XIV Commissione - Mercoledì 2 maggio 2007


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ALLEGATO 1

Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2007 e programma di 18 mesi delle Presidenze tedesca, portoghese e slovena.

PROPOSTA DI RELAZIONE

1. INTRODUZIONE

La Commissione Politiche dell'Unione europea ha svolto l'esame del programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per il 2007 e del programma di diciotto mesi dell'Unione europea, presentato dalle Presidenze tedesca, portoghese e slovena, e sottopone all'Assemblea la presente relazione con cui intende dare conto degli esiti dell'esame, che ha visto il coinvolgimento di tutte le altre Commissioni, per i profili di rispettiva competenza.
Si tratta di un esame approfondito, che consente di fare il punto sull'insieme delle questioni principali che interessano i rapporti tra il nostro ordinamento e l'Unione europea.
I documenti della Commissione e delle tre Presidenze delineano nel loro insieme un complesso sistema documentale, che coglie gli indirizzi principali della Commissione e delle Presidenze e da cui, pertanto, dovrebbero essere tratti gli elementi fondamentali dell'attività normativa dell'Unione europea.
Si tratta di documenti che debbono necessariamente essere letti in una prospettiva di integrazione con il flusso di informazioni ed indirizzi di derivazione comunitaria.
La strategia politica annuale della Commissione (è stata appena adottata la strategia per il 2008), il programma della Presidenza tedesca, la relazione generale sull'attività dell'Unione europea nel 2006, costituiscono solo alcuni degli ulteriori documenti presentati in corso d'anno, di cui occorre tenere conto per giungere ad avere una prospettiva di insieme dei temi, dei problemi, delle priorità e delle possibili scelte che potranno e dovranno essere prese. Alla luce di questi documenti occorre poi valutare le politiche effettivamente perseguite dai diversi attori istituzionali.

2. IL PROCEDIMENTO DI ESAME

Come noto, la procedura seguita per l'esame dei documenti è stata indicata dalla Giunta per il Regolamento della Camera il 9 febbraio 2000. Per l'esame del programma legislativo e di lavoro della Commissione nonché degli strumenti di programmazione del Consiglio è stato previsto: l'esame da parte di tutte le Commissioni permanenti (per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze) che nominano un relatore incaricato di riferire alla XIV Commissione; l'esame generale da parte della XIV Commissione (anche con l'audizione degli europarlamentari italiani) che presenta una relazione all'Assemblea. La discussione in Assemblea può concludersi con la votazione di eventuali strumenti di indirizzo.
La proposta di rendere istituzionale a livello europeo l'esame del programma legislativo della Commissione da parte dei Parlamenti nazionali è stata, tra l'altro, avanzata da parte italiana in numerose sedi interparlamentari.
Il Protocollo sul ruolo dei Parlamenti nazionali, allegato al Trattato costituzionale, prevede espressamente la trasmissione ai Parlamenti nazionali da parte


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della Commissione europea del programma legislativo annuale e di tutti gli altri strumenti di programmazione legislativa o di strategia politica.
Non deve essere sottovalutata l'importanza di questo passaggio, che non a caso coinvolge tutte le Commissioni permanenti oltre al Comitato per la legislazione. Si tratta di una sinergia tra i diversi organi parlamentari che, ricalcando la traccia dettata dal Regolamento della Camera per l'esame del disegno di legge comunitaria annuale, intende individuare un momento di sintesi ed una linea comune sui rapporti tra Parlamento nazionale ed istituzioni comunitarie.
Da un lato, infatti, la nostra forma di governo parlamentare è imperniata sul rapporto diretto e assolutamente privilegiato tra Camere e Governo. Purtuttavia, il pluralismo istituzionale di cui la stessa Unione europea è portatrice attribuisce un rilievo distinto - anche se non del tutto autonomo - al rapporto tra Parlamento nazionale ed istituzioni dell'Unione. Basti considerare, a titolo meramente esemplificativo, l'avvio da parte della Commissione - quale anticipazione di alcuni contenuti del Trattato costituzionale - della trasmissione diretta ai parlamenti nazionali delle proprie proposte e del rilievo che la Commissione stessa ha ripetutamente affermato di volere attribuire ai rilievi che le perverranno dai Parlamenti.
L'ultimo anno è stato caratterizzato poi dalla progressiva attuazione della riforma del 2005 (legge n. 11 del 2005), con particolare riguardo alle forme di trasmissione dei progetti di atti comunitari da parte del Governo, che consente al Parlamento di conoscere e valutare tempestivamente tutte le proposte presentate, di provocare eventualmente l'obbligo di apposizione di riserva di esame parlamentare da parte del Governo in seno al Consiglio dell'Unione europea, di fare conoscere le date di presumibile esame nel Consiglio.
Insomma, la complessità del sistema e l'abbondanza delle informazioni delineano un patrimonio conoscitivo ma pure un elemento di complicazione nella fitta trama di rapporti, diritti ed obblighi che derivano dalla partecipazione dell'Italia all'Unione europea.
Spetta alla Camera nel suo insieme - a partire dalla Commissione Politiche dell'Unione europea - cogliere queste occasioni per valorizzare in maniera adeguata i momenti di raccordo e dialogo tra la sfera comunitaria e quella del Parlamento nazionale.
In questa prospettiva potrà essere pertanto utile cercare di seguire e indirizzare le diverse attività in modo coordinato, già a partire dalla strategia politica annuale della Commissione. La strategia per il 2008 è stata di recente presentata e potrà essere presto esaminata dalla XIV Commissione.
Il successivo programma legislativo della Commissione europea ne costituirà poi l'attuazione e la concretizzazione.
Potrà essere ulteriormente utile effettuare un monitoraggio a consuntivo, per verificare quanta parte del programma sia stata realizzata e quanta attività della Commissione nel corso dell'anno sia stata proposta in corso di esercizio senza essere stata prima prevista nella programmazione annuale.

3. I DOCUMENTI IN ESAME ED IL LORO RACCORDO CON L'ATTIVITÀ PARLAMENTARE

Come già ricordato, sono oggetto di esame da parte della XIV Commissione il Programma legislativo e di lavoro per il 2007 della Commissione europea, approvato il 24 ottobre 2006 ed elaborato sulla base della strategia politica annuale presentata dalla medesima Commissione il 14 marzo 2006; il Programma di 18 mesi delle presidenze tedesca, portoghese e slovena (1o gennaio 2007-30 giugno 2008) approvato dal Consiglio il 21 dicembre 2006. Il Consiglio ha poi approvato anche il Programma della Presidenza tedesca (1o gennaio-30 giugno 2007).
Merita ricordare che il Consiglio, con la decisione adottata il 15 settembre 2006, ha inteso razionalizzare la programmazione


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delle proprie attività con la previsione di un programma operativo di 18 mesi, in sostituzione del precedente programma annuale, che le tre presidenze in carica per il periodo di tempo considerato presentano al Consiglio medesimo per l'approvazione. Pertanto ogni 18 mesi le tre presidenze incaricate dovranno predisporre, in stretta cooperazione con la Commissione e previe adeguate consultazioni, un progetto di programma delle attività che il Consiglio intende perseguire. Le tre presidenze presentano congiuntamente il progetto di programma almeno un mese prima del periodo considerato al Consiglio Affari generali e Relazioni esterne che, convocato in apposita sessione, procede alla sua approvazione. Nella decisione è inoltre specificato che il programma di 18 mesi comprende una parte introduttiva generale che colloca il programma nel contesto degli orientamenti strategici a più lungo termine dell'Unione europea. Le tre presidenze incaricate di preparare il progetto di programma di 18 mesi consulteranno le tre presidenze successive riguardo a tale parte, nel quadro delle adeguate consultazioni.
Il progetto di programma dovrebbe riguardare anche i punti pertinenti derivanti dal dialogo sulle priorità politiche per l'anno in questione, svolto su iniziativa della Commissione.
L'elemento di novità dato dal riferimento temporale di diciotto mesi al programma del Consiglio, se da un lato offre una prospettiva di più lungo termine e di maggiore respiro, dall'altro potrebbe determinare alcuni profili problematici nell'affrontare congiuntamente programma legislativo annuale della Commissione e programma del Consiglio, proprio in ragione di questo disallineamento temporale.
Un ulteriore elemento significativo, di cui tenere conto nell'esaminare il programma legislativo della Commissione e il programma delle Presidenze, è dato dalle consonanze e dai rapporti esistenti tra l'attività normativa in corso nel nostro Parlamento - e segnatamente alla Camera - e le materie affrontate nei programmi. È agevole verificare come in ogni Commissione sia in corso l'esame di qualche progetto di legge che si riconnetta per la materia trattata ad uno o più temi affrontati nei due documenti comunitari.
Si riscontra in genere tutta una serie di corrispondenze di un certo rilievo, che sottolinea ancora una volta l'estesa rete normativa esistente dall'Unione europea agli Stati nazionali per arrivare alle autonomie territoriali. Si delinea così una rete che si fonda non esclusivamente sulla suddivisione delle competenze ma anche sull'integrazione tra i diversi livelli di governo, che formano un complesso ordinamentale.

