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PDL 1035

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 1035



 

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PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

d'iniziativa del deputato ZANETTA

Attribuzione alla provincia del Verbano-Cusio-Ossola dello statuto di autonomia provinciale

Presentata l'8 giugno 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - Una forte coscienza della propria identità, pure nel quadro della comunità piemontese, la difficoltà di raggiungere consolidati equilibri tra popolazione e risorse, il manifestarsi di situazioni di difficoltà economiche, pongono il problema di un assetto istituzionale che garantisca al «sistema montagna» del Verbano-Cusio-Ossola (VCO) larghi margini di autonomia e allo stesso tempo strumenti efficaci di ripresa economica e di inversione dei processi ormai affermati di contrazione.
      Le aspirazioni a una decisiva inversione di tendenza si traducono in una forte richiesta di autonomia dei territori del VCO dai centri decisionali esterni all'area.
      L'area del VCO, divenuta provincia dal 1995, si estende per 2.255 chilometri quadrati nella parte settentrionale del Piemonte, costituendone il cuneo che si protende verso il territorio elvetico. La provincia è composta da 77 comuni (di cui 75 montani) e ha una popolazione pari a circa 159.000 abitanti.
      È dunque terra di confine, tra due Stati (Italia e Svizzera) e due regioni (Piemonte e Lombardia), caratterizzata da una rilevante presenza montana, pedemontana e lacustre (vi si trovano infatti il Lago Maggiore, il Lago d'Orta e il Lago di Mergozzo) e solcata dal fiume Toce, che nasce tra i monti più settentrionali sfociando nel Lago Maggiore e nel Ticino.
      È consuetudine distinguere nell'ambito del territorio provinciale tre aree, aventi caratteristiche storiche, morfologiche ed economiche distinte: il Verbano (collocato sulla sponda occidentale del Lago Maggiore, con il suo entroterra montano e
 

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collinare), il Cusio (situato attorno al Lago d'Orta) e l'Ossola (ovvero la parte più settentrionale, circoscritta dalla valle del fiume Toce e dalle sette valli protese verso la Svizzera: Valle Anzasca, Valle Antrona, Valle Bognanco, Valle Divedro, Valle Antigorio, Valle Formazza, Valle Vigezzo).
      Lo stato di sviluppo del territorio è dunque alquanto disomogeneo e caratterizzato dalle peculiarità specifiche di ognuna delle tre aree, e influenzato dalla loro morfologia e orografia.
      È altresì evidente una polarizzazione attorno ai tre capoluoghi (Verbania, Domodossola e Omegna) che costituiscono nell'ambito del territorio i vertici di un ideale «triangolo».
      L'economia della provincia si caratterizza per la prevalenza della media e piccola impresa, per il commercio, per il settore terziario, quello turistico, manifatturiero e delle costruzioni.
      Già da queste premesse si può agevolmente intuire come la zona in questione sia totalmente avulsa dal contesto «regione Piemonte» anzitutto per il carattere prettamente montano, unica provincia a essere totalmente e tipicamente tale nell'ambito di una regione geograficamente caratterizzata in prevalenza dalla pianura; inoltre perché questa provincia è situata all'interno di una regione a statuto ordinario, mentre il resto del territorio alpino nazionale con caratteristiche analoghe è compreso in regioni a statuto speciale; ancora perché confina con i Cantoni svizzeri dotati di maggiore autonomia amministrativa, per cui si trova a competere con realtà più forti e dinamiche in moltissimi campi strategici, con strumenti inadeguati che ne limitano la capacità operativa e la crescita; e non da ultimo per la specificità dei suoi problemi discendenti dalla particolarità della sua collocazione oroidrografica e della sua storia politica e amministrativa implicanti l'esigenza di una conoscenza delle cose e un'attenzione ai problemi che sono proprie solo di chi vive e opera stabilmente in montagna.
      A tutto ciò si aggiungano la consapevolezza «storica» della situazione e il disagio che ne deriva per la popolazione che vive da sempre il proprio territorio come una vera e propria «regione nella regione», percependo quindi come una sorta d'ingiustizia il fatto che da ciò non derivi in primis un'autonoma gestione delle proprie risorse (si tenga in considerazione che inoltre una piccola ma significativa parte di questa popolazione è formata da gruppi etnici di tradizione secolare con proprie culture e costumi).
      Appare quindi evidente la necessità di disporre un'autonomia statutaria per la provincia del VCO che consentirebbe di sviluppare e di migliorare sensibilmente la viabilità, la formazione, i servizi alle persone e la qualità della vita per i cittadini della zona.
      Un'autonomia provinciale effettiva infatti comporterebbe l'attribuzione di congrue quote del gettito fiscale prodotto nel territorio. È altresì innegabile che il decentramento aumenti le opportunità di partecipazione e avvicini le istituzioni rappresentative alla popolazione.
      Inoltre, siccome i problemi che caratterizzano la politica a livello subnazionale sono tendenzialmente più semplici e vicini alle esperienze dei cittadini, il decentramento avvicina la politica alla quotidianità e la rende più comprensibile.
      Problemi quali, ad esempio, quelli legati ai trasporti pubblici locali o ai servizi sociali sono sicuramente più familiari che complicate questioni di politica estera o di politica economica.
      Sedi decisionali più vicine e un'agenda politica centrata su questioni meno complicate faciliterebbero inoltre una partecipazione più consapevole da parte della popolazione e, con essa, la diffusione di una coscienza civica che, a sua volta, contribuirebbe a legittimare e a stabilizzare le istituzioni democratiche.
      Questa funzione pedagogica del decentramento è particolarmente importante in quelle zone di incerta collocazione, nelle quali siano in corso profondi cambiamenti socio-economici e culturali.
      Coinvolgendo i cittadini nel governo locale e permettendo loro di diventare maggiormente consapevoli dei problemi della società si eviterebbe inoltre la disaffezione nei confronti delle istituzioni che
 

