IX Commissione - Giovedì 25 gennaio 2007


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ALLEGATO 1

Interrogazione n. 5-00574 Galeazzi: Attuazione del progetto per il numero unico europeo di emergenza 112.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come è noto in attuazione delle disposizioni comunitarie nel corso della precedente legislatura, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 4 agosto 2003, è stata avviata la fase propedeutica all'attivazione sul territorio nazionale del numero unico europeo di emergenza (112) volto a realizzare un servizio per la raccolta e la gestione centralizzata delle chiamate di emergenza.
In particolare, è stato costituito, presso il Dipartimento per l'innovazione e le tecnologie della Presidenza del Consiglio dei Ministri, un gruppo di lavoro composto da rappresentanti delle diverse amministrazioni interessate, con il compito di realizzare uno studio per l'analisi delle problematiche connesse all'avvio della sperimentazione e di definire, quindi, un piano di attuazione e di coordinamento delle conseguenti iniziative.
A seguito dell'approvazione dello studio di fattibilità del progetto, avvenuta nel marzo 2005, è stata, poi, costituita una struttura di missione denominata «Unità tecnico-operativa per l'istituzione del numero unico europeo di emergenza» per definire, organizzare e coordinare le attività necessarie all'attuazione del progetto, fornendo, altresì ai soggetti attuatori gli opportuni indirizzi amministrativi, organizzativi e tecnici.
In attuazione dell'articolo 127, comma 4, del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, il numero unico europeo di emergenza è stato individuato, con decreto del Ministro delle comunicazioni (Gazzetta Ufficiale n. 191 del 18 agosto 2006), quale servizio abilitato a ricevere le chiamate di emergenza provenienti dalle numerazioni 112, 113, 115 e 118.
Fino al termine della scorsa legislatura, tuttavia, la sperimentazione del numero unico si è bloccata a causa di problematiche organizzative e tecniche che l'attuale Governo si sta impegnando a superare per dare impulso all'attuazione del progetto.
Le maggiori difficoltà operative derivano, in particolare, dalla circostanza che l'avvio del progetto richiede il coinvolgimento di una pluralità di istituzioni pubbliche, centrali e locali, ai fini della necessaria integrazione delle tecnologie informatiche di hardware e software, telefoniche e radiofoniche, attualmente utilizzate dai singoli centri operativi di Carabinieri, Polizia e Vigili del fuoco.
In tal senso, il Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione ha avviato una proficua collaborazione con il Ministero dell'interno e con il Ministero delle comunicazioni che ha già prodotto un importante risultato. Il progetto è stato profondamente modificato rispetto all'impostazione precedente: si è ritenuto, infatti, di non procedere alla fase sperimentale ed all'attuazione di un call center di primo livello, ma di prevedere un unico numero di emergenza gestito dalle centrali operative già esistenti, dalle sale operative di Polizia di Stato, Carabinieri e Vigili del fuoco, che costituiscono il primo terminale per le segnalazioni di emergenza nella convizione che tale scelta possa ridurre significativamente i costi di avviamento e di formazione del personale, in quanto si prevede di utilizzare operatori