4. I DOCUMENTI COMUNITARI IN ESAME

Come noto, l'esame dei documenti comunitari si distingue dall'esame dei singoli atti in fase ascendente proprio per il suo carattere generale e complessivo, in ordine alle aree di rilievo.
Costituisce pertanto un'occasione di riflessione generale sulle prospettive di medio termine dell'Unione europea. Un'occasione per il nostro Parlamento per dare degli indirizzi al Governo sulla impostazione e la disciplina di importanti tematiche a livello europeo.
Si tratta, in sostanza, dell'opportunità di intervenire attivamente nella fase di formazione della normativa europea, invece di limitarsi al mero recepimento ex-post di atti ormai decisi ed immodificabili. Chiaramente, una maggiore partecipazione del Parlamento in questo senso, attraverso indirizzi al Governo, accresce la rappresentatività democratica dell'apparato decisionale comunitario, coinvolgendo maggiormente quelle istituzioni che meglio rappresentano, insieme al Parlamento europeo, i cittadini degli Stati membri.
L'esame del programma legislativo e del programma delle tre Presidenze viene poi a corrispondere, quest'anno, con le celebrazioni in occasione del cinquantesimo anniversario della firma dei trattati istitutivi della Comunità. La dichiarazione


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adottata a Berlino lo scorso 25 marzo costituisce un momento particolarmente qualificante per gli sviluppi futuri del quadro istituzionale e politico dell'Unione europea.

a) Il programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2007.

Passando quindi in rassegna le varie aree trattate dal programma legislativo e di lavoro della Commissione per il 2007, occorre richiamare l'attenzione in primo luogo sugli aspetti del panorama politico del 2007 che sono destinati ad influenzare i lavori delle istituzioni europee e che sono individuati dalla Commissione europea. Tra di essi sono da ricordare le celebrazioni del 50o anniversario dei Trattati di Roma (che hanno avuto il loro apice il 25 marzo scorso a Berlino) e la ricerca di una soluzione istituzionale.
La Commissione europea presenta un elenco breve di iniziative strategiche, scelte perché politicamente rilevanti e in fase di preparazione avanzata, e si impegna ad adottare questi provvedimenti nel 2007.
Nel programma, la Commissione illustra le principali misure concrete che intende realizzare nell'ambito della sua azione politica nel 2007, vale a dire le iniziative strategiche. Un elenco dettagliato di tali misure è allegato al programma.
Inoltre, la Commissione si impegna a mettere a punto una serie di iniziative prioritarie da adottare nell'arco di 12-18 mesi, a seconda della preparazione necessaria per rispettare le norme di qualità applicabili in materia di miglioramento della normativa.
Gli obiettivi strategici del programma legislativo sono stati definiti dalla Commissione all'inizio del suo mandato e si basano sulle seguenti quattro grandi priorità:
rimettere l'Europa sulla via della prosperità;
rafforzare l'impegno a favore della solidarietà;
migliorare la sicurezza dei cittadini;
promuovere il ruolo dell'Europa nel resto del mondo.

Per quanto concerne l'attuazione delle priorità appena indicate il programma prevede:
per la prosperità: la modernizzazione dell'economia europea mediante la Strategia di Lisbona, il cui recente rilancio garantisce l'adozione di misure volte a favorire la conoscenza, l'innovazione, un ambiente sostenibile per la crescita e l'adozione di un quadro europeo per i lavoratori migranti;
per la solidarietà, si evidenzia come l'anno 2007 sia l'anno europeo delle pari opportunità, e che l'aspetto sociale è al centro del funzionamento dell'Europa: pertanto l'aggiornamento delle politiche è il punto fondamentale per rendere efficaci i meccanismi di solidarietà;
per la sicurezza occorre continuare a svolgere un'efficace attività di polizia e di indagine su scala europea per combattere la criminalità e la violenza. Settori chiave di attività saranno l'estensione dello spazio Schengen ed il controllo delle frontiere;
per il rafforzamento del ruolo dell'Europa bisogna coordinare l'azione della Commissione con quella delle altre istituzioni europee e degli Stati membri, in modo da garantire la cooperazione scientifica e tecnologica e tutte le altre forme di collaborazione ad alto contenuto scientifico per poter realizzare gli obiettivi riguardanti sviluppo sostenibile, ambiente, pace, vicinato, cooperazione e competitività esterna.

Le iniziative strategiche (complessivamente 21) che saranno al centro delle azioni comunitarie nel 2007 sono poi individuate dalla Commissione nei termini qui di seguito riportati.

a1) Modernizzare l'economia europea. La Commissione sta svolgendo un riesame del mercato unico, al fine di analizzare i risultati raggiunti, individuarne le lacune e proporre misure adeguate. Uno dei settori


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di maggiore interesse per il prossimo anno sarà quello dell'industria e dei mercati della difesa, finora esclusi dalle severe prescrizioni a tutela della concorrenza nel mercato interno in conseguenza dei limiti imposti dalla sicurezza nazionale. Azioni ulteriori riguarderanno il rafforzamento del settore vinicolo e l'adozione di una politica spaziale europea.

a2) Raccogliere le sfide di fronte alle quali si trova la società europea. La Commissione intende presentare proposte atte ad incoraggiare l'adozione di principi comuni in materia di «flessisicurezza», affinché la flessibilità del mercato del lavoro si possa combinare con l'acquisizione di competenze e professionalità e con altrettanto forti protezioni sociali, e procedere alla valutazione completa della situazione sociale: tale valutazione sarà la base di un nuovo programma d'azione in materia di accesso e di solidarietà e dell'elaborazione delle politiche europee del prossimo decennio.

a3) Una migliore gestione dei flussi migratori. Un elemento della strategia europea in materia di migrazione sarà costituito da una proposta sulle sanzioni minime da infliggere ai datori di lavoro di cittadini di paesi terzi che risiedono illegalmente sul territorio dell'Unione, al fine di ridurre l'immigrazione illegale e lo sfruttamento di questi lavoratori. La Commissione intende inoltre completare la politica europea in materia di asilo entro il 2010. Va ricordato a proposito, che al momento in ambito comunitario sono condivise solo alcune norme minime in materia, come l'individuazione dello Stato responsabile a conoscere della domanda di asilo, pur rimanendo competenza esclusiva degli Stati membri le modalità e le condizioni di concessione dello status di rifugiato. Mancano, in sostanza, una serie di norme comuni che rendano la procedura di richiesta e concessione dell'asilo equa ed efficace, nonché condizioni comuni minime per l'accoglienza dei richiedenti asilo e il riavvicinamento delle normative relative al riconoscimento e agli elementi sostanziali dello status di rifugiato.

