IV Commissione - Giovedì 22 marzo 2007


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ALLEGATO 1

Risoluzione 7-00145 Pinotti: Sull'ulteriore ferma annuale degli Ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei carabinieri.

NUOVO TESTO APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La IV Commissione,
premesso che:
in linea con la disciplina della trasformazione progressiva dello strumento militare in professionale, a norma dell'articolo 3, comma 1, della legge 14 novembre 2000, n. 331, il decreto legislativo 8 maggio 2001 n. 215, ha previsto, fra l'altro, anche per l'Arma dei Carabinieri la nuova categoria degli Ufficiali in ferma prefissata;
l'articolo 23 del decreto legislativo 8 maggio 2001 n. 215, come modificato dall'articolo 8 del decreto legislativo 31 luglio 2003, n. 236, ha riconosciuto la possibilità agli Ufficiali in ferma prefissata di permanere in servizio fino a «due anni e sei mesi»;
ai sensi dell'articolo 24, comma 6, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, gli Ufficiali in ferma prefissata, possono essere ammessi, a domanda, secondo criteri e modalità stabiliti con decreto del Ministro della difesa, ad un'ulteriore ferma di 12 mesi ovvero possono essere trattenuti in servizio per un ulteriore periodo di sei mesi, su proposta del Comando Generale e previo consenso degli interessati, per consentire l'impiego o la proroga dell'impiego nell'ambito di operazioni condotte fuori dal territorio nazionale o in concorso con le Forze di Polizie per il controllo del territorio nazionale;
sulla base di quanto stabilito dal citato decreto ministeriale, con decreto dirigenziale, tra l'altro, è fissato il numero degli Ufficiali che possono essere ammessi all'ulteriore ferma annuale, nell'ambito del contingente massimo di Ufficiali ausiliari da mantenere in servizio come forza media nell'anno di riferimento definito dalla legge di bilancio, ai sensi dell'articolo 21, comma 3, del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni;
tale decreto dirigenziale, puntualmente emanato negli anni scorsi, ha consentito agli Ufficiali dell'Arma dei carabinieri in ferma prefissata, aventi i requisiti fissati dal citato decreto ministeriale, di maturare un'anzianità di servizio non inferiore ai 36 mesi ossia un'anzianità corrispondente a quella che la disciplina introdotta dall'articolo 1, comma 519, della legge finanziaria per l'anno 2007, fissa come requisito minimo per accedere alle procedure di stabilizzazione ivi previste;
considerato che:
il decreto dirigenziale che stabilisce il numero di ufficiali che possono essere ammessi nell'anno 2007 all'ulteriore ferma annuale non è stato ancora emanato, nonostante l'articolo 12, comma 2, lettera a), della legge 27 dicembre 2006, n. 298 abbia fissato, per il medesimo anno, in 263 unità il numero massimo di Ufficiali ausiliari dell'Arma dei carabinieri da mantenere in servizio come forza media;
l'eventuale mancata emanazione del predetto decreto dirigenziale si risolverebbe di fatto in una ingiustificata preclusione per alcuni Ufficiali della possibilità di ammissione all'ulteriore ferma annuale e comporterebbe la sostanziale elusione


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della disciplina sulla stabilizzazione dei precari prevista dall'articolo 1, comma 519, della legge finanziaria 2007, con conseguente disparità di trattamento tra coloro che nel recente passato hanno potuto accedere all'ulteriore ferma annuale e coloro ai quali tale accesso verrebbe in ogni caso impedito;
il divieto di dar corso a nuovi contratti a tempo determinato di cui all'articolo 1, comma 419, della legge finanziaria per l'anno 2007 non risulta applicabile all'ulteriore ferma annuale, sia perché quest'ultima non darebbe luogo ad un nuovo rapporto negoziale, ma alla prosecuzione di quello sorto prima del 29 settembre 2006, come previsto dall'articolo 1, comma 519, della stessa legge finanziaria, sia perché il citato vincolo si riferisce esclusivamente alle amministrazioni che si avvalgono delle risorse del fondo di cui all'articolo 1, comma 417, della medesima legge finanziaria destinate a stabilizzazioni diverse da quelle previste dal predetto comma 519;
ritenuto pertanto che l'eventuale mancata emanazione del citato decreto dirigenziale potrebbe determinare un grave contenzioso in sede giudiziaria;

impegna il Governo

ad assumere le necessarie iniziative affinché sia emanato tempestivamente il citato decreto dirigenziale in attuazione dell'articolo 24, comma 6, lettera a), del decreto legislativo 8 maggio 2001, n. 215, e successive modificazioni, al fine di disciplinare l'ammissione all'ulteriore ferma annuale degli Ufficiali dell'Arma dei carabinieri in ferma prefissata che conseguono i trenta mesi di ferma nell'anno 2007;
a consentire agli Ufficiali in ferma prefissata dell'Arma dei carabinieri del sesto corso di beneficiare di un trattenimento temporaneo, al fine di consentire lo svolgimento delle procedure per la concessione dell'ulteriore ferma annuale.
(8-00043)
«Pinotti, Deiana, Papini, Crema, Galante, Evangelisti, Cossiga, Ascierto, Rugghia, Stramaccioni, Dato».


