I Commissione - Resoconto di giovedì 26 luglio 2007

TESTO AGGIORNATO AL 5 NOVEMBRE 2007


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SEDE REFERENTE

Giovedì 26 luglio 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il sottosegretario di Stato per l'interno Alessandro Pajno e il sottosegretario di Stato per i rapporti con il Parlamento e le riforme istituzionali Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 9.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che è stato richiesto che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 in occasione del vertice G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum.
(Doc. XXII, n. 5 Longhi, Doc. XXII, n. 13 Boato e Doc. XXII, n. 15 Mascia).

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 aprile 2007.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, presenta una proposta di testo unificato dei provvedimenti in esame (vedi allegato 1), del quale propone l'adozione come testo base per il seguito dell'esame. Ne illustra quindi il contenuto, rilevando innanzitutto che una troppo minuta e dettagliata individuazione dell'oggetto dell'inchiesta, avrebbe fatto di questa un'inchiesta di accertamento di responsabilità personali, laddove una ampia e generica delimitazione dell'oggetto conferisce all'inchiesta un taglio più propriamente politico. Sulla base di tale assunto, ha inteso quindi delimitare con la massima cura possibile l'oggetto dell'inchiesta, in modo che sia chiaro che il suo obiettivo è quello di inquadrare i fatti accaduti nel loro contesto, con particolare attenzione al funzionamento o al malfunzionamento della catena di comando, in modo che la Commissione d'inchiesta persegua un obiettivo politico, e non si sovrapponga all'autorità giudiziaria, vale a dire l'obiettivo di acquisire un quadro di informazioni che permetta di assumere le iniziative necessarie affinché quanto allora avvenuto non abbia a ripetersi in futuro. Illustra quindi nel dettaglio i compiti della Commissione d'inchiesta, nonché la composizione della stessa e la durata del suo mandato.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, se non vi sono richieste di interventi ovvero, qualora ve ne siano, dopo di essi, porrà in votazione la proposta di adottare il testo unificato predisposto dal relatore come testo base per il seguito dell'esame.

Italo BOCCHINO (AN) chiede al presidente Violante di rinviare la votazione sulla proposta di testo base ad altra seduta, in modo da consentire ai gruppi un più approfondito esame dello stesso.

Graziella MASCIA (RC-SE) ritiene che la votazione non dovrebbe essere rinviata oltre la giornata di oggi.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che si potrebbe rinviare il seguito dell'esame, compresa la votazione per l'adozione del testo base, a lunedì 30 luglio, in considerazione del fatto che l'organizzazione dei lavori dell'Assemblea e della Commissione per le giornate di oggi e di domani non permette di riprendere l'esame del provvedimento entro la corrente settimana.

Marco BOATO (Verdi), Pierangelo FERRARI (Ulivo) e Roberto ZACCARIA (Ulivo) chiedono che non siano previste votazioni nella mattinata di lunedì 30 luglio.


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Luciano VIOLANTE, presidente, dopo aver ricordato che lunedì alle 15 si svolgerà l'audizione del Comandante generale della Guardia di finanza, nell'ambito dell'indagine conoscitiva sullo stato della sicurezza in Italia, e che successivamente proseguiranno le votazioni sugli emendamenti riferiti al testo unificato delle proposte di legge di riforma costituzionale, preannuncia che sarà convocata per la mattina di lunedì 30 luglio una seduta in sede referente per interventi sul testo unificato del relatore e che la votazione sulla proposta di adottarlo come testo base avverrà comunque non prima delle ore 14 di quel giorno. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato, C. 2715 cost. Boato e C. 2865 cost. Casini.

(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 luglio 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che i relatori hanno presentato nuovi emendamenti (vedi allegato 2).

Italo BOCCHINO (AN), relatore, chiarisce che i relatori hanno convenuto, alla luce del dibattito svoltosi nella seduta di ieri, il trasferimento al Senato dei parlamentari eletti all'estero, contestualmente riducendone il numero. Per quanto riguarda invece il numero dei deputati, propongono di stabilirne nella Costituzione soltanto il numero massimo, rimettendo quindi in sostanza alla legge elettorale la determinazione del numero dei componenti la Camera.

Gabriele BOSCETTO (FI), intervenendo sull'emendamento 1.50 dei relatori, ricorda che, ad avviso del suo gruppo, prima di decidere quale debba essere la composizione del Senato, e se debbano quindi farne parte i parlamentari eletti all'estero, è pregiudiziale stabilire quali siano le competenze del Senato stesso e quali di conseguenza quelle della Camera. Ribadisce pertanto la necessità di prendere le mosse dall'esame dell'articolo 7 del testo base, vale a dire dalla proposta di revisione dell'articolo 70 della Costituzione, in materia dì procedimento legislativo e di riparto per materia delle competenze legislative tra le due Camere. Ritiene pertanto necessario accantonare l'emendamento 1.50 dei relatori, avvertendo che, diversamente, il voto del suo gruppo non potrà che essere contrario.

