I Commissione - Resoconto di marted́ 25 luglio 2006


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SEDE REFERENTE

Martedì 25 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il viceministro per l'interno Marco Minniti e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 11.35.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare.
C. 40-326-571-688-890/B.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 20 luglio 2006.


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Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti (vedi allegato 1). Invita pertanto il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il relativo parere.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, intervenendo anche a nome del relatore Amici, illustra l'emendamento 1.4 dei relatori, volto ad individuare i limiti ai poteri attribuiti alla Commissione d'inchiesta, costituiti dai provvedimenti attinenti alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo, e le intercettazioni delle comunicazioni, e l'emendamento dei relatori 1.5, sulla stessa materia. Invita pertanto il deputato Boato a ritirare i suoi emendamenti 1.1 e 1.2 nonché il deputato Zaccaria a ritirare i suoi emendamenti 1.8, 1.6 e 1.7, in quanto vertenti sul medesimo oggetto. Illustra quindi l'emendamento dei relatori 4.2, volto ad armonizzare il termine attribuito all'autorità giudiziaria per ritardare la trasmissione di atti e documenti richiesti dalla Commissione d'inchiesta per ragioni di natura istruttoria con le esigenze della Commissione stessa. Invita pertanto il deputato Boato a ritirare il proprio emendamento 4.1, vertente sul medesimo oggetto. Invita inoltre lo stesso deputato Boato a ritirare il suo emendamento 1.3, volto a consentire la consultazione, da parte della Commissione di soggetti impegnati nella lotta contro le organizzazioni criminali, per evitare contrasti sul punto con il Senato atteso che in ogni caso tale facoltà non verrebbe preclusa alla Commissione d'inchiesta. Invita il deputato Boato al ritiro del suo emendamento 6.1 ed esprime parere favorevole sull'emendamento Boato 6.2.

Il viceministro Marco MINNITI si rimette al giudizio della Commissione.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), alla luce della presentazione, da parte dei relatori, dell'emendamento 1.4, ritira il proprio emendamento 1.8.

Marco BOATO (Verdi), prima di valutare l'invito al ritiro del proprio emendamento 1.1, ritiene necessario dare luogo ad un'ampia riflessione sulla questione oggetto dell'emendamento in esame. Osserva che il dibattito circa l'opportunità di limitare i poteri di inchiesta conferiti alla Commissione abbia rappresentato una novità, rispetto ai dibattiti che hanno preceduto l'approvazione delle precedenti leggi istitutive di Commissioni d'inchiesta, già emersa nel corso dell'esame in prima lettura del provvedimento in titolo. Ricorda in proposito che l'esame in prima lettura presso questa Commissione si era soffermato sulla opportunità di stabilire limiti rigorosi all'esercizio di poteri aventi ad oggetto l'adozione di provvedimenti incidenti sulle libertà personali, alla luce di un uso non condivisibile che nel recente passato era stato fatto di essi. Ritiene tuttavia che le successive modifiche apportate dall'altro ramo del Parlamento, che hanno soppresso la disposizione che prevedeva a tal fine un procedimento aggravato per l'adozione di provvedimenti incidenti sui diritti di libertà costituzionalmente garantiti ed al contempo hanno stabilito che in nessun caso la Commissione possa adottare provvedimenti attinenti la libertà personale e la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, abbiano alterato il testo al punto da rendere preferibile tornare alla formulazione tradizionale che non disciplinava specificatamente i poteri attribuiti alle Commissioni d'inchiesta, limitandosi a rinviare all'articolo 82 della Costituzione.

Luciano VIOLANTE, presidente, pur comprendendo le motivazioni alla base delle considerazioni svolte dal deputato Boato, sottolinea come sul punto in questione negli anni intercorsi dalla approvazione della precedente legge istitutiva siano cambiati alcuni dati di fatto e siano maturate nuove sensibilità da parte dell'opinione pubblica. Ricorda infatti come nella passata legislatura sia stato fatto talvolta un uso invasivo dei provvedimenti incidenti sulle libertà personali, cosa che ha dato lo spunto per disciplinarne compiutamente


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l'esercizio. Su questo aspetto si è quindi soffermato l'esame presso il Senato, che deve essere tenuto in considerazione per non compiere un passo indietro, che giudica non opportuno. Evidenzia come occorra tener presente anche il dibattito in corso presso la società civile sull'uso che viene fatto dello strumento delle intercettazioni telefoniche.