a4) Energia sicura, competitiva e sostenibile. La Commissione europea sottolinea come il problema del cambiamento climatico richieda un approccio diverso al consumo e alla produzione di energia e come la crescente dipendenza dalle importazioni e l'aumento dei prezzi dell'energia richiedano una strategia europea integrata basata sulla sostenibilità, competitività, efficienza energetica e sicurezza.
La Commissione aveva preannunciato la presentazione di una prima analisi strategica della politica energetica dell'UE, diretta a migliorare il funzionamento del mercato interno, accelerare l'uso delle nuove tecnologie, differenziare e stabilizzare le fonti d'approvvigionamento all'interno e all'esterno dell'UE. Saranno inoltre proposte misure atte a garantire il completamento del mercato interno dell'elettricità e del gas e sarà rivisto il sistema per lo scambio delle quote di emissioni UE. A tal fine la Commissione ha presentato nel mese di febbraio un apposito pacchetto di proposte legislative e documenti di orientamento e strategia (cosiddetto pacchetto energia).
In linea con i propositi appena indicati, le problematiche energetiche sono state al centro dell'attenzione del Consiglio europeo, tenutosi a Bruxelles lo scorso 8-9 marzo. Il Consiglio ha individuato come assoluta necessità la definizione di una politica energetica comune in ambito europeo, basata su alcuni essenziali presupposti: aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti; promuovere la sostenibilità ambientale e la lotta ai cambiamenti climatici; garantire la competitività delle economie europee e la disponibilità di energia a prezzi accessibili.
La questione energetica si pone in una doppia prospettiva; da una parte, le fonti energetiche che noi utilizziamo provengono, in gran misura, dai combustibili fossili che sono i principali responsabili dell'immissione di polveri sottili nell'ambiente che stanno alla base dell'effetto serra e del surriscaldamento del pianeta; dall'altra, la maggior parte dei paesi europei sono fortemente dipendenti dall'importazione di risorse energetiche, petrolio


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e gas in particolare, da paesi terzi, mediorientali soprattutto che sono anche politicamente instabili, instabilità politica che crea forte tensione nei mercati e un continuo aumento dei prezzi di queste risorse in coincidenza con lo scoppio di conflitti o con la semplice decisione del cartello OPEC di ridurre l'offerta di greggio. Si nota quindi come i tre problemi inquinamento, competitività e sicurezza siano strettamente legati.
Al fine di fronteggiare adeguatamente queste sfide, il Consiglio europeo di Bruxelles ha sottolineato l'importanza di limitare l'aumento della temperatura media globale al massimo a 2oC rispetto ai livelli preindustriali ed ha impegnato gli Stati membri a ridurre le emissioni di gas ad effetto serra di almeno il 20 per cento entro il 2020, rispetto ai livelli del 1990. Ha altresì previsto che la produzione di energia da fonti rinnovabili passi negli Stati membri dall'attuale 6-7 per cento al 20 per cento, sempre nello stesso periodo di tempo. Questa volta non si tratta di un invito, ma di una decisione vincolante che comporterà delle sanzioni nel caso in cui gli Stati non si adeguino.
Il Consiglio europeo ha pertanto adottato un piano d'azione globale in materia di energia per il periodo 2007-2009, basato sulla comunicazione presentata dalla Commissione «Una politica energetica per l'Europa».

a5) Migliorare la qualità della vita in Europa. Fondamentali per il benessere dei cittadini sono la salute, un ambiente di qualità, i servizi offerti e la sicurezza. A tal fine è prevista l'adozione di un Libro bianco sulla strategia sanitaria per ottimizzare l'efficacia della politica sanitaria in Europa. Per quanto riguarda la lotta al terrorismo, i provvedimenti si concentreranno sulla lotta alla propaganda e alla cybercriminalità e sulla promozione del dialogo pubblico-privato.

a6) L'Europa come partner mondiale. Nel Documento annuale di strategia per l'allargamento verrà fatto un bilancio in merito ai progressi realizzati dagli altri Paesi nel processo d'allargamento, anche - e particolarmente - in conseguenza dell'adesione della Bulgaria e della Romania all'UE. Verrà poi rafforzata la politica europea di vicinato e promossa una nuova strategia per l'accesso al mercato.
A tal proposito si segnala che il 18 aprile 2007 la Commissione ha adottato una comunicazione in cui propone un partenariato rafforzato tra la Commissione, gli Stati membri e le imprese, basato su un'ampia consultazione pubblica, volto ad assicurare l'accesso ai mercati per gli esportatori europei.
Per quanto riguarda l'attuazione delle politiche europee, la Commissione evidenzia che nel 2007 saranno adottati nuovi programmi di finanziamento nel contesto delle nuove prospettive finanziarie, tra i quali quelli in materia di coesione, occupazione, solidarietà sociale (in particolare viene citato il Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione, istituito con regolamento CE n. 1927/2006 del 20 dicembre 2006), sviluppo rurale e pesca.

a7) L'attuazione dei programmi finanziari e operativi. La Commissione intende, inoltre, puntare sul miglioramento della regolamentazione e la maggiore qualità della legislazione, quali elementi indispensabili ad incentivare la crescita, la competitività e l'occupazione.
La Commissione sottolinea poi come resti sempre attivo l'ulteriore profilo del lavoro quotidiano concernente i programmi, finanziari e operativi, in Europa ed in tutto il mondo. Spicca in particolare un insieme completo di programmi in materia di coesione, occupazione, solidarietà sociale, sviluppo rurale e pesca. Nel 2007, ricorda la Commissione, saranno completati 27 quadri di riferimento strategico nazionali e saranno approvati circa 360 programmi operativi nell'ambito della politica di coesione, mentre per la politica di sviluppo rurale i piani strategici nazionali in fase di completamento sono 27 e circa 80 saranno i programmi adottati nel corso dell'anno. Gli ulteriori compiti relativi alla gestione dell'acquis comunitario, al funzionamento delle politiche, alla


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scena internazionale e alla comunicazione con i cittadini completano il quadro delle attività della Commissione europea. Vale la pena richiamare, nell'ambito delle politiche, le relazioni della Commissione sul piano d'azione per la tecnologia ambientale e sul Fondo di solidarietà dell'UE per far fronte alle catastrofi, la relazione annuale sull'occupazione in Europa che verrà a cadere nel decimo anniversario della strategia europea per l'occupazione. Prenderà inoltre il via un nuovo ciclo del metodo aperto di coordinamento nel campo della protezione sociale. Sarà istituito inoltre un Osservatorio europeo dei mercati energetici.
Al riguardo, va segnalato che la Commissione europea ha sinora approvato i Quadri strategici nazionali di quattro Paesi (Malta, Grecia, Austria e Danimarca), mentre sta ancora esaminando quelli sottoposti dagli altri Stati membri tra cui l'Italia. Le Commissioni Bilancio e Politiche dell'Unione europea hanno attivamente seguito, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sull'attuazione a livello nazionale della politica di coesione regionale, la predisposizione del quadro strategico nazionale dell'Italia e dei relativi programmi operativi, nonché la loro negoziazione con la Commissione europea.

a8) La qualità della regolazione. La Commissione intende, inoltre, puntare sul miglioramento della regolamentazione e la maggiore qualità della legislazione, quali elementi indispensabili ad incentivare la crescita, la competitività e l'occupazione.
Sarebbe facile affermare che gli interventi nei diversi settori e il miglioramento della qualità della regolamentazione costituiscano due elementi distinti, il primo sostanziale e il secondo istituzionale. In realtà, miglioramento della regolamentazione e qualità della legislazione sono condizioni essenziali per potere rendere efficaci gli interventi di settore. La rete tra diversi livelli di governo e l'integrazione profonda delle normative comunitarie, statali, regionali e locali portano alla necessità di un'attenzione specifica per la qualità della normazione, tanto più in una pluralità di contesti in cui le norme vanno ad inserirsi: pluralità di lingue, di culture, di tradizioni giuridiche. La chiarezza e la semplicità degli interventi regolativi acquisiscono allora una importanza fondamentale per lo stesso perseguimento delle politiche europee. I concetti-chiave indicati dalla Commissione sono semplificazione, codificazione, completamento dell'esame delle proposte pendenti, riduzione dei costi amministrativi, affinamento degli strumenti per migliorare la normativa. Si poi segnalano l'attuazione di un programma staffetta di semplificazione, volto a ridurre gli oneri gravanti sugli operatori economici e sui cittadini, la prosecuzione del programma di codificazione dell'acquis comunitario.

b) Il Programma di diciotto mesi delle tre Presidenze.

