V Commissione - Resoconto di mercoledì 14 giugno 2006

TESTO AGGIORNATO AL 27 GIUGNO 2006


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UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 14 giugno 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.30. alle 10.54.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 14 giugno 2006. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Intervengono i sottosegretari di Stato per l'economia e le finanze Mario Lettieri e Massimo Tononi.

La seduta comincia alle 15.25.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali.
Testo unificato C. 40 e abb.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Lino DUILIO, presidente relatore, saluta il rappresentante del Governo sottosegretario Mario Lettieri, porgendo gli auguri di buon lavoro. Illustra quindi il provvedimento, sottolineando che la Commissione


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affari costituzionali ha ritenuto opportuno acquisire il parere della Commissione bilancio con riferimento all'inserimento, nel testo unificato delle proposte di legge volte a prevedere l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul fenomeno della mafia, un tetto massimo di spesa per il funzionamento della medesima Commissione. La previsione di tale limite costituisce una novità rispetto alla prassi consolidata per cui le disposizioni contenute in precedenti analoghi provvedimenti si limitavano a stabilire che le spese per il funzionamento delle Commissioni bicamerali erano poste per metà a carico del bilancio interno della Camera e per metà a carico del Senato. L'inserimento di un limite massimo di spesa merita senza dubbio una valutazione positiva in quanto appare diretto ad introdurre un elemento di cautela nella conduzione finanziaria delle Commissioni, pienamente riconducibile a quell'obiettivo di contenimento delle spese cui deve ispirarsi una sana e prudente gestione della finanza pubblica. Ciò appare tanto più significativo in ragione della tendenza, registratasi negli ultimi anni, ad una crescita costante delle spese delle Commissioni bicamerali d'inchiesta. Il tetto di spesa viene determinato, all'articolo 7, comma 5, del provvedimento, in 150.000 euro per l'anno 2006 e in euro 300.000 per ciascuno degli anni successivi. È peraltro stabilito che i Presidenti della Camera e del Senato possano autorizzare annualmente un incremento della spesa, tuttavia entro il limite del 30 per cento, a seguito di richiesta formulata dalla Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta. Tale facoltà appare ragionevole in quanto volta ad introdurre un elemento di flessibilità nella gestione finanziaria della Commissione, tuttavia subordinata all'emersione di oggettive necessità connesse allo svolgimento dei suoi compiti istituzionali. Si tratta, quindi, di un elemento che non inficia l'obiettivo di salvaguardia della finanza pubblica cui è diretto l'inserimento del tetto di spesa.
Per questo motivo, propone che la Commissione esprima parere favorevole sul testo trasmesso.

Vladimiro CRISAFULLI (Ulivo) ritiene, anche alla luce delle considerazioni svolte dal presidente circa il fatto che la trasmissione per il parere alla Commissione bilancio su provvedimenti recanti l'istituzione di Commissioni parlamentari di inchiesta, che andrebbe chiarito se la Commissione bilancio sia competente in materia di bilancio interno della Camera.

Lino DUILIO, presidente relatore, fa presente che, a quanto gli risulta, il presidente della Commissione affari costituzionali ha sottoposto la questione alla Presidenza della Camera. l'innovazione procedurale è stata quindi attentamente valutata. Rileva quindi che la pronuncia che la Commissione bilancio è chiamata ad adottare non riguarda la quantificazione degli oneri derivanti dal funzionamento della istituenda Commissione d'inchiesta quanto l'opportunità di inserire un limite di spesa. A questo riguardo ribadisce di ritenere che la previsione di un limite debba essere valutata positivamente in quanto coerente con l'esigenza generale di un contenimento delle spese e di una gestione oculata della finanza pubblica.

Gian Luigi PEGOLO (RC-SE) constata che occorrerebbe appunto valutare se il limite di spesa indicato sia adeguato ad assicurare alla istituenda Commissione la possibilità di svolgere i suoi compiti istituzionali. Si chiede quindi di quali elementi di informazione e di valutazione possa disporre la Commissione bilancio per effettuare una valutazione al riguardo.

Giorgio LA MALFA (Misto) ritiene che sarebbe opportuno acquisire elementi di dettaglio in ordine alle spese di funzionamento delle Commissioni bicamerali delle precedenti legislature.

