I Commissione - Resoconto di giovedì 17 maggio 2007

TESTO AGGIORNATO AL 29 MAGGIO 2007


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SEDE REFERENTE

Giovedì 17 maggio 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato, il sottosegretario di Stato per la salute Antonio Gaglione, il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi e il sottosegretario di Stato alle riforme e alle innovazioni nella pubblica amministrazione Gian Piero Scanu.

La seduta comincia alle 9.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche


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mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modifiche agli articoli 92 e 94 della Costituzione in materia di forma di Governo.
C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2576 cost. Franco Russo e C. 2578 cost. D'Alia.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 maggio 2007.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) condivide il percorso prefigurato dal presidente Violante per l'esame delle riforme costituzionali, ferma restando la necessità che debba trovarsi un'intesa anche sul progetto di riforma della legge elettorale. Per quanto concerne i provvedimenti in titolo, condivide l'ipotesi di prevedere la possibilità, per il Presidente del Consiglio dei ministri, di revocare i ministri, anche se al riguardo ritiene opportuno riflettere in ordine all'eventualità di stabilire limiti all'esercizio di questo potere per non lasciare eccessivi margini di discrezionalità al Presidente del Consiglio stesso.
A nome del proprio gruppo si dichiara poi favorevole sulla ipotesi di prevedere che la fiducia all'esecutivo venga concessa dalla sola Camera dei deputati, valutando di conseguenza il ruolo e le funzioni da attribuire al Senato.
Giudica infine interessante la cosiddetta sfiducia costruttiva, che reputa uno strumento volto a rafforzare la stabilità degli esecutivi, riservandosi comunque al riguardo opportuni approfondimenti.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritiene che le questioni sollevate dalle proposte di legge in esame non possano essere adeguatamente valutate prescindendo dalla visione d'insieme del quadro di riforme che si intende portare avanti, a livello costituzionale e a livello di legge elettorale. Ritiene infatti che, a procedere in questo modo, ci sia il rischio che ciascuna parte politica abbia in mente un diverso modello cui tendere, soprattutto per quanto riguarda la legge elettorale, o che si finisca con il concordare su una riforma che però poi, ad una valutazione più approfondita, risulti vincolante per una determinata scelta in materia di legislazione elettorale. Serve pertanto, a suo giudizio, un confronto chiaro e rigoroso, per verificare le effettive convergenze ed evitare un nuovo insuccesso in tema di riforme costituzionali. Preannuncia quindi che, anche al fine della chiarezza sulle diverse posizioni, il suo gruppo ha depositato una proposta di legge elettorale per la Camera ispirata al modello tedesco ed un'altra per il Senato, la quale prevede l'elezione di secondo livello, in vista di un Senato delle autonomie, conformemente, del resto, al programma dell'Unione.
Per quanto riguarda, nello specifico, le proposte di legge in titolo, ricorda che la proposta C. 2576, presentata dal suo gruppo, prevede la nomina e la revoca dei ministri e sfiducia costruttiva, conformemente al programma dell'Unione. Non intende invece insistere sulla crisi della rappresentanza, che è stata ben messa in evidenza dal collega Franco Russo in un precedente intervento, ma sottolinea che si tratta di un argomento da non passare sotto silenzio. Fa presente che si è di fronte ad una crisi che investe tutte le democrazie mature, in quanto dappertutto si comincia ad avvertire il condizionamento crescente delle decisioni assunte da centri di decisione esterni ai Parlamenti nazionali, soprattutto a carattere economico, siano organismi pubblici sovranazionali o soggetti privati. Manifesta inoltre preoccupazione per la profonda distanza tra cittadini e istituzioni, esprimendo la convinzione che il problema non verrebbe superato con soluzioni plebiscitarie come l'elezione diretta del premier, da alcuni gruppi invocata, la quale anzi accentuerebbe la disgregazione sociale e l'allontanamento dalla politica, ed è stata inoltre respinta nell'ambito del referendum sulla riforma costituzionale varata dal centrodestra.


