XI Commissione - Resoconto di marted́ 18 luglio 2006


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 18 luglio 2006. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI.

La seduta comincia alle 10.30.

Gianni PAGLIARINI, presidente, propone un'inversione dell'ordine del giorno nel senso di passare subito all'esame degli emendamenti presentati al disegno di legge comunitaria in sede di Commissione Politiche dell'Unione europea.

La Commissione concorda.

Legge comunitaria 2006.
C. 1042 Governo.

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame e conclusione - Parere su emendamenti).

La Commissione inizia l'esame.

Gianni PAGLIARINI, presidente, avverte che la Commissione è convocata per l'esame in sede consultiva degli emendamenti al disegno di legge comunitaria 2006 presentati presso la XIV Commissione e riguardanti materie di competenza della Commissione.
Ricorda che gli emendamenti sui quali la Commissione esprimerà parere favorevole potranno essere respinti dalla XIV Commissione solo per motivi attinenti alla compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale. In riferimento agli emendamenti sui quali, invece, la Commissione esprimerà un parere favorevole condizionato, la XIV Commissione dovrà recepire le condizioni indicate nel parere, attraverso opportune riformulazioni dei medesimi emendamenti. Ancora una volta, questi ultimi potranno essere respinti dalla XIV Commissione solo per motivi attinenti alla compatibilità con la normativa comunitaria o per esigenze di coordinamento generale.
La XIV Commissione non procederà invece all'esame degli emendamenti sui quali la Commissione esprimerà parere


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contrario, ovvero non esprimerà alcun parere; in tale ipotesi infatti non vi sarebbe una pronuncia della competente Commissione di settore tale da comportare l'assunzione degli emendamenti in questione.
Ricorda infine che la Commissione dovrà trasmettere alla XIV Commissione il parere sugli emendamenti entro la giornata odierna.
Invita quindi il relatore a formulare una proposta di parere sui quattro emendamenti trasmessi dalla Commissione Politiche dell'unione europea.

Enrico FARINONE (Ulivo), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 1.27 del relatore, volto ad espungere dall'allegato A la direttiva 2004/37/CE, di codificazione della direttiva 90/394/CEE, che prescrive le misure da adottare ai fini del miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori contro i rischi derivanti dall'esposizione agli agenti cancerogeni o mutageni durante il lavoro. La soppressione è giustificata dal fatto che il quadro normativo nazionale appare già sostanzialmente adeguato alle prescrizioni della direttiva 2004/37/CE, che, come detto, procede alla mera codificazione della direttiva 90/CE/CEE così come modificata dalle successive direttive su citate. Nell'ordinamento nazionale, infatti, la disciplina comunitaria in materia di protezione dei lavoratori contro i rischi derivanti da esposizione ad agenti cancerogeni durante il lavoro (direttiva 90/394/CEE) era stata recepita già con il Titolo VII del decreto legislativo n. 626 del 1994. In seguito, la disciplina in questione è stata modificata con il decreto legislativo 25 febbraio 2000, n. 66, emanato in attuazione delle direttive 97/42/CE e 1999/38/CE che modificano la direttiva 90/394/CEE. Il decreto legislativo n. 66 del 2000 ha quindi provveduto a sostituire o modificare le disposizioni del Titolo VII (articoli 60-72) del decreto legislativo n. 626 del 1994 riguardante le misure protettive da applicare a tutte le attività nelle quali i lavoratori sono o possono essere esposti ad agenti cancerogeni o mutageni in conseguenza dell'attività lavorativa svolta, nonché ad adeguare le indicazioni dell'Allegato VIII (recante l'elenco di sostanze, preparati e processi nocivi) e dell'Allegato VIII-bis (recante i valori limite di esposizione professionale).
Esprime inoltre parere favorevole sull'emendamento 1.19 del Governo, volto ad introdurre nell'allegato B del disegno di legge comunitaria per il 2006 la direttiva 2006/25/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 5 aprile 2006, recante le prescrizioni minime di sicurezza e di salute relative all'esposizione dei lavoratori ai rischi derivanti dagli agenti fisici (radiazioni ottiche artificiali). La direttiva 2006/25/CE è la diciannovesima direttiva particolare emanata ai sensi dell'articolo 16, paragrafo 1, della direttiva n. 89/391/CEE, direttiva del Consiglio del 12 giugno 1989, concernente l'attuazione di misure volte a promuovere il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro (cosiddetta direttiva madre).
Esprime quindi parere contrario sull'emendamento 1.15 Falomi, volto ad introdurre all'allegato B le direttive 96/97/CE e 2001/23/CE. La direttiva 96/97/CE del Consiglio del 20 dicembre 1996 modifica la direttiva 86/378/CEE relativa all'attuazione del principio della parità di trattamento tra gli uomini e le donne nei regimi professionali di sicurezza sociale ed il suo recepimento è stato previsto, da ultimo, dalla legge comunitaria per il 2001 (L. 422/2000). Non risulta, tuttavia, che sia stata data attuazione a tale previsione, tenuto conto che l'ordinamento italiano sembrerebbe già conforme alle prescrizioni della direttiva. Va osservato infatti che nell'ordinamento previdenziale italiano, sia nel regime obbligatorio che nelle sue forme esclusive e sostitutive - ai cui principi i fondi complementari presumibilmente si atterranno - non è dato rilevare elementi di differenziazione tra uomini e donne, che non riguardino il limite di età per il conseguimento del pensionamento di vecchiaia.