Gaspare GIUDICE (FI) condivide in linea di massima le osservazioni del collega Crisafulli, chiedendo di valutare se sia


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di competenza della Commissione esprimere il parere sul tetto di spesa indicato dal provvedimento, considerato che esso non incide direttamente sul bilancio dello Stato.

Lino DUILIO, presidente relatore, sottolinea che il parere richiesto non è riconducibile alla consueta attività di verifica della quantificazione e delle idoneità della copertura finanziaria di provvedimenti di spesa che incidono sul bilancio dello Stato, collocandosi invece in un diverso contesto procedimentale, che mira ad introdurre il principio secondo cui le spese di funzionamento di Commissioni di nuova istituzione debbano essere comunque soggette a un massimale predefinito, onde tutelare le pubbliche finanze. In tale contesto, la Commissione V bilancio è chiamata a esprimersi sul principio generale che si vuole così introdurre.

Francesco PIRO (Ulivo) apprezza i chiarimenti forniti dal presidente in ordine alla portata del parere che la Commissione è chiamata ad esprimere.

Maria LEDDI MAIOLA (Ulivo) esprime parere favorevole sulla proposta, poichè essa riguarda l'introduzione del principio generale che prevede un tetto di spesa per il funzionamento delle Commissioni di specie, non concernendo invece la quantificazione concreta di tale tetto in relazione al caso specifico, per il quale altrimenti non si avrebbero evidentemente elementi di valutazione.

Lino DUILIO, presidente relatore, formula indi la seguente proposta di parere:

«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
sul testo unificato elaborato dalla Commissione di merito,
rilevato che l'inserimento di un limite massimo di spesa per il funzionamento della Commissione d'inchiesta merita pieno apprezzamento in quanto riconducibile all'obiettivo di una prudente gestione della finanza pubblica mediante il contenimento delle spese,
esprime

PARERE FAVOREVOLE».

La Commissione approva la proposta di parere.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti.
Nuovo testo C. 17 e abb.
(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Lino DUILIO, presidente relatore, illustra il provvedimento sottolineando che analogamente alla proposta di legge precedentemente esaminata anche in questo caso la Commissione di merito ha ritenuto opportuno acquisire il parere della Commissione bilancio con riferimento all'inserimento, nel testo unificato delle proposte di legge volte a prevedere l'istituzione di una Commissione parlamentare d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse, un tetto massimo di spesa per il funzionamento della medesima Commissione. Al riguardo, si rinvia alle osservazioni formulate in merito all'Atto Camera n. 40 e abbinate.
Il tetto di spesa viene determinato, all'articolo 6, comma 6, del provvedimento, in 75.000 euro per l'anno 2006 e in euro 150.000 per ciascuno degli anni successivi. È peraltro stabilito che i Presidenti della Camera e del Senato possano autorizzare annualmente un incremento della spesa tuttavia entro il limite del 30 per cento a seguito di richiesta formulata dalla Commissione per motivate esigenze connesse allo svolgimento dell'inchiesta.
Sul provvedimento in esame formula la seguente proposta di parere:


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«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
sul nuovo testo del provvedimento elaborato dalla Commissione di merito,
rilevato che l'inserimento di un limite massimo di spesa per il funzionamento della Commissione d'inchiesta merita pieno apprezzamento in quanto riconducibile all'obiettivo di una prudente gestione della finanza pubblica mediante il contenimento delle spese;
esprime

PARERE FAVOREVOLE».

Alberto GIORGETTI (AN) conviene sull'inserimento di limite di spesa. Rileva peraltro che tale limite debba essere stabilito in una misura tale da assicurare adeguati margini di intervento alle Commissioni di inchiesta; ciò vale in particolare per la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali, in relazione all'ampiezza delle materie affidate alla sua competenza. Rileva poi che non è stato seguito un analogo criterio di contenimento delle spese allorché alla Camera si è consentita la costituzione di gruppi in deroga ai presupposti previsti dal Regolamento.

Lino DUILIO, presidente relatore, con riferimento alla considerazioni da ultimo svolto dall'onorevole Alberto Giorgetti, sottolinea che proprio in ragione dell'ampiezza delle competenze ad essa assegnate che ad essa verrebbero assegnate, il tetto di spesa indicato per la Commissione antimafia risulta inferiore a quello previsto per la Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e quella indicata per la Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia e sulle altre associazioni criminali sono non a caso differenti, considerata la diversità di funzione e di oneri della due Commissioni.

