III Commissione - Resoconto di mercoledì 31 gennaio 2007


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COMITATO PERMANENTE SUI DIRITTI UMANI

Mercoledì 31 gennaio 2007. - Presidenza del presidente Pietro MARCENARO.

La seduta comincia alle 9.

Comunicazioni del Presidente.

Pietro MARCENARO, presidente, illustra una proposta relativa alle linee direttrici dell'attività del Comitato, che si articola in cinque aree di intervento: azione del Governo italiano in relazione alla promozione e alla protezione dei diritti umani nel mondo; azione delle organizzazioni internazionali in materia di diritti umani; audizione delle organizzazioni non governative e dei soggetti esponenziali delle realtà che subiscono violazioni dei diritti umani; cooperazione con gli organismi omologhi presso altri parlamenti; verifica delle convenzioni internazionali vigenti in materia di diritti umani alla luce dell'evoluzione della loro percezione nella società contemporanea. Nel rammentare altresì l'iniziativa assunta per l'indagine conoscitiva sulla violazione dei diritti umani nel mondo rileva come l'attività sopra delineata punti da un lato alla ricerca di contatti con interlocutori istituzionali e non governativi, dall'altro a creare una sede di elaborazione e confronto sul rapporto tra diritti umani e politica internazionale, alla ricerca del necessario equilibrio tra interessi e principi. Richiama infine la proposta avanzata dal Governo


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italiano per una moratoria universale della pena capitale, in vista della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite.

Patrizia PAOLETTI TANGHERONI (FI) raccomanda che il Comitato individui tra i propri interlocutori anche l'agenzia per i diritti umani europea nonché l'organismo del coordinamento delle organizzazioni non governative.

Sandra CIOFFI (Pop-Udeur) segnala l'opportunità di avere contatti regolari anche con l'UNICEF per affrontare le questioni inerenti l'infanzia, ma anche quelle inerenti le donne.

Claudio AZZOLINI (FI), nell'esprimere apprezzamento per le proposte formulate dal presidente, invita il Comitato ad una piena integrazione con l'attività che svolge il consiglio d'Europa e la sua assemblea parlamentare in modo particolare sui diritti umani. Considera altresì imprescindibile l'apporto delle organizzazioni non governative.

Marco ZACCHERA (AN), alla luce della necessità di impiegare efficacemente il poco tempo a disposizione nell'ambito dei lavori parlamentari, propone che ciascun componente del Comitato possa approfondire un aspetto specifico, mentre una tematica di carattere generale potrebbe essere oggetto di attenzione da parte del Comitato nel suo complesso.

Tana DE ZULUETA (Verdi), in ordine alla verifica delle convenzioni internazionali proposta dal presidente, precisa che esse non possano essere considerate datate. Ritiene opportuno audire in particolare il Commissario europeo per i diritti dell'uomo, mentre non considera particolarmente necessaria l'audizione del presidente dell'omologa Commissione dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa. Considera essenziale il rapporto con gli interlocutori istituzionali presso il Governo italiano, da non limitarsi al solo Ministero degli affari esteri. Raccomanda poi di tenere nella massima considerazione i rapporti annuali di Amnesty International e dell'Human Rights Watch. Facendo anche riferimento alla posizione assunta dal Parlamento europeo, segnala i gravi episodi di violazione e di diritti umani che hanno luogo in Libia - con particolare riguardo al caso della condanna delle infermiere bulgare - a suo avviso in contrasto con le aperture che il Governo italiano ha rivolto a quel Paese.

Margherita BONIVER (FI) raccomanda che il Comitato limiti al minimo indispensabile i contatti generali a livello istituzionale e si concentri soprattutto nell'effettuazione di missioni in alcuni luoghi-simbolo della violazione dei diritti umani nel mondo. Raccomanda altresì l'audizione dell'ex giudice costituzionale Fernanda Contri anche nella sua qualità di componente del «gruppo dei saggi» costituito dal Consiglio d'Europa per prospettare la sua riforma.

