V Commissione - Resoconto di giovedì 17 maggio 2007


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ATTI DEL GOVERNO

Giovedì 17 maggio 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Nicola Sartor.

La seduta comincia alle 9.10.

Schema di decreto ministeriale per la ripartizione dello stanziamento iscritto nello stato di previsione della spesa del Ministero dell'economia e delle finanze, relativo a contributi in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi per l'anno 2007.
Atto n. 85.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione. - Nulla osta).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale in titolo.

Maino MARCHI (Ulivo), relatore, ricorda che lo schema di decreto è predisposto in attuazione dell'articolo 32, comma 2, della legge finanziaria per il


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2002 e provvede al riparto per il 2007 delle disponibilità relative a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni e altri organismi di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze, iscritti sul capitolo 1613 della unità previsionale di base 3. 1. 2. 17, annualmente quantificati nella tabella C della legge finanziaria. Richiama che la disposizione della legge finanziaria per il 2002 ha stabilito che gli importi dei contributi dello Stato in favore di enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi, indicati nella tabella 1 allegata alla legge stessa, devono essere iscritti in un'unica unità previsionale di base nello stato di previsione di ciascun Ministero interessato. Rileva che gli enti beneficiari delle somme da ripartire per il 2007 sono l'Istituto nazionale per la fauna selvatica, la Fondazione opera campana dei caduti di Rovereto e l'Istituto di contabilità nazionale. Per il 2007 la tabella C della legge finanziaria per il 2007 ha rideterminato in 1.847.000 euro l'importo della dotazione complessiva relativa a contributi ad enti, istituti, associazioni, fondazioni ed altri organismi di competenza del Ministero dell'economia e delle finanze. A valere del capitolo 1613, è stata inoltre accantonata e resa indisponibile una somma di 234.065,30 euro per l'anno 2007 in applicazione dell'articolo 1, comma 507, della legge finanziaria per il 2007; conseguentemente la quota da ripartire tra gli enti interessati per il 2007 ammonta a 1.612.934,70 euro. Fa presente che di tale dotazione sono stati assegnati all'Istituto nazionale per la fauna selvatica 1.576.667,68 euro, alla Fondazione opera campana dei caduti di Rovereto 31.537,02 euro e all'Istituto di contabilità nazionale 4.730 euro. Nel rilevare che le percentuali di ripartizione del contributo tra i tre enti corrispondono a quelle adottate per il 2005 e il 2006, propone di esprimere un parere di nulla osta sullo schema di decreto.

Il sottosegretario Nicola SARTOR concorda con la proposta di parere.

La Commissione approva la proposta di parere.

Proposta di nomina del professor Alberto Majocchi a presidente dell'Istituto di studi e analisi economica (ISAE).
Nomina n. 36.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione. - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame della proposta di nomina.

Lino DUILIO, presidente relatore, ricorda che la Commissione è chiamata ad esprimere il parere di competenza sulla conferma del prof. Majocchi a presidente dell'Istituto di studi e analisi economica. Ricorda infatti che il prof. Majocchi è alla guida dell'ISAE dal 2003. Nel rilevare che il curriculum del prof. Majocchi, che è allegato alla proposta di nomina, conferma le sue elevate qualità intellettuali, che lo rendono idoneo a presiedere l'ISAE, propone di esprimere un parere favorevole.

Il sottosegretario Nicola SARTOR nel rendere convinta testimonianza della profonda conoscenza della finanza pubblica, anche a livello internazionale, del prof. Majocchi e il suo grande equilibrio professionale ed umano, si dichiara lieto di rappresentare il Governo in questa occasione anche, se gli è consentito un ricordo personale, in ragione del fatto che il prof. Majocchi è stato suo correlatore nella discussione della tesi di laurea.

La Commissione procede alla votazione per scrutinio segreto sulla proposta di parere favorevole del relatore.

Lino DUILIO, presidente, comunica il risultato della votazione:
Presenti 25
Votanti 25
Maggioranza 13
Astenuti nessuno.
Hanno votato 25
Hanno votato no 0

La Commissione approva.


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Lino DUILIO, presidente, avverte che comunicherà il parere favorevole testé espresso alla Presidenza della Camera, ai fini della trasmissione al Governo.

Hanno preso parte alla votazione i deputati: Aurisicchio, Bordo, Calgaro, Di Gioia, Duilio, Fadda, Garavaglia, Giudice, Leddi Maiola, Marchi, Misiani, Musi, Napoletano, Ossorio, Peretti, Piro, Raiti, Ravetto, Ricci Andrea, Vannucci, Ventura, Verro, Zanella, Zinzi, Zorzato.

Schema di decreto ministeriale concernente le variazioni degli accantonamenti operanti sulle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte a bilancio dello Stato per l'anno 2007.
Atto n. 91.
(Esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e rinvio).