La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Decreto-legge 206/2006: Disposizioni urgenti in materia di IRAP e di canoni demaniali marittimi.
C. 1005 Governo.
(Parere alla VI Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Lino DUILIO, presidente e relatore, illustra il provvedimento rilevando che il disegno di legge reca la conversione del decreto-legge 7 giugno 2006, n. 206 recante disposizioni urgenti in materia di IRAP e dei canoni demaniali marittimi. Il provvedimento, pur non essendo corredato di relazione tecnica, contiene disposizioni suscettibili di determinare conseguenze di carattere finanziario. In particolare, mentre l'articolo 1 appare diretto a tutelare l'erario in relazione ai versamenti da effettuare in IRAP, l'articolo 2 dispone il differimento dal 15 dicembre 2005 al 30 settembre 2006 del termine per l'emanazione del decreto ministeriale di rivalutazione dei canoni per la concessione d'uso dei beni demaniali marittimi, previsto dall'articolo 32, comma 22, del DL n. 269/2003. A quest'ultimo riguardo ritiene necessario che il Governo fornisca elementi puntuali di informazione in ordine agli eventuali effetti di tale riferimento con particolare riferimento al gettito che si sarebbe dovuto acquisire in base alla normativa vigente.

Daniela GARNERO SANTANCHÈ (AN) rileva che appare grave il fatto che il primo provvedimento di iniziativa governativa sottoposto all'esame della Commissione risulta privo di relazione tecnica. Ricorda che nella scorsa legislatura la commissione abbia sempre sottolineato in modo unanime la necessità che gli atti governativi all'esame della Commissione, in quanto suscettibili da delineare effetti finanziari, fossero sempre corredati dalla relazione tecnica. Chiede pertanto di rinviare l'esame del provvedimento, in quanto la Commissione non dispone degli elementi


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necessari per procedere ad una accurata valutazione.

Ettore PERETTI (UDC) ricorda come la tradizione della Commissione bilancio sia di grande rigore nel richiedere che il Governo fornisca la relazione tecnica necessaria per valutare consapevolmente la quantificazione e gli effetti finanziari dei provvedimenti.

Andrea RICCI (RC-SE) sottolinea l'urgenza sottostante le disposizioni contenute in entrambi gli articoli del decreto-legge che si esamina ai fini della conversione. Auspica nel contempo che, in materia di canoni demaniali, la proroga contenuta nella disposizione in esame sia l'ultima, pur ritenendo comunque opportuna la previsione di un meccanismo che limiti un aumento eccessivo degli oneri in capo alla categoria di esercenti toccata dal provvedimento nonché idonee forme di rateizzazione per il versamento dei canoni per gli anni precedenti.

Il sottosegretario Mario LETTIERI ringrazia il presidente e ricambia gli auguri di buon lavoro a tutti i membri della Commissione porge il suo saluto ai componenti della Commissione e in particolare all'onorevole La Malfa di cui ricorda i lavori condotti insieme nella scorsa legislatura in sede di Commissione VI Finanze. Con riguardo al provvedimento in esame, ricorda che la problematica relativa all'IRAP costituisce una vexata quaestio, concordando sulla necessità della relazione tecnica a corredo di provvedimenti governativi. Nel merito ricorda che la disposizione contenuta nel decreto-legge vale in sostanza a impedire il mancato versamento dell'imposta dovuta.
Per quanto concerne l'articolo 2, nel consegnare una documentazione (vedi allegato), sottolinea che prudenzialmente, il maggior gettito atteso per l'anno 2005 con riferimento al previsto incremento dei canoni demaniali non è stato considerato nelle stime delle relative entrate, mentre per l'anno in corso, per lo stato di previsione in entrata è scritta, nel capitolo 2612, un gettito pari a 210 milioni di euro, di cui 140 attribuiti alla normativa cui si è fatto riferimento è 70 come gettito a regime dei proventi dei beni del demanio marittimo.

