XIII Commissione - Resoconto di marted́ 16 ottobre 2007


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SEDE CONSULTIVA

Martedì 16 ottobre 2007. - Presidenza del vicepresidente Giuseppina SERVODIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 12.15.

Ratifica Accordo che modifica l'Accordo di partenariato a Cotonou ACP-CE; Accordo interno che modifica l'Accordo interno del 18 settembre 2000 per l'applicazione dell'Accordo ACP-CE; Accordo interno riguardante il finanziamento degli aiuti comunitari in applicazione dell'Accordo ACP-CE.
C. 3116 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione inizia l'esame del disegno di legge.

Claudio FRANCI (Ulivo), relatore, evidenzia che il disegno di legge C. 3116 autorizza la ratifica dell'Accordo di modifica dell'Accordo di Partenariato di Cotonou, firmato il 23 giugno 2000 per una durata di venti anni e ratificato dall'Italia con la legge 3 ottobre 2002, n. 235, il cui obiettivo ultimo è la lotta alla povertà. Esso è volto a stimolare e accelerare lo sviluppo economico, sociale e culturale degli Stati dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (ACP) e costituisce la base dei rapporti con i paesi ACP.
L'Accordo in esame non ha portato ad una rinegoziazione generale della struttura, dei principi e degli obiettivi principali dell'Accordo di Cotonou, ma al perfezionamento della cooperazione politica e finanziaria, attraverso l'introduzione di misure volte a rafforzare e migliorare l'efficienza, la coerenza e la flessibilità nella programmazione e nell'uso delle risorse. Si segnalano, in particolare, quelle riguardanti il Preambolo, con riferimento


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all'impegno comune per combattere i crimini più gravi e agli obiettivi del Millennio; il coinvolgimento degli enti locali in riferimento all'accesso alle risorse previste dai programmi di cooperazione; il rafforzamento del dialogo politico; le misure finalizzate a contrastare le attività mercenarie ed a rafforzare la lotta al terrorismo e alla criminalità organizzata; le misure per applicare lo statuto di Roma sul tribunale penale internazionale; gli impegni per combattere la proliferazione di armi di distruzione di massa; il tema dello sviluppo sociale con la lotta all'HIV, alla malaria e alla TBC; la tutela dei bambini e dei giovani - in particolare delle donne - gli scambi di studenti, l'interazione tra organizzazioni giovanili UE e ACP; le politiche di sostegno in caso di fluttuazioni a breve termine dei proventi da esportazioni; una nuova procedura di responsabilizzazione dello Stato interessato in caso di violazione degli obblighi relativi agli elementi essenziali dell'accordo, vale a dire il rispetto dei diritti umani, dei principi democratici e dello Stato di diritto; la definizione di un sistema di controllo sull'uso dei finanziamenti e per la buona gestione degli affari pubblici, in carenza della quale - per casi gravi - si applica una nuova procedura per i fondi del FES; l'introduzione di un criterio di preferenza delle risorse professionali locali in materia di appalti.
Sottolinea poi che gli altri accordi di cui si chiede la ratifica sono due accordi interni alla Comunità europea che modificano rispettivamente l'Accordo interno di applicazione e l'Accordo interno relativo ai finanziamenti.
Nel rilevare che la ratifica si rende urgente per evitare che la data del 31 dicembre 2007 introduca soluzione di continuità tra il IX e il X Fondo europeo di sviluppo (FES), propone, per la parte di competenza della XIII Commissione, di esprimere parere favorevole.

Il Sottosegretario Stefano BOCO sottolinea come gli accordi con i Paesi ACP, dalla prima Convenzione di Yaoundè del 1964 alle sue revisioni successive, abbiano costituito una pagina fondamentale nella storia della cooperazione internazionale; in questo quadro, anche l'Accordo di partenariato di Cotonou segna una tappa importante nella storia delle relazioni tra l'Unione europea e i Paesi ACP.
Dopo aver ricordato il rilievo che assume la cooperazione italiana in campo prettamente agricolo, tema che sarebbe interessante approfondire, raccomanda l'espressione di un parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

Ratifica Protocolli di attuazione della Convenzione internazionale della protezione delle Alpi.
C. 2861 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Seguito esame e conclusione - Parere favorevole).

La Commissione prosegue l'esame del disegno di legge, iniziato il 9 ottobre 2007.

Giuseppina SERVODIO (Ulivo), presidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore Fiorio ha proposto di esprimere parere favorevole.

