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PDL 1970

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 1970



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

LICANDRO, DILIBERTO, SGOBIO, BELLILLO, CANCRINI, CESINI, CRAPOLICCHIO, DE ANGELIS, GALANTE, NAPOLETANO, PAGLIARINI, FERDINANDO BENITO PIGNATARO, SOFFRITTI, TRANFAGLIA, VACCA, VENIER, AURISICCHIO, BANDOLI, BETTA, BOATO, BOFFA, BORDO, BURTONE, CARLUCCI, CASTAGNETTI, CIALENTE, D'ALIA, D'ANTONA, DE ZULUETA, D'IPPOLITO VITALE, EVANGELISTI, GIANNI FARINA, FEDI, FERRIGNO, CINZIA MARIA FONTANA, FORLANI, GIOVANELLI, GIRO, GIULIETTI, GRASSI, INTRIERI, KHALIL, LARATTA, LO MONTE, LOMAGLIO, LONGHI, MIGLIOLI, MISIANI, NARDI, NARDUCCI, LEOLUCA ORLANDO, PALOMBA, PEDICA, PELLEGRINO, PROVERA, RAITI, REALACCI, ROTONDO, RUGGERI, RUSCONI, SAMPERI, SANNA, SERVODIO, SINISCALCHI, SQUEGLIA, TASSONE, TOLOTTI, TREPICCIONE, ZANELLA

Istituzione della Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime delle mafie

Presentata il 22 novembre 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - Ormai da dieci anni l'Associazione Libera celebra in Italia la «Giornata della memoria e dell'impegno in ricordo di tutte le vittime delle mafie». Si tratta di un evento importante nella vita del nostro Paese, che ha contribuito a rilanciare in tutta Italia la questione della lotta alla criminalità organizzata.
      E mai come in questo momento è necessario continuare questa importante battaglia. Le mafie, lungi dall'essere state indebolite dall'attività che negli ultimi cinquanta anni è stata portata avanti dalla magistratura, dalle Forze di polizia, dai partiti e movimenti politici, dai sindacati e dalle associazioni, sembrano essersi addirittura
 

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rafforzate, con un profondo mutamento della loro fisionomia. Lo stereotipo del mafioso con «la coppola e la lupara», oggi appare grottesco e in qualche misura funzionale alla strategia «morbida» o di «inabissamento» praticata nell'ultimo decennio. Oggi il nuovo potere mafioso non si annida nei ceti più poveri e poco alfabetizzati, ma è presente in modo consistente tra i cosiddetti «colletti bianchi»: imprenditori, professionisti, amministratori e politici. La nuova mafia non è un fenomeno solo meridionale, ma riguarda ormai tutto il Paese, anzi, al nord agisce con minore disturbo in un ambiente in cui si tendono a sottovalutare la sua presenza e la sua azione. La nuova mafia ha un volume d'affari di 100 miliardi di euro ogni anno: un danno enorme all'economia italiana e una pesante ipoteca sulla democrazia.
      Così non deve sottovalutarsi appunto l'adozione da parte della mafia di una strategia morbida, che evita il conflitto armato con le istituzioni, che rifugge dal clamore e dalle luci della ribalta e che cerca riparo, riciclandosi, nell'economia legale.
      È quindi necessario rimettere la questione della lotta alla mafia al centro dell'agenda politica del Governo e dell'attività legislativa del Parlamento. E ciò necessita della cooperazione di tutti i settori dello Stato, attraverso la promozione della battaglia anche sul piano sociale, con la lotta al lavoro nero e al precariato, che generano povertà ed emarginazione e arano il terreno su cui le mafie operano il reclutamento.
      La lotta alla mafia deve essere poi portata avanti anche attraverso una grande battaglia delle idee, con azioni forti, volte a sconfiggere la cultura mafiosa e a portare a una più solida consapevolezza da parte di tutta la popolazione italiana su che cosa in realtà sia e quali danni produca la criminalità organizzata.
      Per queste ragioni è necessario che la politica faccia tesoro delle esperienze che si sono sviluppate nel nostro Paese grazie alla meritoria azione delle associazioni antimafia.
      Negli «stati generali dell'antimafia» promossi dall'Associazione Libera a Roma nei giorni 17, 18 e 19 novembre 2006, i circa 6 mila partecipanti hanno invitato il mondo della politica ad adottare azioni concrete per rilanciare la lotta alla criminalità organizzata. Tra le richieste vi è anche l'istituzione della «Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime delle mafie».
      È dovere di questo Parlamento ascoltare le voci che vengono da ogni parte del Paese e che chiedono più attenzione e risorse per questa battaglia.
      È dovere di questo Paese e delle istituzioni democratiche dare a coloro che hanno sacrificato la propria vita contro le mafie il giusto tributo per il loro gesto. È dovere nostro celebrare i magistrati, i sindacalisti, i sacerdoti, i politici, i giornalisti, gli uomini e le donne delle Forze dell'ordine e tutti i cittadini che hanno lottato per sconfiggere la mafia sino alla fine. Occorre, in particolare, che le loro storie personali si trasformino in patrimonio di tutta la comunità.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Il 21 marzo di ogni anno, primo giorno di primavera, è riconosciuto quale «Giornata della memoria e dell'impegno per le vittime delle mafie».
      2. In occasione della Giornata di cui al comma 1, le istituzioni pubbliche promuovono e organizzano manifestazioni e cerimonie ufficiali per commemorare le vittime delle mafie, nonché, di intesa con le associazioni antimafia che operano sul territorio, convegni, mostre e pubblicazioni nelle scuole di ogni ordine e grado.


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