Lino DUILIO, presidente, nel richiamare il rappresentante del Governo alla necessità che i provvedimenti dell'Esecutivo siano corredati di relazione tecnica, come prescritto dalla vigente disciplina contabile, formula quindi la seguente proposta di parere:

«La V Commissione Bilancio Tesoro e programmazione,
sul testo del provvedimento,
preso atto dei chiarimenti del Governo per cui, nell'esercizio finanziario 2005, non sono stati scontati effetti di gettito in relazione alle disposizioni di cui all'articolo 32, comma 22, del decreto-legge n. 269 del 2003, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 326 del 2003, e che il differimento al 30 settembre 2006 del termine per l'adozione del decreto ministeriale, di cui all'articolo 2 del decreto-legge in esame, non pregiudica l'effettiva riscossione degli importi iscritti nelle previsioni di gettito per l'anno 2006;
esprime

NULLA OSTA».

La Commissione approva la proposta di parere.

Decreto-legge 210/2006: Disposizioni finanziarie urgenti in materia di pubblica istruzione.
C. 1092 Governo.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Maria LEDDI MAIOLA (Ulivo), relatore, illustrando il contenuto del provvedimento,


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espone che il disegno di legge in esame dispone la conversione in legge del decreto-legge 12 giugno 2006, n. 210, recante disposizioni finanziarie urgenti in materia di pubblica istruzione. L'articolo 1, in particolare, dispone che il limite di spesa di 40,24 milioni di euro - di cui all'articolo 22, comma 7, della legge finanziaria 2002 - venga elevato, per l'anno 2006, di 63 milioni di euro (comma 1). La copertura del relativo onere è posta a valere sulla riduzione dell'autorizzazione di spesa, per l'anno 2006, disposta dalla legge finanziaria 2004 e relativa all'attuazione del piano programmatico concernente la riforma dei cicli scolastici (comma 2). Il provvedimento è corredato di relazione tecnica verificata dalla Ragioneria Generale dello Stato. A questo riguardo ritiene che il Governo debba chiarire se l'utilizzo dei risorse preordinate ad altre finalità possa pregiudicare il raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa vigente e se la quantificazione degli oneri derivanti dal provvedimento sia già suffragata da dati oggettivi. Occorre inoltre che il Governo chiarisca per quale motivo l'onere e circoscritta al solo 2006.

Il sottosegretario Mario LETTIERI, precisa che il provvedimento è stato regolarmente «bollinato» dalla Ragioneria generale dello Stato e che la quantificazione degli oneri derivanti dallo stesso si basa su una attenta attività di monitoraggio effettuata dal Ministero competente. Rileva quindi che la limitazione al solo esercizio in corso è presumibilmente riconducibile alle intenzioni di un ripensamento dell'attuale assetto della disciplina del settore, nell'ambito del quale troverà collocazione anche la questione affrontata dal provvedimento in esame.

Maria LEDDI MAIOLA (Ulivo), relatore, formula indi la seguente proposta di parere:

«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
sul testo del provvedimento:
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo per cui:
la quantificazione degli oneri derivanti dallo stesso è fondata su elementi di informazione forniti dal Ministero competente;
la limitazione dell'ambito di applicazione del provvedimento all'anno in corso è da attribuirsi alla eventuale adozione di successivi provvedimenti volti a modificare la disciplina del comparto;
esprime

NULLA OSTA».

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 16.20.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 14 giugno 2006. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Massimo Tononi.

La seduta comincia alle 16.20.

Relazione concernente l'individuazione della destinazione delle disponibilità del Fondo per i trasferimenti correnti alle imprese del Ministero dell'economia e delle finanze.
Atto n. 5.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del regolamento).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Massimo VANNUCCI (Ulivo), relatore, ricorda che la relazione in esame è stata trasmessa alla Commissione bilancio in attuazione dell'articolo 1, commi 15 e 16, della legge finanziaria per il 2006. Il comma 15 ha infatti previsto l'istituzione, a decorrere dal 2006, negli stati di previsione di ciascun ministero, di appositi


