I Commissione - Resoconto di marted́ 6 novembre 2007


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COMITATO DEI NOVE

Martedì 6 novembre 2007.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
C. 553-1524-2335-2382-2479-2572-2574-2576-2578-2586-2715-2865-3041-3139-3151-A.

Il Comitato si è riunito dalle 11.15 alle 12.50.

SEDE REFERENTE

Martedì 6 novembre 2007 - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Cristina De Luca.

La seduta comincia alle 13.

Delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero.
C. 776 Zacchera, C. 1102 Campa, C. 1263 Mascia, C. 1779 Boato, C. 1804 Sgobio, C. 1850 Bordo, C. 1852 Bucchino, C. 2122 Capotosti, C. 2547 Migliore, C. 2976 Governo, C. 3122 Maroni e C. 3148 Santelli.
(Rinvio del seguito dell'esame).


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La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 31 ottobre 2007.

Roberto COTA (LNP) chiede alla presidenza di valutare la possibilità di rinviare il voto per l'adozione del testo base.

Luciano VIOLANTE, presidente, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, da convocare al termine dei lavori pomeridiani dell'Assemblea.

La seduta termina alle 13.05.

SEDE CONSULTIVA

Martedì 6 novembre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi.

La seduta comincia alle 13.05.

Legge comunitaria 2007.
Emendamenti C. 3062 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che nella seduta odierna la Commissione è chiamata ad esprimere il parere sugli emendamenti al disegno di legge comunitaria 2007 presentati direttamente presso la XIV Commissione e trasmessi alla I Commissione in quanto vertenti su materie di sua competenza. Ricorda che per prassi consolidata al parere delle Commissioni di settore su tali emendamenti è riconosciuta efficacia vincolante. L'espressione di un parere favorevole, ancorché con condizioni o osservazioni, equivarrà pertanto ad una assunzione dell'emendamento da parte della I Commissione, assimilabile alla fattispecie della diretta approvazione di cui all'articolo 126-ter, comma 5, del regolamento; tali emendamenti potranno essere respinti dalla XIV Commissione solo qualora siano considerati dalla stessa Commissione contrastanti con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale. Viceversa, un parere contrario della I Commissione su tali emendamenti avrà l'effetto di precludere l'ulteriore esame degli stessi presso la XIV Commissione. Invita quindi il relatore a svolgere il suo intervento ed a formulare una proposta di parere.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, illustra gli emendamenti in esame, tutti tendenti ad incidere sulla disciplina, prevista dall'articolo 6, comma 1, lettera e), del provvedimento in esame. Tale lettera sostanzialmente trasferisce all'interno della legge n. 11 del 2005, come articolo 16-bis, la disciplina relativa al diritto di rivalsa dello Stato nei confronti di regioni o altri enti pubblici responsabili di violazioni del diritto comunitario attualmente contenuta nei commi 1213-1223 dell'articolo 1 della legge n. 296 del 2006 (legge finanziaria 2007), i quali vengono contestualmente abrogati dall'articolo 6, comma 2. La disciplina in questione prevede il diritto di rivalsa dello Stato nei confronti dei soggetti responsabili dell'inadempimento degli obblighi comunitari ed internazionali, ed in particolare di quelli derivanti dalle procedure d'infrazione avviate dalla Commissione europea, dalle sentenze di condanna della Corte di giustizia e dalle sentenze di condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo originate dalla violazione della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali. In particolare, il comma 1 del nuovo articolo 16-bis, la cui formulazione corrisponde a quella del comma 1213 della legge finanziaria, prevede che le regioni, le province autonome di Trento e di Bolzano, gli enti territoriali, gli altri enti pubblici ed i soggetti equiparati adottino le misure necessarie a porre tempestivamente rimedio alle violazioni, loro imputabili, degli obblighi comunitari, al fine di prevenire l'instaurazione delle procedure d'infrazione di cui agli articoli 226 e seguenti del


