III Commissione - Resoconto di mercoledì 11 luglio 2007


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INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 11 luglio 2007. - Presidenza del presidente Pietro MARCENARO.

La seduta comincia alle 14.05.

Indagine conoscitiva sulle violazioni dei diritti umani nel mondo.

Audizione del Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT), Mauro Palma.
(Svolgimento e conclusione).

Pietro MARCENARO, presidente, propone che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione. Introduce, quindi, l'audizione.

Mauro PALMA, Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT), svolge una relazione sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono per formulare quesiti ed osservazioni i deputati Sergio D'ELIA (RosanelPugno), Tana DE ZULUETA (Verdi), Margherita BONIVER (FI) e Bruno MELLANO (RosanelPugno).


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Mauro PALMA, Presidente del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT), fornisce ulteriori precisazioni.

Pietro MARCENARO, presidente, dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 15.05.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 11 luglio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Donato Di Santo.

La seduta comincia alle 15.05.

DL 81/2007: Disposizioni urgenti in materia finanziaria.
C. 2852 Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

Pietro MARCENARO (Ulivo), relatore, osserva preliminarmente che le materie di competenza della Commissione che sono oggetto di intervento da parte del decreto-legge in esame - vale a dire, in particolare, le missioni internazionali - sono di tale rilievo che avrebbero dovuto più opportunamente essere inserite in uno specifico provvedimento legislativo, che la Commissione stessa avrebbe potuto esaminare in sede referente, mentre invece è oggi chiamata ad esprimersi in sede consultiva. A tale proposito, invita il Governo ad una seria riflessione, anche in vista di future scadenze analoghe.
Segnala, comunque, positivamente l'autorizzazione di spesa, all'articolo 6, comma 3, relativa al saldo del contributo italiano al Fondo per la lotta all'AIDS, di cui la Commissione aveva già sollecitato l'urgenza avviando un'iniziativa legislativa al riguardo. Auspica che il ritardo occorso non abbia a verificarsi per l'erogazione delle quote successive, sulla base di un'adeguata e tempestiva previsione contabile.
Illustra, quindi, il contenuto dell'articolo 9, riguardante la partecipazione italiana a talune missioni internazionali, sino al 31 dicembre 2007. Il comma 1 autorizza la spesa di 16.987.333 euro per la proroga della partecipazione di personale militare alla missione Althea dell'Unione europea in Bosnia-Erzegovina, a seguito della decisione intervenuta il 27 febbraio 2007 che mantiene una presenza militare di circa 2.500 unità, di cui circa un quinto italiane. Il comma 2 dispone la partecipazione di personale militare alla missione dell'Unione europea nella Repubblica democratica del Congo, denominata EUSEC RD Congo, di cui all'azione comune 2007/192/PESC del Consiglio adottata il 27 marzo 2007. A tale fine autorizza la spesa di 86.659 euro. Il comma 3 autorizza la spesa di 88.813 euro per la partecipazione di personale militare alla missione AMISOM dell'Unione africana in Somalia, di cui alla risoluzione ONU 1744 del 2007. Il comma 4 autorizza la spesa di 3.755.241 euro per la partecipazione di personale dell'Arma dei carabinieri alle missioni PESD dell'Unione europea in Afghanistan e in Kosovo. Il comma 5 autorizza la spesa di 314.251 euro per la partecipazione di personale della Guardia di finanza alla missione PESD dell'Unione europea in Afghanistan. Il comma 6 autorizza la spesa di euro 102.215 per la partecipazione di personale della Guardia di finanza alla missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah, denominata European Union Border Assistance Mission in Rafah (EUBAM Rafah). Il comma 7 autorizza l'ulteriore a spesa di 459.472 euro per la partecipazione di personale della Guardia di finanza alla Financial Investigation Unit (FIU) nell'ambito della missione denominata United


