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CAMERA DEI DEPUTATI
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N. 707 |
1) la gestione «bottom-up», a partire cioè dalle stesse comunità, dei fenomeni di conflittualità e dissocialità che possono sfociare in violenza, con una specifica attenzione ai fenomeni di marginalità sociale (percorsi di empowerment) e alle svariate forme di conflittualità urbana (facilitatori sociali, operatori di quartiere eccetera), con particolare riferimento ai fenomeni di dissocialità e di devianza;
2) la collaborazione alla definizione di politiche di progettazione partecipata presso le comunità territoriali;
3) la formazione di personale e di cittadini alla nonviolenza e alla pace, con particolare riferimento a tutto il personale impegnato in attività psico-socio-educative, politico-sociali e di missione all'estero nell'ambito di specifici programmi;
4) l'interazione con gli organismi specifici per la definizione delle politiche di sicurezza urbana.
A livello internazionale tali operatori saranno impegnati nel lavoro con le comunità territoriali, oltre che nelle suddette attività, anche per l'individuazione di percorsi di diplomazia preventiva «dal basso», di politiche di sicurezza partecipata e di sostegno alle politiche di sviluppo sostenibile.
a) divulgare una cultura sociale della nonviolenza e della pace a tutti i livelli a cui ciò possa essere effettuato;
b) formare personale, sia civile che militare, con particolare riferimento a coloro che sono impegnati sia in territori locali attraversati da fenomeni di degrado, illegalita e violenza sia in attività di missione all'estero;
c) contribuire alla costituzione di un Corpo civile nazionale di pace composto da personale esperto;
d) collaborare con la società civile per sviluppare con le sue diverse componenti progetti comuni di ricerca e azione sul territorio;
e) sostenere le politiche per la nonviolenza e per la pace a tutti i livelli a cui ciò può verificarsi, sia localmente che su scala internazionale.
La collocazione elettiva dell'ISSPACE presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali deriva sia dalla spiccata componente sociale del campo complesso di studi e delle competenze richieste agli operatori, indipendentemente dall'orientamento teorico (politico-sociale, socioculturale, psicosociale, economico sociale eccetera), sia dall'esigenza di connotare in senso preventivo i programmi e gli interventi antiviolenza, per la pace e la sicurezza, attraverso una specifica evoluzione delle politiche sociali.
L'ISSPACE interagisce con tutti gli altri dicasteri con cui può stipulare eventuali protocolli di intesa; si citano solo alcune possibili interazioni con:
il Ministero dell'interno per le politiche della sicurezza;
il Ministero per i beni e le attività culturali per la promozione di una cultura della pace e del dialogo interreligioso e interculturale;
il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca per i programmi di educazione alla pace in sede scolastica;
il Ministero degli affari esteri per attività nell'ambito della cooperazione allo sviluppo in merito alla definizione di programmi internazionali di interventi civili di pace o di interposizione in aree attraversate da gravi conflitti;
il Ministero della difesa rispetto ad eventuali collaborazioni civili-militari, con particolare riferimento alle competenze dell'Ufficio nazionale per il servizio civile, collocato presso il Ministero della solidarietà sociale, e al relativo comitato per la difesa popolare civile non armata e nonviolenta (DCNAN).
Si sottolinea l'esigenza, attraverso l'ISSPACE, di colmare un vuoto istituzionale nel campo del lavoro territoriale mirato alla trasformazione dei conflitti sociali; non si ravvede un'identica esigenza nel campo della politica estera e degli studi giuridico-internazionali, già oggetto di interesse di alcuni istituti di ricerca e studio nazionali.
La ricerca per la nonviolenza e la pace.
La ricerca per la nonviolenza e la pace, di seguito Peace Research (PR), è tipicamente
1) superamento dell'approccio tradizionale politico-giuridico internazionalista, influenzato dalla guerra fredda, con l'arricchimento di altre discipline, come quelle psicosociali, proiettate al lavoro con le comunità territoriali;
2) affrancamento dall'accademizzazione della PR: tale controtendenza europea ha fatto sì che si creasse pian piano una graduale differenza tra l'approccio europeo e statunitense;
3) assunzione di una prospettiva non-eurocentrica ma di contesto;
4) attenzione crescente verso gli attori non statali e i movimenti sociali;
4) studio scientifico più attento e documentato sulla efficacia delle azioni nonviolente.