Per quanto riguarda il Programma di 18 mesi (gennaio 2007-giugno 2008) delle Presidenze tedesca, portoghese e slovena che, a seguito della Decisione del 15 settembre 2006, sostituisce sia il programma strategico triennale sia il programma operativo annuale che veniva predisposto dalle Presidenze di turno, esso si articola in tre parti.
La prima parte reca il quadro strategico del programma stesso, considerato in un contesto temporale più ampio e con la prospettiva di obiettivi a lungo termine: a tal fine sono state consultate anche le successive Presidenze francese, ceca e svedese.
In tale quadro viene evidenziata l'importanza del processo di riforma dell'Unione europea: a tal fine nel giugno 2007 verrà presentata una relazione sullo stato delle discussioni inerenti il trattato costituzionale, che fungerà da base per le ulteriori iniziative da assumere. Le tre Presidenze intendono impegnarsi al massimo nella politica europea di vicinato e nel rafforzamento della cooperazione con gli Stati EFTA ed i membri dello Spazio economico europeo.
La seconda parte indica le priorità specifiche in ciascun settore di intervento.


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Tra le priorità, oltre alla prosecuzione del processo di riforma ed al consolidamento della politica relativa all'allargamento, vengono elencate una serie importante di aree tematiche.

b1) Il futuro dell'Unione. Viene previsto il consolidamento della base dell'UE a 27 Stati con l'adozione di misure atte a garantire la piena integrazione di Bulgaria e Romania; inoltre le tre Presidenze intendono favorire la partecipazione di tutti i nuovi Stati membri allo spazio Schengen e consentire un ulteriore allargamento della zona Euro, dopo l'adozione della moneta unica da parte della Slovenia dal 1o gennaio 2007.
b2) L'attuazione della Strategia di Lisbona. A tal fine vengono indicati come prioritari: il completamento del mercato interno, anche mediante il miglioramento delle condizioni quadro per le imprese europee, in particolare per le piccole e medie imprese; il rafforzamento della competitività e della capacità innovativa delle società europee; la promozione delle politiche finanziarie ed economiche orientate verso la crescita e la stabilità; lo sviluppo del modello sociale europeo, anche mediante la promozione di pari opportunità ed una politica di integrazione con il miglioramento dei sistemi di istruzione e formazione; la revisione della strategia in materia di occupazione; il miglioramento della regolamentazione con l'eliminazione degli oneri amministrativi inutili; un approvvigionamento energetico sicuro, sostenibile e competitivo; la promozione della ricerca, della conoscenza e dell'innovazione; la protezione dell'ambiente; lo sviluppo di una politica marittima integrata. Si sottolinea che il Programma della Presidenza tedesca attribuisce un'importanza particolare alla necessità di sostenere la ricerca e lo sviluppo ai fini del benessere e della crescita economica. L'UE ha deciso che, fino all'anno 2010, almeno il 3 per cento del PIL verrà investito nella ricerca e sviluppo e la Presidenza tedesca ha indicato la promozione dell'innovazione nel settore pubblico e privato come punto centrale della sua attività. Viene anche lanciata l'idea di dar vita ad una carta che regoli l'utilizzo della proprietà intellettuale all'interno delle strutture pubbliche e delle università, ai fini di una migliore collaborazione tra l'economia e gli istituti di ricerca.

b3) Il rafforzamento dello spazio di libertà, sicurezza e giustizia. Al riguardo vengono previsti: lo sviluppo della politica in materia di asilo e immigrazione; il potenziamento della protezione delle frontiere esterne attraverso l'attuazione del SIS II e l'estensione dello spazio di Schengen, oltre all'attuazione dei piani già stabiliti nel quadro della strategia antiterrorismo; il rafforzamento della cooperazione giudiziaria; lo sviluppo della politica europea di protezione civile.
In particolare per quanto riguarda il SIS II, si segnala che il 15 febbraio 2007 il vicepresidente della Commissione, Franco Frattini, ha comunicato al Consiglio che per il SIS II è previsto un ritardo di sei mesi e che pertanto esso sarà operativo verso la metà di dicembre 2008.
In materia di lotta al terrorismo, il 15 febbraio 2007, il Consiglio ha adottato il programma specifico «Prevenzione, preparazione e gestione delle conseguenze in materia di terrorismo» per il periodo 2007-2013, nell'ambito del programma quadro «Sicurezza e protezione delle libertà» (decisione 2007/124/CE).
Il Consiglio giustizia e affari interni del 19-20 aprile 2007 ha inoltre adottato conclusioni favorevoli in merito ai seguenti documenti presentati dalla Commissione:
comunicazione sul programma europeo per la protezione delle infrastrutture critiche (EPCIP) (COM (2006)786);
proposta di direttiva relativa all'individuazione delle infrastrutture critiche europee e valutazione della necessità di migliorarne la protezione (COM (2006)787).

Merita ricordare poi che il Parlamento europeo, il 15 febbraio 2007, ha approvato una risoluzione sulla dimensione esterna della lotta al terrorismo. (2006/2032 (INI).


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Il 26 aprile 2007, il Parlamento europeo ha adottato la relazione sulle attività in materia di diritti dell'uomo nel 2006, contenente il paragrafo «Esportazioni di armi e terrorismo».

b4) Il miglioramento del ruolo esterno dell'UE nei settori della sicurezza, dello sviluppo e delle relazioni economiche. Tra le misure che le tre Presidenze intendono adottare per garantire lo sviluppo di uno spazio europeo di sicurezza e stabilità viene evidenziato: il potenziamento delle relazioni con i Paesi vicini dell'est e del sud; il rafforzamento del partenariato strategico con la Russia e l'intensificazione delle relazioni con l'Asia centrale; la prosecuzione degli sforzi per contribuire alla soluzione della crisi in Medio Oriente; lo sviluppo della PESD mediante un maggior coordinamento civile-militare; il rafforzamento delle relazioni transatlantiche e con altri partner strategici come il Giappone, la Cina, l'India e l'Associazione delle Nazioni del Sud-Est asiatico (ASEAN); il miglioramento della cooperazione tra l'UE e le organizzazioni internazionali, in particolare l'ONU e la NATO.

b5) Il programma generale. La terza parte, infine, è costituita da un programma generale che stabilisce le questioni da trattare nel periodo di riferimento di 18 mesi.
Il Programma generale si articola nei seguenti settori: sviluppo dell'Unione; contesto economico generale/coordinamento delle politiche; crescita e occupazione; sviluppo sostenibile; ricerca, conoscenza e innovazione; competitività; energia; trasporti; occupazione; politica sociale, salute e consumatori; parità di genere; politica strutturale e di coesione; politica agricola comune/pesca; ambiente; spazio di libertà, sicurezza e giustizia; relazioni esterne.

c) I due documenti a confronto.

Il programma di diciotto mesi non presenta particolari distonie rispetto al programma legislativo della Commissione per il 2007. Tuttavia vale la pena richiamare l'attenzione su alcuni aspetti su cui si sofferma più diffusamente il programma delle Presidenze.
Ad esempio, viene espressamente indicata l'esigenza di una politica urbana integrata, in conformità agli orientamenti strategici della Comunità in materia di coesione. Ciò è considerato un presupposto per città sostenibili e l'attuazione della strategia UE per lo sviluppo sostenibile. Secondo le Presidenze, le politiche regionali e urbane dovrebbero conciliarsi maggiormente con le politiche settoriali. A tal fine appare fondamentale che la dimensione urbana sia tenuta adeguatamente in considerazione nel Quadro strategico nazionale dell'Italia, attualmente in via di approvazione.
Per quanto riguarda lo sviluppo delle aree urbane svantaggiate, saranno discusse le seguenti strategie: strategie per risanare l'ambiente fisico, rafforzamento dell'economia locale, integrazione dei migranti nella comunità locale, attuare politiche «proattive» per il bambini e i giovani, istruzione e formazione nelle zone urbane svantaggiate.
Le iniziative specifiche dei singoli programmi sono selezionate e realizzate nel quadro di un vasto partenariato tra tutti i soggetti interessati.
Un altro aspetto che va sottolineato e che il Programma di 18 mesi inserisce nella parte relativa alla politica sociale, è quello relativo alla parità di genere. Viene ribadito come politiche a favore della parità di genere stimolino la crescita e l'occupazione e come si rendano necessarie misure atte ad eliminare le ineguaglianze strutturali tra donne e uomini e a favorire la conciliazione della vita famigliare e professionale.
Le Presidenze, nel rispetto del patto europeo per la parità di genere, si impegnano: a prestare particolare attenzione ad una maggiore e più equa partecipazione degli uomini alla vita familiare e delle donne a quella professionale, eliminando il differenziale salariale di genere e il tasso di occupazione femminile; a favorire un pieno accesso delle donne all'istruzione


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e alla formazione ed una migliore partecipazione delle donne migranti alla vita sociale, professionale e politica.
Nel corso del dibattito in XIV Commissione è stato tuttavia sottolineato come manchi nei documenti in esame qualsiasi riferimento al Mediterraneo quale zona destinata a diventare area di libero scambio nel 2010.

