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PDL 3028

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3028



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato MARCAZZAN

Disposizioni per l'introduzione di percorsi formativi per l'educazione alla legalità e alla responsabilità all'interno dell'attività didattica nella scuola secondaria

Presentata l'11 settembre 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - È innegabile che, da alcuni anni a questa parte, si sia consolidato nella nostra società un grave problema, al quale forse non abbiamo, in passato, riservato la debita attenzione. Dobbiamo infatti riconoscere, con un certo rammarico, il crescente distacco, che sfocia addirittura in indifferenza e insofferenza, da parte dei nostri giovani nei confronti delle istituzioni.
      Sicuramente il diverso sviluppo cognitivo e biologico, che caratterizza il mondo giovanile da quello adulto, giustifica solo parzialmente il divario che sembra persistere fra di essi nell'attuale momento storico, nel quale si delinea in modo sempre più marcato un contrasto reale sul piano della comunicazione. Si parla sempre più spesso di disagio giovanile senza però riuscire a formulare contemporaneamente soluzioni credibili a questo fenomeno.
      Molto dipende dal fatto che il problema fondamentale, che si lega alle nuove generazioni (garantire loro un futuro soddisfacente ed equilibrato), non viene affrontato in modo incisivo, soprattutto da parte della classe politica.
      Al problema della droga e della criminalità ad esso legata per anni non si è data una risposta univoca. Non si sono neppure cercate soluzioni consone alla risoluzione dei problemi ambientali o a quelli legati all'inserimento nel mondo del lavoro, e alla trasmissione dei valori basilari che dovrebbero ispirare una società votata allo sviluppo sostenibile. Abbiamo conseguentemente disorientato i nostri giovani considerandoli magari fruitori di un immenso
 

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mercato, per sommergerli poi con una valanga di messaggi e di comunicazioni che essi non sono in grado di interpretare e di selezionare.
      Le nuove generazioni sono cresciute in un periodo storico dove il contesto manipolativo si è ampiamente affermato come linguaggio di comunicazione applicato in tutti i vari ambiti. Ciò ha ingenerato in loro una sostanziale diffidenza nei riguardi dei messaggi provenienti dagli adulti, identificando in essi la divergenza tra ciò che viene promesso e ciò che effettivamente vivono nella quotidianità.
      Purtroppo, il linguaggio politico non si è minimamente preoccupato di essere inteso, ispirandosi anzi ad una sorta di esoterismo elitario.
      Lentamente ma progressivamente le istituzioni preposte alla formazione e all'educazione dei nostri giovani si sono allontanate da loro.
      È fuori di dubbio che occorra stimolare nei giovani una coscienza civica così che essi stessi possano apprendere a identificare, elaborare, affrontare e gestire le varie circostanze della vita, all'interno di un tessuto sociale sempre più complesso e articolato.
      Si ritiene, inoltre, indispensabile comunicare e informare, ispirandosi al principio della comprensione, nel quale la via della consensualità esula da pregiudizi e alimenta l'esplorazione aperta e partecipativa del mondo circostante.
      È lodevole quanto è stato realizzato presso il commissariato della Polizia di Stato di Bagheria con l'ausilio dell'Associazione italiana di criminologia. Si è trattato di un progetto impregnato di un percorso formativo che aveva l'intento di rendere maggiormente visibile e apprezzabile l'operato della polizia, in una realtà sociale alquanto difficile.
      Il concetto di educazione alla legalità, divulgato attraverso iniziative sperimentali e incontri tenuti soprattutto presso le scuole, era mirato a dare ai temi legati alla legalità una valenza che nell'ambito scolastico non avevano mai avuto.
      Il coinvolgimento degli studenti, chiaramente ispirato al principio della comprensione, è riuscito a creare un circuito virtuoso e positivo che, oltrepassando il ruolo del poliziotto come semplice presenza di garanzia sul territorio, ha favorito l'interazione con la società civile attraverso una vera e propria azione di educazione capace di proporre una rilettura di molti degli argomenti contenuti nella tradizionale educazione civica. Si è in tal modo privilegiato un modello di collaborazione nella prevenzione e nella repressione dei reati, con forme di progettualità volte all'elaborazione congiunta delle tematiche connesse all'analisi e all'approfondimento delle problematiche di rilevanza sociale che appartengono al mondo giovanile. Mediante la definizione e la descrizione delle forme di trasgressione legate alla criminalità, la scuola si è fatta portatrice nella sua attività quotidiana di valori alternativi alla trasgressione stessa.
      Scopo della presente proposta di legge è di rendere virtuoso un tale percorso, introducendo nel sistema scolastico l'insegnamento dei princìpi fondamentali del sistema democratico del nostro Paese.
      L'impegno per affermare la cultura della legalità e per educare i giovani ad avere una forte coscienza civile deve realizzarsi nel contesto dell'attività didattica nella scuola secondaria.
      Tale impegno deve necessariamente portare all'acquisizione di una conoscenza diretta delle realtà fondamentali che caratterizzano le nostre istituzioni nazionali rappresentative: enti locali, stazioni dei carabinieri, prefetture - uffici territoriali del Governo, questure, intendenze di finanza, tribunali, case circondariali, nonché Parlamento, Governo e Presidenza della Repubblica.
      Si considera di fondamentale importanza portare la scuola all'interno di queste istituzioni e tali istituzioni all'interno della scuola, coinvolgendo esplicitamente i protagonisti delle stesse.
      Si riuscirà così a ripristinare un contatto diretto tra gli studenti e le istituzioni delle quali devono essere orgogliosi, perché funzionali allo sviluppo e alla crescita della nostra comunità nazionale a
 

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tutti i livelli: istituzioni che richiedono di essere conosciute per essere apprezzate.
      Si tratta di un progetto ambizioso, poiché obbliga ad una necessaria attività di coordinamento tra tutti i soggetti interessati.
      Tuttavia dalla piena realizzazione dello stesso progetto deriverà un qualificato passo in avanti della nostra società, nel lungo percorso di civiltà, in cui sempre si deve promuovere la centralità della persona e della cultura.
      Per questi motivi, Onorevoli Colleghi, sottopongo alla Vostra attenzione la presente proposta di legge, augurandomi un rapido e positivo esame della stessa.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. L'educazione alla legalità e alla responsabilità, intesa come percorso all'interno dell'attività didattica con la quale gli studenti vengono preparati ad acquisire una conoscenza diretta delle realtà fondamentali che presiedono alle attività sociali e delle istituzioni nazionali, comprese quelle militari e giudiziarie, e locali, è materia obbligatoria e autonoma nella scuola secondaria.

Art. 2.

      1. Ai sensi dell'articolo 8 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, a decorrere dall'anno scolastico 2007-2008, il Ministro della pubblica istruzione, in sede di definizione dei curricoli della scuola secondaria, prevede l'insegnamento dell'educazione alla legalità e alla responsabilità.
      2. I programmi, le modalità e i tempi del percorso formativo di cui all'articolo 1 della presente legge sono definiti dalle singole istituzioni scolastiche, ai sensi di quanto previsto dall'articolo 4 del regolamento di cui al decreto del Presidente della Repubblica 8 marzo 1999, n. 275, garantendo in particolare che l'insegnamento sia articolato su un orario di almeno quattro ore mensili in cui sono previsti incontri presso le istituzioni di cui al citato articolo 1 con i soggetti che operano quotidianamente alla qualificazione della società civile o presso le strutture scolastiche.
      3. Il Ministro della pubblica istruzione individua tra il personale docente della scuola secondaria le figure più idonee a realizzare il necessario coordinamento con le istituzioni di cui all'articolo 1.


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