Ramon MANTOVANI (RC-SE) manifesta dubbi sulla metodologia di lavoro proposta dal collega Zacchera. Ribadisce la necessità di seguire con la massima attenzione l'attività delle reti mondiali che si occupano dei diritti umani come Amnesty International. Nel rammentare il proficuo lavoro svolto dal Comitato stesso nella scorsa legislatura, sotto la presidenza del collega Malgieri, invita a svolgere audizioni a cui possano fare seguito eventualmente atti di indirizzo ovvero di controllo da presentare in Commissione.

Patrizia PAOLETTI TANGHERONI (FI), dichiarandosi d'accordo con il collega Mantovani, ritiene che il Comitato debba costituire un luogo di sintesi degli apporti di tutti i componenti. Quanto alle convenzioni internazionali in materia, pur non considerandole datate, ritiene che comunque possano presentare lacune da colmare. Pur apprezzando il lavoro svolto nella precedente legislatura, invita a valutare qualche novità di metodo, esprimendosi in particolare a favore della proposta


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del presidente relativa ai nessi tra diritti umani e politica internazionale. Concorda altresì con l'opportunità di effettuare missioni all'estero.

Sandra CIOFFI (Pop-Udeur), approvando le proposte iniziali formulate dal presidente, suggerisce di individuare priorità tematiche o geografiche, che ciascun componente potrebbe eventualmente approfondire per relazionarne al Comitato. Nel condividere l'eventualità di effettuare missioni all'estero, si sofferma in particolare sull'emergenza che riguarda i diritti dei bambini.

Carmelo BRIGUGLIO (AN), nell'apprezzare il quadro generale formulato dal presidente, propone che l'attività svolta nella precedente legislatura sia oggetto di un attento esame da parte del Comitato. Nel concordare sull'opportunità delle missioni all'estero, ritiene che il tema di carattere generale che il Comitato potrebbe affrontare dovrebbe essere l'immigrazione.

Marco ZACCHERA (AN), osservando quanto sia difficile un ordine di priorità in questa materia chiarisce la sua proposta volta a razionalizzare il lavoro del Comitato, ritenendo che si dovrebbero privilegiare le emergenze, segnalandole alla pubblica opinione.

Pietro MARCENARO (Ulivo) nel ringraziare i colleghi per le indicazioni formulate, propone che il Comitato individui uno spazio di lavoro fisso nel calendario settimanale della Commissione. Sottolinea l'importanza di costruire un dibattito pubblico tematizzando le questioni inerenti i diritti umani non solo sotto il profilo giuridico, ma anche sotto quello politico. Prende atto della segnalazione emersa relativamente alla Libia e dichiara di volersene fare interprete presso l'Ufficio di Presidenza della Commissione.

La seduta termina alle 10.15.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 31 gennaio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il viceministro degli affari esteri, Ugo Intini.

La seduta comincia alle 15.05.

Sistema informativo per la sicurezza e segreto di Stato.
T.U. C. 445, Ascierto, C. 982 Zanotti, C. 1401 Naccarato, C. 1156 Mattarella, C. 1822 Ascierto, C. 1974 Galante, C. 1976 Deiana, C. 1991 Fiano, C. 1996 Gasparri, C. 2016 Mascia, C. 2038 Boato, C. 2039 Boato, C. 2040 Boato e C. 2070 Scajola.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Sergio MATTARELLA (Ulivo), relatore, osserva come il testo unificato, trasmesso dalla I Commissione come risultante dall'esame degli emendamenti, riformi incisivamente e significativamente la legge n. 801 del 1977, segnalandosi in particolare per l'organicità della struttura del sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica. La responsabilità politica primaria del Presidente del Consiglio è ribadita in virtù dell'attribuzione esclusiva dei principali poteri. Una novità è costituita dalla possibilità che l'autorità governativa da lui delegata possa essere anche un ministro senza portafoglio. Il Consiglio interministeriale per la sicurezza della Repubblica si compone in modo efficace, oltre che del Presidente del Consiglio, dei soli ministri dell'interno, degli esteri e della difesa. Il Dipartimento per le informazioni sulla sicurezza viene meglio delineato, anche per l'istituzione al suo interno dell'ufficio centrale per la segretezza, dell'ufficio centrale degli archivi, nonché della scuola di formazione di cui va sottolineato il rilievo in relazione alla complessità delle attuali minacce. Per la prima volta, sono poi statuite in modo