5. LA RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO

Il 14 novembre 2006 il Parlamento europeo ha approvato una risoluzione sul programma legislativo e di lavoro della Commissione europea, in cui sottolinea la maggiore chiarezza e la credibilità del programma legislativo a seguito della distinzione tra «iniziative strategiche» e «iniziative prioritarie». Anche in quella sede si è trattato di un iter complesso che ha impegnato diversi organi del Parlamento europeo.
In particolare, la risoluzione evidenzia alcuni passaggi delicati, che possono interessare in modo più o meno immediato anche i Parlamenti nazionali. Chiede tra l'altro conto alla Commissione di chiarire le ragioni per cui non ha incluso nel programma di lavoro per il 2007 - come invece richiesto da alcune commissioni - alcune iniziative legislative, tra cui la conciliazione tra la vita lavorativa e familiare, la protezione dei lavoratori a statuto atipico.
La risoluzione inoltre deplora che non vi sia interazione tra il programma legislativo e di lavoro e la procedura di bilancio; plaude all'intenzione della Commissione di ravvicinare l'Europa ai cittadini grazie a una migliore strategia di comunicazione, intesa a una maggiore visibilità e una migliore comprensione dell'Unione europea a livello nazionale, regionale e locale. Con riguardo alle priorità per il 2007, la risoluzione, considerando che il 2007 sarà l'Anno europeo delle pari opportunità, invita la Commissione a presentare una serie di iniziative nei settori dell'esclusione sociale, della povertà, della protezione dei lavoratori atipici e di una migliore protezione sociale nelle nuove forme di occupazione, nonché una valutazione dell'attuazione della legislazione comunitaria sulla lotta contro tutte le forme di discriminazione, e qualsiasi iniziativa sia necessaria in questo campo; richiama una serie di indirizzi «forti» in relazione al tema dell'energia e dell'ambiente; deplora il crescente ricorso della Commissione alla soft law, come raccomandazioni e comunicazioni interpretative, che le consente di eludere le prerogative dell'autorità legislativa.
Il Parlamento prende atto della determinazione che la Commissione aveva espresso di essere associata all'elaborazione della Dichiarazione sul 50o anniversario del Trattato di Roma, che è stata poi sottoscritta il 25 marzo 2007 a Berlino, proprio dal Presidente della Commissione, dal Presidente del Parlamento europeo e dal Presidente del Consiglio dell'Unione nella persona di Angela Merkel; come auspicato nella risoluzione la dichiarazione presenta un carattere certamente interistituzionale, vista la partecipazione congiunta di Parlamento, Consiglio e Commissione ed ha il merito di aver individuato in modo chiaro i valori e la comune identità dell'Unione, nonchè l'intenzione di arrivare alle necessarie riforme istituzionali entro il giugno 2009.
Insomma, la risoluzione del Parlamento europeo evidenzia nel complesso alcune lacune - o comunque profili problematici - del programma legislativo della Commissione su temi di tutto rilievo.
Merita richiamare l'attenzione sull'esigenza di rafforzare le misure europee e nazionali a favore della parità di genere. Tale esigenza è stata, altresì, ribadita nella risoluzione del 13 marzo scorso del Parlamento europeo dal titolo: «Tabella di marcia per la parità tra donne e uomini 2006-2010».
Il Parlamento - partendo dal presupposto che «i diritti delle donne e delle bambine sono parte inalienabile, integrale e indivisibile dei diritti umani universali; l'uguaglianza tra donne e uomini è un diritto ed un principio fondamentale dell'Unione; il livello di violenza contro le


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donne e i loro diritti rimane ancora elevato; il gender budgeting dovrebbe essere tenuto in maggiore considerazione; persistono discriminazioni a carico delle donne in termini lavorativi, di retribuzione e pensionistici; sono necessarie politiche di conciliazione fra la vita familiare e lavorativa» - chiede alla Commissione: di elaborare un quadro complessivo per la valutazione delle politiche e dei programmi di sostegno all'uguaglianza di genere, comprese le politiche nazionali; di valutare l'implementazione della Strategia quadro comunitaria per la parità tra uomini e donne e delle direttive sulle pari opportunità. Ancora il Parlamento europeo ribadisce, inoltre, l'esigenza di una rapida costituzione dell'Istituto europeo per l'uguaglianza di genere; di prevedere dei meccanismi efficaci per il monitoraggio delle disparità e della violenza contro le donne, nonché chiede alla Commissione di presentare una proposta di direttiva sulla violenza contro le donne. Chiede poi che siano adottate iniziative per impedire che le donne siano marginalizzate nei programmi di sviluppo, garantendo loro parità di accesso ai mercati del lavoro ed un'equa ed egualitaria retribuzione. Esorta la Commissione ad adoperarsi per una piena attuazione della piattaforma di Pechino, del Programma d'azione del Cairo e della Convenzione per l'eliminazione di tutte le forme di discriminazione nei confronti delle donne. Sottolinea la necessità di misure a sostegno del diritto delle donne alla salute sessuale e riproduttiva, nonché di misure atte a favorite l'emancipazione e l'integrazione socioeconomica delle donne immigrate. Invita gli Stati membri a rafforzare le misure nazionali per l'occupazione e l'integrazione sociale, al fine di favorire l'accesso delle donne al mercato del lavoro in situazione di pari dignità e di pari retribuzione e di promuovere l'imprenditorialità femminile.

6. L'ISTRUTTORIA SVOLTA DALLA XIV COMMISSIONE

Per cogliere al meglio il senso complessivo della rete documentale sopra richiamata, la XIV Commissione - oltre a ricevere e valutare con attenzione le relazioni trasmesse dalle altre Commissioni, che sono allegate alla presente relazione e che costituiscono un'importante panoramica dell'insieme delle questioni che il nostro Parlamento condivide con le istituzioni comunitarie - ha svolto una significativa attività conoscitiva, che ha accompagnato l'esame dei documenti comunitari, attraverso l'interlocuzione con rappresentanti istituzionali e della società civile.
Le audizioni svolte hanno fatto emergere alcuni elementi rilevanti, tra cui la piena consapevolezza della comune appartenenza europea e dell'efficacia diretta della dimensione comunitaria sulla vita delle istituzioni e (aspetto, questo, ancor più importante) sulla vita dei cittadini.
Le audizioni hanno inoltre consentito di completare il quadro di insieme in vista della presentazione della presente relazione.

a) Le audizioni svolte.

a1) Sindacati. Sono state svolte audizioni informali dei rappresentanti dei sindacati confederali, della Confindustria e della Conferenza delle Regioni.
Gli spunti emersi nel corso delle audizioni sono stati numerosi ed estremamente stimolanti.
In particolare, nel corso dell'audizione dei rappresentanti dei sindacati confederali sono stati richiamati, in generale, i temi di maggiore rilievo e, in particolare, è stata sottolineata l'importanza della parte del Trattato costituzionale relativa all'Europa sociale, è stata manifestata una certa preoccupazione per gli elementi di forte flessibilità e precarietà presenti nelle politiche europee.
È stato altresì richiamato il rischio che nell'attuale dibattito sulle questioni di rilievo comunitario si faccia riferimento solamente al «mercato» e non anche alla «socialità». Da ciò è stata affermata, nel corso delle audizioni, l'esigenza di definire chiaramente quali debbano essere le politiche industriali e macroeconomiche dell'Unione