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ALLEGATO 2

Interrogazione 5-00868 Betta: sulla protezione antimissile dell'Europa e dell'Italia.

TESTO DELLA RISPOSTA

La questione oggetto dell'interrogazione in discussione sta avendo particolare evidenza mediatica, a seguito delle recenti dichiarazioni rilasciate al quotidiano inglese Financial Times dal Segretario Generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer, in merito al progetto statunitense d'installare un sistema di difesa antimissilistico in Europa.
La difesa missilistica si inquadra nel più generale concetto di «deterrenza» e prende atto dalla natura imprevedibile, asimmetrica delle nuove minacce provenienti dal terrorismo internazionale e dagli Stati proliferatori di armi di distruzione di massa. In questo quadro concettuale, si collocano i programmi portati avanti in ambito NATO e quelli sviluppati sul piano bilaterale con gli Stati Uniti e da alcuni Paesi europei.
Ciò detto, il sistema progettato dagli Stati Uniti prevederebbe, in particolare, l'installazione di un sistema radar nella Repubblica Ceca e di batterie di missili intercettori in Polonia.
L'amministrazione americana ha dato nuovo slancio ai programmi nazionali di difesa missilistica in un quadro concettuale che attribuisce maggior peso alla deterrenza negativa, cioè alla vanificazione degli obbiettivi dei potenziali aggressori.
Il progetto americano, inizialmente, concepito in funzione della difesa nazionale, è evoluto a programma volto a tutelare anche i territori e le popolazioni dei Paesi amici e alleati.
Gli USA hanno avviato il rafforzamento dei loro sistemi operativi dislocando sistemi di missili intercettori, sensori e radar in Alaska e California.
Analogamente, Washington intende dispiegare sistemi di difesa (prevalentemente radar per allertamento rapido, ma anche sistemi per l'intercettazione dei missili offensivi nella prima fase del lancio) anche in Polonia e Repubblica Ceca. I principali alleati sono stati incoraggiati ad associarsi ai progetti americani e sono state avviate cooperazioni con vari paesi, fra i quali, Italia, Giappone, Regno Unito, Danimarca, Australia, Israele, Olanda e Russia.
La difesa contro la proliferazione della minaccia missilistica è avvertita in seno all'Alleanza Atlantica come un'esigenza.
Da parte italiana, sul progetto dello scudo «antimissilistico», essendo esso un problema che riguarda la coesistenza e la stabilità e la sicurezza in Europa, siamo del parere che sia necessaria una riflessione per ricondurre la questione in una dimensione sinergica tra Unione europea e NATO, anche in riscontro alle recenti sollecitazioni delle stesse Repubblica Ceca e Polonia che, in relazione alle sopra citate installazioni, hanno fatto stato della loro volontà che esse divengano parte di un sistema di protezione «alleato».
In tale quadro, per l'Italia si conferma che sono in corso di sviluppo e di realizzazione, con finanziamenti nazionali, i sistemi missilistici «SAMP/T» (in collaborazione con la Francia) e «MEADS» (in collaborazione con la Germania e gli Stati Uniti).
Tali sistemi sono funzionali ad un progetto relativo alla protezione delle truppe rischierate e di obiettivi d'interesse strategico; per gli stessi, è prevista l'integrazione nel dispositivo di difesa missilistica Nato, per assicurare la protezione da missili balistici di teatro.


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ALLEGATO 3

Interrogazione 5-00869 Duranti: Sull'arsenale della Marina militare di Taranto e della sua sede distaccata di Brindisi.

TESTO DELLA RISPOSTA

La questione affrontata con l'interrogazione in discussione è oggetto di costante e notevole attenzione da parte dell'Amministrazione Difesa, nella consapevolezza dell'importanza che gli Arsenali rivestono quali strutture strategiche di supporto delle forze navali e quali rilevanti realtà socio-economiche locali.
A conferma della rilevanza che la Difesa annette a tali Enti è stata promossa recentemente l'istituzione di un gruppo di lavoro ad hoc per creare i presupposti per un esame compiuto della problematica che porti a delineare una proposta di progetto di riordino unitario e organico.
Ciò nella prospettiva di rivitalizzare l'attività e la gestione di tutti gli Arsenali e Stabilimenti di carattere tecnico/industriale della Difesa.
È, dunque, in tale contesto, che si inquadra anche la richiamata situazione dell'Arsenale di Taranto, che - si assicura - verrà opportunamente tenuta in particolare considerazione, anche alla luce dell'importanza strategica che tale Ente riveste per le attività operative della nostra Marina militare e della storica sinergia con la realtà territoriale locale.
L'attività del predetto gruppo di lavoro, pertanto, sarà indirizzata all'esame e a alla verifica sia del quadro normativo di riferimento, sia dei possibili interventi correttivi con gli strumenti attualmente disponibili, sia dei modelli gestionali alternativi.
Infatti, la questione in argomento è caratterizzata oltre che dal perdurare delle necessità di notevoli investimenti strutturali, anche da problematiche di natura tecnico-giuridica che richiedono gli opportuni approfondimenti, pure in ragione dell'inquadramento contrattuale del personale e delle modalità di gestione contabile.
In tale ambito, dunque, potrebbe assumere grande rilevanza il recente decreto interministeriale sulle permute, nella prospettiva di sviluppi futuri verso soluzioni univoche tendenti alza costituzione di Enti pubblici economici o di Società partecipate che, comunque, tengano conto dei criteri di contabilità industriale e della necessità di uno specifico comparto per il personale che preveda idonei criteri di incentivazione e mobilità.
In conclusione, si ribadisce il fermo intendimento di proseguire l'impegno finalizzato alla ristrutturazione organizzativa, tecnico-logistica, infrastrutturale e di rinnovamento tecnologico degli Arsenali, così da salvaguardare l'efficienza dello strumento navale, consentendo allo stesso di essere ancora in grado di rispondere alle prioritarie esigenze di difesa dello Stato, di tutela degli interessi nazionali e di rispetto degli impegni derivanti dalla partecipazione alle Organizzazioni Internazionali quali l'ONU, l'Unione Europea e l'Alleanza Atlantica.