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preciso le garanzie funzionali, lo stato giuridico e le norme di contabilità, in modo da evitare il ripetersi di gravi episodi che in passato hanno suscitato viva preoccupazione. In particolare, si segnalano le disposizioni sull'opposizione della speciale causa di giustificazione, sull'identità di copertura, sulle attività simulate. Il controllo parlamentare viene altresì ulteriormente rafforzato. Il Comitato parlamentare assume la denominazione per la sicurezza della Repubblica e si accresce di due unità. Si sancisce il principio di affidarne la presidenza all'opposizione. Si riformula e si puntualizza, infine, la disciplina del segreto di stato, con particolare riguardo alle classifiche di segretezza.
Per i profili di diretta competenza della Commissione Esteri, segnala come il ruolo del Ministro degli Esteri sia significativamente riconosciuto in virtù dell'inclusione nel Consiglio interministeriale a composizione ridotta, nonché dell'informativa che può ricevere dal servizio per la sicurezza esterna. L'attuazione degli accordi internazionali - così come la cooperazione con i servizi esteri - è comunque prevista a carico di entrambi i servizi per la sicurezza esterna ed interna. Il coordinamento tra i due servizi, reso ancor più necessario dalle caratteristiche delle attuali minacce che chiamano in causa sia la sicurezza esterna che quella interna, risulta opportunamente rafforzato.
Formula conclusivamente una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Ramon MANTOVANI (RC-SE), pur preannunciando il suo voto favorevole sulla proposta di parere, segnala l'eccessiva genericità della formulazione relativa agli «interessi economico-finanziari strategici per la collettività» che sarebbero tutelati dal segreto di stato ai sensi dell'articolo 38 del testo in esame. Al riguardo, menziona a titolo d'esempio l'attività dell'ENI in Nigeria, dove, come noto, alcuni cittadini italiani sono ancora sequestrati. Fa poi riferimento alla possibilità che siano segretati accordi internazionali non stipulati dal Governo ma da altre autorità. A questo proposito, osserva come il testo proposto sia il frutto accelerato di una situazione di crisi quale quella determinatasi in relazione al caso di un sequestro di persona effettuato da servizi segreti stranieri sul territorio nazionale. Ritiene che entrambe le questioni meriterebbero ulteriore approfondimento sia presso la Commissione di merito che nel successivo esame in Assemblea.

Il viceministro Ugo INTINI, nell'apprezzare il senso delle considerazioni appena svolte dal deputato Mantovani, rileva come il testo all'esame della Commissione tenga conto dell'esperienza maturata circa la positiva collaborazione tra il Ministero degli affari esteri e i servizi di informazione per il contrasto delle sfide globali quali il terrorismo internazionale, la criminalità transnazionale, l'immigrazione clandestina e le armi di distruzione di massa. Ricorda come su base quasi giornaliera si svolgano regolari contatti tra i servizi stessi e gli uffici della segreteria generale del suo dicastero. Registra infine con favore il riconoscimento da parte della Commissione di merito di tale ruolo al Ministero degli esteri.

Sergio MATTARELLA (Ulivo), relatore, nel rispondere al collega Mantovani, osserva come la materia del segreto di Stato non rientri nella competenza della Commissione esteri, ma piuttosto in quella delle Commissioni affari costituzionali e giustizia. Rileva comunque come, rispetto alla precedente normativa della legge n. 801 del 1977, l'ambito di applicazione del segreto di Stato risulti ridotto in relazione all'ambito internazionale. Concorda tuttavia con il collega Mantovani sulla genericità della formulazione relativa agli interessi economico-finanziari e ne'auspica una definizione più precisa e perspicua.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 15.25.


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 31 gennaio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il viceministro degli affari esteri, Ugo Intini.

La seduta comincia alle 15.25.