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Trattato istitutivo della Comunità europea o per porre termine alle stesse; e diano esecuzione agli obblighi derivanti dalle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, pronunciate ai sensi dell'articolo 228, comma 1, del Trattato istitutivo della Comunità europea. Il comma 2 del nuovo articolo 16-bis, corrispondente al comma 1214, prevede l'esercizio dei poteri statali sostitutivi nei confronti delle regioni e degli altri enti responsabili della violazione degli obblighi comunitari. Il comma 3 del nuovo articolo 16-bis, che coincide con il comma 1215 della legge finanziaria, prevede, in caso di inadempimento agli obblighi derivanti dalla normativa comunitaria da parte degli enti suindicati, il diritto dello Stato di rivalersi nei confronti degli indicati enti nelle regolazioni finanziarie operate a carico dell'Italia a valere sulle risorse del Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), del Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e di altri Fondi aventi finalità strutturali. Tale diritto di rivalsa è esercitato dallo Stato per compensare gli oneri finanziari derivanti dalle sentenze di condanna della Corte di Giustizia e della Corte europea dei diritti dell'uomo. I successivi commi 6-11 del nuovo articolo 16-bis, corrispondenti ai commi 1218-1222, disciplinano le modalità di esercizio del diritto di rivalsa, che si configura in modo differente a seconda che l'obbligato sia un ente territoriale ovvero un ente o organismo pubblico diverso, assoggettato al sistema di tesoreria unica, ovvero un altro ente. In particolare, nel caso in cui l'obbligato sia un ente territoriale, si prevede che la misura degli importi dovuti sia stabilita con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze da adottarsi entro tre mesi dalla notifica, nei confronti degli obbligati, della sentenza esecutiva di condanna per la Repubblica italiana. Il decreto reca modi e termini per il pagamento, anche rateizzato, e costituisce titolo esecutivo. Qualora gli oneri finanziari a carico dell'Italia siano di carattere pluriennale, o non ancora liquidi, possono adottarsi più decreti ministeriali in relazione al progressivo maturare del credito dello Stato. I decreti sono emanati previa intesa sull'entità del credito, modalità di recupero e termini di pagamento, anche rateizzato, con l'ente obbligato. Tale intesa, il cui contenuto viene recepito in un provvedimento del Ministro dell'economia e costituisce titolo esecutivo, deve essere perfezionata entro quattro mesi decorrenti dalla data della notifica della sentenza esecutiva di condanna verso l'Italia all'ente obbligato. Il comma 9 del nuovo articolo 16-bis specifica poi che, qualora non venga raggiunga l'intesa, all'adozione del provvedimento provvede il Presidente del Consiglio dei ministri, nei successivi quattro mesi, sentita la Conferenza unificata. Anche in questo caso possono essere adottati più decreti laddove si sia in presenza di crediti dello Stato che maturano progressivamente. Il comma 10 del nuovo articolo 16-bis, corrispondente al comma 1222, prevede che le notifiche di cui ai precedenti commi 7 e 8 siano effettuate a cura e spese del Ministero dell'economia e delle finanze. Il comma 11 del nuovo articolo 16-bis, corrispondente al comma 1223 introduce una sorta di autocertificazione per le imprese che intendano avvalersi degli aiuti di Stato, di cui all'articolo 87 del Trattato istitutivo della Comunità europea. Il comma 2 dell'articolo 6 abroga le disposizioni di cui ai commi 1213-1223 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, conseguentemente alle modifiche illustrate alla precedente lettera e).
Ciò premesso, esprime perplessità sugli emendamenti Boato 6.6, Betta 6.1, Brugger 6.16, Betta 6.2, Brugger 6.20, Betta 6.3, Boato 6.7, Brugger 6.21, Betta 6.4, Boato 6.9 e Brugger 6.22, i quali tendono di fatto ad escludere le province autonome di Trento e Bolzano dall'ambito di applicazione della disciplina generale in materia di diritto di rivalsa dello Stato nei confronti delle regioni e degli enti pubblici responsabili di inadempimenti di obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea. Esprime altresì perplessità sugli identici emendamenti Betta 6.5, Boato 6.8 e Brugger 6.23, i quali prevedono una disciplina che rende difficoltoso


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il recupero degli aiuti di Stato giudicati illegali o incompatibili dalla Commissione europea.

