Frontespizio Relazione Progetto di Legge

Nascondi n. pagina

Stampa

PDL 298

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 298



 

Pag. 1

PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

QUARTIANI, BARATELLA, BRANDOLINI, BURTONE, CECCUZZI, CHITI, CIALENTE, CODURELLI, CRISCI, DATO, DE BRASI, DI SERIO D'ANTONA, DUILIO, FASCIANI, FIANO, FILIPPESCHI, FRANCI, FRONER, GALEAZZI, GENTILI, GHIZZONI, GRILLINI, LUSETTI, MANTINI, MARAN, MARGIOTTA, MARIANI, MARINO, MIGLIOLI, MONGUZZI, MOTTA, OLIVERIO, PINOTTI, REALACCI, RUGGERI, RUGGHIA, SANNA, TRUPIA, VICO, VILLARI, ZANOTTI, ZUNINO

Istituzione del Fondo nazionale per il sostegno della ricerca e dell'innovazione tecnologica nel settore della generazione di energia elettrica tramite fonti rinnovabili

Presentata il 29 aprile 2006


      

torna su
Onorevoli Colleghi! - La XIV legislatura ha visto una proliferazione di leggi e di norme attinenti al campo dell'energia di tale mole da comportare un pericolo sempre incombente di incertezza per gli operatori, di instabilità e di stress del sistema.
      Nonostante questa prolifica produzione legislativa le condizioni di funzionamento del sistema sono peggiorate (c'è qualche centrale elettrica in più, ma i black out elettrici generalizzati o parziali sono stati e sono all'ordine del giorno).
      I prezzi per gli utenti sono aumentati. Alla Borsa elettrica si superano i 60 euro e il picco arriva fino a 120 euro.
      Dopo più di un lustro dalle riforme Bersani e Letta, il nostro sistema è ancora troppo avaro di concorrenza e troppo segnato dai vecchi monopolisti che continuano a operare in modo dominante nel mercato dell'elettricità e del gas.
      I prezzi restano alti, il 30 e più per cento oltre la media europea, proprio perché troppo basso è rimasto il tasso di contendibilità del mercato elettrico e del gas da parte di una pluralità di soggetti ancora troppo ancorati alla protezione tariffaria anziché protesi al rischio e alla vera competizione.
      In questi primi cinque anni del nuovo secolo la capacità di proporre soluzioni di mercato e di innovare il settore è stata fortemente inadeguata, a fronte di una richiesta crescente di consumo elettrico e di gas che proviene dalle famiglie e dalle imprese.
      La produzione con fonti rinnovabili è ferma al palo, assai distante dal raggiungimento, entro il 2010-2012, dell'obiettivo del 22-25 per cento di energia elettrica prodotta con solare, eolico, idro, biomasse e geotermia, obiettivo fissato dagli indirizzi europei e dal Protocollo di Kyoto.
 

