I Commissione - Resoconto di mercoledì 17 ottobre 2007



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SEDE REFERENTE

Mercoledì 17 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Intervengono il sottosegretario di Stato per la solidarietà sociale Cristina De Luca, il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi, il sottosegretario di Stato per le riforme e i rapporti con il Parlamento Paolo Naccarato e il sottosegretario di Stato per l'interno Alessandro Pajno.

La seduta comincia alle 9.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che è stata avanzata la richiesta che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato e C. 2715 cost. Boato e C. 2865 cost. Casini.
(Seguito dell'esame e rinvio).


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La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono pervenuti i pareri della V Commissione bilancio, che è favorevole, e della Commissione parlamentare per le questioni regionali, che è favorevole con osservazioni.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, rileva che il parere della V Commissione bilancio è favorevole, mentre quello della Commissione parlamentare per le questioni regionali è favorevole con osservazioni, che segnalano questioni meritevoli di riflessione, sulle quali peraltro la Commissione ha già avuto modo di soffermarsi. Avverte quindi che i relatori intendono proporre alcune modifiche di coordinamento del testo risultante dall'esame degli emendamenti. Si tratta, in particolare, delle seguenti proposte: all'articolo 3, comma 1, capoverso, apportare le seguenti correzioni: al terzo comma, alinea, sopprimere le parole «In ciascuna Regione»; al quarto comma, sostituire le parole «Il Consiglio regionale» con le seguenti«I Consigli regionali». All'articolo 6, sostituire il comma 1 con il seguente «1. L'articolo 61 della Costituzione è sostituito dal seguente: "Art. 61 - L'elezione della nuova Camera dei deputati ha luogo entro settanta giorni dalla fine della precedente. La prima riunione ha luogo non oltre il ventesimo giorno dall'elezione. Finché non sia riunita la nuova Camera dei deputati sono prorogati i poteri della precedente"». All'articolo 7, al comma 1, capoverso, apportare le seguenti correzioni: al primo comma, lettere a), b), c) e f) sostituire le parole «disegni di legge» con le seguenti:«leggi»; al primo comma, lettera d) sostituire le parole: «disegni di legge concernenti l'esercizio delle funzioni» con le seguenti: «leggi concernenti l'esercizio delle competenze legislative»; al primo comma, lettera e), sostituire le parole: «istituzione e disciplina» con le seguenti: «leggi concernenti l'istituzione e la disciplina»; al secondo comma, primo periodo, sostituire le parole: «che determinano» con le seguenti: «che hanno lo scopo di determinare»; al terzo comma, terzo periodo, sostituire le parole: «è promulgata» con le seguenti: «può essere promulgata». All'articolo 13, al comma 5, lettera b) sostituire le parole: «della Camera dei deputati» con le seguenti: «con legge». All'articolo 21, al comma 1 sostituire le parole: «di entrata in vigore della presente legge costituzionale» con le seguenti: «della sua entrata in vigore». All'articolo 22, al comma 1 sostituire le parole: «alle disposizioni della presente legge costituzionale esse si applicano» con le seguenti: «, le disposizioni della presente legge costituzionale si applicano».

Gianclaudio BRESSA (Ulivo) suggerisce di modificare, nell'ambito delle correzioni di forma, anche la formulazione del nuovo comma dell'articolo 123 della Costituzione introdotto dall'articolo 18 del testo della Commissione, sostituendo il verbo «disciplina» con «determina», in quanto è più corretto, oltre che maggiormente in linea con il testo costituzionale già vigente, prevedere che la legge dello Stato determini i principi fondamentali.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, d'accordo con il relatore Bocchino, ritiene che la proposta del deputato Bressa sia condivisibile e che vi si possa procedere nell'ambito delle correzioni del testo.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, le proposte di coordinamento avanzate dai relatori e dal deputato Bressa si intendono approvate.

Gabriele BOSCETTO (FI), chiede di rinviare a domani la votazione sul mandato ai relatori, spiegando che è previsto per la giornata di oggi un incontro dei presidenti dei gruppi di opposizione per una valutazione comune in ordine alla posizione da assumere sul provvedimento in esame.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene che un breve rinvio della votazione, per le


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ragioni cui faceva cenno il deputato Boscetto, possa ritenersi giustificato, ma sottolinea che rinviare a domani potrebbe comportare alcune difficoltà. Propone quindi di votare sul mandato al relatore al termine dei lavori pomeridiani dell'Assemblea.

Luciano VIOLANTE, presidente, considerato che i lavori pomeridiani dell'Assemblea riguardano il disegno di legge del Governo per la modernizzazione e l'efficienza della pubblica amministrazione (C. 2161-A) e che potrebbero protrarsi nel corso della serata, avverte che la votazione sul mandato al relatore si terrà alle 15 di oggi. Rinvia, quindi, il seguito dell'esame alla seduta che sarà convocata per quell'ora.

Delega al Governo per la modifica della disciplina dell'immigrazione e delle norme sulla condizione dello straniero.
C. 776 Zacchera, C. 1102 Campa, C. 1263 Mascia, C. 1779 Boato, C. 1804 Sgobio, C. 1850 Bordo, C. 1852 Bucchino, C. 2122 Capotosti, C. 2547 Migliore e C. 2976 Governo.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, rilevato che non vi sono richieste di intervento, ritiene che, attesa l'importanza del provvedimento in esame e la necessità di concludere in tempi ragionevoli la fase di esame in sede referente, si potrebbe chiudere nella giornata di domani l'esame preliminare.

Gianpiero D'ALIA (UDC) e Roberto COTA (LNP) chiedono che all'esame preliminare del provvedimento sia dedicato un maggior numero di sedute.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte quindi che le giornate di martedì e di mercoledì della prossima settimana saranno dedicati prevalentemente all'esame del provvedimento in titolo, ferma restando la necessità di organizzare i lavori al riguardo in modo da stabilire tempi certi di conclusione dell'esame in sede referente. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle vicende relative ai fatti accaduti a Genova nel luglio 2001 in occasione del vertice G8 e delle manifestazioni del Genoa Social Forum.
Testo unificato Doc. XXII, n. 5 Longhi, Doc. XXII, n. 13 Boato, Doc. XXII, n. 15 Mascia e Doc. XXII, n. 18 Sgobio.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che nella precedente seduta il relatore ha espresso il proprio parere sugli emendamenti riferiti all'articolo 1 del testo unificato.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI dichiara che, su tutte le proposte emendative riferite al provvedimento, il Governo si rimette alla Commissione, trattandosi di materia che rientra tipicamente nell'ambito dell'autonomia parlamentare.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti D'Alia 1. 1 e Santelli 1.2, nonché l'emendamento D'Alia 1.3.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'emendamento Santelli 1.4 è stato dichiarato inammissibile.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Santelli 1.5, 1.6, 1.7 e 1.8; approva l'emendamento 1.50 del relatore; respinge l'emendamento Boscetto 1.9.


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Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'emendamento Adenti 1.10 è stato ritirato.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli emendamenti Boscetto 1.11, Santelli 1.12 e Boscetto 1.13, nonché gli emendamenti Santelli 1.14, 1.15, 1.16, 1.17, 1.19, 1.20, 1.18, 1.22, 1.21, 1.23, 1.26, 1.24, 1.25, 1.27 e 1.28.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 2, per le ragioni già esposte nel corso del dibattito.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti D'Alia 2.1 e Santelli 2.2, nonché l'emendamento Santelli 2.3.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'emendamento Santelli 2.4 è stato dichiarato inammissibile.

La Commissione respinge l'emendamento Santelli 2.5.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 3.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti D'Alia 3.1 e Santelli 3.2, nonché l'emendamento Santelli 3.3.

Gabriele BOSCETTO (FI) invita il relatore a rivedere il parere sul suo emendamento 3.4, che, oltre a stabilire un comprensibile limite ai poteri della Commissione di inchiesta, riproduce una norma prevista da altri provvedimenti istitutivi di Commissioni di inchiesta.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, rivede il proprio parere sull'emendamento Boscetto 3.4, pronunciandosi a favore della sua approvazione.

La Commissione, con distinte votazioni, approva l'emendamento Boscetto 3.4; e respinge gli emendamenti Santelli 3.5, 3.6, 3.7, 3.8, 3.9 e 3.10.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 4.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti D'Alia 4.1 e Santelli 4.2, nonché gli emendamenti Santelli 4.3 e 4.4.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, esprime parere contrario su tutti gli emendamenti riferiti all'articolo 5.