Marco BOATO (Verdi) evidenzia come le proposte emendative in esame non tendano a sottrarre le province autonome di Trento e di Bolzano dall'ambito di applicazione della disciplina in materia di diritto di rivalsa dello Stato nei confronti di regioni o altri enti pubblici responsabili di violazioni del diritto comunitario. Fa presente che l'articolo 20 della legge n. 11 del 2005, all'interno della quale si introduce la disciplina in materia di diritto di rivalsa, stabilisce espressamente che per le regioni a statuto speciale e le province autonome resta fermo quanto previsto nei rispettivi statuti speciali e nelle relative norme di attuazione. Per quanto riguarda le province autonome, ricorda che l'articolo 8 del decreto del Presidente della Repubblica 19 novembre 1987, n. 526, limita il potere sostitutivo del Governo ai casi di accertata inattività degli organi provinciali che comportino inadempimento agli obblighi comunitari; ricorda altresì che con la sentenza della Corte costituzionale n. 236 del 2004 è riconosciuto che il potere sostitutivo resta privo di efficacia nei loro confronti fino all'emanazione delle prescritte norme di attuazione statutaria. Coerentemente, le proposte emendative prevedono che, per quanto riguarda le autonomie speciali, il potere sostitutivo e l'eventuale diritto di rivalsa da parte dello Stato sia disciplinato non con legge ordinaria, ma attraverso le modalità previste dagli statuti speciali, e quindi attraverso specifiche norme di attuazione statutaria.
Si sofferma poi sulla proposta di sopprimere il comma 9, il quale prevede, in caso di mancato raggiungimento dell'intesa con l'ente territoriale interessato in merito all'entità della somma dovuta a titolo di rivalsa, l'unilaterale e monocratica determinazione della somma stessa da parte del Presidente del Consiglio dei ministri, previo semplice parere della Conferenza unificata nel suo complesso. Ricorda però che il comma 4 dell'articolo 52 dello Statuto del Trentino-Alto Adige prevede, come speciale garanzia, che i presidenti della province autonome possano intervenire alle sedute del Consiglio dei ministri che trattano questioni che riguardano le rispettive province.
Illustra quindi la proposta emendativa relativa al comma 11, che è diretta a specificare che la disposizione del comma si riferisce alle procedure di recupero degli aiuti di Stato istituiti ed erogati dalle amministrazioni dello Stato stesso e giudicati dalla Commissione europea incompatibili con il regime comunitario: chiarisce che, in coerenza con la finalità di introdurre norme per assicurare tale recupero e in analogia con la procedura definita per le amministrazioni dello Stato, appare opportuno prevedere espressamente che spetta alle regioni ed alle province autonome nell'ambito della propria autonomia organizzativa disciplinare i procedimenti di recupero degli aiuti da esse istituiti ed erogati, posto che nella comunicazione della Commissione europea riguardo alle procedure di cui all'articolo 88 del Trattato, ferma restando la responsabilità dello Stato membro, sono comunque individuati gli enti interni ad esso che hanno istituito ed erogato gli aiuti da recuperare in quanto dichiarati incompatibili con il regime comunitario.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) sottolinea che lo scopo delle proposte emendative non è di sottrarre le province autonome di Trento e di Bolzano dall'ambito di applicazione della disciplina in materia di diritto di rivalsa dello Stato, ma di assicurare che il diritto di rivalsa sia esercitato nel rispetto dell'autonomia speciale del Trentino-Alto Adige.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, mantiene le proprie perplessità su tutti gli emendamenti, osservando che, ove fossero approvati, le due province autonome sarebbero di fatto sottratte alla disciplina generale in materia di diritto di rivalsa dello Stato, atteso che i commi da 1213 a 1223 della legge finanziaria per il 2007 vengono contestualmente abrogati.


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Marco BOATO (Verdi) fa presente che il suo emendamento 6.9, identico agli emendamenti Betta 6.4 e Brugger 6.22, prevede che la materia sia regolata, per le regioni a statuto speciale e per le province autonome, con specifiche norme di attuazione statutaria. Ribadisce quindi che il comma 9, che le proposte emendative tendono a sopprimere, è lesivo dell'articolo 52 dello statuto di autonomia, in quanto consente l'adozione di un provvedimento riguardante una provincia autonoma senza che il suo presidente sia ascoltato.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) chiarisce che nell'attuale formulazione del comma 9 si prevede che la somma spettante per diritto di rivalsa sia individuata, in caso di mancato raggiungimento di un'intesa al riguardo, dal solo presidente del Consiglio dei ministri, il che di fatto elude la previsione dell'articolo 52 dello statuto di autonomia, il quale prevede la presenza del presidente della provincia autonoma soltanto per le sedute del Consiglio dei ministri: in altre parole, una decisione del Governo riguardante una provincia autonoma verrebbe approvata senza la garanzia di cui all'articolo 52 dello statuto.