La Commissione inizia l'esame dello schema di decreto ministeriale.

Michele VENTURA (Ulivo), relatore, ricorda che lo schema di decreto ministeriale è stato presentato in attuazione dell'articolo 1, comma 507, della legge finanziaria 2007, disposizione corrispondente all'articolo 53 del testo originario del disegno di legge finanziaria ed oggetto di ampia discussione presso la Commissione bilancio. Il comma 507 prevede infatti che è accantonata e resa indisponibile, in maniera lineare, una quota pari a 4,6 miliardi di euro per il 2007, a 5 miliardi di euro per il 2008 e a 4,9 miliardi di euro per il 2009, delle dotazioni delle unità previsionali di base iscritte nel bilancio dello Stato relative a determinate categorie economiche, anche con riferimento ad autorizzazioni di spesa predeterminate legislativamente. Sono comunque esclusi dall'accantonamento gli effetti finanziari derivanti dalla legge finanziaria. Gli accantonamenti costituiscono nella sostanza riduzioni degli stanziamenti di bilancio, in quanto le somme accantonate e rese indisponibili sono destinate alla fine dell'anno ad andare in economia. La disposizione è finalizzata al conseguimento di risparmi di spesa attraverso un intervento di carattere orizzontale sugli stanziamenti di bilancio, che, a differenza di precedenti interventi legislativi di analoga natura, si riferisce anche a spese di carattere obbligatorio e derivanti da fattore legislativo. Ricorda che l'efficacia ai fini del contenimento della spesa pubblica degli interventi trasversali di riduzione degli stanziamenti di bilancio sono stati più volti messi in discussione dalla Commissione bilancio. Questi interventi costituiscono più che altro una misura di carattere emergenziale in situazioni di difficoltà dei conti pubblici, ma non producono effetti in termini di efficienza della spesa (anzi sono spesso causa di disfunzioni): essi prescindono infatti da qualsiasi criterio di selettività e da qualsiasi valutazione circa l'efficacia allocativa della spesa. Nell'ottica di valorizzare le scelte delle amministrazioni ai fini di una gestione più oculata delle risorse, il comma 507 ha previsto una procedura che consente ai Ministeri di rimodulare gli accantonamenti, purché siano salvaguardati gli effetti della manovra di finanza pubblica. Con decreto del Ministro dell'economia e delle finanze, da adottare su proposta dei ministri competenti, possono essere infatti disposte variazioni degli accantonamenti, anche interessando diverse unità previsionali di base. Ricorda che l'attuazione del comma 507 è stata considerata dal Governo come un primo avvio ed un valido punto di riferimento per l'attuazione del programma straordinario di analisi e valutazione della spesa delle amministrazioni centrali (la cd. spending review). In proposito rileva che i risultati sembrano al momento piuttosto modesti: il volume complessivo di risorse interessate dalle variazioni risulta infatti pari a 377 milioni di euro e corrisponde a circa l'8,2 per cento delle risorse accantonate. Osserva poi che, oltre a questo dato quantitativo, molto significativo risulta il dato qualitativo. Le variazioni si riferiscono per la maggior parte al Ministero dell'economia (che peraltro era


