VII Commissione - Resoconto di giovedì 19 ottobre 2006


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INTERROGAZIONI

Giovedì 19 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali Elena Montecchi e il viceministro della pubblica istruzione Mariangela Bastico.

La seduta comincia alle 9.45.

5-00148 Ghizzoni ed altri: Interventi in merito alla sicurezza dei musei.

Pietro FOLENA, presidente, constata l'assenza del deputato Ghizzoni; si intende che abbia rinunciato alla sua interrogazione n. 5-00148.

5-00273 Barbieri: Organizzazione del premio della Fondazione Valentino Bucchi.

5-00282 Schietroma e D'Elia: Riduzione del contributo ministeriale al Premio della Fondazione Valentino Bucchi.

Pietro FOLENA, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo su identica materia, saranno svolte congiuntamente.


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Il sottosegretario Elena MONTECCHI risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

Emerenzio BARBIERI (UDC) si dichiara parzialmente soddisfatto della risposta del Governo. Ricorda che l'interrogazione in titolo richiama l'esigenza che le fondazioni ricevano contributi pubblici sulla base delle proprie esigenze e che, in particolare, la Fondazione Bucchi, data la propria autorevole attività, riceva uno stanziamento appropriato. Al riguardo, trattandosi di un problema delicato, reputa comprensibile e opportuno che nella risposta del Governo si faccia cenno al problema delle entrate a cui non corrispondono somme a consuntivo. Ribadisce quindi l'opportunità che il Governo verifichi la possibilità di trasferire maggiori stanziamenti a favore della Fondazione Bucchi.

Pietro FOLENA, presidente, prende atto che i presentatori dell'interrogazione n. 5-00282 rinunciano alla replica.

5-00263 Frassinetti: Tutela del patrimonio culturale e librario italiano.

Il sottosegretario Elena MONTECCHI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Paola FRASSINETTI (AN) si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta del Governo. Precisa che l'interrogazione in titolo deriva da una discussione svoltasi a un convegno a cui ha personalmente partecipato. Rileva, in proposito, che si registrano disagi sulla circolazione dei libri antichi e che, pertanto, trattandosi di una materia estremamente tecnica, è necessario fare chiarezza anche nell'ottica di una semplificazione della disciplina esistente.

5-00284 Bono: Assunzione, da parte di un rappresentante del Governo, della presidenza del Comitato per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi.

Il sottosegretario Elena MONTECCHI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

Nicola BONO (AN) si dichiara assolutamente insoddisfatto della risposta del Governo, che a suo avviso non ha colto il senso politico insito nell'atto di sindacato ispettivo presentato. Premesso che la risposta del Governo non si fa correttamente carico del problema posto dall'interrogazione e omette, altresì, di ricordare le sue dimissioni da presidente del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario del primo regolamento di tutela proprio perché ritenute dal medesimo incompatibili, ritiene inconcepibile che il sottosegretario Marcucci, all'atto dell'insediamento del comitato si sia proclamato presidente del comitato medesimo. Èstato, d'altra parte, istituito un comitato scientifico, la cui previsione, nell'ambito delle modalità organizzative dei comitati, appare incomprensibile e nuoce all'immagine del Comitato per le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi. Fa presente che la vicenda ha suscitato scandali nel mondo culturale e una protesta legittima in quanto configura una sorta di «occupazione politica» delle strutture del Comitato, che appare inopportuna oltre che illegittima. Esprime, quindi, il dissenso più totale per quanto sta accadendo ed invita il Governo ad agire al più presto affinché il sottosegretario Marcucci si dimetta dalla carica di presidente del Comitato, atteso che la sua permanenza confligge con le più elementari regole di deontologia istituzionale.

5-00246 De Angelis e Tranfaglia: Concorso per dirigente scolastico.