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già da tempo qualificati nella gestione delle emergenze. Tale scelta operativa si ritiene possa ridurre sia i tempi di realizzazione del progetto sia quelli di intervento per la gestione coordinata delle emergenze, a vantaggio della collettività rendendo possibile evitare un'ulteriore fase di sperimentazione e avviare la fase operativa del progetto entro la fine del 2007.
L'accelerazione appare necessaria anche al fine di dare risposta alle contestazioni della Commissione europea in particolare per quanto riguarda l'aspetto della messa a disposizione delle autorità incaricate dei servizi di soccorso di informazioni relative all'ubicazione del chiamante per le chiamate generate sia da terminale fisso, sia dai telefoni cellulari (articolo 26, paragrafo 3, della direttiva 2002/22/CE relativa al servizio universale e ai diritti degli utenti in materia di reti e servizi di comunicazione elettronica).
Va ricordato che l'articolo 36 del codice delle comunicazioni elettroniche, di cui al decreto legislativo 1 agosto 2003, n. 259 che ha trasposto nell'ordinamento nazionale, tra le altre, anche la direttiva 2002/22/CE suddetta, prevede che qualora risulti necessario modificare le condizioni relative alle autorizzazioni generali, il Ministero delle comunicazioni deve dare notizia dell'intenzione di procedere alle modifiche agli interessati, concedendo loro un congruo periodo di tempo (non inferiore a quattro settimane, tranne casi eccezionali) per esprimere le rispettive posizioni al riguardo.
Preso atto della necessità di assumere una iniziativa in tal senso, il Ministero delle comunicazioni ha tempestivamente provveduto alla costituzione di un tavolo tecnico, con la partecipazione dei rappresentanti del Ministero delle politiche europee e degli operatori, finalizzato all'esame delle proposte degli operatori stessi ed alla previsione delle tempistica per la realizzazione del servizio.
Proprio oggi 25 gennaio 2007, è fissata una riunione con gli operatori di telefonia fissa e mobile per la definizione di due documenti (relativi alle due tipologie di rete) - nei quali verranno indicate le modalità tecniche necessarie per fornire le informazioni relative all'ubicazione del chiamante - propedeutici alla effettuazione dei successivi adempimenti da parte delle altre amministrazioni coinvolte, al fine di arrivare all'attivazione graduale del servizio in questione su tutto il territorio nazionale.


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ALLEGATO 2

Interrogazione n. 5-00578 Raisi: Disservizi verificatisi presso il Centro meccanizzato di Poste italiane di Bologna.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si ritiene utile ricordare che il Ministero delle comunicazioni è legato alla società Poste da un contratto di programma che assicura al Ministero stesso - quale Autorità di regolamentazione del settore postale - una potestà di vigilanza per verificare il corretto espletamento del servizio universale, ma non consente al Governo di intervenire nella gestione, dell'azienda la quale, pertanto, organizza le proprie risorse secondo le logiche imprenditoriali ritenute più opportune.
Ciò premesso si fa presente che, al fine di disporre di elementi di valutazione in merito a quanto rappresentato degli onorevoli interroganti nell'atto parlamentare in esame, non si è mancato di interessare la società Poste.
La società ha precisato che la spedizione postatarget - consistente in 1.000 inviti ad una cena di Natale fissata per il 20 dicembre 2006, e per la quale entro il 15 dello stesso mese sarebbero dovute pervenire le eventuali prenotazioni - consegnata dal gruppo consiliare di AN del comune di Bologna al CMP (centro di meccanizzazione postale) della stessa città il giorno 7 dicembre, è stata accettata il successivo 13 dicembre a causa di alcune anomalie rilevate dagli addetti all'accettazione.
Stando a quanto riferito da Poste italiane, infatti, l'incaricato della ditta Mail express poste private srl che cura la spedizione della corrispondenza del Comune di Bologna, si sarebbe presentato al suddetto centro senza la distinta di accompagnamento e con il logo Postatarget illeggibile impedendo, in tal modo, qualsiasi controllo sull'autorizzazione.
Secondo la prassi è stato comunque consentito di scaricare il prodotto presso l'ufficio di accettazione del CMP senza tuttavia procedere alla spedizione, in attesa della presentazione della regolare documentazione.
L'incaricato del servizio pur provvedendo in seguito alla compilazione della distinta, ometteva di inserire riferimenti al codice del cliente ed, alle modalità del pagamento per cui il personale del CMP suddetto era costretto a richiedere chiarimenti al responsabile commerciale della ditta incaricata.
Il successivo giorno 11 dicembre - il primo lavorativo utile - l'addetto della società Mail express si ripresentava al centro postale per ritirare gli invii e modificare la modalità di affrancatura, provvedendo all'apposizione di un'impronta meccanica che certificasse l'avvenuto pagamento, mentre il giorno seguente (12 dicembre 2007) i responsabili del servizio commerciale confermavano agli uffici del CMP la validità dell'autorizzazione indicandone i dati di riferimento, comunicando altresì l'avvenuta adesione da parte del Comune di Bologna alla convenzione con la regione Emilia Romagna.
Nella stessa giornata i responsabili aziendali del CMP contattavano il comune di Bologna chiarendo le motivazioni alla base della mancata spedizione (logo illeggibile e carenza di documentazione) e concordando che la spedizione sarebbe stata accettata se ripresentata corredata dalla necessaria documentazione, nonostante il logo si presentasse non leggibile.
Il giorno 13 la ditta Mail express presentava al CMP la documentazione richiesta e nella stessa data il prodotto veniva avviato alla spedizione.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00515 Velo: Chiusura di due uffici postali siti nel comune di Portoferraio.