Gabriele BOSCETTO (FI) dichiara di condividere la riflessione del presidente Violante, non giudicando favorevolmente la proposta del deputato Boato sull'opportunità di ripristinare il testo delle precedenti legislature sul conferimento dei poteri alle Commissioni d'inchiesta. A nome del proprio gruppo, dopo aver sottolineato l'opportunità di giungere al più presto all'approvazione definitiva del provvedimento in esame, ritiene preferibile votare il testo licenziato dal Senato, dichiarandosi comunque disponibile a valutare ipotesi di modifiche condivise che non pregiudichino una celere istituzione della Commissione. Si sofferma quindi sui poteri attribuiti alla Commissione, evidenziando come nel testo del Senato sembrerebbe essere esclusa la possibilità di disporre l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale, anche se ritiene che il richiamo all'articolo 366 del codice penale lo renderebbe tuttavia implicitamente ammissibile. Al riguardo ritiene quindi di condividere la sostanza dell'emendamento dei relatori 1.4. Si sofferma sulla natura del provvedimento di accompagnamento coattivo, che dubita potersi configurare come limitativo della libertà personale, potendo essere ritenuto solo una misura di natura amministrativa, che non necessita pertanto di un'apposita autorizzazione da parte del giudice. Tuttavia, sia alla luce dell'importanza rivestita dall'acquisizione di testimonianze per lo svolgimento dell'inchiesta, sia al fine di fugare ogni dubbio che potrebbe derivare dall'interpretazione del testo del Senato, dopo avere ribadito che sarebbe preferibile approvare il provvedimento nel testo licenziato dal Senato, dichiara il proprio orientamento favorevole sull'emendamento dei relatori 1.4. Tale emendamento, inoltre, sembra recepire le perplessità, emerse nel corso dell'esame presso l'altro ramo del Parlamento, sull'opportunità di evitare che la Commissione d'inchiesta disponga provvedimenti di intercettazioni telefoniche ed ambientali.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ribadisce di aver ritirato il proprio emendamento 1.8 a seguito della presentazione, da parte dei relatori, dell'emendamento 1.4, volto a circoscrivere la limitazione, che giudica eccessiva, che il testo approvato dal Senato apporta ai poteri attribuiti alla Commissione d'inchiesta. Al riguardo ritiene che la ratio sottesa alla scelta operata da questa Commissione di prevedere un procedimento rinforzato per l'adozione di provvedimenti limitativi della libertà personale al fine di assicurare un'adeguata forma di garanzia per i destinatari non sia stata compresa presso l'altro ramo del Parlamento. Tuttavia, al fine di consentire un confronto costruttivo con il Senato, giudica che l'emendamento dei relatori 1.4 rappresenti una valida soluzione per contenere la troppo ampia limitazione disposta nel testo. Rileva al riguardo l'opportunità di integrare l'emendamento 1.4 con specifico riferimento ai provvedimenti limitativi della libertà personale di cui all'articolo 13 della Costituzione, al fine di evitare il rischio che una lettura estensiva della disposizione possa portare a ritenere compresi nella dizione dell'emendamento anche i provvedimenti di cui all'articolo 14 del testo costituzionale. Dopo aver espresso perplessità in merito alla riconducibilità del provvedimento di accompagnamento coattivo ad una misura di natura amministrativa che non incide sulla libertà personale, come prospettato dal deputato Boscetto, conclude dichiarando il proprio orientamento favorevole sull'emendamento dei relatori 1.4.