La Commissione, con distinte votazioni, respinge gli identici emendamenti D'Alia 5.1 e Santelli 5.2, nonché gli emendamenti Santelli 5.3, 5. 4, 5.5, 5.6 e 5.7.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'emendamento Santelli 5.8 è stato dichiarato inammissibile.

Gianclaudio BRESSA (Ulivo), relatore, esprime parere contrario sugli emendamenti riferiti all'articolo 6.

La Commissione respinge gli identici emendamenti D'Alia 6.1 e Santelli 6.2.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che l'emendamento Santelli 6.3 è stato dichiarato inammissibile. Avverte quindi che, essendosi così concluso l'esame degli emendamenti, il testo sarà trasmesso alle Commissioni competenti in sede consultiva. Rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni in materia di ineleggibilità e di incandidabilità.
Testo unificato C. 1451 Formisano, C. 2242 Martusciello, C. 2314 Antonio Russo, C. 2516 Franco Russo, C. 2563 Mantini, C. 2564 Mazzoni, C. 2680 Costantini, C. 2681 Costantini, C. 2799 Franco Russo, C. 2916 D'Antona e C. 3017 Consiglio regionale della Toscana.
(Seguito dell'esame e rinvio).


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La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 ottobre 2007.

Riccardo MARONE (Ulivo), relatore, ricorda che il dibattito svoltosi sul provvedimento in titolo nel corso delle precedenti sedute si è soffermato, in primo luogo, sull'ipotesi di stabilire l'incandidabilità alle cariche di senatore e di deputato per coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva per un delitto non colposo la cui pena minima è stabilita in una misura non inferiore a due anni, con l'esclusione dei cosiddetti reati di opinione. Tale criterio, tuttavia, a seguito di un'approfondita analisi, non appare convincente, soprattutto a causa della presenza, nel codice penale, di reati la cui pena edittale è prevista solo nel massimo. Ritiene quindi opportuno invitare la Commissione a riflettere in ordine all'ipotesi di prevedere l'incandidabilità alle cariche in questione per coloro che sono stati condannati con sentenza definitiva ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo, nonché per coloro nei cui confronti il tribunale ha applicato, con provvedimento definitivo, una misura di prevenzione, in quanto indiziati di appartenere ad una delle associazioni di cui all'articolo 1 della legge 31 maggio 1965, n. 575, e successive modificazioni. Al riguardo fa presente che la soglia dei due anni di pena minima distingue i reati socialmente pericolosi, nel senso che quelli non socialmente pericolosi sono puniti con pene edittali minime inferiori. Ritiene, infine, che alla disciplina prevista per le cariche di parlamentare nazionale dovrebbe poi essere uniformata quella per l'accesso alle cariche di consigliere regionale e degli enti locali, modificando così gli articoli 58 e 59 del testo unico delle leggi sull'ordinamento degli enti locali, di cui al decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, nonché l'articolo 15 della legge 19 marzo 1990, n. 55. A tale fine presenta gli emendamenti 1.60 e 9.60 e l'articolo aggiuntivo 10.050 (vedi allegato 1).

Luciano VIOLANTE, presidente, riassumendo le questioni emerse, fa presente che si tratta di decidere se far riferimento ad una pena edittale astratta, ossia a tutti i reati che prevedano una pena edittale superiore nel minimo ad una certa soglia, ovvero alla pena concretamente comminata dal giudice. A suo avviso, la prima soluzione non è percorribile, in quanto tra i reati con pena edittale inferiore a due anni vi sono i reati di opinione, che non possono considerarsi causa di indegnità a rivestire la carica di parlamentare, mentre la seconda soluzione implica il riferimento ad un dato, quello della condanna concreta, nel quale interviene un margine di discrezionalità del giudice che la decide.

Graziella MASCIA (RC-SE) dichiara la contrarietà del suo gruppo all'orientamento del relatore. Il suo gruppo ritiene si debba far riferimento alle condanne per pene superiori ai tre anni, in quanto la soglia di tre anni di condanna è quella individuata dal codice penale come riferimento per l'interdizione dai pubblici uffici. Ritiene necessario procedere con estrema cautela, atteso che incandidabilità e ineleggibilità sono misure estremamente pesanti, la cui adozione rispetto alla carica di deputato e di senatore, ossia di figure che a suo avviso non sono assimilabili agli amministratori locali, deve essere valutata molto attentamente. Ciò premesso, chiarisce che, ferma restando la preferenza del suo gruppo per una formulazione che leghi l'incandidabilità alle condanne in concreto superiori a tre anni, si dichiara disponibile, in subordine, anche ad un'elencazione di reati, che però contempli anche i reati contro la pubblica amministrazione, come proposto negli emendamenti presentati dal suo gruppo: si tratta infatti di reati che riguardano anche parlamentari in carica. Esprime invece perplessità sull'elenco di reati contenuto nel testo in esame, ed in particolare sul reato di detenzione di esplosivi, che a suo avviso può configurarsi, in talune circostanze, anche come fattispecie di rilevanza minore.


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Roberto ZACCARIA (Ulivo) condivide l'impostazione fornita dal relatore, volta a disciplinare l'ipotesi dell'incandidabilità in modo uniforme per i diversi livelli istituzionali. La normativa al riguardo, infatti, si presenta stratificata in quanto è il frutto di più modifiche intervenute nel corso del tempo. Per quanto concerne il criterio di fondo a cui ancorare l'ipotesi dell'incandidabilità, pur ritenendo suggestiva l'ipotesi della pena edittale minima prevista dalla legge, che rende oggettiva l'operatività della fattispecie, reputa preferibile la soluzione indicata dal relatore. Con riferimento all'intervento del deputato Mascia, osserva che la soglia dei tre anni appare eccessiva, correndo il rischio di escludere dall'operatività della norma anche reati di particolare gravità.

Luciano VIOLANTE, presidente, fa presente che, qualora la Commissione dovesse orientarsi verso l'ipotesi di stabilire la soglia minima dei due anni, sarebbe preferibile fare un espresso riferimento alla «pena superiore a due anni», al fine di agganciare tale disposizione all'operatività della sospensione condizionale della pena.

Riccardo MARONE (Ulivo), relatore, dopo aver condiviso l'osservazione del presidente Violante, fa presente che l'opzione della soglia minima dei tre anni comporterebbe il rischio di creare una legislazione differenziata per i diversi livelli istituzionali, ovvero la necessità di adeguare le previsioni di cui all'articolo 58 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, in tema di incandidabilità per i consiglieri degli enti locali, al fine di rendere uniformi le diverse previsioni.

Gabriele BOSCETTO (FI) si dichiara favorevole a stabilire una soglia minima di tre anni, relativa alla condanna inflitta, al fine di uniformare la disciplina dell'incandidabilità per i parlamentari alla normativa sulla interdizione dai pubblici uffici, in modo da uniformare le due fattispecie ed assicurare la coerenza interna dell'ordinamento. Chiede poi al relatore di fornire alla Commissione il proprio avviso sulla legittimità costituzionale della categoria dell'incandidabilità alla carica di parlamentare nazionale, sulla quale aveva già manifestato le proprie perplessità nel corso delle passate sedute.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) ritiene corretta la riflessione del deputato Boscetto, anche se deve essere tenuto in considerazione che le due fattispecie appaiono diverse in quanto soltanto l'incandidabilità, essendo riferita all'accesso alla carica rappresentativa nazionale, richiede l'applicazione di un criterio più restrittivo.

Gabriele BOSCETTO (FI) fa presente che il codice penale estende l'ambito di applicazione dell'interdizione dai pubblici uffici anche a chi esercita la funzione legislativa.

Franco RUSSO (RC-SE) rileva preliminarmente che la posizione del proprio gruppo è stata già illustrata dal deputato Mascia. Per quanto concerne il provvedimento in oggetto, osserva che avrebbe ritenuto preferibile concentrare l'esame sulla categoria dell'incompatibilità, in ordine alla quale ha presentato una specifica proposta di legge, rinviando l'esame della disciplina dell'incandidabilità. Si dichiara perplesso in ordine alla previsione secondo cui la disciplina dell'incandidabilità non si applica nei confronti di chi è stato condannato con sentenza passata in giudicato o di chi è stato sottoposto a misura di prevenzione con provvedimento definitivo, se è concessa la riabilitazione ai sensi dell'articolo 178 del codice penale o dell'articolo 15 della legge 3 agosto 1988, n. 327. Si tratta infatti di un meccanismo macchinoso e articolato che non risolve i dubbi al riguardo, soprattutto alla luce della funzione rieducativa che l'articolo 27 della Costituzione attribuisce alla pena. Ritiene preferibile stabilire una elencazione delle fattispecie di reato che sono causa di incandidabilità, ovvero assumere come parametro i criteri stabiliti per l'interdizione dai pubblici uffici e stabilire in tre anni la soglia minima della condanna ai fini dell'operatività dell'incandidabilità.


