V Commissione - Mercoledì 4 aprile 2007


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ALLEGATO 1

Aggregazione del comune di Lamon alla regione Trentino-Alto Adige (A.C. 1427).

DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL GOVERNO

I rapporti finanziari tra Provincia autonoma di Trento e Stato.

I principi generali che regolano i rapporti finanziari della Provincia autonoma di Trento con lo Stato sono disciplinati nel titolo VI dello Statuto (decreto del Presidente della Repubblica n. 670 del 1972). Le disposizioni contenute nello Statuto speciale sono state riformate con legge 30 novembre 1989, n. 386 e ulteriormente specificate in apposite norme di attuazione (decreto legislativo 16 marzo 1992, n. 268). I contenuti principali della normativa sono:
un sistema di finanziamento prevalentemente derivato da quello statale, che opera attraverso la devoluzione di quote fisse (anche in misura percentuale molto elevata, pari - talvolta - ai 9/10 del gettito fiscale riscosso sul territorio) di imposte e tasse statali riscosse a livello locale. In particolare è prevista:
la devoluzione dei proventi di una serie di imposte (imposta erariale sul consumo dell'energia elettrica, canoni per la concessione di grandi derivazioni di acque pubbliche) o di quote fisse di entrate tributarie di spettanza statale (imposte di registro, di bollo, tasse di concessione governativa, tassa di circolazione, imposte di consumo sui tabacchi, IVA, imposta di fabbricazione della benzina; altre imposte dirette o indirette), percepite sul territorio della Provincia (articoli 70, 71, 75 statuto);
l'attribuzione di una quota variabile di tributi, da determinare annualmente. Questa quota viene quantificata - con riferimento all'IVA relativa all'importazione riscossa nel territorio regionale - tenendo conto, in base ai parametri della popolazione e del territorio, delle spese per gli interventi generali che lo Stato effettua per la restante parte del territorio nazionale nei settori di competenza provinciale (articolo 78 statuto);
la facoltà di:
istituire propri tributi, in armonia con i principi del sistema tributario statale (articolo 73 statuto);
stabilire imposte e tasse sul turismo (articolo 72 statuto);
emettere prestiti interni da essa garantiti, per investimenti in opere permanenti (articolo 74 statuto);
il riconoscimento alla Provincia della competenza normativa in materia di finanza locale (articolo 80 statuto);
il riconoscimento dell'autonomia di spesa relativamente ai fondi affluiti in bilancio (articolo 83 statuto);
il riconoscimento in capo alla Provincia di un proprio demanio e patrimonio (articolo 68 statuto);
il riconoscimento alla provincia di un'autonomia di spesa molto ampia, che implica la partecipazione alla ripartizione di fondi speciali istituiti per garantire livelli minimi ed uniformi di prestazioni e l'acquisizione dei finanziamenti statali riservati alle Regioni, per il loro utilizzo autonomo (nell'ambito del settore di competenza) e secondo le norme provinciali di settore.


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In sintesi alla Provincia autonoma di Trento vengono devolute:
il provento totale dell'imposta sull'energia elettrica riscossa sul proprio territorio;
i 9/10 delle imposte di registro e di bollo e delle tasse di concessione governativa;
i 9/10 delle tasse di circolazione relative ai veicoli immatricolati nel proprio territorio;
i 9/10 dell'imposta di consumo sui tabacchi relativa al proprio territorio;
i 7/10 dell'Iva, esclusa quella relativa all'importazione, riscossa nel territorio regionale;
il 47 per cento dei 4/10 dell'Iva relativa all'importazione riscossa nel territorio regionale;
i 9/10 del gettito d'imposta sulla benzina, sugli oli da gas per autotrazione e sul gpl, erogati da distributori situati nei territori della provincia;
i 9/10 di tutte le altre entrate erariali, dirette e indirette, comunque denominate ad eccezione di quelle di spettanza regionale o di altri enti pubblici.

Di seguito sono riportati i dati sulle entrate come da Bilancio preventivo 2007 della Provincia Autonoma di Trento.

Trento - Entrate

 
migliaia
% entrate tot.
Entrate proprie 554.507 13,93
Entrate derivanti da devoluzioni di tributi erariali 2.820.250 70,86
Trasferimenti 295.244 7,42
Avanzo c. preced. 300.000 7,52
Totale 3.970.001 100

Fonte: Bilancio 2007, Provincia autonoma di Trento.

