III Commissione - Resoconto di mercoledì 18 luglio 2007


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SEDE CONSULTIVA

Mercoledì 18 luglio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Famiano Crucianelli.

La seduta comincia alle 9.35.

Riforma dell'ordinamento giudiziario.
C 2900 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla II Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.

Pietro MARCENARO (Ulivo), relatore, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 1), rilevando l'opportunità dell'approfondimento della proiezione internazionale dell'istituenda Scuola superiore della Magistratura nell'ottica della cooperazione giudiziaria.

Il sottosegretario Famiano CRUCIANELLI concorda con l'intervento del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Misure in tema di tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e delega al Governo per il riassetto e la riforma della normativa in materia.
C 2849 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alle Commissioni riunite XI e XII).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento in titolo.


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Umberto RANIERI, presidente, in sostituzione del relatore, deputata De Zulueta, impossibilitata ad essere presente, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 2), rilevando l'inserimento tra i criteri di delega della compatibilità con le norme comunitarie e le convenzioni internazionali.

Il sottosegretario Famiano CRUCIANELLI concorda con l'intervento del relatore.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 9.45.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 18 luglio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vittorio Craxi.

La seduta comincia alle 14.15.

Ratifica Accordo Italia-Cipro di collaborazione culturale, scientifica, tecnologica e nel campo dell'istruzione.
C. 2691 Governo.
(Esame e rinvio).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Sandra CIOFFI (Pop-Udeur), relatore, illustrando il provvedimento in titolo, segnala che l'Accordo mira ad instaurare un rapporto bilaterale nuovo, conseguente all'ingresso di Cipro nell'Unione europea, avvenuto nel 2004, sostituendo l'accordo precedente, firmato a Nicosia il 29 giugno 1973. L'obiettivo principale di tale Accordo è favorire una conoscenza più approfondita fra i due Paesi attraverso lo scambio di esperienze, soprattutto a livello scientifico e tecnologico, fornendo una valida risposta alla notevole richiesta di lingua e cultura italiana a Cipro. L'intensità delle relazioni fra i due Paesi nel settore ha reso necessario il nuovo Accordo, che, oltre a prevedere iniziative, scambi e collaborazioni in ambito scientifico e tecnologico mediante le cooperazioni universitarie, i convegni e le borse di studio, agevolerà la cooperazione nella conservazione, nella tutela e nella valorizzazione del patrimonio artistico ed archeologico, impedendo i trasferimenti illeciti di beni culturali ed assicurando comunque la protezione dei diritti di proprietà intellettuale. L'Accordo si articola in quattro parti; nel dettaglio, i primi due articoli riguardano gli obiettivi dell'Accordo stesso ed i settori per i quali si prevede la collaborazione fra i due Paesi, incentivando i rapporti bilaterali, favorendo la cooperazione culturale, educativa, scientifica e tecnica, anche nell'ambito dei programmi promossi dall'Unione europea. La collaborazione fra Italia e Cipro riguarda anche la tutela, la conservazione ed il restauro del patrimonio culturale, l'istruzione scolastica, secondaria ed universitaria, le collaborazioni in ambito cinematografico e radio-televisivo oltre ad una collaborazione anche per quanto riguarda il settore della ricerca scientifica, tecnologica ed ambientale. Gli ulteriori articoli specificano nel dettaglio i diversi settori che l'Accordo prevede. Si tratta di collaborazioni nel settore dell'istruzione, in campo sia scolastico che universitario, al fine di scambiare informazioni sulle metodiche, materiali didattici e sui programmi in uso, nonché docenti ed esperti. Un particolare riferimento è dato alla realizzazione dello Spazio Euromediterraneo dell'istruzione superiore. Inoltre, sono previsti rapporti di collaborazione tra archivi, biblioteche e musei, istituzione di borse di studio per studenti e laureati dei due Paesi e scambi di programmi culturali e cinematografici. Per quanto riguarda la collaborazione nel settore archeologico, le Parti favoriranno la cooperazione sia per quanto concerne ricerche e scavi, sia per quanto concerne la conservazione ed il restauro, anche attraverso lo scambio di informazioni e di esperti. La difesa del


