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PDL 864

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 864



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato MADERLONI

Disposizioni per la tutela e la valorizzazione ambientale
dei laghi salmastri di Portonovo

Presentata il 23 maggio 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - L'area del Conero, che si estende per circa ottomila ettari e comprende 20 chilometri di costa, costituisce un ambiente naturale di grande rilievo ambientale per alcune peculiarità che la identificano rispetto alle caratteristiche della costa adriatica.
      Tale area, divenuta parco naturale regionale, comprende l'ambiente di Portonovo, caratterizzato dalla presenza di due stagni, o laghi costieri, denominati «Lago grande» (o «Lago della Piazza») e «Lago piccolo» (o «Lago profondo» o «Lago della Chiesa»).
      Tali laghi distano fra loro circa 650 metri e sono separati da un cordone costiero sul quale si è andata sviluppando la macchia mediterranea.
      I due laghetti sarebbero stati originati da frane di crollo molto antiche, da alcuni fatti risalire a epoca preistorica.
      La falesia del Conero è infatti uno dei sistemi più fragili ed esposti dell'intero territorio regionale, come rilevato nella carta di pericolosità allegata al Piano di assetto idrogeologico (PAI) realizzato dall'Autorità di bacino regionale delle Marche, che rappresenta il documento più aggiornato di valutazione del grado di rischio geologico del territorio e che sicuramente, con la sua valenza amministrativa, individua le aree che devono essere regolate da norme specifiche.
      Nell'area di Portonovo sono state segnalate le due più grandi frane storiche del comprensorio del Parco del Conero. Queste paleofrane sono leggibili nel complesso calcareo e hanno determinato la formazione sia dei due laghetti, sia di estese falde detritiche lungo i versanti. Proprio queste ultime sono localmente sede di processi erosivi, in parte contrastati da una forte copertura arborea.
      Le ultime frane da crollo a seguito di eventi meteorologici di forte intensità hanno ostruito la strada di accesso rendendo
 

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temporaneamente inaccessibile l'intera baia di Portonovo. Da sopralluoghi eseguiti a valle e a monte della rupe, si sono identificati incombenti pericoli sia per la pubblica incolumità, sia per l'esistenza dei laghetti.
      L'incombente pericolo mette a rischio anche lo svolgimento delle attività economiche prevalentemente turistiche strettamente legate alla baia.
      I fenomeni di frana sono da imputare, oltre che alla litologia marnosa e argillosa, anche dalle trasformazioni che il sistema idrografico naturale ha subito a causa della realizzazione della strada provinciale n. 1 del Conero.
      Le acque meteoriche, infatti, non scorrono più libere sul terreno, ma tendono a concentrarsi in eccessiva quantità sul versante che, imbevendosi, frana a partire dalla parte più alta e superficiale della falesia.
      C'è il rischio che anche in un prossimo futuro a seguito di piovaschi autunnali o invernali di forte e media intensità, il terreno possa franare a valle provocando crolli e ingenti decorticamenti superficiali, andando a interessare zone sempre più estese.
      Anche i rilevamenti recentemente eseguiti per la realizzazione della variante al piano del Parco hanno fatto emergere le forme e i processi che determinano queste recenti attività; i dissesti possono essere ritenuti potenzialmente pericolosi e necessitano di attenti indirizzi d'uso del territorio.
      Il ritardo nella pianificazione di strutture e di vincoli limitanti l'afflusso e l'attività di utenti e operatori nella baia ha portato a una progressiva evoluzione degradante di tutta l'area di Portonovo.
      Tutto questo appare evidente quando vengono presi in considerazione il Lago profondo e il Lago grande, due aree di estremo interesse ecologico, nonché gli unici laghi salmastri naturali lungo la costa medio-adriatica.
      Nell'evoluzione di questi ambienti, due sono le caratteristiche che appaiono emergere in modo piuttosto eclatante. La prima riguarda la variazione degli specchi d'acqua. Rispetto alle osservazioni di G. Cuminis (1936) il rilievo aereofotogrammetrico del 1972 consente di calcolare una diminuzione della superficie del Lago profondo pari al 72 per cento mentre il Lago grande sarebbe diminuito di circa il 37 per cento. Ciò lascia presupporre, se non si arresta immediatamente questa tendenza, un progressivo e rapido colmamento che porterà alla scomparsa dei due laghetti. Questa fase è praticamente già in corso nel Lago grande, che ha subito le più forti pressioni e la più forte degradazione. La facies attuale è, infatti quella di uno stagno per cui la denominazione di lago è del tutto fuori luogo. La seconda è rappresentata dall'interruzione dei rapporti con il mare, conseguente al colmamento e alla modifica del tratto di costa utilizzato per la costruzione di strutture per la balneazione.
      Da quanto esposto scaturisce immediatamente che non è neanche proponibile l'ipotesi di un recupero, anche minimo, di questi due specchi d'acqua se non si affrontano e risolvono tutti i problemi ambientali delle aree circostanti che sono alla base del deterioramento degli stessi.
      I due laghetti devono, cioè, essere inseriti in un progetto globale volto al riassetto di tutta l'area di Portonovo, prefigurato dalla normativa del piano del Parco del Conero e progettato dal comune di Ancona con un piano particolareggiato con valenza paesistica e ambientale.
      L'interesse alla salvaguardia di queste aree che rischiano la sparizione, è stato messo peraltro in rilievo in più studi, e in particolare in quelli ripetuti delle università di Camerino, di Perugia e ultimamente di Ancona, che hanno condotto diverse campagne di osservazione con i rispettivi istituti di botanica, idrobiologia, pescicoltura, zoologia.
      È stato possibile osservare che nei laghi si sviluppano molteplici cenosi vegetazionali. La variabilità biocenotica è considerata estremamente elevata in rapporto alla limitatezza degli attuali bacini con conseguenti processi distrofici.
      I campionamenti biologici hanno rilevato una notevole densità di batteri del
 

