XII Commissione - Resoconto di marted́ 19 giugno 2007


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 19 giugno 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Franca Donaggio.

La seduta comincia alle 13.40.

Istituzione della Giornata nazionale del Braille.
C. 2345, approvata dalla I Commissione permanente del Senato e abb.
(Parere alla I Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 13 giugno 2007.

Giuseppe PALUMBO (FI) esprime un giudizio positivo sulla proposta di legge in esame e ricorda, per inciso, come proprio a Catania sia presente un'importante stamperia in Braille, che da anni svolge un'opera meritoria a favore dei non vedenti. Chiede altresì di sapere se sia possibile aggiungere la propria firma alla proposta in esame.

Mimmo LUCÀ, presidente, precisa che i deputati hanno la possibilità di presentare proposte di legge vertenti su identica materia, le quali eventualmente potranno essere abbinate alla presente nel corso dell'esame presso la Commissione di merito.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo) esprime un giudizio positivo sul provvedimento in esame, ricordando come l'introduzione del Braille abbia consentito il pieno inserimento sociale e lavorativo di molte persone non vedenti.

Katia ZANOTTI (SDpSE), relatore, conferma la proposta di parere favorevole preannunciata nella seduta dello scorso 13 giugno.


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La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 13.50.

DELIBERAZIONE DI RILIEVI

Martedì 19 giugno 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Franca Donaggio.

La seduta comincia alle 13.50.

Schema di relazione all'Assemblea sulle tematiche relative ai cambiamenti climatici.
(Rilievi alla VIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame dello schema di relazione in oggetto, rinviato nella seduta del 13 giugno 2007.

Mimmo LUCÀ, presidente, avverte che il deputato Lionello Cosentino ha presentato una proposta di rilevi (vedi allegato).

Domenico DI VIRGILIO (FI), dopo aver sottolineato la portata e le conseguenze dei cambiamenti climatici in atto, esprime apprezzamento per la proposta di rilievi formulata dal relatore, riservandosi peraltro di intervenire più diffusamente nel corso del dibattito in Assemblea.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo) dichiara di condividere pienamente la proposta di rilievi predisposta dal relatore. Ritiene infatti che le conseguenze dei cambiamenti climatici per la salute non siano sufficientemente approfondite nella relazione predisposta dalla VIII Commissione. In proposito, ricorda come l'eccezionale ondata di caldo dell'estate del 2003, che provocò numerosi decessi in varie Paesi europei, abbia altresì dimostrato la capacità di reazione del Servizio sanitario nazionale, fino alla predisposizione, nel 2005, di un valido Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute.

Giuseppe PALUMBO (FI), condividendo il giudizio positivo espresso dai colleghi sulla proposta di rilievi formulata dal relatore, sottolinea l'esigenza di aggiornare e migliorare il Piano operativo nazionale per la prevenzione degli effetti del caldo sulla salute e di garantirne l'attuazione da parte di tutte le regioni.

Giacomo BAIAMONTE (FI) dichiara di condividere le considerazioni svolte dai colleghi, ma sottolinea che, specie nelle grandi città, mancano ancora oggi strutture e personale adeguati alle emergenze dovute ad ondate di caldo anomalo.

Salvatore MAZZARACCHIO (FI) ribadisce quanto già segnalato da alcuni colleghi a proposito dello scarso rilievo che la relazione predisposta dalla VIII Commissione attribuisce alle conseguenze sulla salute delle problematiche ambientali connesse ai cambiamenti climatici.

Lionello COSENTINO (Ulivo), relatore, ringrazia i colleghi per gli importanti contributi e spiega di non aver ritenuto opportuno affrontare le questioni centrali contenute nella relazione predisposta dalla VIII Commissione e di essersi pertanto volutamente limitato ai temi rientranti nell'ambito di competenza della Commissione. Analogamente, non ha ritenuto di dover affrontare in modo analitico le problematiche di protezione civile connesse alle situazioni di emergenza, cui ha fatto riferimento il deputato Baiamonte. Dichiara di aver voluto invece richiamare l'attenzione sulle possibili iniziative, anche regionali, volte a prevenire le conseguenze sulla salute dei cambiamenti climatici, nel contesto di un potenziamento del Piano nazionale più volte citato.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva all'unanimità la proposta di rilievi del relatore.

La seduta termina alle 14.10.


