XI Commissione - Resoconto di mercoledì 14 marzo 2007


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SEDE REFERENTE

Mercoledì 14 marzo 2007. - Presidenza del presidente Gianni PAGLIARINI. - Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e la previdenza sociale Antonio Montagnino.

La seduta comincia alle 14.30.

Sui lavori della Commissione.

Emilio DELBONO (Ulivo), intervenendo sui lavori della Commissione, propone che venga assunta un'iniziativa, su cui si augura vi sia l'unanime consenso dei gruppi di maggioranza e di opposizione, per esprimere solidarietà al sottosegretario per il lavoro e la previdenza sociale Rosa Rinaldi, in relazione al rinvenimento sul davanzale della sua sala riunioni al Ministero del lavoro di una stella a cinque punte con la scritta BR. Sottolinea come si tratti di un episodio molto grave, su cui sarebbe opportuna una presa di posizione della Commissione.

Antonino LO PRESTI (AN) condivide la proposta del deputato Delbono, che sul punto lo ha anticipato, in quanto occorre un pronunciamento netto di condanna da parte della Commissione dell'episodio verificatosi ieri al Ministero del lavoro, come peraltro di tutti i fatti che si inseriscono in una strategia terroristica purtroppo non ancora del tutto debellata.

Gianni PAGLIARINI, presidente, condivide l'opportunità di esprimere solidarietà al sottosegretario Rinaldi in relazione al grave episodio di cui è stata vittima.

Simone BALDELLI (FI) ritiene che la solidarietà personale, in casi come quello in discussione, sia naturalmente un atto dovuto, esprimendo invece perplessità in ordine ad una presa di posizione istituzionale della Commissione, che dovrebbe eventualmente riguardare tutti i casi di minaccia ed intimidazione terroristica.

Augusto ROCCHI (RC-SE) condivide la proposta del deputato Delbono, osservando come sia opportuna un'unanime presa di posizione sull'episodio, che naturalmente si inserisce in una condanna generale di tutti i fatti di terrorismo.

Antonino LO PRESTI (AN) osserva che, pur essendo condivisibili i rilievi del deputato Baldelli, nel caso di specie la vittima è un sottosegretario al lavoro, con il


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quale la Commissione è in diretto rapporto istituzionale.

Augusto ROCCHI (RC-SE) evidenzia come sia opportuna una presa di posizione della Commissione, in quanto l'episodio di ieri ha riguardato un rappresentante del Ministero del lavoro, dunque un ambito di attività istituzionale già duramente colpito nel passato da gravi fatti di terrorismo.

Il sottosegretario Antonio MONTAGNINO ritiene opportuno evidenziare che l'episodio di ieri è particolarmente inquietante, in quanto la minaccia terroristica torna ad essere rivolta ad un rappresentante del Ministero del lavoro, dopo i gravissimi episodi del passato di cui sono rimaste vittime preziosi collaboratori del medesimo Ministero.

Emilio DELBONO (Ulivo) ritiene che un presa di posizione della Commissione possa essere utile come segnale di discontinuità rispetto al passato, considerato che i familiari di vittime del terrorismo come i professori Biagi e D'Antona, quando i loro cari sono stati colpiti, hanno lamentato la solitudine in cui essi si trovavano.

Gianni PAGLIARINI, presidente, sulla base dell'orientamento unanimemente espresso dai gruppi, assicura che si farà carico di esprimere, a nome della Commissione, la solidarietà al sottosegretario Rinaldi.

Abilitazione alla professione di consulente del lavoro.
C. 2023 Pagliarini.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame.

Alberto BURGIO (RC-SE), relatore, rileva come la proposta di legge in esame intenda modificare la disciplina della legge n. 12 del 1979, recante «Norme per l'ordinamento della professione di consulente del lavoro», in modo da richiedere per l'ammissione all'esame di Stato per l'abilitazione alla professione di consulente del lavoro il possesso almeno di una laurea triennale nelle discipline riconducibili all'area giuridico-economica, ritenendo non più sufficiente il possesso di un diploma di scuola secondaria superiore secondo indirizzi riconducibili all'area delle scienze sociali.
Nella relazione illustrativa viene evidenziato che la categoria professionale dei consulenti del lavoro già da vari anni sta cercando di ottenere una modifica della disciplina vigente, in modo da introdurre un unico percorso di accesso alla professione che implichi il possesso almeno del titolo di laurea triennale; tuttavia i tentativi effettuati in tal senso finora non hanno raggiunto lo scopo, anche per la necessità di adottare un provvedimento di rango legislativo per innovare la disciplina di cui alla legge n. 12/1979. Nella medesima relazione viene precisato che attualmente la larga maggioranza (in particolare, circa l'80 per cento) di coloro che sostengono l'esame di Stato per consulente del lavoro è già in possesso almeno di una laurea triennale.
Pertanto l'articolo 1, novellando l'articolo 3, secondo comma, lettera d), della legge n. 12/1979, fermo restando il riferimento alle lauree quadriennali in giurisprudenza, in scienze economiche e commerciali o in scienze politiche conseguite secondo il «vecchio ordinamento», già presenti anche nell'attuale formulazione della norma, introduce per l'ammissione al medesimo esame di Stato la previsione del requisito del conseguimento di una laurea triennale o quinquennale riconducibile all'area giuridico-economica ovvero del diploma universitario o la laurea triennale in consulenza del lavoro. Viene quindi eliminata la possibilità di accedere al tirocinio per l'esercizio della professione di consulente del lavoro per coloro che siano in possesso, come previsto dalla vigente formulazione dell'articolo 3 della legge n. 12/1979, di un diploma di maturità di scuola secondaria superiore secondo indirizzi riconducibili all'area delle scienze sociali. L'articolo 2 dispone una dettagliata