Il Sottosegretario Stefano BOCO, dopo aver rammentato il contenuto e l'iter della Convenzione per la protezione delle Alpi, si sofferma sui Protocolli di attuazione della stessa, dei quali il disegno di legge prevede la ratifica, e in particolare su quelli che maggiormente interessano la competenza della Commissione Agricoltura, ovvero il Protocollo «Agricoltura di montagna» e il Protocollo «Foreste montane».
Al riguardo, rileva che sui temi in questione, e soprattutto sull'agricoltura di montagna, le politiche e le legislazioni nazionali dei Paesi interessati si muovono in direzioni notevolmente differenziate, per quanto riguarda l'incentivazione dell'agricoltura «difficile» o «eroica»: si pensi ai finanziamenti specifici della Confederazione elvetica o, nell'ambito dell'Unione


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europea, alle misure previste dall'Austria. Il Protocollo in esame appare da questo punto di vista particolarmente importante perché costituisce un'esperienza di armonizzazione delle politiche in un'area molto delicata, quale l'arco alpino.
Raccomanda infine l'espressione di un parere favorevole.

La Commissione approva la proposta di parere favorevole del relatore.

La seduta termina alle 12.35.

ATTI COMUNITARI

Martedì 16 ottobre 2007. - Presidenza del vicepresidente Giuseppina SERVODIO. - Interviene il sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Boco.

La seduta comincia alle 12.35.

Proposta di Regolamento del Consiglio relativo all'organizzazione del mercato vitivinicolo e recante modifica di alcuni regolamenti.
COM(372) def.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame della proposta di regolamento, iniziato nella seduta del 10 ottobre 2007.

Massimo FIORIO (Ulivo), relatore, richiamata la relazione introduttiva svolta nella scorsa seduta, fa presente che sta elaborando una proposta di documento finale che recepisce le richieste emerse nel corso della intensa attività istruttoria nonché gli orientamenti maturati in seno alla Commissione. Ricorda altresì che nella seduta di domani le Commissioni riunite XIII e XIV procederanno all'audizione, ai sensi dell'articolo 127-ter del regolamento, dei membri italiani della Commissione per l'agricoltura e lo sviluppo rurale del Parlamento europeo. Sempre nella giornata di domani, la XIV Commissione inizierà, ma non concluderà, l'esame della proposta di regolamento finalizzato all'espressione del parere alla XIII Commissione.

Leonardo MARTINELLO (UDC) ritiene necessario disporre di un tempo ulteriore per approfondire la documentazione disponibile e poter formulare motivate proposte.

Il Sottosegretario Stefano BOCO, nel sottolineare gli aspetti essenziali della proposta di regolamento formulata dalla Commissione europea, rileva che essa ha delineato una riforma radicale dell'organizzazione comune dei mercati (OCM) nel settore vitivinicolo nella quale sono previste due fasi: nella prima, per ristabilire l'equilibrio di mercato sono mantenute e rafforzate le misure relative ai diritti di impianto ed all'estirpazione; nella seconda fase, si prevede l'abolizione del divieto di impianto, a partire dal 2013, per consentire ai produttori di essere più competitivi. Inoltre, si contempla l'abolizione di tutte le misure di mercato, dalle varie forme di distillazione all'aiuto allo stoccaggio privato e all'aiuto ai mosti concentrati e ai succhi d'uva. La Commissione europea prevede altresì la creazione di pacchetti nazionali, nell'ambito dei quali gli Stati membri hanno la facoltà di porre in essere un ventaglio di misure previste dall'OCM (quali fondo anticrisi, assicurazioni per calamità naturali, vendemmia verde, ristrutturazione e riconversione). È prevista inoltre la possibilità di trasferire risorse al secondo pilastro per finanziare misure di prepensionamento e aiuti agroambientali.
Per quanto concerne la politica di qualità e le indicazioni geografiche, la Commissione europea ipotizza la modifica dell'attuale sistema di classificazione, al fine di renderlo più conforme alle regole dell'Organizzazione mondiale del commercio, prevedendo vini a indicazione geografica e senza. Per le pratiche enologiche è auspicato un passaggio di competenze dal Consiglio alla Commissione, al fine di agevolare l'introduzione di nuove pratiche enologiche nella normativa comunitaria, riconoscendo le pratiche approvate