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Marco BOATO (Verdi) ritiene opportuno che sul provvedimento in esame, e sulle disposizioni in discussione, la Commissione maturi un'attenta e più ampia riflessione.

Domenico BENEDETTI VALENTINI (AN) fa preliminarmente presente che l'originario sistema delle pene nell'ordinamento giuridico nazionale è stato ripetutamente modificato non sempre in modo razionale, perdendo quella organicità sistematica originaria. Pertanto l'opzione di un criterio in luogo di un altro richiederebbe un'approfondita riflessione al fine di non pregiudicare soluzioni diverse che potrebbero risultare preferibili se valutate in modo più ponderato. Ritiene che negli ultimi anni si sia scompaginato il sistema penale, alterando i criteri e gli equilibri propri del codice originario. Teme che tale sconquasso prosegua con l'adozione di scelte evidentemente contrarie al senso comune dei cittadini, come sarebbe quella di consentire a quanti abbiano violato la legge commettendo reati gravi, ancorché riabilitati secondo un giudice, di sedere nel consesso dei legislatori. A suo avviso, la soluzione di legare l'incandidabilità alla condanna in concreto ad un pena superiore a tre anni è quella da preferirsi, anche perché l'unica in grado di conservare all'ordinamento una qualche logica interna.

Luciano VIOLANTE, presidente, per quanto riguarda la questione relativa alla legittimità costituzionale dell'incandidabilità per i parlamentari, fa presente che nel dopoguerra i partiti politici ritenevano ovvio che un pregiudicato per reati gravi non potesse essere candidato: esisteva quindi un meccanismo di selezione interno ai partiti fondato su una etica pubblica che evidentemente è venuta meno. Per questo la Costituzione del 1947 non fa cenno all'incandidabilità e per questo si rende necessario oggi prevederla.

Riccardo MARONE (Ulivo) ricorda che il concetto di incandidabilità si è diffuso a partire dagli anni novanta, per le ragioni indicate dal presidente. Rivolgendosi poi al deputato Boscetto, fa presente che la Corte costituzionale si è pronunciata sulla questione della incandidabilità con la sentenza n. 141 del 1996, nella quale distingue tra le incandidabilità, legate a circostanze non rimovibili dal soggetto interessato, e le ineleggibilità, le cui cause possono essere rimosse dal soggetto interessato. Osserva che l'articolo 51 della Costituzione rimette alla legge ordinaria la definizione dei requisiti possedendo i qiali i cittadini possono accedere alle cariche elettive e che la mancata previsione dell'incandidabilità non implica che questa sia incostituzionale. Quanto alla proposta di sottrarre la decisione alle Giunte per le elezioni di Camera e Senato, ritiene che il problema sia innanzitutto di diritto sostanziale, vale a dire di decidere chi debba essere incandidabile, e solo poi di diritto processuale. Ribadisce la necessità di legare la incandidabilità ad elementi oggettivi, diversi dalla valutazione discrezionale del giudice. Rileva poi che l'interdizione dai pubblici uffici riguarda tutti i titolari di pubblici uffici, laddove i rappresentanti del popolo costituiscono una categoria del tutto peculiare, che va tenuta distinta e considerata nella sua specificità. Quanto alla riabilitazione, ricorda che anch'essa presuppone la valutazione del giudice, per cui, a suo parere, non dovrebbe essere presa in considerazione come causa del venir meno di una incandidabilità. In conclusione, la soluzione preferibile resta, a suo parere, quella di far riferimento ai reati per i quali il codice prevede una pena edittale non inferiore nel minimo a due anni: è infatti evidente che nel codice questa è la soglia che discrimina i reati che hanno pericolosità sociale, come prova il fatto che, per i reati puniti con pena inferiore, è ammessa la sospensione condizionale della pena.

Gabriele BOSCETTO (FI) fa presente che la sentenza della Corte costituzionale richiamata dal relatore Marone non riguarda la ipotesi di incandidabilità dei parlamentari, bensì, e solo incidentalmente, quella degli amministratori locali.


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Tale sentenza non può pertanto suffragare la tesi del relatore secondo cui la incandidabilità sarebbe costituzionale. Ricorda poi che l'articolo 66 della Costituzione fissa un principio in materia di guarentigie costituzionali, vale a dire quello per cui sono le Camere stesse a giudicare dei titoli di ammissione dei propri componenti.

Luciano VIOLANTE, presidente, ritiene che il sistema dell'autodichia parlamentare delineato dalla Costituzione sia sostanzialmente fallito, dal momento che si tratta di un sistema affidato alle maggioranze parlamentari del momento, le quali tutte lo hanno sempre usato nel proprio interesse di parte. Fa inoltre presente che oggi, sull'esigenza storica di garantire la separazione del potere legislativo da quello giurisdizionale, è preponderante l'esigenza di assicurare regole certe in materia di requisiti per la candidatura e l'elezione al Parlamento.

Donato BRUNO (FI) fa presente che la Giunta delle elezioni, da lui presieduta, ha sempre formulato all'Assemblea la proposta più rispettosa del dettato di legge e che è stata l'Assemblea a prendere decisioni, per ragioni meramente politiche, in contrasto con le proposte della Giunta.

Luciano VIOLANTE, presidente, è perfettamente consapevole che il problema non si colloca al livello dell'istruttoria svolta sui singoli casi dalla Giunta per le elezioni, ma nella decisione dell'Assemblea, che è condizionata da una logica di maggioranza.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), premesso di concordare con il presidente Violante sull'esigenza di rivedere il meccanismo di garanzie di cui all'articolo 66 della Costituzione, ricorda di aver presentato una proposta di legge costituzionale in tal senso (C. 3153), che prevede in sostanza la possibilità di ricorso alla Corte costituzionale contro le deliberazioni delle Camere in materia di verifica dei poteri. Ritiene che la proposta potrebbe essere presa in considerazione nell'ambito del progetto di riforma costituzionale che la Commissione si accinge a presentare all'Assemblea (C. 553 e abbinate) e si riserva quindi di valutare se presentare un emendamento in tal senso in Assemblea.

Gabriele BOSCETTO (FI) chiede la fissazione di un termine per la presentazione di subemendamenti.

Luciano VIOLANTE, presidente, fissa alle ore 19 di oggi il termine per la presentazione di subemendamenti. Quindi, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Disposizioni per favorire la ricerca di persone scomparse.
C. 1812 Dato.
(Seguito dell'esame e rinvio).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 16 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, ricorda che nella seduta di ieri il relatore, deputato Frias, ha espresso il parere sugli emendamenti presentati alla proposta di legge, mentre il rappresentante del Governo si è riservato di pronunciarsi dopo aver svolto alcuni approfondimenti.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI auspica un rinvio dell'esame degli emendamenti, in considerazione del fatto che il provvedimento prevede, tra l'altro, l'istituzione di una banca dati del DNA e che il Consiglio dei ministri esaminerà la prossima settimana un disegno di legge che prevede la stessa iniziativa, in attuazione del trattato di Prüm, sottoscritto nel 2005 da alcuni Stati membri dell'Unione europea, con lo scopo di rafforzare la cooperazione di polizia in materia di lotta al terrorismo, alla criminalità transfrontaliera e all'immigrazione clandestina, e al quale l'Italia ha aderito nel luglio 2006.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, si dichiara disponibile al rinvio


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dell'esame richiesto dal rappresentante del Governo.

Luciano VIOLANTE, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

La seduta termina alle 10.45.

ATTI DEL GOVERNO

Mercoledì 17 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per l'interno Marcella Lucidi.