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Roberto COTA (LNP) ritiene che l'ipotesi dell'accompagnamento coattivo debba rappresentare il limite massimo dei poteri attribuibili alla Commissione di inchiesta in tema di misure incidenti sulla libertà personale, osservando tuttavia che nel testo approvato dal Senato non appare evidente il conferimento di un tale potere. Esprime quindi il proprio orientamento favorevole sull'emendamento 1.4 dei relatori, ritenendo opportuno prevedere espressamente l'attribuzione alla Commissione del potere di disporre provvedimenti di accompagnamento coattivo, anche al fine di evitare una sostanziale trasformazione della Commissione di inchiesta in una mera commissione d'indagine.

Marco BOATO (Verdi), alla luce del dibattito svoltosi, ritira il proprio emendamento 1.1. Con riferimento alle osservazioni svolte dal deputato Zaccaria, in riferimento agli articoli 13 e 14 della Costituzione, osserva che il proprio emendamento 1.2 è volto consentire esplicitamente alla Commissione d'inchiesta di adottare le deliberazioni aventi ad oggetto ispezioni, perquisizioni e sequestri. Ritiene che in alternativa all'approvazione del proprio emendamento 1.2 si debba integrare l'emendamento dei relatori 1.4 nel senso indicato dal deputato Zaccaria, mediante un espresso rinvio all'articolo 13 della Costituzione.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che i poteri volti ad acquisire conoscenze da parte della Commissione d'inchiesta debbono comunque essere esercitabili purché adeguatamente bilanciati con la tutela delle libertà personali dei soggetti nei cui confronti vengono disposti i relativi provvedimenti. Osserva infatti che, ove dovesse ammettersi la possibilità di disporre di un atto di sequestro di documenti, dovrebbe altresì ammettersi la possibilità di disporre di un atto di perquisizione personale finalizzato a realizzare concretamente l' atto di sequestro. Rileva al riguardo che l'articolo 14 della Costituzione fa riferimento alle perquisizioni domiciliari, mentre l'articolo 13 fa riferimento a quelle personali.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene opportuno evitare di dare luogo a configurazioni di casistiche eccessivamente analitiche, che potrebbero creare equivoci. Sottolinea di aver proposto il riferimento all'articolo 13 della Costituzione proprio per ridurre l'ambito della limitazione ai poteri esercitabili dalla Commissione di inchiesta contenuta nell'emendamento dei relatori 1.4.

Giampiero D'ALIA (UDC) osserva che il senso della modifica apportata al Senato sul punto in discussione è quello di prevedere che la Commissione d'inchiesta non possa disporre né un provvedimento di arresto, che è una misura cautelare personale, né intercettazioni telefoniche. Tale finalità appare condivisa dalla Commissione; pertanto può valutarsi l'opportunità di prevederlo espressamente, senza operare richiami agli articoli 13 e 14 della Costituzione, che rischiano di complicare l'interpretazione della norma, riformulando a tal fine l'emendamento dei relatori 1.5 nel senso appena indicato.

Gabriele BOSCETTO (FI) dichiara la propria contrarietà all'ipotesi formulata dal relatore D'Alia, che rappresenta un passo indietro rispetto al testo approvato dal Senato.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che sia preliminarmente necessario chiarire se, con riferimento ai poteri esercitabili dalla Commissione d'inchiesta, sia preferibile tipizzare, in positivo, le singole fattispecie ovvero stabilire, in negativo, quali poteri non possono essere attribuiti. Al riguardo fa presente che la Commissione deve poter esercitare quei poteri che sono funzionali al perseguimento dello scopo per il quale è istituita, che è rappresentato dallo svolgimento di una inchiesta. In tale ambito appare evidente, ad esempio, che essa non possa disporre un provvedimento di arresto; l'acquisizione di conoscenze, infatti, non è perseguibile mediante un provvedimento di arresto, mentre lo può essere grazie ad un accompagnamento coattivo di un testimone


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in grado di fornire elementi utili all'inchiesta; ritiene, dunque, che sul punto sia sorto un equivoco con l'altro ramo del Parlamento, che a suo avviso non ha compreso la finalità delle disposizioni approvate da questa Commissione. Reputa opportuno trovare una idonea soluzione scegliendo tra quella prospettata dall'emendamento 1.2 del deputato Boato, che stabilisce espressamente i poteri attribuiti alla Commissione d'inchiesta, e quella indicata dal relatore D'Alia mediante la riformulazione dell'emendamento dei relatori 1.5, volto a stabilire quali siano i provvedimenti che la Commissione non può adottare.