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Nations Mission in Kosovo (UNMIK). Il comma 8 autorizza l'ulteriore spesa di 1.265.885 euro per la partecipazione del personale della Guardia di finanza alla missione in Afghanistan denominata International Security Assistance Force (ISAF), con particolare destinazione ad attività formative nel settore doganale. Il comma 9 autorizza la spesa di 177.897 euro per la partecipazione di magistrati e personale amministrativo del Ministero della giustizia alla missione PESD dell'Unione europea in Kosovo. Il comma 10 autorizza la spesa di 200.000 euro per la partecipazione italiana al Fondo fiduciario destinato all'attuazione dei programmi per l'eliminazione di munizioni obsolete e la bonifica di ordigni inesplosi in Giordania. Il comma 11 autorizza il Ministero della difesa a cedere a titolo gratuito, alle Forze armate libanesi mezzi, equipaggiamenti e materiali, escluso il materiale d'armamento, per una spesa di 3.400.000 euro. Il comma 12 inserisce nel testo dell'articolo 3, comma 4, lettera a) del decreto-legge n. 4 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 38 del 2007, recante proroga della partecipazione italiana a missioni umanitarie e internazionali, il riferimento alle missioni Criminal Intelligence Unit (CIU) ed European Union Team (EUPT). Il comma 13 estende alle missioni di cui al presente articolo l'applicazione degli articoli 4, commi 2, 5, 6 e 7, 5 e 6, commi 1 e 2, del decreto-legge n. 4 del 2007, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 38 del 2007, relativi al trattamento del personale.
Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1).

Il sottosegretario Donato DI SANTO ribadisce il forte impegno politico del Governo, più volte riaffermato anche dal Presidente del Consiglio, circa il contributo al Fondo per la lotta all'AIDS di cui all'articolo 6, comma 3, del provvedimento. Rammenta che l'istituzione del fondo stesso risale alla presidenza italiana del G8 e segnala che l'Italia ne è il terzo donatore, per cui ha un ruolo preminente in seno al Consiglio d'amministrazione. Con riferimento alle missioni di cui all'articolo 9, ne sottolinea il collegamento con attività già in essere con l'avallo del Parlamento.

Franco NARDUCCI (Ulivo), nel condividere la relazione svolta dal collega Marcenaro, lamenta il fatto che il Governo non abbia colto l'occasione del provvedimento in titolo per correggere l'errore tecnico che ha azzerato per l'esercizio 2006 i fondi a disposizione per le scuole italiane all'estero. Al riguardo, esprime viva preoccupazione per la sorte degli istituti interessati.

Pietro MARCENARO (Ulivo), relatore, invita il Governo a valutare l'eventualità di un intervento emendativo che venga incontro all'esigenza prospettata dal collega Narducci, di cui comunque la Commissione dovrà tenere conto.

Il sottosegretario Donato DI SANTO prende atto dell'invito e si riserva di approfondire la questione.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 15.25.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 11 luglio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Donato Di Santo.

La seduta comincia alle 15.25.

Ratifica Accordo Italia-USA sulla conduzione di «ispezioni su sfida» da parte dell'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche, ai sensi della Convenzione sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione.
C. 2597 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 4 luglio 2007.


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Umberto RANIERI, presidente e relatore, ricorda che nella precedente seduta i deputati Mantovani e De Zulueta avevano posto dei quesiti su cui il Governo si era riservato di rispondere.