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Riconosce il problema di assicurare la decisione legislativa e politica in tempi rapidi e congrui con i tempi delle società contemporanee, ma ritiene che la soluzione non debba essere cercata in un sacrificio della rappresentanza. A suo avviso, la frammentazione partitica e la sottostante disgregazione sociale esigono infatti soluzioni politiche, non tecnico-legislative. Ad avviso del suo gruppo, quindi, occorre valorizzare la collegialità dell'azione di Governo più che concentrare i poteri nelle mani di un Presidente del Consiglio in posizione preminente e dominante.
Sulla revoca dei ministri, ribadisce la posizione favorevole del suo gruppo, motivata anche dalle ragioni storiche richiamate dalla relatrice Amici, ma sottolinea che, per le ragioni anzidette, il potere di revoca deve essere attribuito, a giudizio del suo gruppo, non direttamente al Presidente del Consiglio, ma al Presidente della Repubblica, il quale lo eserciterà su proposta del Presidente del Consiglio, in simmetria con quanto attualmente previsto per la nomina dei ministri. Ritiene inoltre che si debba mantenere ferma la responsabilità parlamentare dell'intero Esecutivo, anziché limitarla al solo Presidente del Consiglio.
Quanto alla sfiducia costruttiva, ritiene che si tratti di un istituto pertinente al dibattito sulla forma di Governo, in quanto il problema in discussione è come assicurare la governabilità, ed è quindi giusto che, se la maggioranza intende sostituire il leader durante la legislatura, possa farlo, anche attraverso la sfiducia costruttiva. Dissente invece sulla proposta avanzata ieri dal presidente Violante di elevare fino alla maggioranza assoluta il quorum richiesto per presentare la mozione di sfiducia: se è vero infatti che la minoranza non è in grado di far approvare la mozione che presenta, è però anche vero che in questo modo può instaurare un dibattito parlamentare sull'azione di Governo.
In conclusione, ribadisce che il suo gruppo si attiene al programma dell'Unione, che prevedeva la revoca dei ministri e la sfiducia costruttiva, senza l'attribuzione di poteri speciali al Presidente del Consiglio. Ritiene che si tratti di riforme sulle quali è possibile conseguire un ampio accordo e che si potranno agevolmente saldare alle altre che verranno nei prossimi mesi.

Jole SANTELLI (FI) rileva innanzitutto che la scelta di metodo fatta dalla maggioranza, ossia quella di procedere per riforme parziali, offre forse più probabilità di riuscita, ma presenta anche lo svantaggio di impedire una visione d'insieme delle riforme che si intende approvare, col rischio che non si valutino appieno le implicazioni reciproche delle diverse ipotesi di riforma, comprese quelle riguardanti la legge elettorale, che è una legge di sistema.
Per quanto riguarda nomina e revoca dei ministri, si tratta di un'opzione in sé condivisibile, ma che non risponde appieno agli orientamenti della sua parte politica, che ritiene che la Costituzione del 1948 abbia bisogno di interventi profondi, organici e strutturali, in quanto non più rispondente alle odierne esigenze di velocità decisionale. L'attuale assetto della democrazia parlamentare non consente, a suo avviso, la certezza dei tempi della decisione, caratterizzandosi per interminabili dibattiti che restano spesso inconcludenti. È del resto mutato il quadro storico che impose nell'immediato dopoguerra la scelta per un sistema caratterizzato dalla centralità del Parlamento e dalla subordinazione dell'Esecutivo al Parlamento. Allora, infatti, i partiti dell'arco costituzionale, divisi da idee politiche radicalmente inconciliabili, preferirono, stante l'incertezza su chi avrebbe governato, non assicurare al Governo la necessaria forza. Ne è derivato un sistema di governo policentrico e per ciò stesso potenzialmente diviso e incapace di intraprendere iniziative di ampio respiro. Questo assetto va oggi rivisto in modo da assicurare al Paese operatività, responsabilità ed efficacia dell'azione di Governo. A suo modo di vedere, le proposte di legge in esame non sono sufficienti ad assicurare ciò di cui il paese


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ha bisogno. In particolare, ritiene insufficiente attribuire al Presidente del Consiglio il mero potere di proporre la nomina e la revoca dei membri del Governo, dovendosi invece prevedere che egli stesso possa direttamente nominare e revocare, in modo che sia effettivamente capo del Governo e non semplice primus inter pares. Analogamente occorre attribuire al Governo concreti poteri di indirizzo dei lavori parlamentari, onde evitare che il legittimo potere e anzi dovere di critica dell'opposizione si trasformi in potere di veto. Occorre, infine, riflettere sull'elezione diretta del Presidente del Consiglio.

Luciano VIOLANTE, presidente, rileva che l'elezione diretta del Presidente del Consiglio è istituto applicato soltanto in Israele, che dalla breve esperienza di questa formula non ha tratto grandi motivi di soddisfazione.

