V Commissione - Resoconto di venerd́ 27 luglio 2007


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SEDE REFERENTE

Venerdì 27 luglio 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Nicola Sartor.

La seduta comincia alle 8.50.

Documento di programmazione economico-finanziaria relativo alla manovra di finanza pubblica per gli anni 2008-2011.
Doc. LVII, n. 2.
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione riprende l'esame, sospeso nella seduta del 26 luglio 2007.

Gaspare GIUDICE (FI) rileva che l'esame del documento è in gran parte vanificato dal fatto che il Senato ha già approvato la risoluzione sul DPEF nella giornata di ieri. Inoltre la sensazione di sostanziale inutilità dell'esame è accresciuta dal fatto che il documento non affronta temi invece ineludibili e al centro della discussione politica come la riforma del sistema pensionistico, la riduzione della spesa pubblica e, se non in termini francamente ridicoli, la questione meridionale. Contesta poi la filosofia di fondo su cui sembra basarsi il DPEF che è quella, rispetto agli obiettivi di finanza pubblica oggetto di monitoraggio in sede comunitaria, del «avremmo potuto fare di più ma ci siamo accontentati». Segnala che con questa logica è stato spostato avanti di un anno l'obiettivo del pareggio di bilancio e sono stati individuati ulteriori impegni di spesa per oltre 21 miliardi, rispetto ai quali l'individuazione delle necessarie risorse di copertura rimane una grave incognita. Non risultano poi nemmeno chiare le modalità con cui saranno recuperate le economie di spesa previste dagli accantonamenti sui capitoli di bilancio effettuati ai sensi del comma 507 dell'articolo 1, della legge finanziaria per il 2007,


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poi disaccantonati dal decreto-legge n. 81 del 2007. Un ulteriore approfondimento sarebbe poi necessario per quanto concerne l'analisi dei flussi di spesa pubblica. Se infatti è vero che gli enti locali hanno registrato un aumento della spesa corrente, bisognerebbe verificare quanta parte di aumento sia dovuta all'azione dello Stato e alle erratiche politiche assunte dalle amministrazioni centrali nei confronti degli enti locali. Più in generale osserva che la risoluzione dovrebbe concentrarsi su temi oramai ineludibili quali il federalismo fiscale, la riforma della legge n. 488 del 1992, lo sviluppo sostenibile, la sicurezza, il rafforzamento del sistema di welfare e la riqualificazione della spesa sanitaria. Ribadisce che sicuramente l'approvazione già avvenuta della risoluzione da parte del Senato rende più difficile il compito ma si potrebbe comunque partire dal testo approvato dal Senato operando le necessarie integrazioni sui punti sopra richiamati. In proposito, osserva incidentalmente che ancora una volta ci si ritrova di fronte a difformità non facilmente comprensibili tra i regolamenti di Camera e Senato, in quanto al Senato la risoluzione del DPEF, a differenza di quello che avviene alla Camera, è emendabile. Più in generale rileva che ieri al Senato si è consumata l'ennesima faticosa mediazione tra l'anima statalista della maggioranza che vuole spendere per vari interventi tutte le risorse aggiuntive e l'anima più responsabile che vuole destinare tali risorse al completamento del cammino di risanamento. Ritiene che la Camera non dovrebbe perdere l'occasione per compiere un lavoro più serio.