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quello su cui maggiormente incidevano gli accantonamenti) e appaiono per lo più volte a reintegrare le risorse, di fatto tagliate dal comma 507, per il funzionamento di enti o organismi pubblici, quali l'AGEA, la CONSOB, l'ISTAT, il CNIPA, il CONI. Risultano inoltre parzialmente ripristinate, per un importo di 15 milioni di euro, le spese per il funzionamento della Presidenza del Consiglio. Sono state altresì eliminate alcune riduzioni difficilmente giustificabili, quale quella relativa al Fondo per il 5 per mille. Ancora più significativo è il fatto che le compensazioni sono state operate riducendo per lo più le disponibilità dei grandi fondi di riserva, quali il Fondo per spese obbligatorie e d'ordine, il Fondo per le spese impreviste o i Fondi per la riassegnazione dei residui passivi perenti. L'ampio utilizzo di questi fondi dimostra come non si sia operata una rimodulazione degli accantonamenti motivata da un'effettiva efficienza allocativa, spostando risorse da settori meno importanti o comunque dotati di risorse in eccesso a settori ritenuti strategici, ma si sia proceduto alla mera eliminazione di alcune riduzioni non sostenibili dalle amministrazioni. In proposito, segnala che ben 7 Ministeri (Lavoro e previdenza sociale, Pubblica istruzione, Interno, Comunicazioni, Politiche agricole, Università e ricerca, Commercio internazionale) non hanno disposto alcuna variazione nell'ambito dei rispettivi stati di previsione. Altri Ministeri (Sviluppo economico, Giustizia, Ambiente, Infrastrutture, Difesa, Solidarietà sociale) hanno disposto variazioni molto limitate; il Ministero degli affari esteri ha effettuato una serie piuttosto cospicua di variazioni e sembra effettivamente avere operato una valutazione più attenta delle esigenze effettive, ma anche in tal caso la maggior parte delle compensazioni è effettuata a valere sui fondi di riserva per i consumi intermedi.
Segnala poi un problema relativo al Ministero per i beni e le attività culturali, che ha disposto variazioni compensative per un importo complessivo di 35 milioni di euro prevedendo principalmente il reintegro del Fondo unico per lo spettacolo, per le quote-parti riguardanti le fondazioni lirico-sinfoniche e le attività musicali, teatrali e di danza. La compensazione è operata con riferimento ad uno stanziamento iscritto in bilancio in forza di una disposizione della legge finanziaria 2007, che in quanto tale non è soggetto all'applicazione del comma 507. Si tratta, in particolare, dello stanziamento iscritto nel capitolo 1321, concernente spese finalizzate ad interventi urgenti per il verificarsi di emergenze relative alla salvaguardia di beni culturali e paesaggistici e alla realizzazione di progetti relativi ai beni culturali e paesaggistici medesimi. Lo stanziamento è stato previsto dall'articolo 1, comma 1142, della legge finanziaria 2007 ed è pari a 79 milioni di euro per l'anno 2007, con riferimento ai quali lo schema di decreto dispone un accantonamento di 35 milioni di euro. Oltre a chiedere un chiarimento circa i motivi che hanno indotto ad iscrivere lo stanziamento nell'UPB 02.01.01.00, relativa al funzionamento del Segretariato generale, rileva come questo accantonamento appaia in contrasto con la previsione del comma 507, che esclude dal suo ambito di applicazione «gli effetti finanziari derivanti» dalla legge finanziaria. Tornando all'incidenza piuttosto limitata delle variazioni, chiede se essa derivi dal fatto che le riduzioni degli stanziamenti sono state facilmente assorbite dalle amministrazioni o se, come sembra più probabile, essa sia imputabile piuttosto ad una difficoltà delle amministrazioni di sostenere i tagli effettuati. Rileva al riguardo chiarimenti circa i problemi che sono stati evidenziati nel questionario predisposto sulla base della circolare attuativa del comma 507.
Osserva poi, per quanto attiene alla compensatività, sui saldi di fabbisogno e di indebitamento, delle variazioni proposte dal provvedimento, che la relazione sullo schema di decreto non precisa i criteri seguiti per la quantificazione dei relativi effetti in relazione alle diverse tipologie di spese interessate, ma si limita a richiamare, in via generale, un criterio di spendibilità/impegnabilità delle risorse. In proposito


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ritiene opportuno - al fine di suffragare l'esistenza del requisito della compensatività delle variazioni su tali saldi, prescritto dalla norma della legge finanziaria (articolo 1, comma 507) - che venissero esplicitati in modo più puntuale i criteri utilizzati per la determinazione degli effetti sui due predetti saldi delle variazioni proposte, con riferimento a ciascuna categoria interessata e, ove possibile, anche alle diverse tipologie di spese che presentano, in tal senso, eventuali peculiarità.
Conclusivamente, ritiene che la vicenda sembra dimostrare come la strada dei tagli orizzontali non sia più praticabile in concreto e rileva che la situazione relativamente favorevole della finanza pubblica se da un lato non deve indurre ad abbassare la guardia, dall'altro deve costituire l'occasione per procedere in un'ottica non più emergenziale ma di medio-lungo periodo ed avviare una seria ed accurata ricognizione della spesa pubblica, volta ad individuare ed eliminare quelle sacche di inefficienza che noi tutti conosciamo. È evidente come questa operazione non possa attuarsi in pochi mesi (come dimostra anche il provvedimento in esame) ma richieda tempo. Ricorda che l'obiettivo è quello di ottenere, a parità di spesa, una migliore qualità dei servizi e delle prestazioni della pubblica amministrazione. Ritiene al riguardo molto importante anche il lavoro di riclassificazione del bilancio avviato dal Governo. Il bilancio dello Stato, il cui esame parlamentare è ampiamente sottovalutato, potrebbe essere uno strumento di lettura prezioso della spesa pubblica. Qualsiasi innovazione volta a migliore la trasparenza e la leggibilità del bilancio deve essere ben accolta da tutti. Ritiene evidente che il presupposto fondamentale per un'allocazione efficiente delle risorse sia sapere per cosa si spende e questa consapevolezza spesso manca a noi parlamentari e non solo a noi. Osserva che se sicuramente esistono spese che si possono selettivamente ridurre senza pregiudicare la funzionalità dell'amministrazione o i servizi resi ai cittadini, risulta problematico individuare quali siano. Ritiene che sia il momento di andarle a cercare. Ricorda che la Francia ha fatto partire dalla riforma del bilancio dello Stato la riforma della pubblica amministrazione; ha impiegato 5 anni ma ha ottenuto importanti risultati che sono anche alla nostra portata. La spending review non è un interesse del Governo o della maggioranza, la spending review è un interesse del Paese perché attraverso di essa passa la modernizzazione della pubblica amministrazione e, quindi, su di essa può basarsi anche l'auspicato recupero di competitività del nostro sistema-Paese. Si augura che l'opposizione mostri la sua disponibllità a collaborare a questo processo che non necessariamente è destinato a chiudersi con la legislatura in corso e che anzi si prospetta lungo, sicuramente incerto, ma anche ricco di possibilità.