Jole SANTELLI (FI) ribatte che si potrà allora pensare all'elezione diretta del Capo dello Stato. A parte questo, rileva che le trasformazioni istituzionali intervenute dopo il 1993 hanno prodotto un sistema nel quale gli elettori sentono ormai di eleggere direttamente il Presidente del Consiglio, ancorché formalmente questi resti nominato dal Presidente della Repubblica. A prescindere dal fatto che la nomina presidenziale è ormai una formalità, va detto che non è oggi chiaro quale siano nell'ordinamento il ruolo e il potere del Presidente della Repubblica, che nelle ultime legislature ha mostrato di potersi ingerire in modo nient'affatto imparziale negli equilibri politici. Si tratta di un organo i cui contorni sono in continua evoluzione. Parimenti è necessario ratificare a livello costituzionale il potere del Governo di guidare in qualche misura i lavori parlamentari: si tratta di un potere che già oggi è di fatto esercitato, con mezzi come la questione di fiducia o altri. In conclusione, afferma che il suo gruppo è aperto alla discussione a condizione che si affrontino i problemi sul serio, evitando riforme superficiali e di facciata, utili soltanto a mettere la maggioranza in condizione di dire che ha realizzato le riforme.

Luciano VIOLANTE, presidente, constatato che non vi sono altre richieste di intervento, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta, invitando i relatori a proporre in quell'occasione l'adozione di un testo base. Propone quindi di invertire l'ordine dei lavori per passare ora all'esame del testo unificato dei progetti di legge in materia di cittadinanza (C. 24 e abbinati) e proseguire poi con gli altri due punti all'ordine del giorno in sede referente.

La Commissione concorda.

Modifiche alla legge sulla cittadinanza.
Testo unificato C. 24 Realacci, C. 908 Ferrigno, C. 909 Ferrigno, C. 938 Mascia, C. 1297 Ricardo Antonio Merlo, C. 1462 Caparini, C. 1529 Boato, C. 1570 Bressa, C. 1607 Governo, C. 1653 Santelli, C. 1661 Piscitello, C. 1686 Diliberto, C. 1693 Angeli, C. 1727 Adenti, C. 1744 De Corato, C. 1821 Angeli, C. 1836 Fedi e C. 1839 D'Alia.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 maggio 2007.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI, intervenendo sui profili di carattere finanziario evidenziati dal dicastero dell'economia e delle finanze alla V Commissione bilancio nella seduta di ieri, assicura che il dicastero dell'interno, da lei rappresentato, e quello dell'economia e delle finanze stanno già lavorando per raggiungere i chiarimenti necessari ad assicurare la precisa quantificazione degli oneri del provvedimento, in modo da mettere la V Commissione in condizione di esprimere il proprio parere.

Marco BOATO (Verdi) esprime soddisfazione per quanto annunciato dal sottosegretario Lucidi, anche perché ritiene che un provvedimento dell'importanza di quello in esame, che incide su diritti della


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massima rilevanza, non debba essere depotenziato o addirittura abbandonato per ragioni di copertura finanziaria. È quindi essenziale che alla ripresa dei lavori parlamentari dopo la settimana di sospensione il Governo proponga soluzioni per permettere al provvedimento di riprendere il suo iter senza depotenziamenti. Ritiene che su questo punto debba sussistere la responsabilità collegiale del Governo.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE) esprime a sua volta soddisfazione per l'impegno assunto dal sottosegretario Lucidi. Rilevato poi che, secondo quanto evidenziato dal Governo con la nota consegnata in Commissione bilancio, il testo unificato presenterebbe il problema di comportare oneri finanziari connessi ai minori stranieri, ricorda che secondo la legge la condizione di minorenne prevale su quella di cittadino ai fini delle tutele. Chiede poi chiarimenti sul riferimento alla mancata indicazione di un requisito reddituale per coloro che richiedono la cittadinanza.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI risponde che il problema nasce dal fatto che i minorenni diventano col tempo adulti e quindi titolari di diritti sociali, il che comporta un impatto di carattere finanziario sul bilancio dello Stato, che però non è, al momento, secondo la Ragioneria generale dello Stato, adeguatamente quantificato. Ritiene poi interessante l'osservazione relativa agli italiani all'estero resa nel parere della III Commissione affari esteri, che a suo avviso offre l'occasione per una ulteriore riflessione sul punto. Afferma che vi è la necessità per il Governo di disporre del tempo necessario affinché siano chiariti gli aspetti finanziari del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricordato che il calendario dei lavori dell'Assemblea prevede l'inizio della discussione del provvedimento in titolo per lunedì 28 maggio prossimo, avverte che scriverà al Presidente della Camera per segnalare che la Commissione non potrà concludere l'esame nei tempi previsti dal calendario dei lavori dell'Assemblea.