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europea, come pure di affrontare in modo organico il problema del mercato del lavoro, in possono attualmente contarsi più di trenta milioni di precari. Anzi, si dovrebbe pervenire alla individuazione del rapporto a tempo indeterminato quale modello tipico del rapporto lavoristico nell'Unione europea.
I sindacati hanno infatti evidenziato come non si possa vivere in uno stato permanente di incertezza legata al lavoro, in quanto il senso complessivo dell'Unione europea è dato anche dal lavoro.
In questa prospettiva, gli obiettivi della Strategia di Lisbona relativi all'occupazione non sono stati certo raggiunti ed occorre secondo alcuni rappresentanti sindacali recuperare il ruolo del pubblico in alcuni settori cardine, non ultimo quello dell'approvvigionamento energetico.
Nel corso delle audizioni dei sindacati è stato poi richiamato lo sviluppo cooperativo quale metodo di integrazione, in cui le diverse politiche di sviluppo vengano coordinate secondo un progetto comune europeo e sia superata la competizione tra Stati. Occorre a tal fine delineare una politica economica europea e non esclusivamente una politica monetaria. Occorrerebbe altresì delineare un modello sociale europeo e assicurare un effettivo dialogo sociale a livello europeo.
I sindacati hanno inoltre consegnato un documento elaborato dalla Confederazione europea dei sindacati nonché un documento sul libro verde dell'Unione europea relativo al mercato del lavoro ed una petizione sui servizi di interesse generale.

a2) Confindustria. Nel corso dell'audizione del rappresentante di Confindustria sono stati analogamente richiamati i principali temi. Confindustria ha indicato in particolare la necessità di delineare un'Europa dei risultati ed ha convenuto con i principali temi individuati dal programma delle tre presidenze (infrastrutture, manodopera, burocrazia, fattori produttivi).
È stata poi espressa la sensazione che in Europa sia spesso molto problematico fare impresa. Al minore interesse per la questione istituzionale, si è accompagnata la peculiare attenzione per il tema del mercato interno, tuttora non realizzato in taluni settori quali l'energia e i servizi. Confindustria ha inoltre richiamato l'attenzione sui costi del brevetto comunitario e sulla lunghezza delle relative procedure.
Sulla competitività è stato considerato essenziale il ruolo delle infrastrutture. La congestione sulle strade costituisce un rilevante elemento di costo. Sarebbe inoltre necessario poter conoscere meglio i bandi emanati in attuazione del VII programma quadro, anche perché manca tuttora in Italia un'attenzione specifica per la ricerca applicata all'industria. È stata poi condivisa l'importanza della semplificazione normativa.
Confindustria ha indicato poi come temi centrali l'ambiente e l'energia. La liberalizzazione del mercato di quest'ultima, all'interno di un unico vero mercato, consentirebbe di diversificare le fonti, ottimizzare le economie di scala, determinare benefici per i cittadini con riduzione di costi ed oneri. È stata considerata positivamente l'esperienza maturata nel settore dell'energia elettrica con la distinzione della proprietà della rete rispetto alla produzione. Quanto alla riduzione delle emissioni, Confindustria ritiene che occorra agire sui costi e non con l'imposizione di limiti fissi.
Confindustria ha inoltre condiviso l'impostazione multilaterale nella politica commerciale, pur ritenendo che non ci si possa permettere che altri paesi ottengano privilegi attraverso accordi bilaterali: in tal caso anche per l'Italia risulterebbe necessario perseguire tale metodo.
È stata sottolineata l'importanza che il consumatore sia informato anche sulla provenienza dei prodotti, attraverso adeguate soluzioni sul marchio d'origine.
È stato in fine ricordato come occorra perseguire il dialogo sociale, tenendo conto delle novità presenti nel mercato del lavoro sia sul versante dell'offerta sia su quello della domanda (mobilità, precarietà, flessibilità, capacità tecniche dei lavoratori). Occorre pertanto perseguire una decisa politica di riforma.


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a3) Enti locali. I rappresentanti degli enti locali (ANCI, UPI, UNCEM) hanno evidenziato l'interesse specifico per i temi affrontati nei documenti comunitari.
L'UPI ha evidenziato come l'esperienza delle province sia particolarmente rilevante in relazione alla promozione e gestione di interventi di sviluppo finanziati attraverso i programmi europei a gestione diretta. A tal fine occorre valorizzare le competenze acquisite dalle province nei servizi per l'impiego e nel settore dell'energia. Una certa percentuale dei fondi disponibili dovrebbe essere utilizzato per azioni innnovative.
L'ANCI ha richiamato l'opportunità di rafforzare il bilancio comunitario per una più robusta politica energetica europea e per affrontare la sfida demografica. È centrale l'ulteriore sviluppo del modello sociale europeo con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale, alla qualità dell'occupazione, alle pari opportunità, alla lotta all'esclusione sociale, al miglioramento dell'efficienza della pubblica amministrazione.
È stato evidenziato il rilievo che assume la dimensione delle politiche urbane ed il ruolo dell'UE. I programmi «Urban II» propongono modelli di sviluppo innovativi per la riqualificazione delle zone interessate, tramite il finanziamento di progetti concernenti: il miglioramento delle condizioni di vita, ad esempio tramite il restauro di edifici e la creazione di spazi verdi; la creazione di posti di lavoro a livello locale, ad esempio nell'ambiente, nella cultura e nei servizi per la popolazione; l'integrazione delle classi sociali svantaggiate nei sistemi educativo e formativo; lo sviluppo di sistemi di trasporto pubblico rispettosi dell'ambiente; la creazione di sistemi per un'efficace gestione dell'energia e per una maggiore utilizzazione di energie rinnovabili; l'utilizzazione delle tecnologie dell'informazione.
L'ANCI sostiene quindi fortemente lo sviluppo di una politica urbana integrata da rafforzare in conformità con gli orientamenti strategici per la coesione della Commissione europea.
L'UNCEM ha richiamato i principali temi contenuti nei documenti comunitari e richiamato l'attenzione sulle politiche mirate per i territori della montagna, sulla realizzazione del programma «montagna futura», sul rilancio produttivo della montagna, sul contributo delle aree montane allo sfruttamento delle energie rinnovabili, al collegamento tra fondi strutturali e necessità specifiche dei territori montani.

a4) Regioni. I rappresentanti delle regioni hanno presentato un documento concernente l'agenda territoriale dell'Unione europea, in cui sono richiamate: l'articolazione territoriale e le politiche territoriale; i fondi strutturali e l'obiettivo cooperazione territoriale europea; il modello di governance e l'integrazione con le politiche settoriali; il paesaggio; la valutazione ambientale strategica e la valutazione di impatto territoriale.
Si tratta di una serie di misure collegate all'agenda territoriale dell'Unione europea, oggetto di presentazione specifica il 25 maggio 2007 a Lipsia, in occasione dell'incontro ministeriale informale sulla coesione territoriale. L'attuazione dell'agenda dovrebbe essere integrata con la politica di coesione, con la programmazione dei fondi strutturali e con le politiche settoriali. Tali obiettivi dovrebbero essere raggiunti attraverso l'azione congiunta di Stati membri, regioni, attori locali pubblici e privati. Le regioni hanno quindi sottolineato il proprio ruolo sociale rispetto al quadro appena delineato e per questo hanno presentato un documento in cui analiticamente sono svolte considerazioni e rilievi in ordine all'agenda territoriale.

a5) Europarlamentari e Ministro per le politiche europee. La XIV Commissione ha inoltre proceduto ad un'audizione degli europarlamentari italiani, con la partecipazione del Ministro per le politiche europee, Emma Bonino. L'audizione ha costituito un momento significativo di raccordo tra le diverse istanze, con la finalità di valorizzare i momenti di raccordo pur nella distinzione dei ruoli e delle responsabilità.