Il sottosegretario Donato DI SANTO, con riferimento al quesito sulla coerenza con il Memorandum d'intesa del 1995 tra il Ministero della difesa italiano e quello degli Stati Uniti relativo all'uso di installazioni e infrastrutture delle Forze Armate degli Stati Uniti in Italia, fa presente che ha riordinato la materia relativa alle istallazioni in uso alle forze statunitensi in Italia. Tale accordo prevede il mantenimento della sovranità italiana sulle basi, che sono infatti sottoposte al comando di un ufficiale italiano che ha pieno controllo sul territorio, sulle infrastrutture in esso esistenti e su tutto il personale militare e civile, oltreché sull'equipaggiamento e materiali nazionali. Il comandante americano ha invece il controllo sul personale, equipaggiamento e le operazioni statunitensi. Pertanto l'accordo ora all'esame della Commissione rappresenta un'integrazione a tale Memorandum in quanto acquisisce il consenso americano alle ispezioni relative anche all'equipaggiamento statunitense sul territorio italiano
Con riferimento, invece, al quesito circa la specificità della normativa relativa alle armi chimiche sul territorio italiano, rammenta che la Convenzione di Parigi del 1993 sulla proibizione dello sviluppo, produzione, immagazzinaggio ed uso di armi chimiche e sulla loro distruzione ha introdotto un salto di qualità negli accordi di disarmo. Per la prima volta, infatti, è stata bandita universalmente un'intera categoria di armi di distruzione di massa, introducendo allo stesso tempo un efficace regime di controllo internazionale basato su un sistema di dichiarazioni ed un accurato ed intrusivo meccanismo di verifiche al fine di garantire una severa ed integrale applicazione degli obblighi previsti. La Convenzione richiede, per la sua attuazione, un costante e diligente impegno da parte degli Stati membri, che sono tenuti ad adottare varie misure a livello nazionale al fine di adempiere agli obblighi della Convenzione e consentire un efficace funzionamento del meccanismo di verifica da essa previsto. Si tratta di un compito non facile, data la complessità del Trattato, come riconosciuto dalla stessa Organizzazione internazionale (Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche-OPAC) creata per mettere in atto il meccanismo internazionale di verifica. Le misure di carattere interno variano dalla preparazione e conduzione della distruzione di eventuali arsenali chimici, al monitoraggio delle attività delle aziende chimiche, all'adozione o modifica della normativa nazionale esistente, alla designazione di un'Autorità nazionale, alla sottomissione di dichiarazioni, alla predisposizione di tutti i meccanismi inerenti la conduzione di ispezioni OPAC sul territorio nazionale e così via.
Ricorda. Altresì, che l'Italia ha aderito fin dall'origine alla Convenzione (entrata in vigore nel 1997), riaffermando il tradizionale impegno del nostro Paese a favore del disarmo e della non proliferazione. La legge di ratifica della Convenzione (legge n. 496 del 18 novembre 1995, successivamente emendata con legge n. 93 del 4 aprile 1997) e regolamenti attuativi hanno recepito nell'ordinamento interno gli obblighi previsti dalla Convenzione, cui, in analogia a quanto avviene per gli altri Trattati internazionali, viene data «piena ed intera esecuzione». Le medesime leggi hanno peraltro fatto propri gli obblighi imposti dalla Convenzione, prevedendo esplicitamente il divieto della produzione, cessione o ricezione a qualsiasi titolo, l'acquisto, l'importazione, l'esportazione, il transito, la detenzione o l'uso - salvo in casi specifici (relativi ad attività, prevalentemente di natura industriale) non proibiti dalla Convenzione - dei composti chimici elencati nella tabella 1 dell'annesso sui composti chimici, nonché di ogni altro composto che possa essere utilizzato esclusivamente a scopo di fabbricazione di armi