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La direttiva 2001/23/CE è invece relativa al mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di trasferimenti di imprese, di stabilimenti o di parti di imprese o di stabilimenti. Il recepimento della direttiva, pur essendo stato previsto dalla legge comunitaria 2001 (L. n. 39/2002) non è necessario poiché di mera codificazione. L'ordinamento interno è infatti già sostanzialmente conforme al quadro comunitario; da ultimo, la direttiva 98/50/CE è stata recepita con il decreto legislativo 2 febbraio 2001 n. 18.
Esprime infine parere contrario sull'emendamento 7.1 Castiello, che interviene sulla lettera b) dell'articolo 7, comma 1, del disegno di legge comunitaria. La lettera b), così come riformulata dall'emendamento in esame, si limita a precisare che le regioni e le province autonome, nell'adottare eventuali atti di recepimento della disciplina comunitaria, devono in ogni caso salvaguardare gli obiettivi di protezione perseguiti nella medesima materia dalla legislazione statale. Viene invece eliminata la previsione secondo cui gli enti sopra citati possono introdurre limiti e prescrizioni più severi di quelli fissati dallo Stato. In sostanza l'emendamento sembra svuotare di contenuto normativo la lettera b), che così come riformulata appare ultronea rispetto alla lettera a) e ai principi costituzionali in materia di «tutela e sicurezza del lavoro».
Formula pertanto, conclusivamente, una proposta di parere favorevole sugli emendamenti 1.27 del relatore e 1.19 del Governo e contrario sugli emendamenti Falomi 1.15 e Castiello 7.1. (vedi allegato).

Antonino LO PRESTI (AN) rileva come il suo emendamento 7.1, che fa seguito al dibattito già svoltosi sul tema in Commissione e sul quale ritiene vi possa essere ampia condivisione, sia finalizzato ad un miglioramento del testo, con il fine di favorire una disciplina in materia di tutela e sicurezza del lavoro uniforme sull'intero territorio nazionale: invita pertanto il relatore a chiarire le ragioni del suo parere contrario sull'emendamento Castiello 7.1.

Enrico FARINONE (Ulivo), relatore, ribadisce il suo parere contrario sull'emendamento Castiello 7.1, ritenendo che nella relazione approvata dalla Commissione sul disegno di legge comunitaria si sia raggiunto un soddisfacente punto di equilibrio riguardo alla formulazione dell'articolo 7, comma 1, lettera b).

Angelo COMPAGNON (UDC) dichiara voto contrario sulla proposta di parere formulata dal relatore, evidenziando la propria posizione contraria sull'emendamento 1.27 del relatore e di astensione sull'emendamento Castiello 7.1.

Antonino LO PRESTI (AN) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Luigi FABBRI (FI) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Lorenzo BODEGA (LNP) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dal relatore.