Luciano VIOLANTE, presidente, invita il relatore a valutare la possibilità di proporre l'espressione di un parere favorevole sugli identici emendamenti Betta 6.3, Boato 6.7 e Brugger 6.21, subordinatamente alla condizione che siano riformulati nel senso che al comma 9 del capoverso articolo 16-bis si preveda che il provvedimento esecutivo ivi previsto sia adottato previa deliberazione del Consiglio dei ministri, in modo che resti salva la garanzia stabilita dallo statuto di autonomia. Invita altresì il relatore a valutare la possibilità di proporre l'espressione di un parere favorevole sui restanti emendamenti.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI esprime parere contrario sulle proposte emendative in esame.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur), relatore, preso atto dell'orientamento della Commissione e mantenendo comunque le proprie forti riserve sulle proposte emendative in esame, formula una proposta di parere favorevole sugli identici emendamenti Betta 6.3, Boato 6.7 e Brugger 6.21, a condizione che siano riformulati nel senso di prevedere che i provvedimenti di cui al comma 9 dell'articolo 16-bis della legge 4 febbraio 2005, n. 11, introdotto dall'articolo 6, comma 1, lettera e), siano adottati previa deliberazione del Consiglio dei ministri; formula altresì una proposta di parere favorevole sui restanti emendamenti sottoposti al parere della Commissione (vedi allegato).

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere presentata dal relatore.

La seduta termina alle 13.30.

SEDE REFERENTE

Martedì 6 novembre 2007 - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Cristina De Luca e il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi.

La seduta comincia alle 18.50.

Delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero.
C. 776 Zacchera, C. 1102 Campa, C. 1263 Mascia, C. 1779 Boato, C. 1804 Sgobio, C. 1850 Bordo, C. 1852 Bucchino, C. 2122 Capotosti, C. 2547 Migliore, C. 2976 Governo, C. 3122 Maroni e C. 3148 Santelli.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella odierna seduta antimeridiana.


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Marco BOATO (Verdi) dichiara di condividere la relazione introduttiva svolta dal relatore Bressa, riservandosi di intervenire più diffusamente sui singoli punti del provvedimento nel corso dell'esame degli emendamenti.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che i rappresentanti del Governo si riservano di intervenire eventualmente in un successivo momento.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, propone di adottare come testo base per il seguito dell'esame il disegno di legge del Governo C. 2976.

Gabriele BOSCETTO (FI) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta del relatore, ribadendo le ragioni di contrarietà al disegno di legge del Governo, attinenti sia a profili di merito, sia a profili di metodo, già illustrate dai colleghi intervenuti.
Quanto ai profili di metodo, conferma il giudizio critico sulla scelta del Governo di procedere mediante delega legislativa. È infatti vero che la disciplina dell'immigrazione e della condizione dello straniero è attualmente contenuta in un decreto legislativo, ma è altresì vero che, quando i provvedimenti riguardano materie come questa, è necessario che il Parlamento possa conoscere il testo che il Governo ha in mente di definire, e non soltanto vaghi e generici principi, sulla base dei quali il Governo potrebbe adottare le misure più diverse, sostanzialmente al di fuori del controllo del Parlamento, atteso che la capacità delle Camere di incidere su uno schema di decreto legislativo è notoriamente assai ridotta. Ricorda che nella scorsa legislatura il centrodestra non si è sottratto a questo dovere, scegliendo di riformare la disciplina dell'immigrazione attraverso un disegno di legge ordinario del Governo.
Per quanto riguarda i profili di merito, nel rinviare ai dettagliati interventi svolti dai deputati dei gruppi di opposizione, si limita in questa sede a richiamare criticamente l'apertura delle frontiere agli stranieri che non hanno già un lavoro, l'eliminazione del contratto di soggiorno, l'indiscriminato ampliamento del ricongiungimento familiare, l'introduzione dell'elettorato attivo e passivo, gli istituti dello sponsor e dell'autosponsor. Ritiene in definitiva evidente che il centrosinistra non è in grado di affrontare il problema dell'immigrazione su basi adeguate.

