|
|
CAMERA DEI DEPUTATI
|
N. 2908 |
|
| %
| VOTI
|
|
|
|
|
|
|
| % SI
| elettori
| votanti
| votanti
| VALIDI
| voti
| %
| voti
| %
| schede
| schede
| voti
| su
|
|
|
|
| SI
| si
| NO
| no
| bianche
| nulle
| nulli
| elettori
| Casteldelci
| 448
| 287
| 64,06
| 285
| 232
| 81,40
| 53
| 18,60
|
| 2
|
| 51,79
| Maiolo
| 715
| 499
| 69,79
| 494
| 369
| 74,70
| 125
| 25,30
| 1
| 4
|
| 51,61
| Novafeltria
| 6239
| 4275
| 68,52
| 4236
| 3480
| 82,15
| 756
| 17,85
| 12
| 27
|
| 55,78
| Pennabilli
| 2872
| 2046
| 71,24
| 2023
| 1738
| 85,91
| 285
| 14,09
| 7
| 16
|
| 60,52
| San Leo
| 2801
| 1806
| 64,48
| 1799
| 1560
| 86,71
| 239
| 13,29
| 3
| 4
|
| 55,69
| Sant'Agata Feltria
| 2275
| 1490
| 65,49
| 1472
| 1267
| 86,07
| 205
| 13,93
| 5
| 10
| 3
| 55,69
| Talamello
| 1060
| 676
| 63,77
| 668
| 565
| 84,58
| 103
| 15,42
| 4
| 3
| 1
| 53,30
| Totale
| 16410
| 11079
| 67,51
| 10977
| 9211
| 83,91
| 1766
| 16,09
| 32
| 66
| 4
| 56,13 | |
L'Ufficio centrale per il referendum presso la Corte di cassazione, con verbale chiuso in data 21 dicembre 2006, dichiarava che la proposta è da intendere approvata ai sensi dell'articolo 45, secondo comma, della legge n. 352 del 1970. Il risultato veniva pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 300 del 28 dicembre 2006.
Da tale data iniziavano a decorrere i sessanta giorni per la presentazione al Parlamento del disegno di legge ordinaria a cura del Ministro dell'interno, che è avvenuta il 17 aprile 2007. Il disegno di legge (atto Camera n. 2527) è stato assegnato alla I Commissione (Affari costituzionali) della Camera dei deputati l'8 maggio 2007.
I cittadini dei sette comuni dell'Alta Valmarecchia confidano nel buon esito in Parlamento della richiesta di passaggio alla regione Emilia-Romagna, tenuto conto della volontà popolare espressa in maniera plebiscitaria e considerato, altresì, che si è trattato non solo di un referendum congiunto, ma anche di una richiesta di passaggio da una regione a statuto ordinario ad un'altra regione pure a statuto ordinario.
Le motivazioni poste alla base della richiesta sono molteplici e possono essere analizzate riportando integralmente, qui di seguito, il «documento di sintesi» predisposto dal Gruppo di lavoro che si è costituito all'esito del referendum e che è formato dai sette comuni, dalla comunità montana dell'Alta Valmarecchia, dalle forze politiche dell'Alta Valmarecchia e dal Comitato per il «sì» al referendum «Unavalmarecchia»:
«Le nostre radici nella storia.
Disconoscere le ragioni etniche, storiche, geografiche, economiche, che legano il Montefeltro (del quale fanno parte i sette comuni dell'Alta Valmarecchia) alla parte meridionale della Romagna che confina con la Toscana e con le Marche, vuol dire negare ogni verità e logica di buon senso.
Quelle verità che prima di noi furono affermate da storici, dotti e poeti di tutta Italia, che alla domanda se il Montefeltro è in Romagna hanno già dato una loro diretta o indiretta risposta.
Il primo a farlo fu Plinio il Vecchio nel primo secolo dell'era volgare nella sua Historia Naturalis. Agli scrittori antichi seguirono i medioevali (da citare uno per tutti: Dante Alighieri in più canti della Divina Commedia). Sono di quest'epoca le relazioni dei cardinali Albornoz e Grimoad incaricati del riordino dello Stato pontificio marchigiano e romagnolo includendo in quest'ultimo la regione feltresca. Fino al '700 prevale l'orientamento di considerare il Montefeltro appendice del
territorio riminese il quale, con la città omonima, dopo aver fatto parte della Pentapoli marittima, finì con essere unito alla Romandiola. Anche rinomati scrittori dell'evo moderno ritennero giusto e conveniente considerare il territorio feretrano come appendice della regione romagnola. Seguitarono a farlo in età moderna numerosi geografi e in età contemporanea a sostenerlo furono illustri studiosi e storici come Emilio Rosetti, Augusto Campana e Lucio Gambi. Questi ultimi lo sancirono formalmente nella più autorevole delle opere enciclopediche: l'Enciclopedia italiana, edita dalla Treccani, includendo a pieno titolo il Montefeltro nella Romagna.
Le ragioni oggettive che impongono l'aggregazione dei comuni dell'Alta Valmarecchia alla regione Emilia-Romagna.
La situazione dell'Alta Valmarecchia (regione Marche), fortemente integrata con il riminese.
La Valle del Marecchia, divisa istituzionalmente tra le regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana e le province di Arezzo, Forlì - Cesena, Pesaro e Urbino e Rimini, è, per tantissimi aspetti, un'entità territoriale unica ed inscindibile, che richiede programmazioni ed interventi unitari.
L'area montana della Valmarecchia vive le tipiche problematiche delle aree appenniniche, caratterizzata da una bassa densità di popolazione (anche se stabile da
Integrazione economica.
L'economia è strettamente correlata tra Bassa (Emilia-Romagna) ed Alta (Marche) Valmarecchia: imprese artigiane e PMI lavorano per conto delle industrie del settore metalmeccanico del riminese, chi non trova lavoro in Alta Valmarecchia trova una risposta occupazionale nella provincia di Rimini o nella RSM.
Integrazione sociale.
Negli anni sessanta l'emigrazione dall'Alta Valmarecchia si è indirizzata prevalentemente verso la riviera romagnola. Le conoscenze, le relazioni umane, si sviluppano materialmente nel contesto della Valmarecchia che ha il suo riferimento in Rimini.
Rete del TPL (Trasporto pubblico locale).
La rete del TPL è sviluppata esclusivamente verso Rimini. Non esiste alcun servizio pubblico di linea verso il capoluogo di provincia di Pesaro e Urbino.
Informazione e comunicazione.
Per quanto attiene le TV e radio locali, in Alta Valmarecchia si ricevono quelle della vicina Romagna. Stesso dicasi dei giornali locali: vengono letti - quasi esclusivamente - quelli con cronaca riminese-romagnola. Cioè, anche seguendo il solo aspetto dell'informazione, la comunità dell'Alta Valmarecchia conosce e vive solo gli eventi del «locale» riminese-romagnolo e non delle realtà marchigiane. Esempio esemplificativo è inoltre il prefisso telefonico: in tutti i comuni dell'Alta Valmarecchia è lo 0541, cioè distretto di Rimini.
Senso di appartenenza.
La popolazione - questo è emerso chiarissimo dal voto - si sente di appartenere alla comunità naturale della Valmarecchia, che ha in Rimini la sua città. Non una appartenenza dai caratteri «etnici», bensì una appartenenza materiale ad un contesto territoriale che modella la vita quotidiana di chi vi abita.
Riorganizzazione amministrativa.
Si tratta, nel caso della Valmarecchia, non di una disputa tra appartenenze marchigiane o romagnole, bensì, sostanzialmente, di una naturale riorganizzazione amministrativa delle funzioni dello Stato, regionali e provinciali, per far coincidere il livello di governo con l'ambito naturale
Inefficacia degli accordi interregionali.
La richiesta del referendum è stata anche conseguente all'aver accertato, per tanti anni, le enormi difficoltà nella definizione degli accordi interregionali per la risoluzione dei problemi unitari. Nonostante i ripetuti solleciti delle istituzioni locali, quella degli accordi è una modalità complessa e di difficilissima attuazione, che si è rilevata inefficace.
Il voto dei cittadini dell'Alta Valmarecchia e la Costituzione.
Il Parlamento deve dare attuazione alla volontà espressa dai cittadini dell'Alta Valmarecchia nel referendum del 17 e 18 dicembre 2006, oltre che per le ragioni sopraesposte, anche per il rispetto dell'articolo 5 della Costituzione. Se, infatti, il «riconoscimento» delle autonomie locali da parte della Costituzione può essere interpretato come una presa d'atto, da parte dello Stato, delle comunità locali come si sono storicamente rilevate e dunque preesistenti allo Stato stesso, tutti i dati evidenziano con nettezza che l'Alta Valmarecchia fa parte, da sempre, della comunità locale naturale che ha in Rimini la sua città di riferimento.
Se i cittadini, nella loro vita quotidiana, per molteplici aspetti, vivono la realtà riminese come «abitanti di fatto», perché non devono far parte di questa comunità anche come elettori? Chi vive in una comunità ha il diritto-dovere di contribuire al suo governo in maniera efficace perché diretta e non attraverso il mantenimento di una organizzazione amministrativa ormai anacronistica rispetto alla realtà di fatto che ne costituisce elemento essenziale.
L'approvazione del procedimento di distacco avviato col referendum appare peraltro conforme alle recenti proposte di attuazione della riforma delle autonomie locali finalizzata a razionalizzare gli assetti territoriali sulla base delle nuove definizioni delle funzioni amministrative degli enti locali».
La presente proposta di legge consiste in un unico articolo con un unico comma, con il quale si prevede di dare attuazione legislativa, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione, all'esito positivo del referendum, disponendo il distacco dei comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello dalla regione Marche e la loro aggregazione alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini.
1. I comuni di Casteldelci, Maiolo, Novafeltria, Pennabilli, San Leo, Sant'Agata Feltria e Talamello sono distaccati dalla regione Marche e aggregati alla regione Emilia-Romagna, nell'ambito della provincia di Rimini, ai sensi dell'articolo 132, secondo comma, della Costituzione.
|