IV Commissione - Mercoledì 11 ottobre 2006


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ALLEGATO 1

5-00288 Zacchera ed altri: Fondi destinati alla sicurezza del personale impegnato in Afghanistan.

TESTO DELLA RISPOSTA

In premessa all'interrogazione in discussione, va detto che la politica estera del Governo è orientata all'espressione di un ruolo attivo dell'Italia nell'ambito e attraverso le principali istituzioni multilaterali delle quali il Paese fa parte: l'ONU, l'Unione Europea, il Patto Atlantico.
La partecipazione alle missioni all'estero - come ha già illustrato il Ministro della Difesa, nell'ambito dell'intervento davanti alle Commissioni Difesa riunite di Camera e Senato del 4 e 5 luglio scorso - risponde ai criteri di giusta causa, di legittimazione della comunità internazionale e di proporzionalità tra i fini dell'intervento e i mezzi prescelti per lo stesso.
In tale quadro, la missione in Afghanistan trova fondamento e legittimazione nel pronunciamento delle Nazioni Unite, negli espliciti atti di indirizzo del Parlamento italiano e nei relativi provvedimenti legislativi di autorizzazione.
Il nostro è un impegno in una missione delle Nazioni Unite affidato alla NATO, e costituisce uno dei contributi del Paese alla risposta collettiva della comunità internazionale.
Tutte le missioni alle quali partecipiamo - compresa quindi quella in Afghanistan - si svolgono in un'adeguata cornice di sicurezza e di tutela della vita e della salute dei nostri militari e sono accomunate dal medesimo intento umanitario.
Tale intento si sostanzia, infatti, sia in azioni di aiuto immediato delle popolazioni, sia nel sostegno alla ricostruzione e allo sviluppo, nonché in termini di impegno della forza militare e di polizia, a garanzia di un adeguato quadro di sicurezza e di pacificazione.
Garantire vere condizioni di sicurezza nel Paese resta una delle condizioni necessarie per consolidare i risultati raggiunti, così come ha affermato Kofi Annan, aprendo la Conferenza di Londra del gennaio scorso.
Cito testualmente «è intenzione dell'intera comunità internazionale fornire assistenza all'Afghanistan, perché il paese possa consolidare i suoi passi verso la pace, la democrazia, la sicurezza quale presupposto di progressi su qualsiasi altro fronte».
In tale contesto, le risorse finanziarie impegnate per la missione in Afghanistan sono state calibrate per garantire il funzionamento del contingente impiegato in teatro.
È, pertanto, evidente che tali risorse siano, tra l'altro, opportunamente indirizzate ad assicurare la necessaria sicurezza dei nostri militari, a fronte dei possibili rischi e minacce connessi all'impegno.
La Difesa, oltre a provvedere ad un costante monitoraggio del livello di protezione dei nostri militari, garantisce anche in teatro afgano i materiali più adeguati per contrastare le minacce, intervenendo, ove fosse necessario, ad adeguare le capacità del contingente.


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ALLEGATO 2

5-00289 Bricolo e Caparini: Insediamento di una caserma degli alpini nelle province di Bergamo e Brescia.