Modernizzazione delle Amministrazioni pubbliche.
C. 2161 Governo (testo base) e abbinate (C. 590 Lucchese, C. 1505 Pedica, C. 1588 Nicola Rossi, C. 1688 La Loggia e C. 2080 Turci)
(Seguito dell'esame e rinvio)

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 3 aprile 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati presentati emendamenti ed articoli aggiuntivi (vedi allegato 1). Comunica che è da considerare inammissibile per estraneità di materia, l'articolo aggiuntivo Boscetto 17.09, volto a modificare i criteri di scelta del presidente del Collegio dei revisori degli enti locali con l'inserimento di dirigenti di ministeri o di Autorità indipendenti. Invita pertanto i presentatori a ritirarlo. Invita quindi il relatore ed il rappresentante del Governo ad esprimere il parere sulle proposte emendative.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), relatore, si sofferma sugli emendamenti riferiti all'articolo 1. Al riguardo osserva che gli emendamenti presentati sono volti in primo luogo a prevedere l'estensione della disciplina sanzionatoria prevista dal provvedimento in esame anche ai soggetti privati esercenti funzioni pubbliche, obiettivo reso difficile in considerazione della mancanza di una normativa generale in materia. Osserva inoltre che un'altra serie di emendamenti è tesa ad individuare, in modo diverso da quanto previsto dal provvedimento, le modalità di estensione della disciplina da esso recata ad altri settori della pubblica amministrazione, in particolare alle regioni e agli enti territoriali. Un terzo blocco di proposte emendative è invece finalizzato ad incidere sui termini previsti a carico delle amministrazioni pubbliche. Al riguardo fa presente che il limite principale della legge n. 241 del 1990 è rappresentato dalla sua difficile applicazione e pertanto la previsione di termini più ridotti rispetto a quelli previsti dal progetto di legge in esame, che sono stati oggetto di una rigorosa valutazione,


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potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo rispetto all'esercizio efficace delle funzioni pubbliche. Passa quindi all'espressione dei pareri sugli emendamenti riferiti all'articolo 1. In proposito invita i presentatori al ritiro degli emendamenti La Loggia 1.8 e 1.9, avvertendo che altrimenti il parere è contrario. Esprime parere favorevole sull'emendamento La Loggia 1.10. Invita i presentatori al ritiro degli emendamenti Costantini 1.19, avvertendo che altrimenti il parere è contrario. Esprime parere contrario sugli emendamenti Boscetto 1.26, 1.27 e 1.11. Esprime parere favorevole sull'emendamento Boscetto 1.12. Invita quindi il presentatore al ritiro dell'emendamento Zaccaria 1.1, avvertendo che altrimenti il parere è contrario. Si riserva di esprimere il parere sull'emendamento Costantini 1.16. Esprime parere favorevole sull'emendamento Zaccaria 1.2, pur evidenziando alcune perplessità per le conseguenze di carattere finanziario, e parere contrario sugli emendamenti Belisario 1.13 e Boscetto 1.18. Esprime, quindi, parere favorevole sugli emendamenti identici Zaccaria 1.3 e Boscetto 1.17. Invita il presentatore al ritiro dell'emendamento Zaccaria 1.22, avvertendo che altrimenti il parere è contrario ed esprime parere favorevole sull'emendamento Belisario 1.15. Invita quindi i presentatori al ritiro dell'emendamento Costantini 1.14, avvertendo che altrimenti il parere è contrario. In proposito osserva che il danno derivante dal ritardo nella conclusione del procedimento non appare quantificabile. Esprime inoltre invito al ritiro dell'emendamento Zaccaria 1.7, avvertendo che altrimenti il parere è contrario. Al riguardo ritiene che l'obbligo di informazione periodica a carico del responsabile del procedimento può ritenersi giustificato soltanto per casi particolari di rilevanza significativa. Esprime parere contrario sull'emendamento Zaccaria 1.4, riservandosi di presentare una proposta di riformulazione dell'emendamento Zaccaria 1.5 volta a prevedere che l'esenzione dalla responsabilità operi con riferimento ai soggetti responsabili all'adozione del provvedimento. Esprime parere contrario sull'emendamento Santelli 1.24, parere favorevole sull'emendamento Pedica 1.20 e parere contrario sugli emendamenti Boscetto 1.28 ed 1.23. Invita il presentatore al ritiro dell'emendamento Zaccaria 1.6, avvertendo che altrimenti il parere è contrario ed esprime infine parere contrario sull'emendamento Boscetto 1.25.

Il sottosegretario Gian Piero SCANU esprime parere conforme a quello del relatore.

Luciano VIOLANTE, presidente, constata l'assenza dei presentatori degli emendamenti La Loggia 1.8 e 1.9: si intende che vi abbiano rinunciato.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) sottoscrive gli emendamenti Boscetto 1.10, 1.26, 1.27, 1.11 e 1.12.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che l'emendamento La Loggia 1.10 sarà votato per parti separate in quanto i numeri 1) e 2) non appaiono tra loro collegati. Porrà pertanto in votazione dapprima il numero 1) della lettera 0a) e, successivamente, il numero 2), sui quali il relatore ed il rappresentante del Governo hanno espresso parere favorevole.