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SEDE REFERENTE

Martedì 19 giugno 2007. - Presidenza del presidente Mimmo LUCÀ. - Interviene il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Franca Donaggio.

La seduta comincia alle 14.10.

Modifiche alla legge 11 agosto 1991, n. 266 in materia di organizzazioni di volontariato.
C. 1171 Bertolini e C. 1386 Lucà.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento rinviato, da ultimo, nella seduta del 13 giugno 2007.

Mariella BOCCIARDO (FI) ritiene che l'obiettivo di entrambe le proposte di legge in esame sia chiaro: si tratta di procedere alla riforma, dopo sedici anni, della legge n. 266 del 1991, che è stata il caposaldo e il punto di riferimento di ogni successivo intervento legislativo. Il lavoro che attende la Commissione non è semplice. La materia è complessa e in un certo senso anche molto delicata, perché l'intervento legislativo va a incidere su un'attività, quella del volontariato, che per quanto possa essere organizzata e regolamentata, è riconducibile sempre e comunque alla vocazione della singola persona alla solidarietà. Poiché si sta discutendo di una riforma dell'intero settore, sono necessari chiarezza e metodo. Ritiene che si debba procedere pianificando fasi di confronto ben precise. Anzitutto, data la rilevanza della materia, chiede che la Commissione proceda subito a una serie completa di audizioni. Si potrebbe addirittura immaginare l'avvio di una indagine conoscitiva sullo stato attuale del volontariato. Cosi come è stato con la famiglia, la Commissione si farebbe carico di approvare un documento conclusivo, che sarebbe un'importante linea-guida dell'attività nel corso della legislatura. Ribadisce quindi che è necessario l'abbinamento di tutte le proposte di legge sul tema del volontariato: poiché molte di queste proposte sono state assegnate ad altre Commissioni, invita la presidenza ad attivarsi nei confronti del Presidente della Camera affinché tale assegnazione sia rivista. Poiché la Commissione è chiamata ad esaminare proposte che in molte parti hanno una comunanza di intenti, è necessario predisporre un testo unificato largamente condiviso. Pertanto, auspica la costituzione, dopo le audizioni o l'indagine conoscitiva, di un comitato ristretto per tentare una sintesi delle varie proposte di legge. Solo a questo punto sarà utile procedere ad un esame complessivo del testo, propedeutico alla fase di esame degli emendamenti. Ricorda, infine, che il più recente momento di confronto sui temi del volontariato risale all'aprile scorso, quando si è svolta a Napoli la Conferenza nazionale del volontariato. Dalla Conferenza, come ha ricordato il presidente, sono emerse alcune raccomandazioni. In primo luogo, si sente l'esigenza di recuperare per il volontariato il ruolo di movimento autonomo dalle istituzioni e dai partiti, un soggetto attivo che promuove e tutela i diritti dei cittadini. C'è su questo punto una specie di contraddizione da risolvere. Da una parte si vuole ridare al volontariato quella caratteristica di intervento sociale basato su libertà e autonomia; dall'altra si lamenta la distanza che si sarebbe prodotta negli ultimi anni tra volontariato e istituzioni. A suo avviso, il problema vero è che il volontariato troppo spesso è braccio operativo delle istituzioni, opera su commissione o su incarico, viene in un certo senso ingabbiato. Su questo punto, le due proposte di legge non sembrano particolarmente incisive. Va poi affrontato il nodo delle competenze legislative: è vero che l'ordinamento civile, per se stesso, è materia di competenza dello Stato, come più volte ha sottolineato anche la Corte costituzionale; ma è altrettanto vero che il volontariato, esprimendosi efficacemente sulla base di bisogni ben localizzati, non può prescindere da un intervento legislativo regionale. La riforma della legge n. 266 del 1991 dovrebbe dunque tenere in forte considerazione la spinta propulsiva