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patrimonio culturale si estende ad una collaborazione che abbraccia anche il contrasto ai traffici illeciti di opere d'arte, beni culturali e reperti archeologici. L'articolo 15 prevede la collaborazione tra Enti territoriali e Regioni, mentre l'articolo 16 prevede l'istituzione di una Commissione mista incaricata di esaminare il progetto della cooperazione culturale e di concretizzare programmi esecutivi pluriennali. Gli ultimi due articoli dell'Accordo ne prevedono rispettivamente l'entrata in vigore e la durata e la validità che è illimitata con possibilità che venga modificato con specifiche procedure. L'Annesso all'Accordo riguarda poi i diritti di proprietà intellettuale e prevede che ciascun contributo scientifico di una delle Parti rimarrà di sua esclusiva proprietà, mentre per quanto concerne i risultati ottenuti congiuntamente il diritto di proprietà intellettuale apparterrà ad entrambe le Parti che potranno utilizzarlo senza corrispondere alcuna royalty.
Il disegno di legge di ratifica è composto da quattro articoli che prevedono l'autorizzazione alla ratifica stessa (articolo 1), l'ordine di esecuzione dell'Accordo (articolo 2), la copertura finanziaria (articolo 3), e l'entrata in vigore (articolo 4). In conclusione, propone di riferire favorevolmente all'Assemblea sul provvedimento in esame.

Il sottosegretario Vittorio CRAXI, nel concordare con le considerazioni svolte dal relatore, sottolinea che l'Accordo tra l'Italia e Cipro è importante alla luce dell'ottimo rapporto di collaborazione che sussiste tra i due Paesi, anche a seguito dell'ingresso di Cipro nell'Unione europea. Segnala l'opportunità che l'Accordo sia oggetto di un rapido iter di esame da parte del Parlamento, in quanto esso è da considerare propedeutico ad una commissione mista, che sarà riunita nel prossimo semestre, per la riqualificazione e l'irrobustimento delle relazioni dei rapporti tra l'Italia e Cipro. Ricorda, infine, che a Cipro l'italiano costituisce la seconda lingua straniera che viene studiata nelle scuole, trattandosi di un Paese in cui la nostra presenza, anche per ragioni storiche, è assai radicata.

Ramon MANTOVANI (RC-SE) esprime, anche a nome del suo gruppo, il pieno consenso sul merito del disegno di legge in titolo.

Marco ZACCHERA (AN), nell'esprime il proprio favore circa la necessità di procedere con celerità alla ratifica dell'Accordo in esame, sottolinea che esso riguarda soltanto i due terzi dell'isola di Cipro, con esclusione della parte nord, legata alla Turchia. Si tratta di un vulnus che le autorità cipriote dovrebbero, a suo avviso, affrontare adeguatamente. Preannuncia pertanto la presentazione di un ordine del giorno presso l'Assemblea per invitare il Governo italiano a sensibilizzare Cipro, come pure le autorità di Ankara, circa la necessità di dare soluzione a tale situazione. Si tratta di un nodo che coinvolge non solo aspetti di natura politica ed economica, ma anche culturale, considerato che numerosi siti di rilevo per la cultura cipriota si trovano nella parte nord dell'isola e non possono costituire oggetto di attenzione per gli studiosi italiani ai sensi dell'Accordo in titolo.

Umberto RANIERI, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame preliminare del provvedimento, che sarà trasmesso alle Commissioni competenti per l'espressione dei pareri. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 14.25.

RISOLUZIONI

Mercoledì 18 luglio 2007. - Presidenza del presidente Umberto RANIERI. - Interviene il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vittorio Craxi.

La seduta comincia alle 14.25.


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7-00098 Mantovani: sull'adesione dell'Italia alla Convenzione internazionale sulla protezione dei diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie.
(Discussione e rinvio).