Pag. 2

      Questa proposta di legge intende contribuire al raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e fissati dall'Unione europea, prevedendo l'istituzione di un Fondo presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico, la cui dotazione a regime sarebbe pari a circa 2 miliardi di euro annui, per alimentare la ricerca e l'innovazione del settore energetico nel campo delle fonti rinnovabili nonché per incentivare la ricerca e lo sviluppo delle fonti pulite di energia in sostituzione graduale delle fonti inquinanti cosiddette «assimilate», che purtroppo sono computate al fine del raggiungimento degli obiettivi di Kyoto e che oggi sono incentivate con il CIP 6, provvedimento del Comitato interministeriale prezzi adottato il 29 aprile 1992.
      Il Fondo non necessiterà di investimenti ma si autoalimenterà in modo crescente man mano che verranno a scadere le convenzioni relative alle fonti assimilate: esso sarà infatti finanziato dalle risorse che si libereranno dalla componente A3 della tariffa elettrica per la parte oggi impegnata a sostenere il CIP 6 a favore di fonti «assimilate» allo scadere delle rispettive convenzioni. Le fonti «assimilate» bruciano scarti della lavorazione del petrolio e della chimica e non potranno più essere oggetto di convenzione una volta scaduti i termini delle convenzioni già in essere, le quali rappresentano un costo per gli utenti in cambio solo di un maggiore inquinamento, quando il corrispettivo è invece pagato per diminuire l'inquinamento!
      La proposta di legge recupera così risorse da destinare a un vasto rilancio dell'uso delle fonti rinnovabili.
      Tutto ciò nel segno di un intervento pubblico che intende aggredire l'urgenza con la quale si manifestano le problematiche relative al rafforzamento e all'ammodernamento del settore dell'energia, quale infrastruttura primaria del Paese. La proposta di legge rappresenta in tale senso un contributo a sostegno di una imprescindibile scelta per il rilancio dello sviluppo del sistema Italia.
      L'Agenzia internazionale per l'energia prevede che i Paesi in via di sviluppo assorbiranno nei prossimi anni i due terzi dell'aumento della domanda mondiale di energia e che arriveranno a rappresentare nel 2030 la metà dei consumi globali in conseguenza della rapida crescita economica e demografica; conseguentemente la flessibilità della domanda e dell'offerta di greggio tenderà a diminuire drasticamente e, in assenza di sostituti sostenibili, l'utilizzo del petrolio si concentrerà sempre di più nel settore dei trasporti.
      La crescita del prezzo del petrolio, cui la quotazione del gas è comunque interconnessa, presenta pertanto caratteristiche tendenzialmente strutturali e il nostro Paese, il cui sistema elettrico è basato sostanzialmente sul mix olio-gas, risulta il più esposto alle instabilità e alle trasformazioni in atto a livello mondiale.
      Anche l'entrata in funzione delle nuove centrali, prevalentemente a ciclo combinato, non è sufficiente a frenare la tendenza a una dipendenza dagli idrocarburi ancora maggiore, rendendo drammatiche la necessità e l'urgenza di forti investimenti per diversificare le fonti e per sviluppare la generazione di energia elettrica tramite l'utilizzo di fonti rinnovabili. Sappiamo che la piena attuazione delle direttive comunitarie e l'integrazione nel sistema europeo impongono politiche dirette a coniugare la liberalizzazione del settore con gli obiettivi di sicurezza degli approvvigionamenti e di salvaguardia dell'ambiente.
      Per questi motivi il processo di liberalizzazione (che oggi segna il passo e che rischia di veder affermarsi una pericolosa controtendenza alla sua negazione, quasi che siano a esso imputabili tutti i fallimenti del mercato, quando è proprio la liberalizzazione che può garantirci dalle distorsioni ingenerate da meri processi di privatizzazione) in assenza di efficaci strumenti di governo delle politiche energetiche e di adeguati interventi di promozione e di supporto tecnico agli investimenti innovativi incontra difficoltà in termini di apertura del mercato e di crescita di nuovi operatori, la cui mancata operatività sul mercato favorisce la permanenza degli attori mono-oligopolistici.
 