Il viceministro Mariangela BASTICO, rispondendo all'interrogazione, precisa


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preliminarmente che la procedura concorsuale riguardante il corso - concorso ordinario per dirigente scolastico, bandito il 22 novembre 2004 ha provocato una situazione di tensione e di contenzioso, che ha determinato la presentazione di ricorsi amministrativi. Al fine di rispondere alle preoccupazioni e nella prospettiva di definire una situazione per il futuro, ricorda che il disegno di legge finanziaria per il 2007 introduce disposizioni rilevanti volte a introdurre coerenza nella materia riguardante i dirigenti scolastici. Fa presente che la nuova disciplina prevede una delegificazione, alla luce di principi chiari e condivisibili, introducendo nuove modalità di reclutamento, che comporteranno altresì risparmi di spesa. Con riferimento infatti ai criteri per la ridefinizione delle procedure concorsuali di cui al comma 13 dell'articolo 66 del disegno di legge finanziaria, si prevede un periodo di formazione a tirocinio, di durata non superiore a quattro mesi, nei limiti dei posti messi a concorso, con conseguente soppressione dell'aliquota aggiuntiva del 10 per cento. Segnala che il comma 14 del medesimo articolo dispone poi in via transitoria la nomina sui posti vacanti dei candidati al concorso ordinario, bandito con decreto direttoriale 22 novembre 2004, dei candidati che abbiano positivamente superato il periodo di formazione e di coloro che hanno già superato le prove propedeutiche.
Ricorda d'altra parte che le proposte emendative approvate dalla Commissione cultura nel corso del disegno di legge finanziaria consentiranno di migliorare ulteriormente il tenore della norma e di coprire i posti disponibili, riducendo il precariato. Evidenzia in particolare che la norma che rende assimilabili il nuovo concorso riservato già bandito, alle medesime norme previste per il concorso ordinario, rappresenta una scelta importante che si colloca nella scelta strategica di ridurre il precariato nel contesto del piano di assunzioni previsto nella manovra finanziaria, che determinerà stabilizzazione nel mondo scolastico.

Nicola TRANFAGLIA (Com. It) si dichiara soddisfatto della risposta del rappresentante Governo, ricorda che l'interrogazione è stata presentata in data antecedente alla presentazione del disegno di legge finanziaria. Auspica quindi una rapida applicazione delle nuove norme per il reclutamento e la formazione, considerate le difficoltà in cui versa il settore dei dirigenti scolastici.

Pietro FOLENA, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 10.30.

SEDE REFERENTE

Giovedì 19 ottobre 2006. - Presidenza del presidente Pietro FOLENA. - Intervengono il sottosegretario di Stato per le politiche giovanili e le attività sportive Giovanni Lolli e il sottosegretario di Stato per le comunicazioni Luigi Vimercati.

La seduta comincia alle 10.30.

Delega al Governo per la revisione della disciplina relativa alla titolarità ed al mercato dei diritti televisivi.
Nuovo testo C. 1496 Governo, C. 587 Ciocchetti, C. 711 Giancarlo Giorgetti, C. 1195 Ronchi.
(Seguito dell'esame e rinvio - abbinamento della proposta di legge C. 1803).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, il 18 ottobre 2006.

Pietro FOLENA, presidente, comunica che è stata assegnata alla Commissione la proposta di legge C. 1803 Pescante ed altri, recante «Disposizioni in materia di titolarità dei diritti di trasmissione televisiva delle competizioni calcistiche professionistiche»; vertendo su identica materia, ne dispone quindi l'abbinamento al disegno e alle proposte di legge all'ordine del giorno.