Franco RUSSO (RC-SE), premesso che conviene a suo giudizio procedere secondo il normale ordine di votazione, preannuncia, per quanto riguarda le nuove proposte emendative dei relatori, l'astensione del proprio gruppo dal voto, per le ragioni già esposte nella seduta di ieri. Si riserva inoltre di presentare in Assemblea emendamenti ispirati dall'idea di un Senato della Repubblica, intendendo questa nel senso dell'articolo 114 della Costituzione, alla cui luce la locuzione «Senato federale della Repubblica» è senz'altro pleonastica.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling), nel ricordare che la sua parte politica è da sempre contraria al riconoscimento di un diritto di voto per gli italiani all'estero, preannuncia che si asterrà dalla votazione sull'emendamento 1.50 dei relatori, perché ritiene comunque preferibile che i parlamentari eletti all'estero, se proprio devono esistere, siedano al Senato piuttosto che alla Camera. Preannuncia inoltre fin d'ora il proprio voto contrario sull'emendamento 4.50 dei relatori, ritenendo che


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dodici senatori eletti all'estero siano in ogni caso troppi.

La Commissione approva l'emendamento 1.50 dei relatori.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) chiarisce che il suo emendamento 2.2, ritirato dal collega Bocchino nella precedente seduta, proponeva la soppressione dell'aggettivo «federale» dalla denominazione del Senato in ragione del fatto che l'Italia non si configura certamente come Stato federale. Ricorda che gli Stati federali nascono quando entità statuali dotate di propria sovranità decidono liberamente di trasferirne parte ad un'entità di livello sovraordinato, il che non può dirsi accaduto in Italia.

Marco BOATO (Verdi), intervenendo sull'emendamento 3.50 dei relatori, dichiara di preferire che nella Costituzione sia indicato un numero certo di deputati. In subordine, riterrebbe percorribile l'ipotesi di indicare un numero minimo ed un numero massimo. Reputa invece del tutto fuori luogo limitarsi, come fa l'emendamento 3.50 dei relatori, ad indicare soltanto un numero massimo, perché in tal modo si lascerebbe un'eccessiva discrezionalità in materia di composizione numerica della Camera dei deputati alle maggioranze semplici pro tempore, attraverso la legge elettorale, che è una legge ordinaria.

Gabriele BOSCETTO (FI), intervenendo sull'emendamento 3.50 dei relatori, esprime la contrarietà del suo gruppo rispetto ad esso, motivata in primo luogo dal fatto che la proposta emendativa potrebbe essere intesa nel senso di vincolare il legislatore all'adozione di un particolare sistema elettorale, laddove l'attuale formulazione dell'articolo 56 permette l'adozione dei più diversi sistemi elettorali; in secondo luogo dal fatto che, ove non si preveda un numero minimo di deputati, in futuro la maggioranza politica del momento potrebbe ricorrere alla riduzione del numero dei componenti la Camera per fini di supremazia politica. Ritenendo che la soluzione proposta da ultimo dai relatori sia la peggiore possibile, dichiara il voto contrario del suo gruppo sull'emendamento 3.50 dei relatori.

Roberto COTA (LNP) dichiara l'avviso contrario anche del suo gruppo sull'emendamento 3.50 dei relatori, motivato dal fatto che non è ancora stato affrontato il nodo del riparto delle competenze tra la Camera e il Senato, nodo che è invece essenziale sciogliere prima di stabilire quale debba essere la composizione, anche solo numerica, della Camera dei deputati.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) condivide le perplessità già espresse sull'emendamento 3.50 dei relatori da diversi colleghi intervenuti. Concorda sul fatto che lasciare indeterminato il numero dei componenti la Camera dei deputati implica il rischio che le maggioranze politiche del momento possano agire su tale numero a fini di lotta politica.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che il deputato Boato ha presentato il subemendamento 0.3.50.1 (vedi allegato 2), inteso a modificare l'emendamento 3.50 dei relatori per fissare un numero minimo di deputati pari a quattrocentocinquanta.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) dichiara che si asterrà dalla votazione sul subemendamento Boato 0.3.50.1 e che voterà contro l'emendamento 3.50 dei relatori.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) osserva che è contrario alla tradizione politica italiana lasciare indeterminato il numero dei componenti la Camera dei deputati, che costituisce invece un punto della massima rilevanza costituzionale. Pur ringraziando pertanto il collega Bocchino per l'impegno profuso nella sua qualità di relatore per giungere ad una soluzione la più possibile condivisa, annuncia il voto contrario sull'emendamento 3.50 dei relatori, ritenendo che decidere a


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maggioranza semplice, con la legge elettorale, il numero dei componenti della Camera politica sia inaccettabile.

