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PDL 3205

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 3205



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato VOLONTÈ

Introduzione dell'articolo 272-bis del codice penale, in materia di propaganda per l'affermazione violenta di princìpi e metodi ispirati a regimi comunisti

Presentata il 31 ottobre 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - Cento milioni di morti, provocati dall'ideologia rappresentata dal simbolo della «falce e martello» crediamo che siano sufficienti per bandire, al pari del fascismo, anche il comunismo dalla vita politica italiana. Ogni persona avveduta converrebbe che un'ideologia che ha spazzato via interi popoli, terrorizzato milioni di cittadini, privato di libertà intere nazioni, dovrebbe essere bandita anche perché, sia ben chiaro, proprio chi conosce gli scritti di Marx e di Engels sa quanto siano conseguenti le azioni di «macelleria sociale» messe in atto con diabolica fermezza da Lenin, Stalin e dai loro seguaci. Occorre solo precisare che Lenin prese il potere con un colpo di Stato non contro lo Zar, ma contro l'Assembela di eletti dal popolo. Si riscontrano difficoltà e ipocrisia, insomma, nel negare che quella di ottobre sia stata una rivoluzione contro un governo democraticamente eletto, che ha ucciso nella culla la nascente democrazia russa. Questa non è un'opinione di parte, ma un giudizio condiviso da gran parte della storiografia, e soprattutto da Alexander Solgenitsin, che denunciò e raccontò i crimini comunisti vivendoli in prima persona nei campi di concentramento.
      Né deve confonderci la continua promozione del mito di Che Guevara, un mito che si sta pian piano sgretolando sotto l'emersione della scomoda verità di un assassino a pagamento.
      Celebrare, quindi, la rivoluzione comunista è una un'infantile «balla» che aiuta i protagonisti del '68 a vivere ancora in un modo idealizzato, il comunismo buono, cui hanno sacrificato le loro passioni e il loro
 

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impegno. Un'autocelebrazione che può certo consentire di illudersi ma che è sicuramente estranea ancora di più dalla realtà.
      A Piazza San Pietro si è celebrata la beatificazione dei 498 martiri cristiani della guerra anticattolica spagnola del 1936-1939. La storia, anche in questo caso, parla con documenti chiarissimi, comunisti spagnoli attuarono la «dottrina Lenin», ovvero lo sterminio di sacerdoti, suore e laici cattolici, ben descritto in «Omaggio alla Catalogna» di George Orwell. Uno sterminio macabro, truculento e diabolico per la violenza e per l'assurda furia. Chi in Italia ha preferito cercare un parallelismo tra la beatificazione dei martiri cristiani oggi e la legge sulla «memoria» di Zapatero, con cui il premier spagnolo si appresta a cancellare ogni traccia dei trentasei anni di franchismo (1939-1975) da strade, monumenti, chiese ed edifici pubblici della Spagna - legge definita discriminatoria da Amnesty International - lo ha fatto in mala fede, per evitare un chiaro giudizio sulle celebrazioni della Piazza rossa e di Piazza San Pietro.
      La presente proposta di legge, peraltro, è affine alla risoluzione n. 1481 dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, approvata il 25 gennaio 2006, con la quale si vuole richiamare l'attenzione «sulla necessità di una condanna internazionale dei crimini dei regimi del totalitarismo comunista» e si fa riferimento ad un'ulteriore risoluzione, la n. 1096 del 1996, sulle misure da adottare per smantellare l'eredità dei sistemi del totalitarismo comunista.
      Nella risoluzione n. 1481 del 2006, la suddetta Assemblea parlamentare condanna, in particolare, «le violazioni di massa dei diritti umani commesse dai regimi del totalitarismo comunista ed esprime solidarietà, comprensione e riconoscimento verso le vittime di tali crimini». Vi si afferma anche che queste violazioni «includevano assassini ed esecuzioni individuali e collettive, la morte nei campi di concentramento, la morte per privazioni, le deportazioni, la tortura, i campi di lavoro ed altre forme di terrore fisico di massa». Viene inoltre sottolineato come «la caduta di tutti i regimi del totalitarismo comunista nell'Europa centro-orientale non è stata seguita, in tutti i casi, da un'indagine internazionale sui crimini da loro commessi, né gli autori di questi crimini sono stati portati in giudizio dalla comunità internazionale». L'atto di indirizzo auspica una ferma condanna dei crimini dei regimi del totalitarismo comunista, invitando «tutti i partiti comunisti e post comunisti dei suoi Stati membri che non l'abbiano già fatto, di riconsiderare la storia del comunismo ed il loro stesso passato, prendendo le distanze dai crimini commessi dai regimi del totalitarismo comunista e condannarli senza ambiguità».
      La speranza dello svedese Göran Lindblad, proponente della citata risoluzione, è che tramite tale atto si possa aprire la strada a un'ulteriore riconciliazione, incoraggiando gli storici di tutto il mondo a continuare le loro ricerche per giungere ad una verifica conclusiva e oggettiva di quanto avvenne.
      Vi è da domandarsi se tra i numerosi politici italiani, ancora fedeli seguaci di quello che Reagan definì «non un sistema economico, né un sistema politico ma una aberrazione temporanea che scomparirà dalla terra, perché contraria alla natura umana», vi sia questa sete di verità.
      A tale proposito è utile ricordare quando, il 12 novembre 1989, a pochi giorni dalla caduta del muro di Berlino, Achille Occhetto annunciò, nella «svolta della Bolognina», l'intenzione di intraprendere strade nuove e di voler cambiare nome, simbolo e forma al Partito comunista italiano, mandando in crisi identitaria il partito di allora, che dovette registrare il distacco di molti suoi esponenti e il successivo scioglimento. Mentre oggi registriamo con favore le parole del segretario del nuovo Partito democratico, Walter Veltroni, che ha paragonato i crimini di Pol Pot a quelli, terribili, perpetrati ad Auschwitz dalla furia nazista.
      La presente proposta di legge, introducendo l'articolo 272-bis del codice penale, si prefigge di sanzionare chiunque, nel
 

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territorio dello Stato italiano, faccia propaganda per l'affermazione violenta di un'associazione, di un movimento o di un gruppo ovvero di princìpi e metodi che si ispirano a regimi totalitari comunisti passati o presenti, e alle loro finalità antidemocratiche, prevedendo un inasprimento delle pene qualora tale propaganda sia specificamente diretta all'istigazione a commettere reati contro persone o cose.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Dopo l'articolo 272 del codice penale è inserito il seguente:

      «Art. 272-bis. - (Propaganda per l'affermazione violenta di princìpi e metodi ispirati a regimi comunisti). - Chiunque, nel territorio dello Stato, fa propaganda per l'affermazione violenta di un'associazione, di un movimento o di un gruppo ovvero di princìpi e metodi che si ispirano a regimi totalitari comunisti, passati o presenti, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa di euro 200.000.
      Se la propaganda di cui al primo comma è specificamente diretta all'istigazione a commettere reati contro persone o cose, la pena prevista dal medesimo comma è raddoppiata, salvo che il fatto non costituisca più grave reato».


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