VIII Commissione - Resoconto di marted́ 5 dicembre 2006


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INDAGINE CONOSCITIVA

Martedì 5 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI.

La seduta comincia alle 10.20.

Indagine conoscitiva sull'industria del riciclo.

Audizione di rappresentanti del COREPLA.
(Svolgimento e conclusione).

Ermete REALACCI, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
Introduce, quindi, l'audizione, avvertendo che i rappresentanti del COREPLA hanno consegnato una documentazione, di cui autorizza la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna.

Cesare SPREAFICO, direttore generale del COREPLA, svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono, per porre quesiti e formulare osservazioni, i deputati Salvatore MARGIOTTA (Ulivo), Camillo PIAZZA (Verdi), Aleandro LONGHI (Ulivo) e Renato GALEAZZI (Ulivo).

Vittorio GHISOLFI, presidente del COREPLA, fornisce, quindi, ulteriori precisazioni.

Ermete REALACCI, presidente, ringrazia i rappresentanti dei COREPLA e dichiara conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 11.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.


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SEDE REFERENTE

Martedì 5 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Ermete REALACCI. - Intervengono i sottosegretari di Stato per le infrastrutture, Luigi Meduri, e per la solidarietà sociale, Franca Donaggio.

La seduta comincia alle 17.25.

Riqualificazione e recupero dei centri storici.
Testo unificato C. 550 Foti, C. 764 Iannuzzi e C. 824 Iannuzzi.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 28 novembre 2006.

Ermete REALACCI, presidente, comunica che sono stati presentati emendamenti al testo unificato delle proposte di legge C. 550, C. 764 e C. 824, adottato come testo base per il seguito dell'esame in sede referente (vedi allegato).

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, esprime parere favorevole sugli emendamenti Perugia 1.6, Lomaglio 1.2 e Perugia 2.2, di cui propone una nuova formulazione (vedi allegato); raccomanda, altresì, l'approvazione dei suoi emendamenti 1.10, 1.1 - identico all'emendamento Perugia 1.7 - e 2.1. Invita, quindi, i presentatori a ritirare gli emendamenti Rampelli 1.3, 1.4 e 1.5, Perugia 1.9 e 1.8, nonché gli articoli aggiuntivi Lomaglio 2.01 e Mereu 2.02, esprimendo altrimenti parere contrario.

Il sottosegretario Luigi MEDURI esprime parere conforme a quello del relatore, dichiarando, in particolare, che il Governo concorda con la proposta di riformulazione dell'emendamento Perugia 2.2.

La Commissione approva, quindi, l'emendamento Perugia 1.6.

Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza del presentatore degli emendamenti Rampelli 1.3, 1.4 e 1.5; si intende che vi abbia rinunciato.

La Commissione approva, quindi, l'emendamento Lomaglio 1.2.

Paolo CACCIARI (RC-SE), con riferimento all'emendamento Perugia 1.9, sottolinea che le proposte modificative in esso contenute sono ispirate a criteri di ragionevolezza, in quanto prospettano un ordine di priorità per i diversi interventi previsti dal testo unificato delle proposte di legge. In particolare, l'emendamento intende conferire carattere prioritario agli interventi sulle opere pubbliche o di interesse pubblico, per poi passare agli ulteriori interventi previsti. Si domanda, peraltro, se i fondi del provvedimento siano destinati anche agli immobili privati, non essendo chiaro - in tal senso - quale possa essere l'intento dell'attuale formulazione dell'articolo 1, comma 3, e, nello specifico, se ci sia una effettiva distinzione tra i beneficiari pubblici e gli eventuali soggetti privati.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, nel rilevare come l'ordine di priorità degli interventi possa anche avere un carattere soggettivo, segnala che l'ottica da cui il provvedimento parte è quella di favorire progetti integrati di carattere pubblico e privato, a prescindere dalla natura del bene da tutelare e valorizzare. In tal senso, ritiene che sia interesse di tutti quello di tutelare e recuperare anche i beni privati di grande pregio, ricercando sinergie e punti di collaborazione tra il settore pubblico e quello privato. In tale contesto, giudica evidente che le risorse statali e degli enti locali andranno a finanziare la parte pubblica degli interventi integrati, mentre i restanti finanziamenti saranno a carico dei privati.

Tino IANNUZZI (Ulivo) rileva che l'articolo 1, comma 3, del testo unificato in esame reca un contenuto inequivocabile relativamente agli interventi integrati a matrice pubblico-privata. Il provvedimento si fonda, infatti, su presupposti precisi, in


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quanto è finalizzato ad attrarre i capitali privati nella realizzazione degli intervento di recupero e valorizzazione dei centri storici. Fa presente, poi, che non si prevedono interventi «a pioggia», men che meno in favore di soggetti privati, poiché si privilegia l'ottica di destinare risorse finanziarie a interventi che possono beneficiare di quote di co-finanziamento.