Antonio LA FORGIA (Ulivo) dichiara il proprio voto contrario sull'emendamento 3.50 dei relatori, in quanto ritiene che si tratti di una modificazione non meramente quantitativa, bensì qualitativa. La finalità dichiarata della proposta emendativa è infatti quella di rendere possibile l'introduzione in Italia del sistema elettorale sul modello tedesco. Il suo voto contrario è motivato quindi dal fatto che non intende compiere un passo in tale direzione.

Franco RUSSO (RC-SE) chiarisce che il suo gruppo è disponibile a stabilire un numero minimo di deputati, accanto al numero massimo, intendendo in tal modo dimostrare lo spirito costruttivo in vista del raggiungimento di un terreno di intesa con l'opposizione e nel convincimento che le modifiche costituzionali debbano essere approvate con la più ampia maggioranza possibile. Per tale ragione annuncia il voto favorevole sul subemendamento Boato 0.3.50.1. Ritiene infatti che la previsione di un numero di deputati minimo sia indispensabile al fine di evitare possibili colpi di mano delle maggioranze politiche del momento contro le opposizioni. Pertanto, ove la proposta emendativa non fosse accolta, preannuncia che presenterà in Assemblea un emendamento su tale punto. Dichiara inoltre che, se il subemendamento Boato 0.3.50.1 fosse respinto, il suo gruppo voterà comunque a favore dell'emendamento 3.50 dei relatori, perché ritiene che l'indeterminatezza del numero di componenti la Camera dei deputati non comporti di per sé la scelta per un sistema elettorale proporzionale sul modello tedesco.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), nel ricordare che l'emendamento 3.50 dei relatori trae origine dall'orientamento emerso nella Commissione nel corso della seduta di ieri, esprime il proprio disappunto nel constatare che nel corso della notte quello che sembrava ieri acquisito è stato interamento rimesso in discussione.

Enrico LA LOGGIA (FI), nel prendere atto che la lunga fase di transizione costituzionale non riesce a giungere a termine, osserva che la tradizione costituzionale italiana non prevede la prefigurazione di un sistema elettorale piuttosto che un altro. Concorda quindi sulla necessità di stabilire un numero predeterminato di deputati, anche per non pregiudicare alcunché rispetto al sistema elettorale da adottarsi, ovvero, in subordine, di indicare, accanto al numero massimo, un numero minimo, fermo restando che il suo gruppo preferisce l'indicazione di un numero fisso, che potrebbe anche essere quello di cinquecento individuato dai relatori.

Cinzia DATO (Ulivo) si associa ai deputati intervenuti per sostenere come sia preferibile indicare nella Costituzione un numero fisso di deputati. Invita peraltro alla prudenza sul punto del numero dei parlamentari, onde non alimentare le polemiche demagogiche contro la rappresentanza politica.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) dichiara che anche il suo gruppo è favorevole alla previsione di un numero fisso di deputati, come del resto previsto già nel testo base, e ritiene anzi necessario precisare altresì il numero dei deputati o dei senatori eletti nella circoscrizione estero, che nel testo base non è precisato: per la ragione ha presentato l'emendamento 3.1.

Graziella MASCIA (RC-SE) rileva che l'emendamento 3.50 dei relatori costituiva un tentativo di mediazione tra gli orientamenti emersi nel corso della seduta di ieri. Esso peraltro prefigura un'opzione neutra rispetto al sistema elettorale, dal momento che né la previsione di un numero fisso di parlamentari impedisce di costruire un sistema proporzionale sul modello tedesco, né la previsione di un numero indeterminato impedisce di costruire un sistema diverso, come è agevolmente dimostrabile. Ciò premesso, ribadisce


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che il suo gruppo voterà a favore del subemendamento Boato 0.3.50.1 ed esprime inoltre disagio per il modo rapsodico e disordinato di procedere nell'esame degli emendamenti. Aggiunge che se il subemendamento Boato sarà respinto il suo gruppo voterà ugualmente a favore dell'emendamento 3.50 dei relatori, ritenendo comunque opportuno modificare il testo base.