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ALLEGATO 4

Interrogazione 5-00870 Gamba: Sulla riduzione dei reclutamenti nelle Forze armate.

TESTO DELLA RISPOSTA

L'interrogazione in esame prendendo spunto dalla revoca di un concorso per l'ammissione all'8o Corso Allievi Ufficiali, in Ferma Prefissata della Marina Militare, è finalizzato a conoscere «quanti e quali concorsi per il reclutamento di personale militare ... siano stati revocati o, comunque già previsti prima dell'approvazione della finanziaria 2007, non siano stati né saranno banditi».
L'interrogazione mira a conoscere gli effetti sull'organico di ciascuna Forza Armata e le conseguenze sulla funzionalità, efficienza e prontezza operativa dello strumento militare.
In primo luogo, si fa osservare che in relazione al taglio del 15 per cento delle risorse destinate alla professionalizzazione delle F.A., operato dall'articolo 1 comma 570 della «finanziaria 2007», è stato necessario rimodulare in chiave riduttiva la programmazione dei reclutamenti delle varie categorie di personale militare, già a partire dall'anno 2007. In particolare, si è operata una contrazione complessiva dei posti già banditi o da mettere a concorso, corrispondente a circa 5.000 unità rispetto alla programmazione originariamente prevista.
Conseguentemente la competente Direzione Generale per il Personale Militare - su indicazione delle singole Forze armate - ha ridotto i posti a concorso per gli arruolamenti ed ha revocato alcuni bandi di concorso emanati nell'anno 2006, che prevedevano i reclutamenti da effettuare nel corso dell'anno 2007.
Per l'esattezza, i bandi di concorso/reclutamento revocati, sono i seguenti:
concorso per l'ammissione di n. 200 Allievi Ufficiali in Ferma Prefissata all'8o Corso A.U.F.P. della Marina;
arruolamento di n. 110 Volontari in Ferma Prefissata di quattro anni (VFP4) nell'Aeronautica Militare;
arruolamento di n. 150 Volontari in Ferma Prefissata di un anno (VFP1) nell'Aeronautica Militare.
Ciò posto, la predetta consistente riduzione dei reclutamenti potrebbe avere riflessi sull'operatività e sulla funzionalità dello strumento militare, specie in considerazione del fatto che le minori risorse finanziarie ora disponibili per la professionalizzazione delle Forze Armate per l'intero periodo transitorio (fino al 2021) incideranno sulla regolarità dell'alimentazione dei ruoli e sui livelli organici fissati dalla legge per i ruoli del personale di truppa.
D'altro canto, si fa osservare in linea generale che le dinamiche dei reclutamenti del personale militare sono state concepite coerentemente con le disposizioni della normativa di settore sulla trasformazione dello strumento militare in senso interamente professionale su base esclusivamente volontaria, al fine di adeguare l'organizzazione militare alle riduzioni dei livelli organici (190.000 unità) stabilite dalla predetta normativa.
Come noto, tale delicato e complesso processo di trasformazione, tuttora in corso, è finalizzato al conseguimento di uno strumento militare adeguato alle nuove esigenze connesse al mutato quadro geo-strategico.


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Ciò significa puntare ad uno strumento militare rispondente al principio della multilateralità, in grado di essere pienamente inserito nei dispositivi delle organizzazioni internazionali a cui l'Italia partecipa.
Per completezza di informazione si evidenzia che, su incarico del Ministro della Difesa, è in corso un approfondimento concettuale da parte dello Stato Maggiore della Difesa di procedere ad una realistica riflessione in merito alla sostenibilità della struttura complessiva dell'attuale Modello di Difesa in relazione alle risorse disponibili, verificando inoltre la sua adeguatezza a rispondere agli impegni che scaturiscono dai dettami della Carta Costituzionale e dalle scelte del nostro Paese in tema di difesa e sicurezza.