazioni dell'Unità tecnica Finanza di Progetto, dirette a verificare le forme per il ricorso a capitali privati ed i presupposti per la concreta attuabilità (valutazioni acquisite dal CIPE nel caso di infrastrutture strategiche che prevedono il ricorso a capitali privati); quindi, viene attribuita priorità, nell'ambito del Programma delle infrastrutture strategiche, alle infrastrutture già avviate, con il progetto esecutivo approvato, o per le quali ricorre la possibilità di finanziamento con capitale privato, sia di rischio che di debito, nella misura maggiore possibile (n. 20, lett. a). Con riferimento al secondo profilo, il medesimo


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n. 20, alla lettera b), stabilisce il ricorso al SIOPE (Sistema Informativo delle Operazioni degli Enti Pubblici) e l'obbligo da parte dei soggetti responsabili delle opere di far riportare anche il CUP (Codice Unico di Progetto) sui mandati informatici utilizzati per il pagamento dei fornitori. Tale ultima disposizione, che ha la condivisibile finalità di «garantire la disponibilità di dati tempestivi ed attendibili sull'evoluzione della spesa per la realizzazione degli interventi infrastrutturali», offre l'occasione per richiamare il più generale tema del monitoraggio dello stato di attuazione della legge obiettivo. A questo proposito, evidenzia - a fronte della pluralità delle fonti informative e della carenza di standardizzazione dei dati sulle infrastrutture strategiche - l'esigenza ben nota alla Commissione, di un raccordo fra le banche dati esistenti e della realizzazione di un sistema omogeneo basato su un flusso integrato di rilevamento, organizzazione e trasmissione di informazioni agli organi a vario titolo competenti, e in primo luogo al Parlamento. Ricorda quindi che ulteriori disposizioni in materia di infrastrutture strategiche attribuiscono nuovi compiti al Ministero delle infrastrutture per l'attuazione del programma delle infrastrutture strategiche (n. 21), la possibilità di utilizzare la procedura di appalto-concorso nell'aggiudicazione delle concessioni e degli affidamenti a contraente generale (n. 22). L'articolo 3 detta disposizioni finalizzate, secondo quanto precisato nella relazione illustrativa, a «rafforzare la tutela del lavoro - con riguardo segnatamente alle condizioni di lavoro e ai diritti dei lavoratori nell'esecuzione dei contratti pubblici - e la vigilanza in materia, soprattutto per esigenze di contrasto alla criminalità mafiosa, in virtù di una attenta considerazione della realtà nazionale ed in accoglimento di precise indicazioni formulate, rispettivamente, dal Ministero del lavoro e della previdenza sociale e dal Ministero dell'interno». In particolare, i numeri da 1) a 4) del comma 1 prevedono l'integrazione del regolamento di attuazione di cui all'articolo 5 del codice con norme di tutela dei diritti del lavoratori, l'esplicito coinvolgimento del Ministero del lavoro tra i soggetti con cui l'Osservatorio dei contratti pubblici deve attivare un apposito collegamento informatico, nonché criteri attinenti alla determinazione da parte dell'Osservatorio dei costi standardizzati per tipo di lavoro e per tipo di servizio e fornitura. Il numero 5) incide sui requisiti di ordine generale per la partecipazione alle procedure di affidamento, prevedendo l'esclusione dei soggetti nei cui confronti sia stata disposta la sospensione o la revoca dell'attestazione SOA da parte dell'Autorità per falsità nella documentazione o nelle dichiarazioni. L'articolo 3 interviene anche sulla complessa disciplina del sistema di qualificazione per eseguire lavori pubblici, per «responsabilizzare le SOA ai fini del corretto svolgimento delle proprie attività» e per «rendere concretamente possibile l'espletarsi del potere sanzionatorio da parte dell'Autorità di vigilanza», attraverso le seguenti misure: l'attribuzione di natura pubblicistica all'esercizio da parte delle SOA dell'attività di attestazione per gli esecutori di lavori pubblici e, conseguentemente, la qualificazione delle attestazioni rilasciate quali atto pubblico a fini penali (n. 6, lett. a); la definizione, in sede di regolamento, di sanzioni pecuniarie ed interdittive per il caso di inerzia delle SOA a seguito di richiesta di informazioni ed atti da parte dell'Autorità per la vigilanza (n. 6, lett. b); la responsabilità delle SOA della conservazione della documentazione e degli atti utilizzati per il rilascio delle attestazioni e l'obbligo di rendere disponibile tale documentazione ai soggetti indicati nel regolamento, anche in caso di sospensione o revoca dell'autorizzazione all'esercizio dell'attività di attestazione (n. 7 - comma aggiuntivo 9-bis); l'obbligo a carico delle SOA di revocare l'attestazione di qualificazione nel caso di accertamento che il suo rilascio sia avvenuto in carenza dei requisiti richiesti o quando essi siano successivamente venuti meno, obbligo il cui inadempimento è sanzionato con la revoca da parte dell'Autorità dell'abilitazione all'esercizio dell'attività di attestazione (n. 7 - comma aggiuntivo 9-ter).