Roberto COTA (LNP) ritiene che si debba stabilire che la Commissione, nello svolgimento dell'inchiesta, deve essere messa in grado di svolgere le indagini necessarie, ascoltando un testimone senza che costui possa sottrarsi nonché di acquisire i documenti che ritenga necessari senza poter però disporre di provvedimenti di arresto, di intercettazioni telefoniche né di perquisizioni a sorpresa. Osserva infatti, come l'ispezione di carattere personale non rientri nell'ordinaria attività d'indagine, ma piuttosto all'interno dei poteri dei pubblici ministeri che non ritiene opportuno attribuire anche alla Commissione d'inchiesta.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, ritiene necessario giungere sul punto ad una intesa il più possibile condivisa. Qualora tale intesa non dovesse raggiungersi, non giudicherebbe corretto l'invito al ritiro degli emendamenti vertenti sul medesimo oggetto, già formulato in sede di espressione del parere. Ribadisce la propria disponibilità, insieme al relatore Amici, a riformulare l'emendamento 1.5 nel senso di prevedere che la Commissione non può adottare provvedimenti aventi ad oggetto misure cautelare personali o intercettazioni delle comunicazioni.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), pur ritenendo opportuno prevedere un esplicito riferimento all'ipotesi dell'arresto, piuttosto che alle misure cautelari personali, al fine di meglio limitare l'ambito dei poteri conferiti alla Commissione d'inchiesta, si dichiara disponibile a raggiungere una soluzione condivisa sulla proposta di riformulazione di proposta dell'emendamento dei relatori 1.5.

Gabriele BOSCETTO (FI), a nome del proprio gruppo, dichiara di essere contrario a qualsiasi soluzione diversa da quella contenuta nell'emendamento dei relatori 1.4. Ribadisce che il problema centrale è rappresentato dalla necessità di escludere che la Commissione possa disporre l'arresto del testimone reticente, giudicando al riguardo insufficiente il riferimento alle misure cautelari personali contenuto nell'emendamento dei relatori 1.5.

Roberto COTA (LNP) propone di espungere il secondo periodo dell'emendamento dei relatori 1.5 e di trasformarlo in un emendamento aggiuntivo al secondo periodo dell'articolo 1, comma 2, di cui rappresenterebbe una specificazione.

Luciano VIOLANTE, presidente, chiarisce che l'unica differenza tra gli emendamenti 1.4 e 1.5 risiede nel fatto che il secondo consentirebbe alla Commissione d'inchiesta di disporre perquisizioni personali volte ad acquisire documenti di interesse della Commissione medesima, mentre il primo escluderebbe questa possibilità, con la potenziale conseguenza di compromettere l'attività conoscitiva della Commissione d'inchiesta.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) osserva che, sul punto in questione, si tratta essenzialmente di stabilire se si intenda procedere o meno alla costituzione di una Commissione d'inchiesta ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, con i poteri da questo attribuiti. Ritiene evidente che il dibattito ruota intorno alla volontà di escludere la possibilità che la Commissione d'inchiesta disponga provvedimenti di intercettazioni delle comunicazioni e