Alcuni autori sostengono che la PR si sia affermata come vero campo di studio
La creazione di un Istituto per la Peace Research in Italia.
Sulla base di quanto suesposto, si sottolinea che in Italia (in questo settore in ritardo di alcuni decenni rispetto ad altri Paesi europei) non è ancora mai stato realizzato un istituto statale che si occupi di Peace Research, nonostante le sollecitazioni pervenute da tempo al mondo politico dall'associazionismo di base.
La creazione di un Istituto che abbia finalità di studio sulla Peace Research deve prevedere, comunque, un progetto politico e scientifico complesso, in grado di coniugare la proposta di un sistema difensivo integrato con l'attivazione di processi socio-culturali trasformativi a partire dal lavoro con le comunità territoriali.
Istituti governativi europei di ricerca per la nonviolenza e per la pace.
Si riportano di seguito le realtà europee non universitarie più significative, impegnate nella ricerca e nella formazione per la pace, finanziate dai governi nazionali.
Sono esclusi dal presente elenco sia i centri di ricerca privati (finanziati da associazioni, fondazioni eccetera) che le università pubbliche che hanno attivato al loro interno corsi sui Peace Studies. Ci si riferirà, pertanto, esclusivamente agli Istituti europei di ricerca per la pace finanziati pubblicamente.
Si sottolineano la tradizionale sensibilità dei governi nord-europei a tali tematiche e la particolare attenzione che da sempre i Paesi scandinavi hanno mostrato nel sostenere istituti e centri di ricerca in questo campo.
Come è noto, il primo Istituto di ricerca per la pace nacque nel 1959 ad Oslo (Peace Research Institute of Oslo), mentre negli Stati Uniti solo alcune università possedevano corsi formativi sul tema dei Peace Studies (sembra che il primo programma di studi sia stato avviato nel 1948 da una piccola università di studi umanistici a North Manchester, nello Stato dell'Indiana).
Norvegia
PRIO - Peace Research Institute, di Oslo.
L'Istituto nacque sulla base di un programma sociale di studio nel 1959 come «costola» dell'Istituto di ricerca di Oslo e divenne indipendente nel 1966 con il suo primo direttore, Johan Galtung.
L'Istituto possiede carattere internazionale sia per la ricerca effettuata che per gli scambi attivati.
L'Istituto è finanziato dai Ministeri norvegesi della ricerca e dell'educazione, ma può ricevere anche altri contributi, pubblici e privati, per specifici progetti di ricerca.
Svezia
SIPRI - International Peace Research Institute, di Stoccolma.
Fu istituito nel 1966 dal Parlamento svedese e ha uno statuto indipendente.
L'Istituto si occupa di condurre ricerche per la soluzione pacifica dei conflitti internazionali.
Danimarca
COPRI - Peace Research Institute, di Copenaghen.
È stato istituito nel 1985 e la sua attività è andata crescendo nel tempo, con un interesse particolarmente rivolto alla sicurezza nordeuropea (Mare del Nord, Mare Baltico e rapporti con la Russia) e alle trasformazioni dei conflitti etnici e intra-Stato europei.
L'Istituto è finanziato dai Ministeri della ricerca e della tecnologia, ma può ricevere contributi anche da altri soggetti pubblici e privati.
Finlandia
TAPRI - Peace Research Institute, di Tampere.
È stato fondato nel 1969 dal Parlamento finlandese, ma dal 1994 è finanziato dall'università di Tampere in cui è presente come Istituto indipendente.
È composto da un direttore, da dieci ricercatori e da tre persone con compiti di segreteria.
Svolge ricerca in diversi campi, con particolare attenzione alla risoluzione pacifica dei conflitti.