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disciplina transitoria, in modo da salvaguardare coloro che abbiano già intrapreso il percorso per lo svolgimento della professione in base alle norme attualmente vigenti.
Si prevede quindi che coloro che, alla data dell'entrata in vigore del provvedimento, avessero già conseguito l'abilitazione per l'esercizio della professione sulla base del possesso del diploma di scuola secondaria superiore secondo indirizzi riconducibili all'area delle scienze sociali, possono iscriversi all'albo dei consulenti del lavoro di cui all'articolo 8 della legge n. 12/79 entro tre anni dalla stessa data (comma 1). Invece, ai soggetti che, pur non essendo in possesso dei requisiti relativi ai titoli di studio universitario previsti dalla nuova formulazione dell'articolo 3, secondo comma, lettera d), della legge n. 12/1979, alla data di entrata in vigore del provvedimento in esame hanno già completato il tirocinio o sono iscritti al registro dei praticanti ovvero hanno presentato la domanda di iscrizione nello stesso registro, si concede la possibilità di sostenere l'esame di Stato entro e non oltre il 31 dicembre 2013 (comma 2).
Al riguardo nella relazione illustrativa viene precisato che il limite temporale per sostenere l'esame di Stato di cui al comma 2 è fissato in considerazione della durata del tirocinio e della necessità di permettere a chi ha appena iniziato il medesimo tirocinio di avere un ragionevole periodo per poter sostenere l'esame di Stato.

Antonino LO PRESTI (AN) dichiara la condivisione del suo gruppo sulla proposta di legge in esame, finalizzata ad una migliore qualificazione dei consulenti del lavoro, che svolgono un'importante e delicata attività nell'interesse sia delle imprese sia dei lavoratori. Sottolinea come tale posizione si inserisca in quella del suo gruppo favorevole alla tutela ed allo sviluppo delle libere professioni, che rivestono un ruolo essenziale nell'economia e nella società.

Il sottosegretario Antonio MONTAGNINO avverte che il Ministero del lavoro è intenzionato a presentare un emendamento, in sede di conversione di un decreto-legge - che potrebbe anche essere il decreto legge presentato dal ministro Bersani sulle liberalizzazioni -, che sostanzialmente riproduce il contenuto del provvedimento in esame per quanto riguarda il titolo di studio necessario per lo svolgimento dell'attività di consulente del lavoro. La proposta emendativa del Governo affronta inoltre due ulteriori questioni inerenti, in primo luogo, l'autorizzazione ai centri elaborazione dati, ove assistiti sia pure da un solo consulente del lavoro, a fornire assistenza per le operazioni di calcolo e stampa in relazione agli adempimenti in materia di lavoro per aziende aventi fino a quindici dipendenti e, in secondo luogo, gli obblighi di residenza ai fini dell'iscrizione all'albo dei consulenti. Evidenzia come si tratti di innovazioni necessarie per porre rimedio ad una procedura di infrazione aperta dalla Commissione europea nei confronti dell'Italia.

Emilio DELBONO (Ulivo) evidenzia come il suo gruppo condivida il provvedimento in esame e ne auspichi una rapida approvazione, naturalmente valutando l'opportunità di proseguirne l'iter qualora il suo contenuto venga inserito in un emendamento del Governo.

Simone BALDELLI (FI) sottolinea la scorrettezza del comportamento del Governo, che continua a non rispettare il lavoro parlamentare della Commissione e a non fornire tempestivamente informazioni sulle iniziative che assume. Qualora poi l'emendamento dovesse essere inserito nel maxi emendamento al decreto-legge presentato dal Ministro Bersani sulle liberalizzazioni, sul quale si ipotizza che il Governo intenda porre la questione di fiducia, si dovrebbe registrare l'ennesima forma di disprezzo del lavoro parlamentare da parte dell'Esecutivo.