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), cofirmataria della risoluzione in titolo, ne illustra il contenuto segnalando che essa mira ad ottenere una tempestiva adesione dell'Italia alla Convenzione che riguarda non generici migranti, ma lavoratori che si offrono come manodopera per mercati ed economie che ne hanno bisogno. Poiché si tratta di persone vulnerabili, spesso private dei più fondamentali diritti, occorre potere disporre di un'efficace strumento giuridico internazionale che ne tuteli la condizione. Richiamando la «doppia assenza» dei lavoratori migranti, che hanno abbandonato i Paesi di origine ma non arrivano mai ad avere una vera cittadinanza nei Paesi di destinazione, sottolinea che l'analisi che correntemente si fa del fenomeno enfatizza le questioni che riguardano i Paesi di destinazione, poco soffermandosi sulle cosiddette cause espulsive. Ricorda che in Italia il 6 per cento del PIL deriva dal prodotto dei lavoratori stranieri, che rappresentano il 5 per cento della popolazione, pagano le tasse ma non ricevono adeguata restituzione in termini di servizi o accesso ai diritti sociali. Sottolinea poi che occorre richiamare i Paesi d'origine alla necessità di contrastare le uscite, con particolare riferimento ai migranti irregolari. Auspica infine la celere adesione e ratifica della Convenzione anche al fine di collocare l'Italia tra i Paesi all'avanguardia per il riconoscimento dei diritti umani fondamentali ad ogni individuo, al di là dello status giuridico di ognuno.

Il sottosegretario Vittorio CRAXI osserva che la risoluzione in titolo riguarda una questione centrale, su cui occorre svolgere una riflessione approfondita. Ricorda che la Convenzione costituisce il VII Patto internazionale sui diritti umani, che, a differenza degli altri, è stato siglato da un numero esiguo di Paesi i quali, tra l'altro, non sono destinatari di flussi migratori consistenti. Il tema trattato dalla Convenzione è al centro del dibattito di questi anni, soprattutto in relazione all'insorgere di preoccupanti fenomeni di sfruttamento. Per tali ragioni, l'Italia è attiva sia a livello nazionale che internazionale per porvi rimedio. Richiama l'impegno del Ministro della solidarietà sociale, Paolo Ferrero, circa l'approccio del nostro Paese su tale materia, fondato sul contrasto agli aspetti di sfruttamento e alla definizione di misure per promuovere l'integrazione e garantire la piena tutela sul piano dei diritti e delle libertà fondamentali. Osserva che la ratifica della Convenzione in titolo, che prospetta un ampio ventaglio di strumenti di tutela, è da ponderare con attenzione tenendo conto che gli altri Paesi dell'Unione europea non l'hanno siglata anche per il fatto che essa garantisce sia i lavoratori migranti regolari che irregolari, con la conseguenza di incentivare il fenomeno dell'immigrazione clandestina. Inoltre, la materia costituisce oggetto di disciplina a livello comunitario e non è opportuno che gli Stati membri uti singuli addivengano ad accordi eventualmente in contrasto con il diritto comunitario. Alla luce di tali considerazioni, sottolinea l'opportunità di verificare la compatibilità comunitaria della Convenzione d'intesa con gli altri Paesi europei. Rileva che ogni Stato europeo attua una politica in materia di immigrazione che, incidendo sugli altri Paesi, costituisce oggetto di una responsabilità comune. In conclusione, per ragioni di coerenza, il tema della Convenzione deve essere trattato tenendo conto della normativa in vigore e della posizione tenuta dagli altri interlocutori europei, che non hanno mancato, come nel caso della Spagna e della Francia, di esprimere rilievi di tipo politico e giuridico sulla Convenzione stessa. Sottolinea che l'azione dell'Italia seguirà un doppio binario, per cui sul piano interno la materia sarà affrontata con i prossimi provvedimenti in materia di immigrazione e sul piano internazionale si promuoverà una riflessione congiunta da parte degli Stati membri


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dell'Unione europea. Infine, avanza una proposta di riformulazione della parte dispositiva della risoluzione nel senso di impegnare il Governo a promuovere assieme agli Stati membri dell'Unione europea un approfondimento della riflessione già avviata sulla possibilità di aderire alla Convenzione, nel pieno rispetto del diritto comunitario.

