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PDL 685

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 685



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

PEZZELLA, BRIGUGLIO, GIULIO CONTI, BELLOTTI

Istituzione del «Giorno della memoria per
le vittime di Hiroshima e Nagasaki»

Presentata il 15 maggio 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - Il 6 agosto del 1945 venne sganciata sulla città di Hiroshima la prima bomba a fissione nucleare. Hiroshima era una città che contava circa 350 mila abitanti, uno dei maggiori centri giapponesi di produzione bellica. La bomba distrusse ogni cosa nel raggio di due chilometri e provocò la morte di 70 mila persone, mentre altre morirono in seguito alle radiazioni. Il 98 per cento dei palazzi della città giapponese furono distrutti o gravemente lesionati.
      Tre giorni dopo, il 9 agosto, una nuova bomba venne sganciata sulla città di Nagasaki. I morti furono 75 mila e la città fu per metà distrutta. Questa seconda bomba al plutonio si differenziava dalla prima all'uranio, ma entrambe possedevano una grande potenza distruttiva: la prima pari a 12 mila tonnellate di tritolo, la seconda pari a 10 mila tonnellate.
      Se molti scienziati furono contrari all'uso della prima bomba, la seconda generò sgomento e ira. Di fronte a un nemico ormai piegato, che aveva già sperimentato sulla propria pelle il terribile morso della atomica, quella bomba appariva del tutto inutile. In effetti, servì solo ad affrettare la fine del conflitto, impedendo che anche l'Unione Sovietica entrasse in guerra con il Giappone e pretendesse poi di rivendicare i meriti della propria partecipazione alla vittoria.
      Per molti osservatori, quella di Nagasaki non fu l'ultima azione militare della
 

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seconda guerra mondiale, ma la prima grande operazione della guerra fredda.
      Dopo l'esplosione dei due ordigni nucleari americani sul Giappone e la fine del secondo conflitto mondiale, la costruzione di tali tipi di bombe si diffuse a macchia d'olio in tutto il mondo. Anche l'Unione sovietica fece esplodere il suo primo ordigno nucleare, segnando l'inizio della corsa agli armamenti. Si pensi che la Federazione russa dispone di quasi 8.500 testate, per un totale di 3.600 megaton; gli Stati Uniti dispongono di quasi 7.800 testate nucleari, per un totale di circa 2.150 megaton. Lo sviluppo di bombe sempre più potenti e perfezionate ha richiesto un impressionante numero di esperimenti nucleari condotti negli ultimi cinquanta anni nell'atmosfera, nello spazio, negli oceani e nel sottosuolo. Le cinque Nazioni con dichiarata capacità offensiva nucleare hanno effettuato più di duemila esplosioni nucleari dal 1945.
      Tanti sono i conflitti in corso in tante regioni della terra, conflitti che vedono migliaia di vittime, ma che, per fortuna, non registrano ancora l'utilizzo di armamenti nucleari.
      Ancora oggi esiste un reale pericolo di guerra nucleare. Il potenziale bellico in campo è tale che, se utilizzato, potrebbe sconvolgere per decenni l'equilibrio dell'intero pianeta.
      Crediamo sia utile ricordare e celebrare il giorno in cui fu sganciata la prima bomba nucleare, come monito e per non dimenticare, a tale fine istituendo il «Giorno della memoria per le vittime di Hiroshima e Nagasaki».
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 6 agosto, data del bombardamento della città giapponese di Hiroshima da parte degli Stati Uniti, «Giorno della memoria per le vittime di Hiroshima e Nagasaki» al fine di celebrare e di difendere la memoria di tutte le vittime della guerra e di sensibilizzare la coscienza civile sul pericolo bellico-atomico che ancora incombe sull'umanità.
      2. In occasione del «Giorno della memoria» di cui al comma 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di ricordo dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado e nelle università, su quanto accaduto nelle città di Hiroshima e Nagasaki, in modo da conservare, anche nel nostro Paese, la memoria dei tragici avvenimenti di quei giorni e da evitare per il futuro il ripetersi di analoghi crimini contro l'umanità.


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