TESTO DELLA RISPOSTA

In premessa alla questione affrontata con l'interrogazione in discussione, si fa rilevare come il Corpo militare degli Alpini costituisca una grande risorsa per la Difesa, ed in particolare per l'Esercito, per i valori, le tradizioni, l'identità e gli ideali che esso rappresenta e continuerà a rappresentare per il Paese.
L'Amministrazione, infatti, ha sempre tenuto in grande considerazione le tradizioni alpine della Regione chiamata in causa, la Lombardia, nella consapevolezza del forte legame storico che unisce questo prestigioso Corpo alle varie comunità locali.
Ciò premesso, l'Esercito, nell'ambito della progressiva trasformazione dello strumento militare in senso interamente professionale, sta attuando una riorganizzazione in chiave riduttiva della componente territoriale ed operativa.
Tuttavia, le Truppe Alpine, nonostante tali interventi riduttivi, continuano a mantenere il medesimo peso percentuale nel contesto delle Forze di Manovra.
Venendo, ora, all'auspicato trasferimento nella regione Lombardia di un Reparto Alpino, la questione è, come noto, da tempo, oggetto di costante attenzione.
Infatti, nell'ottica di realizzare una più equilibrata distribuzione delle varie unità nel Nord Italia, è stata individuata un'ipotesi di riconfigurazione e ridislocazione nelle Città di Brescia e di Bergamo del 2o Reggimento Artiglieria Terrestre «VICENZA», con sede attuale in Trento.
Il relativo provvedimento - di prevista attuazione per il 2008 (decreto legislativo del 28 novembre 2005, n. 253) - è, comunque, vincolato alla realizzazione di adeguate infrastrutture, che dovrà essere, così come era stato concordato nella precedente Legislatura, totalmente a carico delle rispettive Amministrazioni locali delle due città coinvolte.
A tal fine sono state avviate le riunioni tecniche tese a definire, nel dettaglio, modalità e tempi di realizzazione.
Nel merito, gli esponenti dei Comuni di Bergamo e di Brescia, tuttavia, in sede di analisi di uno specifico studio di fattibilità condotto dalla competente Direzione Generale dei Lavori e del Demanio, hanno manifestato alcune riserve relativamente all'impatto economico sui bilanci comunali, nonché all'individuazione delle aree da rendere disponibili per la realizzazione dell'insediamento militare.
Conseguentemente, l'esame della questione, che vedrà in futuro, comunque, il più ampio coinvolgimento istituzionale (Regione Lombardia, Province e Comuni di Bergamo/Brescia e Associazione Nazionale degli Alpini), è stato aggiornato, allo scopo di consentire alle Amministrazioni interessate di esperire le valutazioni di merito nei rispettivi ambiti e di proporre eventuali soluzioni alternative.
In proposito, quindi - fermo restando il citato vincolo relativo ai costi ed alla


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realizzazione - non resta che dare ampia assicurazione agli Onorevoli interroganti riguardo alla disponibilità e all'impegno con cui la Difesa continuerà a seguire la questione, nella prospettiva di dare il necessario impulso che consenta di addivenire ad una soluzione nel senso auspicato, in grado di soddisfare le esigenze delle Forze Armate e contestualmente andare incontro alle aspettative dei cittadini e dei loro rappresentanti istituzionali.


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ALLEGATO 3

5-00290 Cossiga e Valentini: Fornitura alle Forze Armate italiane di dispositivi elettronici per interdire l'attivazione a distanza di ordigni.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in discussione prendendo spunto da una presunta formalizzazione da parte delle Forze Armate Statunitensi di un contratto per la fornitura di 4000 apparati elettronici per l'interdizione degli ordigni improvvisati (RC - IED - Radio Controlled Improvised Explosive Devices), affronta la questione della protezione dei reparti militari italiani impiegati in Afghanistan.
In merito, inoltre, alla fornitura degli apparati, la stessa dovrebbe completarsi entro il mese di ottobre 2005.
Ciò detto, l'atto in questione è volto a conoscere «cosa abbia sin qui impedito alle Forze Armate Italiane di dotarsi di simili dispositivi».
A tal proposito, va evidenziato che l'Amministrazione militare ha già in essere numerose azioni volte ad incrementare ulteriormente le capacità di difesa e di sicurezza dei nostri Contingenti schierati nei teatri Operativi ed, in particolare, in quello afgano.
Le predette azioni includono sia la cessione dì sistemi da parte di nazioni Alleate, sia l'acquisizione e lo schieramento entro la fine del corrente anno nel Teatro Afgano di una nuova famiglia di sistemi di disturbo, per contrastare efficacemente la minaccia attualmente presente.
È comunque opportuno precisare che la scelta degli apparati più idonei dipende da numerose variabili, quali: il tipo di minaccia presente nello specifico Teatro, le tattiche adottate per le attività di pattugliamento dalle nostre Forze, gli automezzi su cui, eventualmente, i sistemi di disturbo devono essere installati.
Di conseguenza, non esistendo attualmente un disturbatore che possa soddisfare tutte le possibili esigenze, garantendo il contrasto completo della minaccia, non sempre i dispositivi acquisiti da una Nazione corrispondono in toto alle necessità operative di un'altra Nazione.
In altri termini, non vi è garanzia che il materiale, in dotazione ad una Nazione, come quello - secondo quanto ipotizzato - in via d'acquisizione da parte degli USA, possa essere impiegato con successo anche dai contingenti militari degli altri paesi schierati in Afghanistan.
Voglio comunque dare informazione che in data 19 settembre 2006, è stata avviata la procedura per l'approvvigionamento di sistemi disturbatori ed è stata richiesta un'offerta tecnico-economica a tre aziende tra cui anche l'azienda citata nell'interrogazione. Entro oggi le offerte dovranno essere consegnate e si procederà rapidamente all'individuazione e all'acquisto dei sistemi necessari.
In conclusione, si conferma che la protezione dei nostri militari dagli RC-IED è un aspetto che, pur con la dovuta riservatezza necessaria a non inficiare l'efficacia dei provvedimenti intrapresi ed in itinere, è costantemente seguito con la massima attenzione da parte della Difesa.