Roberto COTA (LNP) riscontra la profonda lontananza tra lo stato d'animo del Paese, preoccupato per il grave problema di sicurezza determinato dall'immigrazione, e la risposta del Governo, che va nel senso dell'allargamento dei flussi di immigrazione. Infatti, in risposta ai gravissimi episodi di criminalità di questi giorni, il Governo ha annunciato pubblicamente di voler predisporre adeguate misure di reazione, ma in effetti aggrava il problema di sicurezza consentendo agli stranieri di entrare nel Paese senza un lavoro, benché sia ovvio che in mancanza di lavoro la via dell'illegalità sia inevitabile. Ritiene che questo sia il segno incontrovertibile della incapacità della maggioranza di affrontare adeguatamente i problemi connessi al fenomeno dell'immigrazione. Esprime quindi il timore che l'adozione del disegno di legge del Governo come testo base per il seguito dell'esame segni un'ulteriore perdita di credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini. Conclude assicurando che il suo gruppo farà di tutto, nelle aule parlamentari e fuori di esse, affinché il provvedimento non diventi legge.

Maurizio GASPARRI (AN) dichiara l'assoluta contrarietà del suo gruppo rispetto alla complessiva politica del Governo in materia di immigrazione. Ritiene inoltre paradossale adottare come testo base il disegno di legge del Governo, che sostanzialmente favorisce l'immigrazione indiscriminata, nel momento in cui al Senato si discute un provvedimento d'urgenza in materia di espulsioni, provvedimento che peraltro il suo gruppo ritiene insufficiente e inadeguato al fine che si prefigge. Constata quindi che la discussione sui temi dell'immigrazione avviene in


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un quadro confuso e contraddittorio, anche perché, mentre l'opposizione è pronta ad appoggiare il decreto-legge, a condizione che sia rivisto nei suoi aspetti insufficienti, alcuni gruppi della maggioranza chiedono invece di modificarlo in senso meno severo. Ritiene che in questo modo si crei una confusione che non giova al dibattito. Osserva inoltre che le permissive politiche del Governo in materia di immigrazione stanno suscitando aspettative nei Paesi di emigrazione, provocando in questo modo un inevitabile incremento dei flussi di ingresso. Per tale ragione ritiene che sia un errore politico procedere in questo momento all'adozione del disegno di legge del Governo come testo base, apparendo preferibile sospendere ogni decisione sulla riforma della disciplina dell'immigrazione per concentrarsi sul decreto-legge in discussione al Senato.