Gianpiero D'ALIA (UDC) ritiene che il dibattito sul numero dei parlamentari sia gravato da pregiudizi ideologici. Chiarisce che la finalità perseguita dal suo gruppo con l'emendamento D'Alia 3.2 è quella di stabilire nella Costituzione le condizioni per una maggiore flessibilità per quanto riguarda la scelta del sistema elettorale, in quanto l'attuale testo costituzionale non consente sistemi elettorali a numero di eletti variabile. Concorda in ogni caso sul fatto che il sistema elettorale sul modello tedesco può essere adottato anche a Costituzione vigente.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) dichiara il proprio voto favorevole sul subemendamento Boato 0.3.50.1 nonché sull'emendamento 3.50 dei relatori, perché rende flessibile il sistema e nel contempo assicura la riduzione del numero dei deputati.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che nella seduta di ieri si è discusso dell'emendamento D'Alia 3.2 sulla base del convincimento che la previsione di un numero indeterminato di parlamentari costituisca la condizione per un eventuale sistema elettorale di tipo tedesco. È stato al riguardo fatto osservare che allora tale previsione avrebbe potuto costituire un vincolo nel senso di obbligare il legislatore ordinario alla scelta del sistema proporzionale. È stato tuttavia oggi evidenziato che non stabilire un numero predeterminato di parlamentari può, in determinate circostanze, potrebbe dare alle maggioranze politiche del momento il potere di conseguire un vantaggio sulle opposizioni. È peraltro emerso anche che il numero fisso non impedisce di per sé l'adozione di un sistema sul modello tedesco e non vincola pertanto in alcun modo il legislatore ordinario alla scelta di un certo sistema elettorale piuttosto che un altro.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, esprime preliminarmente il disagio dei relatori per il modo di procedere della discussione, ricordando come il dibattito svoltosi nella seduta di ieri sull'emendamento D'Alia 3.2 abbia sollevato una questione politica e come i relatori abbiano inteso comporre le diverse istanze con il loro emendamento 3.50, senza voler con questo precostituire una scelta elettorale obbligata. Auspica pertanto che il dibattito assuma in futuro un andamento più lineare. Nel merito, essendo d'accordo sul fatto che il numero fisso di deputati non impedisce di per sé l'adozione di un sistema elettorale proporzionale sul modello tedesco, ritiene che i relatori potrebbero ritirare l'emendamento 3.50.

Italo BOCCHINO (AN) concorda sul ritiro dell'emendamento 3.50.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, a seguito del ritiro dell'emendamento 3.50 dei relatori, non sarà posto in votazione il subemendamento Boato 0.3.50.1. Sarà invece posto ora in votazione l'emendamento D'Alia 3.2, al quale è stato presentato il subemendamento Franco Russo 0.3.2.1 (vedi allegato 2), che sarà posto in votazione prima.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), con riferimento ai parlamentari eletti all'estero, premesso che è personalmente aperto a valutare il trasferimento di essi al Senato, anche perché è probabilmente la soluzione più coerente, dal momento che il Senato non vota la fiducia, esprime l'avviso che la questione dovrebbe però essere accantonata e discussa alla fine.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che, a seguito dell'approvazione dell'emendamento 1.50 dei relatori, è stato stabilito il principio che i parlamentari


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eletti all'estero siano presenti soltanto al Senato.

Gabriele BOSCETTO (FI) fa presente che si sarebbe dovuto votare il suo emendamento 1.2, accantonato nella precedente seduta, che proponeva la soppressione dell'articolo 1 del testo base proprio nella logica di mantenere inalterato l'articolo 48 della Costituzione e quindi l'attuale meccanismo relativo alla circoscrizione Estero, che prevede sia deputati sia senatori eletti all'estero.

Marco BOATO (Verdi) dichiara che si asterrà dalla votazione sul subemendamento Franco Russo 0.3.2.1 e che voterà contro l'emendamento D'Alia 3.2, in quanto preferisce che nella Costituzione sia indicato un numero fisso di deputati ovvero, in subordine, accanto al numero massimo, un numero minimo.

Gianpiero D'ALIA (UDC) dichiara che voterà a favore del subemendamento Franco Russo 0.3.2.1, invitando peraltro a fare attenzione perché la previsione di un numero rigido di parlamentari preclude in taluni casi l'adozione di sistemi elettorali a premio di maggioranza.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge il subemendamento Franco Russo 0.3.2.1, nonché l'emendamento D'Alia 3.2.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'emendamento 3.50 dei relatori è stato ritirato.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO, intervenendo sull'emendamento Zeller 3.3, richiama l'attenzione dei membri della Commissione sul fatto che sarebbe ad avviso del Governo opportuno che l'intera materia dei parlamentari italiani eletti all'estero fosse fatta oggetto di un supplemento di riflessione.

Franco RUSSO (RC-SE), ricordato che la Commissione ha stabilito a questo punto il principio che i parlamentari eletti all'estero facciano parte soltanto del Senato e che l'emendamento Zeller 3.3 è del tutto coerente con tale impostazione, esprime l'avviso che non si possa di continuo rimettere in discussione quanto già acquisito nel corso del dibattito, come già successo tra ieri e oggi, ed auspica che la presidenza decida di non rinviare la votazione dell'emendamento in questione ad un momento successivo.