Gran Bretagna
Dipartimento di Peace Studies di Bradford.
A Bradford attualmente si trova il più grande centro di Peace Studies del mondo.
Nato all'interno della omonima università locale nel 1974, il Dipartimento ha visto la sua notoria crescita grazie all'attenzione dei governi e ai finanziamenti pubblici ricevuti per potenziare il campo di studi, tanto da rendere il Dipartimento il più grande Centro attualmente esistente al mondo per studi, ricerche e interventi nel campo della promozione della pace.
In particolar modo, il Conflict Resolution Center, presente come unità di ricerca all'interno del Dipartimento, segue programmi di ricerca in svariati ambiti e in diversi Paesi.
Possiede una vasta gamma di pubblicazioni e programmi di studio, con accesso di iscritti provenienti da ogni parte del mondo.
Belgio e Lussemburgo
GRIP - Group de recherche et d'information sur la paix et la sécurité.
L'Istituto ha sede a Bruxelles e opera nel campo della ricerca e della formazione per la prevenzione dei conflitti.
Fin dalla sua creazione, nel 1979, è stato riconosciuto come una organizzazione indipendente di educazione permanente dal Governo belga; riceve comunque regolarmente finanziamenti dalla Direzione belga della cooperazione internazionale, dal Ministero belga e lussemburghese degli affari esteri, dalla Organizzazione internazionale dei francofoni (OIF).
È composto da una ventina di ricercatori ed è organizzato in quattro settori: centro di documentazione, ricerca, editoria e pubblicazioni scientifiche, segreteria amministrativa. Oltre ai ricercatori interni, si vale di svariate collaborazioni esterne con esperti internazionali.
Paesi Bassi (Olanda)
Nel 1963 fu fondato a Groningen l'International Peace Research Association, un Istituto di ricerca che è stato per molto tempo un punto di riferimento importante per ricercatori olandesi e belgi e che ha
Germania
a) PRIF - Peace Research Institute Frankfurt, a Francoforte.
È stato fondato nel 1970 dal Governo come fondazione pubblica. A differenza di altri centri di ricerca, l'Istituto risente della spiccata attenzione degli studi per la pace in Germania verso argomenti di tipo psico-sociologico per cui svolge ricerche, oltre che sui temi della sicurezza europea, anche sulla psicologia della pace, sull'educazione e sulla formazione con particolare attenzione alle nuove generazioni. Possiede la biblioteca specializzata più fornita della Germania con circa 30.000 volumi.
b) PRIUB - Peace Research Information Unit Bonn, a Bonn.
È un istituto indipendente, fondato nel 1984 e finanziato per l'80 per cento dal Governo federale e per il restante 20 per cento dalle regioni dell'Assia e della Renania-Westfalia. Svolge intensa attività di ricerca, pubblica una collana di studi ed una rivista; cura, inoltre, il «Peace Research Index», un elenco aggiornato su realtà e ricercatori che si occupano di ricerca per la pace.
c) SHIP - Schleswig-Holsteinisches Institute for Peace Research, a Kiel.
Fondato nel 1995 con decreto ministeriale, ha sede a Kiel, nella Germania settentrionale. Si occupa soprattutto di prevenzione della violenza e trasformazione nonviolenta dei conflitti. È composto da un direttore e da undici ricercatori e si avvale di collaborazioni con università e con centri di ricerca. È finanziato dal governo regionale ma può ricevere contributi privati su progetti specifici.
Austria
ASPR - Austrian Study Center for Peace and Conflict Resolution.
Il Centro è stato fondato, come organizzazione governativa indipendente, nel 1982 e nel 1988 ha dato origine alla EPU-European Center for Peace Studies; gode di finanziamenti da parte del Governo austriaco.
È attualmente una delle realtà più qualificate al mondo per la formazione nel campo e si avvale della collaborazione di esperti di prestigioso livello internazionale. Ha elaborato il primo programma al mondo di addestramento di civili ad attività di peacebuilding e di peacekeeping (International Civilian Peace Keeping e Peace Building Training Program). Ha sede nel castello di Schlaining e possiede un noto centro congressi e una biblioteca con oltre 20.000 volumi.