La Commissione, con distinte votazioni, approva i numeri 1) e 2) dell'emendamento La Loggia 1.10, sottoscritto dal deputato Benedetti Valentini.

Carlo COSTANTINI (IdV) ritira il proprio emendamento 1.19.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Boscetto 1.26 , 1.27 e 1.11, sottoscritti dal deputato Benedetti Valentini, ed approva l'emendamento Boscetto 1.12, anch'esso sottoscritto dal deputato Benedetti Valentini.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), relatore, fa presente che il proprio invito al ritiro dell'emendamento Zaccaria 1.1 si basa sul fatto che non tutti i documenti delle


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pubbliche amministrazioni sono direttamente acquisibili presso altri comparti amministrativi, come ad esempio nei casi in cui essi siano stati smarriti o distrutti, e che pertanto, in tali casi, risulta preziosa la collaborazione del privato.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), pur comprendendo le motivazioni addotte dal relatore, ritiene necessario tutelare comunque gli interessi del cittadino nei confronti delle amministrazioni pubbliche che, nei casi in cui si renda necessario, sono tenute a scambiarsi la documentazione al fine di agevolare lo svolgimento del procedimento.
Con riferimento alla più generale questione dell'attuazione della legge n. 241 del 1990, ritiene necessario svolgere su di essa un'attività di monitoraggio complessivo in quanto, altrimenti, le numerose modifiche che ad essa vengono periodicamente apportate, rischiano di comprometterne la funzionalità. Al riguardo preannuncia che richiederà un complessivo monitoraggio in ordine al tema della documentazione informatizzata prodotta dalle amministrazioni pubbliche. Su questo specifico aspetto osserva infatti che se la disciplina normativa ha raggiunto un livello soddisfacente, la relativa attuazione non si è ancora realizzata e la percezione dei cittadini in proposito è pressocchè nulla.

Riccardo MARONE (Ulivo) osserva preliminarmente che la legge n. 241 del 1990, che disciplina il procedimento amministrativo, è una legge di carattere generale che stabilisce i principi di fondo della materia, elaborata sulla base dei lavori svolti da un'apposita Commissione di studio, presieduta dal professor Mario Nigro. Tale legge, tuttavia, a seguito dei numerosi interventi modificativi succedutisi con eccessiva frequenza, ha perso il connotato originario di legge di princìpi, finendo per disciplinare fattispecie settoriali ancorchè con la finalità di offrire tutele e garanzie al cittadino. Tuttavia tale obiettivo, perseguito acriticamente, sconta il limite di non considerare le significative differenze che esistono tra i cittadini destinatari della legge n. 241. Spesso infatti la previsione di eccessive garanzie all'interno di un procedimento, anziché tutelare gli interessi dei cittadini più deboli, diventa strumento di affermazioni delle ragioni di quella porzione minoritaria di cittadini che, disponendo di mezzi e strumenti idonei, fa leva su quelle stesse garanzie per perseguire finalità non sempre lecite. A tale proposito osserva come la riforma della legge in questione varata nella scorsa legislatura, prevedendo una serie eccessiva di tutele e garanzie per il cittadino, abbia finito per sortire effetti aberranti, come la impossibilità per le amministrazioni di procedere alla demolizione di opere costruite abusivamente. Al riguardo ritiene opportuno limitare l'incidenza dei vizi procedimentali sull'adozione del provvedimento finale, se volto a perseguire inequivocabilmente un interesse pubblico. Si sofferma quindi sulla funzione svolta dal giudice amministrativo, attualmente eccessivamente isolato rispetto allo svolgimento dell'attività amministrativa, al quale ritiene che debba invece essere restituita una funzione più incisiva. Conclude ribadendo l'opportunità di svolgere una seria riflessione sulle forme di tutela procedimentale che devono essere garantite ai cittadini per evitare che esse finiscano per pregiudicare il perseguimento dell'interesse pubblico.

Marco BOATO (Verdi) si associa preliminarmente alle considerazioni svolte dal deputato Marone. Ritiene comunque che l'emendamento Zaccaria 1.1, di cui condivide il contenuto, potrebbe essere approvato.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), relatore, osserva che il provvedimento in questione è in vero volto a rafforzare i principi di fondo della legge n. 241 del 1990, senza intaccarli minimamente. Tuttavia fa presente che tale legge necessita anche di interventi manutentivi, resi necessari dall'esperienza maturata e comunque con l'obiettivo di assicurare adeguata tutela ai


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cittadini, soprattutto sotto il profilo dei termini di esercizio dell'azione amministrativa.