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ciclo dello zolfo e di proteo batteri che generano, nei mesi estivi, ingenti fioriture con intense colorazioni di rosso vinoso, mentre abbondanti fioriture algali lungo i margini ne determinano una colorazione giallo-bruno in primavera e in autunno. Dal punto di vista faunistico l'area risulta di estremo valore, oltre che per la fauna stanziale, anche per l'avifauna migratoria.
      In fase migratoria sono state osservate ben ventisette specie di uccelli diversi delle famiglie dei ciconidi, anatidi, canapiglia, accipitridi, pandiomidi, ralladi, laridi, irundinidi, silvidi. Vi si riproducono con regolarità alcune coppie di folaga, gallinella d'acqua, germano reale e il tuffetto, più sporadicamente quelle di cannaiola e di martin pescatore.
      È stata infine rilevata nella zoocenosi planctonica la presenza di un raro copepode (diacyclops biscupidatus odessarius). Fra gli ostracodi è stata segnalata, per la prima volta in Italia, la presenza della cypretta dubbiosa.
      Nel Lago grande inoltre è stata effettuata anche la cattura di esemplari di odonati.
      Il grande interesse scientifico e naturalistico dei due «laghi» richiede un urgente intervento per impedirne la estinzione con l'attuazione di opere che garantiscano il consolidamento della falesia e il ripristino del contatto con il mare per consentire la rivivificazione degli invasi, riducendo i tempi di ricambio delle acque, eliminando i carichi eccessivi di eutrofizzanti e consentendo il naturale recupero delle zone attualmente colmate.
      Dal punto di vista geologico per impedire l'innesco di frane per colamento dalla zona sommitale della falesia, si reputa necessario un intervento atto a ristabilire il naturale deflusso delle acque che è stato stravolto anni fa con la realizzazione della provinciale, portando inoltre a non coltivare la parte sommitale della falesia, lasciando una fascia di rispetto di 20-30 metri nella quale la vegetazione erbacea spontanea risulterà più efficace di quella forestale nel rallentare i processi erosivi in atto.
      Acclarato è l'effetto di consolidamento nel settore sommitale delle falesie marnoso-arenacee della vegetazione a brachypodium rupestre dell'associazione senecio erucifolii-inuletum viscosae var. a bachypodium rupestre che si sviluppa in seguito all'abbandono delle attività agricole e si prescrive in generale di non intervenire mediante rimboschimenti per non danneggiare la vegetazione spontanea ad arundo pliniana che presenta la massima efficacia per il rallentamento dei processi erosivi su versante.
      Da un punto di vista ecologico gli interventi devono mirare a mantenere i necessari livelli di acqua; a monitorare periodicamente sia le caratteristiche chimico-fisiche che quelle floristiche, vegetazionali e di paesaggio; a controllare l'emungimento dalle falde; a limitare gli interventi di antropizzazione, che potrebbero indurre, attraverso una maggiore uso del suolo, problemi di riduzione degli specchi d'acqua; a attuare gli appositi piani di intervento già realizzati dal comune di Ancona e condivisi dal Parco del Conero per ampliarne la superficie lacustre e regolare opportunamente il traffico veicolare e pedonale.
      Da un lato, l'alto rilievo ecologico dell'intervento - segnalato anche dal particolare valore paesaggistico-ambientale dell'area di Portonovo e dalla sua appartenenza al Parco regionale del Conero istituito con legge della regione Marche 23 aprile 1987, n. 21 e dall'individuazione dell'intera area di Portonovo come «proposto sito d'importanza comunitaria» (pSIC) e zona di protezione speciale (ZPS) dalla Rete Natura 2000 - dall'altro, la modestia delle risorse economiche da impegnare per interventi non procrastinabili sono elementi che rendono auspicabile e possibile una rapida approvazione della presente proposta di legge.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. È autorizzata la spesa di 2 milioni di euro per ciascuno degli anni 2007 e 2008 per finanziare la progettazione e l'attuazione di interventi per la conservazione e il recupero dell'equilibrio idraulico e dei valori naturalistici dei biotopi salmastri di Portonovo (Ancona).
      2. La progettazione e l'attuazione degli interventi di cui al comma 1 è affidata all'organo di gestione del Parco regionale del Conero, che vi provvede secondo le norme e le procedure previste dalle leggi della regione Marche, fatte salve le eventuali competenze del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.

Art. 2.

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a euro 2 milioni per ciascuno degli anni 2007 e 2008, si provvede mediante corrispondente riduzione delle proiezioni, per i medesimi anni, dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008 nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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