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PDL 117

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 117



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato CORDONI

Disposizioni per la salvaguardia del litorale dell'Alto Tirreno toscano

Presentata il 28 aprile 2006


      

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Onorevoli Colleghi! - Nel nostro Paese si è ormai radicata una profonda cultura della salvaguardia del territorio come valore, imprescindibile elemento di sicurezza e risorsa.
      Dobbiamo purtroppo ancora troppo spesso confrontarci con i danni dell'incuria passata e dei ritardi presenti nell'applicazione di una normativa di tutela che pure è tra le più avanzate d'Europa; tuttavia, in questi anni molto è stato fatto per rendere possibili, finalmente, interventi articolati per unità fisiografiche, capaci di risolvere i problemi del territorio in modo integrato, senza rischiare di introdurre nuovi e pericolosi squilibri.
      Sostenere e valorizzare una tale cultura dell'intervento è un dovere dello Stato.
      È altresì dovere dello Stato, nel momento in cui sceglie di decentrare poteri e responsabilità vitali come quelli che interessano la salvaguardia del territorio, non eludere il problema delle risorse necessarie e affiancare le autonomie nello sforzo di assicurare con tempestività i necessari investimenti.
      Una particolare attenzione merita dunque l'iniziativa della regione Toscana, che ha scelto di affrontare in tale ottica il dramma rappresentato dall'erosione delle proprie coste e in particolare della riviera apuo-versiliese.
      La regione Toscana, già impegnata con proprie risorse nel monitoraggio della morfodinamica delle coste e nella presentazione di un piano di gestione dell'erosione, ha affidato una imponente ricerca-sperimentazione a esperti del Consorzio Pisa ricerche dell'Università di Pisa, del Centro studi ingegneria di Prato e del
 

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Dipartimento di scienze della terra dell'Università di Firenze.
      Essi hanno potuto per anni non solo applicare allo studio dell'area i modelli scientifici più avanzati, ma anche progettare, realizzare e monitorare interventi sperimentali, lavorando a stretto contatto con gli enti locali della costa.
      La ferita che gli studiosi erano chiamati ad affrontare interessava, in particolare, il tratto di costa compreso tra il porto di Marina di Carrara e la foce del fiume Cinquale, colpito su una lunghezza complessiva di 5 chilometri dalla perdita di circa 100 metri di spiaggia tra il 1938 e il 2000; ma l'area vasta che erano chiamati a monitorare corrispondeva all'intera fascia costiera dell'Alto Tirreno toscano, considerata l'importanza del corretto rilievo della dinamica delle correnti, naturali e no, per la preservazione dall'erosione dell'intera riviera apuo-versiliese.
      Con risorse della regione e del comune di Massa si sono potute realizzare opere che, monitorate nel corso di due anni, hanno consentito di escludere un impatto negativo dei nuovi interventi a sud, sulle vicine spiagge della Versilia, e di fornire utilissime indicazioni sul tipo, le dimensioni e il comportamento ottimali dei materiali riportati artificialmente.
      In effetti, questo tratto di costa, dopo la costruzione del porto di Marina di Carrara, era stato oggetto di interventi di protezione in massima parte statali, con la realizzazione prima di barriere parallele in scogliera e poi di pennelli ortogonali che avevano sì salvato alcune spiagge, ma anche contribuito a spostare verso sud il fenomeno erosivo; d'altra parte, lo sfruttamento intensivo del fiume Magra, con la corrispondente riduzione dei sedimenti naturalmente riversati in mare, aveva drasticamente ridotto, soprattutto a decorrere dagli anni '60, la principale fonte dei nuovi apporti alle spiagge di questa zona.
      L'intera area, su cui insistono il porto di Marina di Carrara e quello di Viareggio, un'economia turistico-balneare tra le più note d'Italia, il forte impatto ambientale dell'estrazione e della lavorazione del marmo e l'alveo di fiumi tristemente noti anche in questa Camera a causa dell'alluvione che ha colpito la Versilia, risulta peraltro fortemente antropizzata; tutto ciò in passato, quando ancora non era adeguatamente diffusa una cultura che obbligasse tutti alla contestuale analisi dell'impatto ambientale di ogni scelta, ha lasciato sul terreno forti contrasti tra le amministrazioni locali, con aspri rimpalli di responsabilità non sempre supportati da serie valutazioni scientifiche.
      Oggi non è più così: la regione Toscana, le amministrazioni locali, l'autorità di bacino del Magra e l'autorità portuale di Marina di Carrara hanno tutte coerentemente scelto di subordinare a una attenta valutazione scientifica della situazione attuale e degli scenari futuri ogni intervento sul territorio in grado di alterare le condizioni date.
      Con la cooperazione di tutti i soggetti interessati, raccogliendo e analizzando dati provenienti dall'intero litorale compreso tra Livorno e la foce del fiume Magra, gli studiosi hanno così potuto individuare le tendenze evolutive della costa: oggi sappiamo che gli apporti naturali del Magra, che coprivano l'area situata tra la sua foce e quella del Cinquale, non sono più in grado di garantire neppure la stabilità delle spiagge più vicine; che non esistono in mare sedimenti idonei al rifacimento del litorale; che i fenomeni erosivi si concentrano a nord del porto di Marina di Carrara tra la foce del Magra e quella del Parmignola e a sud del porto su tutta la costa, fino alle spiagge del comune di Montignoso, raggiungendo la massima intensità nella zona compresa tra il fosso Magliano e il fosso Poveromo; che le spiagge del comune di Forte dei Marmi, normalmente alimentate dai sedimenti del Serchio e dell'Arno, hanno cessato di beneficiare dell'erosione delle spiagge di Marina di Massa ed evidenziano una inversione di tendenza dopo un lungo periodo di accrescimento.
      Sappiamo anche, però, che Forte dei Marmi, pur risentendo dell'interruzione del travaso delle sabbie accumulate dalle correnti a sud di Viareggio sulle spiagge a nord del porto, fortunatamente non è
 