Documento di programmazione economico-finanziario relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2007-2011.
Doc. LVII, n. 1.

(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato nella seduta del 13 luglio 2006.

Gianni PAGLIARINI, presidente, ricorda che nella seduta dello scorso 13 luglio la Commissione ha avviato l'esame - ai fini del parere da rendere alla V Com
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del Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2007-2011.

Titti DI SALVO (Ulivo), nel condividere le considerazioni svolte dal relatore nella seduta del 13 luglio scorso, osserva come il documento in esame delinei una strategia per superare le difficoltà economiche del Paese, che sebbene non siano interamente imputabili al Governo di centrodestra - in quanto in parte derivanti da elementi di carattere strutturale - non sono state adeguatamente affrontate e si sono recentemente aggravate, secondo quanto evidenziato dagli indicatori economici. Ritiene peraltro non utile indulgere su polemiche che hanno caratterizzato la campagna elettorale, essendo piuttosto opportuno affrontare in maniera efficace i nodi da sciogliere: al riguardo, condivide la scelta di coordinare politiche che tengano insieme rigore, sviluppo ed equità, nella consapevolezza che la dimensione dei problemi da affrontare condiziona le strade percorribili. Al riguardo, nella scelta tra una sottovalutazione dei vincoli imposti dal patto di stabilità (sperimentata anche da importanti paesi europei) o, invece, il rispetto delle sue regole, ritiene quest'ultima via obbligata per l'Italia, pur essendo possibile una riflessione sui relativi tempi.
Evidenzia quindi come sia opportuno che la Commissione, nel suo parere, ponga in luce l'opportunità della scelta di fondo in favore del lavoro a tempo indeterminato, riconsiderando anche il contenuto delle norme recate dal decreto legislativo n. 368 del 2001, di attuazione della direttiva 1999/70/CE relativa all'accordo quadro sul lavoro a tempo determinato; altra sottolineatura essenziale dovrebbe inoltre riguardare l'impegno contro il grave fenomeno del lavoro nero, che ha gravi riflessi in particolare sul piano della sicurezza. Quanto al sistema previdenziale pubblico, ne va ribadita la centralità, perseguendone la stabilità per garantire le prestazioni, attraverso il possibile ampliamento delle entrate e l'approfondimento del problema del coefficiente di trasformazione. Sottolinea infine come, per la traduzione della direzione di marcia indicata dal DPEF in scelte concrete, sia essenziale il confronto con le parti sociali.

Enrico FARINONE (Ulivo) sottolinea come il collegamento tra i tre obiettivi della crescita, del risanamento e dell'equità indichi chiaramente una volontà politica contraria alla cosiddetta politica dei due tempi, per la quale dovrebbe perseguirsi dapprima il risanamento di bilancio e soltanto successivamente l'equità. Quest'ultima, infatti, attraverso una correzione dei trend più recenti e quindi con un riequilibrio nella distribuzione del reddito in favore del lavoro dipendente consentirà la crescita dei consumi e sosterrà la domanda interna, favorendo la crescita: ritiene pertanto che, già a partire dal 2007, potranno essere compiute adeguate scelte redistributive, ponendo la dovuta attenzione ai tagli alla spesa sociale, ed in particolare a pensioni e sanità.
Quanto alle politiche per il lavoro, il perseguimento di miglioramenti della produttività consentirà una crescita occupazionale, che potrà a sua volta sostenere la domanda interna: nel documento in esame, si delineano peraltro specifici interventi per l'occupazione dei giovani e delle donne, nonché a sostegno della famiglia, con particolare riferimento alla conciliazione dei tempi di lavoro e di vita.
Nell'ambito della prevista riduzione del cuneo fiscale, ritiene quindi condivisibile la scelta tendente a favorire la stabilizzazione dei rapporti di lavoro, evidenziando l'opportunità di un rinnovato approccio al tema della formazione, con particolare riferimento al reinserimento nel mercato del lavoro per i lavoratori con una certa anzianità che rischiano di esserne estromessi. Quanto alle obiezioni dell'opposizione, che ha definito il documento in esame una sorta di libro dei sogni, sottolinea come il DPEF in esame, nel ricercare risposte sul terreno della concretezza, si


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ispiri anche opportunamente a condivisibili scelte ideali ispirate all'esigenza di una maggiore equità.