Il sottosegretario Nicola SARTOR ricorda che la disposizione del comma 507 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 intende costituire uno stimolo alle amministrazioni per compiere una valutazione delle risorse ad essi assegnate e dei programmi di spesa, al fine di ottenere una migliore allocazione delle disponibilità di bilancio. In tal senso la possibilità per le amministrazioni di modificare le quote degli accantonamenti disposte dal comma 507 costituisce un risultato ancora parziale, mentre un ruolo decisivo, in questo quadro, sarà svolto dall'implementazione del processo di riclassificazione del bilancio e della sua riorganizzazione per missioni. Rileva che comunque tale possibilità rappresenta un primo superamento della logica del taglio trasversale; in proposito osserva che il fatto che solo poche amministrazioni se ne siano per il momento avvalse deriva dal fatto che un simile cambiamento di prospettiva richiede fisiologicamente un periodo di tempo per essere assorbito dalle amministrazioni pubbliche. In tal senso stanno comunque giungendo segnali positivi da parte delle diverse amministrazioni che saranno a suo giudizio confermati nel corso del processo di riclassificazione del bilancio. Si riserva infine di fornire alla Commissione elementi


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di risposta alle richieste di chiarimento avanzate.

Lino DUILIO, presidente, rileva la necessità di acquisire puntuali elementi di chiarimento soprattutto con riferimento alla capacità di «assorbimento», da parte delle amministrazioni, degli accantonamenti stabiliti dal comma 507 nonché alle conseguenze delle variazioni previste negli accantonamenti dallo schema di decreto sul fabbisogno e sull'indebitamento.

Il sottosegretario Nicola SARTOR deposita una nota che, tra le altre cose, dovrebbe rispondere alle obiezioni sollevate in ordine alla neutralità sui diversi saldi di bilancio delle variazioni degli accantonamenti previste dallo schema di decreto (vedi allegato 1).

Lino DUILIO, presidente, ritiene opportuno procedere ad ulteriori approfondimenti e rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Lino DUILIO, presidente, avverte che al termine delle votazioni antimeridiane in Assemblea la Commissione procederà alla discussione della risoluzione n. 7-00176 Bordo, relativa alla nomina degli amministratori degli enti e delle aziende pubbliche, con particolare riferimento a quanto concerne l'applicazione del comma 734 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007. Al termine si svolgerà un incontro informale con rappresentanti del Ministero dell'economia e del Dipartimento della ragioneria generale dello Stato sulla riclassificazione del bilancio dello Stato, che svilupperà gli indirizzi illustrati dal Ministro dell'economia e delle finanze in occasione della sua audizione svolta il 13 febbraio scorso nell'ambito dell'indagine conoscitiva sulla riforma delle procedure di bilancio.

La seduta termina alle 10.10.

RISOLUZIONI

Giovedì 17 maggio 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il ministro per gli affari regionali, Linda Lanzillotta.

La seduta comincia alle 13.45.

7-00176 Bordo: Nomina amministratori enti e aziende pubbliche.
(Discussione e conclusione - Approvazione).

Le Commissioni iniziano la discussione.

Michele BORDO (Ulivo), nell'illustrare la risoluzione, rileva che, se la finalità del comma 734 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 risulta pienamente condivisibile, la sua concreta applicazione rischia di comportare, se non interverranno chiarimenti interpretativi, non poche difficoltà. Infatti, la disposizione che impedisce di nominare amministratori di società a partecipazione pubblica soggetti che nei cinque anni precedenti abbiano ricoperto incarichi analoghi chiudendo in perdita per tre esercizi consecutivi, se applicata rigidamente e formalisticamente, rischia di punire ingiustamente amministratori che, avendo ereditato situazioni di forte disavanzo, abbiano notevolmente migliorato i risultati di gestione, senza tuttavia riuscire a chiudere in pareggio.

Antonio MISIANI (Ulivo) condivide i contenuti della risoluzione e rileva la necessità di introdurre elementi di differenziazione nell'applicazione della disposizione. Segnala ad esempio che numerose società chiamate alla realizzazione di infrastrutture di interesse locale non possono registrare, nei primi anni di realizzazione degli investimenti, profitti.