La seduta comincia alle 10.45.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2005/85/CE del Consiglio, del 1o dicembre 2005, recante norme minime per le procedure applicate negli Stati membri ai fini del riconoscimento e della revoca dello status di rifugiato.
Atto n. 154.
(Seguito dell'esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni e osservazioni).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 4 ottobre 2007.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, presenta una proposta di parere favorevole con condizioni ed osservazioni (vedi allegato 2), che illustra.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI, con riferimento alla condizione di cui alla lettera a) della proposta di parere, fa presente che il comma 3 del medesimo articolo 12 cui si fa riferimento prevede già che il colloquio possa essere rinviato qualora le condizioni di salute del cittadino straniero, certificate ai sensi del comma 2, non lo rendano possibile, ovvero qualora l'interessato richieda ed ottenga il rinvio per gravi motivi. Tale disposizione consente quindi, in presenza di gravi motivi, la possibilità di rinviare il colloquio. La norma proposta nel parere rimette invece all'arbitrio del richiedente asilo la scelta di quando accedere al colloquio, lasciando aperta la procedura a tempo indeterminato e consentendo, di fatto, grazie alle disposizioni più favorevoli stabilite ed in particolare a quelle che prevedono che l'espulso che presenta la domanda di asilo non è più trattenuto nel centro di permanenza temporanea e assistenza, la permanenza a tempo indefinito sul territorio. La norma dello schema di decreto è del resto conforme alla direttiva, che consente di assumere una decisione sulla base degli atti ove il richiedente non si presenti al colloquio.
Quanto alla condizione di cui alla lettera b) della proposta di parere, fa presente che il testo dell'articolo 16 è stato concordato con il Ministero dell'economia. Sottolinea comunque che tutti i richiedenti asilo sono regolarmente soggiornanti ai sensi della normativa, anche quelli cui non è rilasciato il permesso di soggiorno. Inoltre fa presente che, con ordinanza della Corte costituzionale del 14 giugno 2004, è stato sancito, con riferimento al possesso del codice fiscale, che le formalità burocratiche non devono impedire l'accesso al gratuito patrocinio, previsto anche sulla base delle Convenzioni internazionali.
Quanto alla condizione di cui alla lettera c) della proposta di parere, fa presente che l'articolo 7, comma 1, della direttiva, nel sancire il diritto del richiedente a rimanere sul territorio dello Stato fino alla decisione, prevede che tale posizione giuridica non «dà diritto ad un titolo di soggiorno». La disposizione del provvedimento di recepimento è quindi conforme alla normativa europea. Fa presente che il richiedente asilo resta comunque regolarmente sul territorio nazionale, anche se privo del permesso di soggiorno, in quanto ospite di un centro, sulla base della normativa che regola la posizione dell'asilante, e non in base alle norme stabilite in via generale per l'immigrazione. Inoltre, sottolinea che già a legislatura vigente è previsto che ai richiedenti


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asilo presenti nei centri sia rilasciato solo un attestato relativo alla loro qualifica di richiedente e non il permesso di soggiorno. Il provvedimento in esame conferma tale sistema, che è conforme alla direttiva e basato sulla diversa posizione giuridica tra il richiedente che, con rapidità e volontariamente, presenta l'istanza e quello che invece la presenta solo dopo l'accertamento della sua condizione di soggiornante irregolare.
Con riferimento alla condizione di cui alla lettera d), fa presente che è necessario che, nei casi in cui sussistano dubbi sull'identità o nazionalità del richiedente, questo sia ospitato in strutture governative, nel rispetto della dignità della persona, per il tempo di svolgimento delle necessarie procedure di identificazione, che deve essere il più rapido possibile. Rappresenta uno degli elementi fondamentali per garantire il corretto ed ordinato svolgimento della vita sociale ed il mantenimento della sicurezza accertare la posizione giuridica di uno straniero, anche con riferimento all'eventualità che lo straniero, attraverso la presentazione di documenti falsi o contraffatti, voglia eludere le cause di esclusione dallo status di rifugiato. Sottolinea che la permanenza nella struttura nel caso di che trattasi è limitata a soli venti giorni.
Quanto alla condizione di cui alla lettera e), osserva che la norma sulla competenza territoriale è stata formulata d'intesa con il Ministero della giustizia. Il criterio individuato non è dettato da esigenze organizzative della pubblica amministrazione ma, soprattutto, nel rispetto del principio del giudice naturale che non può essere condizionato dagli spostamenti di residenza del soggetto interessato.
Quanto alla condizione di cui alla lettera f), osserva che il termine di quindici giorni è stato stabilito per far rientrare i tempi della procedura di esame, e quelli di presentazione del ricorso con istanza di sospensiva e decisione sull'istanza, nel termine di trenta giorni stabilito per il trattenimento del richiedente asilo nel centro di permanenza temporanea e assistenza. La modifica del termine di presentazione avrebbe inoltre incidenza sul trattenimento nel centro di permanenza temporanea e assistenza del richiedente asilo, in quanto potrebbe comportare la sua permanenza nel centro oltre i trenta giorni, portandone la permanenza possibile nella struttura di trattenimento oltre i novanta giorni, vale a dire sessanta giorni di trattenimento per l'espulsione e trenta giorni a seguito della presentazione della domanda di asilo. La modifica, inoltre, comporta ulteriori oneri in quanto prevedendo un termine più lungo per la presentazione del ricorso comporta una maggiore permanenza nelle strutture di accoglienza e nel SIPRAR. Conseguentemente è necessaria la riformulazione della relazione tecnico-finanziaria e l'individuazione di maggiori risorse.
Quanto, infine, alle osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore, non vi si sofferma, limitandosi ad osservare che quelle alle lettere g) e h) appaiono condivisibili.

Roberto ZACCARIA (Ulivo), dopo aver confermato il giudizio positivo sul lavoro svolto dal Governo nella redazione dei due decreti legislativi di recepimento delle direttive comunitarie in materia di rifugiati, ricorda che si tratta di interventi normativi della massima importanza dal momento che l'Italia non ha, in materia di rifugiati, una disciplina adeguata, anche se il sistema di assistenza ai rifugiati, affidato per lo più ai comuni, è efficiente. Ciò premesso, osserva che alcune dei nodi problematici segnalati dal relatore nella proposta di parere potrebbero, ove il Governo non intendesse affrontarli in questa sede, trovare soluzione nel provvedimento di riforma della disciplina del diritto di asilo, cui la Commissione sta lavorando (C. 191 e abbinate). Propone alla relatrice di riformulare la propria proposta di parere nel senso di trasformare le condizioni di cui ai punti a), d) e f) in osservazioni e di modificare l'osservazione di cui alla lettera a), nel senso di limitarsi a prevedere che le commissioni giudicanti debbano possedere caratteri di indipendenza e di autonomia.


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Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), con riferimento alle considerazioni svolte dal sottosegretario Lucidi e dal deputato Zaccaria, nel confermare le ragioni di fondo che l'hanno portata a formulare la proposta di parere in esame, dichiara di essere disponibile a trasformare in osservazioni la condizione di cui al punto d), limitatamente alla parte in cui si invita il Governo a valutare l'opportunità di sopprimere all'articolo 20, comma 2, la lettera a) nella parte in cui prevede che il richiedente sia ospitato in un centro di accoglienza richiedenti asilo nel caso in cui al suo arrivo nel territorio dello Stato abbia presentato documenti risultati falsi, nonché la condizione di cui alla lettera f).
Per andare incontro alle considerazioni svolte dal sottosegretario Lucidi in ordine alla condizione di incertezza che si verrebbe a creare in ordine alla eventualità che il giudice competente venga individuato, in alternativa al tribunale del capoluogo del distretto della corte d'appello che abbia competenza rispetto al luogo in cui allo straniero è consegnata la decisione impugnata, nel tribunale del luogo in cui lo straniero ha eletto il proprio domicilio al momento di presentazione della domanda, si dichiara disponibile a riformulare la condizione di cui al punto e) della proposta di parere (vedi allegato) nel senso di prevedere che il giudice competente venga individuato nel tribunale del capoluogo del distretto della corte d'appello che abbia competenza rispetto al luogo in cui allo straniero è consegnata la decisione impugnata o al luogo in cui lo straniero si trova al momento della presentazione della domanda.

Il sottosegretario Marcella LUCIDI ritiene che una eventuale riformulazione di cui alla lettera e) della proposta di parere nei termini prospettati dalla relatrice, potrebbe consentire di superare le perplessità da lei espresse.

Mercedes Lourdes FRIAS (RC-SE), relatore, presenta una nuova proposta di parere (vedi allegato 2), nei termini precedentemente illustrati.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova proposta di parere del relatore.