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esposta a rilevanti correnti erosive naturali; che, d'altra parte, le soluzioni tecniche sperimentate per arrestare l'erosione sul litorale massese non rischiano di danneggiare la costa versiliese; e che per il rifacimento artificiale delle spiagge apuane è possibile impiegare sia il materiale ricavabile dai progetti di risagomatura degli alvei per la riduzione del rischio idraulico nell'area, sia la notevole quantità di inerti provenienti dai ravaneti delle Apuane.
      Si è così venuta a prospettare l'interessante opportunità di coniugare lotta all'erosione, prevenzione del rischio idraulico e ripristino delle condizioni ambientali e di sicurezza delle Apuane in un coordinato progetto di intervento, in grado di affrontare in una prospettiva integrata le differenti emergenze ambientali dell'area e contemporaneamente di ridurre i costi, di promuovere la partecipazione dell'imprenditoria locale, di rendere maggiormente compatibili le diverse esigenze dei soggetti economici e di superare le reciproche diffidenze dei soggetti istituzionali.
      Il progetto di massima per la difesa e il riequilibrio del litorale compreso fra il porto di Marina di Carrara e la foce del Cinquale, elaborato dal Consorzio Pisa ricerche di Pisa, dal Dipartimento di scienze della terra dell'Università di Firenze e dal Centro studi ingegneria di Prato propone dunque per ciascun tratto di costa interventi coordinati e accuratamente valutati per le interazioni con le aree vicine.
      In primo luogo, esso prende atto dell'esistenza e dei limiti delle opere già realizzate, prevedendone gli adeguamenti in grado di migliorare la fruibilità delle zone protette e di eliminare ogni impatto negativo sulle spiagge sotto flutto.
      In particolare, nell'area già interessata da opere di protezione, lo studio evidenzia la necessità di alcuni interventi:

          il riordino delle opere di protezione a scogliera realizzate ad est della foce del Parmignola, di una facilitazione del trasporto dei sedimenti del Magra fino al mare e del rifacimento artificiale delle spiagge limitrofe: di questo si sta attivamente interessando l'autorità di bacino del Magra, dalla quale attendiamo dati certi e indicazioni attendibili sui costi dell'operazione, per questo motivo non inclusa nella presente proposta di legge;

          la realizzazione di spiagge artificiali in ghiaia alle spalle delle scogliere parallele presenti a sud del porto di Marina di Carrara, capaci di resistere all'intensità del moto ondoso;

          la costruzione, nel tratto protetto dai pennelli ortogonali in scogliera (che necessita al più presto di un completamento, già previsto, di competenza del Genio civile per le opere marittime), di sei setti sommersi all'esterno delle attuali barriere sommerse; il rifacimento artificiale dei fondali con materiali provenienti dalla frantumazione di ravaneti; il rifacimento artificiale con sabbia grossa e infine l'abbassamento dei pennelli attuali sotto il livello del mare, con un prolungamento della spiaggia di 15-20 metri.