Il sottosegretario Antonio MONTAGNINO evidenzia come la presentazione di un emendamento ad un decreto-legge consenta un più rapido iter ad una norma su


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cui vi è largo consenso, sottolineando peraltro come ciò non corrisponda ad un mancato rispetto del lavoro parlamentare da parte del Governo.

Simone BALDELLI (FI) invita i deputati della maggioranza ad una riflessione relativa all'utilità di calendarizzare ed esaminare proposte di legge, considerato che il Governo procede per la propria strada senza tenere conto dell'attività parlamentare, il che gli è consentito anche da una valutazione dell'ammissibilità dei suoi emendamenti da parte delle Presidenze delle Camere ben più benevola rispetto a quella riservata agli emendamenti presentanti dall'opposizione.

Antonino LO PRESTI (AN) sottolinea come il suo primo intervento, precedente alle dichiarazioni del sottosegretario Montagnino, si fondasse sulla logica convinzione che il provvedimento in esame avrebbe potuto seguire un ordinario iter parlamentare; ora, invece, alla luce delle dichiarazioni del Governo relative ad un emendamento riferito ad un decreto-legge, con il medesimo contenuto della proposta di legge, ritiene sia doveroso sottolineare come l'atteggiamento del Governo sia poco rispettoso dell'attività della Commissione ed anche mortificante per il suo presidente, primo firmatario della proposta di legge. Precisa pertanto che, per quanto riguarda il suo gruppo - e naturalmente anche per gli altri gruppi dell'opposizione, ove siano d'accordo - l'iter della proposta di legge potrà utilmente e rapidamente proseguire soltanto se il Governo si impegnerà a non presentare il richiamato emendamento, esautorando così ancora una volta il Parlamento delle proprie prerogative.

Carmen MOTTA (Ulivo) apprezza la correttezza del Sottosegretario, osservando come la proposta di legge possa comunque proseguire il suo iter, che naturalmente si interromperà qualora un emendamento con il medesimo contenuto venga presentato dal Governo ad un decreto-legge per favorirne una più rapida approvazione. Osserva tuttavia che in tal caso dovrebbe esserne data tempestiva comunicazione alla Commissione e soprattutto al suo presidente, nella fattispecie primo firmatario della proposta di legge in esame.

Emilio DELBONO (Ulivo) ritiene si stia eccessivamente drammatizzando la discussione su norme che sono condivise nel merito e che l'iniziativa del Governo potrebbe condurre ad approvare in tempi più rapidi.

Il sottosegretario Antonio MONTAGNINO precisa che, sulla base di verifiche effettuate, l'emendamento cui ha accennato è riferito al decreto-legge n. 10 del 2007, recante disposizioni di attuazione di obblighi comunitari ed internazionali, all'esame del Senato.

Simone BALDELLI (FI), ribadita l'esigenza che il Governo tenga conto dei lavori della Commissione, propone di sospendere l'esame della proposta di legge, in attesa che il Governo dimostri la sua disponibilità a non sottovalutare i lavori parlamentari.

Gianni PAGLIARINI, presidente, evidenziata l'utilità delle norme in esame per la maggiore qualificazione della categoria dei consulenti del lavoro, ritiene che, essendovi sulla materia una generale condivisione da parte dei gruppi, sarebbe stato probabilmente opportuno consentirne il libero esame in sede di Commissione. Osserva quindi come si riproponga oggi una difficoltà di raccordo tra il Governo ed il Parlamento già manifestatasi in precedenti occasioni, su cui è pertanto opportuno richiamare l'attenzione per apportarvi i dovuti rimedi. Evidenziato infine come i rilievi emersi nel corso della discussione riguardino problemi di metodo, e non di merito, ritiene opportuno, per il momento, prevedere il proseguimento dell'iter della proposta di legge in esame.

Carmen MOTTA (Ulivo) osserva che, essendovi ampia condivisione nel merito,


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la proposta di legge potrebbe essere esaminata dalla Commissione in sede legislativa.

Antonino LO PRESTI (AN) invita i colleghi a valutare quanto limitato sia il numero delle leggi frutto di iniziativa parlamentare a causa dell'invadenza dei Governi che mortificano il ruolo dei parlamentari. Evidenzia come ciò accada anche nel caso della proposta di legge in esame, che avrebbe potuto essere approvata dalla Commissione in sede legislativa.

Angelo COMPAGNON (UDC) dichiara la condivisione del suo gruppo sul merito della proposta di legge, che potrebbe essere approvata in sede legislativa se il Governo rinunciasse alla sua inopportuna iniziativa emendativa riferita ad un decreto-legge, strumento che espropria il Parlamento delle proprie prerogative.

Emilio DELBONO (Ulivo) segnala che, sulla base di informazioni testé acquisite, il decreto-legge n. 10 del 2007 è stato approvato in prima lettura questa mattina dal Senato, in un testo che include le disposizioni in discussione.

Gianni PAGLIARINI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.40.