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PDL 3052

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3052


 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato GIOACCHINO ALFANO

Estinzione dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense e trasferimento del relativo patrimonio al comune di Vico Equense

Presentata il 20 settembre 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - La presente proposta di legge prevede l'estinzione dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense, in provincia di Napoli, ed il trasferimento del relativo patrimonio al comune di Vico Equense.
      L'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» è gestito, attualmente, da un consiglio di amministrazione formato dal presidente e due consiglieri, nominato dal Ministero della pubblica istruzione.
      Il regio decreto n. 2392 del 1929 prevede che il consiglio di amministrazione possa essere sciolto e la gestione affidata, per la durata massima di un anno, ad un commissario.
      Negli anni si è assistito ad un susseguirsi di consigli di amministrazione e gestioni commissariali, che però non sono stati in grado di rendere efficiente la gestione del patrimonio immobiliare dell'Istituo.
      Il risultato contabile è stato disastroso con perdite, negli ultimi anni, sempre maggiori.
      Occorre ancora considerare inoltre che il patrimonio immobiliare dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» si è ridotto nel tempo, e attualmente comprende un solo edificio che è, fra l'altro, la sede stessa dell'Istituto. C'è anche da precisare che la struttura dell'edificio è in pessimo stato di conservazione e la chiesa annessa non è più agibile dal terremoto del 1980.
      Appare, quindi, opportuno disporre l'estinzione dell'Istituto per trasferire al comune di Vico Equense il relativo patrimonio immobiliare. Tale operazione consentirebbe, fra l'altro, la continuazione di quella funzione educativa e culturale che da sempre è stata svolta dall'Istituto pubblico di educazione femminile.
 

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      Si allega alla presente relazione un quadro sintetico dello stato finanziario-gestionale dell'Istituto per evidenziarne le problematiche economiche (allegato 1).
      L'articolo 1 della presente proposta di legge dispone l'estinzione dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense e prevede che il relativo patrimonio mobiliare ed immobiliare sia trasferito al comune di Vico Equense che, in tal modo, subentra in tutti i rapporti attivi e passivi dell'Istituto stesso. Si precisa, inoltre, che tutto il patrimonio dell'Istituto deve essere in ogni caso utilizzato per fini di istruzione e culturali, in attuazione della volontà dei fondatori dell'Istituto medesimo.
      L'articolo 2 stabilisce che tutti gli atti conseguenti al trasferimento disposto dalla legge sono esenti da ogni tributo.
 

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ALLEGATO 1

Relazione sintetica sullo stato finanziario-gestionale dell'Istituto
«SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense (Napoli)


Premessa.

      La presente relazione vuole rappresentare in modo sintetico la situazione finanziario-gestionale dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense.
      Essa è articolata nei seguenti paragrafi:

          1) situazione normativa e rapporti con l'ente tutore;

          2) stato del patrimonio immobiliare dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso»;

          3) situazione finanziaria.

      Si ricorda che l'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» è un istituto pubblico di educazione femminile ai sensi dei regi decreti 23 dicembre 1929, n. 2392, e 1o ottobre 1931, n. 1312, e successive modificazioni.

1.    Situazione normativa e rapporti con l'ente tutore.

      L'Istituto è retto sulla base di uno statuto del 1908. Le norme contenute nei citati regi decreti predevano l'adeguamento dello statuto a quanto previsto dagli stessi. Da una ricerca condotta su tutti gli atti disponibili presso l'Istituto risulta che tale statuto, pur redatto ed inviato agli organi di controllo, non è stato mai approvato dagli enti preposti.
      In ogni caso lo statuto mai approvato e quello vigente prevedevano che l'ente tutore effettuasse un controllo sugli atti ed autorizzasse spese che eccedevano l'ordinaria amministrazione.
      Tale controllo si esplicava con un visto di approvazione sulle deliberazioni del consiglio di amministrazione e principalmente sul bilancio preventivo e consuntivo.
      Agli atti risulta che tale controllo si è di fatto fermato al 1978, periodo a cui fanno riferimento le ultime delibere restituite con il visto di approvazione del provveditorato agli studi.
      Il consiglio di amministrazione cercando di restaurare un rapporto formale di corretta procedura gestionale dell'ente ha sollecitato in varie forme e modi il provveditorato agli studi di Napoli non ottenendo alcuna risposta.
      Da un punto di vista puramente formale tutti gli atti successivi alla mancata approvazione dei bilanci di previsione e consuntivi sono nulli. In conseguenza di ciò, tutti i consigli di amministrazione che si sono succeduti da allora avrebbero operato in modo illegittimo.