Svizzera
GIPRI - Geneve International Peace Research Institute.
L'Istituto è stato creato nel 1970 come fondazione di diritto privato; dal 2000 gode di finanziamento pubblico ad opera del Consiglio delle confederazioni e del Cantone di Ginevra.
Si occupa di ricerca a livello internazionale e collabora con organizzazioni governative internazionali.
Francia
In Francia, nel 1945, è stato fondato uno dei primi istituti di ricerca al mondo
IFRI - Institut français des relations internationales, di Parigi.
L'Istituto è uno dei più importanti centri di ricerca europei indipendenti, con attenzione alla politica internazionale e alla promozione della pace.
Fondato nel 1979, si è sempre caratterizzato per la ricerca attenta di orizzonti differenti e di avanguardia nell'analisi delle vicende sia locali, sia internazionali.
È sia un centro di ricerca che un luogo di riflessione scientifica e di dibattito, in raccordo con i movimenti della società civile; pratica formazione e svolge intensa attività di informazione. Dispone di una ventina di ricercatori interni e si avvale della collaborazione di numerosi consulenti esterni.
L'Istituto è indipendente e gode di finanziamenti sia pubblici che privati, secondo una formula mista di partenariato pubblico-privato, che consente all'Istituto di avvalersi di finanziamenti da parte di organizzazioni e di fondazioni internazionali.
Si occupa di relazioni internazionali, sicurezza internazionale e politiche migratorie.
Si sottolinea che la Francia possiede un associazionismo di base molto impegnato e che, in occasione del citato decennio internazionale 2001-2010 per la promozione di una cultura della nonviolenza e della pace per i bambini del mondo, proclamato dall'ONU, si è costituita la «Coordination Française pour la Décennie», cioè il coordinamento di tutte le associazioni nonviolente, che ha avviato, anche con finanziamenti pubblici, il programma «Non-Violence XXI» con numerose iniziative rivolte a svariati settori della vita culturale e sociale del Paese.
L'Institut de recherche sur la Résolution Non-violente des Conflits opera nel campo della risoluzione nonviolenta attraverso una ricca attività di ricerca, formazione e azioni concrete; pur non essendo un istituto esclusivamente a carattere pubblico, gode comunque di finanziamenti da parte di vari Ministeri oltre che di contributi privati.
Spagna
Gernika - Centro di ricerca per la pace e la trasformazione dei conflitti «Gernika Gogoratuz».
È una Fondazione indipendente del governo basco, di cui è presidente il sindaco di Guernica e il cui comitato direttivo è composto dai rettori di università locali, da consiglieri e da altri esponenti istituzionali del governo basco.
Svolge attività scientifiche principalmente rivolte allo studio dei conflitti locali, con particolare riguardo alle attività di mediazione e di riconciliazione.
L'Istituto ha attivato un dottorato in psicologia dei conflitti in collaborazione con le università basche.
Come si evince, l'Italia è indietro di alcuni decenni rispetto agli altri Paesi europei.
1. È istituito l'Istituto superiore di studi per la costruzione di processi di pace, per la trasformazione nonviolenta dei conflitti e per la promozione dell'eguaglianza sociale (ISSPACE), di seguito denominato «Istituto».
2. L'Istituto, con sede in Roma, ha personalità giuridica di diritto pubblico, è dotato di autonomia scientifica, organizzativa, finanziaria e contabile, secondo le disposizioni del suo Statuto.