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Nel corso dell'audizione sono emersi ulteriori e numerosi elementi di rilievo. Limitandosi a sintetizzarne alcuni, a testimonianza dell'intensità del confronto, vale la pena richiamare i seguenti temi, ciascuno dei quali potrebbe essere oggetto di una specifica ed articolata disamina:
il riferimento alla solidarietà quale obiettivo strategico prioritario;
la valorizzazione del rapporto tra Parlamento europeo e Parlamenti nazionali;
il ruolo della semplificazione quale fattore di coordinamento della legislazione;
l'esigenza di individuare criteri diversi dalla pura discrezionalità in base a cui la Commissione sia chiamata a scegliere lo strumento del regolamento ovvero della direttiva;
l'anomalia data dalla proliferazione di atti non legislativi - che pertanto sfuggono ai controlli dei parlamenti europeo e nazionali - che tuttavia producono un effetto giuridico;
il rilievo di talune materie, prima fra tutte l'energia, e lo sviluppo sostenibile come forma di solidarietà verso tutti gli abitanti del mondo e le future generazioni;
il coinvolgimento diretto dei cittadini nel considerare l'Unione come uno strumento indispensabile;
il significato della valutazione di impatto sulle ricadute sociali o economiche dei provvedimenti comunitari ed il rapporto tra valutazione sociale e valutazione economico-finanziaria;
i problemi di collegamento tra parlamentari italiani e la rappresentanza italiana al Consiglio;
la politica strutturale di coesione e la questione urbana, che dovrà caratterizzare più adeguatamente gli interventi comunitari e nazionali;
l'esigenza di bilanciare modernizzazione dell'economia e solidarietà;
l'esigenza di una maggiore incisività del nostro Governo in sede di Consiglio, qualora siano bloccate alcune direttive che gli stanno a cuore;
l'esigenza di rafforzare la nostra rappresentanza italiana a Bruxelles;
la necessità di cambiare la cultura dei Ministeri e dell'amministrazione nazionale;
il ruolo centrale del Comitato interministeriale per gli affari comunitari europei (CIACE), di cui dovrà essere ulteriormente rafforzato sia il profilo politico sia quello organizzativo del Segretariato;
la necessità di verificare ed istruire adeguatamente i dossier con gli uffici di Bruxelles, negoziando tempestivamente le soluzioni;
la necessità di fare sistema e lavorare in modo coordinato;
la necessità che il Parlamento europeo si faccia portatore di un proprio disegno costituzionale da sottoporre all'opinione pubblica europea per il 2009;
la necessità di puntare sullo sviluppo rurale e sulla tecnologia ambientale.

b) Le relazioni delle Commissioni.

Le relazioni favorevoli deliberate dalle Commissioni di merito individuano un insieme articolato di temi sulle politiche europee. Al testo di tali relazioni - allegate alla presente relazione - si fa rinvio per un approfondimento dei molteplici temi affrontati. A titolo esemplificativo, in estrema sintesi:
il Comitato per la legislazione invita a tenere conto di tutta una serie di considerazioni attinenti alla valutazione di impatto, alla semplificazione, alla riduzione dei costi amministrativi, all'analisi di impatto, alla semplificazione e codificazione, auspicando la piena attuazione del programma legislativo;
la Commissione Affari costituzionali richiama i principali temi quali la lotta al terrorismo ed alla criminalità organizzata,


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la gestione delle frontiere, i diritti di protezione diplomatica e consolare, l'immigrazione, le pari opportunità, il dialogo interculturale, l'Agenzia dei diritti fondamentali, la sicurezza dei cittadini europei;
la Commissione Affari Esteri indica il rafforzamento del ruolo esterno dell'UE in una serie di settori, l'allargamento dello spazio Schengen e della zona Euro, l'impegno delle tre presidenze nello sviluppo delle relazioni esterne, la capacità di reazione rapida dell'UE, i diritti umani, l'obiettivo del pieno raggiungimento della stabilizzazione dei Balcani, il riavvio del processo costituzionale europeo, il dialogo tra UE e paesi del Mediterraneo, la crisi del Medio Oriente, i rapporti con l'Unione africana;
la Commissione Difesa esprime una valutazione positiva sulle iniziative annunziate dalla Commissione per rimediare alla frammentazione nei settori dell'industria e del mercato della difesa e sulle iniziative annunziate dal Consiglio sulla gestione delle crisi, sulla non proliferazione e sul disarmo;
la Commissione Bilancio richiede una maggiore congruenza tra la funzione strategica, che la Commissione europea e il Consiglio dell'Unione europea dovrebbero svolgere, e la costruzione di linee programmatiche, le priorità e l'individuazione delle risorse. A tal fine si ricorda che nel corso dell'indagine conoscitiva sull'attuazione a livello nazionale della politica di coesione regionale, svolta congiuntamente dalle Commissioni V e XIV, è stata individuata, sul tema dell'aumento del bilancio comunitario e del miglioramento sostanziale delle regole relative alle risorse proprie e ai contributi dei vari Stati membri, un'area di collaborazione in cui il Parlamento italiano e la Commissione Bilanci del Parlamento europeo intedono impegnarsi;
la Commissione Finanze affronta alcune questioni relative alle imposte dirette, all'imposizione indiretta, alla cooperazione tra le amministrazioni degli Stati membri in materia fiscale, ai servizi finanziari, alle dogane, alla discussione in sede comunitaria delle offerte pubbliche di acquisto, al diritto societario, al riciclaggio di capitali, alle assicurazioni;
la Commissione Cultura indica l'esigenza di individuare misure idonee per favorire gli investimenti nel sapere e nella conoscenza, nonché nel sistema europeo di trasferimento di crediti accademici, l'esigenza di approvare la decisione Erasmus Mundus II, il coinvolgimento dei Parlamenti nazionali nelle conferenze con esperti in ambito del Consiglio, il patrimonio culturale immateriale, i nuovi servizi della tv live e differita;
la Commissione Ambiente richiama il completamento del quadro normativo in attuazione del protocollo di Kyoto, il miglioramento dell'efficienza energetica, la prevenzione delle catastrofi naturali, la disciplina comunitaria degli appalti pubblici;
la Commissione Trasporti, poste e telecomunicazioni indica, per quanto concerne il settore dei trasporti, una pluralità di iniziative che le Istituzioni comunitarie dovrebbero assumere al fine di potenziare le infrastrutture di trasporto terrestre, ferroviario e marittimo, con specifico riferimento al completamento dei corridoi plurimodali, del piano dei porti marittimi e della rete interportuale. La Commissione auspica, anche ai fini della salvaguardia dell'ambiente, la promozione di misure atte ad armonizzare, in ambito comunitario, la sicurezza della navigazione e del trasporto aereo, nonché le norme dei codici della strada e di quelle di sicurezza, soprattutto per ridurre il numero di morti per incidenti stradali; raccomanda quindi il rilancio del sistema europeo di radionavigazione via satellite «Galileo». Per quanto riguarda i servizi postali, la Commissione sottolinea la necessità di conciliare la prevista apertura del mercato europeo dei servizi postali con le esigenze di garanzia dei livelli ottimali di fornitura del servizio universale. In tema di comunicazioni, s'incoraggiano iniziative volte ad accelerare il passaggio dalle comunicazioni


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analogiche a quelle digitali e i programmi di riduzione del divario digitale, in particolare nel Mezzogiorno d'Italia, nelle aree collinari e montane;
la Commissione Attività produttive, pur riconoscendo la centralità assegnata al tema della ricerca e dello sviluppo tecnologico, sottolinea la necessità di rilanciare l'agenda di Lisbona, con particolare riferimento agli obiettivi della cosiddetta società della conoscenza; per quanto concerne il centrale tema dell'approvvigionamento energetico, nel rilevare interventi alquanto parziali sul mercato interno e sulle condizioni di effettiva concorrenza a livello europeo, si auspica la realizzazione in tempi rapidi del mercato unico dell'energia con la previsione di un'Autorità europea di regolazione. La Commissione segnala, inoltre, scarsa attenzione per il settore turistico;
la Commissione Affari sociali richiama l'anno europeo delle pari opportunità, il rafforzamento del modello sociale europeo, le sfide demografiche, le innovazioni nel settore sanitario, i diritti dei consumatori, l'istituto europeo per l'uguaglianza di genere;
la Commissione Agricoltura individua tra i temi principali il modello complessivo dell'agricoltura europea e le misure da perseguire per la sua realizzazione, le risorse per gli agricoltori europei, la riduzione degli oneri amministrativi per le imprese agricole, la riforma dell'organizzazione comune di mercato del settore vitivinicolo, la gestione delle risorse idriche e la gestione del suolo, la politica europea della pesca.