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che questa volontà si ricollega ad una critica implicita di questo strumento investigativo e dell'uso che talvolta ne viene fatto.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) ritiene che il dibattito si sia inoltrato su un terreno scivoloso, con il rischio che la Commissione d'inchiesta finisca per essere svuotata dei poteri che il dettato costituzionale le attribuisce. Osserva quindi che la proposta formulata da ultimo dai relatori, consistente nella esplicita esclusione della possibilità per la Commissione d'inchiesta di disporre intercettazioni delle comunicazioni e misure cautelari, ancorché ridondante sotto questo secondo aspetto, possa costituire una valida soluzione.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) si dichiara sicuro del fatto che nessuno, nel corso del dibattito, abbia intesto attribuire a componenti della Commissione la volontà di limitare i poteri d'inchiesta della Commissione. Ritiene tuttavia fondamentale mantenere ferma la distinzione fra il ruolo della Commissione d'inchiesta e il compito affidato alla magistratura ordinaria, rispetto alla quale bisogna evitare ogni rischio di interferenza. Si dichiara pertanto favorevole, ove non fosse possibile raggiungere un'intesa ampia sulle modifiche da apportare al testo trasmesso dal Senato, ad approvare il provvedimento nel testo licenziato dall'altro ramo del Parlamento. Afferma quindi che, qualora si ritenesse invece opportuno modificarlo, sarebbe possibile una convergenza solo sull'emendamento dei relatori 1.4.

Luciano VIOLANTE, presidente, chiede di sapere se quella espressa dal deputato Benedetti Valentini sia la posizione di tutti i gruppi di opposizione.

Gabriele BOSCETTO (FI) risponde affermativamente alla domanda del presidente, spiegando che tale posizione non discende da logiche di schieramento, quanto piuttosto dalla considerazione che l'inserimento nel testo di un esplicito riferimento all'esclusione delle misure cautelari personali rischia di ingenerare confusione circa gli effettivi limiti posti ai poteri della Commissione. Ritiene inoltre che sarebbe opportuno discostarsi il meno possibile dal tenore del testo trasmesso dal Senato.

Marco BOATO (Verdi), prendendo atto che vi è un'ampia convergenza sull'emendamento dei relatori 1.4, chiede che tale emendamento sia riformulato mediante l'aggiunta di un esplicito riferimento all'articolo 13 della Costituzione, al fine di precisare di quali provvedimenti attinenti alla libertà personale si tratti. Ritira, quindi, il proprio emendamento 1.2.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che si potrebbe procedere all'approvazione dell'emendamento 1.4, senza ulteriori modifiche, anche alla luce del fatto che non appare opportuno inserire in un testo di legge rinvii normativi a disposizioni costituzionali.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) dichiara di non comprendere quali ragioni ostino all'inserimento, all'interno dell'emendamento 1.4, di un espresso riferimento all'articolo 13 della Costituzione.

Gabriele BOSCETTO (FI) non condivide l'esigenza di un riferimento esplicito all'articolo 13 della Costituzione, come richiesto dai deputati Boato e Zaccaria, in quanto il richiamo alla libertà personale è di per sé già sufficientemente chiaro.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, dichiara di comprendere le argomentazioni sottese alla richiesta di riformulazione dell'emendamento 1.4 formulata dai deputati Boato e Zaccaria. Invita tuttavia i colleghi ad apprezzare i passi avanti compiuti rispetto al testo trasmesso dal Senato ed auspica pertanto che l'emendamento 1.4 possa essere approvata senza ulteriori modificazioni. Ritira quindi l'emendamento 1.5.


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Maurizio TURCO (RosanelPugno) dichiara il proprio voto di astensione sull'emendamento dei relatori 1.4.

La Commissione approva l'emendamento dei relatori 1.4.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.4, l'emendamento Zaccaria 1.6 è da considerare assorbito e l'emendamento Zaccaria 1.7 precluso.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la Commissione giustizia ha espresso parere favorevole sulla proposta di legge in esame, con la seguente condizione: sopprimere all'articolo 4, comma 4, la parole: «una sola volta» e con la seguente osservazione: la Commissione di merito valuti l'opportunità di sopprimere all'articolo 1, comma 2, la parole: «In nessun caso può adottare provvedimenti attinenti la libertà personale e la libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione».