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del volontariato a livello locale, evitando la tentazione di centralizzare politiche di intervento, organizzazione, riconoscimenti. Il volontariato deve quindi sviluppare fonti di sostegno finanziario anche e soprattutto esterne al sistema delle istituzioni. Il contributo delle fondazioni, a tal fine, potrebbe essere decisivo. Ritiene che su questo punto si dovrebbero introdurre norme che facilitino al massimo il rapporto di collaborazione tra fondazioni e associazioni di volontariato. Meno di una settimana fa, infatti, l'Agenzia delle entrate ha reso noti i dati relativi al 5 per mille: una misura che prevedeva la possibilità, per i contribuenti, di destinare liberamente una parte delle loro tasse ad una attività di ricerca scientifica e sanitaria, enti di volontariato, istituzioni universitarie, attività sociali del comune di residenza. Ebbene, sei italiani su dieci hanno deciso di usufruire di questa possibilità premiando soprattutto il volontariato (36 per cento). Ma il dato forse più significativo è che, degli oltre 9 milioni di cittadini che hanno scelto il volontariato, la stragrande maggioranza ha optato per associazioni territoriali, premiando coloro che, quotidianamente, lavorano al fianco delle persone e non solo le grandi realtà a tutti note. Numeri che hanno superato di gran lunga le aspettative e che dovrebbero far riflettere: sono infatti la dimostrazione che la libertà di scelta evita sprechi e inefficienze. Ritiene pertanto sia necessaria l'abolizione del tetto, fissato dalla finanziaria per il 2007, che limita le risorse da assegnare. Nonostante i dati dell'Agenzia delle entrate, infatti, i beneficiari non sanno ancora se e quando riceveranno i soldi che spettano loro. Conclude sottolineando come, anche dal suo intervento, siano emersi numerosi punti da approfondire, e si riserva di intervenire più diffusamente a seguito dell'elaborazione di un testo unificato.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UDC) sottolinea innanzitutto la rilevanza della problematica affrontata dalle proposte di legge in esame e la necessità che essa sia oggetto di adeguati approfondimenti. Un primo aspetto da rilevare concerne la definizione dell'attività di volontariato: la definizione implicita nelle proposte di esame non sembra escludere logiche di profitto, mentre la gratuità è e deve rimanere elemento costitutivo del volontariato.

Mimmo LUCÀ, presidente e relatore, precisa che già la legge n. 266 del 1991 contiene un chiaro riferimento all'assenza delle finalità di lucro, mentre le proposte in esame si fanno carico di chiarire l'aspetto della gratuità delle prestazioni dei soggetti impegnati nel volontariato.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UDC) ringrazia il presidente per la precisazione, ma sottolinea la necessità di distinguere chiaramente il profilo della gratuità dall'assenza dello scopo di lucro: è infatti necessario evitare che le proposte in esame ingenerino confusione tra l'attività di volontariato e l'attività svolta dalle associazioni di promozione sociale, regolata dalla legge n. 383 del 2000. Giudica altresì preoccupanti alcune dichiarazioni del Ministro Ferrero, rilasciate nell'ambito della Conferenza nazionale del volontariato svoltasi a Napoli. In proposito, rileva una palese contraddizione tra l'esaltazione del ruolo del volontariato e la concezione secondo cui dovrebbero essere le istituzioni pubbliche a farsi carico, direttamente, di tutte le prestazioni di assistenza e di servizi, riconducibili al sistema di welfare. Dopo aver sottolineato il valore anche pedagogico di proposte di legge come quelle in esame, richiama l'attenzione sulla necessità di assicurare la piena autonomia delle organizzazioni di volontariato nei confronti delle pubbliche istituzioni e, in particolare, degli enti locali. Ritiene altresì necessario che, nel provvedimento in esame, sia rafforzato il richiamo al principio di sussidiarietà, ben chiaro nella legge n. 328 del 2000, ma osserva che le dichiarazioni del Ministro Ferrero testé ricordate appaiono ispirate ad una logica opposta a tale principio. Ritiene altresì che debba essere previsto l'abbattimento dell'IVA sull'attività di volontariato,


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essendo palesemente ingiusta la scelta di sottoporre a tassazione attività di natura volontaria e gratuita. Evidenzia quindi la necessità di assicurare che le risorse provenienti dal 5 per mille dell'imposta sui redditi divengano una fonte di finanziamento effettiva e certa delle organizzazioni di volontariato. Auspica infine che si giunga all'elaborazione di un testo unificato da parte di un comitato ristretto e che si proceda a un'ampia serie di audizioni informali in materia.