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Le ulteriori disposizioni contenute nell'articolo 3 riguardano: l'estensione del rimedio della risoluzione del contratto da parte della stazione appaltante anche al caso in cui si sia verificata una revoca dell'attestazione di qualificazione, per aver prodotto falsa documentazione o dichiarazioni mendaci, nonché al caso di adozione di provvedimenti definitivi che dispongono nei confronti dell'appaltatore l'applicazione di una o più misure di prevenzione per reati di tipo mafioso di cui agli articoli 2 e seguenti della legge 31 maggio 1965, n. 575 (n. 8); il rafforzamento delle misure anticrimine per le opere strategiche, attraverso la previsione del monitoraggio dei flussi finanziari relativi alla realizzazione dell'opera e l'estensione della procedura di monitoraggio antimafia agli interventi strategici di cui all'articolo 253, comma 27, lettera f). L'articolo 4 contiene la clausola di invarianza della spesa - sul quale saranno opportune le valutazioni della V Commissione, che peraltro esprimerà direttamente al Governo le osservazioni di propria competenza -, mentre l'articolo 5 dispone in merito all'entrata in vigore del provvedimento, esplicitando la cessazione a tale data dell'applicazione dell'articolo 1, comma 2 del decreto legislativo n. 6 del 2007 (sulla sospensione dell'efficacia dell'articolo 8, comma 6, relativo all'istituzione del ruolo dell'Autorità). In conclusione, alla luce di quanto sopra espresso, ritiene opportuno che la Commissione esamini e dibatta in maniera approfondita il presente provvedimento, ed esprime apprezzamento per la decisione presa il 20 giugno scorso dall'Ufficio di Presidenza di svolgere un ciclo di audizioni informali, peraltro breve anche in considerazione dell'ampio lavoro conoscitivo già svolto dalla Commissione sull'argomento nei mesi scorsi, allo scopo di offrire ai diversi soggetti operanti nel settore degli appalti pubblici l'opportunità di valorizzare al massimo il loro punto di vista e la loro esperienza, il loro contributo di stimolo e di proposta, peraltro già assicurato nel corso dell'ultimo anno. Ritiene, altresì, di dover sottolineare la piena disponibilità personale, e della maggioranza, a ponderare e valutare costruttivamente, nel merito, ogni contributo proveniente dai detti soggetti e, a maggior ragione, dai deputati dell'opposizione. In ogni caso, ritiene opportuno ponderare con particolare attenzione i problemi originati dalle procedure di infrazione alla normativa comunitaria, per definire le conseguenti modifiche normative. Conclude esprimendo, più che un auspicio, la convinzione che, compatibilmente con il rigido e stretto vincolo temporale imposto dalla legge ai lavori - essendo la Commissione tenuta ad esprimere il proprio parere entro e non oltre il prossimo 24 luglio e tuttavia, il 31 luglio essendo in scadenza anche la proroga degli istituti che si intendono modificare con il testo in esame - la Commissione saprà conseguire un duplice obiettivo: riaffermare il ruolo centrale del Parlamento, la sua capacità, nel rispetto dei ruoli e delle prerogative della maggioranza e dell'opposizione, di esercitare un incisivo controllo sulla legislazione delegata e di porsi come luogo centrale della cooperazione e del dialogo positivo fra le istituzioni di governo nazionale, regionale e locale, le categorie interessate, le forze produttive e quelle sociali presenti sul territorio; consegnare al Paese una legislazione in materia di appalti pubblici più chiara, più certa, più aderente al dettato comunitario, più trasparente e più snella, più attenta alle tutele dei lavoratori, più aperta ai mercati e alla concorrenza.

Ermete REALACCI, presidente, ringrazia il relatore per l'eccellente lavoro svolto e sottopone alla sua attenzione, oltre alla questione della necessità di un confronto con il Ministro delle infrastrutture sullo stesso regolamento attuativo del codice, anche quella dell'opportunità di chiedere ai diversi soggetti, che non parteciperanno al ciclo di audizioni informali, di far pervenire contributi scritti per una loro attenta valutazione.
Richiamate le puntuali osservazioni del relatore sull'opportunità di valutare un intervento sulle norme relative all'appalto integrato, osserva, inoltre, che - a differenza