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero delle infrastrutture.
Atto n. 164.
(Esame e conclusione - Parere favorevole con condizioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che sono pervenuti i rilievi della V Commissione bilancio sullo schema di regolamento in esame.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, illustra lo schema di regolamento in esame, sottolineando che esso assolve alla duplice finalità di riordinare le strutture ministeriali a seguito dello «spacchettamento» del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e di conseguire la razionalizzazione ed ottimizzazione dei costi di funzionamento degli uffici ministeriali, in attuazione delle disposizioni previste nella Legge finanziaria per il 2007.
In particolare, l'articolo 1 struttura il Ministero in due dipartimenti all'interno dei quali sono incardinate dieci direzioni generali. Il primo dipartimento, denominato «Dipartimento per la pianificazione dello sviluppo del territorio e gli affari generali», è articolato in cinque direzioni generali. Il secondo dipartimento, denominato «Dipartimento per le infrastrutture e l'edilizia statale», è articolato anch'esso in cinque direzioni generali.
L'articolo 2 definisce le aree funzionali di competenza dei due dipartimenti previste dall'articolo 42 lettere a), b), d-ter), d-quater) e, per quanto di competenza, lettera d-bis) del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 300. Lo stesso articolo


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demanda ad un successivo decreto ministeriale l'individuazione degli uffici di livello dirigenziale non generale, che sono ridotti da 184 a 175 posti di funzione, e la definizione dei relativi compiti.
L'articolo 3 definisce le funzioni delle direzioni generali. Gli articoli 4, 5 e 6 riguardano l'amministrazione decentrata, costituita da nove Provveditorati interregionali per le opere pubbliche operanti negli ambiti territoriali già di pertinenza dei soppressi Servizi integrati infrastrutture e trasporti-SIIT, le relative competenze e la loro organizzazione. Viene confermato il modello sovraregionale istituito dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 5 luglio 2006, in sede di ricognizione delle strutture di pertinenza del neo ministero delle infrastrutture.
L'articolo 7 rinvia alla allegata tabella A l'individuazione della dotazione organica complessiva del personale del Ministero, dalla quale emerge una riduzione del dieci per cento delle qualifiche dirigenziali generali e del cinque per cento degli uffici dirigenziali non generali, in attuazione dell'articolo 1, comma 404, lettera a) della legge finanziaria 2007. Pertanto per le prime si registrano 30 posizioni rispetto alle 33 precedentemente istituite e per le seconde 175 rispetto alle precedenti 184.
L'articolo 8 detta disposizioni che prevedono il mantenimento per tutto il personale in servizio preso il Ministero dell'iscrizione alla Cassa di previdenza ed assistenza istituita ai sensi del decreto-legge 21 dicembre 1966, n. 1090, nonché la possibilità di conseguire l'abilitazione all'espletamento di alcuni servizi di polizia stradale da parte del personale stesso. Al riguardo segnala che il Consiglio di Stato nel suo parere interlocutorio del 7 luglio 2007, rileva che tale disposizione appare estranea al contenuto del regolamento di organizzazione ministeriale previsto dall'articolo 17, comma 4-bis della legge n. 400 del 1988 e dall'articolo 1, comma 23 del decreto-legge n. 181 del 2006.
L'articolo 9 prevede la verifica biennale relativa alla funzionalità e all'efficienza della nuova organizzazione del Ministero. L'articolo 10 abroga le disposizioni del precedente regolamento, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 2 luglio 2004, n. 184, per quanto di competenza. L'articolo 11, reca infine disposizioni transitorie e finali. L'articolo 12 reca, infine, l'entrata in vigore dello schema di regolamento.
In conclusione, rilevato che non sussistono profili critici per quanto riguarda gli aspetti di competenza della I Commissione, formula una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 3) che recepiscono i rilievi formulati dalla V Commissione bilancio.

Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore, come riformulata.

Schema di regolamento recante modifiche al regolamento di organizzazione degli uffici di diretta collaborazione del Ministro degli affari esteri, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 24 maggio 2001, n. 233.
Atto n. 172.
(Esame e conclusione - Parere favorevole con osservazioni).

La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato lo schema di regolamento in esame, rileva che non sussistono profili critici per quanto riguarda gli aspetti di competenza della I Commissione. Formula, quindi, una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 4) che recepiscono i rilievi formulati dalla III Commissione affari esteri.

Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore.

La seduta termina alle 11.


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INDAGINE CONOSCITIVA

Mercoledì 17 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE.

La seduta comincia alle 14.05.

In materia di scioglimento dei consigli comunali e provinciali per fenomeni di infiltrazione di tipo mafioso.

Audizione dei professori Marcello Clarich, Marco Dugato e Alberto Stagno D'Alcontres.
(Svolgimento e conclusione).

Luciano VIOLANTE, presidente, avverte che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata, oltre che mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso, anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Introduce quindi l'audizione.

I professori Marcello CLARICH, Marco DUGATO e Alberto STAGNO D'ALCONTRES svolgono relazioni sui temi oggetto dell'audizione.

Intervengono, quindi, per formulare osservazioni e porre quesiti, i deputati Riccardo MARONE (Ulivo) e Gianpiero D'ALIA (UDC).

Rispondono e rendono ulteriori precisazioni i professori Marcello CLARICH, Marco DUGATO e Alberto STAGNO D'ALCONTRES.

Luciano VIOLANTE, presidente, ringrazia gli intervenuti e dichiara quindi conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 14.50.

N.B.: Il resoconto stenografico della seduta è pubblicato in un fascicolo a parte.

SEDE REFERENTE

Mercoledì 17 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Luciano VIOLANTE. - Interviene il sottosegretario di Stato per le riforme e i rapporti con il Parlamento Paolo Naccarato.

La seduta comincia alle 15.

Modificazione di articoli della parte seconda della Costituzione, concernenti forma del Governo, composizione e funzioni del Parlamento nonché limiti di età per l'elettorato attivo e passivo per le elezioni della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica.
Testo unificato C. 553 cost. Scotto, C. 1524 cost. Bianchi, C. 2335 cost. Boato, C. 2382 cost. Bianco, C. 2479 cost. Zaccaria, C. 2572 cost. Franco Russo, C. 2574 cost. Lenzi, C. 2576 cost. Franco Russo, C. 2578 cost. D'Alia, C. 2586 cost. Boato, C. 2715 cost. Boato, C. 2865 cost. Casini, C. 3139 cost. Di Salvo e C. 3151 cost. Diliberto
(Seguito dell'esame e conclusione).

La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato, da ultimo, nella seduta del 10 ottobre 2007.

Luciano VIOLANTE, presidente, comunica che sono state assegnate alla I Commissione le proposte di legge n. 3139 cost. Di Salvo ed altri, recante «Modifiche agli articoli 56, 57 e 92 della Costituzione, in materia di composizione della Camera dei deputati, del Senato della Repubblica e del Governo», e n. 3151 cost. Diliberto ed altri, recante «Modifiche alla parte seconda della Costituzione. Istituzione dell'Assemblea nazionale e soppressione del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro nonché delle province». Poiché le suddette proposte di legge vertono sulla stessa materia delle proposte di legge costituzionali già all'ordine del giorno, avverte che ne è stato disposto l'abbinamento, ai sensi dell'articolo 77, comma 1, del regolamento.


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Carlo COSTANTINI (IdV) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul conferimento del mandato al relatore. Osserva, infatti, che il testo che la Commissione si accinge a licenziare è volto a perseguire obiettivi di fondamentale importanza quali, ad esempio, la maggiore efficienza del procedimento legislativo, il rafforzamento e la razionalizzazione degli strumenti di governo, il superamento del principio del bicameralismo, fonte di incertezza e duplicazione di attività, la riduzione del numero dei parlamentari, che risponde all'esigenza di contenere i costi della politica.
Si tratta di un testo di grande equilibrio che, oltretutto, inserisce il «sistema del territorio» a pieno titolo nel procedimento legislativo.
Conclude ringraziando i relatori per il lavoro svolto e ribadendo il voto favorevole del proprio gruppo.

Francesco ADENTI (Pop-Udeur) annuncia il voto favorevole del suo gruppo sul conferimento del mandato ai relatori, ritenendo che il provvedimento in esame sia un passaggio qualificante nella direzione di quelle forme istituzionali di cui il Paese ha urgente bisogno. Sottolinea con soddisfazione che si tratta di un testo sul quale pare non ci siano voci contrarie, vista la preannunciata astensione dell'opposizione, il che è un segno importante e forse addirittura storico di quella ritrovata disponibilità da parte di tutte le forze politiche a ragionare sulle riforme con senso di responsabilità e senza pregiudizi ideologici o di parte. I Popolari Udeur sono altresì convinti della necessità che in Aula il testo debba essere migliorato in alcune parti, anche se l'impianto complessivo è convincente perché va nella direzione della riduzione dei costi della politica senza penalizzare eccessivamente la rappresentatività, favorisce la snellezza dei lavori, attraverso il superamento del bicameralismo perfetto, dà attuazione per certi versi al federalismo riconoscendo il ruolo delle autonomie locali, pone il sistema istituzionale del Paese in linea con le più avanzate democrazie europee. I Popolari Udeur sono infine convinti che questa sia un'altra occasione da non sprecare perché, se il Paese si trova a vivere una stagione politica di grande confusione, che allontana la gente dalle istituzioni, che fa emergere il qualunquismo e l'antipolitica, la colpa è anche della politica che in questi anni non ha saputo decidere, non ha saputo realizzare quelle riforme istituzionali di cui il Paese ha bisogno.