Ramon MANTOVANI (RC-SE) esprime, anche a nome del suo gruppo, rammarico per la criticabile posizione riferita dal rappresentante del Governo, che fa ben comprendere le ragioni della mancata adesione dell'Italia ad una convenzione adottata dalle Nazioni Unite nel 1990. Sottolinea di non concordare sui termini con i quali è stata inquadrata la questione, considerato che i diritti sono riconosciuti a tutti gli individui e che il diritto umanitario prevale sempre di fronte a fonti normative di altro tipo dalla cui applicazione potrebbe derivare un effetto di discriminazione o di violazione. Osserva comunque che la previsione che il Governo assuma nel prossimo futuro iniziative legislative sulla materia induce a considerare l'opportunità di sospendere temporaneamente ogni presa di posizione sulla risoluzione in titolo e di procedere ad approfondimenti istruttori che riguardino le attività poste in essere dal Ministero della solidarietà sociale, dal Ministero dell'interno o da altri enti anche al di fuori della compagine governativa. Alla luce di tali considerazioni, auspica che il rappresentante del Governo voglia riconsiderare la proposta di riformulazione della parte dispositiva della risoluzione in vista dello svolgimento di ulteriori approfondimenti da parte della Commissione.

Il sottosegretario Vittorio CRAXI segnala l'opportunità che la Commissione svolga in tale ottica anche audizioni di rappresentanti dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni e dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro.

Gianni FARINA (Ulivo), pur comprendendo la posizione del Governo, esprime amarezza per le difficoltà prospettate circa l'adesione dell'Italia ad una convenzione delle Nazioni Unite che, ad oggi, è stata sottoscritta soltanto da Paesi del Terzo Mondo, con l'eccezione del Cile, e che riguarda un tema in cui l'Italia è titolare di una duplice responsabilità, in quanto Paese ad alto sviluppo ed industrializzazione che però nel suo passato ha conosciuto l'emigrazione e le discriminazioni che i lavoratori migranti possono subire anche sul territorio europeo. Ricorda che la Carta di Nizza e il diritto comunitario danno ampio rilievo ai diritti dei lavoratori, su cui il nostro Paese tradizionalmente richiama l'attenzione degli altri interlocutori europei. Rileva, quindi, la necessità di riflettere sull'inquadramento della questione in riferimento alla distinzione tra lavoratori migranti regolari ed irregolari e all'impatto che un nuovo strumento di diritto internazionale potrebbe avere su milioni di persone. Concorda con la proposta del collega Mantovani circa la necessità di svolgere ulteriori approfondimenti in una materia che deve essere trattato in modo complessivo.

Marco ZACCHERA (AN) concorda con la proposta del collega Mantovani di sospendere la discussione della risoluzione. Osserva che il punto debole della questione attiene al fatto che la Convenzione del 1990 è fondata su un quadro di dati risalenti alla fine degli anni Settanta, laddove sono noti i radicali cambiamenti che il fenomeno migratorio ha subito a livello globale. Confermando la validità dei principi che sono alla base di tale strumento giuridico internazionale e della necessità di garantire ogni assistenza ai lavoratori migranti in situazione di emergenza, si deve però tenere conto che vi sono diritti che devono essere riconosciuti ad ogni individuo e diritti che non possono spettare a tutti. Come è vero che i lavoratori stranieri in Italia contribuiscono al prodotto interno lordo, è altrettanto vero che contribuiscono ad elevare il livello di spesa pubblica in termini di assistenza. Sottolinea la necessità che la materia sia oggetto di considerazione a livello europeo con il


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contributo degli altri Paesi in termini di controlli, strutture e strumenti di integrazione. A suo giudizio, il Governo dovrebbe porre in essere un'attività di sensibilizzazione anche al fine di pervenire ad una vera e propria carta europea sul tema dei lavoratori migranti.

Tana DE ZULUETA (Verdi) segnala che in diverse sedi internazionali è stato sollevato il problema della mancata sottoscrizione della Convenzione oggetto della risoluzione, con particolare riferimento ad una risoluzione adottata dall'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa e ad analoghe iniziative presso l'Unione Interparlamentare, approvate con il sostegno di taluni parlamentari italiani anche non appartenenti ai gruppi di maggioranza. Nell'esprimere soddisfazione per l'iniziativa del collega Mantovani che sollecita un confronto su un tema cruciale, sottolinea che a suo avviso la Convenzione non equipara la condizione dei lavoratori migranti regolari ed irregolari ma chiarisce i diritti che debbono essere riconosciuti anche ai secondi. Concorda con l'opportunità di procedere ad ulteriori approfondimenti al fine di individuare un percorso da intraprendere per assicurare pieno rispetto al diritto umanitario internazionale senza ledere gli interessi dell'Unione europea.

