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PDL 532

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 532



PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato DI GIOIA

Disposizioni per il restauro e il recupero del centro storico e delle opere monumentali del comune di Lucera

Presentata l'8 maggio 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - Lucera, fiorente città della provincia di Foggia, è collocata nella zona nord-occidentale della Capitanata, con una bella vista panoramica sul Tavoliere delle Puglie, sul semicerchio dei monti Subapenninici e sul promontorio del Gargano.
      La città vanta origini antichissime, del suo splendore parlano nei loro scritti Strabone, Polibio, Plinio, Orazio, Tacito, Aristotele, Cicerone, Cesare, Livio ed altri ancora. Di origine osca, il suo nome deriverebbe dalle radici etrusche luc (bosco) ed eri (sacro). Edificata molto probabilmente su un territorio più vasto di quello attuale, fu prospera capitale della Daunia.
      Fedelissima a Roma, Lucera diventa colonia juris latini nel 314 avanti Cristo ricevendone ampia autonomia e indipendenza. Nel periodo imperiale testimonianze dello splendore della città furono l'erezione di alcuni templi, del foro, delle terme e dell'anfiteatro.
      Nell'alto medioevo, per la sua posizione mediana tra oriente e occidente, tra Roma e Bisanzio, Lucera fu continuamente contesa tra longobardi e bizantini. Sotto Costantino il Grande divenne capoluogo della provincia dell'Apulia, vasto territorio esteso alla penisola Salentina.
      Nel XIII secolo, Lucera legò il suo nome alla Casa di Svevia, vivendo, dopo quello romano, il periodo più interessante della sua plurimillenaria storia. A più riprese Federico II di Svevia vi trapianta, dalla Sicilia, una colonia di circa 60 mila saraceni, con i quali marcerà trionfale contro tutti i suoi oppositori. A Lucera, Federico II istituisce una zecca, un'Accademia scientifica, una fiera generale e vi erge un fastoso Palatium imperiale.
      Dagli inizi del '300, Lucera divenne città cara agli Angioini che le fecero assumere un volto nuovo e la dotarono di nuovi splendidi monumenti. Agli Angioini seguirono gli Aragonesi, i quali concessero a Lucera il tribunale della dogana delle pecore di Puglia, importante istituzione giuridica e la regia udienza provinciale, cioè il più alto grado di amministrazione della giustizia nell'ambito della provincia di Capitanata.
      Sotto i viceré spagnoli la città rimase stabilmente a partire dal 1503, per circa tre secoli, cominciando a manifestare segni di decadimento, aggravato dalle frequenti carestie e dal malgoverno imperante.
      Nel 1861 Lucera prende a far parte del Regno d'Italia, ritrovando una rinnovata vitalità sociale e sviluppandosi sia in campo economico che culturale.
      Attualmente Lucera (35mila abitanti) è una città legata prevalentemente alle attività agricole anche se non mancano importanti attività industriali ed artigianali.
      Grazie al suo illustre passato la città di Lucera, dove tutto conserva una nobiltà immutabile, è ricca di monumenti eretti a testimonianza della sua grandezza di un tempo.
      Fra le grandi opere d'arte della città vanno annoverati, in ordine di tempo: l'Anfiteatro romano (I secolo avanti Cristo), fatto costruire dal magistrato Marco Vecilio Campo in onore di Ottaviano quando questi fu insignito del ruolo di Augusto; la fortezza svevo-angioina (1233), eretta da Federico II sui ruderi della rocca di Diomede e successivamente ampliata e fortificata da un poderoso muro di cinta e due torri cilindriche di re Carlo I d'Angiò (1269-1283), a questi si aggiungono la cattedrale (1300-1317) fatta costruire da Carlo II d'Angiò e altri cinque edifici religiosi, coevi della cattedrale. Altre numerose chiese, edifici e palazzi, contengono pregevoli opere d'arte risalenti a varie epoche: i resti delle terme romane e alcune chiese che per le opere contenenti sono state dichiarate «monumento nazionale».
      Seguono una eccezionale e numerosa concentrazione di case magnatizie e dimore signorili, edificate nel tempo dalla nobiltà e dalla borghesia terriera lucerina che danno alla città, nel suo complesso, un aspetto di vera città d'arte.
      Nei pressi di Lucera, a sette miglia e mezzo dalla città, verso Torremaggiore, si ergono, inoltre, i ruderi del castello di Fiorentino, dove il 13 dicembre 1250, cessava di vivere l'infante di Puglia, Federico II.
      Nell'agro di Lucera, infine, a partire dal febbraio 1995, nel corso di alcune campagne di scavi archeologici eseguite nell'ambito dei lavori per la realizzazione di una diga sul torrente Celone, in contrada San Giusto, lungo la via sacra Longobardorum che si sviluppava tra Benevento e Siponto, sono venuti alla luce i resti di un complesso paleocristiano, composto da una Basilica a tre navate, con mosaici conservati in ottimo stato, e da un Battistero a pianta circolare (V-VI secolo) i cui scavi sono attualmente in corso. L'importanza della recente scoperta è, inoltre, evidente dai manufatti ceramici affioranti, che attestano la frequentazione del sito fin dall'età neolitica.
      L'anfiteatro romano, unico esempio architettonico completo della Daunia romana e unico monumento del genere in Puglia, è senz'altro il più vasto dell'Italia
meridionale. Situato in una depressione naturale del terreno, già utilizzata in epoca precedente come cimitero, l'anfiteatro è dotato di due maestosi portali di accesso e misura 131,20 metri in lunghezza e 99,20 in larghezza. Venne devastato nel 663 ad opera delle truppe di Costante II durante la distruzione che la città ebbe a subire. Rimasto coperto da materiali di riporto, dopo che per secoli il sito era servito da cava per la costruzione della città, il monumento fu riportato alla luce grazie ad una serie di scavi, iniziati nel 1932 e terminati nel 1945. Adiacenti all'edificio vi sono i resti degli spoliaria: palestre, infermerie ed altri fabbricati pubblici, nonché un piccolo cimitero dove i gladiatori caduti venivano sepolti.
      Il castello di Federico II di Svevia costituisce il monumento più maestoso di Lucera, sorge nella parte nord, sul colle più alto della città. Nel 1233, Federico II di Svevia, decise di fare erigere in questo luogo il suo Palatium, del quale oggi ne restano le superbe rovine, dette «della Cavalleria».
      Il palazzo federiciano era un grande edificio a pianta quadrata, a tre piani, innestato su un basamento piramidale tronco, poggiante su uno zoccolo di pietra viva a scarpata, che sarà poi assorbito dal Castrum ordinato da Carlo I d'Angiò.
      Dopo i lavori angioini di riadattamento e di consolidamento, nella fortezza i motivi artistici e le esigenze difensive si composero tanto armoniosamente che ne risultò un edificio notevole per eleganza di costruzione e ricchezza di elementi decorativi, pur raggiungendo pienamente i suoi scopi militari. Ed oggi il castello più grande d'Europa si presenta come un'ammirevole e poderosa costruzione pentagonale lunga 900 metri, racchiudente un'area di circa 8 ettari, rinforzata da 24 torri.
      Vera miniera archeologica, all'interno della fortezza sono visibili tracce di epoche diverse. Nel 1871 l'intero complesso venne dichiarato monumento nazionale.
      La presente proposta di legge, considerato l'alto valore artistico e monumentale della città, prevede l'erogazione di un contributo finanziario per restituire tutto il suo antico splendore al centro storico e alle altre opere monumentali della città di Lucera che hanno un enorme valore come patrimonio artistico nazionale.