Antonino LO PRESTI (AN) sottolinea come, se il documento in esame dovesse limitarsi ad essere un esercizio letterario, meriterebbe addirittura un premio, delineandosi con bella scrittura obiettivi generali del tutto condivisibili; in realtà però, il tentativo di conciliare crescita economica, rigore sul piano del debito pubblico ed equità sociale è fragile sul piano delle proposte concrete, rispetto alle quali sussistono profonde divisioni all'interno delle forze che compongono la maggioranza. Ne è un esempio la stessa via indicata per il risanamento del debito pubblico, rispetto alla quale emergono divisioni sulla scelta di perseguire miglioramenti dell'avanzo primario - cita al riguardo l'intervento svolto lo scorso 13 luglio dall'onorevole Burgio - ma analoghe diversità d'impostazione si registrano sulle politiche del pubblico impiego e sui tagli alla spesa sociale. Rileva inoltre come, nel DPEF in esame, non si rinvengano chiare indicazioni sul settore delle infrastrutture, cruciale per la modernizzazione del paese, sebbene in tale ambito significative realizzazioni siano state avviate nel corso della passata legislatura. Evidenzia infine le contraddizioni all'interno della maggioranza sulla materia pensionistica, rispetto alla quale non si colgono le sollecitazioni del mondo produttivo e finanziario nella direzione di un aumento dell'età per il pensionamento. Ritiene in sostanza che il documento in esame esprima un difficile equilibrismo politico tra posizioni differenti, dal quale emergeranno con evidenza le contraddizioni nel corso del prossimo esame del disegno di legge finanziaria.

Peppe DE CRISTOFARO (RC-SE) sottolinea l'esigenza che in Parlamento si sviluppi il dibattito, già avviato in sede scientifica, sociale e politica, sulla pluralità delle possibili vie per il risanamento dei conti pubblici, evitando il rischio di una sorta di pensiero unico sul percorso di rientro che non tenga nel debito conto le esigenze di crescita, sviluppo ed equa distribuzione dei redditi. Precisa quindi che il suo gruppo mantiene un giudizio sospeso sul documento in esame, pur condividendone lo spirito di fondo, in quanto permangono elementi di timore rispetto alla traduzione delle dichiarazioni di principio in scelte concrete. In tale ambito, la linea di fondo da seguire è il diniego della politica dei due tempi attraverso il contestuale perseguimento dei tre obiettivi di crescita, risanamento ed equità, essendo specificamente condivisibile il criterio selettivo adottato per il taglio del cuneo fiscale ispirato ad una linea di favore per il lavoro a tempo indeterminato. Perplessità suscita invece la composizione della manovra, sbilanciata più sul risanamento che sullo sviluppo, considerata l'esigenza di non deprimere la spesa sociale e degli enti locali. Evidenzia infine l'esigenza di un'attenta riflessione sulla scelta della moderazione salariale, per esigenze sia di equità nella distribuzione del reddito, sia di rilancio dei consumi delle famiglie per favorire lo sviluppo.

Lucia CODURELLI (Ulivo) dichiara di condividere le scelte di fondo indicate nel DPEF in esame, con particolare riferimento alle politiche del lavoro e della famiglia: sottolinea in proposito l'esigenza di un rilancio di fondamentali strutture territoriali quali i centri per l'impiego, nell'ambito della promozione di un efficiente sistema di servizi delle comunità locali. Sottolineato come proprio il ruolo dei centri per l'impiego sia stato mortificato negli ultimi anni, ribadisce l'esigenza di tornare a valorizzarli quali strumenti a sostegno del lavoro e delle famiglie, nonché per favorire una più efficace politica della formazione.