Ignazio LA RUSSA (AN), intervenendo sull'ordine dei lavori, chiede formalmente alla presidenza la sospensione dell'esame del provvedimento fino alla conclusione dell'esame del decreto-legge in materia di espulsioni, anche in considerazione del fatto che alcuni gruppi presenteranno emendamenti a quel decreto che in parte si sovrappongono al contenuto dei provvedimenti in titolo.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che la disciplina regolamentare di esame dei decreti-legge è distinta da quella di esame dei progetti di legge ordinari, tanto più che in questo caso si tratta di una legge di delegazione, vale a dire di una norma che non può essere contenuta nei decreti-legge. Fa inoltre presente che il decreto-legge riguarda cittadini comunitari, mentre il provvedimento in esame riguarda cittadini extracomunitari.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritiene che adottare il disegno di legge del Governo come testo base sia opportuno proprio oggi, in quanto tale adozione rappresenta una risposta di civiltà a certi comportamenti razzisti e xenofobi di questi giorni. Nel merito, ribadisce l'apprezzamento del suo gruppo per la filosofia di fondo del disegno di legge del Governo, che mira a contrastare i fenomeni di clandestinità e di sfruttamento del lavoro nero provocati dalla legge Bossi-Fini. Si tratta di un provvedimento, che seppur certamente migliorabile, offre un importante segnale di civiltà e rappresenta un'occasione di riflessione sul significato autentico della democrazia, che è anche solidarietà umana. Aggiunge che, sebbene la logica mercantile debba a suo parere essere bandita quando si parla di esseri umani, non va dimenticato che gli immigrati rappresentano oggi un pilastro essenziale del sistema economico nazionale, al punto che, se decidessero, per ipotesi, di astenersi dal lavoro, provocherebbero un sicuro danno al Paese.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) annuncia il voto favorevole del suo gruppo all'adozione come testo base del provvedimento del Governo, che ritiene essere una risposta efficace ai problemi legati al fenomeno dell'immigrazione: un fenomeno le cui dimensioni richiedono una nuova politica di accoglienza, di integrazione e al tempo stesso la garanzia della sicurezza e del rispetto dei diritti e della dignità umana. Ricorda che nel Paese vivono ormai già oltre tre milioni e mezzo di immigrati regolari, il ventuno per cento in più che nel 2006, e con questi ritmi tra venti anni gli stranieri saranno dieci milioni. È quindi in corso un processo di trasformazione sociale complesso e delicato, che va gestito con una nuova chiave, basata su due principi: garantire la sicurezza per i cittadini regolando i flussi migratori e punendo chi delinque; procedere con azioni di vera integrazione sociale, culturale, scolastica, distinguendo chi vuole migliorare la propria vita da chi viene in Italia solo per delinquere. Il disegno di legge del Governo vuole porre rimedio anche ad una certa sottovalutazione generale del fenomeno che vi è stata in passato: non è infatti possibile nascondersi che la legge Bossi-Fini sul punto delle espulsioni non ha dato i risultati attesi. Ecco perché ritiene che questo


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disegno di legge rappresenti una buona base di partenza, per quanto sia migliorabile: preannuncia, a nome del suo gruppo, la presentazione di emendamenti in grado di combattere l'attaccamento, la paura e facendo prevalere la lungimiranza e il coraggio di cui un ceto politico degno di questo nome deve farsi carico, opposizione compresa.

Marisa NICCHI (SDpSE) annuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta del relatore di adozione del disegno di legge del Governo C. 2976 quale testo base per il seguito dell'esame. In proposito osserva che esso rappresenta una risposta di civiltà ad un fenomeno, quale è quello dell'immigrazione, che richiede una adeguata disciplina anche in considerazione delle sue dimensioni, oggi in grado di condizionare l'intero sistema produttivo nazionale. Il disegno di legge del Governo rappresenta una risposta pragmatica alle esigenze di normazione del fenomeno: esso, infatti, è volto a combattere il fenomeno dell'immigrazione irregolare, prevedendo procedure di regolarizzazione trasparenti ed efficaci ed è altresì finalizzato a favorire l'integrazione degli immigrati all'interno della nostra società.

Carlo COSTANTINI (IdV) annuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta del relatore di adozione del disegno di legge del Governo C. 2976 quale testo base per il seguito dell'esame. Questo provvedimento, pur presentando elementi di condivisione, soprattutto nella parte in cui è volto a superare le lacune della vigente legge Bossi-Fini, come ad esempio in materia di permessi di soggiorno, sconta tuttavia il limite del significativo lasso di tempo che intercorrà prima dell'entrata in vigore delle relative norme, producendo un inevitabile aumento del numero degli immigrati irregolari e delle conseguenti situazioni collegate. Accanto al limite temporale si pone inoltre il limite della parzialità degli interventi previsti dal disegno di legge del Governo, i cui princìpi e criteri di delega si pongono come obiettivi finali, senza che sia disposta una disciplina per il periodo transitorio. Al riguardo osserva come il Governo abbia invece ritenuto, per quanto concerne la disciplina dell'immigrazione dai paesi comunitari, ricorrere più opportunamente alla decretazione d'urgenza, presentando un apposito decreto-legge presso l'altro ramo del Parlamento.