Il ministro Linda LANZILLOTTA, nel ricordare che è in via di predisposizione una circolare interpretativa della disposizione richiamata nella risoluzione, nonché delle altre disposizioni, comprese tra i


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commi 725 e 735, della legge finanziaria per il 2007 in materia di contenimento dei costi delle attività riconducibili alla sfera pubblica, deposita gli elementi di risposta sulla risoluzione (vedi allegato 2), che intendono fornire anche elementi per una valutazione complessiva di tali disposizioni della legge finanziaria. Con riferimento specifico all'attuazione del comma 734 ricorda, rinviando per il resto agli elementi di risposta depositati, che il requisito necessario per rendere «non nominabile» un amministratore è comunque quello del conseguimento di un risultato di gestione peggiore rispetto alle statuizioni del bilancio di previsione, tenendo quindi conto della situazione di partenza dell'anno in esame e non costringendo ad ottenere comunque un risultato in pareggio o in avanzo. Sottolinea poi che la circolare interpretativa terrà anche conto, nel fornire i criteri per l'applicazione del comma 734 degli oneri derivanti da patti regolatori, o di altri oneri imprevisti (come l'aumento dell'imposizione fiscale). Avverte infine che si provvederà anche al monitoraggio dell'attuazione della disposizione del comma 735 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007, che dispone l'obbligo di pubblicizzare sui siti i compensi degli amministratori delle società a partecipazione pubblica e che, sul punto, verrà inviata una relazione al Parlamento.

Francesco PIRO (Ulivo) ricorda che il comma 734 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 è stato richiamato nel corso dell'esame del decreto-legge di ripiano dei debiti sanitari. In quella occasione, infatti, alcuni gruppi, ed in particolare la Lega Nord, hanno richiesto l'introduzione di disposizioni volte a sanzionare gli amministratori delle Aziende sanitarie locali che abbiano conseguito risultati di gestione negativi. In risposta a tale richiesta è stata ricordata proprio la disposizione del comma 734. Chiede però al rappresentante del Governo di chiarire le modalità con cui tale disposizione si potrà applicare ai dirigenti delle aziende sanitarie locali, anche in considerazione dell'esigenza, anche in questo caso, di non punire ingiustamente gli amministratori che, pur non raggiungendo un risultato di gestione in pareggio o in avanzo, abbiano notevolmente migliorato una situazione di disavanzo.

Il ministro Linda LANZILLOTTA, nel ricordare che la disposizione, applicandosi a tutti gli enti pubblici, coinvolge anche le aziende sanitarie locali, ribadisce che ai fini dell'applicazione del comma 734 sarà considerato il risultato conseguito rispetto al bilancio di previsione. Rileva peraltro che ciò consentirà anche di evitare l'inserimento di obiettivi non realizzabili nei bilanci di previsione, agevolando così l'instaurazione di un corretto rapporto tra gli enti e gli organi controllanti. Osserva che, con riferimento al settore sanitario, dovrà essere compiuta una riflessione per individuare i migliori modi per sanzionare gli amministratori resisi responsabili di disavanzi. Ricorda infatti che, in conseguenza della maggiore potenziale opacità dei bilanci degli enti pubblici, e quindi delle aziende sanitarie locali, rispetto alle aziende private, il rischio è quello di sanzionare gli amministratori che si sono assunti correttamente la responsabilità di far emergere i disavanzi creati in precedenza.

Michele VENTURA (Ulivo) concorda in linea generale con le valutazioni del Ministero dell'economia. Rileva tuttavia che vi sono determinate realtà, quali quelle delle aziende del trasporto pubblico locale, in cui i risultati di gestione dipendono anche da scelte esterne alle aziende, quali anche le decisioni delle amministrazioni pubbliche in ordine agli investimenti da effettuare e i correlati ritardi nell'erogazione delle risorse.

Andrea RICCI (RC-SE) dichiara di condividere gli obiettivi che si pone la disposizione del comma 734. Osserva tuttavia che l'applicazione della disposizione, oltre a rischiare di punire ingiustamente gli amministratori che invece hanno ben operato, si presta anche ad essere aggirata ed elusa. Ricorda infatti che, essendo il bilancio


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di previsione realizzato in termini di cassa, esso può essere facilmente manipolabile, ad esempio differendo i pagamenti ad esercizi successivi.

Maria LEDDI MAIOLA (Ulivo) ricorda, in risposta alle considerazioni del collega Ricci, che la disposizione ha caratteri di generalità e di astrattezza che non possono ovviamente ricomprendere tutti i casi ipotizzabili. In proposito, rileva peraltro che la risoluzione si pone l'obiettivo di risolvere il rischio che amministratori che si sono bene comportati siano ingiustamente assoggettati alla disposizione del comma 734 dell'articolo 1 della legge finanziaria per l'anno 2007.

