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PDL 2430

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2430



 

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PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

d'iniziativa dei deputati

MANTINI, BARBIERI, BENVENUTO, IANNUZZI, LUCCHESE, ANGELI, BALDUCCI, BIANCOFIORE, CARBONELLA, CARLUCCI, COSTANTINI, CRISCI, DELFINO, FARINONE, FEDI, GAMBA, GRASSI, GRILLINI, LISI, LUMIA, LUSETTI, MORONI, OSSORIO, OTTONE, PELLEGRINO, RAZZI, SAMPERI, VALDUCCI, VILLARI, ZANETTA

Modifica all'articolo 117 della Costituzione. Introduzione del turismo nell'elenco delle materie attribuite alla competenza legislativa concorrente dello Stato e delle regioni

Presentata il 22 marzo 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - Come è ormai noto la materia del turismo costituisce una vera industria in grande espansione nell'economia nazionale dei servizi.
      Il turismo rappresenta oggi in Italia una grande fonte di ricchezza con un apporto al prodotto interno lordo (PIL) di più del 12 per cento (oltre il 15 per cento, considerando l'indotto), che riguarda circa 270.000 imprese in senso pieno (circa 420.000, considerando l'indotto) e che dà lavoro, in maniera diretta e indiretta, a oltre 2,3 milioni di persone, pari al 10 per cento dell'occupazione totale.
      Parimenti, l'industria del turismo nel nostro Paese ha vissuto anni di difficoltà, con una perdita di competitività e di posizioni nelle classifiche internazionali: tra le mete preferite, dal primo posto nel 1970, oggi l'Italia è scivolata al quinto posto. La lieve ripresa registrata nel 2006 non deve illudere, la posizione del nostro Paese sullo scenario del mercato turistico internazionale resta critica. Senza un decisivo cambiamento di marcia delle strategie di Governo e regioni la quota dell'industria turistica italiana sul mercato europeo, nonché globale, è destinata a
 

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scendere inesorabilmente e questo con inimmaginabili ripercussioni negative sull'intera economia nazionale.
      Purtroppo negli anni passati il turismo in Italia ha sofferto di una grave carenza di coordinamento del settore, necessità che seppur avvertita, non ha portato mai ad una strategia complessiva efficace, tranne che per alcuni episodici, ma rilevanti interventi: la legge quadro n. 135 del 2001, sulla riforma della legislazione nazionale del turismo; la legge n. 831 del 2001, contenente la detassazione del reddito di impresa e lavoro autonomo reinvestito; l'istituzione del Comitato nazionale per il turismo, una cabina di regia con compiti di coordinamento stabile delle politiche di indirizzo del turismo; l'istituzione dell'Ente nazionale italiano per il turismo (ENIT) e la sua trasformazione in Agenzia per il turismo, strumento operativo per promuovere l'immagine unitaria dell'offerta turistica nazionale all'estero; l'istituzione dell'Osservatorio nazionale del turismo, strumento conoscitivo e di monitoraggio; la creazione di progetti di portali informatici e del «marchio Italia» per promuovere unitariamente il prodotto turistico italiano sui mercati internazionali.
      Tutto ciò però si è dimostrato insufficiente e sul medio periodo siamo rimasti a crescita zero, continuando il nostro Paese a perdere quote consistenti di mercato.
      È possibile riconquistare competitività solo andando in direzione opposta. Non è più tempo di interventi sporadici, seppur utili, di dispersione di risorse tramite miriadi di iniziative locali.
      Vi è l'assoluta urgenza di programmare un lavoro comune e una chiara scelta delle priorità, promuovendo una politica nazionale (non statale) per il turismo che vada oltre la semplice sommatoria delle politiche regionali e locali, creando un clima nuovo di fattiva e concreta collaborazione tra associazionismo, operatori, regioni, Governo e forze politiche per realizzare una vera politica nazionale.
      A contrario di ciò, con la riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione la materia «turismo» è stata completamente affidata al potere di legislazione delle regioni.
      Pur rispettando tale scelta, già da qualche anno è ormai all'attenzione di tutti, soggetti pubblici, mondo dell'associazionismo e operatori privati, che l'industria italiana del turismo sta attraversando una fase di maturità, caratterizzata da una minore capacità di attrazione del prodotto tradizionale e da modi differenti e sempre più nuovi di fruizione.
      Le cause di tale decelerazione sono molteplici.
      Tra le più rilevanti ritroviamo: il rapporto qualità-prezzi di tutto il network dell'offerta turistica non sempre commisurato al prodotto e decisamente al di sotto dei nostri competitor; l'assenza negli ultimi anni di una seria e continuativa campagna di promocommercializzazione del «marchio» Italia, nei mercati esteri, per scarsità di fondi pubblici; la crisi di immagine e credibilità che si è lentamente determinata per l'Italia, in assenza di una seria strategia turistica ed economica dell'insieme dei soggetti deputati; la mancanza di investimenti pubblici centrali per l'innovazione nel turismo; la mancanza di una logica di squadra tra le regioni, le imprese turistiche e lo Stato; la forte difficoltà a competere nel mercato del prodotto turistico internazionale, oggi globale, data l'agguerrita concorrenza di altri Paesi europei ed extraeuropei.
      Tra i principali competitor vi sono la Francia, la Spagna, gli Stati Uniti e, in forma nuova, la Cina, Paesi questi in cui è stata attuata una politica per il turismo fortemente incisiva, che ha visto coinvolti e cooperare sinergicamente molteplici soggetti pubblici e privati.
      Le strategie di riposizionamento adottate dai nostri competitor europei ed extra europei, molto più aggressivi di noi nella valorizzazione del prodotto turistico interno, hanno portato ad un allargamento della quota di mercato, ampliando a dismisura l'offerta, facendo così slittare il «Belpaese» dai primi posti della notorietà sui mercati stranieri.
      La domanda stessa di prodotto turistico si è fortemente e profondamente modificata:
 