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Nicola BONO (AN) ricorda che il suo gruppo, in occasione delle audizioni svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle vicende del calcio professionistico e successivamente all'atto della presentazione del disegno di legge delega da parte del Governo, ha ripetutamente posto un problema politico in relazione alla inaccettabilità di disciplinare una nuova normativa sui diritti di trasmissione televisiva dei campionati di calcio attraverso lo strumento della delega. Rileva, infatti, che tale modo di procedere si configuri come una vera e propria espropriazione delle prerogative parlamentari. Nel ricordare che nella precedente legislatura era stata presentata una proposta di legge a firma del deputato Ronchi volta a introdurre una nuova disciplina nella titolarità dei diritti televisivi, fa presente che, nel corso dell'esame del presente disegno di legge, i gruppi di opposizione hanno tentato di stimolare un confronto con le forze della maggioranza, allo scopo di addivenire alla definizione di un'iniziativa legislativa di merito che si sostituisse al disegno di legge delega. Ribadisce che il gruppo cui appartiene sarebbe stato disponibile a passare all'esame di un provvedimento nel merito, in sede legislativa, ma osserva che il Governo, insistendo nella iniziativa legislativa in esame, confonda il merito delle questioni con il metodo, atteso che una discussione che sarebbe condivisa nel merito da tutte le forze politiche rischia di determinare un dissenso proprio in ragione della scelta dello strumento legislativo della delega.
Sottolinea ancora che il testo in esame non recepisce i contenuti delle numerose proposte di iniziativa parlamentare all'esame della Commissione; è inaccettabile l'impostazione dirigistica del Governo in un ambito che potrebbe essere disciplinato in maniera appropriata dal Parlamento. Aggiunge, d'altra parte, che la scelta di utilizzare lo strumento della delega non corrisponde all'obiettivo di fornire al settore una disciplina in tempi rapidi, atteso che il provvedimento dovrà affrontare un esame parlamentare, che potrebbe non essere breve, considerato l'ostruzionismo che potrebbe essere opposto dai gruppi di minoranza. Ricorda d'altra parte che gli schemi dei decreti legislativi dovranno essere trasmessi al Parlamento per l'espressione del parere e che pertanto si rischia di arrivare alla fine del 2007 prima dell'emanazione definitiva di tutti i provvedimenti legislativi; al contrario un'iniziativa legislativa di merito potrebbe essere approvata anche entro la fine dell'anno. Non comprende, pertanto, la ragione per la quale il Governo insista per avvalersi dello strumento della delega, quando in materia c'è una convergenza sul merito, che faciliterebbe un rapido percorso parlamentare.
Preannuncia in ogni caso, anche a nome dei deputati del gruppo cui appartiene, la presentazione di emendamenti volti a modificare il provvedimento in esame, attraverso l'integrale sostituzione delle norme ivi previste. Ricorda, in particolare, che gli emendamenti sono finalizzati a sostituire integralmente le norme di delega con disposizioni immediatamente operative secondo taluni principi-guida tra i quali il riconoscimento della funzione sociale educativa dello sport; la cessione centralizzata dei diritti in capo al soggetto attuatore del campionato, ossia la Lega calcio professionisti di serie A e B; l'attribuzione di diritti di trasmissione televisiva alla Lega calcio senza contitolarità delle singole società, considerato che si può determinare una confusione nella gestione, mentre è necessario estendere alla Lega calcio i diritti commerciali relativi al mercato internazionale, con l'esclusione dei diritti di archivio e di gestione autonoma delle altre iniziative commerciali.
Appare, altresì, opportuno garantire la libera concorrenza tra gli operatori della comunicazione, allo scopo di salvaguardare i diritti dei consumatori e degli utenti e le esigenze delle emittenti locali in una competizione libera ed equilibrata. Al riguardo, osserva che il testo attuale non prevede in tale ambito la necessaria chiarezza, potendo pertanto risultare dannoso piuttosto che utile. Rileva inoltre l'opportunità di garantire equità nella gestione delle risorse derivanti dai diritti televisivi