Il ministro Linda LANZILLOTTA concorda sulla necessità di fornire un quadro di certezza normativa agli amministratori interessati. Rileva peraltro che il comma 734 della legge finanziaria per il 2007 intende anche fornire agli enti interessati un criterio direttivo. Qualora pertanto si verificassero comportamenti elusivi, gli enti interessati potranno comunque procedere a non confermare gli amministratori. In conclusione, accogliendo la risoluzione, assicura che la circolare in via di predisposizione provvederà a fornire puntuali indicazioni per tutte le fattispecie problematiche.

Lino DUILIO, presidente, pone in votazione la risoluzione n. 7- 00176, auspicando che si possano individuare in futuro ulteriori occasioni di approfondimento sulle problematiche emerse, eventualmente ai fini di pervenire ad una modifica normativa.

La Commissione approva la risoluzione 7-00176.

La seduta termina alle 14.20.

ERRATA CORRIGE

Nel Bollettino delle Commissioni e delle giunte parlamentari n. 176 di martedì 8 maggio 2007 apportare le seguenti modificazioni:
alla pagina 24, nella colonna Ente destinatario, le parole: «Comune di Linarolo» siano sostituite con le seguenti: «Parrocchia di San Leonardo (comune di Linarolo)»;
alla pagina 25, nella colonna Ente destinatario, le parole: «Comune di Pavia», siano sostituite con le seguenti: «Parrocchia di San Lanfranco (comune di Pavia)» e le parole: «Comune di Roncade (TV)», con le seguenti: «Parrocchia di San Cipriano (comune di Roncade - TV)»;
alla pagina 25, nella colonna Intervento, le parole: «chiesa San Nicola Latina di Sciacca» siano sostituite con le seguenti: «chiesa S. Nicolò la Latina di Sciacca»
alla pagina 27, nella colonna Ente destinatario, le parole: «Parrocchia SS. Cosma e Damiano-Timoline Corte France» siano sostituite con le seguenti: «Parrocchia SS. Cosma e Damiano-Timoline Corte Franca»;
alla pagina 29, nella colonna Ente destinatario, le parole: «Chiesa Nostra Signora di Lourdes - Castrovillari - Bisignano (CS)» siano sostituite con le seguenti: «Comune di Castrovillari», e nella corrispettiva colonna Intervento, le parole: «Restauro Chiesa Nostra Signora di Lourdes» siano sostituite con le seguenti: «Restauro Chiesa Nostra Signora di Lourdes - Cammarata»;
alla pagina 30, nella colonna Ente destinatario, le parole: «Comune di Cappella Maggiore» siano sostituite con le seguenti: «Parrocchia di S.M. Maddalena (Comune di Cappella Maggiore)», e nella corrispettiva colonna Intervento, le parole: «Parr. di S.M. Maddalena» siano soppresse.

Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 181 di mercoledì 16 maggio 2007 a p. 78, seconda colonna, trentanovesima riga le parole «vedi allegato 1» siano sostituite dalle seguenti «vedi allegati 1 e 2», a p. 78, seconda colonna, quarantunesima riga le parole


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«vedi allegato 2» siano sostituite dalle seguenti «vedi allegato 3», a p. 82, seconda colonna, tredicesima riga, le parole «vedi allegato 3» siano sostituite dalle seguenti «vedi allegato 4»; dopo p. 85 sia inserito il seguente:

ALLEGATO 2

Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 91, recante nuove norme sulla cittadinanza (Testo unificato C. 24 e abb.).