Gabriele BOSCETTO (FI) preannuncia il voto di astensione del proprio gruppo, in quanto non ritiene che questo sia il momento più idoneo per dare corso alle riforme costituzionali, tanto più con l'attuale Governo. Ricorda che nella scorsa legislatura era stata approvata una vasta riforma costituzionale che però l'attuale maggioranza ha combattuto tenacemente sia nel Parlamento che in occasione dello svolgimento del referendum costituzionale. Si sofferma quindi sul testo che la Commissione si accinge a licenziare, che giudica estremamente gracile e denso di contraddizioni, non volto a risolvere i principali problemi esistenti. Al riguardo osserva che non sono previste norme volte a garantire la coalizione vincente, come pure norme sul premierato o sul meccanismo della sfiducia costruttiva con un'apposita disposizione «anti-ribaltone», tutte previsioni, queste, contenute nella riforma approvata nella scorsa legislatura della quale ribadisce la validità. Esprime quindi la propria perplessità sul ruolo che il testo attribuisce al Senato che, da un lato, sarà svuotato di funzioni rilevanti e, dall'altro, sarà eletto dai Consigli regionali e dai Consigli delle autonomie locali. In proposito osserva che in molti casi si verificheranno situazioni di «conflitto di interessi» per quei senatori che rivestiranno al contempo la carica di consigliere regionale, disponendo così di strumenti idonei a bloccare l'iter legislativo su provvedimenti di importanza anche rilevante. Nell'invitare la Commissione a riconsiderare il complessivo assetto del Senato, ribadisce il voto di astensione del proprio gruppo.

Olga D'ANTONA (SDpSE) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo sul


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conferimento del mandato al relatore, esprimendo un apprezzamento per il lavoro svolto dalla Commissione, che trova conferma nel fatto che non sono stati dichiarati voti contrari in questa fase.
Si tratta di un testo che va incontro alle principali esigenze del Paese, in quanto, attraverso il superamento del bicameralismo, consente di velocizzare il procedimento legislativo e di rendere più tempestiva la decisione politica. Il Senato federale, a sua volta, garantisce il collegamento coi territori, e sempre nel rispetto della democrazia in quanto, pur eletto con un procedimento di secondo grado, è eletto da assemblee che sono a loro volta diretta espressione del popolo. Ritiene che il testo possa essere ulteriormente migliorato, ma il voto di oggi rappresenta già un segnale molto positivo.

Franco RUSSO (RC-SE) preannuncia il voto favorevole del proprio gruppo, che ha partecipato attivamente all'esame del provvedimento. Fa presente che il proprio gruppo è fortemente interessato a migliorare il sistema costituzionale del Paese al fine di renderlo efficace e funzionale, smentendo ogni ipotesi di conservatorismo, se non per quanto attiene alla salvaguardia dei valori fondamentali della Costituzione, in coerenza con la posizione assunta dalla propria parte politica nel corso del dibattito sul referendum costituzionale svoltosi lo scorso anno. Il corpo elettorale ha dimostrato di disapprovare riforme di portata eccessiva e in questo senso la riforma in esame è molto puntuale, intervenendo su singoli aspetti senza alterare i principi di fondo della democrazia rappresentativa. Ricorda che il programma dell'Unione prevedeva che non sarebbero state approvate modifiche costituzionali senza ampie maggioranze, come del resto dimostra il dibattito odierno. Rivolgendosi al deputato Boscetto, sottolinea che l'assenza del premierato e di norme antiribaltone costituiscono, ad avviso del proprio gruppo, aspetti positivi del provvedimento. Si dichiara favorevole alla riduzione del numero dei parlamentari, non solo ai fini del contenimento dei costi della politica, ma soprattutto per rispondere al nuovo assetto di distribuzione della competenza legislativa che vede oggi coinvolti non più solo il Parlamento nazionale, ma anche le Regioni e l'Unione europea. Si dichiara favorevole all'assetto del Senato, al cui interno saranno rappresentate adeguatamente anche le forze di opposizione. Infine, ribadita la preferenza del suo gruppo per una legge elettorale sul modello tedesco, chiarisce che il suo gruppo non ritiene che le riforme costituzionali e quelle elettorali siano inscindibilmente connesse, ma esse hanno indubbiamente dei punti di contatto. Auspica infine che, ove dovesse formarsi un'ampia maggioranza sulle riforme, questo potrebbe essere una buona premessa per la revisione dell'articolo 138 nel senso di porre in sicurezza il principio che le modifiche costituzionali si fanno solo a maggioranza dei due terzi dei componenti.

Roberto COTA (LNP) fa preliminarmente presente che il provvedimento sulla riforma costituzionale in esame non può essere utilizzato dalla maggioranza al solo fine di prolungare la durata in carica dell'Esecutivo, nei cui confronti il proprio gruppo continuerà a condurre una dura opposizione. Per quanto concerne il provvedimento in esame, osserva che il proprio gruppo ha assunto un atteggiamento di massima coerenza nei confronti di quelle disposizioni, quali ad esempio la riduzione del numero dei parlamentari o l'assetto in chiave federale del Senato, rispetto alle quali ha sempre assunto un orientamento favorevole. Si sofferma in particolare sul ruolo del Senato «federale», al quale tuttavia devono essere assegnate competenze più incisive, evitando che le decisioni da esso assunte su materie di sua specifica competenza possano poi essere modificate dalla maggioranza politica della Camera. Sul piano più generale, ritiene opportuno dare luogo ad un modello chiaro e definito del riparto delle competenze legislative tra lo Stato e le regioni, il cui esame tuttavia è stato rinviato a quando sarà esaminato il provvedimento di riforma dell'articolo 117 della Costituzione. Preannuncia quindi


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il voto di astensione del proprio gruppo sul conferimento del mandato a riferire in Assemblea e conclude sottolineando l'importanza per il proprio gruppo di approvare una riforma della legge elettorale che impedisca il prodursi degli effetti del referendum, che peggiorerebbe gli aspetti negativi della legge vifente.

Marco BOATO (Verdi), dopo aver ringraziato il presidente ed i relatori per l'ottimo lavoro svolto, nonché tutti i colleghi che vi hanno attivamente partecipato, dichiara il voto favorevole del suo gruppo sul mandato ai relatori a riferire all'Assemblea favorevolmente. Ritiene che il testo che la Commissione propone all'Assemblea sia circoscritto, ma non di meno importante. Ricorda che l'Unione si è impegnata nel programma elettorale a non approvare in futuro riforme costituzionali senza una larga maggioranza che comprenda anche l'opposizione. Ritiene che tale impegno sia stato oggi mantenuto e pertanto saluta con soddisfazione tale primo passo. Preannunzia quindi fin d'ora l'intenzione di ripresentare in Assemblea gli emendamenti da lui presentati per la revisione dell'articolo 66 della Costituzione, nel senso di rimettere alla Corte costituzionale la decisione sui ricorsi in materia di eleggibilità e compatibilità dei parlamentari, ritenendo che si tratterebbe di un sistema di maggiore garanzia per tutti rispetto all'attuale. Parimenti intende riproporre all'Assemblea il suo emendamento sulla sfiducia costruttiva, fermo restando che, anche su questo delicato punto, si dovrà ricercare una larga convergenza. Infine segnala la necessità di modificare il secondo comma dell'articolo 120 della Costituzione, che riguarda il potere sostitutivo: fa presente, infatti, che è opportuno far riferimento allo Stato, anziché al Governo, come titolare del potere sostitutivo, fermo restando che tale potere sarà esercitato dal Governo quando attiene a funzioni amministrative e dal Parlamento quando attiene a funzioni legislative. Ricorda inoltre l'impegno assunto dalla Commissione per rivedere l'articolo 3 del testo in esame per trovare una soluzione al problema dei senatori da eleggere nella provincia autonoma di Bolzano: ricorda infatti che l'attuale testo prevede che le due province autonome eleggano due senatori ciascuna, il che però non è in linea con la misura 111 del pacchetto del 1969 attuativo degli accordi De Gasperi-Gruber, la quale prevede la proporzionale rappresentanza in Parlamento delle diverse componenti linguistiche del territorio. Ciò però presuppone l'elezione da parte della provincia di Bolzano di almeno 3 senatori. Ritiene pertanto che la soluzione più semplice sia quella di prevedere che le due province autonome eleggano 3 senatori ciascuna. Esprime poi apprezzamento per la scelta di selezionare in questa fase i punti del testo costituzionale sui quali intervenire, rinviando ad un momento successivo l'intervento su altri punti. A questo riguardo, ritiene che la Commissione debba, non appena approvato il provvedimento in esame, porre mano alla revisione dell'articolo 117 della Costituzione, anche alla luce della eccellente indagine conoscitiva svolta sul Titolo V della parte seconda della Costituzione congiuntamente con il Senato. Concorda con il deputato Russo che la Commissione debba affrontare anche la revisione dell'articolo 138 della Costituzione, ma ritiene che ciò debba avvenire solo al termine del percorso di riforma. Per quanto riguarda la legge elettorale, condivide l'auspicio espresso dai deputati della Casa delle libertà che la Camera dei deputati possa esaminare la legge elettorale, non appena concluso il lavoro sulla riforma costituzionale, ma fa presente che è necessario a tal fine una intesa tra i Presidenti delle Camere. Su questo argomento, chiarisce che la sua personale convinzione è che si debba senz'altro tornare alla legge elettorale «Mattarella». In conclusione, valuta favorevolmente l'astensione dalla votazione dei gruppi della Casa delle libertà, che costituisce a suo avviso un segno di disponibilità all'interlocuzione e di non contrapposizione frontale, il quale potrebbe preludere ad una più ampia convergenza da raggiungere in Aula.