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del provvedimento correttivo del cosiddetto «codice ambientale», che necessita di un doppio parere della Commissione - nel caso del provvedimento in esame è previsto un solo parere e questo deve indurre la Commissione a valutare con la massima attenzione tutti gli istituti presi in considerazione, nonché la portata ed il contenuto complessivi del prescritto parere.
Infine, ritiene che vi siano almeno due questioni sulle quali il lavoro della Commissione possa efficacemente raccogliere le istanze e le esigenze diffuse che provengono dai soggetti che operano nel settore. La prima questione, generalmente riferibile ai profili della sicurezza nel settore degli appalti pubblici, attiene in particolare alla prevenzione delle infiltrazioni mafiose e alla tutela delle condizioni di sicurezza e dei diritti dei lavoratori; la seconda riguarda la tutela delle piccole e medie imprese nel settore degli appalti, per la quale occorre individuare possibili soluzioni normative. Allo stesso tempo, giudica opportuno verificare i problemi che sembrano emergere, sotto il profilo procedurale, dall'attuazione della cosiddetta «legge obiettivo», che non sembrerebbe palesare - allo stato - particolari elementi di velocizzazione nel settore delle opere pubbliche.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (SDpSE), apprezzato il lavoro svolto dal relatore, segnala che il problema della sicurezza nel settore degli appalti coinvolge anche la questione più generale del contrasto alle infiltrazioni di carattere mafioso, sulla quale la Commissione parlamentare «Antimafia» ha già avviato un importante lavoro istruttorio. Invita, pertanto, il relatore a valutare la possibile individuazione di forme di collaborazione tra le due Commissioni sul richiamato argomento.

Tino IANNUZZI (Ulivo), relatore, rileva che - proprio al fine di affrontare il delicato problema sollevato dal deputato Lomaglio - la Commissione ha in programma di svolgere una audizione di rappresentanti della DNA, al fine di riflettere sul tema, di natura generale, delle problematiche relative al settore degli appalti.

Ermete REALACCI, presidente, ritiene che la Commissione possa individuare le forme più opportune per avviare modalità di confronto e collaborazione con la Commissione parlamentare «Antimafia», anche mediante la possibile acquisizione del materiale e della documentazione già prodotti.
Rinvia, quindi, il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 9.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 27 giugno 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 9.45 alle 9.55.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 27 giugno 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Intervengono il ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Alfonso Pecoraro Scanio, e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 14.25.

Proposta di nomina del dottor Domenico Pappaterra a presidente dell'Ente parco nazionale del Pollino.
Nomina n. 41.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Francesco NUCARA (Misto-RLR), relatore, ringrazia anzitutto il Presidente per avergli voluto conferire l'incarico di svolgere il compito di relatore sulla proposta


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di nomina del dottor Domenico Pappaterra a presidente dell'Ente parco nazionale del Pollino, osservando che si tratta di un compito reso estremamente semplice dall'autorevole curriculum del candidato, che possiede tutte le qualità professionali e personali per ricoprire al meglio l'incarico per cui è stato proposto. Fa presente, infatti, che il candidato è nato nel territorio del parco, è stato sindaco di un comune che si trova all'interno del parco, è stato protagonista dell'avvio del procedimento di riconoscimento del parco, oltre che essere stato assessore regionale e vicecommissario per l'emergenza rifiuti in quei territori.
Rilevato come la candidatura trova anche un forte riscontro nell'assoluto valore professionale del dottor Pappaterra, ritiene che sussistano tutte le condizioni perché la Commissione, come raramente accade, possa esprimersi all'unanimità sulla proposta di nomina in esame, in ordine alla quale formula conseguentemente una proposta di parere favorevole.

Tommaso FOTI (AN) sottolinea di avere avuto modo di conoscere e di apprezzare l'importanza e la qualità del lavoro svolto dal collega Pappaterra, nella stessa VIII Commissione, nella passata legislatura. Associandosi alle considerazioni positive svolte dal relatore, fa presente, pertanto, che il suo gruppo voterà a favore della proposta di nomina in esame.

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo) osserva preliminarmente che la proposta di nomina in esame costituisce un bel segnale politico della coerente volontà del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare di procedere al superamento del regime di commissariamento dei parchi nazionali, mediante la nomina dei relativi presidenti, e di recepire le indicazioni formulate dalla Commissione, fin dall'inizio della legislatura, in ordine alla adozione di criteri di qualità nell'individuazione dei candidati. Quanto alla scelta del dottor Pappaterra, condivide i giudizi lusinghieri espressi dai deputati sinora intervenuti sulle sue indubbie qualità e capacità tecniche e politiche. Inoltre, svolgendo una considerazione anche personale, dà volentieri atto al Ministro che con la proposta odierna si da concretamente seguito all'impegno assunto in risposta ad una propria interrogazione parlamentare. Auspica, anzi, che anche sul versante delle risorse finanziarie possa esserci, nei confronti dell'Ente parco nazionale del Pollino, la stessa attenzione e la stessa puntualità dimostrata oggi, anche perché il parco rappresenta in quella realtà, non soltanto un fondamentale strumento di tutela ambientale, ma anche di sviluppo economico e civile del territorio. Conclude, riferendo dell'ottima accoglienza che la proposta di nomina del dottor Pappaterra ha ricevuto sul territorio calabrese e lucano da parte di tutte le comunità locali.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno) ringrazia preliminarmente il Presidente della Commissione per la sensibilità dimostrata in recenti dichiarazioni alla stampa nazionale in ordine al ruolo che spetta alla Commissione nel dialogo e nel confronto con il Governo e alla centralità del Parlamento nella vita democratica. Venendo poi alla proposta di nomina in esame, esprime il suo convinto sostegno a favore della candidatura presentata, non solo per le indubbie capacità professionali del candidato, ma anche per le sue elevate qualità e doti umane, che ha avuto modo di apprezzare nel precedente impegno parlamentare del dottor Pappaterra.

