II Commissione - Resoconto di marted́ 12 dicembre 2006


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 12 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Li Gotti.

La seduta comincia alle 13.55.

Decreto-legge 283/2006: Interventi per completare il risanamento economico della Fondazione Ordine Mauriziano di Torino.
C. 1980 Governo.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Pino PISICCHIO, presidente, in sostituzione del relatore, onorevole Pierluigi Mantini, impossibilitato ad intervenire, avverte che il disegno di legge C. 1980 reca la conversione in legge del decreto-legge 23 novembre 2006, n. 283, adottato per completare il risanamento economico della Fondazione Ordine Mauriziano di Torino. Per quanto concerne i profili di competenza della Commissione Giustizia, a parte una norma intesa a chiarire i termini del trasferimento dei beni del disciolto Ente alla nuova Fondazione, rileva che il decreto-legge in esame proroga di un anno - e quindi sino al 23 novembre 2007 - le misure disposte dal decreto-legge n. 277 del 2004 per impedirne il fallimento, vale a dire il congelamento degli interessi sul debito e delle azioni di rivalsa dei creditori, ivi incluse le procedure esecutive. L'urgenza deriva dal fatto che, ove il decreto-legge non fosse intervenuto - la scadenza avrebbe comportato la ripresa dell'azione giudiziaria. Osserva che tale congelamento, di carattere assolutamente straordinario sul piano ordinamentale, sarebbe stato motivato dalla necessità di salvaguardare il


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patrimonio della Fondazione, consentendone la dismissione senza il gravame che deriverebbe dalla sua aggressione da parte dei creditori i quali, a loro volta, potrebbero complessivamente venire a disporre di una più capiente massa attiva. La ragione della proroga sta nella non facile tempistica necessaria per procedere all'alienazione di beni immobili di antichissima provenienza. Rammenta che il citato decreto-legge n. 277 del 2004 ha scorporato la parte sanitaria delle attività dell'Ente collegandola alla Regione Piemonte, lasciando tutto il patrimonio attivo a passivo alla Fondazione. Per quanto riguarda i beni storico-artistici, e in particolare le residenze sabaude, è stata prevista la costituzione di un'altra fondazione. Come noto, l'Ordine Mauriziano - le cui origini risalgono al XVI secolo - è stato sottratto, in virtù della XIV disposizione transitoria della Costituzione, dalla soppressione degli ordini cavallereschi proprio per la sua vocazione ospedaliera.
Ricorda altresì che, in sede di conversione del predetto decreto-legge, la Commissione ebbe ad apporre un'osservazione al parere favorevole nel senso di assicurare la piena tutela dei creditori in cui favore sia stato emesso titolo esecutivo. La proroga viene motivata nella relazione che accompagna il disegno di legge sulla base delle segnalazioni pervenute dal Commissario straordinario, nonché della relazione annuale predisposta dal Comitato di vigilanza. Dalla lettura di quest'ultima, tuttavia, si evidenzia che lo stesso Commissario avrebbe prospettato l'esigenza di una proroga di ulteriori due anni e non di un solo anno. Dalla relazione stessa, emerge peraltro che la massa passiva è stata accertata in circa 390 milioni di euro, mentre quella attiva - corrispondente al patrimonio della Fondazione - ammonterebbe secondo le stime effettuate a circa 240 milioni di euro, ivi inclusi però i beni indisponibili. Nel 2005 risultano dimessi beni agrari ed urbani per circa 18,5 milioni di euro. Segnala che l'esame di tali dati mette corposamente in dubbio che il differimento di un solo anno del congelamento di cui al citato decreto-legge n. 277 del 2004 possa condurre ad un'effettiva condizione di potenziale risanamento della Fondazione. Non può, peraltro, sottacersi che la straordinarietà del provvedimento, dagli incontrovertibili effetti distorsivi sulla tutela del credito, si giustifica nella misura in cui sia temporalmente limitata e prevedibile e faccia riferimento ad interessi costituzionalmente garantiti. È al riguardo da rilevare che ormai le prestazioni sanitarie sono assicurate in correlazione con la Regione Piemonte, per cui non sembrano più sussistere gli estremi che avevano assimilato il caso a quello del decreto-legge n. 341 del 1999 che sospese le azioni esecutive intraprese nei confronti del Policlinico Umberto I di Roma. Quanto ai beni storico-artistici, che sono comunque indisponibili, essi dovrebbero essere presto conferiti ad altra fondazione. Né appare invocabile la menzionata disposizione costituzionale, stante il suo evidente carattere transitorio ed essendo assolutamente impossibile sul piano sistematico interpretarla quale garanzia di eterna sopravvivenza dell'Ordine Mauriziano come se allora si trattasse di un organo di rilevanza costituzionale. Prende infine atto del fatto che al Senato un emendamento del relatore al disegno di legge finanziaria verte sulla stessa materia. Il contenuto di tale emendamento risulta peraltro più ampio ed in un certo senso più incisivo in relazione all'effettivo risanamento della Fondazione sulla base di un maggiore coinvolgimento della Regione Piemonte. La Regione, infatti, sarebbe autorizzata ad acquisire, a titolo oneroso ed ai valori di mercato, anche in blocco, beni di proprietà della Fondazione, in deroga al vigente regime vincolistico.
Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.