Mauro CHIANALE (Ulivo), in relazione alla possibile riscrittura del comma 3 dell'articolo 1, rileva l'opportunità che gli interventi integrati prevedano, altresì, la conservazione del patrimonio edilizio da parte dei privati.

Rodolfo Giuliano VIOLA (Ulivo) rileva come gli interventi integrati a matrice pubblico-privata, al pari del bilanciamento tra risorse pubbliche e finanziamenti privati nell'attività di recupero e valorizzazione di determinate zone territoriali, sia già stata sperimentata nell'ambito della programmazione dei fondi strutturali comunitari destinati alle aree in ritardo di sviluppo e alle aree rurali.

Ermete REALACCI, presidente, ritiene che la finalità del provvedimento sia molto chiara: esso rimette, infatti, al comune il compito di proporre i progetti degli interventi integrati, valutando la percentuale di intervento da attribuire al settore privato. In tal senso, il comune - in quanto ente pubblico territoriale che attiva, con propria deliberazione, il progetto integrato - è l'unico soggetto titolato a beneficiare dei finanziamenti statali.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo) sottolinea che il testo in esame ha la chiara intenzione di coinvolgere gli attori pubblici e privati negli interventi di recupero e ristrutturazione edilizia. Rileva, quindi, l'opportunità che si chiarisca in che misura si applicheranno i provvedimenti attuativi di cui al comma 3 dell'articolo 2, con particolare riferimento alla definizione degli interventi ai quali verrà attribuita priorità nella ripartizione delle risorse.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, osserva che il suo emendamento 1.10 raccoglie, di fatto, i rilievi e i suggerimenti sinora formulati dai deputati intervenuti. Ribadisce, pertanto, l'invito al ritiro dell'emendamento Perugia 1.9.

Maria Cristina PERUGIA (RC-SE), nel concordare con quanto precedentemente rilevato dal deputato Cacciari, auspica che il relatore possa riflettere sulle modificazioni da apportare al comma 3 dell'articolo 1. Ritenendo, peraltro, che l'emendamento 1.10 del relatore possa sintetizzare il senso delle questioni poste, ritira il suo emendamento 1.9.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, raccomanda l'approvazione del suo emendamento 1.10, di cui torna ad illustrare brevemente le finalità.

La Commissione approva, quindi, l'emendamento 1.10 del relatore.

Maria Cristina PERUGIA (RC-SE), nell'illustrare il suo emendamento 1.8, rileva l'importanza della parte dispositiva di tale proposta, che contribuisce a chiarire la portata della norma. Ritiene, invece, che in questa sede si possa anche tralasciare il contenuto della parte consequenziale, relativamente alla realizzazione di un portale e di prodotti editoriali per la valorizzazione dei comuni di cui al comma 4 dell'articolo 1.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, pur comprendendo lo spirito delle questioni poste dal deputato Perugia, segnala la difficoltà di poter accogliere, nell'attuale formulazione, l'emendamento in questione, anche perché esso incide in misura rilevante su un testo sul quale si è faticosamente raggiunto un accordo in sede di Comitato ristretto.

Tino IANNUZZI (Ulivo) avverte che l'approvazione dell'emendamento Perugia 1.8 rischierebbe di «travolgere» l'istituzione del marchio in favore dei borghi antichi d'Italia. Invita, pertanto, a riflettere


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su una eventuale riformulazione dell'emendamento medesimo, che consenta di mantenere la condivisione unanime dei gruppi su tale aspetto del provvedimento.

Ermete REALACCI, presidente, alla luce delle significative questioni poste, propone di accantonare l'emendamento Perugia 1.8, nonché gli identici emendamenti 1.1 del relatore e Perugia 1.7, anch'essi riferiti al comma 4 dell'articolo 1, sul quale interviene il citato emendamento Perugia 1.8.

La Commissione concorda.

Maria Cristina PERUGIA (RC-SE) dichiara di accogliere la proposta di riformulazione del suo emendamento 2.2, come prospettata dal relatore.

La Commissione approva, con distinte votazioni, l'emendamento Perugia 2.2 (nuova formulazione) e l'emendamento 2.1 del relatore.

Angelo Maria Rosario LOMAGLIO (Ulivo), accogliendo l'invito formulato dal relatore, ritira il suo articolo aggiuntivo 2.01, riservandosi di presentare un apposito ordine del giorno nel seguito dell'esame del provvedimento.