Maino MARCHI (Ulivo) apprezza e condivide la relazione del collega Ventura ed il quadro di finanza pubblica definito dal DPEF. Si tratta infatti di un quadro che fornisce rassicurazioni sulla stabilità complessiva dei conti pubblici, anche se l'obiettivo del risanamento non è ancora raggiunto in quanto a tale risultato si perverrà unicamente con il pareggio di bilancio e con la riduzione del debito pubblico al di sotto del 100 per cento. Si può tuttavia sostenere che si è usciti dall'emergenza che si era determinata negli scorsi anni con il peggioramento dell'indebitamento, la crescita del debito pubblico e l'azzeramento dell'avanzo primario. Nella scorsa legislatura le forze dell'attuale opposizione sostenevano che tale emergenza non esisteva e che bisognava puntare sulla crescita. Risulta pertanto paradossale che ora, dalle stesse forze, provenga l'accusa di aver distolto risorse dall'obiettivo del risanamento per i necessari interventi di carattere sociale e di sostegno allo sviluppo, come è stato fatto con il decreto-legge n. 81 del 2007. Si sofferma quindi sui profili problematici che rimangono aperti: la pressione fiscale che ha registrato un ulteriore, sia pur moderato, aumento e la mancata riduzione della spesa corrente (anche se a tale proposito si è registrato un arresto della crescita). Rileva che su questo il DPEF delinea obiettivi ambiziosi: ricorda la prospettata riduzione dell'ICI e segnala che ciò non deve comunque significare una riduzione delle risorse a disposizione dei bilanci comunali. Condivide poi l'importanza attribuita al recente disegno di legge di attuazione del federalismo fiscale e ritiene che lo stesso debba essere collegato anche alla prossima legge finanziaria. A tale proposito condivide anche la preferenza attribuita dal relatore alle regioni come soggetto principale del federalismo, pur riconoscendo il ruolo di alcuni grandi comuni nella vita del Paese. Per i comuni ritiene essenziale definire in modo chiaro le fonti di entrata, che devono basarsi sugli immobili, come avviene con l'ICI, ma anche sui redditi delle persone fisiche, attraverso la compartecipazione all'IRPEF, al fine di evitare il rischio che gli enti locali non abbiano altro modo per finanziarsi che l'incentivazione delle costruzioni immobiliari. Segnala poi che l'articolo 9, comma 2, del disegno di legge sul federalismo fiscale, recepisce la proposta avanzata nella seduta di ieri dal collega Garavaglia di non alterare nella ripartizione delle risorse delle regioni la graduatoria delle diverse capacità fiscali fatte salve le esigenze di perequazione. Ritiene anche


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condivisibile l'altra proposta avanzata dal collega Garavaglia che è quella di una compartecipazione delle regioni agli oneri del debito pubblico, rileva però che la stessa deve essere intesa come una collaborazione tra tutti gli enti territoriali e non in una logica di «affrancamento» di alcune specifiche realtà. Assieme al federalismo fiscale deve essere affrontato il tema del patto di stabilità interno. In proposito invita il Governo a dare seguito all'ordine dl giorno da lui presentato assieme al collega Misiani, ed accolto dall'Esecutivo che invitava ad aprire un tavolo di confronto con le associazioni rappresentative degli enti locali. Esprime poi l'auspicio che al prossimo disegno di legge finanziaria possa essere collegato anche un disegno di legge in tema di contabilità ambientale. Fa infine riferimento ad altri temi da affrontare: richiama in primo luogo il problema della sicurezza che deve essere sfrontato in una logica di solidarietà complessiva, come dimostra il fatto che una quota apri al 17-18 per cento, dei beni sequestrati alla criminalità organizzata si trova nelle regioni Lazio e Lombardia e che la Lombardia ha più beni sequestrati della Puglia. Anche in questo settore si può ottenere una razionalizzazione della spesa attraverso ad esempio una diversa e più funzionale distribuzione della presenza delle forze dell'ordine sul territorio.
Richiamata quindi la necessità di una maggiore tutela del lavoro autonomo, insiste infine sull'esigenza di un impegno concreto per quanto concerne lo sviluppo sostenibile e richiama in particolare la specifica situazione del bacino del Po.

Antonio MISIANI (Ulivo) rileva che il DPEF degli anni 2008-2011 compie la scelta strategica di un percorso di risanamento più graduale e dichiara che si è trattato di una scelta pienamente giustificata alla luce di uno sforzo consistente, compiuto nell'ultimo biennio con l'ultima legge finanziaria approvata dal Governo Berlusconi e la prima legge finanziaria, quella dello scorso anno, approvata dal Governo Prodi. Ricorda che un'esecuzione letterale del programma di rientro dal deficit eccessivo, concordato in sede europea, avrebbe comportato una manovra correttiva di 10 miliardi, a cui si dovevano aggiungere i 21 miliardi di necessarie nuove spese, individuate, con una scelta di trasparenza, dal DPEF. Al tempo steso osserva che non vi è una negazione di un tale programma di rientro: infatti rispetto al 2,8 per cento previsto, l'Italia conseguirà un indebitamento netto del 2,5 per cento ed il debito pubblico sarà condotto sotto il 100 per cento del PIL nel 2010 anziché nel 2011 come previsto. Ricorda che giustamente il DPEF punta su una crescita sostenibile sia ambientalmente che socialmente: in questo quadro devono essere affrontate le ragioni di una crescita economica, che, pur presente, è comunque inferiore a quella degli altri paesi e del ritardo nella infrastrutturazione dell'Italia. Rileva che la pressione fiscale ha raggiunto un livello del 42,8 per cento che, se si considera l'evasione, diviene per i contribuenti onesti, difficilmente accettabile. A tale proposito l'obiettivo resta quello di non far salire la pressione fiscale oltre il livello tendenziale delineato dal documento di programmazione. Sottolinea poi l'esigenza di superare, anche attraverso lo strumento del project financing, la riduzione della spesa per investimenti registrata negli ultimi anni. Deve essere invece diminuita almeno di 1-1,5 punti la spesa corrente primaria. In proposito segnala che si tratta di un obiettivo non irraggiungibile, in quanto tra il 1993 e il 1995 si operò una riduzione di oltre 3 punti. Con riferimento al tema del federalismo fiscale, ricorda che gli enti locali hanno negli ultimi anni pesantemente contribuito al risanamento e devono pertanto essere introdotti meccanismi strutturali volti a disincentivare i comportamenti non virtuosi e premiare gli enti virtuosi. Con riferimento al tema della sicurezza, segnala l'esigenza di operare una riorganizzazione e di una riqualificazione delle Forze di polizia, in coerenza con il programma di Governo.