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Gianpiero D'ALIA (UDC), dopo aver ringraziato i relatori per il lavoro svolto, dichiara che il suo gruppo si asterrà dalla votazione sul mandato ai relatori, esprimendo soddisfazione per il fatto che anche gli altri gruppi di opposizione si sono orientati in tal senso. È infatti convinto che l'attesa rispetto alla sorte del Governo in carica non debba impedire al Parlamento e all'opposizione di lavorare con coscienza alle riforme che reputa indispensabili. Ciò premesso, ritiene che il legame tra legge elettorale e riforme sia essenziale e imprescindibile, al punto che può parlarsi di due facce della stessa medaglia. Reputa pertanto indispensabile che il dibattito sulla legge elettorale si trasferisca alla Camera. Sottolinea anzi che il destino delle riforme, se è sganciato dal quello del Governo Prodi, non lo è tuttavia da quello delle riforme elettorali. Non si può infatti immaginare uno schema istituzionale senza pensare alla legge elettorale che lo completa. Ciò premesso, chiarisce che la posizione di astensione del suo gruppo è fondata su ragioni di merito: il suo gruppo non può infatti votare contro proposte di riforma che nella passata legislatura ha sostenuto. Su alcuni punti ritiene necessaria però una maggiore coerenza: non si può vincolare il Capo dello Stato a tener conto dei risultati delle elezioni al momento della nomina del Presidente del Consiglio e non prevedere nel contempo la sfiducia costruttiva. Nel ribadire che il suo gruppo sostiene convintamente tale istituto, preannunzia che ripresenterà in Assemblea emendamenti al riguardo. Parimenti intende farsi carico in Assemblea di alcune indicazioni della Commissione parlamentare per le questioni regionali che ritiene condivisibili e riproporre il potenziamento della sede redigente, cui il suo gruppo annette una speciale importanza. Regista in ogni caso come un fatto importante che le diverse forze politiche mostrino di volersi esprimere sul testo delle riforme al di fuori delle logiche di competizione politica ed apprezza in particolare lo sforzo di apertura dimostrato da Forza Italia.

Cinzia DATO (Ulivo) constata con soddisfazione che le diverse forze politiche assumono oggi una posizione non dettata da tatticismi politici, ricordando come tali atteggiamenti in passato abbiano rischiato di formare una Costituzione priva del requisito fondamentale, vale a dire quello di essere ampiamente condivisa dai diversi attori politici. Rivolgendosi quindi al deputato Boscetto, osserva che la riforma costituzionale approvata dal centrodestra nella scorsa legislatura costituiva un intervento massiccio che stravolgeva completamente il disegno del sistema istituzionale del Paese, sostituendolo con uno privo di effettiva coerenza interna. Al contrario, la riforma alla quale si è lavorato in questa legislatura è saggiamente circoscritta ad alcuni limitati punti ed ha il pregio di rafforzare il parlamentarismo e l'esecutivo senza toccare gli istituti di controllo e di garanzia. Il suo gruppo ha presentato emendamenti che non è stato possibile esaminare con il necessario approfondimento: tali emendamenti saranno ripresentati in Assemblea. Conclude invitando l'opposizione a partecipare ai lavori dell'Assemblea in spirito sereno e costruttivo.

Ignazio LA RUSSA (AN) preannunzia che il suo gruppo si asterrà dalla votazione, chiarendo che tale posizione va intesa innanzitutto in un senso eminentemente politico. Intende infatti segnalare che il centrodestra intende collaborare al percorso delle riforme, ma non intende offrire salvacondotti per la sopravvivenza del Governo Prodi e della attuale maggioranza, che la Casa delle libertà unanimemente ritiene abbiano esaurito il proprio compito. Nel merito del provvedimento, ritiene che i lavori siano stati pregevoli, anche se non mancano da parte del suo gruppo perplessità che comunque non avrebbero consentito un voto favorevole. Il testo è infatti un buon segnale ma non ancora sufficiente. In particolar modo il suo gruppo non condivide l'idea che il Senato possa essere eletto in secondo grado, ferma restando l'esigenza di superare il bicameralismo perfetto. Analogamente


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il suo gruppo ritiene che debbano essere ulteriormente rafforzati i poteri del Presidente del Consiglio. Quanto alla previsione che il Presidente della Repubblica deve valutare le elezioni nella nomina del Presidente del Consiglio, lo ritiene importante, ma di fatto è ciò che già avviene. Valuta invece senz'altro favorevolmente la riduzione del numero dei parlamentari, e l'abbassamento dell'età per essere eletti alla Camera e al Senato nonché alla carica di Presidente della Repubblica. Se, come personalmente ritiene, la caduta del Governo e lo scioglimento anticipato delle Camere impediranno la conclusione dell'iter del provvedimento, garantisce alla maggioranza che il suo gruppo si impegna a ripresentarlo nella prossima legislatura, con alcune necessarie modifiche, nella convinzione che si tratti di un'ottima base di lavoro.

Karl ZELLER (Misto-Min.ling) ritiene che la Commissione abbia svolto un buon lavoro. Condivide la riduzione del numero dei parlamentari e la composizione del Senato federale. Vi sono alcune carenze che potranno tuttavia essere colmate in Assemblea. In particolare, occorrerebbe estendere le materie di competenza bicamerale collettiva, in particolare ricomprendendovi le leggi di cui all'articolo 119 della Costituzione. Segnala infine l'esigenza di rivedere la norma relativa ai senatori eletti dai Consigli delle province autonome di Trento e Bolzano in modo da garantire la proporzionale rappresentanza di entrambi i gruppi linguistici dell'Alto Adige, in quanto l'attuale formulazione del testo preclude la rappresentanza della minoranza linguistica italiana. Dichiara pertanto il voto favorevole della sua parte politica.

Roberto ZACCARIA (Ulivo) rileva con soddisfazione che si è instaurato un clima diverso da quello che ha caratterizzato i tentativi riformatori delle precedenti legislature. Invita i gruppi di opposizione ad astrarsi dalle contingenze politiche del momento, evidenziando come le riforme costituzionali e la sorte del Governo Prodi siano questioni del tutto indipendenti, dal momento che è ormai chiaro a tutti che la materia costituzionale non può fondarsi sulle sole maggioranze che, di volta in volta, sostengono i governi in carica. In questa prospettiva, reputa un fatto positivo l'astensione dei gruppi di opposizione, che permette di passare alla fase di discussione in Assemblea con la concreta fiducia di poter allargare la base di consenso nei confronti del provvedimento. Riscontra inoltra che, se la scelta dell'astensione è comune ai gruppi di opposizione, non lo sono invece le motivazioni. A Forza Italia, che ha motivato la propria posizione ricordando la contrarietà del centrosinistra alle riforme costituzionali approvate dalla Casa delle libertà nella precedente legislatura, fa presente che l'insuccesso di quelle riforme è dipeso dal voto contrario del corpo elettorale nel referendum del maggio dell'anno scorso. Rispetto a quel progetto di riforma, quello predisposto dalla Commissione oggi si differenzia non tanto, o non soltanto, nei contenuti, quanto nel metodo: si è scelto infatti di intervenire su pochi punti sui quali c'è condivisione. Si tratta d'altra parte di un intervento di ampia portata perché profondamente incisivo, riguardando sia la forma di Governo sia la forma di Stato. Al deputato D'Alia dice invece di non nutrire dubbi per quanto lo riguarda sul fatto che sia necessario che il Parlamento riformi anche la legge elettorale e che lo faccia a completamento della riforma costituzionale. Concorda infatti sul fatto che le riforme costituzionali debbano associarsi a quelle elettorali. In conclusione nel dichiarare il voto favorevole del suo gruppo sul mandato ai relatori, li ringrazia per il lavoro svolto. Ringrazia altresì il presidente Violante per l'opera di mediazione da lui svolta prima della pausa estiva dei lavori parlamentari, che ha consentito di definire un programma di lavoro condiviso e fruttuoso.