2.    Stato del patrimonio immobilare dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso».

      Alla sua fondazione il patrimonio immobiliare dell'Istituto era enorme ed era costituito da un fabbricato di circa 4.000 metri quadrati coperti con annessa chiesa, che costituiva la sede dell'ente, nonché da decine di fondi agricoli distribuiti su tutto il territorio del comune di Vico Equense.
      I fondi agricoli furono ceduti con contratti di enfiteusi. Parte di tali contratti si sono risolti con l'affranco e la definitiva perdita di proprietà dell'ente, con somme risibili ricevute dall'ente stesso e altri contratti sono ancora in essere con rendite enfiteutiche annuali anch'esse risibili, che

 

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per molti anni non sono state nemmeno riscosse.
      Nel 1995 l'amministrazione dell'ente effettuava una ricognizione su tali contratti da cui emergeva che i fondi originali avevano subìto frazionamenti ed i costi legali nonché le perizie di valutazione rendevano problematico e antieconomico procedere sia per il recupero delle somme dovute per i canoni enfiteutici sia per l'eventuale affranco, reso del resto impossibile dalla mancanza di un qualsiasi contatto con l'ente tutore.
      Il fabbricato sede dell'Istituto è stato danneggiato dal sisma del 1980 ed in seguito a tale evento il convitto, che ancora funzionava, venne definitivamente chiuso. Successivamente furono effettuati dei lavori di consolidamento che non hanno interessato la chiesa annessa al fabbricato che è inagibile e da allora chiusa al culto.
      L'immobile, nonostante siano stati fatti negli ultimi anni lavori di manutenzione, si presenta in un precario stato di conservazione e sono da rifare tutte le facciate esterne e parte dei tetti di copertura, parte degli impianti elettrici e degli impianti idraulici, non esistono un impianto di riscaldamento, un impianto antincendio e le scale di sicurezza. Tali lavori, escludendo il restauro della chiesa, ammontano ad una spesa di oltre 1 milione di euro.

3. Situazione finanziaria.

      Le risorse economiche a disposizione dell'Istituto erano originariamente costituite da:

          a) rendite patrimoniali (censi e canoni);

          b) contributi ministeriali;

          c) rette delle convittrici.

      Con gli anni si è verificata una modifica sostanziale di tali fonti di finanziamento, in particolare i contributi ministeriali sono cessati, verso la metà degli anni '70, con il trasferimento delle competenze alle regioni e poi ai comuni circa le rette a carico dello Stato.
      Le rendite patrimoniali per i motivi esposti, si sono di fatto ridotte a valori insignificanti.
      Così, in effetti, la voce di entrata su cui per molti anni si è basato il bilancio dell'Istituto è costituita dalle rette pagate non già da convittrici ma da studentesse esterne.
      L'Istituto si è trovato a gestire scuole materne ed elementari per bambini e bambine ed un istituto magistrale solo femminile a cui si aggiunse poi un liceo linguistico. Complessivamente l'Istituto è giunto a contare oltre 500 studenti.
      La gestione effettiva delle istituzioni scolastiche era affidata, mediante un rapporto di convenzione, a delle religiose che fornivano anche parte del corpo docente. Agli inizi del '900 tutto il corpo docente era formato da suore ed era previsto un sistema di reclutamento mediante concorsi locali secondo quanto previsto dallo statuto e dalle leggi di riferimento. Con l'incremento delle alunne esterne non convittrici e con la riduzione delle suore disponibili si è sempre più fatto riferimento a docenti esterni che venivano reclutati per lo più in modo discrezionale.
      Un gruppo di docenti, verso la fine degli anni '80, inizia in blocco un'azione legale contro l'Istituto che porta a delle sentenze definitive di condanna verso l'inizio degli anni '90.
      Parte di tale gruppo di docenti ha diviso in due azioni le proprie rivendicazioni e per la seconda parte pendono ancora delle vertenze presso gli uffici giudiziari di Sorrento. A seguito delle sentenze definitive l'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS) effettuò una verifica ispettiva elevando un verbale di contestazione.
      Nel modello C/1 allegato al bilancio consuntivo 1997 dell'Istituto si rileva che sul residuo passivo calcolato in lire 3.704.158.262 si possono individuare le somme:

          a) lire 2.789.187.093 per rivendicazioni di ex docenti comprensive dei compensi ai legali;

 

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          b) lire 640.900.110 per importi dovuti all'INPS;

          c) lire 212.066.079 per stipendi antecedenti al 1993 non corrisposti;

          d) lire 95.116.568 per forniture e prestazioni non pagate antecedenti al 1994.