Lino DUILIO, presidente, avverte che si procederà ad una breve sospensione dell'esame


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del DPEF al fine di consentire l'espressione di pareri in sede consultiva sollecitati dalle Commissioni di merito.

La seduta sospesa alle 9.35 è ripresa alle 9.45.

Ettore PERETTI (UDC) stigmatizza il comportamento del Senato per l'approvazione, senza precedenti, della risoluzione sul DPEF, con oltre una settimana di anticipo rispetto a quelli che presumibilmente saranno i tempi della Camera; rileva poi che il contenuto del DPEF di quest'anno risulta quanto mai deludente e reticente. Appare infatti più un documento di fine legislatura che sposta in avanti nel tempo l'obiettivo del pareggio di bilancio quando invece le correzioni degli andamenti di finanza pubblica andrebbero operate in situazioni di crescita economica come quella che l'Italia sta vivendo. Il documento non fornisce dettagli sulle modalità con cui saranno reperite le risorse per gli ulteriori impegni di spesa delineati; non vengono forniti chiarimenti sulla vicenda degli accantonamenti operati ai sensi del comma 507 dell'articolo 1 della legge finanziaria per il 2007 e poi disaccantonati dal decreto-legge n. 81 del 2007; manca l'impegno per la riforma delle procedure di bilancio. Osserva che il documento rende ancora più evidente le tre linee di fattura che sembrano caratterizzare la vita del Paese: la frattura sociale tra le diverse fasce di reddito della popolazione; la frattura territoriale tra il Nord al limite della rivolta fiscale e un Sud che non riesce a raggiungere i necessari obiettivi di crescita e la frattura istituzionale fra cittadini da un lato e istituzioni e ceto politico dall'altro dovuta alla mancanza di capacità di decisione politica. Indica quindi le priorità da affrontare: il superamento dei limiti della politica economica che non riesce ad attivare un'autentica «filiera della crescita» che colleghi la fase di studio e formazione, quella di lavoro flessibile, e quella di lavoro stabile; la tutela della stabilità dei conti pubblici come valore generale; un rigoroso controllo della spesa pubblica; un controllo della spesa sanitaria; una lotta rigorosa all'evasione fiscale che si accompagni ad una lotta ai monopoli e alle rendite, nell'ottica di una più convinta politica di liberalizzazione; un federalismo fiscale che colleghi responsabilità autonomia e compartecipazione e modifichi le modalità dei trasferimenti erariali. Rileva conclusivamente che tale priorità devono essere affrontate consapevoli che si è di fronte non alla semplice crisi di una maggioranza ma ad una crisi di sistema non superabile con la semplice alternanza tra maggioranze diverse.

Lino DUILIO, presidente, avverte che stanno per avere inizio le votazioni in Assemblea. Sospende quindi l'esame che riprenderà alla conclusione delle votazioni antimeridiane dell'Assemblea.

La seduta, sospesa alle 10.05, riprende alle 14.10.