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chimiche. Oltre a disciplinare specifici obblighi e ad aver individuato fattispecie penali, la normativa nazionale dispone altresì un regime sanzionatorio, particolarmente severo in caso di violazione degli obblighi previsti dalla Convenzione. Uniformandosi ad un ulteriore obbligo previsto dalla Convenzione, la normativa nazionale ha infine designato il Ministero degli Affari Esteri quale Autorità nazionale responsabile per l'attuazione della Convenzione, che si avvale, per gli adempimenti di rispettiva competenza, della collaborazione di altri Ministeri interessati. Con l'adozione a livello nazionale di tale complesso normativo e regolamentare, da oltre dieci anni l'Italia dà puntuale ed esemplare applicazione agli obblighi derivanti dalla Convenzione, ricevendo plauso ed apprezzamento da parte dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche (OPAC), come testimoniato anche in numerose dichiarazioni pubbliche del Direttore Generale. Il nostro Paese è fermamente impegnato a non possedere, detenere ed usare armi chimiche. L'Italia non possiede armi chimiche; al momento dell'entrata in vigore della Convenzione, ha peraltro dichiarato il possesso di cd. «vecchie armi chimiche», essenzialmente residuati dei due conflitti mondiali, che sta provvedendo a distruggere. Un impegno in tal senso è stato adottato in sede OPAC per completare il predetto programma di distruzione entro il 2012.
Con riferimento, infine, al quesito relativo al modo in cui si intendono realizzare ispezioni su sfida, precisa che la Convenzione attribuisce all'OPAC la facoltà di effettuare accertamenti di vario tipo per verificare che gli Stati Parte rispettino gli obblighi ed in particolare che distruggano tutte le armi chimiche in loro possesso, non ne producano di nuove e che le sostanze chimiche elencate nelle tabelle annesse alla Convenzione vengano utilizzate solo per scopi industriali pacifici. Il sistema di verifiche disposto consiste, tra l'altro, in ispezioni di routine ed ispezioni «su sfida», entrambe condotte da ispettori internazionali dell'OPAC. Le differenze tra le due tipologie riguardano in particolare l'origine dell'ispezione: nel caso dell'ispezione di routine è previsto un meccanismo di selezione (basato su alcuni parametri tecnici) che, ad intervalli regolari, attiva ispettori internazionali del Segretariato dell'OPAC; nel caso delle ispezioni su sfida è prevista una precisa richiesta di uno Stato terzo, che abbia fondati sospetti di violazione della Convenzione da parte di un altro Stato, dopo peraltro che siano stati compiuti tutti gli sforzi per chiarire ed appurare la questione. Dal 1997 ad oggi, l'OPAC ha condotto quasi 3.000 ispezioni di routine sul territorio di 79 Paesi. L'Italia è stata oggetto di 68 ispezioni OPAC, tutte accompagnate dall'Autorità Nazionale, tutte conclusesi positivamente. Si tratta pertanto di meccanismi rodati, che dieci anni di collaudo hanno consentito di perfezionare. Entrambi i tipi di ispezione sono previsti dalla Convenzione e dal suo Annesso, che ne disciplina le procedure. Con la ratifica della Convenzione, l'Italia si è impegnata a darle «piena ed intera esecuzione», accogliendo e facilitando le ispezioni internazionali dell'OPAC, ivi comprese, nell'eventualità che vi sia una richiesta in tal senso in futuro, anche quelle su sfida. Fino ad ora non sono state effettuate ispezioni su sfida, ma l'Organizzazione ha chiesto agli Stati Parte di predisporre le loro strutture nazionali ed ha effettuato anche esercitazioni di simulazione, per individuare le soluzioni ai complessi aspetti organizzativi. In tale prospettiva si è ritenuto di definire e disciplinare le modalità di attuazione di un'eventuale ispezione su sfida da effettuarsi presso basi militari, attrezzature, edifici, navi o aeromobili di bandiera gestiti ed occupati per scopi governativi non commerciali da una delle Parti dell'Accordo e che si trovino sul territorio dell'altra parte. Infatti ogni Stato Parte è responsabile di tutte le attività che hanno luogo sul suo territorio riguardanti l'attuazione della Convenzione di Parigi, indipendentemente dai soggetti che le espletano, ed in considerazione altresì del limitatissimo tempo di preavviso delle ispezioni «su sfida» (12 ore).