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facendo sì che una quota sia destinata alla mutualità. Reputa infatti opportuno che si proceda alla ripartizione uguale per tutti i soggetti operanti nel settore per una quota e alla distribuzione della restante sulla base del bacino di utenza e dei meriti sportivi, sulla base di requisiti minimi fissati dalla legge, la cui attuazione è rimessa agli operatori del settore. Ritiene inoltre che l'equità nella gestione delle risorse derivante dai diritti deve fornire una risposta all'esigenza di riequilibrio sostanziale tra i soggetti, ferma restando l'autonomia della Lega calcio. Aggiunge che è necessario garantire un ruolo di vigilanza all'Autorità garante della concorrenza e del mercato e all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni nonché un ruolo sostitutivo del CONI, che interverrà nella ripartizione delle quote nel caso in cui la Lega non dovesse agire. Osserva che nella disciplina della titolarità dei diritti televisivi appare necessario garantire la certezza del diritto, il che implica una disciplina della fase transitoria per governare il passaggio dalla vecchia alla nuova disciplina. Richiama altresì l'esigenza di cancellare il fine di lucro per le società calcistiche sopprimendo alla radice uno dei problemi che ha generato gli scandali nel settore. Ritiene indubbio, infatti, che la gestione dei diritti televisivi unitamente alla finalità lucrativa delle società calcistiche ha determinato elementi perturbatori in tale materia.

Luciano CIOCCHETTI (UDC), nell'esprimere delusione per il fatto che la Commissione non sia riuscita a pervenire a un'intesa tra le diverse forze politiche in una materia condivisa, rileva l'opportunità di uno sforzo per uscire da una visione ideologica, atteso che il mercato dei diritti televisivi calcistici è un mercato in evoluzione anche in relazione all'applicazione delle nuove tecnologie. In assenza di tale visione prospettica, ritiene infatti si rischi di definire un provvedimento poco flessibile che, per un verso, non tiene conto delle evoluzioni in corso e, per l'altro, rischia di cristallizzare la situazione esistente della piattaforma satellitare unica. Rileva d'altra parte le difficoltà che il mercato ha attraversato nello sviluppo di nuove tecnologie, prima fra tutte il digitale terrestre, ribadendo la necessità di un intervento normativo flessibile in rapporto alle peculiari esigenze del settore nel cui ambito appare indispensabile garantire un'adeguata funzione di regolamentazione alle autorità indipendenti.
Nel dichiararsi d'accordo in ordine alla gestione centralizzata dei diritti televisivi dei campionati di calcio, che tenga conto della logica strategica del campionato, esprime dissenso peraltro sullo strumento della delega. Ritiene infatti che un'iniziativa legislativa di merito avrebbe consentito di fornire un'adeguata risposta ai problemi del settore, evitando quell'allungamento dei tempi, che inevitabilmente sarà prodotto dall'approvazione della legge delega e dei relativi decreti legislativi attuativi. Osserva, in proposito, che lo strumento della delega potrebbe essere utilizzato, allo scopo di regolamentare la disciplina televisiva, che appare oggettivamente complessa, stante la necessità di definire una normativa per la fase transitoria. Ribadisce, invece, il suo disaccordo nei confronti di una delega che regolamenti la parte normativa «sportiva» del provvedimento, mentre invece potrebbe essere limitata alle regole per il settore televisivo.
Aggiunge che l'articolo 1, comma 3, lettera d), rappresenta una norma dirigistica estremamente rigida, atteso che bisogna tenere presente il quadro di riferimento della situazione fino al 2010 e l'eventuale approvazione di una nuova legge sul sistema radiotelevisivo, che cambierebbe gli scenari. Al riguardo, ritiene che tale aspetto potrebbe essere modificato introducendo elementi di flessibilità nel cui ambito si dovrebbe assicurare un adeguato ruolo all'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Per quanto riguarda la ripartizione delle quote dei diritti, osserva che anche in questo caso occorre eliminare le rigidità presenti nel testo attuale affinché si configuri in maniera adeguata l'autonomia delle parti. Sottolinea poi che è necessario assicurare principi puntuali nell'attribuzione di una