Carlo COSTANTINI (IdV) ribadisce che è fondamentale innanzitutto definire le competenze del Senato per poter poi stabilire in quale Camera debbano sedere i parlamentari eletti all'estero.

Gabriele BOSCETTO (FI) si associa alla richiesta del rappresentante del Governo, che del resto va nella direzione da lui precedentemente caldeggiata. A suo avviso, occorrerebbe, per impostare correttamente il ragionamento, prendere le mosse dalla revisione dell'articolo 94, che nel testo unificato dei relatori è affrontata soltanto nell'articolo 14, peraltro correttamente dal momento che il testo base segue l'ordine degli articoli del testo che vengono modificati. L'articolo 94 proposto, infatti, nel riservare il voto di fiducia alla sola Camera dei deputati, introduce il superamento del bicameralismo paritario, ponendo conseguentemente il problema del ruolo da attribuire al Senato e della composizione e modalità di formazione dello stesso. La questione relativa al punto se i parlamentari eletti all'estero debbano far parte della sola Camera, del solo Senato o di entrambe le Camere, come attualmente previsto e preferito dal suo gruppo, non può essere quindi correttamente affrontata prima che si sia risolta la questione relativa alle funzioni e competenze delle due Camere.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che non è possibile riaprire la discussione di carattere generale sul provvedimento e che la modalità ordinaria e corretta di esame degli emendamenti è quella che procede articolo per articolo, salva la possibilità di accantonamenti. Per quanto riguarda la richiesta formulata dal


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rappresentante del Governo, ritiene possibile accantonare l'emendamento Zeller 3.3, ma fa presente che l'approvazione dell'emendamento 1.50 dei relatori ha già stabilito un punto fermo rispetto alla questione della collocazione dei parlamentari eletti all'estero. Propone comunque l'accantonamento dell'emendamento Zeller 3.3 e dell'emendamento Adenti 3.1, che affronta la medesima materia.

La Commissione concorda.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte quindi che si intende precluso l'emendamento Licandro 3.4. Propone quindi l'accantonamento dell'emendamento 3.51 dei relatori.

La Commissione concorda.

Aldo BRANCHER (FI) ritiene opportuno che, prima di esaminare gli emendamenti riferiti all'articolo 4, che trattano della composizione e delle modalità di formazione del Senato, si affrontino gli emendamenti riferiti all'articolo 7, che trattano il tema delle funzioni legislative delle due Camere, dal momento che, finché non è chiaro che cosa debba fare il Senato, non potrà neppure stabilirsi come questo debba essere composto ed eletto.

Gianpiero D'ALIA (UDC) si dice d'accordo con il deputato Brancher e ritiene inoltre che la discussione debba essere allargata, anche perché la presentazione di nuove proposte emendative relative all'articolo 117 della Costituzione imporrà una diversa impostazione del ragionamento.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) concorda sul fatto che le questioni legate all'articolo 7, vale a dire alle funzioni legislative della Camera e del Senato, debbano essere affrontate prima di quelle relative all'articolo 4, vale a dire alla composizione e alle modalità di elezione del Senato, in quanto è evidente che la composizione dell'organo dovrà essere definita in funzione delle competenze che gli si attribuiscono.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene corretto sostenere che le funzioni di un organo debbano essere definite prima della sua struttura. Non ritiene invece corretto allargare l'ambito della discussione anche al Titolo V della parte seconda della Costituzione, dal momento che l'ambito di intervento del progetto di riforma in esame è dato dalla forma di Governo e dal bicameralismo, mentre il Titolo V e l'articolo 117 attengono alla forma di Stato.

Gabriele BOSCETTO (FI) concorda sulla necessità di passare ora all'esame delle questioni legate all'articolo 7.

Marco BOATO (Verdi) conviene a sua volta sull'opportunità di passare all'esame dell'articolo 7, pur concordando con il deputato Zaccaria sul fatto che l'articolo 117 tratti in materia separata da quella del testo base.

Carlo COSTANTINI (IdV) ritiene che, se il Senato è espressione dei Consigli regionali, come previsto dal testo base, non sia possibile non discutere preliminarmente dell'articolo 117, in quanto il terzo comma di esso distingue tra la potestà legislativa dello Stato, che si limita nelle materie di quel comma a stabilire i principi fondamentali, e la potestà legislativa delle regioni, che dettano invece norme di dettaglio. Se le regioni sono rappresentate al Senato e questo stabilisce le norme di principio, le materie del terzo comma dell'articolo 117 sono interamente a disposizione delle regioni.

Luciano VIOLANTE, presidente, osserva che l'articolo 117 della Costituzione reca una materia diversa da quella trattata dal testo base in esame.