      Per le somme di cui alla lettera b) per importi dovuti all'INPS si è usufruito di un condono previdenziale per la somma di 393.000.000, suddiviso in 60 rate di lire 6.550.000, mentre per la restante quota pari a lire 240.000.000 è stato presentato ricorso in quanto la somma non è dovuta quale ente di diritto pubblico.
      La somma di cui alla lettera a) fa riferimento a:

          1) 33 vertenze con sentenze definitive: lire 1.905.411.969;

          2) 30 vertenze ancora in corso: lire 730.412.079;

          3) oneri per i legali di parte avversa: 69.074.060.

      Dal 1997 il consiglio di amministrazione dell'Istituto ha deciso di affittare al comune di Vico Equense parte dell'immobile, sede dell'Istituto stesso, per la scuola materna comunale, per la biblioteca e per uffici per l'Informagiovani in modo da ricavare delle risorse da destinare a coprire sia le spese ordinarie che a ripianare debiti pregressi secondo un piano che prevede un maggiore coinvolgimento del comune di Vico Equense e di altri enti.

      Attualmente l'Istituto ha:

          a) due unità di personale di segreteria con contratto a tempo indeterminato per 36 ore settimanali;

          b) una unità di personale ausiliario con contratto a tempo indeterminato per 24 ore settimanali;

          c) un corpo docente e direttivo, pari a 16 unità, con contratto a tempo determinato.

      L'Istituto ha attualmente attive solo tre classi:

          a) IV anno magistrale (ultimo anno);

          b) II anno liceo psicopedagogico con 10 alunni;

          c) III anno liceo psicopedagogico con 15 alunni.

      Nell'anno scolastico 1997-1998 è stato chiuso il liceo linguistico per mancanza di iscritti. Nell'anno scolastico 1998-1999 non si è formata la classe I del liceo psicopedagogico per mancanza di iscritti.
      Il consiglio di amministrazione aveva deliberato che se non si fosse formata una prima classe con almeno venti unità, si sarebbe proceduto anche alla chiusura del liceo psicopedagogico. Questo perché le rette pagate dall'esiguo numero di ragazze frequentanti non avrebbe permesso di far fronte alle spese correnti tra cui, principalmente, il pagamento degli stipendi, secondo quanto previsto dai contratti di lavoro, al personale e quindi di prevenire ulteriori vertenze di lavoro.

Conclusioni.

      In definitiva da quanto esposto appare evidente che:

          a) l'Istituto non è in grado di far fronte con le esigue risorse disponibili al risanamento finanziario e alla conservazione della proprietà immobiliare costituita dal fabbricato sede dell'Istituto stesso e dell'annessa chiesa;

          b) con la chiusura delle istituzioni scolastiche per mancanza di iscritti viene a mancare il fine principale dell'Istituto.

 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. L'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» di Vico Equense, dichiarato istituto di educazione e istruzione femminile ai sensi del regio decreto 18 novembre 1869, n. 2301, e successive modificazioni, nonché dei regi decreti 23 dicembre 1929, n. 2392, e 1o ottobre 1931, n. 1312, e successive modificazioni, è estinto.
      2. Il patrimonio mobiliare e immobiliare dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» è trasferito in proprietà al comune di Vico Equense che subentra in tutti i rapporti attivi e passivi dell'Istituto stesso.
      3. Alle operazioni di consegna al comune di Vico Equense effettuate in attuazione del comma 2, provvede il presidente del consiglio di amministrazione dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso», di intesa con il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per la Campania.
      4. Il patrimonio dell'Istituto «SS. Trinità e Paradiso» è utilizzato dal comune di Vico Equense per fini di istruzione e culturali, in attuazione delle volontà dei fondatori dell'Istituto medesimo.

Art. 2.

      1. Il trasferimento di cui alla presente legge e i relativi atti sono esenti da ogni tributo.    


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