Principali effetti dell'aggregazione del Comune di Lamon alla Provincia autonoma di Trento.

Nella tavola sono indicate le stime sui principali effetti finanziari sul Bilancio dello Stato dell'aggregazione del Comune di Lamon alla Provincia di Trento.
La normativa che regola i rapporti finanziari tra Regioni e Stato presenta differenze significative tra Regioni a statuto ordinario e quelle a statuto speciale quanto a grado di decentramento fiscale e di competenze attribuite.
In particolare, il sistema di finanziamento della provincia autonoma di Trento è basato essenzialmente sulle compartecipazioni a tributi erariali. Si stima, quindi, una perdita di gettito pari a 1 milione e 400 mila euro.
Per quanto riguarda la spesa, a differenza di quanto avviene per le Regioni a statuto ordinario, sono totalmente a carico della Provincia le spese per la sanità, il pagamento del personale docente, il pagamento di trattamenti assistenziali mentre sono a carico dello Stato le risorse stanziate per le attività degli uffici giudiziari, militari, tributari, doganali e delle sedi degli istituti previdenziali e dei ministeri. Si stimano, quindi, minori spese pari a poco meno di 5 milioni di euro con un saldo positivo di più di 3 milioni di euro.


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Stima degli effetti finanziari derivanti dall'aggregazione del Comune di Lamon alla Provincia Autonoma di Trento.

 
migliaia
Minori entrate fiscali - 1.400
Minori spese  
- trasferimenti 700
- sanità * 2.213
- istruzione ** 1.900
Saldo + 3.413

(*) Minori trasferimenti che lo Stato effettuerebbe a favore della Regione Veneto per il finanziamento del servizio sanitario. La ripartizione delle risorse finanziarie destinate al SSN è oggetto di accordo nella Conferenza Stato-Regioni e, attualmente, viene effettuata sulla base della popolazione residente, della frequenza dei consumi sanitari per età, dei tassi di mortalità, degli indicatori epidemiologici territoriali. La voce include solo i trasferimenti e non i costi della strutture ospedaliera presente nel Comune di Lamon (cfr. in seguito) che conta circa 48 posti letti per recupero e riabilitazione funzionale.
(**) Costo sostenuto per il personale docente delle strutture scolastiche con sede nel Comune di Lamon; le spese per istruzione diverse dal costo del personale sono incluse nella voce trasferimenti.

Caratteristiche del Comune di Lamon.

Nelle tavole seguenti si rappresentano le principali caratteristiche del Comune di Lamon rilevanti ai fini della valutazione degli effetti della sua aggregazione alla Provincia autonoma di Trento.

Demografiche

 
Maschi
Femmine
Totale
Lamon-Indicatori 2005
% 0-19 15,1 13,6 14,3
% 20-64 61,9 52,5 57,1
% 65 e più 23,0 33,9 28,6
Vecchiaia (%) 214,4 349,1 279,9
Dipendenza (%) 34,7 60,1 46,7
Età media 45,9 50,7 48,3
Popolazione 1.623 1.699 3.322
Veneto
% 0-19 19,1 17,3 18,2
% 20-64 65,3 60,7 62,9
% 65 e più 15,6 22,1 18,9
Vecchiaia (%) 108,0 168,4 137,3
Dipendenza (%) 22,3 34,0 28,1
Età media 40,9 44,3 42,6
Popolazione 2.301.528 2.398.422 4.699.950


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Maschi
Femmine
Totale
Italia
% 0-19 20,2 18,0 19,1
% 20-64 63,2 59,8 61,5
% 65 e più 16,6 22,1 19,5
Vecchiaia (%) 111,2 166,0 137,8
Dipendenza (%) 24,3 34,3 29,3
Età media 40,9 44,0 42,5
Popolazione 28.376.804 30.085.571 58.462.375

Fonte: Istat, Statistiche demografiche
L'indice di vecchiaia è calcolato come rapporto tra la popolazione con età > 64 anni e la popolazione con età < 15 anni.
L'indice di dipendenza è dato dal rapporto tra la popolazione di età > 64 anni e la popolazione di età compresa tra i 15 e i 64 anni.

Gli indicatori demografici riportati nella tavola evidenziano che la struttura per età della popolazione di Lamon è sbilanciata verso le classi di età più anziane in confronto sia alla media della regione Veneto sia alla media nazionale - l'indice di vecchiaia è pari al 280 per cento contro il 137 per cento del Veneto e il 138 per cento dell'Italia; l'indice di dipendenza, che misura il peso della popolazione anziana sulle classi in età attiva, risulta molto più elevato della media del Paese.