Gianpiero D'ALIA (UDC) dissente dal presidente Violante, osservando che vi sono emendamenti presentati dal gruppo di Forza Italia che legano il riparto delle competenze legislativa tra la Camera e il Senato al riparto delle competenze legislative tra lo Stato e le regioni ai sensi dei


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commi secondo e terzo dell'articolo 117 della Costituzione, per cui è indispensabile esaminare l'elenco delle materie di cui ai predetti commi prima di valutare la distinzione di competenze legislative tra i due rami del Parlamento.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), ricordato che si era concordato di procedere alle riforme costituzionali per gradi, in fasi successive, si dice convinto che sia ancora necessario attenersi a tale progetto iniziale.

Franco RUSSO (RC-SE) si dichiara parzialmente d'accordo con il deputato D'Alia, ritenendo che, se si trovasse un accordo sul ruolo del Senato, si potrebbe poi agevolmente affrontare il tema della revisione dell'articolo 117 della Costituzione. Ricorda che la giurisprudenza della Corte costituzionale ha evidenziato fondamentalmente due limiti dell'attuale testo dell'articolo 117: il primo è rappresentato dalla mancanza di una clausola di supremazia; il secondo dalla mancanza di una sede di compensazione tra le istanze statali e quelle regionali. Ritiene che il Senato potrebbe essere una tale sede di compensazione. In definitiva, stabilire le competenze del Senato potrebbe agevolare anche la discussione sulla previsione dell'articolo 117. Concorda perciò sull'opportunità di passare all'esame dell'articolo 7.

Donato BRUNO (FI) ritiene che la revisione dell'articolo 117 avrebbe dovuto essere il primo tema da discutere e che, più in generale, non si possano affrontare le riforme costituzionali se non nel contesto dell'intera seconda parte della Costituzione e soprattutto del Titolo V. Il tema del bicameralismo avrebbe dovuto essere affrontato solo successivamente. La maggioranza invece ha invece preferito procedere in modo disordinato, cominciando dalla forma di Governo, senza considerare che tale tema porta però con sé il problema del ruolo delle due Camere e del procedimento legislativo. In definitiva, fa presente che le questioni relative all'articolo 70 sospingono inevitabilmente verso quelle relative all'articolo 117.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che si sono svolti mesi di discussione di carattere generale, durante i quali si è dibattuto attentamente delle questioni di fondo. Concorda sul fatto che l'articolo 117 sia un punto nodale, ma ritiene che se ne possa discutere anche a partire dall'articolo 70.

Enrico LA LOGGIA (FI) ritiene che si dovrebbe accantonare non soltanto gli emendamenti riferiti agli articoli 4, 5 e 6, ma anche quelli riferiti all'articolo 7, per affrontarli dopo aver sviscerato le questioni connesse all'articolo 117 della Costituzione, che non è ancora affrontato dal testo base.

Maurizio TURCO (RosanelPugno) dichiara che il suo gruppo ritiene che il Senato federale debba essere eletto non in primo grado dalle popolazioni, bensì dai consigli regionali. In generale il suo gruppo è a favore di uno Stato federale, con sistema bipartitico e formula elettorale uninominale maggioritaria a turno unico. Non vede pertanto possibile una mediazione con quanti auspicano invece un sistema elettorale proporzionale, che presuppone una concezione del tutto diversa dello Stato.

Gianpiero D'ALIA (UDC) interviene sul complesso degli emendamenti riferiti agli articoli 7 e 8, che sono a suo giudizio intimamente connessi. Al deputato Turco ribatte che è personalmente a favore di un sistema proporzionale con collegi uninominali sul modello tedesco. Per quanto riguarda poi l'articolo 70, il suo gruppo propone che la funzione legislativa collettiva delle Camere debba costituire l'eccezione, per la qual ragione non può riferirsi anche alle materie dell'informazione e dell'emittenza televisiva e dell'amnistia e indulto. Il suo gruppo è inoltre contrario al sistema di composizione delle istanze delle due Camere previsto dall'ultimo comma dell'articolo 70 proposto dal testo base,


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ritenendo che il Senato non debba poter richiamare i provvedimenti di competenza legislativa della Camera politica e che debba svolgere quindi un ruolo diverso. Per tale ragione l'emendamento 8.3 del suo gruppo all'articolo 8 del testo base propone una diversa organizzazione dei lavori parlamentari, generalizzando l'istituto della sede legislativa, riservando all'Assemblea, salvo che per alcune materie, esclusivamente il voto finale, e prevedendo che il Governo abbia la facoltà di chiedere l'esame prioritario di propri disegni di legge.