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dall'Organizzazione internazionale della vigna e del vino (OIV). In merito all'arricchimento, si prevede il divieto di arricchimento con saccarosio in tutta l'Unione e di eliminare l'aiuto ai mosti concentrati, nonché la riduzione della possibilità di arricchire. Sarà infine possibile indicare in etichetta la varietà e l'annata anche per i vini senza indicazione geografica.
Passando quindi ad illustrare la posizione italiana sulla proposta di regolamento, precisa che l'Italia ritiene importante mantenere una OCM specifica per il settore vitivinicolo.
In merito al potenziale, sottolinea che il divieto di nuovi impianti dovrebbe essere mantenuto fino al 2015, anche per consentire l'ammortamento degli investimenti effettuati dai produttori. Occorrerà chiarire, inoltre, che la regolarizzazione prevista dall'attuale OCM per i vigneti irregolarmente impiantati fino al 1o settembre 1998 riguarda i vigneti impiantati dopo il 1o settembre 1993. Per quelli impiantati irregolarmente prima del 1o settembre 1993 dovrà essere prevista una sanzione amministrativa. Si ritiene poi che l'estirpazione non debba costituire l'elemento centrale della riforma, assorbendo ingenti risorse finanziarie, in quanto esiste il rischio che siano estirpati con gli aiuti i vigneti marginali che hanno rese basse, ma svolgono un ruolo ambientale e socioeconomico importante. Pertanto, l'estirpazione deve essere considerata una misura alla pari delle altre. Un elemento importante della riforma dovrà essere invece la ristrutturazione e la riconversione dei vigneti.
Per quanto riguarda le misure di mercato, la previsione di una loro soppressione determinerà forti scompensi. Bisogna invece mantenere le misure in vigore che non determinano né un aumento della produzione, né costituiscono uno sbocco per produzioni che non trovano collocazione sul mercato. Le ipotesi annunciate dalla Commissione europea per le misure di mercato, abbinate a quelle relative al potenziale produttivo, possono danneggiare fortemente il sistema produttivo italiano. L'eliminazione di tutte le misure di mercato può determinare l'impossibilità di sopravvivenza anche per le strutture economicamente valide. Dovrebbero essere transitoriamente mantenute le seguenti misure: la distillazione dei sottoprodotti; uno strumento da utilizzare in particolari situazioni di crisi (filet de sécurité) ovvero una misura da utilizzare qualora si verifichino vere e proprie situazioni anomale e impreviste; l'aiuto allo stoccaggio dei mosti d'uva e del vino; gli aiuti ai mosti utilizzati per la produzione di succhi.
In tema di dotazioni finanziarie, si ritiene opportuno l'aumento del budget attualmente previsto per il settore, pari a 1.300 milioni di euro. Inoltre, non è condivisibile l'idea di trasferire una parte delle risorse verso il secondo pilastro e verso il pagamento del premio unico. Le dotazioni nazionali da assegnare sulla base dei fondi utilizzati da ciascun paese dovrebbero prevedere le misure e i finanziamenti volti a gestire il potenziale, la trasformazione, la commercializzazione e le crisi, fissando i principi di attuazione delle misure nella legislazione comunitaria.
In merito alle pratiche enologiche suscita perplessità il trasferimento delle competenze dal Consiglio alla Commissione. Inoltre, solo nel caso di eliminazione dell'uso del saccarosio si può accettare la soppressione degli aiuti ai mosti concentrati. È necessario mantenere il divieto di vinificare i mosti importati dai paesi terzi e di miscelare i vini dei paesi terzi con quelli comunitari. Desta infine perplessità la possibilità di consentire l'utilizzo delle varietà per la designazione dei vini che non sono classificati con una indicazione geografica: permettere l'utilizzo delle varietà prescindendo dall'indicazione geografica, significa svilire il valore economico e l'importanza che le stesse rivestono.

Dopo interventi sull'ordine dei lavori di Claudio MADERLONI (SDpSE), Angelo Alberto ZUCCHI (Ulivo), Massimo FIORIO (Ulivo), relatore, e Claudio FRANCI (Ulivo), Giuseppina SERVODIO (Ulivo), presidente, ritiene che, considerati i tempi di esame del provvedimento sia presso il Parlamento


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europeo sia presso la XIV Commissione, nella seduta antimeridiana di domani si dovrebbe pervenire ad una avanzata definizione del documento finale, da sottoporre all'attenzione dei parlamentari europei. Successivamente, acquisiti anche gli elementi che emergeranno dal confronto con questi ultimi e dalla XIV Commissione, si potrà concludere formalmente l'iter del documento stesso.
Rinvia pertanto il seguito dell'esame alla seduta di domani.

La seduta termina alle 13.