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quota dei diritti in favore dei dilettanti e dei vivai. Tale proposta, comunque, deve inquadrarsi in una logica di flessibilità garantendo anche in questo caso la vigilanza dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato affinché sia assicurato il necessario controllo. Nel preannunciare che il suo gruppo presenterà emendamenti volti a modificare sostanzialmente il provvedimento in esame, si dichiara disponibile a un confronto affinché si definisca una disciplina che si traduca in una risposta certa al mondo del calcio. Pur apprezzando lo sforzo del relatore per avere tentato una mediazione fra tutte le forze politiche fino a questo momento, riterrebbe comunque si possa ulteriormente migliorare il testo attraverso un confronto sulle proposte emendative, soprattutto se come risulta informalmente, è possibile differire la calendarizzazione del provvedimento nei lavori dell'Assemblea dopo l'esame in prima lettura dei documenti di bilancio. Una eventuale posizione unitaria del Parlamento potrebbe infatti aiutare a riportare ad unità le esasperazioni e le tensioni che hanno attraverso il mondo del calcio negli ultimi mesi.

Mario PESCANTE (FI) si dichiara preliminarmente deluso per le modalità con le quali sta evolvendo l'iter parlamentare del provvedimento in esame. Ricorda che aveva auspicato un ritiro della delega da parte del Governo, allo scopo di pervenire a un testo nel quale si garantisse l'autonomia dello sport, considerato che appare inaccettabile un'impostazione dirigistica per definire una disciplina i cui destinatari sono soggetti privati. Fa presente che appare fondamentale affrontare il problema della ripartizione dei diritti televisivi, ma che il testo attuale non contiene nessun principio contenuto nelle proposte di legge di iniziativa parlamentare. Nel giudicare il nuovo testo non idoneo a garantire l'«autonomia dello sport», ritiene che con tale provvedimento il Governo tenti di introdurre piuttosto una politica dirigistica in un settore in cui ci sono in realtà altre urgenze, come ad esempio il problema delle società lucrative e la giustizia sportiva.
Ritiene, d'altra parte, non condivisibili le ragioni addotte dal Ministro per lo politiche sportive e giovanili sull'emanazione del provvedimento con il fine di porre rimedio agli scandali nel mondo del calcio. Nel giudicare inoltre improprio il richiamo alla dichiarazione del Consiglio europeo di Nizza del 2000, ricorda che in nessun Paese europeo si registra una tale ingerenza dello Stato nella gestione di una materia che invece dovrebbe essere più flessibile. Ricorda in particolare che Josè Louis Arnaut, nel corso della sua audizione presso la Commissione nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulle vicende del calcio, ha sottolineato l'opportunità di sostenere e proteggere l'indipendenza degli organismi sportivi attraverso proprio attraverso la self regulation e la self organization. Ribadisce quindi contrarietà al provvedimento in esame e alla logica che ne è alla base, riservandosi l'eventuale presentazione di emendamenti. Auspica, però, che in Commissione si possa riprendere un dialogo costruttivo tra tutte le forze politiche allo scopo di pervenire ad un testo che rechi un intervento complessivo e non limitato, colmando per esempio la previsione di poteri sostitutivi che nel testo attuale non esiste. Riterrebbe opportuno d'altro canto un conseguente differimento dei termini per riferire all'Assemblea in modo tale da non congestionare il dibattito.

Emerenzio BARBIERI (UDC), intervenendo sull'ordine dei lavori, considera necessario chiarire come la Commissione intenda organizzare i propri lavori in riferimento al prosieguo dell'esame.

Pietro FOLENA, presidente e relatore, avverte che al termine della seduta in sede referente si svolgerà una riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentati dei gruppi, anche allo scopo di definire l'organizzazione dei lavori per il seguito dell'esame del provvedimento.