Franco STRADELLA (FI) si associa alle considerazioni positive sinora svolte sulla proposta di nomina in esame e auspica che tale atto possa costituire il segnale di un nuovo atteggiamento del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, più aderente alle indicazioni formulate dalla Commissione circa i criteri generali ai quali attenersi in sede di nomina dei responsabili dei parchi nazionali.

Fulvia BANDOLI (SDpSE) ricorda che l'Ente parco nazionale del Pollino versa in una situazione particolarmente difficile e manifesta, unitamente al proprio consenso


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per la proposta di nomina in esame, la piena convinzione che il dottor Pappaterra sia la personalità giusta per dirigere al meglio il parco e per metterlo in condizione di esprimere tutte le energie e le potenzialità positive che sono presenti in quel territorio.

Raffaella MARIANI (Ulivo) esprime l'adesione convinta del suo gruppo alla nomina del dottor Pappaterra a presidente dell'Ente parco nazionale del Pollino, ricordando con piacere di avere avuto modo di conoscere direttamente, nell'impegno parlamentare, le grandi qualità umane e professionali del candidato. Condivide altresì le considerazioni dei deputati intervenuti in ordine al segnale positivo rappresentato dalla proposta di nomina in esame, sia per quanto riguarda il superamento della fase di gestione commissariale dei parchi nazionali, sia in ordine all'osservanza, da parte del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, dei criteri generali indicati dalla Commissione per le nomine dei responsabili dei parchi nazionali.

Vittorio ADOLFO (UDC), si associa alle considerazioni sinora svolte ed esprime un giudizio favorevole sulla proposta di nomina in esame.

Grazia FRANCESCATO (Verdi) ricorda che la proposta di nomina in esame risponde positivamente a tutti i criteri indicati per gli incarichi di direzione dei parchi nazionali - competenza ambientale, competenza gestionale e forte legame con il territorio - ed esprime la convinzione che il dottor Pappaterra saprà svolgere un ruolo chiave per il rilancio dell'Ente parco nazionale del Pollino e del suo territorio.

Giacomo DE ANGELIS (Com.It), associandosi alle motivazioni espresse dai deputati intervenuti, formula il proprio giudizio positivo sulla proposta di nomina in esame.

Paolo CACCIARI (RC-SE) dichiara di condividere i giudizi positivi sul candidato proposto ed esprime il proprio consenso sulla proposta di nomina in esame.

Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo concernente ulteriori modifiche al decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale.
Atto n. 96.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 26 giugno 2007.

Mauro CHIANALE (Ulivo), relatore, avverte di avere predisposto una nuova versione della propria proposta di parere (vedi allegato 1), di cui illustra sinteticamente il contenuto, auspicandone l'approvazione da parte della Commissione, in uno spirito che ha visto un enorme sforzo di elaborazione, finalizzato a raccogliere tutte le positive indicazioni provenienti dagli addetti ai lavori, dal sistema delle autonomie territoriali e dagli stessi componenti della Commissione.

Ermete REALACCI, presidente, dà atto al relatore che l'approfondimento delle questioni, l'individuazione delle soluzioni e la stessa elaborazione tecnica del parere hanno richiesto un enorme lavoro; per tali ragioni, intende ringraziarlo per la assoluta qualità, nonché per la mole, dell'impegno e del lavoro profusi.

Roberto TORTOLI (FI) ricorda che sul provvedimento correttivo in esame il suo gruppo aveva avuto inizialmente un atteggiamento molto critico, per la dichiarata volontà politica della maggioranza di farne lo strumento dello scardinamento del quadro legislativo messo a punto nella passata legislatura con grande fatica, e anche con qualche inevitabile errore, con l'intento di dare ordine e chiarezza alla legislazione ambientale. Nell'annunciare ora l'astensione


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del gruppo di Forza Italia sulla nuova versione della proposta di parere elaborata dal relatore, sottolinea il valore politico di tale scelta, con cui si intende dare forza ad un documento che in molti casi è un vero e proprio atto di denuncia degli errori contenuti nello schema di decreto legislativo presentato dal Governo, in coerenza del resto con il giudizio negativo già espresso precedentemente dalle Regioni. Dando quindi atto del serio lavoro svolto dalla Commissione con l'obiettivo di realizzare una legislazione che sia strumento adeguato di governo di un settore fondamentale come quello ambientale, esprime il forte auspicio che il Governo sappia fare tesoro di questo lavoro e lo traduca concretamente nel recepimento delle osservazioni formulate, anche al fine di consentire che, in occasione del secondo passaggio parlamentare del provvedimento in esame, il gruppo di Forza Italia possa confermare l'odierna posizione di riconoscimento del buon lavoro svolto dalla Commissione.