Pag. 3

      Va attivato dunque il forte potenziale di sinergie fra liberalizzazione del settore, diversificazione delle fonti e sviluppo delle fonti rinnovabili.
      A tale fine risulta necessario il rafforzamento di tecnostrutture e di competenze per garantire i collegamenti internazionali nella ricerca e nello sviluppo nucleare; tenere aperte le opzioni di sistema del carbone pulito e del vettore idrogeno; attuare programmi di studio, sviluppo e dimostrazione di filiere tecnologiche nel campo delle fonti rinnovabili e dell'efficienza dei cicli produttivi e dei servizi; sviluppare competenze e capacità progettuali e rendere disponibili infrastrutture per l'armonizzazione fra obiettivi generali e politiche di sviluppo; sostenere lo sviluppo sinergico di tecnologie avanzate, autoproduzione, microgenerazione, cogenerazione, chiusura dei cicli produttivi e fonti rinnovabili, promuovendo nuovi modelli di impresa, focalizzata sull'offerta di servizi, complementari e integrati con la tradizionale industria energetica; attivare funzioni di agenzia per garantire adeguati supporti tecnico-scientifici alla pianificazione strategica e territoriale, alle politiche industriali e tecnologiche; sostenere un forte sviluppo degli investimenti nell'innovazione in campo energetico destinando consistenti risorse finanziarie al rafforzamento e alla riorganizzazione delle competenze, puntando sulla ricerca e sullo sviluppo di sistema; razionalizzare l'utilizzo dei finanziamenti relativi alla ricerca e all'innovazione nel settore energetico-ambientale, integrando le diverse forme di intervento e le attività delle istituzioni pubbliche e degli operatori privati nonché delle strutture di ricerca all'interno di grandi progetti strategici, coerenti e coordinati con le politiche comunitarie europee (questa è una polizza assicurativa accesa per un futuro sicuro). Perciò, come si prevede nella proposta di legge, serve anche recuperare e rilanciare il ruolo dell'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente (ENEA) nella strutturazione delle competenze di sistema e nel collegamento fra ricerca e progetti di intervento strutturali in tema di energia e di ambiente; recuperare il ruolo di tanti istituti pubblici e privati in questo campo a cominciare dal Centro elettrotecnico sperimentale italiano (CESI) e dal Consiglio nazionale delle ricerche (CNR).
      Il Fondo, con la sua rilevante mole di risorse, serve a riorganizzare e riorientare il sistema di incentivi per la diversificazione delle fonti energetiche e lo sviluppo delle fonti rinnovabili, dando priorità a progetti tendenzialmente economicamente sostenibili e in grado di determinare il superamento di ritardi tecnologici. Serve, inoltre, a sostenere iniziative volte a promuovere lo sviluppo di nuova imprenditoria e occupazione che richiedono un forte sostegno all'innovazione.
      Se vogliamo guardare al futuro del settore con l'occhio del legislatore, l'obiettivo è quello di rendere coerente lo scenario normativo con il libero mercato: libertà di rifornirsi dal fornitore preferito, superamento di sussidi e sinecure di un mercato protetto che genera rendita sicura ma non innovazione e benefìci economici, politica degli aiuti e di destinazione delle risorse disponibili a favore della ricerca e delle fonti alternative.
      La proposta di rinvenire i fondi necessari all'istituzione del Fondo per le fonti rinnovabili all'interno di un processo di ridefinizione delle componenti tariffarie e di una forte penalizzazione delle pregresse garanzie sinora fornite tramite la bolletta elettrica ai produttori di energia con fonti «assimilate», per spostarne invece la disponibilità finanziaria sia sulla ricerca e sull'innovazione per le fonti che veramente rinnovabili sono, sia sull'abbattimento dei costi dell'energia per famiglie e imprese, secondo le modalità stabilite dall'articolo 1, commi 3 e 4, che indirizzano le risorse del Fondo per il 50 per cento a beneficio degli utenti e della riduzione del costo dell'energia da essi sostenuto per la parte di trasporto, e per il restante 50 per cento alla ricerca e allo sviluppo per l'innovazione nel campo delle fonti rinnovabili (ENEA e altri soggetti pubblici e privati), ha come obiettivo quello di contribuire a offrire ai consumatori un servizio pubblico
 

Pag. 4

liberalizzato a un prezzo e a qualità ragionevoli, facendo «andare a braccetto» ciò che sembra per natura antitetico: il pubblico con il privato, il mercato con le regole, la concorrenza con la programmazione. Una programmazione di cui si sente l'assenza e che tutti i soggetti istituzionali, economici e sociali interessati possono invece rilanciare in un quadro di rinnovata collaborazione e di maggiore fiducia verso il futuro.
      Di qui il previsto Programma annuale di incentivazione dell'uso delle fonti rinnovabili che annualmente il Ministro delle attività produttive dovrà presentare alle Camere e che sarà approvato nell'ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria.
      Il Ministro delle attività produttive provvederà nel settembre di ogni anno a erogare i contributi così definiti a specifici progetti e l'Autorità per l'energia elettrica e il gas provvederà a calcolare la quota destinata a ridurre il costo della tariffa fissata per i costi di trasporto e di produzione dell'energia elettrica semestralmente, quando procederà alla revisione trimestrale delle tariffe medesime.
      La proposta di legge intende in questo modo aggiornare quanto in materia di fonti rinnovabili è previsto dal decreto legislativo n. 79 del 1999, contenente le norme per il ritiro dell'energia prodotta con fonti assimilate (energia CIP 6), e inserirsi nel più complessivo corpo di norme che regolano l'incentivazione delle fonti rinnovabili al fine della generazione elettrica, contribuendo a rafforzarne la portata e la realizzabilità, nonché a sostenere la ricerca come condizione per un più alto grado di efficienza e di fruibilità dell'energia così prodotta.
 