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ALLEGATO 4

5-00291 Rao ed altri: Possesso del patentino di bilinguismo da parte dei Carabinieri in servizio nella provincia di Bolzano.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in discussione è finalizzata a conoscere: quanti appartenenti dell'Arma dei Carabinieri, attualmente in servizio nella Provincia di Bolzano, siano in possesso del patentino di bilinguismo; se il patentino posseduto corrisponda al titolo di studio prescritto per l'accesso alla relativa funzione; la percentuale rapportata al totale della relativa categoria e dei partecipanti ai concorsi riservati per i bilingui di cui all'articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica n. 574 del 1988 dichiarati idonei negli ultimi tre anni.
A tal riguardo, l'articolo 33 del decreto del Presidente della Repubblica del 15 luglio 1988 n. 574, recante norme in materia di uso della lingua tedesca (e ladina) nei rapporti dei cittadini con la pubblica amministrazione e nei procedimenti giudiziari, prevede che, nel reclutamento del personale delle Forze di polizia, ivi compresa l'Arma dei Carabinieri, un'aliquota di posti debba essere riservata, in base al fabbisogno di personale occorrente per l'espletamento dei compiti d'istituto, ai candidati che abbiano un'adeguata conoscenza della lingua italiana e di quella tedesca.
La conoscenza della lingua italiana e di quella tedesca, adeguata alle esigenze del buon andamento del servizio, infatti, costituisce requisito per le assunzioni ad impieghi nelle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici in provincia di Bolzano (decreto del Presidente della Repubblica del 26 luglio 1976 n. 752).
L'accertamento della conoscenza delle lingue citate è affidato ad una o più commissioni, nominate con decreto del Commissario del Governo, che rilasciano attestati di conoscenza delle due lingue riferiti ai titoli di studio prescritti per l'accesso al pubblico impiego nelle varie qualifiche funzionali e categorie comunque denominate.
Ciò detto per fornire adeguato riscontro agli specifici quesiti, si rappresenta che gli appartenenti all'Arma dei Carabinieri bilingui, attualmente in servizio nella provincia di Bolzano, distinti per categoria sono:
3 Ufficiali che rappresentano il 9,3 per cento di quelli operanti nella provincia di Bolzano. I medesimi Ufficiali sono anche in possesso di attestato corrispondente o superiore al livello funzionale;
245 Marescialli che rappresentano l'89,4 per cento di quelli operanti nella provincia di Bolzano. Di questi 58 sono anche in possesso di attestato corrispondente o superiore al livello funzionale pari al 19,7 per cento;
154 Brigadieri che rappresentano il 68,4 per cento di quelli operanti nella provincia di Bolzano. Di questi 40 sono anche in possesso di attestato corrispondente o superiore al livello funzionale pari al 17,7 per cento;
359 Appuntati/Carabinieri che rappresentano il 70,4 per cento di quelli


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operanti nella provincia di Bolzano. Di questi 154 sono anche in possesso di attestato corrispondente o superiore al livello funzionale, pari al 30,2 per cento.

Con riferimento, infine, al concorso relativo all'anno 2004, su un totale di 860 posti messi a concorso per tutti i ruoli (Ufficiali, Marescialli e Brigadieri) di cui 66 riservati ai bilinguisti, sono risultati vincitori in 22.
Quanto all'anno 2005, su un totale di 1008 posti messi a concorso per tutti i ruoli, di cui 56 riservati ai bilinguisti, vi sono stati 17 vincitori.
Riguardo, invece, all'anno 2006, su un totale di 1000 posti messi a concorso per tutti i ruoli, di cui 115 riservati ai bilinguisti, non vi sono stati vincitori per il ruolo degli Ufficiali, mentre per gli altri ruoli le procedure concorsuali sono ancora in atto.