Giuseppe GIULIETTI (Ulivo) ricorda innanzitutto che nella precedente legislatura


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non si giunse all'approvazione della proposta di legge presentata dal deputato Ronchi su analoga materia solo perché il gruppo di Forza Italia si dichiarò contrario, nonostante la disponibilità dei gruppi di centrosinistra. Non vorrebbe che anche questa volta, non appena si comincia a toccare il tema delle televisioni, ci fosse qualche richiamo a serrare le file, indipendente dalla condivisione o meno del testo. Sottolinea che un'analoga disponibilità esiste anche in questa fase, ma ancora una volta qualche incertezza giunge dal medesimo gruppo di Forza Italia. A prescindere dal merito, auspica che non si voglia in qualche modo ritardarne l'approvazione, magari soltanto per sperare di fare un unico provvedimento con la riforma Gentiloni svuotando di ogni contenuto quello in esame.
Nel merito, rileva che lo strumento della delega, di cui il precedente Governo ha senz'altro abusato, si configura in questa fase come l'unico metodo legislativo idoneo a rispondere alle esigenze di urgenza del settore, visto anche che l'iniziale disponibilità dell'opposizione al trasferimento dell'esame del provvedimento in sede legislativa si è poi rivelata solo strumentale. Sottolinea quindi che il provvedimento in esame, nel nuovo testo deliberato dalla Commissione come testo base, rappresenta una mediazione degli interessi in gioco mirando a un'intesa sulla ripartizione dei diritti televisivi in un mercato televisivo particolarmente concentrato, in cui il calcio avrà un ruolo trainante. Non considera peraltro centrale nel dibattito parlamentare che cosa farà o non farà la Lega calcio, pur ritenendo vi siano aspetti da tenere in debito conto anche in questo senso. Aggiunge che appare opportuno considerare la fissazione di un doppio tetto antitrust e l'attribuzione di poteri più forti alle autorità di regolazione. Rileva d'altra parte la necessità di considerare il ruolo dell'emittenza privata soprattutto in riferimento ai contratti di esclusiva già siglati.
Ritiene in particolare che sia necessario riconoscere la titolarità esclusiva dei diritti di archivio in capo a ciascun soggetto partecipante alla competizione sportiva, segnalando l'opportunità di una riflessione sul nuovo testo del provvedimento in esame attraverso un rafforzamento del ruolo e delle funzioni dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato e del suo apparato sanzionatorio. A questo proposito considera prospettabile, eventualmente, l'istituzione di un dipartimento per i diritti sportivi, sulla scorta di quanto accade presso l'autorità antitrust negli Stati Uniti. Occorre in ogni caso assicurare la tutela dei consumatori, anche garantendo l'accesso al mercato di nuovi operatori, ma nell'ottica di una disciplina sistematica. Osserva, infine, che proprio per garantire la fruibilità di taluni eventi a tutta la collettività, appare necessario aggiornare gli elenchi degli avvenimenti da trasmettere in «chiaro», ormai risalenti.
Auspica, in ogni caso, che l'esame parlamentare si concluda rapidamente attraverso uno sforzo ulteriore per pervenire a un'intesa, che comunque non allunghi ulteriormente i tempi di approvazione del provvedimento. Non vorrebbe infatti che l'eventuale ritardo determinasse l'inserimento del provvedimento in una dinamica politica dagli esiti imprevedibili, considerato che dovrebbe essere esaminato anche a breve, come ha già ricordato il disegno di legge di riforma del mercato televisivo.

Antonio RUSCONI (Ulivo), condividendo le considerazioni espresse dal collega Giulietti, rileva che i tempi di esame del provvedimento sono diventati stretti proprio perché si è accettata la proposta dell'opposizione di perseguire una strada alternativa a quella della delega, con l'esame in sede legislativa. Si è però riscontrato che, almeno per una parte delle forze di minoranza, questa apertura non ha significato nulla se non determinare un certo ritardo nell'esame del provvedimento, rispetto alle intese iniziali assunte dall'Assemblea. Ricorda infatti che, su richiesta del Governo, è stata dichiarata l'urgenza dell'esame del provvedimento; a questa delibera è necessario dare seguito, visto che la Commissione si è già fermata due mesi. Il nuovo testo adottato come