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Fondi in cui sono confluite le dotazioni finanziarie delle unità previsionali di base relative a trasferimenti correnti alle imprese. Le unità previsionali di base e le dotazioni di bilancio che sono confluite in ciascun Fondo sono indicate nell'elenco 3 allegato alla legge finanziaria stessa. Non confluiscono comunque nei fondi le risorse relative a contributi in conto interessi, gli stanziamenti determinati in Tabella C, le somme classificate come spese obbligatorie. Ricorda peraltro che il citato elenco ha contestualmente operato una riduzione della dotazione finanziaria di ciascuna unità previsionale di base relativa a trasferimenti correnti ad imprese, destinata a confluire nei Fondi unici, rispetto alla dotazione indicata nel disegno di legge di bilancio presentato a settembre 2005. Le riduzioni hanno riguardato solo alcuni Ministeri, tra cui quello dell'economia e delle finanze, con una incidenza percentuale del 29,5 per cento su tutte le unità previsionali di base interessate. Annualmente i ministri competenti sono tenuti a presentare al Parlamento, una relazione, nella quale viene individuata la destinazione delle disponibilità di ciascun fondo, nell'ambito delle autorizzazioni di spesa e delle tipologie di interventi in esso confluiti. Il Fondo istituito nello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze è dotato di 1.983 milioni di euro. Tale fondo è destinato a erogazioni statali in conto esercizio a favore di società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze (ANAS, Coni Servizi, Ferrovie dello Stato e Poste Italiane), nonché dei distretti industriali della nautica da diporto per il sostegno alla propria attività. Come segnalato nella relazione, gli importi assegnati a favore delle imprese indicate «sono quantificati sulla base della vigente normativa in materia nonché dei contratti di programma e di servizio in essere con le società partecipate dal Ministero dell'economia e delle finanze e tenendo conto delle sopravvenute disposizioni di leggi (legge finanziaria per il 2005 e per il 2006) che hanno apportato limitazioni per impegni di spesa nell'ambito del processo di aggiustamento dei conti pubblici». Rispetto all'elenco 3 della legge finanziaria, non risultano variazioni degli stanziamenti relativi a Ferrovie dello Stato, ad ANAS ed ai contributi ai distretti industriali per la nautica da diporto e a Coni Servizi Spa. Secondo la relazione del Governo, gli stanziamenti relativi a Ferrovie dello Stato Spa risultano inferiori a quelli risultanti dal contratto di programma e di servizio in essere con la Società e agli stanziamenti disposti nell'ambito dei capitoli medesimi dalle precedenti leggi di spesa, a causa delle riduzioni apportate dalle leggi finanziarie per il 2005 ed il 2006. Anche le somme da assegnare ad ANAS spa (282 milioni di euro) dovrebbero risultare inferiori rispetto a quelle da corrispondere all'ANAS sulla base del contratto di programma (che la relazione indica in 400 milioni di euro). Coglie quest'occasione per richiamare l'attenzione sul problema più generale della sostenibilità dei tagli operati dalla legge finanziaria per il 2006 agli stanziamenti in favore di Ferrovie dello Stato spa e di Anas spa. Il documento sulla due diligence si sofferma sui rischi derivanti da tali riduzioni, che riguardano non solo i trasferimenti correnti oggetto della relazione in esame ma anche - ed in maniera significativa - gli apporti al capitale. I rischi riguardano il blocco di iniziative di investimento già attivate o in via di attivazione, il mantenimento dell'occupazione (75.000 posti di lavoro), la qualità del servizio ed anche la possibilità di una riclassificazione da parte degli organi europei di Ferrovie dello Stato o di imprese del gruppo all'interno del perimetro della pubblica amministrazione, con riflessi di tutto rilievo sull'indebitamento netto e sullo stock di debito. Chiede pertanto se il rappresentante del Governo non possa in quest'occasione fornire maggiori informazioni circa le iniziative che si intendono adottare per scongiurare i suddetti rischi e sugli oneri derivanti dalle medesime. Con riferimento alle somme da corrispondere a Poste italiane Spa, sembra esserci invece una rimodulazione delle relative risorse tra i differenti capitoli di spesa. Chiede peraltro una conferma al


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Governo circa il fatto che la nuova ripartizione delle risorse tra le diverse unità previsionali di base non produca effetti sull'attuazione del contratto di programma stipulato con Poste italiane spa. Le somme residue sul capitolo 1850 della U.P.B. 3.1.2.43 - relativo genericamente a contratti di programma e ad incentivi alle imprese - pari a 45,8 milioni di euro, dovrebbero invece integralmente riferirsi a contributi da assegnare all'ENAV. Secondo la relazione l'onere a carico dello Stato per detti contributi sarebbe pari a 65 milioni di euro: l'importo di 45,825 milioni di euro deriva dall'applicazione della decurtazione disposta dalla legge finanziaria 2006. Rileva peraltro che l'elenco 3 allegato alla legge finanziaria per il 2006 non prevede la riduzione di autorizzazioni di spesa relative all'ENAV; chiedo pertanto un chiarimento circa la disposizione della legge finanziaria che ha dato origine a tale riduzione. Chiede inoltre se la ripartizione oggetto della relazione comporti un assegnazione all'ENAV di risorse derivanti da un'autorizzazione di spesa in favore di Poste italiane Spa. In quest'ipotesi infatti si verificherebbe un contrasto con la disposizione dell'articolo 1, comma 16, della legge finanziaria per il 2006 che prevede che la destinazione delle disponibilità di ciascun fondo avvenga nell'ambito delle autorizzazioni di spesa e delle tipologie di interventi in esso confluiti. Rileva, infine, che tra gli stanziamenti oggetto di riduzione figura anche il rimborso delle spese sostenute da Poste italiane Spa in relazione alle agevolazioni concesse in favore delle imprese editrici e organizzazioni non profit, che era stato inserito tra le «eccedenze di spesa» di carattere permanente dalla legge finanziaria per il 2005. Anche in tal caso chiede un chiarimento circa le motivazioni che hanno indotto dapprima ad inserire questa voce tra le «eccedenze di spesa» e successivamente a procedere alla riduzione della medesima.

Lino DUILIO, presidente, ringrazia il relatore e chiede al Governo, rappresentato dal sottosegretario Massimo Tononi cui porge gli auguri di buon lavoro nell'espletamento delle nuove funzioni, gli opportuni chiarimenti.

Il sottosegretario Massimo TONONI, relativamente ad ANAS S.p.A., conferma che l'importo di 282 milioni di euro risulta inferiore rispetto all'importo richiesto dalla Società in occasione della predisposizione del disegno di legge di bilancio 2006, per la prestazione di servizi allo Stato (manutenzione e gestione della rete stradale ed autostradale di interesse nazionale), come segnalato nella Relazione.
Per ciò che concerne la questione della sostenibilità dei tagli operati dalla Legge finanziaria 2006 a carico di Anas e Ferrovie dello Stato per gli interventi infrastrutturali, fa presente ai sensi della medesima Legge finanziaria 2006 i pagamenti di Anas per investimenti non potranno superare nel 2006 l'importo di 1.913 milioni di euro. Conseguentemente, è necessario una modifica normativa nel caso in cui si decida di corrispondere maggiori risorse finanziarie a tale titolo.
Relativamente a Ferrovie dello Stato, informa che a metà maggio 2006 sono stati corrisposti 315 milioni di euro per investimenti sulla rete tradizionale, mentre per la prosecuzione degli interventi relativi all'Alta Velocità/Alta Capacità, la Legge finanziaria 2006 prevede all'articolo 1, comma 84, il riconoscimento di limiti di impegno annui quindicennali pari a 85 milioni di euro a decorrere dal 2006 e di ulteriori 100 milioni di euro a partire dal 2007. Al momento, sono allo studio alcune ipotesi volte a minimizzare l'impatto di tali contributi sui saldi di finanza pubblica.
In relazione alle spettanze di Poste Italiane fa presente che nell'ambito dell'unità previsionale di base n. 3.1.2.4 dello Stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze risulta allocata una quota parte delle somme complessive da corrispondere alla Società. A titolo di esempio, segnala che nell'ambito della predetta unità previsionale di base risultano appostate 141 milioni di euro a titolo di contributo statale per obblighi di servizio universale nel settore dei recapiti postali, mentre nell'ambito dell'unità previsionale