Augusto ROCCHI (RC-SE) ritiene che il documento in esame rappresenti un passaggio significativo, rispetto al quale è opportuno che alcuni punti vengano chiariti dal dibattito parlamentare per la formazione di un convinto orientamento


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favorevole da parte del suo gruppo. I punti su cui sollecita un chiarimento sono i seguenti: in primo luogo, la politica economica, in coerenza con il programma dell'Unione, deve essere orientata a perseguire simultaneamente i tre obiettivi del risanamento, dello sviluppo e dell'equità sociale. A tal proposito, l'entità complessiva della manovra programmata per il 2007, pari a ben 35 miliardi di euro (20 per la correzione netta e 15 per lo sviluppo) appare eccessiva, anche in considerazione della correzione di 7 miliardi di euro per il 2007 già apportata con il decreto-legge 223/2006. È lo stesso DPEF a prevedere un impatto recessivo della manovra dell'ordine dello 0,3 per cento del Pil rispetto alla crescita tendenziale del 2007. Il rispetto degli impegni europei in termini di deficit e di debito può essere assicurato anche attraverso un percorso più graduale di aggiustamento dei conti pubblici tale da ridurre o annullare i suoi possibili effetti recessivi di breve periodo. Ciò pare possibile anche in considerazione della eccessiva prudenza previsionale contenuta nel quadro tendenziale presente nel DPEF, che incorpora le ipotesi più pessimistiche in merito all'evoluzione delle entrate tributarie e delle spese. Per tali ragioni il suo gruppo propone che l'entità complessiva della manovra sia ripartita sul biennio 2007-2008 anziché sul solo anno 2007.
In secondo luogo, sul merito della composizione della manovra 2007, è indispensabile porre una maggiore enfasi sulla politica delle entrate, finalizzata a riequilibrare il carico fiscale tra le diverse categorie di reddito e a garantire maggiori introiti tributari. In particolare, nella prossima finanziaria ritiene che debbano essere ricompresi interventi mirati a aumentare la base imponibile attraverso un piano organico di misure volte a combattere l'evasione e l'elusione fiscali, caratterizzato dalla definizione di specifici strumenti e di precisi obiettivi quantitativi per il recupero di gettito tributario. Occorre inoltre uniformare la tassazione sulle rendite finanziarie e sui grandi patrimoni portando il livello medio di imposizione sugli standard europei. È infine opportuno abrogare il secondo modulo della riforma Irpef adottato dal Governo Berlusconi al fine di ripristinare una più accentuata progressività dell'imposizione diretta.
In terzo luogo, per quanto attiene alle misure di contenimento della dinamica della spesa pubblica, gli interventi devono essere rivolti essenzialmente alla riqualificazione e alla razionalizzazione, garantendo in ogni caso il mantenimento e, laddove occorra, il potenziamento degli attuali livelli di protezione sociale. In particolare sono da escludere, anche in quanto contrari al programma dell'Unione, interventi strutturali tesi a ridurre la copertura previdenziale per i lavoratori, attraverso l'aumento dell'età pensionabile o la riduzione dei coefficenti di trasformazione. Sul fronte della spesa sanitaria, ancor oggi inferiore alla media europea, occorre puntare ad una stabilizzazione (e non ad una riduzione) della spesa rispetto al Pil agli attuali livelli (6,8 per cento), attraverso una piena responsabilizzazione delle Regioni.
In quarto luogo, negli interventi a favore dello sviluppo devono trovare spazio misure direttamente redistributive, tra le quali assumono rilievo la restituzione del fiscal drag ed un'equa ripartizione della riduzione selettiva del cuneo fiscale tra lavoratori ed imprese. Il tasso di inflazione programmata nel prossimo quinquennio deve inoltre essere fissato in linea con le stime di inflazione reale e non essere fittiziamente utilizzato come strumento di riduzione del costo del lavoro.
Su questi aspetti ha ritenuto opportuno richiamare l'attenzione dei colleghi, considerandoli prioritari e auspicando che possano trovare adeguata valorizzazione nel parere che la Commissione si appresta a approvare.