Elias VACCA (Com.It) annuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta del relatore di adozione del disegno di legge del Governo C. 2976 quale testo base per il seguito dell'esame. Il tema dell'immigrazione richiede risposte ponderate che non siano assunte sulla scorta di un'esigenza di urgenza e frettolosità, stabilendo invece misure programmatiche adeguate e le relative risorse. Per queste ulteriori ragioni, di natura prettamente politica, ritiene di condividere il diniego alla proposta del deputato La Russa di sospendere l'esame dei provvedimenti in oggetto al fine di esaminarli contestualmente al decreto-legge sull'immigrazione dai paesi comunitari, quando sarà trasmesso dal Senato. In proposito fa presente che per lungo tempo non si è ritenuto di disciplinare gli effetti di questo genere di immigrazione, mentre oggi, sulla stessa materia, solo a seguito di un fatto criminale commesso da una singola persona, si è ritenuto di intervenire con un decreto-legge.

Marco BOATO (Verdi) annuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta del relatore di adozione del disegno di legge del Governo C. 2976 quale testo base per il seguito dell'esame. In proposito rileva di aver presentato la proposta di legge C. 1779, volta esclusivamente ad abrogare la vigente legge Bossi-Fini, producendo l'automatica riviviscenza delle disposizioni precedenti. Si tratta di un atto di natura eminentemente politica, finalizzato esclusivamente ad adempiere all'impegno assunto con il proprio elettorato.
Il disegno di legge del Governo rappresenta un testo adeguato per il seguito dell'esame, che dovrà svolgersi in modo


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compiuto e sereno, senza cedere a logiche emergenziali, ma evitando al contempo di interrompere il dibattito in materia, anche in considerazione della inevitabile lunghezza dei tempi di esame.

Sandro GOZI (Ulivo) ritiene preliminarmente opportuno che l'esame del provvedimento in oggetto sia svolto in modo ragionato e compiuto, senza inopportuni condizionamenti dovuti a reazioni emotive causate dai recenti fatti di cronaca. Il disegno di legge del Governo è volto a intervenire sugli aspetti deficitari emersi in sede di attuazione della vigente legge Bossi-Fini che, avendo natura di un provvedimento «contro» l'immigrazione, ha finito con il produrre situazioni di criticità all'interno del fenomeno dell'immigrazione. Da un lato essa non è stata capace di produrre un effettivo avvicinamento tra domanda ed offerta di lavoro, mentre, dall'altro, sul fronte delle espulsioni, ha dimostrato evidenti carenze. Al riguardo ritiene condivisibile quanto disposto dal disegno di legge del Governo, che è volto a favorire i rimpatri volontari, secondo gli orientamenti seguiti in altri paesi europei. Dichiara inoltre di condividere il principio direttivo volto a favorire la trasmissione delle rimesse degli immigrati verso i Paesi d'origine, rappresentando questo uno strumento molto più efficace degli aiuti ai paesi in via di sviluppo.
Condividendo la filosofia di base del disegno di legge C. 2976 del Governo, riassumibile nel principio secondo cui gli immigrati devono essere partecipi di un fondamento comune rappresentato dallo Stato e dalla Costituzione, annuncia il voto favorevole del proprio gruppo sulla proposta del relatore di adozione del disegno di legge del Governo C. 2976 quale testo base per il seguito dell'esame.

Cinzia DATO (Ulivo) dichiara il voto favorevole del suo gruppo, esprimendo apprezzamento per l'impianto culturale di fondo del disegno di legge del Governo, che aiuta a venir fuori dalle difficoltà provocate dalla legge vigente: una legge che, ispirata da una concezione sbagliata, ha prodotto solo illegalità. Ricorda come i flussi migratori non siano un fenomeno sconosciuto alla storia, come non vi sia nessun Paese che non li abbia conosciuti e non se ne sia arricchito. Serve quindi oggi prenderne atto e predisporre l'accoglienza per coloro che vengono, nel rispetto dei diritti umani. Quanto ai fatti criminosi che allarmano l'opinione pubblica, ritiene che si tratti in molti casi del frutto delle manchevolezze dell'accoglienza da parte della comunità italiana. In definitiva, ritiene che il provvedimento del Governo proceda nella direzione giusta.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione delibera di adottare come testo base per il seguito dell'esame il disegno di legge del Governo C. 2976.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che il termine per la presentazione di emendamenti al testo base è fissato alle ore 12 di martedì 13 novembre. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 19.50.