Ermete REALACCI, presidente, constata l'assenza del presentatore dell'articolo aggiuntivo Mereu 2.02; si intende che vi abbia rinunciato.
Avverte, inoltre, che occorre ora passare agli emendamenti in precedenza accantonati e, in particolare, all'emendamento Perugia 1.8, in ordine al quale raccomanda la massima attenzione della Commissione, per non correre il rischio di limitare l'applicazione del marchio «borghi antichi d'Italia» ai soli insediamenti urbanistici previsti dall'articolo 1, comma 4, e non, anche, ai centri storici di particolare pregio artistico o architettonico.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), relatore, osserva che una eventuale riformulazione dell'emendamento Perugia 1.8, in precedenza accantonato, richiede una attenta valutazione da parte del relatore e, più in generale, un confronto informale tra gruppi, al fine di evitare di adottare soluzioni affrettate, che potrebbero compromettere la natura dell'intervento previsto dall'articolo 1, comma 4, con specifico riferimento al marchio «borghi antichi d'Italia». Ritiene, pertanto, opportuno un rinvio del seguito dell'esame ad altra seduta, da convocare possibilmente per la mattina di domani, nella quale si riserva di presentare una proposta che possa risolvere le questioni poste e assorbire anche lo spirito degli altri emendamenti precedentemente accantonati.

Ermete REALACCI, presidente, preso atto dell'orientamento unanime dei gruppi, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, che sarà fissata per la giornata di domani, al termine della discussione della risoluzione già iscritta all'ordine del giorno della Commissione.

Riduzione del disagio abitativo per particolari categorie sociali.
C. 1955 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato il 30 novembre 2006.

Gianpiero BOCCI (Ulivo), nel giudicare il presente provvedimento «non utile» per il Paese, ricorda che il decreto-legge n. 261 del 2006 è stato già oggetto di pesanti critiche da parte delle regioni, in quanto si ravvisava un recupero del ruolo gestionale dello Stato, marginalizzando la stessa posizione delle regioni. Ricorda che le osservazioni delle regioni e dei comuni, accolte in sede di Conferenza unificata, hanno portato a sostanziali modifiche, confluite nell'articolo 4 del testo in esame, e all'estensione, ai comuni ad alta tensione abitativa, della sospensione delle esecuzioni dei provvedimenti di rilascio per finita locazione degli immobili adibiti ad uso di abitazione. Considerato che lo scenario attuale richiede la necessità di evitare


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l'esecuzione di tali provvedimenti per talune categorie sociali particolarmente deboli, nonché l'esigenza di coniugare la sospensione delle procedure di esecuzione con la costruzione di nuovi alloggi, e che le regioni hanno maturato posizioni critiche sul debole impianto del decreto-legge n. 261 del 2006, rileva che, per quanto testé evidenziato, il provvedimento in esame avrebbe dovuto essere più organico, dovendo affrontare il problema cruciale delle politiche abitative e della riqualificazione urbana e confermando il ruolo di programmazione delle regioni. Il provvedimento, invece, nasce per fronteggiare solo la cosiddetta «emergenza sfratti».
Fa presente, altresì, che l'articolo 3 presenta un problema finanziario rilevante, in quanto non reca le necessarie risorse per far fronte alle sue finalità; occorre domandarsi, inoltre, cosa succederà nel caso in cui i comuni non predispongano il piano straordinario pluriennale per l'edilizia sovvenzionata e agevolata. Al riguardo, reputa preferibile allungare i tempi per la predisposizione di tale piano e consentirne la definizione alle regioni, in luogo dei comuni. Nella consapevolezza della serietà della questione evidenziata, rileva inoltre che esiste un serio problema legato al trascorrere del termine di otto mesi della sospensione delle procedure esecutive di rilascio degli immobili, posto che non è chiaro cosa succederà dopo tale data.
In conclusione, ritiene che occorra svolgere una riflessione approfondita sui problemi posti e porre l'accento su un'articolata programmazione in tale materia.

Il sottosegretario Franca DONAGGIO, nel ribadire la validità delle considerazioni svolte dal Ministro Ferrero nella seduta del 29 novembre 2006, sottolinea che il provvedimento è stato sollecitato dagli enti territoriali, che - pur avendo avanzato talune perplessità - convengono che si tratti di un atto necessario e urgente, che si muove nella direzione richiesta. Alla luce, peraltro, della odierna deliberazione da parte della Camera della procedura di urgenza, ritiene che ci siano tutte le condizioni affinché il provvedimento possa essere approvato al più presto.

Giuseppina FASCIANI (Ulivo), relatore, rileva che la deliberazione, adottata oggi dalla Camera, in favore della procedura di urgenza, intende non solo di fornire una risposta all'emergenza del disagio abitativo, ma anche avviare un percorso per discutere delle questioni testé poste dallo stesso deputato Bocci. Ritiene, pertanto, che si possano accogliere eventuali modificazioni tese a migliorare il testo, in modo da non stravolgere la risposta all'emergenza, ma da riavviare un percorso per il rilancio delle politiche abitative e dell'edilizia residenziale pubblica. Reputa, quindi, che la Commissione possa svolgere un buon lavoro, sia pure nei termini ristretti che la Camera ha inteso darsi, per affrontare tutti i problemi sul tappeto.

Ermete REALACCI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 18.40.