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PDL 1779

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 1779



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato BOATO

Abrogazione della legge 30 luglio 2002, n. 189, recante modifica alla normativa in materia di immigrazione e di asilo

Presentata il 4 ottobre 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - L'immigrazione è un fenomeno complesso che riguarda l'Italia, l'Europa, tutte le democrazie avanzate ed i loro rapporti con i Paesi più arretrati e sottosviluppati, sia nel confronto nord-sud, sia nelle relazioni est-ovest.
      L'Italia ha conosciuto per quasi un secolo il fenomeno dell'emigrazione verso altri Paesi più sviluppati ed altri continenti; nel mondo vi sono molti milioni di persone di origine italiana, testimoni viventi della drammatica storia del nostro Paese quando era caratterizzato da povertà, miseria e sottosviluppo.
      Sappiamo bene che, oggi, in Italia ed in Europa non si può immaginare una politica di immigrazione indiscriminata ed irregolare, che provocherebbe gravi lacerazioni sociali, fenomeni di razzismo, xenofobia, intolleranza ed una convivenza sempre più difficile, specialmente tra le fasce sociali più deboli ed emarginate della nostra popolazione.
      L'immigrazione è un fenomeno complesso che va governato con equilibrio e fermezza, con equità e rigore, con una forte collaborazione a livello europeo e con la cooperazione e la diretta responsabilizzazione dei Paesi di provenienza, sia a sud sia ad est. La vera sicurezza non è soltanto un problema di ordine pubblico, che pure esiste e va affrontato nella sua dimensione; una cosa è la sacrosanta e doverosa lotta contro la criminalità italiana ed extracomunitaria, altra cosa il fenomeno dell'immigrazione irregolare, tecnicamente definita clandestina.
      In molte delle nostre famiglie esistono persone pienamente integrate, ma che risultano
 

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tecnicamente clandestine perché non sono riconosciuti i loro diritti ed anche i loro doveri.
      In molte delle nostre aziende, specialmente nel nord d'Italia, lavorano persone pienamente integrate e professionalmente capaci, ma che risultano tecnicamente clandestine perché non sono riconosciuti i loro diritti ed anche i loro doveri.
      Queste persone straniere sono lavoratori e lavoratrici nelle aziende, nelle famiglie, che nulla hanno a che vedere con la criminalità.
      Governare il fenomeno dell'immigrazione significa, dunque, combattere la criminalità laddove si manifesta, ma soprattutto superare il problema della clandestinità e sviluppare la capacità di integrazione, realizzando l'autentica convivenza nella solidarietà e nella sicurezza.
      Governare il fenomeno dell'immigrazione significa fornire risposte adeguate alle esigenze del nostro sviluppo socio-economico e, al contempo, rispettare i diritti civili e umani per tutti, riconoscere le garanzie dello Stato di diritto e delle convenzioni internazionali in materia di asilo.
      Tutto questo non è presente nella cosiddetta «legge Bossi-Fini» (legge n. 189 del 2007) in tema di immigrazione e di asilo, approvata nel corso della precedente legislatura, o è stato reso più complicato e difficile, più macchinoso e burocratico, più rigido e repressivo rispetto alla legislazione pre-esistente.
      La «Bossi-Fini» non è tanto una legge, quanto un manifesto ideologico, un'arma impropria da agitare in una sorta di campagna elettorale permanente.
      È per questo che con la presente proposta vogliamo abrograrla, perché essa è una pessima legge; non è una riforma, bensì una controriforma, un'operazione politica e ideologica regressiva.
      Queste norme conculcano i diritti dei lavoratori stranieri, ma anche quelli delle imprese italiane dove essi lavorano; conculcano i diritti delle persone, dei minori e delle famiglie, rendendo tutto più complicato, macchinoso e difficile ed ottenendo in tal modo l'effetto opposto: non meno, ma più clandestinità; non meno, ma più irregolarità; non meno, ma più insicurezza!
      Non si deve contrapporre la sicurezza alla solidarietà e alla convivenza, ma promuovere solidarietà e convivenza nella sicurezza. La «Bossi-Fini» va invece nella direzione opposta. Non si deve contrapporre una chiusura ideologica e regressiva ad aperture indiscriminate e demagogiche, ma costruire ed applicare regole certe, eque e praticabili. Questa legge va invece nella direzione opposta. Non si deve rendere sempre più difficile e precaria l'immigrazione regolare e regolata, altrimenti si incentiva il fenomeno della clandestinità e dell'emarginazione. Tale legge va appunto nella direzione opposta e ha creato nuova clandestinità; essa calpesta infatti i diritti civili ed umani fondamentali, lede la Costituzione, rende più difficile la convivenza e la coesione sociale.
      Noi siamo per un'immigrazione regolare e regolarizzata, per i diritti e i doveri delle persone, delle famiglie e delle imprese, per una strategia di sviluppo socialmente ed economicamente sostenibile, per il rispetto dei diritti civili ed umani nel quadro di una convivenza possibile e di una positiva coesione sociale ed è per questo che l'abrogazione della legge n. 189 del 2002 diventa pre-requisito fondamentale da cui partire per una nuova e più equa politica dell'immigrazione.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. La legge 30 luglio 2002, n. 189, e successive modificazioni, è abrogata.
      2. Dalla data di entrata in vigore della presente legge riacquistano efficacia, nel testo vigente prima della data di entrata in vigore della legge 30 luglio 2002, n. 189, le disposizioni degli articoli 3, 4, 5, 6, 7, 9, 11, 12, 13, 14, 15, 16, 17, 21, 22, 23, 24, 25, 26, 27, 29, 30, 32, 39 e 40 del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e dell'articolo 1 del decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39.
      3. Gli articoli 2-bis e 5-bis del testo unico di cui al decreto legislativo 25 luglio 1998, n. 286, e gli articoli da 1-bis a 1-septies del decreto-legge 30 dicembre 1989, n. 416, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 1990, n. 39, sono abrogati.


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