Marco BOATO (Verdi) ritira l'emendamento 1.3, pur non condividendo le ragioni dell'invito al ritiro, in quanto ritiene che esso abbia un'importante valenza, anche sul piano culturale.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, propone alla Commissione di valutare l'opportunità di una riformulazione dell'emendamento 4.2 dei relatori, al fine di fugare ogni dubbio interpretativo, nel senso di prevedere con chiarezza che l'efficacia del decreto con cui l'autorità giudiziaria rinvia la trasmissione di atti e documenti richiesti dalla Commissione d'inchiesta non si estenda oltre la conclusione delle indagini preliminari.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) sottolinea l'esigenza che la riformulazione dell'emendamento dei relatori 4.2 renda chiaro che sia l'efficacia del decreto di cui all'articolo 4, comma 4, a non poter essere prorogata oltre la chiusura delle indagini preliminari.

Marco BOATO (Verdi) propone di riformulare l'emendamento 4.2 nel senso di sostituire le parole «una sola volta» con le seguenti: «con efficacia che non superi la chiusura delle indagini preliminari».

Luciano VIOLANTE, presidente, evidenzia la necessità di evitare che il decreto in questione, qualora fosse emanato poco prima della chiusura delle indagini preliminari, possa però spiegare efficacia anche successivamente ad essa, in virtù del relativo termine di durata fissato in sei mesi.

Orazio Antonio LICANDRO (Com.It) propone che l'emendamento sia riformulato nel senso di prevedere che l'efficacia del decreto cessi contestualmente alla chiusura delle indagini preliminari.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, alla luce del dibattito sviluppatosi, anche a nome del relatore Amici, propone una riformulazione dell'emendamento dei relatori 4.2, nel senso di sostituire le parole «una sola volta.» con le seguenti: «. Il decreto non può essere rinnovato o avere efficacia oltre la chiusura delle indagini preliminari».

Marco BOATO (Verdi) ritiene che la propria proposta di riformulazione sia sostanzialmente equivalente a quella formulata dal relatore e tuttavia più sintetica.

Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, fa presente che la riformulazione proposta dal deputato Boato potrebbe essere interpretata nel senso di attribuire al primo rinnovo del decreto una durata maggiore di quella di sei mesi prevista per il primo decreto.

La Commissione approva l'emendamento 4.2, (nuova formulazione).

Marco BOATO (Verdi) ritira il proprio emendamento 6.1.


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Giampiero D'ALIA (UDC), relatore, esprime parere favorevole sull'emendamento 6.2.

La Commissione approva l'emendamento Boato 6.2.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che il testo unificato, approvato dalla Camera, modificato dal Senato, come risultante dall'approvazione degli emendamenti, sarà inviato alla Commissione Giustizia per l'espressione del parere di competenza. Rinvia pertanto il seguito dell'esame alle ore 13.30 di oggi in attesa dell'espressione di tale parere.

Modifica all'articolo 27 della Costituzione, concernente l'abolizione della pena di morte.
C. 193 cost. Boato e C. 523 cost. D'Elia.
(Seguito dell'esame e rinvio - Abbinamento dei progetti di legge C. 1175 cost. Mascia e C. 1231 cost. Piscitello).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 20 luglio 2006.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che sono state assegnate alla I Commissione le proposte di legge costituzionale n. 1175 del deputato Mascia ed altri e n. 1231 Piscitello, recanti «Modifica all'articolo 27 della Costituzione concernente l'abolizione della pena di morte». Poiché le suddette proposte di legge vertono sulla stessa materia delle proposte di legge già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento. Nessuno chiedendo di intervenire, dichiara chiuso l'esame preliminare e fissa il termine per la presentazione degli emendamenti alle identiche proposte di legge costituzionale alle ore 18 di oggi, martedì 25 luglio 2006.
Sospende quindi la seduta.

La seduta, sospesa alle 12.55, riprende alle 13.30.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della criminalità organizzata mafiosa o similare.
C. 40-326-571-688-890/B.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta odierna.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la Commissione Giustizia ha espresso parere favorevole sul testo trasmesso dal Senato, come risultante dagli emendamenti approvati.

La Commissione delibera di conferire il mandato ai relatori Amici e D'Alia di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 13.35.

ATTI DEL GOVERNO

Martedì 25 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 12.55.