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molti iniziano sempre più a palesare e si riuscirebbe a fare funzionare meglio il sistema politico locale, responsabilizzando e incentivando gli amministratori locali e aumentando la loro capacità di rappresentare gli interessi locali.
      Con questa proposta di legge costituzionale si vuole quindi attribuire una forma di autonomia normativa, amministrativa, finanziaria e organizzativa adeguata alle caratteristiche della popolazione e del luogo, alla loro cultura, alla loro storia, nonché alle caratteristiche produttive ed economico-sociali della provincia del VCO. Per autonomia si deve intendere la capacità riconosciuta a un ente di darsi regole, norme e, quindi, la capacità di organizzarsi secondo le proprie esigenze e necessità.
      Tale principio di autonomia trova la sua implicita affermazione nell'articolo 5 della Costituzione laddove si afferma che «La Repubblica [...] riconosce e promuove le autonomie locali» per cui «adegua i princìpi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento».
      La specificità propria di questo territorio, come precedentemente evidenziato, sia sotto il profilo dell'identità storico-culturale, sia sotto quello oroidrografico sia sotto quello economico-produttivo, sorregge questa richiesta di autonomia anche perché il sistema finanziario provinciale deve ritenersi strategico per accompagnare i processi di sviluppo e di modernizzazione dell'economia.
 

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PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

      1. I commi primo e secondo dell'articolo 116 della Costituzione sono sostituiti dal seguente:

      «Il Friuli Venezia Giulia, la Sardegna, la Sicilia, la Valle d'Aosta/Vallée d'Aoste, il Trentino-Alto Adige/Südtirol, costituito dalle Province autonome di Trento e di Bolzano, e la Provincia autonoma del Verbano-Cusio-Ossola dispongono di condizioni di autonomia regionale o provinciale secondo i rispettivi statuti speciali adottati con legge costituzionale».

Art. 2.

      1. All'articolo 117 della Costituzione sono apportate le seguenti modificazioni:

          a) al quinto comma, le parole: «di Trento e di Bolzano» sono soppresse;

          b) al sesto comma, dopo le parole: «alle Regioni», ovunque ricorrono, sono inserite le seguenti: «e alle Province autonome».

Art. 3.

      1. Dopo il secondo comma dell'articolo 119 della Costituzione è inserito il seguente:

      «Per consentire alle Province autonome di svolgere adeguatamente le competenze di legislazione e di amministrazione nelle materie attribuite dallo statuto di autonomia, una quota del gettito fiscale prodotto nel territorio provinciale, non inferiore al 60 per cento del gettito di tutti i tributi, con esclusione delle imposte destinate al finanziamento dell'Unione europea, è attribuita a ciascuna delle Province stesse».

 

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Art. 4.

      1. Lo statuto di autonomia della provincia autonoma del Verbano-Cusio-Ossola è adottato con legge costituzionale previa intesa con la regione Piemonte sul testo approvato dalle due Camere in prima deliberazione. Il diniego della proposta di intesa può essere manifestato entro tre mesi dalla trasmissione del testo, con deliberazione a maggioranza dei quattro quinti dei componenti del Consiglio regionale. Decorso tale termine senza che sia stato deliberato il diniego, le Camere possono adottare la legge costituzionale.
      2. Ai fini dell'adozione dello statuto di autonomia, il consiglio della provincia autonoma del Verbano-Cusio-Ossola approva un apposito progetto di legge costituzionale, redatto in articoli, ai sensi del disposto dell'articolo 71, secondo comma, della Costituzione. Il progetto di legge costituzionale deve essere corredato da una relazione illustrativa delle caratteristiche comunitarie territoriali, socio-demografiche, storiche e culturali, nonché dello sviluppo economico della provincia e della capacità contributiva globale per la quale viene chiesta l'attribuzione dello statuto di autonomia. Il suddetto progetto di legge costituzionale può essere presentato anche sotto forma di iniziativa popolare a condizione che sia sottoscritto da almeno 10.000 iscritti alle liste elettorali per la Camera dei deputati, residenti nella provincia medesima.


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