Antonio Giuseppe Maria VERRO (FI) rileva sinteticamente, riservandosi un'argomentazione più dettagliata nel corso della discussione in Assemblea, che il DPEF non opera né per il risanamento né per lo sviluppo. In particolare esso rinuncia a completare il percorso di risanamento concordato in sede europea, adottando una politica di spesa preelettorale. In questa ottica viene abbandonata la politica di effettuare accantonamenti sui capitoli di spesa dei Ministeri adottata con il comma 507 dell'articolo 1 della legge finanziaria del 2007. Inoltre anche il recente accordo sulle pensioni costerà ben più dei 10 miliardi di euro che sono stati indicati dal Governo e i costi ricadranno prevalentemente sulla fasce più giovani della popolazione. Infine anche la realizzazione della TAV costerà ben un miliardo in più di quanto inizialmente preventivato per calmare la protesta delle popolazioni locali.

Francesco PIRO (Ulivo) rileva che l'esame del DPEF si colloca nell'ambito di una discussione più generale sulla finanza pubblica che è stata caratterizzata molto


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più che negli anni precedenti dall'insistenza su due argomenti: la qualità della spesa pubblica da un lato e la revisione delle procedure di bilancio. Con riferimento al primo aspetto richiama il lavoro compiuto dal Governo per la riclassificazione a legislazione invariata del bilancio; con riferimento al secondo ricorda l'avvio per alcuni Ministeri della spending review. Osserva che dalla spending review possono derivare risultati concreti soprattutto ove si consideri che la Presidenza del Consiglio dei ministri ha anche inviato una nota di indirizzo ai diversi Ministeri in vista della predisposizione del disegno di legge finanziaria in modo tale che vengano posti in essere interventi di contenimento della spesa che consentano di far fronte ad intereventi che saranno contenuti nella legge finanziaria senza incrementare la pressione fiscale. In proposito ricorda incidentalmente che la tassonomia degli impegni di spesa contenuta nel DPEF rappresenta un momento di trasparenza in vista della manovra per il 2008 che, non assumendo carattere correttivo dopo molti anni, potrà contenere azioni per il superamento degli squilibri e per l'utilizzo delle risorse dell'extragettito per i necessari equilibri nelle diverse situazioni di disagio del Paese. Constata poi con soddisfazione che l'allegato infrastrutture mette chiarezza sullo stato di attuazione delle opere previste dalla legge obiettivo. In proposito ritiene comunque che debbano essere valorizzate tre aspetti la concertazione della realizzazione delle opere tra i diversi livelli di Governo; la verifica della realizzabilità con le risorse stanziate delle opere medesime e la coerenza con i tempi e i cosi di realizzazione. Segnala poi come estremamente significativa l'introduzione di un riferimento alla politica per la casa. Un'importanza centrale deve essere attribuita alla compatibilità ambientale l'aumento delle emissioni inquinanti in Italia negli ultimi anni rende particolarmente difficile il conseguimento degli obiettivi di Kyoto, con il rischio di dover corrispondere consistenti multe. A latere di questo problema si pone l'esigenza di pervenire a un sistema di contabilità ambientale. Con riferimento ai problemi del sud segnala l'esigenza di uscire da una logica di contrapposizione tra regioni meridionali e settentrionali del Paese. Ricorda per esempio che i dati degli ultimi anni dimostrano che il PIL delle regioni meridionali è cresciuto di più di quello delle regioni settentrionali. A suo avviso il problema dovrebbe essere affrontato nell'ottica del rilancio della questione euro-mediterranea e dell'implementazione del processo di Barcellona, con la realizzazione della Banca euro-mediterranea, dei poli tecnici e del mercato comune delle energie. Condivide poi l'enfasi che i diversi interventi hanno posto sulla realizzazione del federalismo fiscale; rileva che tuttavia a tale proposito bisogna riflettere sulla dinamica della spesa regionale che negli ultimi anni è cresciuta ben più di quella delle amministrazioni locali. all'interno di questo problema si colloca il tema del controllo della spesa sanitaria, affrontato lo scorso anno con il patto della salute, mentre un ulteriore problema è costituito dalla capacità di spesa delle amministrazioni locali. richiama infine il tema della sicurezza che merita di essere affrontato nella sua globalità. Ritiene che una testimonianza di ciò sia stata data negli scorsi giorni anche dall'emergenza incendi in quanto risulta evidente che si è di fronte ad una criminalità organizzata che ora utilizza per i propri scopi anche la criminalità ambientale.