TESTO DELLA RISPOSTA

Si ritiene opportuno ricordare che a seguito della trasformazione dell'ente Poste italiane in società per azioni (delibera CIPE 18 dicembre 1997), il Governo non ha il potere di sindacare gli aspetti organizzativi riguardanti la gestione aziendale, anche sotto il profilo della gestione del personale, materie che rientrano nell'ambito dell'autonomia della società, la quale, tuttavia, è tenuta ad impostare i propri programmi strategici alla luce della vigente normativa che impegna la stessa società al conseguimento ed al mantenimento dell'equilibrio gestionale, nonché al raggiungimento di livelli di efficienza ed affidabilità del servizio paragonabili a quelli degli altri Paesi europei.
Al Ministero delle comunicazioni - quale Autorità di regolamentazione del settore postale - spetta il compito di vigilare sul corretto adempimento degli obblighi derivanti dallo svolgimento del servizio universale, tra i quali è previsto quello di assicurare che tale servizio venga effettuato su tutto il territorio nazionale secondo criteri di ragionevolezza.
Tale indeterminatezza normativa - sia a livello comunitario (direttiva 97/67/CE), sia a livello nazionale (decreto legislativo n. 261/1999 di recepimento della predetta direttiva) - in merito alla indicazione di criteri puntuali di accesso alla rete postale ed alla distribuzione degli uffici sul territorio non ha consentito finora di intraprendere azioni efficaci circa il rispetto degli obblighi di fornitura del servizio universale.
Per il superamento della problematica il Ministero ha avviato uno studio analitico e comparativo delle normative di regolamentazione del settore postale negli altri Paesi dell'Unione europea con particolare riferimento ai criteri adottati per la determinazione dei punti di accesso alla rete postale pubblica.
Ciò al fine di poter disporre di ogni utile elemento per l'adozione di un futuro provvedimento volto a regolamentare in maniera certa la dislocazione sul territorio degli uffici postali e delle cassette postali.
Relativamente alla questione in esame si significa che nel nuovo contratto di programma 2006-2008, in corso di approvazione, si intende garantire l'efficienza del servizio postale senza, tuttavia, intaccare la capillarità della rete soprattutto nei centri più piccoli e nelle aree geograficamente svantaggiate. In particolare lo schema di contratto di programma prevede che siano individuati - nel periodo di vigenza del contratto - d'intesa con la società, e sentito il Consiglio nazionale dei consumatori e degli utenti, i parametri relativi alla distribuzione degli uffici postali e dei servizi sul territorio, l'orario di apertura degli sportelli in relazione alle prestazioni richieste ed ai tempi di erogazione del servizio, in coerenza con gli impegni assunti dalla società Poste nella Carta della qualità.
Ciò chiarito in linea generale, per quanto riguarda la specifica situazione di Portoferraio (Livorno), la società Poste ha comunicato che in tale località sono presenti tre uffici postali: l'ufficio di Portoferraio ubicato in via Garibaldi nel quale sono operativi 5 sportelli con orario antimeridiano e 2 con orario pomeridiano,