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testo base tiene comunque conto delle esigenze dell'opposizione anche se da quanto emerge dalle proposte di legge dei colleghi Bono e Pescante, vi sono notevoli differenze all'interno della stessa opposizione. È comunque il primo passaggio di un percorso lungo, in cui si delinea una cornice in cui inserire la successiva disciplina.
Ricorda che, come nella XIV Legislatura, sembra ripetersi un accordo sostanziale a favore della vendita centralizzata dei diritti, però con una più equa distribuzione oltre che con l'assegnazione di più risorse. Il nuovo testo tiene conto inoltre delle audizioni, svolte nell'ambito dell'indagine conoscitiva sul calcio, anche in considerazione del fatto che, a prescindere dagli ultimi eventi il mondo del calcio, rispetto al 1999, è in continua evoluzione. Auspica quindi un dibattito chiaro e trasparente anche sul tema delle norme transitorie.
Ribadisce quindi la disponibilità ad un confronto con le forze dell'opposizione che permetta di superare eventuali contrapposizioni ma senza che questo porti ad un inutile allungamento dei tempi di esame.

Mauro DEL BUE (DC-PSI) esprime soddisfazione innanzitutto per il fatto che il Ministero delle politiche giovanili e delle attività sportive metta mano ad una legge che disciplini i rapporti tra calcio e televisione. Evidenzia una situazione di difficoltà in cui versa lo sport in generale e il calcio in particolare, proprio in conseguenza dell'ingresso della pay per view. Dichiara di avere delle perplessità sull'utilizzo dello strumento della delega al Governo, ma è disponibile ad un confronto sul suo contenuto. In particolare, ritiene necessario che sul punto della mutualità non si trascuri il mondo delle altre categorie professionali, come la serie C1 e C2, oltre che quello delle società sportive dilettantistiche. Ritiene quindi in questo senso che il referente debba essere la Federazione italiana giuoco calcio e non la Lega calcio che rappresenta solo la serie A e B.

Pietro FOLENA (RC-SE), presidente e relatore, ricorda che nella scorsa legislatura a tanta attenzione sul documento conclusivo dell'indagine conoscitiva approvato all'unanimità dalla Commissione cultura ne è corrisposta poi poca da parte di quel Governo e della maggioranza di allora ai problemi del calcio. Ritiene che in questo caso sia invece necessario far andare di pari passo i due strumenti, che si completano vicendevolmente e che consentono alla Commissione di avere una visione completa del tema da affrontare. Ricorda poi che, pur essendo in generale sempre molto diffidente sull'utilizzo dello strumento della delega, vi è nella circostanza una certa giustificazione visto che si richiede uno strumento che abbia una certa flessibilità. Preannuncia innanzitutto che visto che nessuna delle proposte di legge reca disposizioni in materia di norme transitorie, è opportuno che nel corso dell'esame si affronti anche questo tema.
Ritiene però che non si possa pensare che, visto l'imminente avvio dell'esame del disegno di legge del ministro Gentiloni in materia di riforma della televisione, la disciplina dei diritti televisivi sul calcio entri in quel pacchetto normativo. Preannuncia a questo proposito la più ferma indisponibilità sul punto, ritenendo che in questo modo si lederebbe innanzitutto l'autonomia sportiva. Aggiunge che non è solo il Governo a collegare in un rapporto di causa-effetto gli eventi ultimi che hanno colpito il calcio e la disciplina in esame, visto che analoghi collegamenti sono contenuti nella stessa proposta di legge Pescante, in quella presentata dal collega Ciocchetti, nonché in quelle dei colleghi Ronchi e Caparini.
Ritiene comunque, e ancora una volta, che il tentativo di capire se si riesce a trovare una diversa soluzione, circoscrivendo il tema della delega a materie particolari, potrebbe essere utile. Certo è che se non si va in sede legislativa è perché il deputato Pescante ha legittimamente opposto un rifiuto a non superare preliminarmente alcuni punti di merito. Ricorda d'altro canto che la proposta Pescante parla di titolarità esclusiva in capo alle singole società e non di una vendita


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centralizzata, mentre le altre forze della minoranza, come UDC e AN, prevedono la titolarità esclusiva della Lega calcio nella vendita dei diritti televisivi. Due visioni quindi diametralmente opposte già all'interno della stessa coalizione. Sottolinea che il nuovo testo adottato come testo base dalla Commissione parte proprio dall'esigenza di sintetizzare queste due opposte esigenze, riconoscendo da un lato alle singole società il ruolo che le compete nella vendita dei diritti visto che sono i principali attori in questo processo; dall'altro assicurando alla Lega calcio una giustificata competenza, in considerazione del ruolo che riveste nell'organizzazione del campionato.
Concorda d'altra parte sul fatto che sull'autonomia sportiva non possa realizzarsi un intervento dirigistico. Per questo è stato superato il precedente criterio di riparto con la previsione non di una percentuale ma di una «prevalenza» di quota la cui determinazione dovrà essere poi decisa successivamente.