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Osserva, pertanto, che l'accordo Italia-Stati Uniti si prefigge di regolare i rapporti bilaterali, segnatamente le procedure ed i comportamenti delle due parti, nell'eventualità che l'Organizzazione Internazionale per la Proibizione delle Armi Chimiche intraprenda un'ispezione su sfida a tali strutture. In particolare, l'Accordo intende stabilire la responsabilità della conduzione dell'ispezione in capo allo Stato che riceve l' ispezione «su sfida» sul proprio territorio; regolamentare le procedure tecniche di dettaglio relative alla conduzione dell'ispezione, compreso il sistema di scambio della notifica ricevuta dall'OPAC e la corretta individuazione dello Stato Parte ispezionato; regolamentare la rendicontazione delle spese sostenute per lo svolgimento dell'ispezione che debbono esser trasmesse all'OPAC per il rimborso; regolamentare il rilascio di dichiarazioni e la protezione delle informazioni; disciplinare il coordinamento delle procedure di attuazione. L'Accordo rappresenta in definitiva l'impegno a promuovere, con il ricorso a meccanismi di trasparenza e di cooperazione, le intese internazionali più significative nel campo della eliminazione delle armi di sterminio. Esso costituisce un ulteriore passo avanti in tale percorso, concorrendo a creare le condizioni affinché siano realizzabili, in un contesto chiaro, le ispezioni su sfida che dovessero essere condotte in Italia, contribuendo pertanto a dare piena, concreta ed effettiva applicazione alla Convenzione sulla proibizione delle armi chimiche.
Infine, ribadisce che il Governo opera da tempo per la promozione del bando universale di tali armi di distruzione di massa, attraverso specifici eventi di sensibilizzazione del pubblico più vasto, come evidenziato da ultimo dall'organizzazione di una Conferenza per il decennale dell'entrata in vigore della Convenzione nell'aprile 2007 e come testimoniato tra l'altro dall'organizzazione, congiuntamente con l'OPAC, di un seminario sull'universalità della Convenzione nella regione del Mediterraneo e del Medio Oriente nell'ottobre 2006. In linea con il proprio tradizionale impegno a favore dell'approccio multilaterale e del rafforzamento dei pertinenti trattati di disarmo in vigore, l'Italia intende partecipare attivamente alla prossima Conferenza di riesame delle modalità di attuazione della Convenzione per il bando delle armi chimiche, che si terrà a L'Aja nella primavera del 2008, sede in cui verrà approfondita, inter-alia, anche la questione delle ispezioni su sfida.

Umberto RANIERI, presidente e relatore, ringrazia il rappresentante del Governo per i chiarimenti resi. Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri sulla cui base, come di consueto, sarà possibile approfondire ulteriormente la materia. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Proroga dei termini per l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) per l'attuazione di un programma di aiuto alimentare della UE.
C. 2197 Delfino e C. 1123 Lion.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 28 giugno 2007.

Alessandro FORLANI (UDC), relatore, a seguito dell'intervenuta proroga della Convenzione di Londra sull'aiuto alimentare al 30 giugno 2008, presenta l'emendamento 1.2 volto ad aggiornare i termini di cui all'articolo 1, invitando altresì al ritiro dell'emendamento Mantovani 1.1 ovvero alla sua successiva rifusione in un ordine del giorno (vedi allegato 2).

Sabina SINISCALCHI (RC-SE), quale cofirmataria dell'emendamento 1.1, accetta di ritirarlo in quanto l'ulteriore proroga della Convenzione di Londra ne ha fatto venire meno i presupposti. Ritiene, peraltro, che la predetta Convenzione sia adeguatamente dettagliata nell'indicare i criteri della sua applicazione.


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Il sottosegretario Donato DI SANTO esprime parere favorevole sull'emendamento 1.2 del relatore.

La Commissione approva l'emendamento 1.2 del relatore.

Umberto RANIERI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara conclusa la fase emendativa sul provvedimento, che sarà inviato nel testo risultante alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.45.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 11 luglio 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.45 alle 15.50.