Alessandro FORLANI (UDC) concorda con la necessità di affrontare la questione oggetto della Convenzione in sede comunitaria, trattandosi di un tema di interesse comune che nessun Paese può affrontare e risolvere adeguatamente da solo. Nel richiamare i contenuti della recente audizione dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, sottolinea l'esigenza che la questione sia affidata ad un organismo normativo sovranazionale. Alla luce delle perplessità espresse dagli altri partner dell'Unione, occorre dare la priorità ad uno strumento comune adottato in sede europea piuttosto che ad atto internazionale che potrebbe contrastare con il diritto comunitario. Concorda con la proposta di riformulazione, avanzata dal sottosegretario Craxi, che si colloca nella prospettiva delle norme europee più aggiornate. Sottolinea di essere favorevole ad una revisione della normativa attualmente in vigore in materia di immigrazione in considerazione dell'evoluzione che il fenomeno ha fatto registrare dall'entrata in vigore della cosiddetta «legge Bossi Fini» che pure aveva a suo tempo condiviso. Concorda, infine, con la necessità che il Governo italiano si attivi per sensibilizzare gli altri Paesi europei sulla questione.

Patrizia PAOLETTI TANGHERONI (FI) sottolinea che la Convenzione oggetto della risoluzione tratta una questione assai delicata che deve essere disciplinata con grande prudenza, tenendo conto che vi sono diritti che devono essere riconosciuti a tutti e diritti che devono essere riconosciuti a chi emigra per cercare lavoro. Segnala che allo stato attuale un intervento non prudente sulla materia potrebbe causare reazioni di rifiuto nel nostro Paese per cui occorre seguire la linea di cautela, adottata dagli altri Paesi europei. Esprime perplessità sul fatto che i contenuti della Convenzione siano quelli che ha indicato la collega De Zulueta. Concorda comunque con la proposta del collega Mantovani sull'opportunità di approfondire e valutare ulteriormente il merito della questione, sottolineando che il Governo italiano dovrebbe valutare l'adozione di uno strumento legislativo che migliori il testo della Convenzione delle Nazioni Unite, cogliendo l'occasione per segnalare che gli atti dell'ONU non debbono essere necessariamente assunti come imprescindibili ed immodificabili.

Sandra CIOFFI (Pop-Udeur) concorda con la proposta del collega Mantovani, sottolineando che il tema dei lavoratori migranti interessa in modo particolare il nostro Paese per la sua particolare posizione geografica. Non ritiene condivisibili distinzioni quando vengano in rilievo i diritti umani ed auspica che la materia costituisca al più presto oggetto di adeguata disciplina, ricordando che la normativa in vigore è carente sul piano umanitario


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con particolare riferimento al tema dei ricongiungimenti familiari.

Il sottosegretario Vittorio CRAXI, richiamando il terzo punto della premessa della risoluzione, considera positiva l'assunzione di un impegno a livello europeo sul tema dei lavoratori migranti, da porre nel quadro delle iniziative del Governo in tema di immigrazione. Sottolineando la piena condivisione del Governo sui principi che ispirano la Convenzione, ricorda che l'Italia è vincolata sul piano giuridico nei confronti degli altri Paesi europei. Auspicando che il confronto sulla risoluzione possa proseguire sulla base di un quadro più approfondito ed avanzato, ritiene che la proposta di riformulazione precedentemente avanzata potrà essere pertanto ulteriormente approfondita.

Umberto RANIERI, presidente, nel richiamare gli elementi emersi nel corso del dibattito, sottolinea che la risoluzione in titolo riguarda un tema che potrà essere oggetto di approfondimento anche in occasione di audizioni di rappresentanti di istituzioni nazionali ed internazionali specializzate sulla materia che potranno essere definite in sede di Ufficio di presidenza. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito della discussione ad altra seduta.

La seduta termina alle 15.10.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

Mercoledì 18 luglio 2007.

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.10 alle 15.20.