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l'ufficio di Portoferraio 1, sito in via Carpani, e quello di Portoferraio 2, sito in piazza Carducci che operano con due sportelli ciascuno in orario antimeridiano.
Complessivamente, quindi nel comune in questione risultano giornalmente attivi 11 sportelli complessivamente, con una media di circa uno sportello ogni 900 abitanti a fronte di una media nazionale di uno sportello ogni 1.600 abitanti.
Stando a quanto riferito, tale situazione ha indotto la società Poste ad operare un intervento di ottimizzazione che, pur mantenendo un adeguato livello di offerta di servizi, mira ad assicurare alcune economie in termini di costi ed una migliore utilizzazione delle risorse disponibili.
A tal fine è stato previsto l'accorpamento dei tre predetti uffici presso una nuova sede ubicata in via Manganaro, atteso che non è risultata praticabile la soluzione di utilizzare i locali del centro storico stanti le carenze strutturali degli stessi, non eliminabili nemmeno attraverso l'effettuazione di interventi mirati.
Il nuovo ufficio sarà dotato di 7 sportelli e di una sala consulenza e sarà aperto con doppio turno lavorativo (con la prevista attivazione di 5 sportelli nel turno pomeridiano) garantendo all'utenza la possibilità di avvalersi di 12 sportelli complessivamente.
Tale nuova sede, inoltre, secondo quanto precisato da Poste italiane, è facilmente raggiungibile con i mezzi pubblici e dista circa 1,5 chilometri dal vecchio ufficio del centro storico.
A completamento di informazione la società Posta ha comunicato che a seguito della richiesta avanzata dal sindaco volta al mantenimento di un presidio all'interno del nucleo storico della città, è stata proposta l'istituzione, in via sperimentale per il periodo di un anno, di un ufficio satellitare mobile, ipotesi poi accantonata per volontà della stessa amministrazione comunale interessata.
Il 17 gennaio 2007, tuttavia, i responsabili locali della società Poste in un incontro avuto con il sindaco hanno ribadito la disponibilità dell'azienda a valutare eventuali nuove proposte che risultino in linea con l'obiettivo di contemperare le esigenze dell'utenza con la necessità di raggiungere una gestione economicamente sostenibile.
Ed invero, preso atto che il sindaco si è riservato di effettuare ulteriori ricerche di locali ubicati in posizione più centrale e considerato che la sede dì via Manganaro necessita di tempi piuttosto lunghi per il superamento di problemi di natura tecnico-amministrativa la situazione appare, allo stato, in fase di evoluzione.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00575 Beltrandi: Nuova normativa in materia di confisca di motocicli e ciclomotori.

TESTO DELLA RISPOSTA

Come evidenziato dall'onorevole interrogante, la sanzione accessoria della confisca del ciclomotore o del motoveicolo, ai sensi del novellato disposto dell'articolo 213, comma 2-sexies, si applica esclusivamente all'ipotesi in cui il veicolo sia stato utilizzato per commettere un reato, tali modifiche sono state introdotte dall'articolo 44 del decreto legge n. 262 del 2006 convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286.
Effettivamente le disposizioni contenute nel predetto decreto legge non hanno previsto alcuna disciplina transitoria per confische effettuate ai sensi della previgente normativa in materia, percepita come «illegittimamente espropriativa» della proprietà privata.
Giova sottolineare, come peraltro ribadito più volte dal Ministro dei trasporti, che l'Amministrazione è particolarmente attenta al problema della sicurezza stradale e, pertanto, sono in corso iniziative normative, di concerto con le Amministrazioni interessate, volte ad una revisione organica del Codice della Strada anche con riguardo a quanto rappresentato nell'interrogazione.
Infatti, sono in corso contatti con il Ministero dell'interno al fine di prevedere una norma transitoria per la disciplina giuridica dei ciclomotori confiscati secondo la precedente disciplina, allo scopo di evitare che, solo per questioni temporali, situazioni analoghe siano valutate in modo diverso.


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ALLEGATO 5

Schema di decreto interministeriale recante il riparto di contributi agli enti operanti nel settore della navigazione aerea (Atto n. 65).

PARERE APPROVATO

La IX Commissione (Trasporti, poste e telecomunicazioni),
esaminata la relazione sullo schema di decreto interministeriale concernente il riparto dello stanziamento iscritto nella stato di previsione della spesa del Ministero dei trasporti per l'anno 2006, relativo a contributi da erogare ad enti operanti nel settore della navigazione aerea (atto n. 65),
delibera di esprimere:

PARERE FAVOREVOLE