Tommaso FOTI (AN) ritiene preliminarmente di dover richiamare gli eccessi polemici, in alcuni casi anche con connotazioni di carattere politico-personale, che sul finire della passata legislatura e in campagna elettorale - anche da parte del Presidente e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare - avevano caratterizzato l'atteggiamento dei gruppi di centrosinistra nei confronti del codice ambientale varato dal centrodestra e più in generale dei provvedimenti dell'allora ministro Matteoli, affinché sia possibile oggi prendere atto che tali eccessi debbono essere considerati, alla luce della proposta di parere predisposta dal relatore, del tutto privi di fondamento.
Dà atto del lavoro svolto dal relatore, che dimostra attenzione e approfondimento delle diverse problematiche, nonché della completezza dell'attività conoscitiva svolta dalla Commissione per acquisire l'orientamento dei soggetti e degli operatori del settore. Tuttavia, ritiene che - prima di pronunciarsi definitivamente sulla proposta di parere in esame - sia opportuno verificare cosa farà il Governo in sede di recepimento delle condizioni e delle osservazioni in esso contenuti. Solo nella seconda fase di esame parlamentare sarà dunque possibile, per il suo gruppo, valutare compiutamente la bontà del lavoro svolto dalla Commissione in relazione a quanto sarà rimasto nel testo rispetto all'odierna proposta di parere. Rileva, infine, che alcune osservazioni, pure importanti, sottoposte all'attenzione della Commissione da alcuni dei soggetti interessati non hanno trovato «ospitalità» nella proposta di parere predisposta dal relatore. Nel citare in via esemplificativa, sotto questo profilo, talune richieste rappresentate dal Polieco, conclude chiedendo al Presidente di fare in modo che le osservazioni e le proposte formulate dall'opposizione siano acquisite agli atti della Commissione, per essere messe a disposizione di tutti gli interessati.
Annuncia, quindi, il voto contrario del suo gruppo sulla nuova versione della proposta di parere in esame, manifestando la disponibilità a modificare tale posizione al termine del secondo passaggio del provvedimento in sede parlamentare.

Vittorio ADOLFO (UDC), nel dare atto del recepimento, nella proposta di parere elaborata dal relatore, di molte delle osservazioni prospettate dalle regioni e dalle categorie interessate, annuncia il voto di astensione del proprio gruppo, anche come segnale di riconoscimento dell'impegno e del lavoro svolto dalla Commissione e dal relatore in questa direzione.

Il ministro Alfonso PECORARO SCANIO ringrazia la Commissione per il lavoro svolto. Ricorda, peraltro, che il Governo aveva licenziato lo schema di decreto legislativo in esame fin dallo scorso ottobre e che successivamente si è svolta una lunghissima fase di concertazione e di confronto con il sistema delle autonomie locali. Ricorda, altresì, che il Governo si è mostrato fin dall'inizio disponibile a recepire molte delle osservazioni prospettate, anche al di là del proprio punto di vista, purché in linea con gli obiettivi di fondo


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di una maggiore chiarezza, trasparenza e funzionalità della legislazione. Dà atto ai deputati dell'opposizione dell'atteggiamento costruttivo espresso a nome dei rispettivi gruppi e conferma l'impegno a tenere conto delle proposte di modifica del provvedimento in esame, purché in un quadro di coerenza anche con l'impianto normativo comunitario, ovvero, data la ristrettezza dei tempi a disposizione per gli ulteriori interventi correttivi, a tenere in ogni caso conto del parere e delle proposte formulate in sede parlamentare in vista dell'emanazione dei futuri provvedimenti in materia.

Roberto TORTOLI (FI), intervenendo per una precisazione, sottolinea l'esigenza che il Governo emani al più presto la normativa attuativa del codice ambientale, anche a partire dai settori non direttamente interessati dal provvedimento in esame.

Il ministro Alfonso PECORARO SCANIO assicura la piena disponibilità a procedere nel senso indicato dal deputato Tortoli.

La Commissione approva, quindi, la nuova versione della proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.05.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 27 giugno 2007. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Interviene il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali, Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 15.05.

DL 61/07: Emergenza nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella regione Campania.
C. 2826 Governo, approvato dal Senato.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 26 giugno 2007.

Ermete REALACCI, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Comunica, quindi, che sono stati presentati emendamenti al disegno di legge in esame (vedi allegato 2).

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), relatore, propone di rinviare alla fase di discussione in Assemblea l'esame di tutti gli emendamenti presentati, poiché - allo stato - non sembrano sussistere le condizioni per apportare modifiche al testo del provvedimento approvato dall'altro ramo del Parlamento. A tal fine, invita la Commissione a considerare respinti per l'esame in Assemblea i citati emendamenti, dichiarando sin d'ora la disponibilità a lavorare a possibili modifiche da inviare al Senato, qualora maturassero le condizioni per giungere ad un condiviso percorso di miglioramento del testo.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime un orientamento conforme a quello del relatore, giudicando ragionevole la proposta testé formulata.

Tommaso FOTI (AN), ritenendo irrazionale rinviare alla fase di discussione in Assemblea l'esame di tutti gli emendamenti presentati, osserva che la questione vera che il Governo può chiarire subito è quella relativa alla volontà di porre la questione di fiducia sul provvedimento, nel qual caso la discussione in corso è del tutto inutile; al contrario, se sussiste la volontà di aprire un dialogo ed un confronto vero con l'opposizione, preannuncia la piena disponibilità del suo gruppo a lavorare per individuare talune questioni da approfondire congiuntamente alla maggioranza.

Ermete REALACCI, presidente, evidenzia la ristrettezza dei tempi a disposizione


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della Commissione e l'assoluta necessità di porre comunque termine ai lavori prima della ripresa dei lavori dell'Aula, essendo il provvedimento già iscritto all'ordine del giorno dell'odierna seduta dell'Assemblea. Ritiene, peraltro, che fino a quel momento sia possibile procedere all'esame degli emendamenti presentati.

Paolo RUSSO (FI) prende atto della possibilità di proseguire nell'esame e nella votazione degli emendamenti presentati, ma osserva che - a suo giudizio - il problema non è di usare tutto il tempo a disposizione della Commissione, bensì di decidere quali contenuti dare all'attuale fase di esame in Commissione. Ricorda che, in questa circostanza, i gruppi di opposizione non daranno alla maggioranza l'alibi della mole eccessiva degli emendamenti per consentirle di porre la fiducia sul provvedimento in esame, riaffermando la piena disponibilità a fissare l'attenzione e la discussione anche solo su uno o due emendamenti, condivisi anche da molti deputati della maggioranza, ed a valutare la possibilità di concludere l'esame del provvedimento anche nella giornata di domani. Ricorda, infine, che il ricorso alla fiducia imporrebbe, comunque, il rinvio del provvedimento al Senato.

Maurizio Enzo LUPI (FI), dato atto della correttezza che ha fin qui caratterizzato il lavoro della Commissione e i rapporti fra maggioranza e opposizione, osserva che, se il Governo e la maggioranza ritengono di dover porre la questione di fiducia sul testo approvato dal Senato, non si pone alcun problema né sul piano del metodo né su quello procedurale, salvo il netto giudizio di contrarietà sul piano politico. Se, invece, il Governo intendesse porre la questione di fiducia su un testo diverso da quello approvato dal Senato - cosa che sembra avvalorata dal fatto che sembra che circolino già testi di probabili «maxiemendamenti» - allora ritiene che, ferma la gravità di tale scelta che negherebbe ogni spazio di confronto con l'opposizione, debba essere comunque garantito alla Commissione di poter portare il proprio contributo al miglioramento del testo in esame.

Ermete REALACCI, presidente, ritiene che il rappresentante del Governo debba fornire subito gli elementi di conoscenza in suo possesso, a chiarimento della questione prospettata dal deputato Lupi. Informa che, per quanto a sua conoscenza, mentre è possibile e forse anche probabile l'ipotesi del ricorso alla questione di fiducia sul testo approvato dal Senato, non vi è - ad ora - alcun elemento che avvalori l'ipotesi di fiducia apposta su un testo modificato rispetto a quello approvato dal Senato. Peraltro, nella prima ipotesi, fa presente che l'eventuale questione di fiducia non richiederebbe alcun nuovo passaggio presso l'altro ramo del Parlamento; nella seconda ipotesi, invece, ritiene che l'eventuale modifica del testo da parte del Governo sarebbe lesiva del ruolo e delle prerogative della Commissione, perché negherebbe alla Commissione medesima ogni possibilità di lavorare per migliorare un testo che, comunque, in tale ipotesi, dovrebbe essere rinviato al Senato per l'approvazione finale.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO informa che, al momento, non vi sono nuove informazioni da fornire; la sua presenza alla seduta odierna, peraltro, è funzionale proprio a collaborare nel lavoro della Commissione per l'esame e la votazione degli emendamenti presentati. Ritiene, dunque, che non sussistano elementi di novità che possano accreditare l'ipotesi formulata dal deputato Lupi di una questione di fiducia apposta su un testo modificato rispetto a quello approvato dal Senato.

