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PDL 1074

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 1074



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato GIBELLI

Modifica all'articolo 2 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante nuove disposizioni per l'abbattimento delle nutrie

Presentata il 12 giugno 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - La nutria (Myocastor coypus), descritta per la prima volta dallo zoologo Molina nel 1782, è un roditore originario di una vasta area territoriale che si estende dal Brasile, alla Bolivia e al Paraguay fino alle zone più meridionali del Sud America (Argentina e Cile).
      A seguito di introduzioni per la produzione commerciale delle pellicce, la specie è stata progressivamente diffusa anche in altre aree, tanto che, attualmente, risulta naturalizzata in diversi Paesi del Nord America, dell'Asia, dell'Africa e dell'Europa.
      In Italia non si dispone di sufficienti informazioni per definire, neanche a un livello di dettaglio macroscopico, la consistenza di questa specie alloctona. La sua diffusione ha subito comunque un notevole incremento negli ultimi anni e, da presenze localizzate, si è passati a una distribuzione che interessa interi comprensori (l'intera pianura padana, la costa alto-adriatica sino all'Abruzzo ed il versante tirrenico sino al Lazio), con popolazioni in forte espansione laddove vi sono condizioni ecologiche ed ambientali favorevoli. Presenze puntiformi interessano invece l'Italia meridionale e le isole maggiori.
      Grazie alle potenzialità riproduttive e alla particolare adattabilità ad ambienti e condizioni climatiche diverse, la nutria può raggiungere localmente densità anche molto elevate, determinando situazioni di impatto sui biotopi che, in taluni casi, possono risultare particolarmente pesanti.
      I problemi determinati dalla crescente presenza delle nutrie sono di diversa natura ed entità e vanno dal danneggiamento di alcune importanti opere idraulico-agrarie, alla determinazione di gravi rischi per la salute dell'uomo.
 

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      Riguardo ai danni recati alle opere idraulico-agrarie è necessario ricordare che, per loro natura, le nutrie sono solite scavare cunicoli e camere sotterranee e che quando ciò avviene - come spesso accade - nelle arginature pensili dei canali di irrigazione si possono determinare situazioni tali da compromettere la tenuta strutturale di tali manufatti, soprattutto in occasione delle ondate di piena. A ciò si aggiunga che le nutrie provocano danni economici localmente elevati per il prelievo operato a fini alimentari sulle coltivazioni agrarie, quali soprattutto la barbabietola da zucchero, il riso e il mais.
      I rischi per la salute umana sono riferibili al fatto che alcuni esemplari di nutria sono stati riscontrati positivi alla leptospirosi, malattia di particolare gravità rispetto alla quale le stesse nutrie sono risultate, sebbene in via secondaria e occasionale, diffusori ambientali dell'infezione.
      Da rilevare, infine, che le nutrie si sono altresì rese responsabili di gravi danni ecologici, conseguenti alla loro diffusione sul territorio. Osservazioni scientifiche compiute in aree assiduamente frequentate dalle nutrie hanno, infatti, consentito di verificare il determinarsi di evidenti situazioni di selezione a danno di specie autoctone, le cui popolazioni, come nel caso di alcuni uccelli (il mignattino piombato nei comprensori dell'alto Adriatico), si sono sensibilmente ridotte.
      L'insieme dei problemi succitati ha determinato l'emergere di situazioni di particolare difficoltà che, in talune aree del Nord Italia e in specie in Lombardia, hanno assunto i connotati di vere e proprie emergenze a causa sia dei rischi geologici ed ambientali, sia soprattutto dei rischi igienico-sanitari legati al verificarsi di casi, con conseguenze anche mortali, di trasmissione di leptospirosi all'uomo.
      Per le motivazioni suddette, la presenza della nutria sul territorio nazionale, stando a quanto riportato in una specifica sezione del sito INTERNET del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio, «deve considerarsi indesiderabile ed è opportuno adottare strategie di gestione che tendano a limitare in maniera efficace la diffusione della specie e la consistenza delle popolazioni».
      In considerazione di quanto sopra e, per quanto consentito dalle leggi vigenti, in alcune zone del Paese sono stati avviati, a livello provinciale, specifici programmi di controllo delle popolazioni di nutrie presenti sul territorio, basati sulla cattura degli animali vivi con il metodo delle gabbia/trappola, sulla loro successiva soppressione con metodo eutanasico e, infine, sullo smaltimento delle carcasse mediante conferimento ad apposite ditte specializzate.
      Al fine di semplificare l'attuazione di programmi come quello ora descritto e di fare fronte a situazioni di particolare gravità ed emergenza, come quelle attualmente riscontrate in alcune aree della Lombardia, si rende, tuttavia, necessario prevedere l'inclusione della nutria tra le specie nei confronti delle quali non si applicano le disposizioni di cui alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.
      Ciò è quanto si prevede di realizzare attraverso la presente proposta di legge della quale, per i motivi prima riscontrati, si raccomanda la sollecita approvazione.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Al comma 2 dell'articolo 2 della legge 11 febbraio 1992, n. 157 sono aggiunte, in fine, le seguenti parole: «, alle nutrie».


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