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CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 141 |
1) la sezione costume e moda (circa 7.000 opere) composta da:
abiti funebri restaurati di Cosimo I de' Medici, don Garzia ed Eleonora di Toledo;
abiti e accessori di moda dal XVIII al XX secolo;
oggetti legati alla cura della persona;
costumi teatrali (nucleo più importante dalla donazione di Umberto Tirelli);
figurini e bozzetti per costumi e tessuti (disegni di Thayaht e figurini di Guidi);
gioielli (nucleo più importante Wiechmann Savioli);
indumenti di manifattura orientale.
(L'acquisizione delle opere sopra elencate, ad eccezione degli abiti medicei e di un nucleo proveniente dai depositi dell'ex-monastero della Crocetta, attuale Museo archeologico nazionale, è avvenuta grazie ad una donazione da parte di privati e di istituzioni, e - in percentuale minore - mediante acquisto diretto da parte del Ministero per i beni culturali ed ambientali);
2) le collezioni di manufatti tessili passati per competenza sotto la Direzione della Galleria del costume:
frammenti di tessuti antichi (secoli XIV-XIX);
parati liturgici della Cappella Palatina;
Fondaco delle stoffe di Palazzo Pitti (tessuti, galloni, passamanerie provenienti dall'arredo delle sale di Palazzo Pitti, siano state queste ultime rimosse o si trovino ancora in loco);
collezione degli arazzi provenienti dalle soprintendenze fiorentine;
collezione dei tappeti di Palazzo Pitti.
L'attività di studio, di restauro e di esposizione si può riassumere in:
a) otto rotazioni, ovvero cambiamento, a cadenza biennale/triennale, di tutte le opere esposte, seguendo criteri storico-cronologici o a tema, dopo averle sottoposte ad attenta revisione e diagnosi, e, quando lo si sia ritenuto necessario, a delicati interventi di restauro nell'annesso laboratorio;
b) oltre venti mostre temporanee (durata da due a sei mesi), incentrate su temi specifici inerenti la moda e il costume, alcune delle quali in altre sedi (come residenze storiche del Fondo per l'ambiente italiano) o dedicate a importanti nuclei pervenuti in donazione. Fra queste ultime si citano le esposizioni dedicate alle donazioni di Umberto Tirelli, il guardaroba di donna Franca Florio, Emilio Pucci, Gianfranco Ferré, Renata Tebaldi, e il salotto alla moda. Tre abiti siciliani del settecento, inoltre, sono stati recentemente acquistati dallo Stato;
c) ben trentadue pubblicazioni specializzate, edite in occasione degli eventi citati.
In considerazione del patrimonio e delle attività elencati, si ritiene sia giunto il momento di procedere ad un assetto più adeguato della Galleria stessa in riferimento al ruolo sempre più centrale che è venuta assumendo.
In considerazione, inoltre, della crescente importanza sia culturale che economica della moda italiana e del suo richiamo turistico verso l'estero, si ritiene opportuno conferire autonomia alla Galleria del costume di Palazzo Pitti trasformandola in Museo della moda e del costume, con sede principale in Firenze.
1. È istituito il Museo della moda e del costume, di seguito denominato «Museo», con sede in Firenze, al quale sono trasferiti il personale e il patrimonio della Galleria del costume di Palazzo Pitti.
1. Al Museo sono attribuiti i seguenti compiti:
a) raccogliere, conservare, catalogare, restaurare ed esporre materiale ed opere che si riferiscono alla storia della moda e del costume;
b) effettuare acquisti, scambi e prestiti con altri musei del mondo per l'incremento delle collezioni di moda e di costume esistenti;
c) promuovere iniziative ed attività culturali idonee a favorire la conoscenza, in Italia e all'estero, del patrimonio conservato dal Museo stesso;
d) patrocinare eventi culturali volti a valorizzare le creazioni di moda di giovani stilisti.
1. Il Museo è organizzato ai sensi di quanto previsto dalla legislazione vigente in materia ed è collocato all'interno del Polo museale fiorentino.
1. Il Museo può dotarsi di sedi collocate in altre città italiane, purché in un quadro di programmazione stabilito dalla Direzione
1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, valutato in 6.000.000 di euro per l'anno 2006 e in 3.000.000 di euro a decorrere dall'anno 2007, si provvede:
a) quanto a 3.000.000 di euro per l'anno 2006 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di conto capitale «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali;
b) quanto a 3.000.000 di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008 mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero per i beni e le attività culturali.
2. A decorrere dall'anno 2009 si provvede ai sensi dell'articolo 11, comma 3, lettera d), della legge 5 agosto 1978, n. 468, e successive modificazioni.
3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
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