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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il recupero e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico, archeologico e monumentale del comune di Lucera sono di preminente interesse nazionale e per il loro perseguimento si applicano le disposizioni della presente legge.
      2. Le finalità di cui al comma 1 si realizzano attraverso i seguenti interventi:

          a) ristrutturazione degli immobili di proprietà comunale;

          b) conservazione e restauro di beni culturali, di proprietà dello Stato o di privati, dati in pubblica gestione, legati alla storia della città, ovunque conservati e loro valorizzazione a fini turistico-culturali;

          c) rifacimento e restauro di piazze, strade e vicoli interni al centro storico;

          d) ristrutturazione e ammodernamento della biblioteca comunale;

          e) ristrutturazione e recupero del castello di Federico II di Svevia;

          f) dotazione di attrezzature connesse all'ampliamento e alla valorizzazione dei musei cittadini;

          g) realizzazione di studi, ricerche, attività didattiche e di promozione culturale;

          h) conservazione e valorizzazione delle testimonianze archeologiche.

Art. 2.

      1. Gli interventi di cui all'articolo 1, qualora non diversamente indicato, si riferiscono all'intero territorio del comune di Lucera.

Art. 3

      1. I soggetti che concorrono all'attuazione delle finalità di cui all'articolo 1 sono il comune di Lucera, la regione Puglia e gli enti pubblici e privati, interessati o indicati dal comune medesimo.
      2. Entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, i soggetti di cui al comma 1 stipulano un'intesa che individua le azioni, gli interventi e le opere necessarie al perseguimento delle finalità di cui all'articolo 1 e fissa le modalità di partecipazione degli enti citati al perseguimento delle finalità stesse.
      3. L'intesa è definita sulla base delle disponibilità finanziarie di cui alla presente legge, nonché delle risorse disponibili nei bilanci delle amministrazioni dello Stato, della regione Puglia e di altri enti pubblici e privati. L'intesa definisce, altresì, le modalità di coordinamento degli interventi.
      4. Gli interventi di cui all'articolo 1 sono sottoposti alla vigilanza del Ministero per i beni e le attività culturali, tramite le sovrintendenze competenti per materia e per territorio.

Art. 4.

      1. Alle esigenze finanziarie connesse agli interventi di cui all'articolo 1 si provvede mediante un contributo statale straordinario complessivo di 24 milioni di euro da erogare ai soggetti di cui all'articolo 3 in ragione di 8 milioni di euro per ciascuno degli anni 2006, 2007 e 2008.
      2. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 5.

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.
    


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