Katia ZANOTTI (SDpSE) sottolinea la grande rilevanza delle proposte di legge in esame, che, a suo giudizio, giungono dopo una lunga fase di disattenzione verso il settore del volontariato. Rileva quindi che, negli anni intercorsi dall'approvazione della legge n. 266 del 1991, il rapporto tra volontariato e istituzioni pubbliche (in particolare, enti locali) si è sensibilmente modificato. Infatti, attraverso il sempre più frequente ricorso a rapporti di convenzione tra gli enti titolari di determinati servizi e le organizzazioni di volontariato, queste ultime hanno finito per svolgere un ruolo di supplenza. Al riguardo, osserva, rivolta al deputato Capitanio Santolini, che la centralità del pubblico deve invece essere garantita e confermata. Ritiene altresì che il tema della gratuità sia affrontato in modo corretto, specie nella proposta di legge n. 1386: tale aspetto è peraltro fondamentale al fine di evitare ogni possibile confusione tra il ruolo del volontariato e l'attività svolta dalle cooperative sociali e dalle associazioni di promozione sociale. Evidenzia quindi, con riferimento ai rapporti convenzionali testé ricordati, i problemi connessi al meccanismo del massimo ribasso nella scelta del contraente. Fa inoltre presente che singoli aspetti delle proposte in esame dovranno essere approfonditi: ad esempio, esprime alcune perplessità in ordine all'estensione della definizione di organizzazione di volontariato alle associazioni o federazioni tra le stesse. Ritiene infine necessario che la Commissione proceda a un ampio ciclo di audizioni informali sull'argomento.

Luisa CAPITANIO SANTOLINI (UDC) chiarisce, rivolta alla collega Zanotti, che, a suo avviso, il richiamo alla gratuità delle prestazioni dei volontari non è sufficiente a cogliere la specificità dell'attività di volontariato. Ritiene altresì che debba essere approfondita la problematica relativa al rapporto tra i centri servizi e i comitati di gestione, esprimendo perplessità sull'attuale attribuzione ai centri servizi della responsabilità per la gestione delle risorse.

Leopoldo DI GIROLAMO (Ulivo), dopo aver sottolineato la complessità e delicatezza del provvedimento in esame, ricorda che anche la recente Conferenza nazionale sul volontariato, svoltasi a Napoli, ha evidenziato la necessità di rimettere mano a una legge, come la legge n. 266 del 1991, che ha segnato un passaggio fondamentale nella riforma dell'intero sistema di assistenza. In proposito, ritiene che il Ministro Ferrero, nell'ambito della citata Conferenza, non abbia inteso in alcun modo sminuire il ruolo del volontariato. Tuttavia, è innegabile che la funzione sociale del volontariato sia stata talvolta piegata a un ruolo di supplenza nei confronti degli enti preposti all'erogazione di servizi pubblici. Sottolinea altresì la centralità del riferimento alla gratuità come tratto distintivo dell'attività di volontariato rispetto ad altre esperienze, contigue ma distinte, quali ad esempio le cooperative sociali e le associazioni di promozione sociale. Evidenzia quindi che il mantenimento di un ricco tessuto associativo è fondamentale al fine di garantire il carattere aperto, solidale e inclusivo della nostra società. Ricorda inoltre che il fenomeno del volontariato, come emerso nella citata Conferenza più volte ricordata, si presenta oggi in crescita, soprattutto nelle regioni in cui si è affermato più di recente, ma ad un ritmo meno sostenuto rispetto al passato. Dopo una fase iniziale, che ha visto le organizzazioni di volontariato concentrarsi soprattutto nei settori sociale e sanitario, si assiste oggi all'estensione del fenomeno ad ambiti ulteriori. Pure degna di nota è la diminuzione del numero medio di volontari per organizzazione, segno probabilmente


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di una difficoltà del settore. Evidenzia infine la necessità di ascoltare le stesse organizzazioni di volontariato e di svolgere, a tal fine, un ciclo di audizioni informali.

Elisabetta RAMPI (Ulivo), dopo aver sottolineato la rilevanza del volontariato nel nostro Paese, sostiene la necessità di procedere ad una revisione della legislazione vigente, coinvolgendo sin dal principio i soggetti interessati attraverso un ampio ciclo di audizioni. Richiama quindi l'attenzione sulla necessità di potenziare la funzione del volontariato e la sua autonomia, attraverso un aggiornamento della normativa. L'esigenza di rafforzare l'autonomia delle organizzazioni di volontariato è resa più forte, come già evidenziato da alcuni colleghi, dal mutato rapporto tra le stesse organizzazioni e le istituzioni pubbliche, anche locali.

Mimmo LUCÀ, presidente e relatore, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.