Mario PESCANTE (FI) non condivide però che sia il Governo ad indicarla.

Pietro FOLENA (RC-SE), presidente e relatore, precisa che il nuovo testo del disegno di legge del Governo rinvia al Governo solo l'adozione dei decreti delegati che individueranno nella disciplina definitiva un corretto riparto di competenze.

Il sottosegretario Giovanni LOLLI sottolinea innanzitutto che il Governo non intende rinunciare affatto ad una rapida approvazione del provvedimento in esame e che un eventuale rinvio del suo esame in Assemblea è giustificato solo da esigenze contingenti legate alla sessione di bilancio in corso di svolgimento. Conferma in ogni caso la disponibilità del Governo ad un confronto ulteriore in questo periodo di tempo per giungere ad una limatura di eventuali criticità.
Conferma innanzitutto che l'individuazione delle quote di vendita dei diritti televisivi dovrà essere fatta sulla base delle scelte degli organi intermedi. Ricorda comunque che in quasi tutti i Paesi europei vi è una ripartizione delle quote al cinquanta per cento; con il sistema previsto dal nuovo testo questo potrà addirittura diminuire. La proposta fatta dal Governo è d'altra parte molto apprezzata anche dal mondo del calcio, visto che è stata ovviamente confrontata con i rappresentanti del settore. La necessità di un intervento è richiamata anzi proprio da questi operatori visto che il mondo del calcio non è fatto solo da due squadre ma anche dalle altre 40 società che compongono la serie A e la serie B. Concorda in particolare con la proposta del deputato Del Bue, ribadendo che sulle modalità di riparto delle quote la decisione verrà assunta con il pieno confronto con gli organi del settore.

Pietro FOLENA (RC-SE), presidente e relatore, aggiunge che la stessa proposta Pescante presenta una ripartizione per quote molto rigida, che appare anche più dirigista di quella prevista nel nuovo testo del disegno di legge del Governo. Concorda d'altra parte sulla possibilità di un confronto anche sul tema dei poteri sostitutivi, verificando l'assegnazione ad una Autorità di garanzia già esistente, come l'Antitrust, di competenze specifiche sul tema dei diritti sportivi, anche con l'attribuzione di poteri sanzionatori e l'eventuale costituzione di un Dipartimento specifico competente sullo sport. Condivide infine l'esigenza di considerare il tema delle norme transitorie, allo scopo di tutelare e garantire i diritti derivanti dai contratti già stipulati, non forse con norme di rango primario, ma con strumenti più flessibili
Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 13.15.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 13.15 alle 13.45.


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ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 58 del 12 ottobre 2006, a pag. 85, seconda colonna, alla quarantaquattresima riga, sostituire le parole da «di rado» a «appartenenza» con le seguenti: «poco il merito e si avvale piuttosto di prassi procedurali»
Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 62 del 17 ottobre 2006, a pag. 145, prima colonna, alla ventitreesima riga, dopo le parole «precedente Esecutivo.» aggiungere le seguenti: «Per esempio per il FUS sono stanziati 444 milioni di euro per il 2007, 494 per il 2008 e 544 per il 2009, rispetto ai 294 previsti per il 2007 e 2008 dalla Finanziaria 2006; e in Tab. A e in Tab. B, rispettivamente, 92 milioni e 28 milioni circa per il 2007, rispetto ai 45 mila e ai circa 8 milioni di euro per lo stesso anno, previsti dalla Finanziaria 2006».