Maria LEDDI MAIOLA (Ulivo) ritiene che in primo luogo debba essere rilevato un dato positivo, vale a dire quello del superamento dell'emergenza dei conti pubblici che il DPEF dello scorso anno denunciava. In proposito segnala che anche il world economic outlook del fondo monetario internazionale dello scorso aprile descriveva un miglioramento dei conti pubblici italiani superiore ad ogni aspettativa. Le ragioni di tale miglioramento devono essere individuate nella crescita economica superiore alle stime, nel miglioramento del gettito fiscale, e nel blocco della tendenza alla crescita della spesa pubblica. Osserva che l'ortodossia


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finanziaria avrebbe dovuto suggerire di mantenere quanto meno l'obiettivo di indebitamento al livello tendenziale del 2,1 per cento. Rileva che tuttavia tra la teoria e l'individuazione delle possibilità concrete di azione sta proprio alla capacità di scelta della politica e la scelta compiuta di diluire il percorso di rientro per soddisfare esigenze produttive e sociali è stata indubbiamente la scelta giusta. Si sofferma infine su tre specifici aspetti: in primo luogo la necessità di affrontare la questione del nord che è pur sempre la parte del Paese che traina l'export; in secondo luogo il problema della qualità dell'occupazione all'interno della quale si colloca il problema del sostegno all'occupazione femminile. A tale specifico riguardo segnala l'esigenza di affiancare alle misure a sostegno delle imprese che assumono donne anche l'erogazione di servizi efficaci che rendano più agevole l'occupazione femminile. Richiama infine l'importanza della semplificazione, invitando il Governo ad identificare i punti di interventi realistici per evitare i costi della cattiva amministrazione che possano ammontare fino a cinque punti di PIL.

Raffaele AURISICCHIO (SDpSE), nel condividere la relazione del collega Ventura, segnala l'esigenza che la risoluzione di approvazione del DPEF pur risultando più sintetica, come è stato prospettato, di quella del Senato, eviti tuttavia una selezione degli argomenti che in questa sono stati affrontati a discapito di certe esigenze. Sottolinea la necessità dopo lo sforzo compiuto del risanamento di puntare su equità e sviluppo e ritiene condivisibile che il percorso di rientro dal deficit eccessivo sia stato adattato alla peculiare realtà italiana caratterizzata da autentiche situazioni di sofferenza sociale; richiama a tale proposito le dinamiche salariali che non riescono a tenere il passo con l'aumento del costo della vita, l'arretratezza nei settori della scuola, dell'università e dell'informazione; la carenza delle infrastrutture. Su tali temi il percorso individuato dal DPEF è totalmente condivisibile. Non altrettanto si può affermare per quanto riguarda l'intesa raggiunta sulle pensioni e il protocollo sul welfare e competitività presentato dal Governo alle parti sociali. Con riferimento alle pensioni gli aspetti positivi superano indubbiamente quelli negativi anche se comunque è stato deciso un aumento dell'età pensionabile; esprime invece un giudizio maggiormente critico sul protocollo, sul welfare e competitività che peraltro non è il risultato di una discussione collegiale all'interno del Governo e della maggioranza e non è stato concertato con le parti sociali. In esso infatti non è stato affrontato il tema della lotta alla precarietà e della riforma della legge 30 del 2003. Con riferimento al problema della criminalità, rileva l'esigenza di garantire un maggior controllo dello stato sul territorio e di evitare le infiltrazioni della criminalità nelle istituzioni. Per quanto concerne l'allegato infrastrutture segnala che gli interventi nel meridione risultano estremamente limitati e sono differiti nel tempo. Segnala l'esigenza di stabilire ulteriori misure per i non autosufficienti; ritiene che le risorse per tali interventi potrebbero ad esempio individuate nella riduzione dei costi della politica.

Il sottosegretario Nicola SARTOR, intervenendo in sede di replica, garantisce la disponibilità del Governo a proseguire il confronto con gli enti locali per quel che attiene tutte le problematiche concernenti al patto di stabilità interno. Si riserva quindi una replica più ampia nel corso della discussione in Assemblea.

Michele VENTURA (Ulivo), relatore, si riserva di replicare ai colleghi intervenuti nel corso della discussione in Assemblea.

Lino DUILIO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara concluso l'esame del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2008-2011. Pone quindi in votazione la proposta di conferire al relatore il mandato a riferire favorevolmente all'Assemblea sul documento medesimo.


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La Commissione delibera quindi, di conferire al deputato Ventura il mandato a riferire favorevolmente in Assemblea sul Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2008-2011. Deliberà altresì di chiedere l'autorizzazione a riferire oralmente.