3. L'Istituto è collocato presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali e da esso vigilato.
1. L'Istituto persegue le seguenti finalità:
a) svolge attività formative, pre-laurea e post-laurea, per la formazione di volontari e di esperti in grado di operare a livello locale e internazionale nei corpi civili di pace per la trasformazione dei conflitti sociali e per la prevenzione del disagio sociale, della violenza urbana e dell'emarginazione;
b) propone percorsi formativi qualificati come corsi di perfezionamento, master e corsi di alto perfezionamento a livello di eccellenza, attraverso finanziamenti propri e quote ridotte di iscrizione richieste ai partecipanti;
c) pratica attività formativa specifica per progetti finalizzati, in collaborazione con enti e amministrazioni dello Stato, nel proprio ambito di competenze;
d) propone soluzioni e interventi concreti attraverso l'elaborazione di progetti e programmi di intervento, con particolare riferimento al lavoro con le comunità territoriali e ad azioni di empowerment, sia a livello locale che internazionale, in raccordo con l'operatività territoriale e attraverso protocolli di intesa con enti e amministrazioni dello Stato;
e) studia e ricerca origine, dinamica e sviluppo delle conflittualità, dal livello interpersonale a quello collettivo, con riferimento a fenomeni locali e internazionali;
f) attraverso una apposita sezione, promuove iniziative destinate alla formazione del personale militare e civile, anche volontario, impegnato in operazioni di interposizione in ambito internazionale; in quest'ambito elabora e programma piani di intervento specifici, in raccordo con altri enti e amministrazioni dello Stato e con l'operatività territoriale.
2. L'Istituto svolge inoltre le seguenti funzioni:
a) può concedere borse di studio totali e parziali per la frequenza dei propri corsi; tali borse di studio sono, in particolare, utilizzate per facilitare l'accesso degli studenti provenienti da realtà di emarginazione sociale o da Paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento ad aree esposte a condizioni multitraumatiche;
b) promuove scambi scientifici a livello internazionale e collabora con analoghi istituti in altri Paesi e con le associazioni internazionali impegnate nello stesso ambito di studi; favorisce il coordinamento della ricerca per la pace in Italia, in collaborazione con i dicasteri interessati, le istituzioni accademiche e culturali e con associazioni operanti nel settore;
c) diffonde i risultati delle proprie attività attraverso pubblicazioni, riviste, seminari, incontri e ogni altra forma giudicata opportuna;
d) promuove la conoscenza nelle scuole di ogni ordine e grado di studi, ricerche e altre iniziative volte alla diffusione di una educazione e di una cultura per la pace;
e) collabora con le istituzioni e gli enti impegnati nel settore al fine di creare proficue sinergie nel rispetto delle rispettive finalità.
1. Sono organi dell'Istituto:
a) il direttore;
b) il consiglio direttivo;
c) il comitato scientifico;
d) il comitato dei consulenti;
e) i ricercatori.
2. Il direttore è responsabile delle attività dell'Istituto; lo rappresenta nelle attività di esercizio pubblico, interagisce con le istituzioni pubbliche e private e con gli organi della pubblica amministrazione e coordina le attività dell'Istituto in raccordo con il comitato scientifico, il comitato dei consulenti, i ricercatori e la rete territoriale dell'Istituto.
3. Il direttore ha funzioni di coordinamento e di facilitazione finalizzate, in particolare, a garantire:
a) l'orizzontalità delle relazioni interne;
b) l'attivazione di tavoli di discussione e di confronto con le realtà territoriali, associative e no, impegnate sui temi di competenza dell'Istituto;
c) il raccordo con i centri regionali in rete con l'Istituto.
4. Il direttore dell'Istituto inoltre:
a) nomina i consulenti e i docenti dei percorsi formativi, in accordo con gli altri organi dell'Istituto;
b) interagisce con altri istituti analoghi a livello internazionale e partecipa ai Network e ai Forum internazionali sui temi della nonviolenza e della pace;
c) coordina l'attività didattica e scientifica dell'Istituto;
d) partecipa al consiglio direttivo per la programmazione degli interventi territoriali.
5. Il direttore è nominato con decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, d'intesa con il Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca.
6. Il consiglio direttivo è composto dal direttore e dai consulenti dell'Istituto. Ad esso spettano la nomina dei docenti dei percorsi formativi e la costituzione della rete territoriale dell'Istituto, composta dai centri regionali di cui all'articolo 4.