Franco RUSSO (RC-SE), riferendosi al suo emendamento 7.1, invita i relatori a riflettere sul fatto che c'è un certo di emendamenti riferiti al terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione. Ricorda che il suo gruppo sostiene che debba spettare al Senato la definizione dei principi fondamentali nelle materie di cui al comma citato. Questo consentirebbe infatti di fare del Senato una camera di compensazione tra le istanze dello Stato e quelle delle autonomie territoriali, assegnandogli un ruolo che oggi è di fatto svolto in modo inadeguato dal sistema delle conferenze, il quale sistema non ha però impedito che la Corte costituzionale fosse sovraccaricata di ricorsi per contenzioso tra lo Stato e le regioni. Aggiunge che il suo gruppo è d'accordo a che la funzione di indirizzo politico spetti alla Camera, mentre il Senato si occuperebbe del sistema delle autonomie territoriali. Per quanto riguarda infine il sistema della navetta tra le Camere, ritiene utile un sistema di compensazione delle divergenze, che potrebbe vedere coinvolti i due presidenti delle Camere. Ciò premesso, chiarisce che le votazioni del suo gruppo si orienteranno secondo tali convincimenti.

Carlo COSTANTINI (IdV) dichiara di nutrire ancora numerose perplessità sull'articolo 7 del testo base, trovando convincente la proposta di alcuni gruppi di prevedere una serie di materie di competenza legislativa bicamerale e di dividere poi le competenze esclusive della Camera da quelle del Senato attraverso il riferimento, rispettivamente, al secondo e al terzo comma dell'articolo 117 della Costituzione. Osserva che però in tal modo le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 verrebbero completamente rimesse alle regioni, in quanto i consigli regionali da una parte approverebbero le norme di principio attraverso il Senato e dall'altra approverebbero le norme di dettaglio; in sostanza, si esprimerebbero sia sulle norme di principio sia su quelle di dettaglio, per cui di fatto verrebbe meno la concorrenzialità che attualmente distingue il terzo comma.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) ritiene che quanto più si attribuisce alle regioni un autonomo potere legislativo, tanto più viene meno l'esigenza di una loro rappresentanza in sede statale. Quindi, riferendosi al suo emendamento 7.10, chiarisce che, dopo aver tentato di migliorare l'articolo 7 del testo base senza successo, ha ritenuto che l'unica strada percorribile fosse quella di sopprimerlo. Rileva inoltre che, all'ultimo comma del capoverso articolo 70, non è chiaro se il meccanismo di esame bicamerale lì previsto debba intendersi riferito ai soli provvedimenti che, ai sensi del terzo comma, sono riservati alla legislazione dello Stato ovvero anche a quelli di legislazione bicamerale ai sensi del secondo comma. In ogni caso, ritiene che il Senato risulti dal testo fortemente dimidiato e depotenziato, potendo proporre modifiche legislative sulle quali però decide da ultimo la Camera dei deputati: in sostanza si tratta di una Camera non legislativa, che non merita il nome storico di Senato. Ritiene in ogni caso che, se il Senato deve essere rappresentativo delle autonomie territoriali, come propongono i sostenitori del Senato federale, allora non si vede perché debba attribuirsi alla competenza legislativa bicamerale i disegni di legge in materia elettorale, quelli di materia d'informazione ed emittenza radiotelevisiva, nonché quelli in materia di amnistia e di indulto.


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Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono stati presentati ulteriori subemendamenti (vedi allegato 2), i quali saranno esaminati in seguito. Quindi, essendo imminente l'inizio dell'audizione del Capo della Polizia, prefetto Manganelli, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Sui lavori della Commissione.

Luciano VIOLANTE, presidente, nell'avvertire che sta per essere trasmessa dal Senato la proposta di legge di riforma del sistema di informazione per la sicurezza dello Stato (C. 445 ed abbinate), già approvata dalla Camera in prima lettura, invita nuovamente i rappresentanti dei gruppi a verificare se vi siano le condizioni per procedere all'esame in sede legislativa. Sospende quindi la seduta in sede referente, che riprenderà al termine della riunione dell'ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, prevista per le ore 14.30.

La seduta, sospesa alle 11.55, riprende alle 14.45.

Aggregazione del comune di Lamon alla regione Trentino-Alto Adige.
Testo base C. 1427 cost. Governo e C. 1359 cost. Boato.

(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 25 aprile 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che il provvedimento in titolo è iscritto nel calendario dei lavori dell'Assemblea a partire da lunedì 30 luglio 2007 e che la Commissione è pertanto chiamata a concluderne l'esame entro la seduta odierna. Ricorda che sul testo sono già stati espressi i pareri del Comitato per la legislazione e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, esaminati nella seduta del 4 aprile 2007. Avverte poi che la V Commissione Bilancio ha espresso oggi parere contrario sul testo. Fa peraltro presente che, con lettera dello scorso 11 maggio, la Ragioneria generale dello Stato ha evidenziato come il testo elaborato dalla I Commissione non comporti effetti finanziari immediati in quanto rimetteva interamente alla competenza della regione interessata, il Trentino Alto Adige, la predisposizione delle misure legislative o regolamentari necessarie a garantire la concreta attivazione del provvedimento.
Per tali ragioni, ritiene opportuno che la I Commissione deliberi comunque di conferire al relatore mandato a riferire all'Assemblea sul provvedimento in senso favorevole. Propone pertanto di conferire al relatore, deputato Bressa, mandato in tal senso.

