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PDL 2735

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2735



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato BOATO

Istituzione della «Giornata nazionale della memoria dei giornalisti uccisi dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo»

Presentata il 5 giugno 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge intende ricordare il sacrificio dei giornalisti uccisi nell'esercizio del proprio dovere dalla violenza terroristica o dalla criminalità mafiosa, impegnati in prima persona nel progresso civile di ogni comunità democratica che ha nell'informazione uno dei pilastri fondanti del proprio contratto sociale.
      I loro nomi e le loro storie costituiscono irrinunciabili testimonianze di impegno civile e deontologico che un Paese democratico ha il dovere di non dimenticare giacché appartengono alla memoria storica dei propri cittadini.
      Per ricordare il sacrificio di quanti hanno pagato con la vita il proprio impegno deontologico, civile e ideale per un'informazione coraggiosa, trasparente e, soprattutto, autonoma da ogni tipo di potere, si propone di istituire la «Giornata nazionale della memoria dei giornalisti uccisi dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo» nella data del 3 maggio, così come indicato dal Consiglio nazionale dell'Unione nazionale cronisti italiani (UNCI), riunito a Viareggio dal 27 al 29 novembre 2006, in accordo e coordinamento con la Federazione nazionale della stampa italiana (FNSI) e con l'Ordine nazionale dei giornalisti.
      La scelta dei 3 maggio è motivata dal fatto che nella medesima data l'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) celebra la «Giornata mondiale della libertà di stampa».
      In occasione del 3 maggio, a tale fine, si svolgono manifestazioni e iniziative in tutto il mondo per riaffermare come fondamento
 

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della società dell'informazione, secondo i princìpi espressi all'articolo 19 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo, il diritto di ogni persona alla libertà di opinione e di espressione. Diritti fra i quali, evidentemente, deve essere compreso quello di avere e di manifestare liberamente le proprie opinioni e di ricercare, ricevere e offrire informazioni attraverso tutti gli strumenti di informazione e di comunicazione e senza frontiere; in particolare, considerando oggi la dimensione globale acquisita dall'informazione con lo sviluppo della rete internet, cui attualmente ha accesso oltre un miliardo di persone, con la previsione condivisa dalle internet company di dar accesso, entro i prossimi dieci anni, alla totalità della popolazione mondiale.
      L'UNCI, il gruppo di specializzazione della FNSI che riunisce oltre 1.500 cronisti addetti alla redazione delle cronache cittadine, agirà d'intesa con la stessa FNSI e l'Ordine nazionale dei giornalisti per l'organizzazione della «Giornata nazionale» e in accordo con il Ministero delle comunicazioni, al fine di predisporre un programma di celebrazioni che preveda, tra l'altro, una solenne cerimonia di ricordo con la partecipazione dei familiari dei giornalisti uccisi, la pubblicazione di un volume che ricordi la vita e il lavoro delle vittime, l'emissione da parte del Ministero delle comunicazioni di un francobollo commemorativo, iniziative di confronto nel mondo della scuola sui princìpi costituzionali della libertà di pensiero e di informazione e dell'impegno in favore della legalità.
      Princìpi e impegni, ricorda l'UNCI, richiamati dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: «Nessuno che conosca le tradizioni più alte e i punti di forza storici delle democrazie occidentali, nessuno che conosca le discriminanti essenziali tra sistemi democratici e regimi autoritari può sottovalutare il ruolo dell'informazione libera, indipendente, critica per garantire la saldezza delle istituzioni repubblicane e il consenso su cui esse poggiano». La difesa della libertà di informazione, come sappiamo, ha posto e pone i cronisti in condizioni di grave rischio della propria vita, degli affetti più cari, della sicurezza del proprio lavoro per non abdicare ai principi ribaditi dal Capo dello Stato e per non cedere alle intimidazioni. Giornalisti che tengono «la spina dorsale dritta» come ha indicato l'allora Presidente della Repubblica e oggi senatore a vita Carlo Azeglio Ciampi ricevendo al Quirinale i vincitori del Premio cronista Piero Passetti, indetto dall'UNCI fin dal 1975.
      Fra gli altri, su proposta dell'UNCI, secondo un percorso nel contempo tragico e ideale della storia della Repubblica, dal 4 maggio 1960 all'8 gennaio 1993, i giornalisti che saranno ricordati nella «Giornata nazionale» del 3 maggio saranno Cristina Cosimo, Mauro De Mauro, Giovanni Spampinato, Carlo Casalegno, Peppino Impastato, Mario Francese, Walter Tobagi, Giuseppe Fava, Giancarlo Siani, Mauro Rostagno e Giuseppe Alfano. E insieme a loro saranno ricordati i numerosi giornalisti - ad alcuni dei quali sono già intitolati premi che hanno come obiettivo la difesa e la promozione della libera informazione in Italia e nel mondo - che sempre più diffusamente e con maggiore pericolo, ma con pari determinazione nel proprio lavoro, hanno operato come inviati in aree di guerra nel mondo: da Antonio Russo, assassinato in Georgia, a Ilaria Alpi, con Miran Hrovatin e Marcello Palmisano, uccisi in Somalia, a Marco Lucchetta con Alessandro Ota e Dario D'Angelo, uccisi a Mostar, a Raffaele Ciriello, ucciso a Ramallah, a Maria Grazia Cutuli uccisa in Afghanistan, ad Enzo Baldoni ucciso in Iraq e il cui corpo ad oggi non è stato ancora restituito ai familiari, ad Almerigo Grilz ucciso in Mozambico, a Guido Puletti caduto nei Balcani.
      Né l'impegno a favore della libera informazione e dei valori civili di dialogo, di convivenza fra i popoli e le culture, di tolleranza, di conoscenza e di confronto potrebbe dimenticare - e ulteriori iniziative saranno assunte in merito - i giornalisti e gli operatori dell'informazione feriti in attentati terroristici o mafiosi.
 

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      Sono tutti stati protagonisti di quelle scelte e forme di azione che, secondo Alexander Langer, si possono scegliere per «cambiare la vita di fronte alla guerra», le scelte che per Vittorio Bachelet, assassinato il 12 febbraio del 1980 presso la sua università, costituiscono la responsabilità della politica; sono le decisioni di Carlo Casalegno, giornalista e vice direttore de La Stampa che Arrigo Levi, ricordandolo il 16 novembre 2002 sul medesimo quotidiano, colloca fra gli «uomini-chiave» che non hanno ceduto e che non sono stati sconfitti.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. È istituita la «Giornata nazionale della memoria dei giornalisti uccisi dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo», da celebrare annualmente il giorno 3 maggio, indicato dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura (UNESCO) quale «Giornata mondiale della libertà di stampa».
      2. La ricorrenza istituita ai sensi del comma 1 è considerata solennità civile e non determina riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici ai sensi dell'articolo 3 della legge 27 maggio 1949, n. 260, né, qualora cada nei giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole di ogni ordine e grado.

Art. 2.

      1. In occasione della «Giornata nazionale della memoria dei giornalisti uccisi dalla criminalità mafiosa e dal terrorismo», possono essere promosse, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, dall'Unione nazionale cronisti italiani, in accordo con il Ministero delle comunicazioni e d'intesa con l'Ordine nazionale dei giornalisti e con la Federazione nazionale della stampa italiana, idonee iniziative in memoria dei giornalisti uccisi nonché di riflessione e di studio in ordine ai princìpi di cui all'articolo 21 della Costituzione.

Art. 3.

      1. La presente legge entra in vigore il giorno successivo a quello della sua pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale.


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