Riccardo MARONE (Ulivo) rileva che l'esigenza di interventi di manutenzione origina dalla mancanza di leggi di principio. Casi come quelli in discussione andrebbero disciplinati dalle circolari ministeriali o dalla giurisprudenza, evitando di approvare leggi dettagliate, simili alle circolari. In questo modo la legge, disciplinando anche gli aspetti più minuziosi del procedimento, renderà necessari sempre più frequenti interventi di manutenzione.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), relatore, modificando il parere precedentemente espresso, esprime parere favorevole sull'emendamento Zaccaria 1.1.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) dichiara il proprio voto di astensione sull'emendamento Zaccaria 1.1.

La Commissione approva l'emendamento Zaccaria 1.1.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), relatore, propone di accantonare l'emendamento Costantini 1.16 che, essendo volto ad estendere il meccanismo sanzionatorio previsto dalla legge anche ai soggetti privati esercenti funzioni pubbliche, necessita una più approfondita riflessione al fine di una eventuale riformulazione in termini più generali.

Carlo COSTANTINI (IdV) prende atto con soddisfazione delle ragioni addotte dal relatore in ordine alla proposta di accantonamento del proprio emendamento 1.16. Al riguardo sottolinea l'importanza, al fine di garantire adeguata tutela al cittadino, di disciplinare la funzione svolta indipendentemente da chi la esercita.

Il sottosegretario Gian Piero SCANU condivide le osservazioni svolte dal relatore.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN), pur condividendo l'opportunità di disciplinare la funzione esercitata e non tanto il soggetto che la esercita, ritiene opportuno, prima di deliberare l'accantonamento dell'emendamento in discussione, che il relatore chiarisca quali siano i princìpi a cui intende ispirarsi.

Oriano GIOVANELLI (Ulivo), relatore, essendo l'emendamento in discussione volto a disciplinare l'esercizio di attività amministrative da parte di soggetti privati, intende proporre alla Commissione di riflettere su di esso in prospettiva di una eventuale riformulazione in termini più generali.

Luciano VIOLANTE, presidente, propone di accantonare l'emendamento Costantini 1.16.

La Commissione consente.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) illustra il proprio emendamento 1.2, volto a prevedere l'entità minima di euro 25 della sanzione prevista per il mero ritardo nella conclusione del procedimento. Tale accorgimento si rende necessario per evitare che il meccanismo previsto per la determinazione della sanzione ne renda irrisoria l'entità.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che le sanzioni devono essere determinabili non solo nel loro ammontare minimo, ma anche in quello massimo.

Riccardo MARONE (Ulivo) si dichiara contrario a prevedere una sanzione per i casi di ritardo nella conclusione del procedimento. Al riguardo osserva, infatti, che l'evoluzione legislativa degli ultimi quindici anni ha sensibilmente responsabilizzato l'attività della dirigenza che, tuttavia, in molti casi, è costretta ad operare in condizioni di precarietà di mezzi. Soprattutto nei piccoli comuni, che spesso non dispongono di personale di livello dirigenziale, i funzionari preposti ai procedimenti amministrativi rischiano di essere ingiustamente pregiudicati a causa della presenza di norme del tenore di quella in esame. Al


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riguardo ritiene preferibile che casi del genere, anziché essere disciplinati, siano rimessi alla valutazione giurisprudenziale. Reputa infatti che simili norme finiscano per perseguire solo l'interesse dei cittadini che dispongono di mezzi adeguati per perseguire i propri fini.

Il sottosegretario Gian Piero SCANU ritiene opportuna una riflessione al riguardo, in quanto la finalità perseguita dal provvedimento in esame è quella di porre sullo stesso piano di tutela tutti i cittadini nei casi in cui le amministrazioni pubbliche non siano in grado di erogare i servizi richiesti. Si sofferma quindi sulla determinazione della sanzione, in ordine alla quale conviene con le osservazioni del presidente Violante relative all'opportunità di prevederne l'entità minima e quella massima. Ritiene comunque evidente che tale previsione comporti oneri finanziari di difficile quantificazione.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) invita la Commissione a riflettere sulla nozione di danno ingiusto contenuta nella norma in discussione, non essendo chiaro se il danno sia ingiusto per la mera inosservanza del termine, nel qual caso l'aggettivo «ingiusto» è superfluo, o se l'inosservanza del termine non sia di per sé sufficiente a rendere ingiusto il danno derivante dal mancato rispetto del termine previsto per la conclusione del procedimento. Dichiara infine di condividere le osservazioni del presidente Violante sull'opportunità di prevedere l'entità minima e quella massima della sanzione.