Vittorio ADOLFO (UDC) ritiene che, al di là della questione relativa alla fiducia, resta l'altra questione sostanziale circa la disponibilità manifestata dall'opposizione di concentrare il lavoro comune su uno o due emendamenti, che attende una risposta dal Governo e dalla maggioranza.

Giacomo DE ANGELIS (Com.It) propone di proseguire nei lavori della Commissione,


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avviando l'esame e la votazione degli emendamenti, per dare modo al Presidente e al relatore di accertare la reale volontà del Governo in ordine all'apposizione della questione di fiducia sul provvedimento in esame e per verificare la possibilità effettiva di apportare limitate modifiche migliorative al testo licenziato dal Senato.

Fulvia BANDOLI (SDpSE) prende atto delle valutazioni espresse dai deputati dei gruppi di opposizione, ma ritiene che le questioni poste siano prive di consistenza, atteso che l'apposizione della questione di fiducia rientra pienamente ed esclusivamente nella disponibilità del Governo: non compete, dunque, alla Commissione di esprimersi sulle decisioni che rientrano nella sfera di attribuzioni del Governo. Ritiene, inoltre, che, laddove le considerazioni dell'opposizione non celino una volontà di non procedere all'esame e alla votazione degli emendamenti, sia senz'altro opportuno procedere in tal senso.

Aurelio Salvatore MISITI (IdV) ritiene che nella particolare situazione in cui ci si trova occorra essere realistici e prendere atto che ben difficilmente si potrà, come pure egli riterrebbe opportuno, procedere ad una modifica e ad un miglioramento del testo approvato dal Senato. Condivide la proposta di procedere nell'esame e nella votazione degli emendamenti, per verificare nel corso dei lavori se sussistano le condizioni di un miglioramento del testo e, in quel caso, di una richiesta al Governo di non procedere alla «blindatura» del provvedimento in esame.

Domenico TUCCILLO (Ulivo) ritiene che il provvedimento in esame ponga tutte le forze politiche di fronte ad un caso delicato di necessità di comportamenti improntati all'etica della convinzione, ovvero all'etica della responsabilità. Ritiene, in ogni caso, che sia opportuno e necessario verificare l'effettiva disponibilità dei gruppi di opposizione ad abbandonare ogni atteggiamento propagandistico e ostruzionistico e a lavorare per un limitato intervento migliorativo del testo approvato dal Senato, che a suo avviso richiederebbe senz'altro un tale intervento, atteso e auspicato dai cittadini e dagli amministratori locali campani. Comprende perfettamente che sussiste il rischio che l'opposizione usi strumentalmente l'eventuale modifica del testo, che comporterebbe un suo ulteriore rinvio al Senato, ma ritiene che di fronte alla gravità della situazione nella quale si trovano oltre sei milioni di cittadini si debba verificare ogni possibilità di intervenire positivamente, per il superamento dell'attuale situazione di emergenza.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno), nel richiamare la correttezza delle posizioni espresse dal Presidente e dal relatore in ordine al prosieguo dei lavori della Commissione, ritiene che - se davvero la Commissione fosse posta davanti all'ipotesi di una fiducia da porre su un testo diverso da quello approvato dal Senato - allora varrebbe la pena di sperimentare la possibilità di migliorare il testo in esame.

Maurizio Enzo LUPI (FI), ribadite le ragioni che sono alla base della questione sollevata dai gruppi di opposizione, che non era e non è tendenziosa o volta a non passare all'esame e alla votazione degli emendamenti, conferma la disponibilità, ove il Governo avesse l'intenzione di porre la questione di fiducia su un testo diverso da quello approvato dal Senato, a procedere - piuttosto che ad un defatigante esame delle centinaia di emendamenti presentati - all'esame un limitato numero di emendamenti migliorativi del testo in esame.

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), relatore, considerati gli sviluppi del dibattito sinora svolto, ritiene che si possa procedere con l'esame degli emendamenti. A tal fine, peraltro, ritiene utile proseguire - di volta in volta - con l'espressione del parere sugli emendamenti riferiti ai singoli articoli del decreto-legge in esame. Illustrato, pertanto, il complesso contenuto dell'articolo 1, esprime parere contrario su


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tutti gli emendamenti riferiti a tale articolo.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime un orientamento conforme a quello del relatore.

Paolo RUSSO (FI), considerato che il parere contrario del relatore e del rappresentante del Governo a tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 1 dimostra la manifesta intenzione della maggioranza di non confrontarsi sugli aspetti di merito del testo in esame, fa presente che il suo gruppo ritira tutti gli emendamenti presentati, non soltanto all'articolo 1, ma al complesso del provvedimento, ad eccezione del suo emendamento 9.6.
Conferma, peraltro, che tutti gli emendamenti testé ritirati saranno ripresentati per l'esame in Assemblea.

Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza dei deputati Adolfo, Dussin, Marinello e Mazzoni; si intende che abbiano rinunciato ai propri emendamenti riferiti al testo del decreto-legge.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno) dichiara di non condividere il parere contrario del relatore sul suo emendamento 1.16, che intende porre una questione delicata, relativa all'individuazione del sito di Savignano Irpino, che esplica effetti anche sul territorio del foggiano e non solo su quello dell'avellinese; ritiene, infatti, che le comunità dell'area pugliese, che non hanno contribuito a creare i problemi di emergenza nel settore dei rifiuti, non possano essere chiamate a subire una scelta che riguarda il territorio di un'altra regione.

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), relatore, considerata la problematicità delle questioni sottese alla proposta emendativa in esame, ribadisce il proprio parere contrario sull'emendamento Di Gioia 1.16.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno) insiste per la votazione del suo emendamento 1.16.

La Commissione respinge l'emendamento Di Gioia 1.16.

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), relatore, prende atto che risultano ritirati tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2; esprime, quindi, parere contrario sull'emendamento Nespoli 3.2, che rappresenta ormai l'unica proposta emendativa riferita all'articolo 3.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime un orientamento conforme a quello del relatore.

La Commissione respinge l'emendamento Nespoli 3.2.

Tommaso FOTI (AN), preso atto dell'atteggiamento assunto dal relatore in ordine alle proposte emendative del suo gruppo, fa presente che debbono intendersi ritirati gli emendamenti Nespoli 4.3, 4.4, 4.6, 4.14, 4.19, 4.27, 4.29, 6.14, 7.3, 7.24, 8.2, 8.4, 8.9, 8.13 e 8.01, di cui è cofirmatario.

Maurizio ACERBO (RC-SE), accogliendo l'invito rivolto dal relatore all'inizio della odierna seduta, ritira gli emendamenti Iacomino 4.33 e 7.14, di cui è cofirmatario, preannunciandone la ripresentazione in Assemblea.

Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), relatore, prende atto che non sono stati ritirati alcuni degli emendamenti riferiti all'articolo 9; esprime, quindi, parere contrario sugli emendamenti Nespoli 9.2 e 9.4, nonché sull'emendamento Paolo Russo 9.6.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO esprime un orientamento conforme a quello del relatore.

Tommaso FOTI (AN) ritira l'emendamento Nespoli 9.2, di cui è cofirmatario.

La Commissione respinge, con distinte votazioni, gli emendamenti Nespoli 9.4 e Paolo Russo 9.6.


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Ermete REALACCI, presidente, avverte che si è così concluso l'esame degli emendamenti. Fa presente, quindi, che sono pervenuti i seguenti pareri delle competenti Commissioni sul testo del provvedimento: le Commissioni I, IV, VI, XI, XII e XIV hanno espresso parere favorevole, mentre le Commissioni II e X e la Commissione parlamentare per le questioni regionali hanno espresso parere favorevole con osservazioni. Rileva, altresì, che il Comitato per la legislazione ha espresso un parere articolato, nel quale tuttavia non sono state formulate specifiche richieste di modifica del testo. Comunica, infine, che la V Commissione ha fatto presente che esprimerà il parere di competenza direttamente per l'Assemblea.

Tommaso FOTI (AN) raccomanda al relatore di prestare attenzione alle osservazioni formulate dal Comitato per la legislazione nel suo parere, nonché ai rilievi che la II Commissione ha espresso in ordine alla disposizione che consente al Commissario delegato di effettuare sequestri di strutture. Esprime, inoltre, forti perplessità sulla mancanza del parere della V Commissione, che sembrerebbe manifestare l'esistenza di problemi sotto il profilo della copertura finanziaria del provvedimento. In tal senso, ritiene fondamentale che la Commissione di merito sia tempestivamente informata delle ragioni che stanno alla base della mancata espressione del richiamato parere.

Ermete REALACCI, presidente, fa presente che la V Commissione ha già esaminato approfonditamente il testo del decreto-legge, riservandosi di individuare la formulazione più appropriata del parere di competenza, anche al fine di approfondire talune questioni emerse nel corso del proprio esame.

Lello DI GIOIA (RosanelPugno), essendo componente anche della V Commissione, conferma che la mancata espressione del parere della Commissione medesima non è da collegare all'esistenza di problemi di copertura finanziaria, ma alla necessità di attendere gli opportuni chiarimenti da parte del Governo, che dovrebbero giungere entro la mattinata di domani.

Tommaso FOTI (AN) ribadisce l'esigenza di prestare la dovuta attenzione ai profili relativi alla copertura finanziaria del decreto-legge approvato dal Senato, anche in occasione dell'esame in Assemblea.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di conferire al deputato Margiotta il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul disegno di legge n. 2826, nel medesimo testo trasmesso dal Senato. Delibera, altresì, di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Ermete REALACCI, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove per l'esame in Assemblea, sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 16.15.