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la destagionalizzazione, la ricerca di nuove forme e di nuovi modelli di fruizione turistica hanno indotto un'evoluzione dei comportamenti.
      Occorre, quindi, ripartire dal presupposto che il rilancio dell'industria del turismo è un problema che deve investire le differenti componenti del sistema produttivo ed economico e le istituzioni a livello locale e nazionale, facendo interagire proficuamente pubblico e privato. In questo senso, parlare di sinergie significa parlare del futuro stesso della nostra economia.
      Dopo oltre quattordici anni dalla soppressione del Ministero del turismo, dopo la riforma del titolo V della parte seconda della Costituzione, che ha visto il turismo divenire materia di competenza esclusiva delle regioni, dopo che, data la trasversalità stessa del turismo, si è evidenziata l'incidenza nel settore di materie che sono di esclusiva competenza statale (ecosistema e beni culturali, concorrenza, fisco, livelli essenziali dei servizi, promozione internazionale, normativa dei visti eccetera), è divenuto sempre più necessario puntare a un rinnovato patto fra Stato, regioni, associazioni e imprenditori, restituendo al turismo italiano una centralità nazionale per il suo rilancio.
      Da tutti i mondi che ruotano intorno all'industria del turismo è sempre più forte l'invocazione di politiche nazionali, mentre oggi siamo ridotti a politiche di rilancio del settore parcellizzate, perché basate su venti regioni che oltretutto faticano a trovare un comune denominatore.
      Dunque, è necessaria una modifica al titolo V della parte seconda della Costituzione, non per tornare a modelli statali, bensì a quel principio di leale collaborazione e di sussidiarietà, sancito dalla Costituzione, per riportare la materia del turismo in quelle a legislazione concorrente dello Stato, affinché nella definizione delle politiche nazionali sulla materia tutti gli attori possano essere in campo: le organizzazioni private, i comuni, le province, le regioni quali grandi soggetti dell'economia territoriale e, anche, lo Stato.
      Per queste ragioni la presente proposta di legge di revisione costituzionale, coerentemente al voto espresso nella XIV legislatura da tutti i gruppi parlamentari, intende inserire la materia «turismo» tra quelle di competenza legislativa concorrente previste dall'articolo 117, terzo comma, della Costituzione.
 

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PROPOSTA DI LEGGE COSTITUZIONALE

Art. 1.

      1. All'articolo 117, terzo comma, della Costituzione, dopo le parole: «governo del territorio;» è inserita la seguente: «turismo;».


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