Amalia SCHIRRU (Ulivo) condivide le osservazioni del relatore, sottolineando come sia opportuno conciliare gli obiettivi di sviluppo, risanamento del debito e equa distribuzione del reddito, attraverso politiche


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di contenimento della spesa pubblica che, più che perseguire la riduzione dei costi per il personale attraverso il contenimento delle dinamiche salariali, si fondino sulla riorganizzazione degli apparati amministrativi. In tale ambito, occorre una correzione nella politica per gli enti locali, attraverso un patto di stabilità interno che consenta il superamento di difficoltà e contraddizioni che hanno caratterizzato gli anni passati, attraverso al definizione di regole certe. In tale ambito, devono esservi maggiori possibilità di spesa per gli enti territoriali che abbiano le risorse necessarie, sia per gli investimenti sia per il personale: a quest'ultimo riguardo, ritiene debba essere perseguita una politica di liberalizzazione delle assunzioni, in particolare nel caso delle associazioni di piccoli comuni. Tutto ciò deve avvenire in un quadro di coordinamento tra finanza nazionale e regionale, che favorisca politiche per l'equità, in particolare mediante l'istituto del reddito minimo di inserimento, al fine di far uscire dalla marginalità fasce sociali che vivono attualmente gravi situazioni di disagio.

Daniele GALLI (FI) rileva come il documento in esame delinei contraddittori interventi di risanamento del bilancio pubblico e di spinta della crescita economica: evidenziato come l'attuale ripresa sia naturalmente frutto delle politiche del passato, sottolinea come il tentativo di reintrodurre una fiscalità elevata non potrà che disincentivare la crescita. Quanto all'ipotizzato taglio del cuneo fiscale, rileva come l'obiettivo della stabilizzazione dei posti di lavoro, per quanto condivisibile su un piano astratto, rischi di scontrarsi con le esigenze di flessibilità dell'economia, cui a partire dal cosiddetto pacchetto Treu e attraverso la legge Biagi si è cercato di dare risposta. Evidenzia quindi come non si offrano soddisfacenti risposte sul fondamentale capitolo delle infrastrutture necessarie per ridare competitività al Paese, evidenziando altresì come mancati investimenti nel settore avranno effetti diretti e negativi sul piano occupazionale. Rileva quindi come la previsione di un tasso di inflazione abbastanza elevato sembri indicare una sorta di presa di coscienza dell'incapacità di governare le tematiche inflattive, responsabili invece dell'impoverimento del sistema. Ritiene pertanto che il documento in esame non sia che un libro dei sogni, peraltro eccessivamente ambizioso visto che pretende di delineare gli scenari per i prossimi cinque anni.

Lorenzo BODEGA (LNP) rileva come il documento in esame sia effettivamente un libro dei sogni, come peraltro è il programma del Governo di centrosinistra, che sembra negare le profonde differenze tra le forze politiche che lo compongono. Ritiene pertanto che i risultati ottimistici delineati nel Documento potranno essere difficilmente realizzati, sottolineando come l'opposizione svolgerà un'azione di controllo e vigilanza, in particolare rispetto al rischio che vengano penalizzate le amministrazioni locali, cioè le istituzioni più vicine ai cittadini. Rileva quindi come, pur essendo naturalmente condivisibili gli obiettivi della crescita, del risanamento e dell'equità, essi non saranno favoriti dalle politiche che si delineano nel settore del lavoro, considerato che la legge Biagi ha consentito un aumento dell'occupazione giovanile e che la formazione dovrebbe essere innanzitutto di carattere pratico, dato che le imprese nazionali hanno innanzitutto necessità di manodopera specializzata.

Rodolfo Giuliano VIOLA (Ulivo) sottolinea come il documento in esame rispecchi effettivamente il programma politico della maggioranza, con particolare riferimento alle politiche del lavoro, della formazione, della riqualificazione del lavoro pubblico: a tale ultimo riguardo, evidenzia come il contenimento della spesa possa essere perseguito non soltanto attraverso una moderata dinamica salariale ma soprattutto mediante un'opportuna ristrutturazione della pubblica amministrazione. Quest'ultima richiede naturalmente tempi lunghi, considerato che occorre perseguire


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un generale riequilibrio delle risorse tra amministrazione centrale e locale. Rileva quindi, con riferimento alle grandi infrastrutture necessarie per il paese, come il documento in esame ne abbia ben presenti le necessità, naturalmente compiendo scelte diverse da quelle della passata maggioranza, per esempio, con riferimento al ponte sullo stretto di Messina.

Gianni PAGLIARINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 12.20.