      D'altra parte, nella zona attualmente non protetta lo studio propone due tipi di intervento, sulla base della natura dei problemi rilevati:

          nell'area del litorale che si è rivelata più esposta alle correnti erosive, compresa tra il fosso Magliano e il fosso Poveromo, la realizzazione di quattro setti sommersi, accompagnata dal rifacimento artificiale delle spiagge; il monitoraggio delle opere sperimentali realizzate ha infatti dimostrato che i setti sommersi sono in grado di consentire il transito del materiale di riporto e dunque non determinano fenomeni erosivi;

          nella zona di Montignoso e Forte dei Marmi, che per l'assenza di correnti erosive non necessita di opere di protezione, si propongono invece interventi di prevenzione, finalizzati a compensare il mancato apporto di sabbie conseguente alla riduzione dell'erosione dei litorali a nord, nella forma di rifacimenti annuali con sabbie fini ricavabili dall'accumulo di sedimenti a sud della diga foranea del porto di Viareggio.

 

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      Un progetto, dunque, articolato e complesso che, pur concentrando la maggior parte delle opere nel tratto di costa su cui insiste il comune di Massa, provvede a rilevare problematiche ed elaborare risposte per tutta la fascia costiera compresa tra la foce del Magra e Forte dei Marmi.
      In questa sede, giova inoltre ricordare che questo territorio, economicamente ancora debole (come testimoniano le inclusioni tra le aree di crisi industriale di cui all'obiettivo 2 della normativa comunitaria sui Fondi strutturali) è protagonista di una importante esperienza di patto territoriale; ciò significa che non dispone di grandi risorse autonome, ma è avvezzo a pensare globalmente problemi e soluzioni e già conosce e pratica importanti forme di concertazione tra istituzioni e soggetti economici e sociali.
      Il progetto di sviluppo sostenibile e integrato che anima la filosofia del patto e l'azione delle comunità politiche locali riconosce e valorizza l'interdipendenza di turismo balneare, economia del marmo e attività cantieristiche e portuali.
      Sono dunque molte e forti le ragioni per un intervento diretto dello Stato: il riconoscimento delle drammatiche dimensioni del fenomeno erosivo e delle inevitabili ripercussioni sull'economia di un'area inequivocabilmente vocata al turismo balneare come quella apuo-versiliese; la condivisione delle finalità di salvaguardia del territorio e delle modalità di intervento prescelte; la presa d'atto della difficoltà di reperire le ingenti risorse necessarie sia per le comunità locali, incluse in un'area di crisi, sia per la regione, che ha acquisito solo di recente le competenze in materia.
      L'onere derivante dall'attuazione della legge è pari a 36,15 milioni di euro, ai sensi dell'articolo 1. L'articolo 2 prevede la corretta ripartizione dei fondi tra le realtà locali interessate, sulla base della competenza territoriale accertata sulle aree interessate dagli interventi proposti dallo studio regionale complessivo.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Per la realizzazione degli interventi finalizzati alla salvaguardia della fascia costiera dell'Alto Tirreno toscano, nonché al recupero ambientale e socio-economico del relativo territorio, è autorizzata, per l'anno 2006, la spesa di 36,15 milioni di euro.
      2. All'onere derivante dall'attuazione del comma 1 si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento iscritto, ai fini del bilancio triennale 2006-2008, nell'ambito dell'unità previsionale di base di parte corrente «Fondo speciale» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2006, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
      3. Il Ministro dell'economia e delle finanze è autorizzato ad apportare, con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.

Art. 2.

      1. Lo stanziamento di cui all'articolo 1 è ripartito secondo le seguenti modalità:

          a) 5,10 milioni di euro per gli interventi di competenza della regione Toscana, da destinare alla realizzazione del sistema di coordinamento e di controllo degli interventi finalizzati al riequilibrio idrogeologico, nonché alla progettazione di interventi di tutela e di ripristino ambientale riguardanti la fascia costiera dell'Alto Tirreno toscano. Tali interventi devono essere realizzati in un quadro programmatico unitario riguardante l'intera area e coordinati con quelli di competenza dello Stato. Al fine di garantire l'unitarietà, anche sotto l'aspetto tecnico, degli interventi

 

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di propria competenza, la regione Toscana ha facoltà di procedere tramite ricorso a una concessione unitaria da affidare a trattativa privata;

          b) 28,05 milioni di euro per gli interventi di salvaguardia e tutela della fascia costiera di competenza del comune di Massa; 2,5 milioni di euro per gli interventi di salvaguardia e tutela della fascia costiera di competenza del comune di Montignoso; 500.000 euro per gli interventi di salvaguardia e tutela della fascia costiera di competenza del comune di Forte dei Marmi.

Art. 3.

      1. I siti unicamente destinati al recapito finale dei materiali estratti a sud del porto di Viareggio e dal porto di Carrara, purché sia garantita la compatibilità ambientale secondo i criteri stabiliti dalle competenti autorità, possono essere ubicati, su proposta degli estensori dei progetti di salvaguardia e tutela della fascia costiera, in qualunque area del comprensorio apuo-versiliese ritenuta idonea dall'Agenzia regionale per la protezione ambientale.


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