Schema di decreto ministeriale sull'accesso degli studenti stranieri all'istruzione universitaria per l'anno accademico 2006-2007.
Atto n. 11.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato nella seduta del 20 luglio 2006.


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Maurizio TURCO (RosanelPugno), relatore, presenta una proposta di parere favorevole.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), pur condividendo la proposta di parere favorevole del relatore, ritiene che sia opportuno sottolineare l'importanza che i consolati predispongano procedure idonee ad assicurare la concessione dei visti in tempo utile per consentire agli studenti che ne abbiano diritto di frequentare i corsi dall'inizio dell'anno accademico.

Maurizio TURCO (RosanelPugno), relatore, osserva che l'aspetto evidenziato dal deputato Frias non rientra nelle competenze assegnate alla Commissione in questa sede.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di segnalare al Ministro degli affari esteri l'aspetto evidenziato dal deputato Frias.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

La seduta termina alle 13.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

Martedì 25 luglio 2006. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 13.

Sulla costituzione del Comitato permanente per l'esame delle sentenze della Corte Costituzionale, della Corte di giustizia e della Corte europea dei diritti dell'uomo.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 19 luglio 2006 ha deliberato all'unanimità di costituire, ai sensi dell'articolo 22, comma 4, del regolamento, un Comitato permanente per l'esame delle sentenze della Corte costituzionale, assegnate alla Commissione ai sensi dell'articolo 108 del regolamento, delle sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee, assegnate ai sensi dell'articolo 127-bis del regolamento, e delle sentenze della Corte europea dei diritti dell'uomo, che saranno assegnate alla Commissione in base ad una interpretazione analogica del medesimo articolo 127-bis, come precisato con lettera del Presidente della Camera del 30 giugno 2006. Avverte inoltre che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha altresì convenuto sull'opportunità di prevedere che il Comitato permanente sia costituito da un deputato per ciascun gruppo. I componenti del Comitato sono i seguenti: Sandro Gozi (Ulivo), Enrico La Loggia (FI), Domenico Benedetti Valentini (AN), Franco Russo (RC-SE), Gianpiero D'Alia (UDC), Orazio Antonio Licandro (Com.It.), Felice Belisario (IdV), Roberto Cota (LNP), Angelo Piazza (RosanelPugno), Karl Zeller (Misto-Min.ling.), Francesco Adenti (Pop- Udeur), Marco Boato (Verdi).

L'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nel corso della stessa riunione, ha altresì deliberato, all'unanimità, la seguente composizione dell'ufficio di presidenza del medesimo Comitato: presidente: Enrico La Loggia (FI); vicepresidente: Sandro Gozi (Ulivo); segretario: Roberto Cota (LNP).

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 13.05.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Martedì 25 luglio 2006.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.05 alle 13.20.


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COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Martedì 25 luglio 2006. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 13.35.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite ad esso connesse.
C. 17/B, approvata dalla Camera e modificata dal Senato.

(Parere alla VIII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizione).

Marco BOATO (Verdi), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con la condizione che all'articolo 1, comma 3, il secondo periodo sia sostituito con la previsione per cui la Commissione non può adottare provvedimenti attinenti alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo di cui all'articolo 133 del codice di procedura penale, o aventi ad oggetto intercettazioni delle comunicazioni. Rileva come si tratti della medesima disposizione che è stata approvata nella seduta odierna, sullo stesso punto, in ordine alla proposta di legge recante l'istituzione della Commissione «antimafia», su cui la Commissione giustizia ha espresso un parere favorevole.

Il Comitato approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 3).

Concessione di indulto.
C. 525-bis ed abb./A.

(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

Alessandro NACCARATO (Ulivo), relatore, fa presente che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 1 non presentano profili problematici quanto al rispetto del riparto di competenze tra Stato e regioni e formula una proposta di parere di nulla osta.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 13.40.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 29 del 20 luglio 2006, a pagina 6, nel sommario, quinta riga, e nella prima colonna, ottava riga, deve leggersi «criminalità organizzata mafiosa o similare» in luogo di «mafia e sulle altre associazioni similari».