ULTERIORE DOCUMENTAZIONE PREDISPOSTA DAL MINISTERO DELL'INTERNO

Si forniscono, di seguito, gli elementi relativi alla quantificazione dei nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica derivanti dall'attuale formulazione del testo unificato in esame, come risultante dagli emendamenti approvati dalla Commissione I della Camera dei deputati.
Ci si riferisce, in particolare, agli articoli 1 e 2 del testo in questione, che, anche in combinato disposto con l'articolo 10, comma 2, del testo medesimo, comportano maggiori oneri finanziari con riferimento ai minori stranieri. Tali disposizioni, infatti, anticipando o comunque agevolando il conseguimento della cittadinanza da parte dei minori, amplierebbero «la platea dei beneficiari dei diritti sociali legati alla cittadinanza, il cui godimento per gli stranieri, ai sensi della normativa vigente, è condizionato al possesso del permesso CE per lungosoggiornanti...».
Al riguardo si osserva che per calcolare quanto ampia diventi, per effetto della normativa in itinere, la platea dei minori (potenzialmente) beneficiari della cittadinanza (e quindi dei diritti sociali), il dato di riferimento è costituito dai circa 587.000 minori stranieri che allo stato attuale risiedono legalmente in Italia.
Da essi vanno detratti i minori stranieri che non sono nati in Italia, e quindi non possono acquistare la cittadinanza ai sensi dell'articolo 1 della normativa in itinere, né hanno completato la frequenza del prescritto corso di istruzione primaria, e quindi non possono acquistare la cittadinanza ai sensi dell'articolo 2, comma 2-bis. Poiché il completamento del ciclo di istruzione primaria coincide in genere con il compimento del decimo anno, i minori in questione debbono attendere tale età per poter aspirare alla cittadinanza, previa istanza genitoriale. Si ipotizza che il loro numero sia pari a circa 165.000.
A tale cifra si perviene considerando che il numero dei minori aventi età inferiore a 10 anni è pari a circa 375.000 e che il 44 per cento di essi (circa 165.000, appunto) non sono nati in Italia.
Ridotta a 422.000 (587.000 - 165.000) la platea dei (potenziali) beneficiari ex novo della cittadinanza, da essa vanno detratti ulteriormente i figli minori di stranieri in possesso di permesso CE per lungosoggiornanti, in quanto già (potenzialmente) baneficiari dei diritti sociali ai sensi dell'articolo 80, comma 19, della legge n. 388/2000.
Si ipotizza che il numero di questi ultimi sia pari a circa 88.000.
A tale cifra si perviene mettendo il numero dei minori stranieri legalmente residenti in Italia e potenzialmente beneficiari della cittadinanza (circa 422.000, come abbiamo visto) in relazione proporzionale con il rapporto tra il numero degli stranieri complessivamente (e legalmente) residenti in Italia (circa 2.671.000) e il numero di quelli titolari di permesso CE per lungosoggiornanti (circa 556.000).
Dal che è finalmente possibile indicare in circa 334.000 (587.000 - 165.000 - 88.000) i minori (potenzialmente) beneficiari


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dei diritti sociali legati all'acquisto della cittadinanza.

Calcolo degli oneri.
I diritti sociali cui si è fatto riferimento finora consistono sostanzialmente nell'indennità di accompagnamento, espressione che ingloba l'indennità di accompagnamento per gli invalidi civili bisognosi di assistenza personale e continuativa e per i ciechi totali; l'indennità di comunicazione per i sordomuti, nonché quella di frequenza e quella per i ciechi parziali ventesimisti. L'importo medio di tale indennità e pari a 436,66 euro mensili corrispondenti a 5.240 euro annui.
Su una popolazione complessiva di 10.041.741 minori residenti in Italia circa 92.300 percepiscono l'indennità di accompagnamento. Partendo da tali dati, si può ipotizzare in proporzione che, sui 334.000 minori stranieri, che abbiamo assunto come potenziali beneficiari ex novo dei diritti sociali legati alla cittadinanza, 3.070 beneficeranno dell'analoga indennità.

Il calcolo finale diventa:
3.070 minori x 5.240 euro/anno = 16,086.800 euro annui.

Tale onere, decorrente dall'anno 2008, è ipotizzato crescente di anno in anno ad un tasso prudenziale del 10 per cento, per un onere complessivo indicato come segue:
2008: 16.086.800;
2009: 17.695.480;
2010: 19.465.028;
2011: 21.411.531;
2012: 23.552.684.

L'ipotizzato incremento della spesa è legato alla progressiva crescita, negli anni successivi al 2008, della platea dei minori beneficiari della cittadinanza, in considerazione dei maggiori flussi di ingresso di cittadini stranieri e dell'elevato tasso di fecondità delle donne straniere (2,4 figli), come risulta dimostrato anche dalle recenti cifre ISTAT sul saldo demografico complessivo in Italia.
Premesso quanto precede in relazione all'acquisto della cittadinanza da parte dei minori stranieri, ci si rimette, invece, alle valutazioni di codesto Dicastero e della competente Commissione parlamentare circa l'opportunita di introdurre (ovvero reintrodurre) il requisito reddituale per le ulteriori, diverse categorie di soggetti maggiorenni, richiedenti la cittadinanza a norma del presente disegno di legge.
Il problema non si pone, ovviamente, per gli stranieri destinatari della norma di cui all'articolo 4, comma 1, capoverso Art, 5-bis, lettera a) per i quali viene abbreviato a 5 anni il requisito temporale per l'attribuzione del nostro status civitatis, in quanto con un rinvio ad apposito decreto del Ministro dell'interno, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze, può addirittura essere previsto un requisito reddituale superiore a quello attualmente richiesto per il rilascio del suddetto permesso di soggiorno CE che costituisce, pertanto, la soglia reddituale minima.
Ciò posto, nel far, comunque, rinvio alle osservazioni di carattere generale contenute nella p.n. del 23 aprile 2007 si rappresenta quanto segue, in ordine agli ulteriori rilievi formulati dalla Commissione bilancio della Camera dei deputati.
Per quanto riguarda l'articolo 5, comma 2, non appare, a giudizio di questo Ministero, che le norme ivi contenute possano incidere negativamente sul bilancio dello Stato.
La cennata disposizione, relativa alla promozione di attività precipuamente finalizzate a sostenere il processo di integrazione linguistica e sociale, così come formulata, è chiaramente ed unicamente protesa all'individuazione, e al conseguente riconoscimento, delle attività e delle iniziative già a tale scopo attivate sul territorio nazionale ad opera di più soggetti pubblici - Amministrazioni dello Stato, Regioni ed enti locali - cui la disposizione stessa fa specifico e diretto riferimento.
La norma di cui trattasi, che si inserisce, comunque, in un contesto normativo anche programmatico e di principio, si limita, quindi, a codificare quanto già normalmente avviene, non impegnando,