Sanitarie e scolastiche.

Strutture presenti nel Comune
sanità 1 ospedale per recupero e riabilitazione funzionale, posti letto 48 nell'ambito ULSS2 di Feltre
scuola 2 strutture: 1 materna e una elementari e medie; 43 docenti

Trasferimenti dello Stato al Comune di Lamon per il 2007 (*)

Contributi 2007
Importo
in euro
Media
Pro Capite
Ordinario 471.059,07 143,75
Consolidato 87.809,23 26,80
Perequativo fiscalità locale 80.893,72 24,69
Compartecipazione IRPEF 63.584,53 19,40
Altri contributi generali 3.722,67 1,14
Altri contributi individuali 0 0


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Contributi 2007
Importo
in euro
Media
Pro Capite
Minimo garantito per servizi indispensabili (regioni autonome Valle d'Aosta e Friuli Venezia-Giulia 0 0
Funzioni trasferite decreto legislativo 112/98 (parte corrente) 1.507,65 0,46
Contributo nazionale ordinario per gli investimenti 0 0
Funzioni trasferite decreto legislativo 112/98 (parte capitale) 562,61 0,17
Contributo per sviluppo investimenti 75.171,01 22,94
Totale 784.310,49 239

Fonte: Ministero Interni
(*) i dati sono al lordo della riduzione operata sul fondo ordinario quale maggiore introito ICI presunto derivante dall'applicazione dell'articolo 2 del decreto-legge n. 262 del 2006 convertito in legge n. 286 del 2006.


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ALLEGATO 2

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante disposizioni in ordine al trasferimento delle strutture e delle relative risorse finanziarie, umane e strumentali dal Ministero per i beni e le attività culturali alla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Atto n. 77).

DOCUMENTAZIONE DEPOSITATA DAL GOVERNO

Per quanto concerne la presunta inadeguatezza a garantire l'invarianza degli oneri (ex comma 25-bis articolo 1 decreto-legge n. 101 del 2006) relativa alla riduzione della dotazione organica del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al corrispondente incremento della dotazione organica della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si fa presente che le risorse umane trasferite corrispondono al personale che ha garantito il funzionamento della struttura stessa.
Con riferimento alla quota di risorse trasferite ed imputate alla voce «funzionamento» si conferma che tali risorse sono quelle necessarie, e quindi adeguate, per il funzionamento della struttura stessa.
Per quanto attiene all'inquadramento di alcuni dipendenti nella posizione economica superiore, eventualmente acquisita all'esito delle procedure di riqualificazione, si fa presente che non si tratta di applicare alcuna disciplina contrattuale (sia essa comparto Ministeri o sia essa Presidenza del Consiglio dei Ministri), ma tale disposizione scaturisce dalla necessità di salvaguardare una legittima aspettativa che il personale ha maturato, in quanto il percorso di riqualificazione si è concluso da tempo. Pertanto quando l'aspettativa si concretizzerà sarà necessaria una integrazione da parte da questa Amministrazione cedente che dovrà tener conto delle nuove posizioni economiche acquisite dal personale.
Si rappresenta inoltre:

Articolo 1, comma 2. - Nel confermare che le risorse complessive già destinate allo svolgimento delle funzioni in materia di sport presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali vengono integralmente trasferite a seguito del presente provvedimento alla Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Articolo 3. - Riguardo alle possibili criticità derivanti dalla temporanea compresenza di una sperequazione dei trattamenti economici all'interno della Presidenza del Consiglio dei Ministri, occorre rammentare che nei processi di accorpamento relativi all'attuazione del decreto legislativo n. 300 del 1999 la questione è stata spesso affrontata in sede di rinnovo dei contratti nazionali, quando si è provveduto ad attenuare le differenze tra le indennità di amministrazione del personale interessato. In altri casi, il riallineamento è stato effettuato senza fare ricorso alle risorse per i rinnovi contrattuali, ma più semplicemente utilizzando gli stanziamenti del Fondo Unico di Amministrazione. Tale metodologia può essere seguita anche dalla Presidenza, visto l'esiguo numero del personale interessato.
Le suddette considerazioni vanno richiamate anche con riferimento alle perplessità sollevate per il passaggio delle posizioni di organico. A tal fine si fa, inoltre, presente che tali posti attengono


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alle unità effettivamente adibite allo svolgimento delle funzioni individuate dal decreto-legge ed in servizio presso le strutture transitate alla medesima Presidenza. In altri termini, si tratta della provvista di posti necessaria al funzionamento delle suddette strutture, che costituiscono risorse a tutti gli effetti.