Pag. 5


torna su
PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Le convenzioni regolate dall'articolo 3, comma 12, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, concernenti i ritiri obbligati di energia elettrica prodotta tramite fonti assimilate, di seguito denominata «energia CIP 6», alla loro scadenza non possono essere oggetto di rinnovo.
      2. Le somme derivanti dai risparmi di spesa ottenuti dal Gestore della rete di trasmissione nazionale Spa (GRTN), relativi alle quote di energia elettrica di cui al comma 1, il cui costo, dipendente dall'obbligo del ritiro, grava sulla componente tariffaria A3 applicata ai clienti sottoposti a regime regolato dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, per la quota corrispondente al progressivo disimpegno dall'obbligo relativo all'energia elettrica prodotta da fonti energetiche assimilate, a decorrere dall'anno 2006 e negli anni successivi, sono destinate ad alimentare l'apposito Fondo nazionale per il sostegno della ricerca e dell'innovazione tecnologica nel settore dell'energia elettrica tramite fonti rinnovabili (FRIGER), istituito, ai sensi del comma 3, presso la Cassa conguaglio per il settore elettrico, nel cui ambito è soggetto a contabilità separata.
      3. L' ammontare del trasferimento al FRIGER previsto dal comma 2 equivale alla quota della tariffa A3 non più percepita dai soggetti esercenti gli impianti di generazione di energia elettrica e non più destinata a copertura dei costi sostenuti dal GRTN per l'attuazione dell'articolo 3, comma 12, del decreto legislativo 16 marzo 1999, n. 79, a seguito delle intervenute scadenze delle convenzioni per l'energia CIP 6 per la parte di fonti assimilate. L'Autorità per l'energia elettrica e il gas, ai fini della riduzione delle tariffe di fornitura ai clienti finali applicate dall'Autorità medesima ai consumatori di energia elettrica, è pertanto autorizzata

 

Pag. 6

a computare il 50 per cento di tale ammontare, derivante dalla vigenza della componente tariffaria A3 e depositato presso il FRIGER, nell'ambito del calcolo dei costi di produzione, trasmissione, trasporto e distribuzione presi in considerazione per la revisione trimestrale delle tariffe medesime.
      4. Il restante 50 per cento dei fondi del FRIGER è destinato all'erogazione di contributi destinati per il 50 per cento all'Ente per le nuove tecnologie, l'energia e l'ambiente (ENEA), e per il restante 50 per cento a soggetti pubblici e privati annualmente definiti secondo priorità stabilite sulla base della presentazione di progetti di ricerca conformi all'apposito Programma annuale di incentivazione dell'uso delle fonti rinnovabili ai fini della generazione di energia elettrica, predisposto dal Ministro delle attività produttive entro il mese di aprile di ogni anno e approvato nell'ambito del Documento di programmazione economico-finanziaria (DPEF).
      5. A seguito dell'approvazione del DPEF, il Ministro delle attività produttive, previo parere dell'Autorità per l'energia elettrica e il gas, del GRTN e del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio, è autorizzato annualmente, entro il mese di settembre, a emanare un apposito decreto per fissare le modalità di utilizzazione del FRIGER nonché di erogazione dei relativi contributi.
Frontespizio Relazione Progetto di Legge
torna su