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PDL 2458

XV LEGISLATURA

CAMERA DEI DEPUTATI

   N. 2458



 

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PROPOSTA DI LEGGE

d'iniziativa del deputato PONZO

Modifiche all'articolo 3 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, in materia di accisa sui prodotti petroliferi immessi in consumo nella regione Basilicata

Presentata il 28 marzo 2007


      

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Onorevoli Colleghi! - L'estrazione petrolifera in Basilicata, che avrebbe dovuto portare benefìci economici anche al territorio lucano e, quindi, alla sua popolazione, stenta purtroppo a far intravedere i suoi frutti. Eppure l'entità della risorsa petrolifera della Val d'Agri e della Valle del Sauro rende l'attività estrattiva di portata economica rilevante e strategica per l'intero settore energetico nazionale. I consumi energetici italiani sono soddisfatti solo in minima parte dalla produzione nazionale, ma per ben il 15 per cento proprio dall'estrazione in Basilicata. Il Paese, pur rimanendo fortemente dipendente dalle importazioni dall'estero, deve al petrolio situato in Basilicata un contributo considerevole all'economia italiana in generale, con un sensibile vantaggio per la riduzione della «fattura energetica» nazionale. Il valore dei giacimenti lucani ha già reso possibili notevoli risparmi nelle importazioni dell'Italia, seppure le produzioni siano ancora molto inferiori a quelle previste. Vista, quindi, la rilevanza delle risorse, occorrerebbe indirizzare maggiori energie per attivare processi tesi a portare vantaggi all'economia locale e a salvaguardare un territorio che ha proprio nel petrolio e nell'acqua le sue risorse più rilevanti. Infatti, oggi la Basilicata è la regione italiana con il maggiore numero di permessi di ricerca, ventitré, e concessioni di coltivazioni di idrocarburi, ventisette, e ben 702,536 ettari del suo territorio, pari al 70 per cento dell'intera regione, sono interessati dalle attività di esplorazione e di coltivazione di idrocarburi. Nella sola Val d'Agri sono stati concessi quindici permessi di ricerca e sei concessioni di coltivazione, di cui tre in alta montagna. L'area si avvia a diventare la prima dell'Europa continentale per la produzione di idrocarburi. Alcune stime parlano di essa
 

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come dell'ottava in assoluto a livello mondiale. Altre stime prevedono un ammontare totale di circa quindici volte superiore alle valutazioni ufficiali. Intanto, a fare da contraltare, leggendo i dati dell'Associazione per lo sviluppo dell'industria nel Mezzogiorno (SVIMEZ) e dell'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) la regione lucana si attesta nelle posizioni più basse in quanto a ricchezza media pro capite, e questo ci sembra un segnale preoccupante: in Basilicata le famiglie hanno difficoltà economiche reali, legate a uno sviluppo che ancora tarda a venire, e il tessuto produttivo e imprenditoriale soffre di un'atavica mancanza di investimenti e di infrastrutture. Le condizioni di disagio diffuso sono altresì determinate dalla geo-morfologia del territorio, che lascia a se stessi numerosi paesini e realtà locali in luoghi periferici e lontani da un qualche possibile sbocco economico di sviluppo. A livello locale le potenzialità in termini di opportunità e di rischi si ampliano: la possibilità di ottenere vantaggi (ricadute occupazionali e sociali, creazione di benessere e ricchezza eccetera) e, contemporaneamente, il timore reale di alterare l'ambiente e quindi di compromettere lo svolgimento delle attività economiche ad esso collegate e spesso uniche (quali turismo e agricoltura) e di non produrre uno sviluppo sostenibile, duraturo e stabile, creano disappunto nella popolazione e uno scoraggiamento forte contro la coltivazione di idrocarburi quale volano per l'economia lucana. Di fronte, poi, a decisioni già prese sull'impegno di destinare risorse al rilancio dell'economia della regione, che però stenta a immettersi su un sentiero di crescita stabile e sostenuto, bisognerebbe invece provvedere a implementare le politiche economiche più appropriate per dotare la regione delle condizioni necessarie allo sviluppo: infrastrutture, imprenditorialità, capitali, fattori attrattivi di vario genere, procedure di marketing territoriale e tempi certi. In questo senso si riterrebbe opportuno realizzare dei reali vantaggi per una popolazione per la maggior parte disagiata: l'abbattimento delle accise petrolifere per i residenti lucani, con il conseguente ribasso del prezzo della benzina, del gasolio e del metano, sarebbe una misura che andrebbe in questa direzione, perché porterebbe un beneficio vero e cospicuo alle famiglie, ai tanti disoccupati, all'economia in genere, e abbatterebbe i costi energetici, aumentando anche l'attrattività d'investimento dell'area, elemento da non sottovalutare. Del resto, ciò rappresenterebbe un minimo sforzo da parte dello Stato nei confronti di una regione che subisce un'esplorazione invasiva del suo territorio e del suo ambiente, e sarebbe quindi un giusto riconoscimento a una popolazione che ne ha effettivamente bisogno. Il peso economico per lo Stato, a fronte dei benefìci dell'estrazione petrolifera lucana, appare trascurabile e non influenza oltre il 15 per cento del complessivo ammontare delle accise petrolifere ricavate dalla raffinazione del petrolio estratto in Basilicata. L'ammontare complessivo incassato dallo Stato per l'anno 2005 è stato di 1.107.255.882.00 euro, al netto dell'imposta sul valore aggiunto (IVA), e per l'anno 2006 è stato di 1.113.591.485 euro, sempre al netto dell'IVA. L'abbattimento delle accise sul gasolio, sulla benzina e sul GPL consumati in Basilicata è di circa 147.728.583 euro, al netto dell'IVA (circa il 13/14 per cento delle accise introitate dallo Stato). Una cifra che porterebbe i costi della benzina dall'attuale 1,21 euro al litro a 0,542 euro; del gasolio da 1,114 euro a 0,615 euro; del GPL da 0,609 euro a 0,459 euro. Tale abbattimento dei costi del carburante rappresenterebbe, quindi, una misura di immediato e positivo impatto per i cittadini residenti in Basilicata e diventerebbe una linfa preziosa e valida per risollevare le problematiche condizioni dell'economia di tutte le famiglie lucane e di tutte le imprese operanti in Basilicata.
 

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PROPOSTA DI LEGGE

Art. 1.

      1. Dopo il comma 15 dell'articolo 3 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, e successive modificazioni, è inserito il seguente:

      «15-bis. Fermi restando i vincoli derivanti dagli accordi internazionali e dalla normativa dell'Unione europea, nonché dalle norme ad essi connesse, alla regione Basilicata è assegnata la quota, spettante allo Stato, delle accise sulle benzine, sul gasolio e sul GPL per ogni litro immesso in consumo nel territorio della medesima regione».

      2. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, di intesa con la regione Basilicata, da emanare entro sei mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, a valere sulla quota assegnata alla regione Basilicata ai sensi del comma 15-bis dell'articolo 3 della legge 28 dicembre 1995, n. 549, introdotto dal comma 1 del presente articolo, sono dettate le disposizioni attuative del medesimo comma 15-bis, al fine di determinare, per ogni litro immesso in consumo nel territorio della medesima regione, le modalità per la riduzione del prezzo alla pompa delle benzine, del gasolio e del GPL per i cittadini ivi residenti e per le imprese che hanno la sede legale e svolgono prevalentemente la propria attività nel territorio della medesima regione.


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