Articolo 4. - Con riferimento al trasferimento delle risorse finanziarie, si fa presente che queste ultime sono state individuate con riferimento allo stato di previsione della spesa del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, tenendo conto del personale trasferito (di cui una unità proveniente dal Gabinetto del Ministro e quindi imputabile al CdR n. 1 e le altre all'ex CdR n. 14 - ora n. 12 a seguito della riorganizzazione del MIBAC di cui al decreto-legge n. 262 del 2006, convertito dalla legge n. 286 del 2006, che ha ridotto da 14 a 12 i Centri di Responsabilità del medesimo Dicastero) nonché delle spese di funzionamento imputabili al Servizio I della Direzione Generale per lo Spettacolo dal vivo e lo Sport. Peraltro, in ordine alla congruità delle risorse trasferite si rappresenta che quest'ultime, ai fini del rispetto dell'invarianza finanziaria, debbono necessariamente coincidere con quelle inerenti le funzioni trasferite.
In ordine alle modalità di stipula degli accordi indicati dalla norma per il trasferimento delle risorse strumentali, si fa rinvio alle amministrazioni interessate.

Articolo 5. - Va premesso che da quanto appurato presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali le unità interessate al trasferimento non sono attualmente coinvolte in procedure per le cosiddette progressioni verticali. Inoltre, con riferimento alla possibilità che a seguito delle procedure di riqualificazione possano verificarsi situazioni soprannumerarie nell'organico della Presidenza del Consiglio dei Ministri, si fa presente che tale possibilità può essere esclusa in quanto viene espressamente previsto il trasferimento delle posizioni di organico occorrenti.
Con riferimento al comma 6, si rappresenta che l'invarianza finanziaria del provvedimento è assicurata dal trasferimento delle risorse umane e finanziarie già previste per l'espletamento delle funzioni trasferite. Pertanto, al termine della posizione di comando dell'unità proveniente dal Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, la Presidenza del Consiglio dei Ministri potrà valutare la possibilità provvedere alla sua sostituzione con analoga posizione.


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ALLEGATO 3

Interrogazione n. 5-00894 D'Elpidio: Promozione della zona franca urbana nella città di Napoli.

TESTO DELLA RISPOSTA

In via generale, in merito alle iniziative adottate per l'individuazione e la perimetrazione delle aree alle quali si applicherebbero le disposizioni in materia di zone franche urbane (ZFU) di cui alla legge n. 296 del 2006 (articolo 1, commi 340 e 341 - legge finanziaria per il 2007), si evidenzia che il competente Dipartimento del Ministero dello sviluppo economico, sta conducendo una attività di analisi e di istruttorie necessarie all'attuazione di quanto disposto dalla suddetta legge.
Nell'ambito di tali attività, è in fase di preparazione una Proposta preliminare per l'attuazione delle Zone Franche Urbane, in cui vengono specificate alcune caratteristiche generali delle suddette zone, includendo alcune opzioni e ipotesi per la loro individuazione e programmazione che investono, tra gli altri, i seguenti aspetti tecnici:
1. Indicatori e procedure per l'identificazione/delimitazione delle aree;
2. Possibili unità spaziali e amministrative di riferimento per la perimetrazione delle ZFU;
3. Stime sul numero e estensione demografica delle ZFU finanziabili alla luce delle risorse disponibili;
4. Ipotesi su strumenti finanziari propri delle ZFU per il sostegno alle imprese;
5. Tipologia di imprese ammissibili e eventuali indicazioni su strategie di targeting settoriale;
6. Ipotesi di co-finanziamento regionale, e di integrazione delle risorse per le ZFU con altri programmi di investimento nelle medesime aree urbane;
7. Analisi delle esigenze di accompagnamento, monitoraggio e valutazione dell'attuazione delle ZFU, sia a livello centrale che locale.