Marco BOATO (Verdi) e Franco RUSSO (RC-SE) dichiarano il proprio voto favorevole sulla proposta del presidente.

Gabriele BOSCETTO (FI) dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta del presidente, sia per le preoccupazioni di carattere finanziario evidenziate dalla V Commissione, sia per le ragioni di merito già più volte segnalate nel corso dell'esame dai deputati dei gruppi di opposizione e in particolare dal collega Paniz.

Giorgio CONTE (AN) esprime preoccupazione per le conseguenze che il provvedimento potrebbe avere sul territorio, in favore del quale ritiene che il Governo dovrebbe intervenire con misure appropriate.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), Olga D'ANTONA (SDpSE), Francesco ADENTI (Pop-Udeur) e Maurizio FUGATTI (LNP) dichiarano il voto favorevole dei rispettivi gruppi sulla proposta del presidente.

Ettore PERETTI (UDC), sostituendo il rappresentante del suo gruppo in Commissione, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla proposta del presidente, sottolineando


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l'esigenza di soluzioni diverse per affrontare le difficoltà di alcuni comuni collocati in zone di confine tra le regioni.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) dichiara il proprio voto contrario sulla proposta del presidente.

La Commissione delibera di conferire al relatore, deputato Bressa, il mandato di riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame. Delibera altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 14.55.

INDAGINE CONOSCITIVA

Giovedì 26 luglio 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 12.

Sullo stato della sicurezza in Italia, sugli indirizzi della politica della sicurezza dei cittadini e sull'organizzazione e il funzionamento delle forze di polizia.

Audizione del Capo della Polizia, Prefetto Antonio Manganelli.
(Svolgimento e conclusione).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione.

Antonio MANGANELLI, Capo della Polizia, svolge una relazione sui temi oggetto dell'indagine.

Intervengono, quindi, per formulare osservazioni e porre quesiti, i deputati Khaled Fouad ALLAM (Ulivo), Donato BRUNO (FI), Graziella MASCIA (RC-SE), Gianpiero D'ALIA (UDC), Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), Jole SANTELLI (FI), Marco BOATO (Verdi), Filippo ASCIERTO (AN), Olga D'ANTONA (SDpSE), Giacomo STUCCHI (LNP), Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), Cinzia DATO (Ulivo) e Luciano VIOLANTE, presidente.

Luciano VIOLANTE, presidente, considerato che l'ordine del giorno prevede una seduta del Comitato permanente per i pareri e che le questioni sollevate dai deputati intervenuti sono numerose e complesse, avverte, d'intesa con il prefetto Manganelli, che quest'ultimo risponderà ai quesiti posti successivamente, per iscritto. Dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.10.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Giovedì 26 luglio 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 14.15.

Riforma dell'ordinamento giudiziario.
C. 2900, approvato dal Senato.

(Parere all'Assemblea).
(Esame emendamenti e conclusione - Parere).

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, rileva che gli emendamenti in esame non presentano profili problematici per quanto attiene al riparto di competenza legislativa di cui all'articolo 117 della Costituzione. Propone pertanto di esprimere su di essi il parere di nulla osta.


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Giacomo STUCCHI (LNP) dichiara il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Ratifica Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
C. 2931 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, illustra brevemente il provvedimento in esame, osservando che le disposizioni da esso recate sono riconducibili alla materia «politica estera e rapporti internazionali dello Stato» che la lettera a) del secondo comma dell'articolo 117 della Costituzione riserva alla potestà legislativa esclusiva dello Stato. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 3).

Giacomo STUCCHI (LNP) dichiara il proprio voto favorevole sulla proposta di parere del relatore.

Nessun altro chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria.
C. 2937 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, dopo aver illustrato brevemente il ravvedimento in esame, rileva che lo stesso non presenta aspetti problematici per quanto attiene ai profili di competenza della Commissione. Formula pertanto una proposta di parere favorevole (vedi allegato 4).

Giacomo STUCCHI (LNP) dichiara il proprio voto contrario sulla proposta di parere del relatore.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.40 alle 14.45.

AVVERTENZA

Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

COMITATO DEI NOVE

Modernizzazione delle Amministrazioni pubbliche.
C. 2161-1505-1588-1688/A.