La seduta termina alle 15.

SEDE CONSULTIVA

Venerdì 27 luglio 2007. - Presidenza del presidente Lino DUILIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'economia e le finanze Nicola Sartor.

La seduta comincia alle 9.35.

Disposizioni in materia di attività libero-professionale intramuraria e altre norme in materia sanitaria.
C. 2937 Governo, approvato dalla 12a Commissione permanente del Senato.
(Parere alla XII Commissione).
(Esame e conclusione - Nulla osta).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 luglio 2007.

Lino DUILIO, presidente, ricorda che nella seduta di ieri erano stati rilevati profili problematici per quel che concerne l'articolo 2 del provvedimento che consente l'inquadramento nel ruolo di dirigenti medici di determinati profili professionali sanitari. Tali profili sono stati segnalati al presidente della XII Commissione Affari sociali, che, in risposta, gli ha inviato la lettera di cui dà lettura:
«Onorevole Presidente,
La ringrazio della Sua lettera del 26 luglio 2007, con la quale mi rappresentava i profili problematici di carattere finanziario emersi nel corso dell'esame in sede consultiva del disegno di legge C. 2937, approvato dal Senato, presso la Commissione da Lei presieduta.
Al riguardo, La informo che, nel corso della seduta odierna della XII Commissione, il rappresentante del Governo ha precisato che, al fine di garantire il rispetto della clausola di invarianza finanziaria di cui all'articolo 2, comma 2, del disegno di legge citato, la disposizione di cui la medesimo comma deve intendersi nel senso che l'attuazione dell'articolo 2 non può dare luogo, per il personale di cui al comma 1 del medesimo articolo, alla revisione del relativo trattamento giuridico ed economico, che resta quello previsto per il medesimo personale dai vigenti contratti collettivi nazionali di lavoro dell'area 1 della dirigenza.
Tanto Le rappresento nella convinzione che tale precisazione, che potrà eventualmente essere trasfusa in un ordine del giorno, possa consentire di superare le difficoltà emerse nel corso dell'esame in sede consultiva
Con i migliori saluti,
Mimmo Lucà».

Il sottosegretario Nicola SARTOR deposita la documentazione predisposta al fine di fornire elementi di risposta alle richieste di chiarimento avanzate (vedi allegato).

Ettore PERETTI (UDC) rileva che la soluzione ai profili problematici richiamati dal relatore viene in sostanza affidata, in modo singolare, ad un ordine del giorno.

Lino DUILIO, presidente, rileva che l'ordine del giorno recherà, recependo le indicazioni contenute nella documentazione depositata dal Governo, una sorta di interpretazione autentica della norma che risulta confermata anche dagli andamenti dei lavori della Commissione di merito.

Ettore PERETTI (UDC) segnala tuttavia che quando si riconoscono diritti soprattutto nel settore del pubblico impiego, si rischia costantemente di andare incontro ad un'espansione della spesa dovuta a fattori di emulazione, rispetto ai quali si augura che il dato legislativo, come interpretato


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dal Governo e dalla Commissione di merito, possa costituire un argine, pur esprimendo un certo scetticismo in proposito.

Lino DUILIO, presidente, rileva che, in base ai chiarimenti forniti, l'inquadramento avverrà gradualmente in base ai posti che si renderanno progressivamente disponibili. Formula quindi, in sostituzione del relatore, la seguente proposta di parere:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
sul testo del provvedimento,
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo, anche presso la Commissione di merito, in ordine alla portata delle disposizioni di cui al comma 1 dell'articolo 2 e all'interpretazione che alle stesse deve essere attribuita alla luce della clausola di invarianza di cui al comma 2 del medesimo articolo;
esprime

NULLA OSTA

nel presupposto che, al fine di garantire l'effettività della clausola di invarianza, l'inserimento dei dirigenti delle professionalità sanitarie in apposita sezione del ruolo dirigenziale del Ministero della salute sia realizzato sulla base di specifico provvedimento dell'amministrazione interessata, tenuto conto delle corrispondenti vacanze in organico dei dirigenti di seconda fascia dello stesso Ministero e nel rispetto dei vincoli in materia di assunzione di personale e dell'invarianza del trattamento economico».