Alcuni di questi temi sono stati discussi con l'Istat, chiamata a pronunciarsi sugli aspetti tecnici di sua pertinenza (in particolare, possibili fonti statistiche e batterie di indicatori per l'identificazione e selezione delle ZFU). Inoltre, è stato avviato un confronto con il Dipartimento per le Politiche Fiscali del Ministero dell'economia e delle finanze sulle possibili opzioni di strumenti finanziari e fiscali per le agevolazioni alle imprese. Il confronto tecnico su questo punto dovrebbe concludersi entro la fine di marzo.
Finalizzata la Proposta preliminare, questa sarà discussa, nel merito, in un primo incontro formale con le otto amministrazioni regionali interessate che si terrà nel mese di aprile.
L'obiettivo è di concludere la fase di impostazione del dispositivo delle ZFU entro il secondo trimestre del 2007, in modo da poter trasmettere una proposta completa per l'esame del CIPE, che contribuirà alla definizione del decreto del Ministro dello sviluppo economico (da emanarsi entro il terzo trimestre 2007) per la regolazione degli aspetti procedurali relativi alla concessione dei co-finanziamenti.
Ciò premesso, gli Onorevoli interroganti sollecitano chiarimenti specifici su eventuali iniziative intraprese dal Ministero dello sviluppo economico e/o direttamente da enti locali per l'individuazione e perimetrazione delle aree interessate. Secondo


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quanto illustrato in precedenza, tale processo decisionale, che vedrà certamente protagoniste le amministrazioni comunali, non potrà che svilupparsi in una fase più avanzata delle descritte attività istruttorie (presumibilmente tra il secondo e il terzo trimestre del 2007).
Tale tempistica permetterà la costruzione dell'intero impianto tecnico-amministrativo per la politica di promozione dello sviluppo economico e sociale di aree urbane del Mezzogiorno entro il 2007, in modo da avviare immediatamente l'attuazione e l'utilizzo delle risorse finanziare per le ZFU (100 Meuro) nel momento in cui queste saranno rese disponibili, ovvero a partire dall'esercizio di bilancio 2008, e ripartite sul biennio 2008-2009.


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ALLEGATO 4

Interrogazione n. 5-00917 Piro: Riordino di Sviluppo Italia Spa e prospettive di Italia Navigando Spa.

TESTO DELLA RISPOSTA

In merito all'interrogazione in esame, si precisa che la legge n. 296 del 2006 (legge Finanziaria 2007) ha previsto all'articolo 1, commi 459-464, il riassetto della società e del Gruppo Sviluppo Italia S.p.A, ora Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa.
Le citate disposizioni prevedono che tale riassetto si concretizzi in un Piano societario di riordino e di dismissione delle partecipazioni societarie detenute da Sviluppo Italia, nei settori definiti non strategici, sulla base dei contenuti e dei termini fissati con apposita direttiva del Ministero dello sviluppo economico.
Tale direttiva, emanata dal Ministero dello sviluppo economico in data 27 marzo 2007, relativamente al Piano di riordino e di dismissione delle partecipazioni, nel punto 3.1.4, recita testualmente, «In sede di redazione del citato Piano, tenuto conto del quadro delle partecipazioni detenute dall'Agenzia, dovranno essere svolte tulle le necessarie ed opportune attività di verifica degli spazi, sia negoziali, con le istituzioni interessate regionali e centrali, sia di mercato, in merito alla privatizzazione di talune società».
Il punto 3.2.1.C della Direttiva in questione prevede, altresì, che l'Agenzia debba provvedere alla cessione, mediante privatizzazione, delle società controllate ritenute non strategiche per le quali sussistano potenziali condizioni di interesse da parte del mercato, adottando sistemi e metodi atti a garantire la massima trasparenza del processo di privatizzazione attraverso la garanzia dell'evidenza pubblica, nonché la massimizzazione della valorizzazione degli asset patrimoniali dello Stato in essa coinvolti».
Il punto 3.3.1 della summenzionata direttiva in merito alle società controllate da mantenere in capo all'Agenzia, all'esito del Piano di riordino, prevede che queste debbano caratterizzarsi: «a) per la capacità di promozione e gestione di interventi di innovazione tecnologica nella gestione di reti materiali e immateriali; ovvero b) per la capacità di promozione e gestione di interventi di finanza di impresa anche attraverso l'eventuale coinvolgimento di investitori privati.».
Nell'attuale fase, l'Agenzia Nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa - in coerenza con quanto previsto dalla Direttiva - sta operando per la predisposizione del Piano societario di riordino, che sarà sottoposto all'approvazione del Ministro dello sviluppo economico, ai sensi del punto 3.1.3 della medesima Direttiva.
In conclusione, nulla è stato ancora deciso in merito alle società controllate dall'Agenzia e, quindi, anche relativamente alla società Italia Navigando.