XII Commissione - Giovedì 13 luglio 2006


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ALLEGATO 1

Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali (C. 1288).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XII Commissione,
esaminato, per le parti di competenza, il disegno di legge C. 1288 recante «Disposizioni per la partecipazione italiana alle missioni internazionali»;
ritenuto indispensabile il proseguimento dello studio epidemiologico di cui all'articolo 2, comma 36;
considerato, altresì, necessario evitare che la spesa per il finanziamento delle missioni gravi anche sugli accantonamenti relativi al Ministero del lavoro e delle politiche sociali
esprime:

PARERE FAVOREVOLE.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00087 Zanotti e Trupia: Iniziative per l'attivazione del servizio civile volontario.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'Onorevole Zanotti con l'atto posto oggi in discussione tocca una questione importante che consente di approfondire un tema rilevante e di chiarire alcuni aspetti poiché contiene alcune imprecisioni «....si sta registrando una preoccupante e drastica riduzione del numero dei volontari in servizio civile, quale inevitabile conseguenza del venir meno dell'obbligatorietà della leva».
È sbagliato affermare che diminuisce il numero dei volontari in servizio civile ed è contraddittorio affermare che la diminuzione è legata alla leva.
Il numero dei volontari in servizio civile non ha mai cessato di crescere da quando è stata approvata la legge istitutiva del servizio civile volontario nel 2001 (legge 64).
Anzi, è cresciuto in maniera esponenziale passando da 22 mila nel 2003 a 32 mila nel 2004 fino a circa 45 mila nel 2005 e 2006. Nel 2006, addirittura, oltre ai 45 mila già finanziati, saremo in grado di far fronte alla crescente domanda grazie a un'integrazione di 30 milioni di euro sulla dotazione del Fondo nazionale per il servizio civile.
È contraddittoria la consequenzialità tra la supposta diminuzione dei volontari e la sospensione della leva obbligatoria, in quanto gli obiettori di coscienza che entravano in servizio civile non erano volontari. Forse l'interrogante voleva dire che, a causa della sospensione dell'obbligo, il numero dei giovani in servizio civile è diminuito, il che è un evidente dato di fatto.
La legge 64 del 2001 è stata l'ultima legge approvata nella penultima legislatura, su proposta del governo di centro sinistra.
È stata pensata come strumento per consentire al nostro Paese di non interrompere l'esperienza del servizio civile con il venir meno dell'obbligo di leva e la conseguente scomparsa dei giovani che si dichiaravano obiettori di coscienza, e non come risposta «soddisfacente ai crescenti bisogni dei giovani, della società e del territorio».
Anzi, il valore della legge 64 sta soprattutto nell'aver riproposto, in assenza dell'obbligo di leva, una modalità non militare di difendere la Patria, riconfermando il significato profondo del servizio civile inteso come valore costituzionale.
Il significato profondo del servizio civile sta proprio nell'imparare facendo, ma si tratta di chiarire cosa si impara facendo: non certo un mestiere, anche se sovente il servizio civile consente di far crescere la professionalità dei giovani, non certo un supplemento generico di formazione, anche se certamente l'anno di servizio civile è formativo ed educativo.
Ciò che si deve poter imparare facendo il servizio civile è imparare a fare i cittadini, ad essere cittadini, ad esercitare la dimensione attiva della cittadinanza, che si traduce nel difendere la Patria difendendo la coesione sociale, la solidarietà


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estesa a tutti e soprattutto ai più svantaggiati, difendendo il patrimonio di tutti, sia esso ambientale, paesaggistico o monumentale, con azioni volte a favorire un senso di responsabile proprietà collettiva, di rispetto, di conservazione verso i beni della comunità.
Queste precisazioni sono estremamente importanti perché sarebbe fatale al servizio civile essere considerato cosa di minore spessore e significato di quello che ha: non politica giovanile quindi, non politica sociale, non intervento settoriale perché opera in questo o quel campo delle competenze pubbliche, non politica dell'occupazione - guai se il servizio civile diventasse una brutta riedizione dei lavori socialmente utili - e neppure politica del volontariato, ma in tutto e per tutto politica della cittadinanza, politica della responsabilità collettiva nel trasmettere alle giovani generazioni i valori e la pratica dei valori costituzionali di difesa della Patria e di solidarietà sociale.
Che poi una politica di questa dignità e di questo significato abbia ricadute positive sui giovani, sulla società e sul territorio ove il servizio civile si svolge, è una logica conseguenza dell'efficacia dei principi costituzionali, che quando sono applicati e vissuti, dimostrano nella pratica della vita quotidiana e non nella retorica dei discorsi d'occasione l'inalterata incisività di quanto i Costituenti definirono nella prima parte della Carta, nella quale gli italiani si riconoscono, come ha dimostrato anche, pochi giorni fa, l'esito del referendum popolare.
Abbiamo già aggiunto 30 milioni di euro al bilancio del Fondo per il servizio civile, con uno dei primi atti di questo Governo, per consentire che già quest'anno partano più volontari di quelli resi possibili dalla dimensione del Fondo ereditata dal precedente Governo.
Mi pare importante sottolineare, a questo proposito, che lo sforzo del Governo nel reperire immediatamente risorse fresche per continuare a far crescere l'esperienza del servizio civile costituisce un concreto atto di rispetto della generosità e dell'interesse dei giovani verso questa forma di impegno.
Con la legge finanziaria si stabilirà il contingente per il prossimo anno, che non sarà certo inferiore a quello di quest'anno, con uno sforzo evidente viste le condizioni disastrose del bilancio dello Stato che abbiamo ereditato.
Se da un lato dovremo farci carico di assicurare al servizio civile risorse adeguate, mi preme indicare con chiarezza che l'impegno maggiore del Governo andrà nella direzione di sostenere in modo adeguato la legge 64, depurandola degli aspetti strumentali e dalle finalità improprie.
Si tratterà invece di mettere in campo tutte le misure necessarie a valorizzare il servizio civile nella sua specificità di unico strumento di vera 'educazione civica" dei ragazzi e delle ragazze del nostro Paese, di unico strumento di intervento sulla costruzione della coscienza civile delle giovani generazioni, sulla diffusione di una culura vissuta e sperimentata della partecipazione dei giovani alla vita delle comunità locali e della comunità nazionale, sulla crescita della dimensione della cittadinanza che è bagaglio indispensabile della cultura di tutti i cittadini di un Paese civile.
Sono concreti impegni del governo:
aumentare le risorse finanziarie necessarie alla ulteriore crescita del numero dei volontari in servizio civile; questo impegno è già stato confermato dai fatti visto che il decreto cosiddetto «Bersani» prevede all'articolo 18 una integrazione della dotazione del Fondo nazionale per il servizio civile di 30 milioni di euro per l'anno 2006;
affinare i criteri di valutazione dei progetti;
dare coerenza al nuovo sistema che a partire dal prossimo anno coinvolgerà nella gestione del servizio civile le regioni e le province;


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dare maggiore attenzione all'aspetto formativo (confronta le linee guida appena approvate);
istituire un sistema di monitoraggio;
rafforzare l'attività ispettiva.
In questo contesto, e con queste finalità, il Governo metterà mano a tutti gli strumenti disponibili, ivi compresa se necessario la revisione della legge, per valorizzare al massimo questi aspetti dell'esperienza del servizio civile, che non corre alcun rischio di essere ridimensionata o pregiudicata da un'attenzione del Governo che si è espressa fin dall'inizio e continuerà senza interruzioni e distrazioni.