Gaspare GIUDICE (FI), soffermandosi non sul merito, ma sul metodo adottato, rileva che è almeno la quarta volta che la Commissione deve elaborare soluzioni approssimative e insoddisfacenti per evitare un'ulteriore lettura del provvedimento da parte del Senato. In proposito rileva che le difficoltà politiche non devono impedire alla Commissione di esercitare le proprie competenze e quindi inserire, quando necessario, come in questo caso, anche condizioni espresse ai sensi dell'articolo 81, quarto comma, della Costituzione, lasciando poi all'Assemblea la responsabilità politica di decidere, eventualmente, di non recepirle, come peraltro avvenuto, in qualche occasione nella scorsa legislatura, quando tuttavia la Commissione non aveva abdicato al proprio ruolo.

Lino DUILIO, presidente, al fine di tranquillizzare l'onorevole Giudice, avverte che si farà personalmente carico di predisporre, insieme al presidente Lucà, l'ordine del giorno cui ha fatto in precedenza riferimento.

Gaspare GIUDICE (FI) giudica folle trasferire ad un ordine del giorno le attribuzioni della Commissione bilancio. Rileva che per ragioni politiche si elude il dettato costituzionale; in questo quadro la presentazione dell'ordine del giorno rappresenterebbe una resa alle ragioni politiche dell'Assemblea. Consiglia pertanto, per la stima che ha per il Presidente, di desistere dalla presentazione di ordini del giorno.

Lino DUILIO, presidente, ribadisce che i chiarimenti del Governo risultano coerenti con la proposta di parere. Constata tuttavia che la collegialità del Governo risulta praticamente inesistente in quanto i ministeri di settore sollecitano nelle Commissioni di merito, anche prospettando il trasferimento in sede legislativa, provvedimenti rispetto ai quali non è stata compiuta alcuna verifica in ordine alle conseguenze di carattere finanziario con il Ministero dell'economia, con il risultato tutte le responsabilità vengono scaricate sulla Commissione bilancio. Pone quindi in votazione la proposta di parere.

La Commissione approva la proposta di parere.


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Ratifica Convenzione UNESCO per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale.
C. 2931 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 26 luglio 2007.

Il sottosegretario Nicola SARTOR, con riferimento alle richieste di chiarimento avanzate nella seduta di ieri, precisa che il contributo al fondo di salvaguardia di cui all'articolo 25 verrà versato annualmente, e ciò nel pieno rispetto di quanto disposto all'articolo 26 della Convenzione che stabilisce per i versamenti una cadenza di almeno ogni due anni, senza, peraltro, escludere espressamente una cadenza inferiore a quella biennale. Ciò peraltro, in linea con la circostanza che nonostante il bilancio dell'UNESCO sia biennale, i contributi degli Stati membri, e dell'Italia in particolare, vengono versati annualmente suddividendo l'entità dell'obbligo contributivo biennale di ciascun Paese in due quote annuali. Pertanto, viene escluso ogni temuto disallineamento temporale tra il verificarsi degli oneri e la copertura finanziaria del provvedimento. Rileva quindi che, qualora si decidesse in futuro di dare attuazione alle disposizioni degli articoli 12, 13, lettere c) e d) e 14, alle attività ad esse sottese le Amministrazioni competenti potranno far fronte nei limiti delle risorse ad esse assegnate sulla base della vigente legislazione e senza ulteriori oneri per la finanza pubblica. Con riferimento all'articolo 3, comma 2, chiarisce che la clausola di salvaguardia si è resa opportuna in quanto il contributo obbligatorio da versare al fondo di salvaguardia potrà variare nel corso degli anni in ragione della variazione dell'entità dell'obbligo contributivo dell'Italia al bilancio dell'UNESCO, mentre conferma, infine, che gli oneri relativi alle riunioni di cui all'articolo 4, paragrafi 2 e 5, e all'articolo 8, paragrafo 3, si configurano come tetti di spesa.

Lino DUILIO, presidente, in sostituzione del relatore, formula la seguente proposta di parere:
«La V Commissione Bilancio, tesoro e programmazione,
sul testo del provvedimento,
preso atto dei chiarimenti forniti dal Governo in ordine:
al fatto che la clausola di salvaguardia di cui al comma 2 dell'articolo 3 si riferisce agli eventuali maggiori oneri che dovessero determinarsi in relazione alla modulabilità dell'entità del contributo che il nostro Paese deve corrispondere;
al fatto che, salvo modulazione, gli oneri indicati derivano dalla scelta di versare il contributo annualmente;
esprime

PARERE FAVOREVOLE»

La Commissione approva la proposta di parere.

La seduta termina alle 9.45.