7. I ricercatori sono assunti, per il primo biennio successivo all'istituzione dell'Istituto, mediante appositi bandi per contratti di ricerca; decorso tale periodo, si procede alla loro assunzione tramite specifica procedura concorsuale.
8. I ricercatori svolgono i seguenti compiti:
a) ricerca e documentazione bibliografiche;
b) raccordo scientifico con altri istituti analoghi a livello internazionale;
c) pubblicazioni a carattere compilativo;
d) collaborazione alle attività didattiche e scientifiche dell'Istituto;
e) sperimentazione e ricerca-azione, in funzione dei programmi di ricerca approvati dall'Istituto.
9. Il comitato scientifico elabora le linee guida sull'orientamento scientifico generale delle attività dell'Istituto. Il comitato
a) pace e cooperazione allo sviluppo;
b) tematiche di genere;
c) dialogo interculturale e interreligioso;
d) mediazione e facilitazione sociali;
e) sicurezza urbana;
f) transarmo.
14. Ogni consulente, nel proprio campo di interesse, può:
a) coordinare tavoli partecipativi;
b) proporre all'Istituto programmi di ricerca e di intervento;
c) interagire con le realtà territoriali;
d) condurre, previa approvazione del comitato scientifico, programmi di ricerca;
e) collaborare alle altre attività dell'Istituto.
15. I consulenti sono retribuiti sulla base di appositi contratti di collaborazione, qualora siano incaricati del coordinamento di specifici programmi di ricerca. In caso di attività di consulenza prestata in modo non continuativo, ad essi spetta un compenso per l'attività prestata sotto la forma di prestazione occasionale.
16. I docenti delle attività formative sono chiamati dall'Istituto in qualità di esperti delle specifiche materie oggetto delle attività formative stesse, e ad essi aspetta un compenso per l'attività prestata sotto la forma di prestazione occasionale.
17. L'Istituto, con proprio regolamento, definisce, entro un mese dalla sua costituzione, le norme concernenti l'organizzazione interna e il funzionamento, nonché la pianta organica del personale. È assicurata la pubblicità del regolamento nelle forme da esso determinate.
18. L'Istituto presenta annualmente al Parlamento una relazione sull'attività svolta.
1. L'Istituto è dotato di una rete nazionale territoriale, costituita da centri regionali che perseguono, nel proprio ambito di competenza, le finalità della presente legge. L'Istituto, tramite apposite convenzioni, conferisce la qualifica di centro regionale a centri e istituti già esistenti, impegnati nel lavoro scientifico sui temi della pace.
2. Tutte le deliberazioni relative al riconoscimento e alla costituzione di centri regionali sono assunte insindacabilmente dal consiglio direttivo dell'Istituto.
3. I centri regionali:
a) svolgono attività locali, in conformità alla programmazione generale dell'Istituto e alle linee guida elaborate dai suoi organi;
b) partecipano, attraverso loro delegati, ai tavoli di lavoro promossi dall'Istituto;
c) ricevono finanziamenti diretti da parte delle regioni di appartenenza;
d) possono partecipare ai programmi di ricerca dell'Istituto.
4. I centri regionali sono individuati, per il primo biennio dalla data di istituzione dell'Istituto, in numero non superiore a cinque, in base alla valutazione dell'attività già svolta sui temi della pace.
5. Gli oneri relativi alla costituzione e all'attività dei centri regionali sono posti interamente a carico delle regioni competenti per territorio.
1. All'onere derivante dall'istituzione e dal funzionamento dell'Istituto, determinato in 5 milioni di euro annui, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al medesimo Ministero.
2. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.
3. Le somme di cui al comma 1 sono versate direttamente al bilancio dell'Istituto.
4. Il bilancio preventivo e il rendiconto della gestione dell'Istituto sono soggetti al controllo della Corte dei conti.
5. L'Istituto può avvalersi, per l'attuazione di programmi di ricerca o progetti specifici, anche di risorse erogate da enti pubblici regionali e locali nonché da associazioni, organizzazioni, fondazioni e da altri soggetti privati, anche stranieri.
6. L'Istituto può ricevere donazioni e lasciti.
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