Carlo COSTANTINI (IdV) fa presente che la sanzione prevista dal comma 2 dell'articolo 2-bis assume comunque natura risarcitoria, ancorché ad effetti anticipati. La complessa formulazione dell'articolo in discussione infatti, da un lato prevede, al comma 2, che la sanzione è dovuta per il mero ritardo nella definizione del procedimento, indipendentemente dal risarcimento del danno e, dall'altro, al comma 3, prevede che il giudice, in sede di liquidazione del risarcimento del danno, decurta l'importo di quanto eventualmente conseguito dal danneggiato in virtù della sanzione stessa.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che il testo intreccia impropriamente la sanzione con il risarcimento del danno, istituti che hanno natura e funzioni diverse. In questo caso si tratterebbe di una ipotesi di sanzione privata, versata non allo Stato ma al soggetto privato, finora sconosciuta nel nostro ordinamento. Ritiene pertanto opportuno prevedere il solo risarcimento.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) osserva che il dibattito in corso vada ascritto alla mancanza di un'approfondita discussione di carattere generale, che ha impedito alla Commissione di approfondire le tematiche principali del provvedimento in esame.
Dichiara di non condividere la proposta di eliminare la sanzione per il ritardo nella conclusione del procedimento, essendo il risarcimento del danno una mera eventualità. Ritiene tuttavia opportuno accantonare l'emendamento Zaccaria 1.2, anche al fine di consentire alla Commissione una riflessione sull'intera materia in discussione.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo) condivide la proposta di accantonamento dell'emendamento Zaccaria 1.1.

Riccardo MARONE (Ulivo) osserva che, essendo la sanzione prevista nell'ambito del procedimento amministrativo, si verrebbero a sanzionare i ritardi lesivi sia di diritti soggettivi che di interessi legittimi. Si dichiara quindi contrario alla previsione della sanzione.

Il sottosegretario Gian Piero SCANU dichiara di condividere la proposta di accantonamento dell'emendamento Zaccaria 1.1 al fine di maturare un'approfondita riflessione sull'intera materia. Osserva che la ratio sottesa al provvedimento in esame è quella di garantire efficienza e funzionalità alle amministrazioni pubbliche nei


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confronti di tutti i cittadini indistintamente.

Luciano VIOLANTE, presidente, propone l'accantonamento dell'emendamento Zaccaria 1.2.

La Commissione consente.

Luciano VIOLANTE, presidente, in considerazione dell'accantonamento dell'emendamento Zaccaria 1.2 e della opportunità di approfondire le altre problematiche recate dall'articolo 1, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Costi della politica.
C. 1942 Spini, C. 2104 Caruso, C. 2179 Donadi e C. 2250 D'Elia.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dei provvedimenti.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che nella seduta di ieri l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha deciso di avviare l'esame delle proposte di legge in titolo, in materia di contenimento dei costi della politica. Anticipando quanto proporrà all'Ufficio di Presidenza convocato al termine della seduta in sede referente, sottopone all'attenzione della Commissione l'opportunità di avviare una indagine conoscitiva finalizzata a raccogliere ogni elemento di conoscenza utile per individuare i criteri di migliore regolazione e di massima trasparenza dei costi connessi in maniera diretta all'esercizio delle funzioni delle istituzioni pubbliche.

Giacomo STUCCHI (LNP), relatore, nell'illustrare i provvedimenti in titolo, si sofferma innanzitutto sulle proposte di legge C. 2104 e 2179, che limitano il loro intervento alle indennità dei parlamentari, la prima proponendone il dimezzamento e la seconda bloccandone l'adeguamento fino al 2010. Per quanto riguarda le altre due proposte di legge, di contenuto analogo, rileva che sono assai più articolate e non prive di profili problematici in quanto incidono sulla sfera di autonomia delle regioni e degli enti locali. Esse prevedono, al fine di superare alcuni profili degenerativi peraltro non riguardanti tutte le realtà regionali e locali, un limite alle retribuzioni e agli emolumenti a carico del pubblico erario, nonché un limite al numero dei componenti degli organi di società a partecipazione pubblica, per colpire il fenomeno delle società pubbliche con consigli di amministrazione numerosi e dal costo enorme. Prevedono poi la nullità dei contratti di assicurazione stabiliti dagli enti pubblici per salvaguardare gli amministratori dai rischi di danni a terzi e il ripristino della responsabilità contabile per colpa lieve. Dettano poi norme sugli enti locali e norme di principio sul coordinamento della finanza pubblica, per la retribuzione degli eletti, per le rappresentanze all'estero e per le società miste. Nell'esprimere perplessità in ordine alla possibilità di incidere sull'ordinamento degli enti locali, si sofferma in particolare sulle rappresentanze all'estero, per segnalare che vi sono regioni o addirittura enti locali che hanno proprie «ambasciate» all'estero o sedi di rappresentanza a Roma. Esprime tra l'altro dissenso sugli articoli, rispettivamente, 8 e 10 delle due proposte di legge, che sopprimono la nomina regionale dei consiglieri della Corte dei conti, che sono importanti figure di controllo. Concorda invece sulla soppressione di enti inutili, ma ritiene che si debba valutare con attenzione quali enti inserire nell'elenco. In particolare, ritiene fuori luogo pensare di sopprimere l'ISVAP, cui di recente sono state attribuite nuove funzioni. Rileva, infine, che la proposta di legge C. 1942 prevede anche norme in materia di finanziamento pubblico dei partiti, che mancano invece nella proposta C. 2250.