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ATTI DEL GOVERNO

Martedì 12 dicembre 2006. - Presidenza del presidente Pino PISICCHIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per la giustizia Luigi Li Gotti.

La seduta comincia alle 14.

Relazione concernente il piano straordinario pluriennale di interventi in materia di edilizia penitenziaria.
Atto n. 53.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 5 dicembre 2006.

Pino PISICCHIO, presidente, avverte che nel corso dell'esame sono stati formulati alcuni rilievi e richieste di chiarimento su cui invita a riferire il rappresentante del Governo.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI ricorda innanzitutto che la riformulazione del piano straordinario pluriennale - volta a realizzare sei nuovi padiglioni presso istituti già operanti - è stata motivata dalla necessità di impegnare gli stanziamenti nel corrente ciclo finanziario. Con riferimento alla nuova struttura penitenziaria nella città di Pordenone, rende noto che è allo studio anche l'eventuale trasformazione di una caserma militare dimessa e ribadisce - quale unico iter percorribile dal punto di vista legislativo, l'intenzione di inserire l'intervento in sede di comitato paritetico per l'edilizia penitenziaria, nell'ambito del programma di competenza del Ministero delle infrastrutture. Analogamente, allo stesso comitato sarà riproposta la realizzazione della nuova casa circondariale della città di Varese.

Paolo GAMBESCIA (Ulivo), ricollegandosi al dibattito già svolto da cui è comunque emersa la diversa destinazione dei fondi a disposizione, chiede ulteriori chiarimenti sulle nuove strutture da realizzarsi a Pordenone e a Varese.

Daniele FARINA (RC-SE), facendo riferimento all'intervento svolto nella precedente seduta dal sottosegretario Luigi Manconi, chiede ulteriori indicazioni in merito ai tempi di realizzazione delle nuove strutture.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI fa presente che, mentre per Pordenone sembra essere stata individuata una probabile localizzazione, per Varese è in corso una valutazione congiunta con l'Amministrazione comunale interessata.

Rosa SUPPA (Ulivo) esprime apprezzamento per la riformulazione del piano straordinario che risponde a sopravvenute esigenze urgenti manifestatesi nelle regioni meridionali, ritenendo che per nuove opere carcerarie sia più consono il ricorso alle procedure ordinarie. Nel sottolineare il dato positivo che deriverebbe alla capacità ricettiva del sistema penitenziario dall'attuazione del piano in termini di 1500 nuovi posti detentivi, condivide l'intento del Governo di evitare che gli stanziamenti in oggetto finissero in economia e fossero quindi sottratti all'originaria finalizzazione. Facendo infine proprie le preoccupazioni formulate circa il ritardo temporaneo nella realizzazione delle nuove strutture di Pordenone e di Varese egualmente importanti ed urgenti, invita il Governo ad una programmazione complessiva in materia di edilizia penitenziaria.

Enrico BUEMI (RosanelPugno) condivide la scelta compiuta dal Governo di valorizzare strutture esistenti piuttosto che di realizzarne di nuove, pur sostenendo che in prospettiva la pena detentiva dovrebbe essere limitata ai casi più gravi ed ai rischi per la sicurezza. Coglie l'occasione per auspicare una maggiore capacità di innovazione da parte delle istituzioni carcerarie, citando ad esempio il caso della Calabria, ove si sono ottenuti risultati


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migliori coinvolgendo nelle opere di riqualificazione gli stessi detenuti.

Gaetano PECORELLA (FI), nel chiedere al rappresentante del Governo quale sia l'anno di costruzione degli edifici carcerari da ampliare, richiama l'attenzione della Commissione sulla necessità di garantire la diffusione di una moderna concezione della vita carceraria, in cui siano privilegiati i luoghi comuni. Al riguardo, dissentendo dall'onorevole Buemi, ritiene che la scelta governativa di ampliare vecchie strutture invece di costruirne di nuove penalizzi tale finalità. Nuovi posti detentivi verrebbero infatti così addossati a strutture obsolete, con l'effetto di incrementare il disagio e di depotenziare lo scopo rieducativo.

Enrico BUEMI (RosanelPugno) precisa che si riferiva soprattutto alla validità rieducativi di ricorrere alle prestazioni da parte dei detenuti.

Il sottosegretario Luigi LI GOTTI fa presente che l'orientamento generale del Governo resta quello di procedere alla costruzione di nuovi istituti penitenziari, moti dei quali sono già in avanzato stadio di lavorazione. Ribadisce che la riformulazione del piano in oggetto è stata una scelta obbligata per impegnare stanziamenti in scadenza.

Pino PISICCHIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.20.

COMITATO DEI NOVE

Introduzione dell'articolo 613-bis del codice penale in materia di tortura.
C. 915-1206-1272-1279/A.

Il Comitato si è riunito dalle 14.20 alle 15.05.

AVVERTENZA

I seguenti punti all'ordine del giorno non sono stati trattati:

COMITATO RISTRETTO

Disposizioni in materia di intercettazioni telefoniche.
C. 1164 Migliore, C. 1165 Fabris, C. 1170 Craxi, C. 1344 Mazzoni, C. 1638 Governo, C. 1257 Nan, C. 1587 Brancher e C. 1594 Balducci.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI