XI Commissione - Mercoledì 5 luglio 2006


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ALLEGATO 1

Legge comunitaria 2006 (C. 1042 Governo).

RELAZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

La XI Commissione (Lavoro pubblico e privato),
esaminato il disegno di legge n. 1042 (legge comunitaria per il 2006);
valutato positivamente il recepimento, nell'ordinamento nazionale, della Direttiva 2004/37/CE recante Protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da un'esposizione ad agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro e della Direttiva 2005/47/CE recante Accordo tra la Comunità delle ferrovie europee (CER) e la Federazione europea dei lavoratori dei trasporti (ETF) su taluni aspetti delle condizioni di lavoro dei lavoratori mobili;
considerato che, con riferimento all'applicazione di tali atti comunitari, l'articolo 7 individua i princìpi fondamentali che le regioni e province autonome sono chiamate a rispettare nell'esercizio della propria competenza normativa, al fine di garantire uniformità a livello nazionale delle disposizioni di tutela della sicurezza del lavoro, con particolare riguardo all'esercizio dei poteri sanzionatori, e di consentire alle regioni e province autonome di introdurre limiti e prescrizioni ulteriori rispetto a quelli fissati dallo Stato;
rilevato che la disciplina della sicurezza del lavoro, in quanto diretta espressione di diritti fondamentali della persona, garantiti dalla Costituzione, richiede nei suoi tratti essenziali un'applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale, onde evitare il rischio di una eccessiva differenziazione sulla materia;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

sul disegno di legge n. 1042.


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ALLEGATO 2

Legge comunitaria 2006 (C. 1042 Governo).

PROPOSTA DI RELAZIONE ALTERNATIVA

La XI Commissione (Lavoro pubblico e privato),
esaminato il disegno di legge n. 1042 (legge comunitaria per il 2006);
considerato che il parziale trasferimento di funzioni legislative dallo Stato alle Regioni, in materia di tutela e soprattutto di sicurezza del lavoro, attuato dalla riforma costituzionale del 2001 (che all'articolo 117 del testo vigente attribuisce alle regioni potestà legislativa concorrente), ha sollevato notevoli perplessità, anche perché si pone in contrasto con l'esigenza di una garanzia uniforme sull'intero territorio nazionale per un bene di primaria importanza quale la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro;
premesso pertanto che appare necessario ricondurre alla competenza esclusiva dello Stato la materia della tutela e sicurezza del lavoro;
ritenuto che l'articolo 7, comma 1, del disegno di legge in esame, che individua i principi fondamentali che devono essere rispettati dalle Regioni nell'attuazione, per quanto di competenza, delle direttive comunitarie riportate negli allegati allo stesso disegno di legge in materia di «tutela e sicurezza del lavoro», appare per un verso tautologico relativamente alla lettera a) e suscita notevoli perplessità nella parte in cui, alla lettera b), attribuisce alle Regioni la possibilità di introdurre una propria disciplina più rigida di quella statale;
considerato che la vigenza di differenti normative in materia di sicurezza sul lavoro a seconda della Regione dove operano le imprese, potrebbe determinare distorsioni della concorrenza e aggravi di costi organizzativi per le imprese che operano in più territori regionali;
ritenuto inoltre che in materie quali la tutela e sicurezza del lavoro sia opportuno consultare le parti sociali e le categorie interessate;

DELIBERA DI RIFERIRE FAVOREVOLMENTE

con la seguente osservazione:
all'articolo 7, comma 1, del disegno di legge in esame, si valuti l'opportunità di introdurre modifiche ai citati principi fondamentali in materia di tutela e sicurezza del lavoro in modo da garantire, per quanto possibile nell'ambito dell'attuale quadro costituzionale, una uniformità di disciplina sull'intero territorio nazionale riducendo il rischio di discipline differenziate a livello regionale.
On. Lo Presti


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ALLEGATO 3

Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea, relativa all'anno 2005 (doc. LXXXVII, n.1).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XI Commissione (Lavoro pubblico e privato),
esaminata la Relazione sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea nel 2005 (Doc. LXXXVII, n. 1);
valutata la criticità dell'attuale fase del processo di integrazione europea, in relazione ai processi di ratifica della del Trattato che istituisce una Costituzione per l'Europa;
evidenziato come, in tale ambito, rivesta un'importanza cruciale la rimessa in moto di crescita economica ed occupazione, che può creare le condizioni indispensabili di fiducia nei cittadini europei per far ripartire il processo di integrazione;
considerato come la Relazione richiami l'attenzione sui cambiamenti demografici che investono i paesi europei e che, con il progressivo invecchiamento della popolazione, incidono sui meccanismi di produzione del reddito, sollecitando l'individuazione di obiettivi comuni e di campi di intervento a livello comunitario che possano supportare i governi nazionali nella definizione di piani e programmi di azioni, in materia di nuove misure di contrasto alla denatalità, di rafforzamento della coesione sociale e prolungamento della vita attiva e dell'inclusione sociale;
condivisa l'opportunità, quanto al Fondo sociale europeo, che la programmazione dei Fondi strutturali sia maggiormente ancorata alla Strategia di Lisbona rinnovata e, in particolare, agli Orientamenti Integrati per la Crescita e l'Occupazione contenenti, da un lato, gli indirizzi di massima per le politiche economiche e, dall'altro, gli orientamenti per l'occupazione;
sottolineata l'esigenza di politiche coordinate in ambito europeo finalizzate a: un adeguato mix di interventi tra flessibilità e sicurezza mediante azioni contro la disoccupazione di lungo periodo e giovanile; regolazione del mercato del lavoro e dei sistemi pensionistici; realizzazione di nuovi modelli di organizzazione del lavoro, di emersione del sommerso, di incremento della partecipazione al mercato del lavoro; definizione di politiche di sviluppo del capitale umano mediante interventi di istruzione e formazione professionale, di strategia effettiva di lifelong learning in termini di accessibilità e di acquisizione di competenze in vista della mobilità della forza lavoro nell'ambito di un quadro comune di qualifiche; servizi per aumentare la partecipazione delle donne al mercato del lavoro; servizi per l'impiego e per l'incontro domanda-offerta; analisi dei fabbisogni occupazionali e di competenze delle imprese; adozione da parte delle imprese di modelli organizzativi capaci di fare fronte a crisi occupazionali della propria forza lavoro; specifici target per gruppi a rischio ed immigrati;
esprime

PARERE FAVOREVOLE