Marco BOATO (Verdi), relatore, ritiene che quello dei costi della politica sia un tema importante, da affrontare con rigore ma senza populismi né demagogia, analizzando


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il fenomeno a tutti livelli, dal Parlamento stesso e dagli altri organi costituzionali o di rilevanza costituzionale fino agli enti locali e alle Autorità di garanzia e vigilanza, valutando distintamente il peso delle burocrazie e delle istituzioni. Per questo motivo condivide l'iniziativa del presidente Violante di avviare un'indagine conoscitiva al riguardo.
Rilevata poi la connessione con il tema del finanziamento della politica e dei partiti, osserva che potrebbe essere questa la sede in cui affrontare le questioni relative alla possibilità per i partiti politici di istituire proprie fondazioni, questioni già emerse, forse in modo improprio, nell'ambito dell'esame della proposta di legge C. 1667, la quale si limitava a riaprire il termine per la presentazione delle richieste di rimborso per la partecipazione a competizioni elettorali. Ricorda al riguardo che il gruppo di Rifondazione comunista-Sinistra europea ha preannunciato proposte di legge in materia di finanziamento dei partiti e che la proposta di legge C. 1942 in titolo affronta il problema espressamente all'articolo 19, a differenza della proposta di legge C. 2250, per il resto sostanzialmente identica. Ritiene inoltre che si potrebbe procedere all'abbinamento della proposta di legge C. 1984 Castagnetti.

Luciano VIOLANTE, presidente, chiarisce che la materia del finanziamento pubblico dei partiti è oggetto di provvedimenti che sono già all'esame del Senato.

Marco BOATO (Verdi), relatore, prende atto dell'impossibilità di avviare l'esame della materia, ma ritiene comunque utile una riflessione comune al riguardo. Si richiama, per il resto, all'illustrazione delle proposte di legge in titolo fatta dall'altro relatore, on. Stucchi, limitandosi ad osservare che le proposte di legge C. 2104 e C. 2179 sono a suo avviso semplicistiche, mentre le proposte di legge C. 1942 e C. 2250 recano lo stesso contenuto, differenziandosi per l'elenco degli enti da sopprimere e per il fatto che la seconda non tratta del finanziamento pubblico dei partiti.
Conclude ribadendo che è stato opportuno mettere le proposte di legge in titolo all'ordine del giorno della Commissione, in quanto è giusto che il Parlamento sia sensibile su argomenti di questa rilevanza pubblica, e sottolineando che si dovrà ora procedere ad una valutazione del fenomeno seria e rigorosa ancorché libera da demagogia.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.40.

INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 17 maggio 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 10.40.

Indagine conoscitiva sulle problematiche relative alla ricerca di persone scomparse.
(Deliberazione di una proroga del termine - Svolgimento e conclusione).

Luciano VIOLANTE (Ulivo), presidente, ricorda che l'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti di gruppo, ha convenuto sull'opportunità di richiedere una proroga del termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva in materia di problematiche relative alla ricerca delle persone scomparse, la cui scadenza era fissata alla fine del mese di maggio 2007. Essendo stata acquisita la previa intesa con il Presidente della Camera, ai sensi dell'articolo 144, comma 1, del regolamento, propone di deliberare la proroga al 30 settembre 2007 del termine dell'indagine.


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La Commissione delibera di prorogare al 30 settembre 2007 il termine per la conclusione dell'indagine conoscitiva in titolo.

La seduta termina alle 10.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 10.45 alle 10.50.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 17 maggio 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 10.50.

Misure per il cittadino consumatore e per agevolare le atttività produttive e commerciali, nonché interventi in settori di rilevanza nazionale.
Nuovo testo C. 2272-bis Governo.
(Parere alla X Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, rilevato che il provvedimento in esame non presenta profili problematici per quanto attiene alla costituzionalità, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 10.55.