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PDL 2290

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2290



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa dei deputati

BORGHESI, ASTORE, BANDOLI, BELLILLO, CASSOLA, CHIAROMONTE, EVANGELISTI, MISITI, MURA, LEOLUCA ORLANDO, OSSORIO, PALOMBA, PORFIDIA, RAITI, RAZZI

Modifica alla legge 29 ottobre 2005, n. 229, per la concessione di un assegno vitalizio in favore delle persone affette dalla sindrome da talidomide

Presentata il 21 febbraio 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - A cavallo degli anni cinquanta e sessanta, in Europa, per effetto di uno psicofarmaco sedativo (il talidomide), somministrato a donne nei primi mesi di gravidanza, erano nati migliaia di bambini colpiti da mancato sviluppo degli arti (focomelia) o da altre gravissime deformità.
      Quel farmaco era stato introdotto sul mercato tedesco, con il nome di Contergan, da un'industria farmaceutica, la Chemie Grünenthal di Stolberg, nella allora Germania Occidentale, che ne assicurava e propagandava l'assoluta innocuità anche quando le erano già noti gli effetti tossici.
      La stessa ditta, per incrementare i propri profitti, aveva curato la diffusione del talidomide in diversi altri Paesi, disseminando, così, in ciascuno la sventura dei bambini deformi e la disperazione delle famiglie: 6.000 nella Germania Occidentale, 400 in Gran Bretagna, 100 in Svezia e molti altri altrove, per un totale compreso, secondo caute stime, tra 8.000 e 10.000 casi.
      Tuttavia, una così orrenda catastrofe si sarebbe compiuta e celata nel pianto di migliaia di madri, ciascuna convinta di una propria singolare sventura, se alcuni medici e legali non l'avessero portata in evidenza, dimostrandone la cause e denunciandone le responsabilità. A loro e alla parte migliore della stampa straniera si deve la fine della tragedia del talidomide, che forse ha insegnato ad evitarne di analoghe.
      Infatti in Svezia, grazie a vigorose pressioni esercitate dalla stampa e dall'opinione pubblica, l'industria produttrice di specialità medicinali contenenti talidomide
 

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è stata indotta a versare, per ogni bimbo colpito dagli effetti del farmaco, una rendita annua.
      In Gran Bretagna, l'industria farmaceutica produttrice, dopo aver sottoscritto un analogo impegno, anche se per un indennizzo minore, e aver tentato ogni cavillo onde evitare di onorarlo, è stata investita da una campagna-stampa che l'ha costretta ad assumere un impegno maggiore per l'erogazione di fondi ai fanciulli focomelici da talidomide. Inoltre un gruppo di deputati, sia della maggioranza sia dell'opposizione, si sono adoperati per far ottenere ai focomelici ausilii indispensabili (protesi da cambiare di anno in anno, mezzi di locomozione, assistenza, eccetera), per alleviare almeno in parte la pena della loro esistenza.
      In Germania, l'impresa farmaceutica responsabile è dovuta comparire in un processo nel quale si è impegnata a versare un'ingente somma di denaro. Tutto ciò non basta a restituire quanto è stato tolto alla vita di un bambino, né a concedere assoluzioni alla responsabilità dell'intero sistema.
      Ma in Italia, nulla di ciò è avvenuto. Da noi si ignora persino che siano mai esistiti, e se sopravvivono tuttora bambini «talidomici». Le rare pubblicazioni che ne parlano sono scritte per i congressi e per le riviste scientifiche. Qui nessuna autorità sanitaria promuove un'indagine ad hoc e ne pubblica i risultati. In Italia nessuno sembra aver chiesto un risarcimento alle industrie farmaceutiche responsabili.
      Ma forse, un focomelico italiano vale meno o soffre meno di uno svedese, inglese o tedesco? Oppure non vale niente e non soffre più? Oggi, ovviamente, le persone focomeliche da talidomide hanno circa cinquant'anni e si presume, visto che non ne è mai stato fatto un censimento, che in tutta Italia ci siano 120-150 vittime, non tutte invalide al 100 per cento. L'unica assistenza, si fa per dire, da parte dello Stato italiano è l'esenzione dalla partecipazione alla spesa sanitaria, riconosciuta dall'articolo 3 del decreto-legge 5 dicembre 2005, n. 250, convertito dalla legge 3 febbraio 2006, n. 27. Troppo poco, o meglio nulla, per una tragedia dimenticata per troppi anni e a cui il Governo italiano si è mostrato fino ad oggi indifferente.
      Pertanto la presente proposta di legge, che consta di un solo articolo, è volta ad estendere l'assegno mensile vitalizio previsto per i danneggiati da complicanze di tipo irreversibile a causa di vaccinazioni obbligatorie dall'articolo 1 della legge 29 ottobre 2005, n. 229, anche ai soggetti affetti dalla sindrome da talidomide, determinata dalla somministrazione dell'omonimo farmaco, nelle forme dell'amelia, dell'emimelia, della focomelia e della macromelia.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Dopo l'articolo 4 della legge 29 ottobre 2005, n. 229, è inserito il seguente:

      «Art. 4-bis. - 1. L'indennizzo di cui all'articolo 1 è riconosciuto, altresì, ai soggetti affetti da sindrome da talidomide, determinata dalla somministrazione dell'omonimo farmaco, nelle forme dell'amelia, dell'emimelia, della focomelia e della macromelia».

Art. 2.

      1. All'onere derivante dall'attuazione della presente legge si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2007-2009, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2007, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero della salute.
      2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


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