Ratifica Accordo Italia-India di coproduzione audiovisiva.
C. 2071 Governo.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Sergio MATTARELLA (Ulivo), relatore, sottolinea l'importanza dell'accordo siglato con un paese importante come l'India per favorire lo sviluppo dell'industria cinematografica, nonché la crescita degli scambi economici e delle relazioni culturali, mediante la facilitazione della produzione in comune di film competitivi dal punto di vista commerciale sia nei rispettivi territori nazionali sia altrove. Nel rilevare come l'accordo in esame, pur ricalcando analoghi atti già in vigore con altri Paesi, rivesta particolare interesse in quanto l'India è uno dei maggiori produttori cinematografici mondiali, osserva che l'articolo 1 dell'accordo stesso precisa la definizione di «coproduzione» ed individua le autorità competenti. Si sofferma poi sull'importanza dell'articolo 6 relativo al regime linguistico, sottolineando l'opportunità dell'apertura a tutte le lingue indiane. Con riferimento all'articolo 11, avanza qualche perplessità sui margini di incertezza che la disposizione acquisterebbe ove fosse letta nell'ottica di una preventiva tutela dall'eventualità della censura. Illustra poi la norma relativa alla copertura finanziaria e conclude evidenziando il reciproco accrescimento di ruolo che Italia e India trarranno dall'accordo sul mercato mondiale della cinematografia.

Ramon MANTOVANI (RC-SE) condivide l'osservazione del relatore circa l'ambiguità della formulazione dell'articolo 11, da cui emergerebbe un ipotesi di censura pur meno grave di quella che risulta essere stata prevista in un analogo trattato firmato dall'Italia con la Repubblica Popolare Cinese.

Marco ZACCHERA (AN), preannunciando l'orientamento favorevole del suo gruppo all'approvazione del provvedimento, solleva perplessità sul fatto che sia la Commissione esteri a doversi pronunciare in sede referente su una materia che rientra assolutamente nella competenza della Commissione cultura. A suo avviso, il procedimento relativo ai disegni di legge di autorizzazione alla ratifica dei trattati internazionali andrebbe ripensato. Coglie l'occasione, infine, per ricordare criticamente i numerosi casi di produzioni cinematografiche italiane che hanno ricevuto contributi pubblici senza poi avere alcuna diffusione.

Il viceministro Ugo INTINI, nel prendere atto delle considerazioni svolte, sottolinea il particolare interesse dell'Italia a sviluppare la cooperazione cinematografica con l'India, nell'ottica dello sviluppo delle relazioni culturali e commerciali. L'accordo in esame contribuirà senz'altro ad una maggiore conoscenza reciproca, all'incremento della competitività dei rispettivi prodotti, nonché alla promozione del turismo. Evidenzia altresì la possibilità che si verifichino fruttuose contaminazione tra i diversi generi di spettacolo.

Umberto RANIERI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara chiuso l'esame preliminare del provvedimento, avvertendo che il testo sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei prescritti pareri, e ne rinvia quindi il seguito ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.


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INTERROGAZIONI

Mercoledì 31 gennaio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il viceministro degli affari esteri, Ugo Intini.

La seduta comincia alle 15.40.

5-00608 D'Elia: Sulla reintroduzione della pena di morte in Perù.

Il viceministro Ugo INTINI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

Sergio D'ELIA (RosanelPugno), replicando, si dichiara soddisfatto limitatamente alle iniziative assunte presso il governo peruviano dall'Italia e dall'Unione europea. Nel condividere l'opinione che la proposta di reintrodurre la pena di morte in quel Paese sia meramente propagandistica e che quindi non avrà successo anche a causa dei vincoli politici e costituzionali, pone tuttavia un problema di credibilità circa la politica estera italiana rammentando la coincidenza stridente tra il lancio della proposta relativa alla moratoria universale della pena capitale - di cui dà positivamente atto sia al Presidente del Consiglio che al Ministro degli esteri - e la firma dell'accordo per la riconversione del debito peruviano. Si dichiara invece insoddisfatto per la mancata esplicitazione di un impegno del Governo, ove mai il Perù reintroducesse la pena di morte, a riconsiderare almeno in parte i rapporti bilaterali e i relativi accordi.

Umberto RANIERI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento dell' interrogazione all'ordine del giorno.

La seduta termina alle 15.55.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 31 gennaio 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.55 alle 16.10.