Sesa AMICI (Ulivo), relatore, premesso di ritenere molto importante la discussione di oggi, considera significativa la decisione dei gruppi di opposizione di


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astenersi sulla votazione del mandato ai relatori, ritenendo della massima importanza che il Parlamento esca dalle logiche di schieramento e dai tatticismi politici almeno quando discute delle regole stesse del sistema. È consapevole che il testo è perfettibile, ma ritiene che contenga già due elementi decisivi, vale a dire la riduzione del numero dei parlamentari e il rafforzamento della posizione del Presidente del Consiglio. Quanto alla riduzione del numero dei parlamentari sottolinea che non si tratta di una misura introdotta in risposta alle pressioni dei media sui costi della politica, ma di una scelta deliberata e coerente con il complessivo disegno istituzionale di rinnovamento, nel quale le funzioni delle camere si differenziano e si accresce la funzionalità del sistema in vista di una democrazia decidente. In conclusione, ritiene che l'astensione dei gruppi di minoranza costituisca il segno di una assunzione di responsabilità che fa ben sperare quanto alla prosecuzione dei lavori in Assemblea in spirito costruttivo.

Italo BOCCHINO (AN), relatore, ringrazia in particolare il presidente Violante per il coraggio da lui dimostrato nel porre all'ordine del giorno le riforme costituzionali in un momento in cui sembravano mancare i presupposti politici. Oggi emerge un fatto estremamente positivo, vale a dire che la Commissione presenta un testo all'Assemblea senza che su di esso vi sia un solo voto contrario. Si esce pertanto dalla logica della contrapposizione frontale tra gli schieramenti. Ciò non toglie che in molti gruppi rimangano dubbi e perplessità. Fa presente che gli stessi relatori si sono trovati in disaccordo su alcuni punti: in particolare, lui è un convinto sostenitore del presidenzialismo, mentre la relatrice Amici una convinta parlamentarista. Nutre analogamente dubbi sul Senato federale, ma è convinto che la politica sia, e non possa non essere, mediazione e compromesso vale a dire ricerca di una convergenza di punti di vista diversi. È pertanto convinto che dopo una stagione di riforme fallite, si possa aprire la via per una riforma largamente condivisa.

Il sottosegretario Paolo NACCARATO, nell'associarsi alle espressioni di ringraziamento nei confronti del presidente e dei relatori per il prezioso lavoro svolto, auspica che l'Assemblea lo sappia e voglia valorizzare appieno. Concorda sul fatto che l'astensione dei gruppi di opposizione, sia pure con motivazioni differenti, sia un fatto da salutare con soddisfazione. Auspica pertanto che l'iter del provvedimento prosegua senza indugi, assicurando che il Governo garantirà in ogni momento il proprio attivo apporto fino alla definitiva approvazione. Aggiunge che, a suo avviso, tardare ulteriormente il percorso delle riforme sarebbe esiziale e il Paese non può permetterselo.

Luciano VIOLANTE, presidente, ringrazia i deputati del gruppo di Forza Italia per la scelta responsabile di passare da una posizione di contrarietà al provvedimento ad una di astensione, che senz'altro aiuta il percorso di riforma. Si era ad un certo punto profilata una possibile divisione del centrodestra al suo interno, ma si tratta di un fatto che non avrebbe giovato certamente ai lavori, per cui chi se ne fosse rallegrato avrebbe commesso l'errore di ricadere nella logica dell'uso politico della riforma costituzionale, logica nella quale sono in passato caduti entrambi gli schieramenti. Oggi, invece, grazie al contributo di tutti, si è rinunciato alla strumentalizzazione politica delle posizioni, il che agevola il confronto. Per quanto riguarda la legge elettorale, non v'è dubbio che questa sia strettamente legata alla materia costituzionale, ma occorre vedere che cosa deciderà di fare il Senato. Per quanto invece riguarda l'articolo 117 della Costituzione, concorda sul fatto che è necessario mettere mano ad una riforma anche di quella disposizione. Comunica quindi che la discussione in Assemblea sul provvedimento inizierà lunedì prossimo, 22 ottobre, alle ore 10 e che il termine per la presentazione di emendamenti è fissato alle ore 14 dello stesso giorno.


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Italo BOCCHINO (AN), relatore, ritiene che il termine per la presentazione degli emendamenti sia troppo ravvicinato ed invita il presidente ad adoperarsi affinché esso venga posticipato.

Gabriele BOSCETTO (FI) chiede in alternativa che la Commissione non esamini nella giornata di domani il testo unificato della proposta di legge in materia di incandidabilità ed ineleggibilità, in modo da lasciare ai gruppi il tempo di lavorare alla stesura degli emendamenti per l'Assemblea.

Luciano VIOLANTE, presidente, acconsente alla richiesta del deputato Boscetto, sottolineando che, per quanto riguarda il termine per la presentazione degli emendamenti in Assemblea la sua fissazione non spetta al Presidente della Commissione.

La Commissione delibera di conferire ai relatori, deputati Amici e Bocchino, il mandato a riferire in senso favorevole all'Assemblea sul provvedimento in esame.

Luciano VIOLANTE, presidente, si riserva di designare i componenti del Comitato dei nove sulla base delle indicazioni dei gruppi.

La seduta termina alle 16.50.

COMITATO DEI NOVE

Modernizzazione delle Amministrazioni pubbliche.
C. 2161-1505-1588-1688-A.

Il Comitato si è riunito dalle 16.50 alle 17.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Mercoledì 17 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 17.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo di cooperazione scientifica e tecnologica tra il Governo della Repubblica italiana e il Governo della Repubblica di Corea, con Allegato, fatto a Roma il 16 febbraio 2007.
C. 3020 Governo.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Frias, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta, invita il deputato Incostante ad assumere le funzioni di relatore.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, formula su di esso una proposta di parere favorevole (vedi allegato 5).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.

Celebrazioni Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo.
Nuovo testo C. 2581 Giulietti.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Naccarato, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta, invita il deputato Incostante ad assumere le funzioni di relatore.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, formula su di esso una proposta di parere favorevole (vedi allegato 6).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore.


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Abrogazione dell'equipollenza del diploma di laurea in scienze motorie al diploma di laurea in fisioterapia.
C. 28-522-1620-B, approvata dalla Camera e modificata dal Senato.
(Parere alla VII Commissione).
(Esame e conclusione - Parere favorevole).

Riccardo MARONE, presidente, considerato che il relatore, deputato Naccarato, ha comunicato che non potrà prendere parte alla seduta, invita il deputato Incostante ad assumere le funzioni di relatore.

Maria Fortuna INCOSTANTE (Ulivo), relatore, dopo aver brevemente illustrato il provvedimento in esame, formula su di esso una proposta di parere favorevole (vedi allegato 7).

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del relatore

La seduta termina alle 17.10.

COMITATO PERMANENTE PER I PARERI

Mercoledì 17 ottobre 2007. - Presidenza del presidente Riccardo MARONE.

La seduta comincia alle 20.25.

Riqualificazione e recupero dei centri storici.
Emendamenti C. 550 Foti ed abb.-A.
(Parere all'Assemblea).
(Esame e conclusione - Parere).

Riccardo MARONE, presidente e relatore, rilevato che gli emendamenti contenuti nel fascicolo n. 2 non presentano profili critici per quanto attiene al riparto di competenza legislativa di cui all'articolo 117 della Costituzione, propone di esprimere su di essi il parere di nulla osta.

Nessuno chiedendo di intervenire, il Comitato approva la proposta di parere del presidente e relatore.

La seduta termina alle 20.40.

AVVERTENZA

I seguentI puntI all'ordine del giorno non sono stati trattati:

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

ATTI DEL GOVERNO

Schema di regolamento di organizzazione del Ministero dei trasporti.
Atto n. 167.