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di base n. 3.1.2.43 dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze risulta appostata, sempre a tale titolo, la rimanente quota di 142.762.500 euro. L'importo complessivo riconosciuto dalla Legge finanziaria 2006 a Poste Italiane per l'espletamento del citato servizio nel medesimo esercizio 2006, ammonta dunque a 283.762.500 euro. Viceversa, l'importo previsto dal Contratto di programma ammonta, per il 2006, a 395.058.000 euro (-111.295.500 euro, derivante dalla differenza tra 395.058.000 euro e 283.762.500 euro).
Per le agevolazioni tariffarie per le consultazioni elettorali, l'importo previsto dalla relazione in parola ammonta a circa 24 milioni di euro, a fronte dell'importo di circa 80 milioni di euro chiesti da Poste Italiane a tale titolo nel 2006 per le consultazioni elettorali politiche ed amministrative del corrente esercizio. Fa presente che sulla base del Contratto di programma in essere con Poste Italiane, dall'espletamento dei servizi in parola non devono derivare oneri a carico della Società. Conseguentemente, in sede del disegno di legge di assestamento al bilancio dello Stato 2006, è stata avanzata richiesta dalla Società di riconoscere l'integrazione di circa 56 milioni di euro (80 milioni di euro - 24 milioni di euro).
L'importo di 45.825.000 euro pertiene all'ENAV S.p.A., come riportato nella citata Relazione.
In proposito, segnala che l'importo di 65 milioni di euro veniva riconosciuto all'ENAV dalla Legge di bilancio 2005 nell'ambito del Fondo Contratti di programma, di cui al capitolo n. 1850 dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze, e successivamente assegnato con Decreto Ministeriale al pertinente capitolo di bilancio dell'ENAV n. 1890, sempre dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze.
Conseguentemente, applicando al citato importo di 65 milioni di euro la decurtazione del 29,5 per cento, si ottiene l'importo pari a 45.825.000 euro, riconosciuto nell'ambito dell'unità previsionale di base n. 3.1.2.43 del capitolo n. 1850 dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e delle Finanze (anche la Legge finanziaria 2006 ha riconosciuto le spettanze a favore dell'ENAV nell'ambito del citata unità previsionale di base n. 3.1.2.43). Dopodiché, con successivo Decreto Ministeriale di variazione, l'importo in parola sarà attribuito all'apposito capitolo di pertinenza dell'ENAV n. 1890.
Pertanto, conferma che l'importo proposto a favore dell'ENAV non afferisce a compensazioni di autorizzazione di spesa in favore di Poste Italiane.
Infine, il rimborso a Poste Italiane di una quota parte pari a 5 milioni di euro del credito per agevolazioni tariffarie attinente ad esercizi pregressi deriva dalle disposizioni del Contratto di programma, secondo cui anche dall'espletamento dei servizi in parola non devono derivare oneri a carico della Società. Il riconoscimento di tale importo eviterebbe, peraltro, la svalutazione del credito nei confronti dello Stato a favore di Poste Italiane.

Lino DUILIO, presidente ringrazia il sottosegretario dei chiarimenti e chiede se vi siano osservazioni da parte dei commissari.

Giorgio LA MALFA (Misto) ritiene opportuno chiarire in che misura siano effettivamente necessari i trasferimenti in discorso alle imprese destinatarie, considerando, fra l'altro, che Poste Italiane Spa ha annunciato corresponsione di un congruo dividendo annuale anche a favore dello Stato quale principale azionista. Al riguardo, si chiede se abbia senso erogare contributi statali a favore di un'azienda che, successivamente, provvede a versare un dividendo allo stesso Stato. Se, pertanto, i trasferimenti si palesano probabilmente indispensabili per le Ferrovie dello Stato, ci si chiede se siano parimenti indispensabili per Poste Spa, concludendo che occorrerebbe un lasso di tempo maggiore per avere ulteriori informazioni e un quadro di valutazione più completo.

Il sottosegretario Massimo TONONI rileva che, nell'ambito del positivo risultato


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operativo del bilancio di Poste Italiane Spa, deve tuttavia distinguersi da un lato il servizio postale, che non appare redditizio, dall'altro lato il servizio di Banco Posta, che si è dimostrato invece particolarmente redditizio, bilanciandosi pertanto i due aspetti a livello di utile economico. I trasferimenti in discorso, in particolare, rappresentano corrispettivi di contratti per servizi forniti da Poste Italiane Spa allo Stato, che provvede quindi a pagarli come farebbe qualunque terzo creditore. Rileva infine che l'operata riduzione dei trasferimenti potrebbe non rendere sostenibile, in particolare, la situazione economica delle Ferrovie dello Stato e dell'ANAS.

Lino DUILIO, presidente, ringraziando per i chiarimenti il sottosegretario ribadisce la necessità di un rapporto con il Governo improntato a correttezza e suffragato da elementi tecnici che possano consentire un'utile valutazione in sede parlamentare. Rinvia quindi ad altra seduta il seguito dell'esame del provvedimento e la convocazione dell'Ufficio di Presidenza.

La seduta termina alle 16.40.