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cioè, le varie Amministrazioni pubbliche oltre a quanto da esse ordinariamente compiuto nell'ambito delle competenze istituzionali alle stesse attribuite; e ciò, pertanto, senza ulteriori, nuovi oneri per la finanza pubblica.
Per quanto concerne, poi, l'osservazione relativa all'articolo 7 del testo unificato che la Commissione bilancio ritiene suscettibile di determinare effetti onerosi in ragione di un «aumento delle competenze delle prefetture», si fa presente che la stessa non ha ragion d'essere considerato che la disposizione solo apparentemente introduce una modificazione nell'ordinamento vigente.
Già attualmente, infatti, il Prefetto competente per territorio è l'organo cui vanno presentate le istanze di cui trattasi, come espressamente disposto dall'articolo 1 del decreto del Presidente della Repubblica n. 362/1994.
La norma non produce pertanto oneri per il bilancio dello Stato, come pure, si ritiene, la disposizione contenuta nell'articolo 11 cui può certamente farsi fronte con gli ordinari stanziamenti di bilancio.
Ciò premesso, sotto un profilo di carattere generale è doveroso considerare, altresì, le spese che le Amministrazioni statali, e segnatamente l'Amministrazione Centrale dell'Interno e le Prefetture-UTG, dovranno affrontare in relazione ai procedimenti di conferimento della cittadinanza. Esse si preannunciano alquanto consistenti, attesa la necessità di far fronte - entro il termine improrogabile di ventiquattro mesi fissato dall'articolo 17 per la conclusione dei procedimenti di concessione e attribuzione della cittadinanza - al numero delle istanze provenienti da potenziali destinatari delle norme contenute nel provvedimento in questione.
Al riguardo, sotto il profilo delle dotazioni organiche e strumentali, e stato calcolato un fabbisogno aggiuntivo di 75 unità per le esigenze dell'Amministrazione centrale dell'interno e di 220 unità per quelle delle Prefetture-UTG per una spesa complessiva di circa 9.000.000 di euro a decorrere dall'anno 2008. A tale costo vanno aggiunti quello relativo alla postazione di lavoro, convenzionalmente stimato in 2.000 euro pro capite, per una spesa complessiva di 590.000 euro, nonché quello relativo ai locali.
In relazione, infine, all'articolo 14 relativo all'acquisto o riacquisto della cittadinanza italiana per alcune categorie di soggetti si evidenzia che il Ministero degli affari esteri ha fatto presente che l'articolo in questione introduce una competenza degli uffici consolari senza quantificarne gli oneri. In questo ambito lo stesso Dicastero ha, tuttavia, stimato che «in prospettiva, sarà necessario prevedere, per far fronte alle conseguenze di un incremento per effetto della nuova normativa più che doppio del numero di iscritti all'anagrafe consolare (da 1.100.000 a 2.850.000 unità), un raddoppio del personale di ruolo e a contratto degli uffici della rete in America Latina attualmente adibito alle attività consolari (186 di ruolo e 172 a contratto)». Considerando, tuttavia, solo un incremento del 50 per cento di tale personale - e cioè il minimo indispensabile per adeguare la rete alle prospettate, nuove esigenze - gli oneri a regime ammonterebbero complessivamente a circa 17 milioni di euro annui.
Per quanto riguarda la maggiorazione pensionistica di cui all'articolo 38 della legge n. 289/2002, relativa ai soggetti destinatari del cennato articolo 14, ritenuto che il numero degli aventi diritto potrebbe essere stimato in circa 380 unità ne consegue un onere di circa 610.000 euro annui.
Alla luce di quanto precede, rispetto al disegno di legge governativo, gli oneri aggiuntivi recati dal provvedimento in parola, almeno per il primo anno di applicazione della nuova legge, possono essere quantificati in euro 43.286.000.

A p. 86 le parole «ALLEGATO 2» siano sostituite dalle seguenti: «ALLEGATO 3»; a p. 88 le parole «ALLEGATO 3» siano sostituite dalle seguenti: «ALLEGATO 4».