La Commissione Giustizia e la Commissione Lavoro hanno trasmesso relazioni favorevoli.
Si tratta nel complesso di una serie di relazioni che definiscono la complesità delle questioni e delle connessioni tra le diverse politiche europee e colgono gli elementi di maggiore ricchezza ed importanza dei documenti comunitari, che potrebbero essere positivamente recuperati anche negli eventuali documenti di indirizzo e trovare un seguito - qualora le singole Commissioni lo ritengano - nell'esame in fase ascendente dei progetti di singoli atti comunitari.

7. CONCLUSIONI

Le ambizioni che sono sottese al programma legislativo della Commissione europea ed al programma delle tre sono alte e condivisibili.
Occorre peraltro dare corpo a quelle ambizioni, a livello comunitario e nei Parlamenti nazionali, confrontandosi concretamente e con umiltà con le difficoltà delle scelte che la politica è chiamata ad effettuare per soddisfare quelle ambizioni.
Le stesse relazioni trasmesse dalle Commissioni di merito e dal Comitato per la legislazione - che affrontano i vari ambiti delle politiche europee - consentono già di approfondire le varie tematiche in una prospettiva organica e complessiva, che si misuri con le grandi sfide che l'Unione europea si trova a dovere affrontare nel prossimo futuro.
Per questo, occorre recuperare proprio una dimensione politica profonda dell'Unione europea e dei suoi rapporti con i Parlamenti nazionali, una dimensione in cui i cittadini possano riconoscersi, pur nella disparità degli approcci e delle opinioni.
Senz'altro, anche ai fini di un iter più incisivo da parte del Parlamento nazionale, occorrerà - fin dal prossimo programma legislativo e di lavoro della Commissione europea - assicurare un raccordo più stretto e tempi più serrati nell'esame da parte della Camera dei documenti che compongono le diverse fasi della programmazione a livello comunitario, che accompagni l'iter fin dall'inizio, ovvero dalla presentazione della strategia politica annuale per il 2008.
In secondo luogo, risulta necessario chiedere che nella predisposizione dei documenti di programmazione a livello comunitario sia esplicitata la comparazione tra gli obiettivi dei precedenti programmi


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e quelli dei nuovi, in modo da evidenziare con trasparenza quali siano le nuove o diverse priorità e quali gli elementi di continuità rispetto ai precedenti documenti.
Occorre poi che, come è stato indicato nel corso del dibattito in XIV Commissione, sia data piena attuazione alle nuove disposizioni introdotte dalla legge comunitaria per il 2006, relative all'informazione al Parlamento sul contenzioso comunitario e sui flussi finanziari con l'Unione europea, in maniera da favorire l'effettività e la pienezza del controllo ed indirizzo da parte del Parlamento.
Nel merito delle diverse questioni, oltre a rinviare alle relazioni delle Commissioni di merito, in cui - come già ricordato - sono colti i profili di maggiore delicatezza e rilievo, si ritiene di richiamare qui per sintesi estrema quelle che sembrano essere le priorità che, anche a giudizio della XIV Commissione - la Commissione europea e le Presidenze (in ambito comunitario), Governo e Parlamento (in ambito nazionale), dovrebbero perseguire con massimo impegno e decisione.
Si tratta, come priorità, dei seguenti temi:
Energia, ambiente e ricerca;
Strategia di Lisbona, occupazione;
Piano strategico nazionale e infrastrutture;
politiche urbane;
risorse proprie.

Si tratterà pertanto di affrontare con determinazione questioni complesse e interconnesse quali:
la modernizzazione della società europea, che peraltro deve accompagnarsi alla responsabilizzazione di tutte le componenti che ad essa sono chiamate a contribuire. Lo stesso concetto di «flessisicurezza» - così centrale nei documenti comunitari - ne costituisce un probante esempio, in quanto va coniugato non solo con i diritti dei lavoratori ma anche con la responsabilità sociale dell'impresa;
lo sviluppo di politiche economiche che valorizzino i momenti di coordinamento già previsti dalla strategia di Lisbona;
il rafforzamento delle politiche di solidarietà;
la valutazione delle politiche in relazione al processo di integrazione europea e al mantenimento del rapporto tra creazione della società della conoscenza, competitività economica e lotta contro l'esclusione sociale.

Da ultimo, un breve cenno alla vicenda della riforma dei Trattati. Dopo la Dichiarazione di Berlino del 25 marzo scorso, il Programma legislativo e di lavoro della Commissione europea per l'anno 2007 e il Programma di 18 mesi delle tre Presidenze vanno inquadrati anche in una prospettiva di lungo periodo, al termine della quale si collocano le elezioni del Parlamento europeo, previste per la primavera del 2009.
A tal fine è giusto - e utile - valutare la «ridefinizione» del Trattato costituzionale configurando la possibilità che sia mantenuto un impianto costituzionale alleggerito dal peso del richiamo alle politiche specifiche e implementato da un possibile protocollo sociale che tenga insieme forme rinnovate di protezione sociale con la competitività derivante dal riconoscimento delle capacità e dei meriti.
L'obiettivo dell'entrata in vigore del nuovo Trattato pone con forza almeno tre tipi di esigenze, dirette a rafforzare efficacia delle politiche e rappresentanza popolare:
l'indebolimento del diritto di veto, che impedisce l'espansione dell'integrazione europea;
l'accrescimento della competenza legislativa del Parlamento europeo;
il pieno riconoscimento di procedure e competenze che esplicitino il principio di solidarietà e il principio di sussidiarietà, nella direzione dell'autonomia delle regioni e degli enti locali.


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ALLEGATO 2

Schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1/2005 concernente la protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97 (atto n. 80).

PARERE APPROVATO DALLA COMMISSIONE

La XIV Commissione,
esaminato lo schema di decreto legislativo recante disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni di cui al regolamento (CE) n. 1/2005 concernente la protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate che modifica le direttive 64/432/CEE e 93/119/CE e il regolamento (CE) n. 1255/97;
esprime

PARERE FAVOREVOLE

con le seguenti osservazioni:
all'articolo 7, comma 2, lettera h), il riferimento alle previsioni di cui all'allegato I, capo V, punto 1.4 (riguardante gli intervalli per l'abbeveraggio, l'alimentazione e le durate di viaggio e di riposo) sia sostituito con il riferimento al capo VI, punto 2, del medesimo allegato, che disciplina coerentemente la «Riserva d'acqua per il trasporto in contenitori su strada, su rotaia o via mare»;
valuti il Governo l'opportunità che il complesso delle violazioni contemplate dal comma 4 dell'articolo 7, «Violazioni delle disposizioni relative al benessere degli animali», sia definito in maniera più puntuale, dal momento che l'attuale dettato normativo prevede l'applicazione di sanzioni amministrative pecuniarie - da 1.000 a 3.000 euro - soltanto per un numero limitato di fattispecie, senza sanzionarne altre parimenti previste dagli allegati al Regolamento (ad esempio: il divieto di trasportare cavalli non domati su percorsi superiori alle 8 ore; il divieto di trasportare altri animali al di sotto di certe età su percorsi superiori alle 8 ore; la mancanza del sistema di navigazione);
all'articolo 8, comma 12, sia previsto l'obbligo - e non già la facoltà - in capo al Ministero della salute di adottare un provvedimento provvisorio di interdizione temporanea del trasporto di animali nei confronti dei trasportati di altri Stati membri che abbiano violato le disposizioni del presente decreto.